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    Patto per il Nord, cos’è il partito anti Salvini nato a Vimercate

    Accolti dal ‘va pensiero’ nei giardini della Ludovica, a Vimercate, due passi da Arcore, erano alcune centinaia i nostalgici del vecchio leghismo, che ieri ha dato vita ufficialmente al nuovo schieramento, al ‘Patto per il nord’. Un gruppo variegato che punta a riunire le voci autonomiste e federaliste della ex Padania, che continuano a ispirarsi alla lezione di Umberto Bossi e Gianfranco Miglio.Nella villa-museo, insieme con Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega lombarda, poi espulso da Salvini, Roberto Bernardelli, imprenditore già animatore di battaglie indipendentiste, tra cui quella con il finto Tank nel ’96, Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia della Lega, Giancarlo Pagliarini, anche lui al governo da titolare del bilancio e della programmazione economica con il Berlusconi I, Giuseppe Leoni, tra i fondatori del Carroccio con Bossi 40 anni fa, l’ex eurodeputato della Lega, Mario Borghezio, tra gli altri.Un ritorno al passato, ma cambiando pure il simbolo, non più Alberto da Giussano, ma “il vero eroe della Lega lombarda nata a Pontida nel 1167”, Pinamonte da Vimercate, che finisce al centro del cerchio blu dove è inscritta la dicitura Patto per il Nord’, svelata tra gli applausi a Vimercate. Associazione di associazioni, Patto per il Nord, punta a dare voce al territorio che si sente tradito da Salvini, per la sua svolta nazionalista. Da oggi, fanno sapere Grimoldi e gli altri ideatori del ‘marchio’ depositato lo scorso 29 settembre presso l’ufficio brevetti, da una associazione di Lecco e in attesa di approvazione, inizia questa nuova avventura ‘nordista’. “Da domani apriamo le sedi, da dicembre partiamo col tesseramento”, ha assicurato Grimoldi, lasciando intendere che anche Bossi è con il Patto. “L’idea dell’associazione non è mia, è di qualcun altro…”, ha detto dal palco.
    “Valori di federalismo e libertà”
    Nei giorni scorsi il ‘Patto per il Nord’ ha svelato il simbolo dell’associazione confederale: “Crediamo che il Nord possa e debba ripartire. Vogliamo ridare dignità e coraggio”, si legge nella nota. “Crediamo che con impegno si possa ripartire dai nostri Comuni, dalle nostre Province riaffermando quei valori di federalismo e di libertà contraddistinsero gli ideali di Miglio, di Bossi, passando da Carlo Cattaneo a Don Sturzo e ai milioni di amici del Nord che credettero allora e credono ancora oggi in questo grande sogno”.   LEGGI TUTTO

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    Il ministro della Cultura Giuli nomina Francesco Spano capo gabinetto

    In una nota, il ministero della Cultura ha comunicato la nomina, da parte del ministro Alessandro Giuli, all’avvocato Francesco Spano nel ruolo di Capo di Gabinetto. La decisione arriva in seguito alla revoca della carica prima ricoperta da Francesco Gilioli, avvenuta venerdì 11 ottobre, per essere “venuto a mancare il rapporto fiduciario” ha dichiarato il ministro.

    Chi è Francesco Spano

    Spano era segretario generale del Maxxi, il museo delle Arti del XXI secolo presieduto da Giuli prima di essere nominato ministro. È stato anche responsabile per le politiche per il dialogo interculturale per l’Istituto italiano per l’Asia ed il Mediterraneo e docente all’Università La Sapienza di Roma. Nei giorni scorsi è stato al centro degli attacchi dei Pro Vita per una questione che risale al 2017: al tempo Spano guidava l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e venne accusato di aver assicurato un finanziamento di 50 mila euro a un’associazione Lgbtq che avrebbe organizzato traffici di prostituzione. Spano diede subito le dimissioni, ma poi le accuse si rivelarono infondate. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza sul lavoro, Meloni: “La sicurezza non è un costo, ma un diritto”

    “La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente, che deve vedere tutti in prima fila”: sono le parole della premier Giorgia Meloni in un messaggio alla presentazione della relazione annuale dell’Inail. “Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il governo sta portando avanti”.

    “Disposto l’assunzione di 1600 ispettori del lavoro in più”

    “La sicurezza sul lavoro è una priorità che questo governo ha posto al centro della sua azione, a partire dal confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali. Perché la sinergia tra istituzioni, parti sociali, lavoratori e imprese è la chiave di volta per diffondere la cultura della prevenzione e ridurre così gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali”, ha spiegato al premier. “Abbiamo disposto l’assunzione di 1600 ispettori del lavoro in più, con l’obiettivo di incrementare sensibilmente il numero delle ispezioni. Dal 1° ottobre è operativa la patente a crediti per il settore dell’edilizia, una novità importante che non solo monitora ma anche incentiva il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei cantieri, premiando le imprese virtuose e sanzionando quelle che non lo sono. Abbiamo incoraggiato le imprese a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, anche attraverso le maggiori risorse stanziate per i bandi ISI, passate dai 333 milioni di euro del 2022 ai 500 milioni per il 2024. Siamo intervenuti anche sul piano delle sanzioni, sia amministrative che penali, reintroducendo il reato di somministrazione illecita di lavoro, fattispecie depenalizzata in passato ma risultata essere la più cresciuta nel tempo”, ha aggiunto Meloni.
    “Premiare imprese che investono su salute e sicurezza”
    Per la premier l’Inail può offrire un contributo “per aggiornare e rendere più efficace la normativa esistente, rendendola più aderente ai cambiamenti nel mondo del lavoro; al potenziamento della prevenzione, premiando le imprese che investono su salute e sicurezza; al miglioramento delle prestazioni socio-sanitarie; alla valorizzazione della ricerca, implementando la sinergia con network europei e internazionali; alla promozione della cultura della sicurezza, purtroppo ancora non diffusa a sufficienza”. Meloni inoltre si dice “convinta che possa essere uno strumento efficace portare il tema della sicurezza sul lavoro anche nelle scuole, per formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele dei lavoratori”.

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    Ferito sul lavoro: la lotta di Gabriele dalla carrozzina alle scuole LEGGI TUTTO

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    Berlino, vertice Ue sui Balcani occidentali. Tajani: “Integrazione è prioritaria”

    “L’integrazione dei Balcani occidentali nella Ue è una priorità del governo”. Lo ha detto il vice-premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi è a Berlino su delega della presidente Meloni per partecipare al decimo vertice del “Processo di Berlino” sull’ingresso dei Balcani occidentali nell’Ue.

    Cos’è il “Processo di Berlino”

    Il vertice di Berlino è un’iniziativa lanciata nel 2014 dalla cancelliera tedesca Angela Merkel per accelerare il processo per l’ingresso nell’Ue di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Il “Processo” è presieduto dal cancelliere Olaf Scholz, e vede la partecipazione anche di Italia, Austria, Croazia, Francia, Slovenia, Polonia, Grecia, Bulgaria, Ungheria oltre al Regno Unito e alle istituzioni europee.
    L’ordine del giorno
    La prima sessione di lavoro è incentratasulla cooperazione regionale sul mercato regionale comune. Successivamente si passa agenda verde, alla connettività e all’energia, seguite da una discussione informale con rappresentanti della società civile e giovani della regione. In occasione del summit sarà firmato un accordo regionale di mobilità per l’accesso agli studi e sarà adottato il nuovo Piano d’azione per il Mercato regionale comune 2025-2028.
    Tajani: “Integrazione dei Balcani occidentali è una priorità”
    Tajani ha detto che “l’impegno italiano per rafforzare la cooperazione con i partner balcanici è concreto e costante”, e che l’obiettivo “è la riunificazione dei Balcani occidentali con l’Europa”. “Il nostro Paese, anche come Presidenza G7, è in prima linea nel rilancio di una dinamica positiva nella regione”, ha ribadito ancora il ministro, ricordando la visita a settembre in Montenegro e Macedonia del Nord e la riunione presieduta a New York, in occasione dell’assemblea Onu, con i ministri dei Paesi balcanici, insieme al Gruppo “Amici dei Paesi dei Balcani Occidentali”.

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    Tajani: no tasse su extraprofitti. Lega: paghino banchieri, non operai

    “Con noi non ci saranno mai tasse sugli extra profitti delle banche”: è quanto ha assicurato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Perugia parlando alla conferenza nazionale degli enti locali di Forza Italia. Alla quale hanno partecipato anche i ministri Piantedosi, Zangrillo e Casellati. “La tassazione degli extra profitti – ha aggiunto il segretario di FI – non è prevista neanche nei piani del Governo”. “La manovra non sarà facile ma la dobbiamo scrivere tutti assieme. Non c’è uno che la scrive e gli altri che l’approvano”: ha sottolineato Tajani. “La scriviamo tutti quanti assieme, l’approviamo tutti insieme nel Consiglio dei ministri e poi l’approveremo tutti quanti assieme in Parlamento” ha aggiunto. 

    La Lega: “Tassiamo extraprofitti delle banche” 

    Di diverso avviso la Lega con Andrea Crippa che in mattinata era intervenuto sul tema. “‘Far pagare i banchieri, non gli operai’, ha detto domenica scorsa Matteo Salvini sul palco di Pontida. Un messaggio chiaro, inequivocabile e soprattutto condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani”. Aveva detto ad Affaritaliani.it, il vice-segretario della Lega. “Ricordo che negli ultimi due anni, a causa dell’ingiustificato e folle rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, i primi sette istituti di credito italiani hanno quasi raddoppiato gli utili: +93%. E’ quindi giusto ed equo – osserva – che siano loro, ora, a contribuire per redistribuire la ricchezza e favorire non solo le classi meno agiate del Paese ma anche la crescita economica”.  

    “Le astruse regole imposte dall’Unione europea – ha proseguito Crippa – impongono di non poter fare una manovra economica espansiva e quindi le risorse per sostenere imprese medio-piccole, non certo gli incentivi a Stellantis del vergognoso e scandaloso Tavares, le partite Iva e i lavoratori, compreso il ceto medio, possono e devono arrivare anche da chi in questi anni ha ‘giocato’ con i tassi di interessi”. Ci sono stati, ha denunciato il vicesegretario leghista, “aumenti rapidi e cospicui delle rate di mutui e prestiti quando il costo del denaro saliva, e ora che ha iniziato a scendere, guarda caso, i ribassi delle stesse rate sono proporzionalmente molto inferiori. Il messaggio di Salvini è condiviso dagli italiani: paghino banche e banchieri e nessun sacrificio per gli operai e i cittadini che vivono una vita normale e nemmeno sanno così sia realizzare un extra-profitto. Con buona pace di chi difende le banche e si oppone a una tassazione nella Legge di Bilancio, questa è la soluzione più corretta, che la sostiene con forza e che trova ampio consenso tra gli italiani”.  LEGGI TUTTO

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    Mattarella: sicurezza sul lavoro è una priorità permanente

    Oggi “l’Italia rivolge il pensiero alle persone che hanno perso la vita o subito infortuni e malattie a causa del proprio lavoro. Oggi è un giorno di riflessione, ricordo e di rinnovato impegno. La sicurezza sul lavoro è una priorità permanente per la Repubblica. Ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora”. E’ quanto scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato all’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.  LEGGI TUTTO

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    Meloni: “Sono la più dossierata d’Italia”. Su manovra: “Più tasse per tutti è fake news”

    La premier tocca vari temi in un’intervista con il direttore del Tg5, Clemente Minun. “I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che non si può ricattare”, dice. Su legge di bilancio: “Se non avessimo speso 120 miliardi per ristrutturare meno del 4% delle case degli italiani avremmo più soldi per stipendi, sanità, famiglie, pensioni”. Sul Medio Oriente: “Vogliamo che si arrivi alla liberazione degli ostaggi israeliani e al cessate il fuoco a Gaza e in Libano”. Schlein: “Continua a mentire”

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    Dal dossieraggio alla Manovra, dalla tenuta della maggioranza alla situazione in Medio Oriente. Sono diversi i temi di cui ha parlato la premier Giorgia Meloni in un’intervista al Tg5. “Quella delle tasse per tutti è un’altra fake news”, ha assicurato la presidente del Consiglio. “Io sono la persona più dossierata d’Italia”, ha aggiunto. E ancora: “I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare, che non si può ricattare”.

    Meloni: “Sono la persona più dossierata d’Italia”

    Sul dossieraggio “io mi sono data una spiegazione, poi chiaramente spero che una spiegazione ce la dia la magistratura a un certo punto”, ha detto Meloni. “Io sono la persona più dossierata d’Italia, le dirò che nel dramma c’è la buona notizia. E la buona notizia è, intanto, che la mia vita è stata proprio passata allo scanner e non si è trovato niente. E forse questa è anche la ragione per la quale io sono così dossierata”, ha aggiunto. Poi, parlando con il direttore del Tg5 Clemente Mimun, ha detto ancora: “In questa nazione ci sono probabilmente gruppi di pressione. I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare, che non si può ricattare. E allora, magari tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Temo che non riusciranno”. “Lei ricorda – ha aggiunto rivolta a Mimun – questo fenomeno che noi conosciamo dei ladri che entrano dentro casa, rubano i gioielli e li vendono al ricettatore. Io penso che stia accadendo la stessa cosa con il mercato delle informazioni. Penso che ci siano dei funzionari, dei dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono sul mercato. A chi? Questa è la risposta che stiamo aspettando”. LEGGI TUTTO

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    Schlein: su congedo paritario Meloni non ha chiuso

    Il Pd ha proposto il “congedo paritario” e “Meloni non ha chiuso la porta”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein alla festa del Foglio. “Una delle prime volte in cui mi sono potuta confrontare con Meloni in Parlamento ho proposto il salario minimo ma anche un’altra cosa, su cui” la premier “non ha chiuso le porte: un congedo paritario di almeno 5 mesi, non trasferibile. Sarebbe un modo per sostenere le famiglie e l’occupazione femminile”. Incentivi in manovra per chi fa figli? “La maggioranza vorrebbe dare agevolazioni fiscali a chi ha già fatto dei figli, perché non mettiamo quelle risorse sul congedo paritario?”, risponde. 

    “Quando serve, per l’interesse nazionale, noi siamo sempre disponibili ad un dialogo nel merito” con la maggioranza. Ha aggiunto la segretaria del Pd. Schlein ha parlato dell’unità di intenti registrata sul fronte della violenza di genere che ha portato ad un impegno comune sul fronte della “repressione” ma non ancora della “prevenzione”. E poi ha fatto appello a unire le forze per la sicurezza sul lavoro perché “si continua a morire di lavoro e di stage”. 

    La polemica su migranti e Albania
    “Mentre una sentenza della Corte di Giustizia europea fa scricchiolare l’intero impianto su cui si basa l’accordo di Giorgia Meloni con l’Albania, apprendiamo che il governo vuole accelerare. Accelerare al punto, apprendiamo dalla stampa, che si sono fatti degli affidamenti diretti milionari e senza trasparenza: 800 milioni complessivi che avremmo potuto mettere sulla sanita’. Noi siamo contro questa violazione dei diritti fondamentali di chi chiede asilo, che e’ anche un enorme spreco di soldi dei contribuenti italiani”. Ha aggiunto Schlein riferendosi ai centri per migranti in Albania. LEGGI TUTTO