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    FdI, Foti: “Proteste all’università? Era meglio mandarli a zappare”

    A Pescara è in corso la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Oggi nel corso del panel sulla libertà religiosa è intervenuto il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti, che ha toccato diversi temi. Sulle recenti proteste nel mondo universitario italiano, legate alle polemiche anti-israeliane, il politico ha detto: “Quando io vedo nelle università dei fuori corso prevalentemente che pensano che la rivoluzione si realizzi rompendo l’accordo con questa o quella università israeliana perché così favoriamo la lotta del popolo palestinese, io mi chiedo se era meglio mandarli all’Università o a zappare dove avrebbero ottenuto migliori risultati”.

    Foti: “Ci hanno nauseato con l’anti”

    Parlando della legge, a sua prima firma, che introduce una stretta sui luoghi di culto non a norma (in particolare moschee e madrasse) che ha ricevuto il primo via libera in commissione alla Camera, Foti ha detto: “Vorrei sgombrare il campo che questa sia una legge anti, è una settimana che ci hanno nauseato con il termine anti, andiamo avanti. Lo dico perché anche oggi molti giornali continuano a ribadire e a fare l’esame del sangue, io non li voglio fare a nessuno e non voglio che nessuno me li faccia”.
    Foti: “Legge non contro libertà di culto ma contro abusivismo”
    “Questa legge dice che le associazioni del terzo settore se vogliono esercitare attività di culto lo fanno secondo” delle regole “per liberare una volta per tutte quelle che sono delle situazioni di abusivismo che non possiamo tollerare”, ha chiarito Foti. “Come mai la sinistra ogni volta che si parla di una sanatoria edilizia grida allo scandalo perché si sanano gli abusi e tollera questi abusi da quarant’anni?”. “Non è negare la libertà di culto ma – spiega – la licenza di culto illegittimo che non si può perpetuare, non possiamo avere delle città dove si va a pregare nei garage senza che vi sia alcuna norma di sicurezza, alcuna possibilità di sorveglianza e le regole minime per esercitare una libertà di culto alla luce del sole”. LEGGI TUTTO

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    Candidatura Vannacci agita Lega. Il generale: “No patente antifascista per dare opinioni”

    Il generale sarà candidato in ogni circoscrizione e da capolista in quella Italia Centro. In un’intervista a La Stampa dice: “Rivendico la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato”. Sull’aborto commenta: “Credo sia un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto”. Malumori nel Carroccio e nel centrodestra per la scelta di Salvini

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    A Pescara la kermesse di Fdi, Meloni a un passo dalla candidatura

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaBasta con le accuse. Di non avere tagliato davvero i ponti con il fascismo. Di essere sovranisti o populisti come se fosse una iattura: sul palco vista mare di Pescara va in scena l’orgoglio di Fratelli d’Italia e a lanciare l’affondo sono due tra gli esponenti più schivi del governo, Luca Ciriani e Alfredo Mantovano. Dall’aborto alla censura, passando per le “etichette” che puntano a “escludere” una parte politica, soprattutto il sottosegretario alla presidenza traccia le linee identitarie del partito che si appresta almeno a triplicare la compagine a Strasburgo al voto dell’8 e 9 giugno.I numeriA pochi giorni dalla consegna delle liste, sono le candidature, più che il programma che viene raccontato nelle tre sale allestite sul lungomare nel centro della città adriatica, a tenere banco nei capannelli. Ci sono già diversi ministri, sottosegretari e una fitta pattuglia parlamentare all’inaugurazione della tre giorni: “135 relatori, 2200 delegati e più di 150 volontari”, fanno sapere da Fdi. E una grande tensostruttura che ha sollevato più di un dubbio tra le opposizioni locali.Loading…Attesa per la candidatura di Meloni alle europee La kermesse si concluderà con l’annuncio della candidatura di Giorgia Meloni alle europee. Lei finora non ha sciolto la riserva ma nel discorso conclusivo della kermesse farà sapere la sua decisione. Qui nessuno scommetterebbe il contrario, anche se le valutazioni sarebbero ancora in corso. «Avrebbe la conferma della fiducia degli italiani» dice il ministro Francesco Lollobrigida. E indicherebbe, sottolinea anche il capogruppo al Senato Lucio Malan, «l’importanza che diamo a queste elezioni». Certo, lei non opterebbe per il seggio all’Eurocamera, diversamente dai parlamentari che dovessero correre che invece, almeno nei ragionamenti che si fanno in queste ore, dovrebbero lasciare lo scranno a Roma per quello europeo se eletti (c’è ad esempio Maddalena Morgante che ha già annunciato la candidatura nel nord est, ma si starebbe ancora riflettendo anche su Salvatore Deidda nelle isole, o su Manlio Messina al Sud che sarebbe però più orientato al no).I primi interventiNell’attesa della premier, che è anche presidente di Fdi e dei conservatori europei di Ecr, si alternano Gennaro Sangiuliano e Guido Crosetto, Ciriani appunto che respinge, all’indomani delle polemiche sul 25 aprile, le «lezioni di chi alimenta odio o divisioni» o le accuse di “censura”, anche perché il partito, sottolinea, «i conti con il passato li ha già fatti mille volte, una volta per sempre». Poi arriva Mantovano a metterci il carico: «Il fascismo demonologico era un’arma di esclusione di massa, si traduceva nella moltiplicazione di etichette attaccate a una persona o a un gruppo culturale, e l’arbitro esclusivo era il Pci. Nelle scorse ore abbiamo assistito a un remake dell’operazione etichettatura» che ora si può riproporre con «sovranista, populista o giocando con la categoria stato di diritto».Mantovano sottolinea che «il vero stato di diritto è quello che vede l’Europa al servizio dei popoli e non gli Stati che rappresentano quei popoli al servizio dei burocrati e dei giudici». E, ricordando i Trattati fondativi della Ue che prevedono che l’unione si occupi solo delle materie che le vengono affidate dagli Stati proprio attraverso i trattati, va all’attacco della decisione del Pe di qualche settimana fa di chiedere che l’aborto sia aggiunto alla Carta dei diritti fondamentali della Ue. «Confido che il nuovo Parlamento che andremo a eleggere non scriva più pagine simili non solo per il contenuto ma perché completamente fuori dal perimetro» ha detto dal palco. LEGGI TUTTO

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    Autonomia, ecco come si è risolto il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSull’Autonomia differenziata si registra uno strappo istituzionale tra i partiti che potrebbe ripercuotersi su altri provvedimenti e in generale sui lavori parlamentari. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha tentato una mediazione ma in Commissione Affari costituzionali il centrodestra ha proceduto a ripetere la votazione di un emendamento già votato mercoledì ma il cui esito non era stato proclamato, creando caos e contestazioni tra le opposizioni.La battaglia procedurale in Commissione Affari costituzionali La Commissione era stata convocata nella tarda mattinata di venerdì 26 aprile per ripetere immediatamente la votazione contestata. Ma è iniziata una battaglia procedurale per impedire questo passaggio e bloccare quindi l’approvazione del disegno di legge che, nelle intenzioni del centrodestra, dovrebbe avvenire nelle prossime ore per portare il testo in Aula lunedì. Il presidente della Camera, interpellato mercoledì dal presidente della Commissione Nazario Pagano, ha scritto una lettera che demanda allo stesso Pagano la responsabilità della regolarità delle votazioni. Tuttavia, ha indicato alcuni criteri generali per il futuro che in parte collidono con quanto accaduto mercoledì: infatti l’eventuale controprova e ripetizione di una votazione andrebbe effettuata immediatamente, e non dopo due giorni, come accaduto.Loading…La convocazione della capigruppoA questo punto, dall’opposizione hanno chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo per chiarimenti. Richiesta accettata da Fontana che ha anche disposto il raddoppio dei tempi di discussione in Aula del ddl Calderoli, come ulteriore elemento a tutela delle minoranze. Queste ultime avevano quindi chiesto di accantonare la votazione dell’emendamento contestato in attesa di Fontana e della capigruppo, e di procedere sulle altre proposte di modifica. La maggioranza e il presidente Pagano hanno invece preferito andare avanti con la votazione contestata: «è uno schiaffo al presidente Fontana» ha detto Carmela Auriemma di M5s. Le opposizioni hanno intrapreso un serrato ostruzionismo, che in giornata- ha consentito di votare solo una trentina di emendamenti, sui 2000 complessivi.Schlein: «Non c’è rispetto del parlamento»Tutte le minoranze hanno contestato la ripetizione del voto: da Iv (Maria Elena Boschi), a M5s (Alfonso COlucci), da Avs (FIliberto Zaratti) al Pd (Simona Bonafè, Marco Sarracino, Piero De Luca, Gianni Cuperlo e Andrea Casu). Si è giunti anche a momenti concitati con Pagano che ha espulso Pasqualino Penza di M5s, poi fatto rientrare. Le opposizioni hanno tutte parlato di “strappo istituzionale” che si ripercuoterà sui futuri provvedimenti. «Non c’è rispetto del Parlamento – ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein -. Stanno imponendo una vera e propria dittatura della maggioranza che non riconosce neanche più il ruolo delle istituzioni democratiche. Altro che patrioti, qui siamo al mercato». Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, in attesa della capigruppo con Fontana ha detto che «la questione sarà risolta» anche se l’approdo in aula del provvedimento potrebbe «scivolare di qualche giorno». LEGGI TUTTO

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    Lega, Vannacci capolista in Italia centrale alle Europee

    Chiusi alle 16 i termini per presentare i simboli. Il primo ad arrivare ieri è stato quello di ‘Libertà’ di Cateno De Luca, oggi è stato appeso in bacheca il simbolo di Forza Italia, Berlusconi Presidente con ‘Noi moderati’. Tra gli ultimi quello del Pd, Schlein: ‘È stato proposto di inserire il mio nome nel logo, una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno’

    I SIMBOLI PER LE EUROPEE 

    Sono scaduti oggi alle 16 i termini per depositare i simboli dei partiti che intendono presentarsi alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. In totale ne sono stati registrati 42, ma non tutti supereranno il vaglio degli uffici elettorali e molti di questi si ritroveranno nella bacheca dei “ricusati”. Tra gli ultimi ad arrivare il simbolo del Pd

    IL PRIMO SIMBOLO DEPOSITATO

    Per le liste dei candidati il termine è il primo maggio. Il primo simbolo depositato alle 8 di mattina di domenica è stato quello della Lista di Cateno De Luca “Libertà” portato al Viminale dalla ex sottosegretaria M5S ora rappresentante di “Sud chiama Nord” Laura Castelli LEGGI TUTTO

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    Al via la kermesse di FdI a Pescara. Mantovano: “Ue non si occupi di aborto”

    Si è aperta la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, kermesse di tre giorni che culminerà domenica 28 aprile, quando – nonostante non ci siano ancora conferme – ci si attende che la premier Giorgia Meloni annunci la sua candidatura alle elezioni europee. Molti i ministri e i rappresentanti di FdI presenti all’evento, a partire da quelli di oggi: Ciriani, Sangiuliano, Crosetto, Calderone e Lollobrigida. Diversi i temi affrontati, dalla politica a riflessioni più ampie, come quella sull’aborto del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano: “Capita che ci siano provvedimenti europei in contrasto” coi Trattati “ad esempio inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Unione europea. Confido che il nuovo Parlamento che andremo a eleggere non scriva più pagine simili non solo per il contenuto ma perché completamente fuori dal perimetro” dell’Ue. Poi la cronaca: il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani ha respinto, all’indomani delle polemiche sul 25 aprile e sul caso Scurati, le “lezioni di chi alimenta odio o divisioni” o le accuse di “censura”, anche perché FdI “i conti con il passato li ha già fatti mille volte, una volta per sempre”. 

    Meloni alle europee

    La probabile (e attesa) candidatura di Meloni per le europee del 24 e del 25 giugno è già da oggi uno dei temi più chiacchierati a Pescara. “Giorgia Meloni è la leader del nostro partito nonché la prima donna che è riuscita a permettere alla nostra Nazione di modernizzarsi, dimostrandone il valore. Avere una donna, spero, come lei alla guida della nostra lista in tutta Italia permetterà anche di confermare la grande fiducia che gli italiani hanno in lei”, ha detto ad esempio il ministro delle Politiche agricole e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, a margine della conferenza programmatica. Più vago il responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli: “Al deposito delle liste mancano ormai poche ore, poi ufficialmente partirà la campagna elettorale. Se Giorgia Meloni si candiderà? Noi siamo tutti curiosi, stiamo tutti aspettando con interesse quello che deciderà, ma non lo sappiamo ancora”.
    Mantovano: “Fascismo arma di esclusione come sovranismo”
    Oltre che di aborto, anche di fascismo ha parlato Mantovano, respingendo le accuse in tal senso a FdI: “Il fascismo demonologico era un’arma di esclusione di massa, si traduceva nella moltiplicazione di etichette attaccate a una persona o a un gruppo culturale, e l’arbitro esclusivo era il Pci. Nelle scorse ore abbiamo assistito a un remake dell’operazione etichettatura”. Per Mantovano “questa dinamica di etichettatura può riproporsi con i termini sovranista e populista e giocando sulla categoria stato di diritto: un automatismo analogo per cui sei sovranista o populista, non hai titolo neanche per partecipare al consesso europeo”.
    Ciriani: “Premierato pronto, speriamo in Aula dal 6 maggio”
    In tema riforme, Ciriani ha annunciato che il testo sul premierato “è pronto” e che si spera di arrivare in Aula già il 6 maggio. In Senato martedì prossimo “ci sarà la capigruppo per calendarizzare l’approvazione in prima lettura” del testo di legge.
    Lollobrigida: “Sovranità alimentare in Costituzione”
    Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha annunciato che il governo chiederà di inserire “la sovranità alimentare” nell’articolo 32 della Costituzione. Questo il nuovo passaggio: “La Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine persegue il principio della sovranità alimentare e tutela i prodotti simbolo dell’Identità nazionale, un dovere non della destra, non della sinistra, ma di tutti gli italiani”. LEGGI TUTTO

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    Meloni: “Papa Francesco parteciperà alla sessione del G7 sull’Intelligenza Artificiale”

    Il sorpasso emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24. Fdi rimane il primo partito italiano con oltre il 27%, ma marzo ha visto la crescita di Fi (+1,3%): diventa la seconda forza della coalizione piazzandosi, col 7,9%, davanti a una Lega in flessione (7,5%). Stabili Pd e M5S. Si parla anche di Europa: il 52% degli italiani preferirebbe Draghi a Von der Leyen in Commissione. Per il 71% le decisioni prese in Ue incidono molto o abbastanza sulla vita quotidiana LEGGI TUTTO