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    Salvini blinda Zaia sul terzo mandato: «Squadra che vince non si cambia»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaÈ un messaggio perentorio – “via il vincolo del terzo mandato” – quello che la Lega ha mandato al Governo da Palazzo Balbi, sede della presidenza della Regione Veneto. Perchè, continua a ripetere Luca Zaia (al momento non ricandidabile in base alla legge nazionale) la questione del terzo mandato «è un’anomalia tutta nostra». E il governatore del Veneto ha voluto puntualizzare: «Non sto facendo alcuna battaglia sul terzo mandato. Ma con lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei. Darei una risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo».Intanto Salvini blinda Zaia. Nel pomeriggio di giovedì 16 gennaio si è svolta una riunione del Consiglio federale della Lega. L’incontro, che è durato circa due ore, si è tenuto a Roma e a distanza via Zoom. Presente il segretario Matteo Salvini e, fra gli altri, i suoi vice Claudio Durigon, Alberto Stefani e Davide Crippa e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e quello delle Autonomie, Roberto Calderoli. «Totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l’intero consiglio federale. Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale. Per la Lega, squadra che vince non si cambia», si legge in una nota del partito divulgata al termine dell’incontro.Loading…Diverso lo schieramento politico ma identica l’ambizione del governatore della Campania Vincenzo De Luca, anche lui intenzionato a correre per un terzo mandato malgrado il mancato appoggio del suo partito (il Pd) a una sua ricandidaturaLa legge nazionale del 2004 con il tetto dei due mandatiNel 2004, quando, con il governo di centrodestra, ci fu l’approvazione della legge sull’elezione dei presidenti di regione, si decise di copiare direttamente la normativa che regolava l’elezione diretta del sindaco. E questa prevedeva il tetto dei due mandati. Tutti, all’epoca furono d’accordo. In questo modo si scrisse ’un principio secco’, non generico, che è di fatto auto-applicativo. Cioè entra in vigore dal 2004 per tutte le Regioni ordinarie che prevedano l’elezione diretta, ossia tutte, visto che nessuna ha fatto una scelta diversa in deroga. E il principio è stato ritenuto talmente valido che è stato persino inserito nella proposta di riforma del Premierato. Anche se in Veneto nel 2012 la prima giunta guidata da Luca Zaia ha approvato una legge elettorale regionale che, inserendo il limite dei due mandati, con una norma transitoria ha previsto che tale limite si applicasse esclusivamente agli incarichi ricoperti dopo l’approvazione della legge stessa. Ecco perché nel 2020 Zaia si è potuto ricandidare in Veneto (dove la prossima tornata elettorale è prevista a fine anno) per un terzo mandato.Il ricorso del governo contro la legge campanaUna strada simile è stata intrapresa dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che vorrebbe ricandidarsi di nuovo, alla luce della recente normativa regionale in base alla quale la conta dei due mandati comincia da quando la Regione recepisce la legge nazionale. Ma questa storia del “recepimento”, anche a detta di molti costituzionalisti, non reggerebbe visto che il principio essendo secco è entrato immediatamente in vigore senza che si debba recepire e il divieto di un terzo mandato consecutivo è direttamente auto applicativo. Il Governo ha così presentato ricorso contro la legge regionale della Campania confidando in una sentenza favorevole della Corte Costituzionale. LEGGI TUTTO

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    Nuova tessera Psi dedicata a Bettino Craxi, Maraio: “Riportarlo a sinistra”

    “Oggi, a venticinque anni dalla scomparsa di Craxi, è maturo il tempo per una nuova stagione. La sinistra socialista e riformista e quella che proviene dal vecchio Pci, quella che ha scelto la via delle libertà e che ha animato le esperienze più significative nell’ultimo trentennio, hanno il dovere di trovare una nuova sintesi, un rinnovato slancio, un percorso di futuro”. Il segretario del Psi, Enzo Maraio, ha scelto di ricordare il passato, la migliore stagione del socialismo riformista, ma soprattutto di proiettarlo nel futuro lanciando da Montecitorio un chiaro messaggio al Pd di Elly Schlein, “che non ha il retaggio ideologico del vecchio Pci”, perché oggi si apra una nuova fase a Sinistra. “Serve – ha chiarito in conferenza stampa – perché solo una sinistra di governo, plurale e garantista, capace di parlare al mondo cattolico e di alzare la bandiera dei diritti civili e sociali, può battere il peggiore Governo delle destre”. 
    La figura di Craxi nella politica
    La presentazione della nuova tessere del Psi, quest’anno dedicata a Bettino Craxi (1934-2000) nel 25esimo anniversario della sua scomparsa ha fornito un’altra occasione per una riflessione approfondita sulla lezione consegnata alla politica e alla storia dallo storico segretario del Psi, il leader da alcuni tuttora definito “l’ultimo vero politico” italiano. Presente in sala buona parte del ‘quartier generale’ di quella stagione politica – dall’ex ministro e braccio destro di Craxi, Claudio Martelli, all’esponente storico della sinistra lombardiana ed ex ministro Claudio Signorile – insieme a diversi simpatizzanti ed esponenti di quella che oggi ama definirsi la “comunita’ socialista” – e Bobo Craxi, figlio del leader, che ha voluto raggiungere i compagni in sala non solo per i saluti del caso ma anche per i ringraziamenti. Un folto parterre, insomma, che ha applaudito convinto al messaggio lanciato da Maraio: “E’ giunto il momento di avviare quella pacificazione a sinistra”, attesa da tempo. “Sara’ un percorso complicato – ha aggiunto – ma bisogna iniziare seriamente e la nostra generazione ha questo dovere”. Oggi “è il tempo della costruzione”, o meglio, della ricostruzione che – lascia intendere Maraio – è possibile e fattibile solo liberandosi da “partigianerie e letture strumentali” e avviando un dibattito serio “per chiudere la stagione dell’odio e delle contrapposizioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda Claudio Signorile, uno dei protagonisti della ‘svolta’ che porto’ Bettino ai vertici del Psi e del governo, secondo cui senza recuperare la lezione di Craxi e il valore aggregante del socialismo, “la Sinistra resterà confusa, incerta e divisa”. 

    Maraio: riportare Craxi a sinistra
    “Credo oggi (Craxi) possa essere protagonista di una nuova fase e anche oggetto di una nuova riconsiderazione. Ripeto, come leader non soltanto socialista, ma della sinistra socialista e anche di tutti il panorama politico della sinistra italiana”, ha incalzato Signorile. E ancora, “ci auguriamo che da parte del Partito Democratico e anche da altri compagni del centro-sinistra ci sia la stessa disponibilità su temi, proposte e prospettive per rivedere insieme le fasi storiche e rileggere in particolare quella di Bettino Craxi”, ha aggiunto parlando in particolare a “quella sinistra” che “non ha un retaggio comunista non avendolo vissuto in prima persona”. “Penso davvero che insieme possiamo avviare un ragionamento che ricomponga storicamente quella frattura” senza preconcetti e paure perché, ha proseguito, “non chiediamo al partito democratico il regalo di una allocuzione: noi intendiamo riproporre alla politica italiana i valori e le costruzioni e la forza aggregante del socialismo come grande forza che ha attraversato la storia dell’Europa occidentale”. 
    Martelli: operazione truffaldina collocare Craxi a destra
    Mentre nel suo intervento Maraio ha esplicitamente chiesto di “riportare” la figura di Craxi nel Pantheon della Sinistra, culla delle idee e della storia del leader, Martelli puntualizza: “non userei l’espressione ‘riportare Craxi a sinistra’ ma capisco e ne condivido il senso che è quello di non appoggiare l’operazione truffaldina che è quella di ricollocarlo nel centro-destra”. Ricordando la grande storia di Bettino e i valori socialisti – in primis la distanza rispetto al populismo e al giustizialismo – Martelli evidenzia come l’attualità politica (a partire dal dibattito sulla separazione delle carriere) offra numerosi “spunti” per capire se la Sinistra è veramente maturata. Le riforme insomma, dovrebbero essere a suo avviso un terreno di unione tra le forze della Sinistra. “Il giustizialismo è insopportabile”, ha tagliato corto l’ex ministro. E poi, pur senza voler giudicare il governo attuale “riconosco che (Meloni) ha fatto anche cose buone – ha affermato – e l’opposizione sbaglia quando si oppone a tutto perché così facendo perde credibilità e influenza: la capacità di distinguere, assieme allo spirito critico e costruttivo è frutto della nostra cultura e della nostra sensibilità (quella riformista)”. “Quando è venuto meno il socialismo, la sinistra tutta è venuta meno…”. E tornando sul tema dell’unità’ a Sinistra, “ci deve essere un terreno sul quale siamo e resteremo uniti: questo terreno deve essere futuro perché non c’é niente di più attuale del messaggio di libertà per tutti che il Socialismo ha storicamente veicolato”. LEGGI TUTTO

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    Terzo mandato per il presidente di Regione, cosa prevede la legge?

    Introduzione
    È un dibattito tutto aperto quello sulla possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione, con la Lega che schiera in prima linea il governatore del Veneto Luca Zaia (al momento non ricandidabile) secondo cui la questione “è un’anomalia tutta nostra” ed “è stucchevole che la lezione venga da bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento”.

    Non è questa però la lettura di Fratelli d’Italia, che forte degli ultimi successi elettorali vorrebbe rivendicare per sé la poltrona di Palazzo Balbi: “Spiace che il presidente Zaia abbia personalizzato il tema del terzo mandato – osserva il senatore Luca De Carlo, possibile candidato di FdI – La norma che lo disciplina, il terzo mandato, esiste da tempo e non riguarda singoli casi specifici. Non è mai una buona idea adeguare le leggi alle esigenze contingenti”.

    E se la corsa alla guida della Regione Veneto è tutta da scrivere, nel quadro si inserisce anche il ricorso di Palazzo Chigi contro la legge in Campania che chiede il terzo mandato per Vincenzo De Luca. Ma cosa dice la legge in proposito? LEGGI TUTTO

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    Il Senato approva il ddl contro la sottrazione dei minori

    Via libera del Senato, con 89 voti favorevoli e 55 astenuti, al disegno di legge che prevede una nuova disciplina in materia di sottrazione o trattenimento anche all’estero di persone minori o incapaci. Il provvedimento mira ad assicurare una tutela penale più efficace al minorenne o all’infermo di mente che vengano sottratti al genitore affidatario, al tutore, al curatore o a chi ne abbia la vigilanza o la custodia, collocando il reato nell’ambito dei delitti contro la libertà personale e consentendo alle Forze dell’Ordine l’esercizio di poteri più incisivi nella repressione di reati considerati particolarmente riprovevoli e di allarme sociale (si pensi, ad esempio, al genitore straniero non affidatario che porta il minore all’estero, negando all’altro finanche la possibilità di visita). 
    Favorevoli al disegno di legge, proposto dalla Lega, prima firmataria Erika Stefani, la maggioranza di centrodestra, astenute le opposizioni. Il testo passa ora all’esame della Camera. LEGGI TUTTO

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    Decreto Giustizia, nel testo Commissario carceri e braccialetto elettronico. Cosa prevede

    Introduzione
    Il Decreto Giustizia, approvato dal Senato in prima lettura e atteso ora alla Camera, contiene varie misure per quanto riguarda l’organizzazione del sistema giudiziario. Le elezioni dei Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione – per esempio – vengono rinviate ad aprile (erano previste nel 2024). Si introduce poi un limite al conferimento di nuovi incarichi direttivi o semidirettivi e si completa la normativa relativa al Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. Infine, il documento introduce anche ulteriori informazioni sui fondi destinati alla costruzione di nuove carceri. LEGGI TUTTO

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    Scudo penale per agenti delle forze dell’ordine, cosa significa e come potrebbe funzionare

    Introduzione
    All’interno della maggioranza è aperta la discussione sull’iter del Ddl sicurezza: la strada sembra quella di una terza lettura il più veloce possibile per accogliere le osservazioni del Quirinale e approvare il provvedimento possibilmente entro due mesi. Le cinque segnalazioni arrivate dal Colle sul disegno di legge in questione avrebbero convinto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad aprire ad alcune modifiche parlamentari (e dunque ad una terza lettura alla Camera), ma la Lega non è d’accordo: “Prima va approvato il Ddl sicurezza, poi si fanno altri passi”, dice il partito di Matteo Salvini. Intrecciato a questo primo nodo, ufficialmente ancora non sciolto, c’è quindi il tema della nuova norma per le maggiori tutele legali per le forze dell’ordine: sembra poco praticabile la strada di un emendamento al Ddl sicurezza (allungherebbe di troppo i tempi), resta quella di un decreto o – più quotato – un altro ddl che abbia una corsia preferenziale. Ma di cosa si parla quando viene nominato il cosiddetto scudo penale? LEGGI TUTTO

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    Compleanno Meloni ad Abu Dhabi, Rama si inginocchia e le regala un foulard. VIDEO

    Siparietto all’ingresso del World summit sull’energia ad Abu Dhabi, con il leader dell’Albania che ha consegnato il suo regalo di compleanno alla premier italiana. “La devi smettere con questa storia…”, la risposta divertita del presidente del Consiglio

    In ginocchio e con un foulard in regalo: con questo siparietto il primo ministro dell’Albania Edi Rama ha omaggiato la premier Giorgia Meloni salutandola al suo arrivo alla Sustainability Week di Abu Dhabi, nel giorno del suo quarantottesimo compleanno. “La devi smettere con questa storia”, ha sorriso Meloni prima di abbracciare il leader albanese che più volte ha parlato di lei chiamandola “sorella”. Rama ha spiegato che il foulard è stato realizzato da un produttore italiano che si è trasferito in Albania diventando cittadino albanese. Poi glielo ha posato sulla testa, ricevendo un ringraziamento dalla premier che lo ha abbracciato. LEGGI TUTTO

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    Meloni da Abu Dhabi: “La transizione energetica è una sfida storica”

    “La transizione energetica è una sfida storica”. Così Giorgia Meloni, ad Abu Dhabi, al World Future Energy Summit. La premier nel suo intervento si è concentrata sulla strategicità delle interconnessioni per la transizione energetica: “Svilupparle sarà la pietra miliare”, dice. “Se vogliamo fare una transizione energetica concreta e sostenibile, dobbiamo assicurarci che sia realizzata con infrastrutture adeguate. Sono sicura che sviluppare le interconnessioni può essere la chiave di una nuova diplomazia energetica per moltiplicare le opportunità di cooperazione fra noi, e generare benefici condivisi fra tutti. Con questo approccio l’Italia vuole diventare un hub strategico per i flussi energia fra Europa e Africa”, ha detto la premier.

    Il ruolo dell’Italia e l’accordo con l’Albania

    Meloni si è detta poi molto soddisfatta per l’accordo energetico raggiunto con l’Albania: si tratta di una infrastruttura per la produzione e il trasporto di energia rinnovabile, da Tirana all’Italia. L’intesa è stata firmata in mattinata – anche con gli Emirati Arabi Uniti – proprio a margine del summit. “Personalmente sono molto orgogliosa di questo accordo”, ha detto Meloni. Per la premier “l’iniziativa mostra tangibilmente come nuove forme di cooperazione possono essere costruite anche fra partner che possono sembrare lontani, almeno geograficamente”. “Un ambizioso progetto fra le due coste dell’Adriatico”, lo ha definito Meloni, “nuova interconnessione energetica, per produrre energia verde in Albania e esportarne parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino nell’Adriatico. Un progetto che coinvolge i nostri tre governi, come i nostri settori privati e i nostri operatori della rete”.  Sul tema si è espresso anche il primo ministro albanese Edi Rama, che ha spiegato: “Il valore dell’infrastruttura va verso un miliardo di euro. Sarà operativa al massimo in tre anni”. Il ministro Pichetto Fratin ha sottolineato, commentando l’intesa: il partenariato strategico tripartito “aumenterà ulteriormente il ruolo dell’Italia come hub energetico e rinnovabile nel Mediterraneo”. E “dimostra che il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici fissati a Dubai durante la COP28 è possibile solo attraverso il coordinamento globale e la cooperazione in materia di energia verde”.
    Cosa prevede l’intesa
    In una nota diffusa dopo la firma dell’accordo, si legge che il partenariato strategico “segna un passo significativo verso il rafforzamento della sicurezza energetica, la promozione dello sviluppo sostenibile e l’accelerazione della transizione verso l’energia pulita nella regione del Mediterraneo. Delinea le aree chiave di cooperazione tra Emirati Arabi Uniti, Italia e Albania, inclusa la realizzazione di progetti di energia rinnovabile su scala gigawatt in Albania, concentrandosi su soluzioni solari fotovoltaiche, eoliche e ibride con potenziale accumulo di batterie. Una parte significativa di questa energia rinnovabile verrà trasmessa all’Italia. 
Inoltre, la partnership supervisionerà l’implementazione di un’interconnessione transfrontaliera per la trasmissione di energia elettrica che collegherà l’Albania e l’Italia”.
    “Su transizione energetica la realtà chiede pragmatismo”
    Sulla transizione energetica “dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo richiede”, ha aggiunto Meloni nel suo intervento. “Non riusciremo a triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile nel 2030, né – ha rimarcato – a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o ad accantonare, per ragioni ideologiche, soluzioni che potrebbero invece contribuire a costruire una valida alternativa ai combustibili fossili”. “Le stime – ha aggiunto Meloni – dicono che la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e il Pil globale raddoppierà nel decennio successivo. Ciò farà inesorabilmente aumentare la domanda di energia, non ultimo a causa delle crescenti esigenze derivanti dallo sviluppo dell’Intelligenza artificiale generativa”.  LEGGI TUTTO