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    A Pescara la kermesse di Fdi, Meloni a un passo dalla candidatura

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaBasta con le accuse. Di non avere tagliato davvero i ponti con il fascismo. Di essere sovranisti o populisti come se fosse una iattura: sul palco vista mare di Pescara va in scena l’orgoglio di Fratelli d’Italia e a lanciare l’affondo sono due tra gli esponenti più schivi del governo, Luca Ciriani e Alfredo Mantovano. Dall’aborto alla censura, passando per le “etichette” che puntano a “escludere” una parte politica, soprattutto il sottosegretario alla presidenza traccia le linee identitarie del partito che si appresta almeno a triplicare la compagine a Strasburgo al voto dell’8 e 9 giugno.I numeriA pochi giorni dalla consegna delle liste, sono le candidature, più che il programma che viene raccontato nelle tre sale allestite sul lungomare nel centro della città adriatica, a tenere banco nei capannelli. Ci sono già diversi ministri, sottosegretari e una fitta pattuglia parlamentare all’inaugurazione della tre giorni: “135 relatori, 2200 delegati e più di 150 volontari”, fanno sapere da Fdi. E una grande tensostruttura che ha sollevato più di un dubbio tra le opposizioni locali.Loading…Attesa per la candidatura di Meloni alle europee La kermesse si concluderà con l’annuncio della candidatura di Giorgia Meloni alle europee. Lei finora non ha sciolto la riserva ma nel discorso conclusivo della kermesse farà sapere la sua decisione. Qui nessuno scommetterebbe il contrario, anche se le valutazioni sarebbero ancora in corso. «Avrebbe la conferma della fiducia degli italiani» dice il ministro Francesco Lollobrigida. E indicherebbe, sottolinea anche il capogruppo al Senato Lucio Malan, «l’importanza che diamo a queste elezioni». Certo, lei non opterebbe per il seggio all’Eurocamera, diversamente dai parlamentari che dovessero correre che invece, almeno nei ragionamenti che si fanno in queste ore, dovrebbero lasciare lo scranno a Roma per quello europeo se eletti (c’è ad esempio Maddalena Morgante che ha già annunciato la candidatura nel nord est, ma si starebbe ancora riflettendo anche su Salvatore Deidda nelle isole, o su Manlio Messina al Sud che sarebbe però più orientato al no).I primi interventiNell’attesa della premier, che è anche presidente di Fdi e dei conservatori europei di Ecr, si alternano Gennaro Sangiuliano e Guido Crosetto, Ciriani appunto che respinge, all’indomani delle polemiche sul 25 aprile, le «lezioni di chi alimenta odio o divisioni» o le accuse di “censura”, anche perché il partito, sottolinea, «i conti con il passato li ha già fatti mille volte, una volta per sempre». Poi arriva Mantovano a metterci il carico: «Il fascismo demonologico era un’arma di esclusione di massa, si traduceva nella moltiplicazione di etichette attaccate a una persona o a un gruppo culturale, e l’arbitro esclusivo era il Pci. Nelle scorse ore abbiamo assistito a un remake dell’operazione etichettatura» che ora si può riproporre con «sovranista, populista o giocando con la categoria stato di diritto».Mantovano sottolinea che «il vero stato di diritto è quello che vede l’Europa al servizio dei popoli e non gli Stati che rappresentano quei popoli al servizio dei burocrati e dei giudici». E, ricordando i Trattati fondativi della Ue che prevedono che l’unione si occupi solo delle materie che le vengono affidate dagli Stati proprio attraverso i trattati, va all’attacco della decisione del Pe di qualche settimana fa di chiedere che l’aborto sia aggiunto alla Carta dei diritti fondamentali della Ue. «Confido che il nuovo Parlamento che andremo a eleggere non scriva più pagine simili non solo per il contenuto ma perché completamente fuori dal perimetro» ha detto dal palco. LEGGI TUTTO

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    Autonomia, ecco come si è risolto il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSull’Autonomia differenziata si registra uno strappo istituzionale tra i partiti che potrebbe ripercuotersi su altri provvedimenti e in generale sui lavori parlamentari. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha tentato una mediazione ma in Commissione Affari costituzionali il centrodestra ha proceduto a ripetere la votazione di un emendamento già votato mercoledì ma il cui esito non era stato proclamato, creando caos e contestazioni tra le opposizioni.La battaglia procedurale in Commissione Affari costituzionali La Commissione era stata convocata nella tarda mattinata di venerdì 26 aprile per ripetere immediatamente la votazione contestata. Ma è iniziata una battaglia procedurale per impedire questo passaggio e bloccare quindi l’approvazione del disegno di legge che, nelle intenzioni del centrodestra, dovrebbe avvenire nelle prossime ore per portare il testo in Aula lunedì. Il presidente della Camera, interpellato mercoledì dal presidente della Commissione Nazario Pagano, ha scritto una lettera che demanda allo stesso Pagano la responsabilità della regolarità delle votazioni. Tuttavia, ha indicato alcuni criteri generali per il futuro che in parte collidono con quanto accaduto mercoledì: infatti l’eventuale controprova e ripetizione di una votazione andrebbe effettuata immediatamente, e non dopo due giorni, come accaduto.Loading…La convocazione della capigruppoA questo punto, dall’opposizione hanno chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo per chiarimenti. Richiesta accettata da Fontana che ha anche disposto il raddoppio dei tempi di discussione in Aula del ddl Calderoli, come ulteriore elemento a tutela delle minoranze. Queste ultime avevano quindi chiesto di accantonare la votazione dell’emendamento contestato in attesa di Fontana e della capigruppo, e di procedere sulle altre proposte di modifica. La maggioranza e il presidente Pagano hanno invece preferito andare avanti con la votazione contestata: «è uno schiaffo al presidente Fontana» ha detto Carmela Auriemma di M5s. Le opposizioni hanno intrapreso un serrato ostruzionismo, che in giornata- ha consentito di votare solo una trentina di emendamenti, sui 2000 complessivi.Schlein: «Non c’è rispetto del parlamento»Tutte le minoranze hanno contestato la ripetizione del voto: da Iv (Maria Elena Boschi), a M5s (Alfonso COlucci), da Avs (FIliberto Zaratti) al Pd (Simona Bonafè, Marco Sarracino, Piero De Luca, Gianni Cuperlo e Andrea Casu). Si è giunti anche a momenti concitati con Pagano che ha espulso Pasqualino Penza di M5s, poi fatto rientrare. Le opposizioni hanno tutte parlato di “strappo istituzionale” che si ripercuoterà sui futuri provvedimenti. «Non c’è rispetto del Parlamento – ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein -. Stanno imponendo una vera e propria dittatura della maggioranza che non riconosce neanche più il ruolo delle istituzioni democratiche. Altro che patrioti, qui siamo al mercato». Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, in attesa della capigruppo con Fontana ha detto che «la questione sarà risolta» anche se l’approdo in aula del provvedimento potrebbe «scivolare di qualche giorno». LEGGI TUTTO

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    Lega, Vannacci capolista in Italia centrale alle Europee

    Chiusi alle 16 i termini per presentare i simboli. Il primo ad arrivare ieri è stato quello di ‘Libertà’ di Cateno De Luca, oggi è stato appeso in bacheca il simbolo di Forza Italia, Berlusconi Presidente con ‘Noi moderati’. Tra gli ultimi quello del Pd, Schlein: ‘È stato proposto di inserire il mio nome nel logo, una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno’

    I SIMBOLI PER LE EUROPEE 

    Sono scaduti oggi alle 16 i termini per depositare i simboli dei partiti che intendono presentarsi alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. In totale ne sono stati registrati 42, ma non tutti supereranno il vaglio degli uffici elettorali e molti di questi si ritroveranno nella bacheca dei “ricusati”. Tra gli ultimi ad arrivare il simbolo del Pd

    IL PRIMO SIMBOLO DEPOSITATO

    Per le liste dei candidati il termine è il primo maggio. Il primo simbolo depositato alle 8 di mattina di domenica è stato quello della Lista di Cateno De Luca “Libertà” portato al Viminale dalla ex sottosegretaria M5S ora rappresentante di “Sud chiama Nord” Laura Castelli LEGGI TUTTO

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    Al via la kermesse di FdI a Pescara. Mantovano: “Ue non si occupi di aborto”

    Si è aperta la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, kermesse di tre giorni che culminerà domenica 28 aprile, quando – nonostante non ci siano ancora conferme – ci si attende che la premier Giorgia Meloni annunci la sua candidatura alle elezioni europee. Molti i ministri e i rappresentanti di FdI presenti all’evento, a partire da quelli di oggi: Ciriani, Sangiuliano, Crosetto, Calderone e Lollobrigida. Diversi i temi affrontati, dalla politica a riflessioni più ampie, come quella sull’aborto del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano: “Capita che ci siano provvedimenti europei in contrasto” coi Trattati “ad esempio inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Unione europea. Confido che il nuovo Parlamento che andremo a eleggere non scriva più pagine simili non solo per il contenuto ma perché completamente fuori dal perimetro” dell’Ue. Poi la cronaca: il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani ha respinto, all’indomani delle polemiche sul 25 aprile e sul caso Scurati, le “lezioni di chi alimenta odio o divisioni” o le accuse di “censura”, anche perché FdI “i conti con il passato li ha già fatti mille volte, una volta per sempre”. 

    Meloni alle europee

    La probabile (e attesa) candidatura di Meloni per le europee del 24 e del 25 giugno è già da oggi uno dei temi più chiacchierati a Pescara. “Giorgia Meloni è la leader del nostro partito nonché la prima donna che è riuscita a permettere alla nostra Nazione di modernizzarsi, dimostrandone il valore. Avere una donna, spero, come lei alla guida della nostra lista in tutta Italia permetterà anche di confermare la grande fiducia che gli italiani hanno in lei”, ha detto ad esempio il ministro delle Politiche agricole e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, a margine della conferenza programmatica. Più vago il responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli: “Al deposito delle liste mancano ormai poche ore, poi ufficialmente partirà la campagna elettorale. Se Giorgia Meloni si candiderà? Noi siamo tutti curiosi, stiamo tutti aspettando con interesse quello che deciderà, ma non lo sappiamo ancora”.
    Mantovano: “Fascismo arma di esclusione come sovranismo”
    Oltre che di aborto, anche di fascismo ha parlato Mantovano, respingendo le accuse in tal senso a FdI: “Il fascismo demonologico era un’arma di esclusione di massa, si traduceva nella moltiplicazione di etichette attaccate a una persona o a un gruppo culturale, e l’arbitro esclusivo era il Pci. Nelle scorse ore abbiamo assistito a un remake dell’operazione etichettatura”. Per Mantovano “questa dinamica di etichettatura può riproporsi con i termini sovranista e populista e giocando sulla categoria stato di diritto: un automatismo analogo per cui sei sovranista o populista, non hai titolo neanche per partecipare al consesso europeo”.
    Ciriani: “Premierato pronto, speriamo in Aula dal 6 maggio”
    In tema riforme, Ciriani ha annunciato che il testo sul premierato “è pronto” e che si spera di arrivare in Aula già il 6 maggio. In Senato martedì prossimo “ci sarà la capigruppo per calendarizzare l’approvazione in prima lettura” del testo di legge.
    Lollobrigida: “Sovranità alimentare in Costituzione”
    Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha annunciato che il governo chiederà di inserire “la sovranità alimentare” nell’articolo 32 della Costituzione. Questo il nuovo passaggio: “La Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine persegue il principio della sovranità alimentare e tutela i prodotti simbolo dell’Identità nazionale, un dovere non della destra, non della sinistra, ma di tutti gli italiani”. LEGGI TUTTO

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    Meloni: “Papa Francesco parteciperà alla sessione del G7 sull’Intelligenza Artificiale”

    Il sorpasso emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24. Fdi rimane il primo partito italiano con oltre il 27%, ma marzo ha visto la crescita di Fi (+1,3%): diventa la seconda forza della coalizione piazzandosi, col 7,9%, davanti a una Lega in flessione (7,5%). Stabili Pd e M5S. Si parla anche di Europa: il 52% degli italiani preferirebbe Draghi a Von der Leyen in Commissione. Per il 71% le decisioni prese in Ue incidono molto o abbastanza sulla vita quotidiana LEGGI TUTTO

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    Vannacci candidato alle elezioni Europee, l’ironia di Crosetto: “Un bene per l’esercito”

    “Era chiaro da mesi che lo avrebbe fatto. Sarà certamente eletto e le istituzioni europee potranno godere del suo contributo di idee e valori”: è il commento del ministro della Difesa alla candidatura nelle liste della Lega da indipendente del generale, al centro delle polemiche per le dichiarazioni omofobe e razziste nel suo libro

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    Elezioni Europee, Salvini: Vannacci ha difeso l’Italia nel mondo

    “Si chiama democrazia. Se qualcuno decide legittimamente di candidare una persona che è in carcere all’estero con accuse pesantissime, perché non dovrebbe chiedere il voto agli italiani anche un uomo che ha servito e difeso l’Italia nel mondo, dall’Iraq all’Afghanistan?”. Così il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, intervistato dal Corriere della Sera, sulla candidatura del generale Roberto Vannacci nelle liste della Lega. Quanto al risultato in Basilicata, “abbiamo vinto con un vantaggio straordinario e sono soddisfatto del risultato della Lega: credo che tutti i partiti di centrodestra possano crescere in vista delle prossime Europee”. In vista delle elezioni europee e delle possibili alleanze, il ministro e segretario della Lega afferma: “Io ribadisco l’insegnamento di Silvio Berlusconi: per vincere, il centrodestra deve essere aperto e inclusivo, senza veti. Fra Macron che parla di guerra e la Le Pen che vuole la pace, non ho dubbi chi scegliere”. E infine le dinamiche del partito: “E’ da anni che i giornali parlano di fronde, ma allungano la vita a me e alla Lega, che governa migliaia di Comuni e che ha la fiducia di milioni di italiani”. LEGGI TUTTO

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    Patria e famiglia: chi è Roberto Vannacci, il generale sospeso candidato dalla Lega dopo il libro best seller

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Sarò un candidato indipendente che mantiene la propria identità e che lotterà, con coraggio, per affermare i propri valori di Patria, tradizioni, famiglia, sovranità e identità che condivido abbondantemente con la Lega». Con queste parole, che lo autodefiniscono, il generale Roberto Vannacci ha sciolto la riserva. E ha confermato l’annuncio dato dal vicepremier Matteo Salvini che correrà per un seggio a Strasburgo con il Carroccio.Figura controversaFigura controversa quella del generale, sospeso dal servizio dallo scorso 28 febbraio. Per la Difesa ha mostrato «carenza del senso di responsabilità» e compromesso «il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza». Secondo Matteo Salvini è invece il nome buono da spendere alle Elezioni europee di giugno.Loading…I passaggi del libro contestati, dagli omosessuali alle persone di coloreVannacci, toscano, 56 anni, 37 passati in divisa con il basco amaranto dei parà, al suo attivo missioni in teatri ad alto rischio come la Somalia, l’Afghanistan, l’Iraq, è diventato un personaggio appetibile per la politica nell’agosto scorso, con la pubblicazione del suo libro autoprodotto, “Il mondo al contrario”, caso letterario da oltre 200mila copie sull’onda delle polemiche per alcuni controversi passaggi: «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!», i gay pride sono dominati da «sconcezze, stravaganze, blasfemie e turpitudini». Oppure, «se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce – ammazzandolo – perché dovrei rischiare di essere condannato per eccesso colposo di legittima difesa visto che il povero malcapitato tentava solo di rubarmi l’orologio da polso?». E ancora, il ricordo della sua curiosità nel 1975 a Parigi per le persone di colore: «Nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mia mano sopra la loro, per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra».L’indagine disciplinare Concetti che hanno scatenato l’ostilità da parte del centrosinistra, ma hanno anche attirato l’attenzione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha convocato il generale per contestargli le «farneticazioni personali» che «screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione». E’ partita quindi un’inchiesta disciplinare che si è conclusa nel febbraio scorso con la sospensione in servizio per 11 mesi. Da militare può candidarsi dopo aver chiesto una licenza, ma al momento è sospeso, dunque può evitarlo. Se sarà eletto dovrà chiedere l’aspettativa.I procedimento giudiziari Per Vannacci – molto attivo sui social, nel suo profilo Facebook un’immagine di Corto Maltese sdraiato a guardare il cielo – ci sono anche guai giudiziari: deve rispondere infatti delle accuse di peculato e truffa, in relazione alle spese sostenute nel suo periodo da addetto militare italiano a Mosca, tra il 2021 ed il 2022. La Procura di Roma lo ha iscritto nel registro degli indagati anche per l’accusa di istigazione all’odio razziale.Tutti “contrattempi” che non hanno impedito all’ufficiale di lavorare alla sua seconda fatica letteraria, “Il coraggio vince”, uscita a marzo e promossa con un lungo tour che ha toccato diverse regioni. L’ultima polemica, durante una delle sue ultime uscite promozionali, proprio sul 25 aprile: «Non scendo in piazza, me ne vado al mare con le mie figlie. Non mi dichiaro antifascista perché sono cose successe ottanta anni fa» LEGGI TUTTO