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    Giorgio Napolitano, il duro discorso del 2013 per la rielezione al secondo mandato. VIDEO

    Un discorso duro, a bacchettare una classe politica incapace di convergere su un nome unitario e costringerlo, così, a diventare il primo presidente rieletto della Repubblica italiana. Quelle pronunciate nel 2013 da Giorgio Napolitano, scomparso all’età di 98 anni e di cui oggi si celebrano i funerali di Stato (LA DIRETTA DELLE ESEQUIE), furono parole severe e sferzanti, accolte tuttavia dagli applausi scroscianti di maggioranza e opposizione che, ancora una volta, si appellavano a lui. 

    “Punto di arrrivo di omissioni e irresponsabilità”

    “Non mi sono sottratto a questa prova, ma sapendo che quanto accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una serie di omissioni e di guasti, di omissioni e irresponsabilità” (VIDEO). Sono queste le parole pronunciate di fronte al Parlamento il 22 aprile 2013 da Napolitano. Un incarico, quello dell’ex capo di Stato, accettato per senso di responsabilità, ma non senza un rimbrotto alle forze politiche.
    “Imperdonabile nulla di fatto sulla legge elettorale”
    Napolitano nel suo discorso parla, infatti, di “imperdonabile nulla di fatto sulla riforma elettorale” e denuncia “convenienze, tatticismi e strumentalismi” che a suo dire hanno paralizzato il Paese (VIDEO). Poi l’esortazione a formare un esecutivo al più presto. Un appello, quest’ultimo, che le forze politiche raccolgono, dando vita nei giorni successivi al governo di larghe intese guidato da Enrico Letta.  LEGGI TUTTO

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    Paolo Berlusconi su Marta Fascina: basta lacrime, torni in Parlamento

             
    “Silvio c’è sempre”, dichiara Paolo Berlusconi, intervenuto a Monza per sostenere la candidatura alle suppletive in Senato di Adriano Galliani. Poi aggiunge “ basta con le lacrime”, rivolgendosi a Marta Fascina “che è inconsolabile, ma dovrà avere la forza anche lei di ritornare in Parlamento, perché è suo diritto e soprattutto suo dovere”, prosegue il fratello minore di Berlusconi. Dal 12 giugno scorso, quando Berlusconi è scomparso, Fascina non ha più partecipato all’attività politica. La sua prima uscita pubblica è avvenuta a Monza il 9 agosto scorso in occasione del primo Trofeo Silvio Berlusconi.

    Paolo Berlusconi: “Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo”
    Il messaggio di Paolo Berlusconi è smettere di piangere “e dirci e dirvi che dobbiamo essere sereni e addirittura felici, perché abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, amarlo e viverlo”. Commosso, ma sorridente l’intervento di Paolo Berlusconi, in chiusura dell’evento lancio della campagna elettorale di Adriano Galliani, candidato per le elezioni suppletive al collegio del Senato di Monza e della Brianza, al Teatro Binario 7. Un pensiero condiviso anche dal segretario azzurro Antonio Tajani alla presentazione della festa nazionale del partito a Paestum del prossimo fine settimana dal titolo “Ricordare Silvio Berlusconi al futuro”. il ministro degli Esteri ha detto su Marta “Sarà lei a decidere se venire, la aspettiamo a braccia aperte”. LEGGI TUTTO

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    Roccella a Sky TG24: “Presto una legge in Parlamento per prevenire il femminicidio”

    Presto una legge in Parlamento per combattere il fenomeno del femminicidio. Ne ha parlato a Sky TG24 la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che ha spiegato come “abbiamo un buon impianto di leggi, anche se con delle smagliature presenti soprattutto dal punto di vista dell’applicazione. Su questo l’Europa ci ha condannati. Noi siamo andati a intervenire lì, sulla prevenzione”. Secondo la ministra, “per combattere questa cultura serve intervenire a più livelli, per questo agiremo anche nelle scuole e sono in contatto con il ministro Valditara. Va ribadita la libertà delle donne e su questo il governo, che ha per la prima volta una donna come presidente del Consiglio, sta intervenendo in modo importante”.

    In cosa consiste la legge sui femminicidi

    Come ha dichiarato la ministra, “abbiamo deciso di rafforzare le misure cautelari, a partire dalla più semplice, l’ammonimento, che può fare il questore, fino al braccialetto elettronico o al divieto di frequentazione di luoghi dove ci può essere la vittima. L’obiettivo è quello di separare l’uomo violento dalla vittima e interrompere il ciclo di violenza. Magari ci sono piccoli gesti, tra le mura domestiche, che non vanno sottovalutati ma combattuti, in modo netto”. Su un punto in particolare Roccella si è soffermata, evidenziando come sia quello che chiedeva l’Europa: “Dare tempi certi. Abbiamo chiesto che la magistratura agisca celermente per la valutazione del rischio, non è possibile aspettare mesi. Adesso il procuratore avrà solo un mese per decidere se nel caso specifico sia necessario ricorrere alle misure cautelari”. LEGGI TUTTO

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    Meloni scrive a Scholz: “Stupita da fondi non coordinati a Ong”. Berlino: “Risponderemo”

    Tensione tra Italia e Germania sul tema migranti. “Ho appreso con stupore che il tuo governo – in modo non coordinato con il governo italiano – avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi”, scrive la premier italiana Giorgia Meloni al cancelliere tedesco Olaf Scholz (LO SPECIALE MIGRANTI). La replica di Berlino: “Possiamo confermare la ricezione della lettera della presidente del Consiglio italiana. Alla missiva verrà data risposta”, ha fatto sapere un portavoce del governo tedesco all’Ansa.

    Meloni: “Concentrarsi su soluzioni strutturali”

    Meloni critica dunque la scelta di Berlino di finanziare alcune Ong. E ritiene che “gli sforzi, anche finanziari, delle Nazioni Ue interessate a fornire un sostegno concreto all’Italia dovrebbero piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando ad un’iniziativa Ue con i Paesi di transito della sponda sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia”.

    Tajani: “Chiederò spiegazioni”
    In serata intanto il ministro degli Esteri, Antono Tajani, da Parigi, ha fatto sapere: “Giovedì a Berlino chiederò alla mia collega Baerbock qual è la ragione del finanziamento di ong che devono portare migranti in Italia. Forse era giusto finanziare ong che portano i migranti in Germania. Mi auguro di avere spiegazioni dal governo tedesco”.

    Salvini: “Germania smetta di finanziare le Ong in Italia”
    Critico anche il leader della Lega e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: “È una vergogna, un oltraggio e un atto ostile che Paesi stranieri finanzino associazioni private straniere per portare immigrati clandestini in Italia”. “È come se l’Italia finanziasse delle associazioni in Francia, in Germania, o chissà dove”, ha proseguito, “per agevolare delle irregolarità”. “Conto che il governo tedesco smetta di finanziare
    chi partecipa a un flusso inaccettabile di immigrati irregolari nel nostro Paese”, ha quindi aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Napolitano, l’amico Ranieri: “Fino all’ultimo ha chiesto di Napoli”

    Napoli e il Presidente emerito Giorgio Napolitano sono legati a doppio filo. Uno è quello più strettamente privato, l’altro politico. Tanto si è detto sul Napolitano politico e uomo delle istituzioni, una figura complessa che ha attraversato settant’anni di vita politica del Paese, da via Monte Doi Dio, a Napoli, la strada dove nacque, nel cuore della città che ha visto prendere corpo la sua vita politica. Qui entrò nel PCI e animando il gruppo dei miglioristi. Una costante di tutta la sua lunghissima carriera politica, dal Partito Comunista a Napoli al Quirinale, è stata il suo rapporto con il capoluogo partenopeo. Lo racconta Umberto Ranieri, suo figlioccio politico e amico di sempre. E’ un viaggio nel Novecento, in particolare negli anni napoletani, nel partito di massa che fu il PCI, ma non solo. Ranieri, ex senatore, ex sottosegretario, presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, premette: “Napolitano ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale nella mia vicenda politica e nella vicenda politica del Partito Comunista prima, poi del Pds, dei Ds, successivamente, e soprattutto è stato un punto di riferimento per tutti coloro che erano convinti della necessità di una assunzione sempre più esplicita da parte del partito comunista del carattere di forza socialdemocratica, socialista. E’ stata la personalità più autorevole di quella tendenza presente nel PCI che si batteva perché fosse esplicitamente acquisita la caratterizzazione di una forza riformista”
    Napolitano e il rapporto con Napoli
    Anche nel ruolo di Presidente della Repubblica, tutti ricordano la sua assidua frequentazione del capoluogo, col corredo di riti pubblici e privati, come il caffè d’inizio anno allo storico caffè Gambrinus, i soggiorni a villa Rosebery, le occasioni ufficiali alle quali non mancava mai.
    “Napolitano amava Napoli – ricorda Ranieri –  ed era profondamente napoletano, il suo rapporto con la città di Napoli è un rapporto vitale per Napolitano. Ricordo che quando Erri De Luca, lo scrittore, scrisse il libro “Montedidio”, Giorgio Napolitano inviò un messaggio a Erri De Luca per complimentarsi del libro e ricordargli che la sua adolescenza lui l’aveva vissuta a Monte Di Dio (una zona centrale della città, nel quartiere Chiaia, ndr) negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ricordando la corsa per raggiungere il ricovero, nei sotterranei di Palazzo Serra di Cassano, durante i bombardamenti sulla città”. Per Napolitano, insomma, Napoli pare essere stata l’origine alla quale sempre si torna: “Giorgio ha rappresentato per tanti anni in Parlamento la città di Napoli – commenta Ranieri – lo ha fatto con efficacia e con onore, nel corso degli anni in cui ha avuto dirette responsabilità nella guida del Partito Comunista a Napoli, ha stabilito un forte rapporto con i lavoratori, con la classe operaia napoletana”.
    “Napolitano ha chiesto della sua città fino all’ultimo incontro”
    Poi si lascia andare ai ricordi personali “L’aspetto che maggiormente mi colpiva era da un lato il suo rigore, e poi l’umanità. Napolitano era un uomo con cui si poteva discutere di tutto. Conosceva ed era un appassionato di cinema, di musica, non disdegnava il calcio. Abbiamo visto insieme la partita Napoli-Fiorentina dello scudetto”. Napoli e l’essere napoletano come una stella polare: “Alcuni mesi fa – rivela – era già abbastanza provato dalla sua condizione fisica, dai suoi acciacchi, gli portai nel suo ufficio al Senato il libro che avevo scritto sull’Ucraina e anche allora, nel salutarlo, mi chiese di Napoli”. E quella è stata l’ultima volta che l’amico di sempre lo ha visto.   LEGGI TUTTO

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    Berlusconi Day, Forza Italia tra ricordi e futuro incerto nella tre giorni di Paestum

    Dal 1994 Forza Italia ha coinciso con il suo fondatore Silvio Berlusconi . Forza Italia era Berlusconi, un leader che poco ha fatto in vita per individuare il suo successore. Con la sua morte – il 12 giugno – le redini sono passate ad Antonio Tajani – già coordinatore nazionale – che ne è diventato segretario. Il futuro del partito è tutto da scrivere. “Una grande storia, un futuro di libertà”, è lo slogan scelto per la festa nazionale del partito che si svolgerà nel fine settimana a Paestum. Anche un’occasione per celebrare la figura di Berlusconi nei giorni in cui – il 29 settembre – ricorreva il suo compleanno.
    La nuova struttura del partito
    All’appuntamento campano sono previsti gli interventi del presidente del Ppe Manfred Weber, del segretario della Cisl, Luigi Sbarra, del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli e del presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Domenica è atteso il Consiglio nazionale che dovrà apportare alcune modifiche allo statuto in vista del Congresso in programma a fine febbraio del prossimo anno. Per il futuro Tajani immagina una forza politica allargata che apra le proprie porte e coinvolga di più la classe dirigente: non può essere guidato da una sola persona, afferma il segretario che proporrà l’elezione di quattro vicesegretari, l’inserimento nella segreteria del responsabile giovani e l’elezione diretta dei segretari provinciali. Insomma “più democrazia rispetto allo statuto fondato sulla leadership del presidente Berlusconi” sintetizza il segretario.    
    I conti in rosso di Forza Italia
    Ma le questioni politiche si fondono e confondono con quelle finanziarie. Perché l’operatività del partito, l’esistenza stessa di una struttura e l’organizzazione degli eventi è sempre stata coperta da Silvio Berlusconi. Forza Italia, infatti, con la fine del finanziamento pubblico e la scomparsa dell’ex premier, si trova così a dover fare i conti con entrate e debiti da riorganizzare, costi da rivedere. Il partito è indebitato per oltre 90 milioni assicurati in passato da Berlusconi con fideiussioni (a cui si aggiungono debiti per 5 verso le banche e uno verso fornitori di servizi). Forza Italia risulta la forza politica più indebitata, nel 2022 con un disavanzo patrimoniale di quasi 100 milioni. Molto più alto di qualunque altra realtà politica nazionale: il secondo in graduatoria, per dire, è il Pd, con 5,5 milioni di euro debiti. Nel 2015 l’ex premier aveva saldato debiti con istituti di credito per oltre 42 milioni, alzando così il proprio credito nei confronti di Forza Italia fino a oltre 90 milioni. Nel tempo, anche il fratello Paolo e tutti i figli hanno versato contributi nell’ordine di 100 mila euro a testa (più 600 mila per le Politiche del settembre 2022), così come Fininvest.
    Debiti garantiti per ora dai figli: e domani?
    I cinque figli ed eredi si sono detti disponibili a garantire l’esposizione bancaria del partito. Per ora il loro intervento non andrebbe più in là. La domanda è: e nel futuro? La sostenibilità finanziaria del partito fa tutt’uno con la capacità politica anche e soprattutto in vista delle elezioni europee di giugno e oltre.
    La situazione economicamente sostenuta dall’alto ha contribuito negli anni ad abbassare le attenzioni sulle spese nel partito e sul pagamento delle quote associative da parte dei parlamentari. Nel consiglio nazionale del fine settimana – attraverso modifiche allo statuto del partito – è prevista una stretta contro gli eletti inadempienti finora tenuti a versare al partito 900 euro mensili più una quota una tantum per la candidatura in un collegio uninominale: se non pagano, saranno sanzionati e in casi estremi si arriverà alla decadenza dagli incarichi. Sul fronte entrate, invece, già da Paestum inizierà una campagna a sostegno del 2 per mille, un tipo di raccolta fondi finora poco considerata. Tra le novità, l’avvio di un ufficio per coordinare la raccolta fondi. Forza Italia, infatti, risulta essere il partito che meno riceve attraverso le dichiarazioni dei redditi dei cittadini: nemmeno 600 mila euro da circa 30 mila persone, meno di un decimo rispetto al Pd, che incassa 7,4 milioni da parte di 475 mila cittadini. LEGGI TUTTO