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    Fabrizio Bontempo confermato all’unanimità Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino

    Il Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino ha rinnovato la fiducia a Fabrizio Bontempo, confermandolo all’unanimità presidente per il triennio 2025–2028. La convergenza di tutte le componenti della categoria nella lista unitaria e l’elevata partecipazione al voto testimoniano la coesione interna e la volontà condivisa di rafforzare il percorso intrapreso negli ultimi […] LEGGI TUTTO

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    Vacanze 2025 in auto: cosa si rischia con gomme lisce o revisione scaduta

    In estate sono tanti gli italiani che decidono di viaggiare in auto, a riprova di ciò abbiamo le giornate a bollino rosso e nero. In tali circostanze si rende più che mai necessaria la certezza che le vetture siano in regola, e capaci di affrontare anche lunghe tratte. Purtroppo, come spiegato da Assogomma e dalla stessa Polizia stradale, sono sempre di più gli automobilisti che si mettono alla guida di vetture non in regola.Un recente studio condotto su 10mila automobili ha rivelato che su tre vetture esaminate almeno una risulta quasi sempre irregolare. Le irregolarità sono varie, e vanno dalla mancata revisione agli pneumatici lisci. A ciò si unice il fatto che molte della auto circolanti in Italia risultano piuttosto vecchie, parliamo di mezzi che hanno più di 10 anni (il 59&) o addirittura 20 (il 24%).Per quale ragione così tanti veicoli non sono a regola? Non si tratta sempre di trascuratezza o negligenza, a volte la causa è da riscontrare in questioni economiche. Non tutti possono permettersi auto nuove o perfettamente efficienti. “Comprare un’auto nuova è fuori portata per molti utenti. Tuttavia, la manutenzione resta trascurata, soprattutto sulle auto più vecchie. Gli pneumatici, in particolare, vengono spesso ignorati, considerati ancora affidabili anche se consumati, o la loro sostituzione viene rimandata per risparmiare tempo e denaro”, ha dichiarato il direttore di Assogomma Fabio Bertolotti, come riportato da Il Corriere.Di conseguenza, molte delle vetture circolanti nel nostro Paese non sono a regola. Ben il 17% di automobili con più di 10 anni non ha fatto la revisione, mentre un 10% dei veicoli ha le gomme sotto il limite di 1,6 mm. Il 6%, inoltre, non ha pneumatici omologati. C’è addirittura chi non ha ancora sostituito le ruote invernali con quelle estive. LEGGI TUTTO

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    Assicurazione auto: ecco le app che fanno davvero risparmiare

    Paghi troppo l’RC auto? Forse è solo perché non hai ancora scaricato l’app giusta. Secondo i dati dell’Osservatorio di Segugio.it, il costo medio dell’RC auto ha toccato i 466,55 euro a giugno 2025, con un aumento del 6,14% rispetto a gennaio. Un incremento che pesa soprattutto su chi utilizza poco l’auto ma è comunque costretto a sostenere costi fissi elevati. Il risultato? Circa 2,6 milioni di veicoli senza copertura con un buco da 1,4 miliardi di euro per le compagnie e un rischio enorme per la sicurezza su strada. In questo frangente, il digitale si presenta come una risposta concreta e immediata: oggi esistono diverse applicazioni che permettono di tagliare sensibilmente il costo della polizza, adattandola alle reali esigenze dell’automobilista. Strumenti che non solo confrontano le offerte in tempo reale, ma offrono formule flessibili come il “pay per use”, ideali per chi guida poco o solo in determinati periodi dell’anno, eccone alcuni.Segugio.itTra le app più diffuse c’è quella di Segugio.it, che consente di confrontare decine di offerte in pochi minuti. Il sistema attinge a un database di oltre 80 compagnie, elaborando preventivi personalizzati sulla base dei dati dell’assicurato e del veicolo. Secondo l’osservatorio del portale, chi cambia compagnia e utilizza un comparatore può risparmiare anche diverse centinaia di euro l’anno. Tra i punti di forza, la possibilità di bloccare un’offerta per 60 giorni e di accedere a una consulenza gratuita con un operatore. L’applicazione non sempre ottiene recensioni entusiastiche dagli utenti – su App Store, ad esempio, il punteggio è basso – ma resta tra le soluzioni più efficaci per chi cerca trasparenza e rapidità nel confronto.Prima.itL’app di Prima Assicurazioni è pensata per chi preferisce una gestione completamente digitale della propria polizza. L’utente può calcolare il preventivo, acquistare la copertura e gestire ogni aspetto della polizza direttamente dall’app, senza intermediari. Prima propone spesso offerte mirate, in particolare per i guidatori giovani o per le famiglie, con coperture accessorie personalizzabili. È una delle realtà assicurative cresciute più rapidamente in Italia, grazie a una comunicazione smart e alla facilità d’uso dell’interfaccia. È possibile trovare le offerte Prima anche tramite Segugio.it, ottenendo a volte condizioni più vantaggiose.VertiVerti è tra le compagnie che offrono polizze pay-as-you-drive o pay-per-use, un sistema che calcola il premio assicurativo sulla base dei chilometri effettivamente percorsi. È una soluzione perfetta per chi utilizza l’auto occasionalmente, ad esempio per brevi spostamenti urbani o solo nei weekend. Il vantaggio è evidente: meno si guida, meno si paga. Secondo le stime della compagnia, il risparmio rispetto alle polizze tradizionali può arrivare fino al 30%. L’app permette di monitorare la copertura e i dati di utilizzo, offrendo anche strumenti per il pagamento e l’assistenza in tempo reale. LEGGI TUTTO

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    Trump-Powell, il braccio di ferro che conviene a tutti

    Tiene banco, nelle cronache finanziarie di quest’estate, il caso Trump-Powell: il presidente degli Stati Uniti non perde occasione per esprimere il suo disprezzo per il presidente della Federal Reserve (la banca centrale Usa), Jerome Powell. E vorrebbe cacciarlo perché non taglia i tassi d’interesse. Ma non può: il suo mandato scade nel 2026. La questione può sembrare tecnica o interessare pochi addetti ai lavori. Ma in realtà interessa tutte le democrazie moderne, comprese quelle europee. Le banche centrali sono come gli esseri umani: a volte sbagliano. Ma quello che più conta nell’agire di una banca centrale non è la propria infallibilità, bensì la sua autorevolezza. E per essere autorevoli bisogna poter essere indipendenti. Dalla banca centrale deriva la politica monetaria di una nazione o, nel caso della Ue, dei 20 Paesi che hanno aderito all’unione monetaria dell’eurozona. In estrema sintesi, la banca centrale controlla la moneta: decide quanta ce ne deve essere in giro. E, attraverso i tassi d’interesse, ne determina le principali dinamiche. E’ dunque importante che sia indipendente, così da sottrarre al potere esecutivo il controllo della moneta. Un governo che possa decidere ogni giorno quante banconote stampare non avrebbe alcuna credibilità internazionale. Per questo motivo, dal dopoguerra, le banche centrali hanno progressivamente divorziato dalla politica. Ma è stata la stessa politica a determinare questa scelta, nella convinzione che fosse la cosa migliore nell’interesse della nazione e per la sua reputazione finanziaria.Detto tutto questo, il caso Trump-Powell non fa che confermare la bontà della separazione tra banca centrale e governo. E non è solo una faccenda politica: la prova che il licenziamento di Powell sarebbe un boomerang per l’intera America e per lo stesso Trump arriva dai mercati. Tutte le volte che il presidente Usa lo insulta o afferma che lo caccerà presto, la reazione dei titoli americani e del dollaro è opposta a quella che Trump ha in mente. Seguite il ragionamento: Powell è accusato dalla Casa Bianca di non tagliare i tassi d’interesse. Se lo facesse, scenderebbero i rendimenti dei titoli di Stato e il governo risparmierebbe sugli interessi. Ma quando Trump “licenzia” Powell, i rendimenti invece di scendere (come dovrebbero fare in vista di un nuovo presidente della Fed che fa quello che gli dice Trump), salgono. E’ successo tutte le volte che Trump ha parlato di Powell. E, allo stesso tempo, la Borsa di Wall Street, invece di brindare al taglio dei tassi, perde terreno. Il perché di una tale reazione è la paura che la Fed perda la sua indipendenza. E con questa, gli Usa diventino meno credibili. Poco importa che Powell sia bravo o meno; che faccia bene a tenere i tassi alti o meno. Quello che conta è che con una Fed autonoma, la politica monetaria non la fa il governo, con il rischio di assecondare i propri disegni politici anche a scapito dell’interesse dell’intera nazione. E una Fed autonoma diventa anche un facile e gratuito capro espiatorio per lo stesso presidente Usa. Conviene anche a lui, in fin dei conti.E’ un po’ quello che succede anche qui in Europa: quante volte la Bce è stata accusata dalla politica di praticare politiche monetarie restrittive. Per esempio nella lotta all’inflazione. Ma anche per l’Unione europea vale la stessa regola: meglio una Bce che sbaglia piuttosto che una banca centrale che obbedisce ai governi. LEGGI TUTTO

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    Dazi Usa, in campo Federmanager: “Pronti a difendere l’industria italiana”

    Si intensifica il dibattito sui dazi Usa sulle importazioni europee, una “minaccia” sull’economia dell’Ue e sull’export italiano. Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg1 in occasione dei 1000 giorni del suo governo, ha ribadito che va “scongiurata in ogni modo possibile una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, che non avrebbe alcun senso”. Il tema dei dazi è al centro del dossier gestito dalla Commissione europea, con l’obiettivo di trovare un accordo entro il 1° agosto. Valter Quercioli, presidente di Federmanager, l’associazione che rappresenta i dirigenti italiani, lancia un monito chiaro: “L’Unione europea deve agire come un blocco coeso di fronte alla guerra commerciale che rischia di compromettere il posizionamento delle produzioni italiane sull’importantissimo mercato USA”.L’aumento dei dazi al 30% annunciato da Donald Trump tramite una missiva indirizzata a Bruxelles, secondo Quecioli, non è “solo una minaccia economica, ma anche una sfida diretta per l’industria italiana che dovrà fare tesoro di questa prova comunque vada”. Se l’ipotesi dei dazi dovesse concretizzarsi, l’impatto economico sarebbe “molto significativo”, sottolinea il presidente di Federmanager. Oltre 35 miliardi di euro di esportazioni italiane dovrebbero infatti trovare nuovi mercati di sbocco. I settori più vulnerabili sono tra quelli “più strategici” per l’Italia: agroalimentare, farmaceutica, automotive e chimica. Federmanager è l’associazione più rappresentativa nel mondo della dirigenza e la voce di Quercioli è quella di migliaia di operatori dei settori chiave dell’economia italiana, che ora temono ripercussioni gravi.”Le perdite per l’agroalimentare potrebbero raggiungere i 2,3 miliardi di euro, con aumenti tariffari fino al 45% per i formaggi, 35% per i vini e 42% per le conserve e le marmellate. La farmaceutica, che rappresenta una parte significativa dell’export italiano, rischia danni superiori a 4 miliardi di euro”, ha proseguito il presidente Quercioli, prospettando le possibili conseguenze degli scenari economici. Proprio a fronte di questo, ha aggiunto, “la risposta deve essere unitaria e forte. I nostri manager sono già pronti ad attuare soluzioni alternative per le imprese in cui operano ma diventa fondamentale da parte delle istituzioni una strategia e degli investimenti per sostenerli in questa sfida complessa”. L’apertura a nuovi mercati, infatti, richiede “conoscenze, investimenti, un supporto concreto dalle rappresentanze e organismi che operano sul piano internazionale e, naturalmente, adeguate competenze manageriali”. LEGGI TUTTO

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    doValue accelera il proprio processo di crescita strategica con l’acquisizione di coeo, leader nell’ia

    doValue annuncia di aver sottoscritto un accordo vincolante (il “Sale and Purchase Agreement”) con Claimservco Holding B.V. (il “Venditore”), società affiliata a fondi gestiti da Waterland Private Equity (“Waterland”), e con altri azionisti di minoranza (Tom Haverkamp e il management di coeo), per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di coeo Group GmbH (“coeo”) per un corrispettivo complessivo che include: (i) un corrispettivo per cassa pari a €350 milioni (inclusiva della posizione finanziaria netta di coeo) e (ii) una componente earn-out pari a €40 milioni, da corrispondere nel 2028 subordinatamente al raggiungimento di specifici obiettivi finanziari. doValue ha raggiunto un accordo con un investitore affinché quest’ultimo acquisisca –subordinatamente al rispetto di determinate condizioni – il book di portafogli di coeo e potenzialmente i crediti futuri con lo scopo di mantenere un modello di business di puro servicing asset light.doValue ha siglato un accordo per il finanziamento dell’Operazione per un importo pari a €325 milioni – soggetto a determinate condizioni standard per operazioni analoghe – con un gruppo di banche internazionali sotto forma di finanziamento tramite una linea bridge-to-bond. doValue prevede di emettere nuove note senior secured al momento del closing o successivamente, al fine di finanziare l’Operazione o rifinanziare il finanziamento bridge-to-bond.Questa acquisizione amplia significativamente il portafoglio clienti di doValue, grazie alle consolidate relazioni di coeo con clienti blue-chip in diversi settori come l’e-commerce, il Buy Now Pay Later (BNPL), pagamenti, telecomunicazioni, gestione dei parcheggi ed energia. Con una presenza già consolidata in otto mercati, tra cui Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Belgio e Paesi Bassi, doValue è inoltre ben posizionata per entrare in nuove aree geografiche ad alto potenziale anche per lo sviluppo del proprio business tradizionale. Inoltre, doValue può accelerare l’espansione di coeo nei propri mercati del Sud Europa, dove doValue possiede una forte posizione strategica, visto l’interesse dei principali clienti di coeo a espandersi in questi mercati.Grazie a questa acquisizione, doValue accelererà l’attuazione della propria strategia di diversificazione delineata nel Piano Industriale 2024–2026, superando significativamente gli obiettivi prefissati in termini di diversificazione dei ricavi. In particolare, la piattaforma digitale di coeo – riconosciuta per l’eccellenza nella gestione digitale di crediti di origine non finanziaria e per la sua esposizione verso clienti multinazionali ad alto potenziale di crescita – fornirebbe al Gruppo la scala e il know-how necessari per competere in modo efficace ed efficiente in uno dei segmenti più dinamici del mercato del credito europeo, soprattutto nelle geografie più redditizie e mature.doValue ambisce inoltre a fare leva sull’ecosistema di intelligenza artificiale “cAI” – brand di cAI Technology GmbH, società interamente controllata da coeo con una comprovata esperienza nello sviluppo e nell’applicazione dell’intelligenza artificiale per utilizzo proprio nonché per prodotti a terze parti. Con lo sviluppo del proprio ecosistema di intelligenza artificiale “cAI”, coeo ha creato un potente set di strumenti per l’automazione dei processi aziendali basata sull’IA. La piattaforma consente la gestione completamente basata sull’IA delle interazioni con i clienti, sia scritte che telefoniche, senza alcun intervento manuale. In futuro, cAI può diventare il centro di eccellenza del Gruppo per lo sviluppo di soluzioni AI, a supporto sia delle attività di servicing di doValue sia del business digitale di recupero crediti di coeo.Sebastian Ludwig ed Elias Reitter, i CEO del Gruppo coeo, hanno commentato:“Entrare a far parte di doValue, società quotata, rappresenta il naturale passo successivo nel percorso di crescita di coeo: insieme, diamo vita alla principale piattaforma europea per la gestione del credito – basata sulla tecnologia, alimentata dall’intelligenza artificiale e con un focus costante sull’esperienza del cliente. Siamo estremamente orgogliosi di quanto costruito negli ultimi anni e profondamente convinti che, con doValue come nuova casa potremo portare coeo a un livello ancora superiore. La nostra decisione di reinvestire come azionisti rappresenta un chiaro segnale del nostro impegno di lungo periodo e della fiducia condivisa nel valore e nella visione di questo nuovo capitolo.”Manuela Franchi, CEO di doValue ha dichiarato:“L’acquisizione di coeo segna un passo fondamentale nell’evoluzione strategica di doValue, rafforzando la leadership del nostro Gruppo come piattaforma pan-Europea per la gestione del credito basata sulla tecnologia e sull’intelligenza artificiale. In un mercato che si sta rapidamente orientando verso modelli digitali e asset-light, doValue non si sta semplicemente adattando – sta invece guidando questo processo.Con coeo entriamo in segmenti di mercato ad alta crescita come il Buy Now Pay Later (BNPL) e l’e-commerce, ampliamo la nostra presenza nell’Europa continentale e settentrionale, e diversifichiamo la base clienti con nomi di multinazionali blue-chip attive in settori in rapida espansione. Questa operazione rafforza la nostra resilienza e ci consente di generare ricavi più stabili e ricorrenti lungo tutti i cicli economici.L’integrazione della piattaforma avanzata di intelligenza artificiale “cAI” accelererà la nostra trasformazione digitale, permettendoci di gestire volumi maggiori con efficienza e scalabilità superiori. Supportati da una solida struttura del capitale, una forte generazione di cassa e un chiaro percorso di riduzione della leva finanziaria, siamo nuovamente ben posizionati per creare un valore superiore per nostri azionisti e fissare nuovi standard nel settore della gestione del credito.coeo diventerà il brand di Gruppo su tutti i nostri mercati per una nuova business unit dedicata al recupero digitale e ai crediti di origine non finanziaria.Siamo inoltre lieti di accogliere il management di coeo all’interno del Gruppo doValue e apprezziamo profondamente la crescita raggiunta da coeo grazie alla loro leadership e visione strategica. La loro decisione di reinvestire nell’operazione rappresenta un forte segnale di allineamento e fiducia condivisa nella creazione di valore di lungo periodo da questa acquisizione”.coeo in breveFondata nel 2010, coeo è diventata una delle piattaforme digitali di gestione del credito più avanzate in Europa, con operatività in otto Paesi e una solida presenza nelle regioni DACH (Germania, Austria e Svizzera), Regno Unito, Benelux e nei paesi nordici. L’azienda è specializzata nel recupero digitale di crediti non finanziari, in particolare all’interno di segmenti di mercato a elevato potenziale di crescita come il Buy Now Pay Later (BNPL), e-commerce, mobilità e utilities. Gestisce ogni anno oltre 7 milioni di posizioni, per conto di una base diversificata di clienti multinazionali blue-chip.coeo è specializzata nella gestione di un elevato volume di crediti non garantiti, caratterizzati da rapido turnover e importi di piccola entità, operando prevalentemente nelle prime fasi iniziali di insolvenza con tassi di recupero costantemente elevati e tempi di recupero brevi. La piattaforma proprietaria di intelligenza artificiale, sviluppata dalla controllata cAI Technology GmbH con sede a Berlino, ha gi automatizzato fino al 65% delle richieste in entrata, migliorando in modo significativo l’efficienza operativa e la scalabilità.Storicamente, coeo ha adottato un modello ibrido in cui a una fase iniziale di puro servicing segue l’acquisto dei crediti. Sebbene questo approccio si sia dimostrato redditizio, sostenibile e autofinanziato, sotto la guida di doValue l’acquisto dei crediti attuali e futuri sarà affidato a un partner finanziario terzo, mentre coeo continuerà a gestire i portafogli, mantenendo così un modello operativo asset-light per il Gruppo.Tra il 2022 e il 20246 coeo ha registrato crescita (CAGR) pari a 26% e 34% rispettivamente sui ricavi e sull’EBITDA ricorrente. Nel 2024, coeo ha generato circa €75 milioni di EBITDA. A seguito dell’acquisizione, coeo contribuirebbe oltre il 35% ai ricavi 20246 e la Germania diventerebbe il terzo mercato più rilevante per il Gruppo, contribuendo per circa il 20% ai ricavi aggregati 20246, rafforzando ulteriormente la diversificazione geografica e il bilanciamento del business. I ricavi non-NPL raggiungerebbero circa il 55% dei ricavi di gruppo nel 2026, segnando un cambiamento significativo nella composizione del nostro business, maggiormente orientato verso segmenti a elevata crescita e più stabili e ricorrenti quali il Buy-Now-Pay-Later e l’e-commerce.Motivazioni strategicheL’acquisizione rappresenta un passaggio trasformativo nella roadmap strategica di doValue, pienamente allineato con il Piano Industriale 2024–2026 del Gruppo. L’operazione accelera in modo significativo la strategia di diversificazione, migliora le competenze tecnologiche e rafforza il profilo finanziario del Gruppo grazie all’ingresso in mercati ad alto potenziale di crescita e all’esposizione a clienti blue-chip multinazionali.coeo apporta una presenza significativa nel segmento dei crediti non finanziari, in particolare nei settori BNPL, e- commerce, mobilità e utilities, offrendo a doValue l’accesso a mercati in forte espansione e strutturalmente resilienti ai cicli macroeconomici. L’operazione consente inoltre di ampliare la base clienti del Gruppo, con clienti multinazionali blue-chip e introduce un profilo di ricavi altamente ricorrenti e visibili, nonché con un solido profilo di cassa.La complementarità geografica e di prodotto tra le due realtà apre a significative opportunità: doValue potrà scalare le proprie attività tradizionali di servicing nei mercati in cui opera coeo, beneficiando della solida piattaforma tecnologica del gruppo tedesco, mentre coeo potrà estendere il proprio modello digitale di recupero crediti nei mercati dell’Europa meridionale dove doValue è già ben posizionata.L’ecosistema proprietario di intelligenza artificiale di coeo, sviluppato da cAI Technology GmbH, diventerà un polo di eccellenza a livello di Gruppo per lo sviluppo interno di soluzioni IA, facendo dell’automazione e della tecnologia un vero abilitatore di creazione di valore per questa acquisizione. Insieme, doValue e coeo daranno vita a un Gruppo ad elevata diversificazione, tecnologicamente avanzato, in crescita e resiliente – con un posizionamento ideale per guidare l’evoluzione del mercato europeo della gestione del credito. Inoltre, nei Paesi in cui coeo è attiva, in particolare in Germania, si osserva un trend di incremento degli NPE bancari a seguito degli attuali sviluppi macroeconomici, che offre interessanti opportunità di crescita per il business più tradizionale di servicing di doValue nel segmento dei crediti deteriorati originati da istituzioni finanziarie e non dominato da operatori indipendenti.Termini principali dell’operazione e del finanziamentoIl corrispettivo per l’acquisizione di coeo prevede: (i) una componente cash iniziale pari a €350 milioni (inclusivi del debito netto da rifinanziare al perfezionamento) e (ii) una componente earn-out di €40 milioni, che sarà corrisposta nel 2028 subordinata al raggiungimento di determinati obiettivi finanziari. Il corrispettivo sarà ridotto del valore finale del book. L’acquisizione sarà soggetta ai consueti meccanismi di adeguamento del prezzo, basati sui conti finali al momento del perfezionamento.L’acquisizione sarò finanziata tramite una linea bridge-to-bond da €325 milioni, mentre la parte residua del corrispettivo iniziale sarà coperta attraverso la liquidità disponibile di doValue e dalla vendita dei portafogli nel bilancio di coeo. Al momento del perfezionamento, è previsto che doValue provveda al rifinanziamento integrale dell’indebitamento finanziario in essere e di altre passività relative a precedenti operazioni incluse nel perimetro coeo.Come prassi per operazioni di questa natura, l’acquisizione sarebbe effettuata tramite una nuova società veicolo, nella quale il management attuale di coeo intende reinvestire una parte dei proventi derivanti dal loro pacchetto di uscita.Impatto finanziarioGli obiettivi finanziari, di dividendo, e di leva finanziaria di doValue per il 2026 restano confermati, di conseguenza il Gruppo combinato è atteso possa generare nel 2026 ricavi consolidati su base aggregata7 di circa €800 milioni e un EBITDA esclusi elementi non ricorrenti attorno a €300 milioni. La leva finanziaria netta su base aggregata al closing, riferito al 2025, è stimato pari a 2,5x, con una rapida riduzione a 2,2x nel 2026 e 1,7x nel 2027, prima dei pagamenti di dividendi.Per l’esercizio 20268, grazie all’integrazione di coeo aumentiamo la nostra guidance sui ricavi di circa il 30% e l’EBITDA di circa il 20% partendo dal punto medio dell’intervallo di guidance.Si prevede che l’operazione abbia un effetto accrescitivo sull’EPS9 (escludendo eventuali sinergie) già a partire dal 2026, con un effetto migliorativo atteso oltre il 15%, e di oltre il 30% nel 2027. La solida struttura finanziaria consentirebbe a doValue di sostenere l’attuale politica di distribuzione dei dividendi, con la possibilità di aumentare il dividendo per azione grazie alla natura accrescitiva dell’operazione.Il Gruppo combinato si attende ulteriori benefici derivanti da sinergie di ricavo nel medio termine, che non sono attualmente incluse nella guidance del 2026, e che potranno derivare da: opportunità di cross-selling tra mercati e segmenti di clienti complementari; l’espansione del modello digitale di recupero di coeo nel perimetro dell’Europa meridionale di doValue; capacità di servire clienti globali su una gamma più ampia di crediti e giurisdizioni. Ulteriori benefici sono attesi dall’integrazione della piattaforma IA proprietaria di coeo, che permetterà al Gruppo di offrire soluzioni di servicing digitale ancora più avanzate a clienti attuali e futuri.Sebbene queste sinergie siano considerate strategicamente rilevanti, non sono state considerate nella valutazione dell’operazione, né nei calcoli sull’EPS, che si basano esclusivamente sul contributo finanziario stand-alone di coeo.Con l’aggiunta di coeo, il Gruppo doValue è ben posizionato per proseguire l’attuazione della strategia delineata nel piano industriale 2024-26 in termini di diversificazione di ricavi e clienti, di accesso a mercati ad alto tasso di crescita, di miglioramento della generazione di free cash flow, forte del suo solido track record di integrazioni dopo il completamento dell’integrazione di Gardant entro il 2025.Condizioni del closing e tempistica previstaIl completamento dell’Operazione è previsto entro gennaio 2026 ed è soggetto all’approvazione da parte delle autorità competenti nelle varie giurisdizioni in cui coeo è attiva.Conference callI dettagli dell’Operazione saranno presentati venerdì 18 luglio 2025, alle ore 11:00 CEST, durante una conference call tenuta dal top management del Gruppo.La conference call sarà accessibile in modalità webcast collegandosi al sito della Società www.doValue.it oppure al seguente link: https://87399.choruscall.eu/links/dovalue250718.htmlIn alternativa al webcast, è possibile partecipare alla conference call previa registrazione qui.La presentazione del top management sarà disponibile a partire dall’inizio della conference call sul sito www.doValue.it nella sezione “Investor relations”.AdvisorGoldman Sachs Bank Europe SE, Succursale Italia ha agito in qualità di advisor finanziario di doValue per l’Operazione, mentre l’assistenza legale è stata fornita dallo studio White & Case. KPMG ha supportato l’operazione con attività di due diligence finanziaria, fiscale e su aspetti legati a IT e Operations. UniCredit e Citi sono coinvolti in qualità di Global Coordinator del finanziamento. LEGGI TUTTO

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    Ilva, c’è l’ok ambientale. Urso: “Taranto è salva”

    «Mi è appena arrivato un messaggio dalla conferenza dei servizi, è stata approvata l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, ndr), lo stabilimento di Taranto è salvo, la siderurgia italiana è salva». L’annuncio del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, è arrivato ieri pomeriggio dal palco della Cisl, durante il congresso della sigla sindacale.La nuova autorizzazione integrata ambientale Aia appena rilasciata (contrari Regione, Comune e Provincia) prescrive il limite di sei milioni di tonnellate annue di produzione per 12 anni e pone 470 prescrizioni. Si tratta, comunque, di un’autorizzazione temporanea, che andrà rivista a partire da agosto in base all’accordo di programma tra governo, enti locali di Taranto e Regione Puglia sulla decarbonizzazione della fabbrica. Per la definizione di questo accordo, Urso ha convocato per il 31 luglio l’incontro conclusivo. Il vero successo sarà, dunque, la versione definitiva; ma il documento rilasciato ieri serve per non far eseguire al tribunale di Milano la chiusura dello stabilimento tarantino.Lo stesso ministro, poco prima di dare l’annuncio, aveva spiegato che l’autorizzazione è una sorta di «ponte» in attesa che venga approvato il piano di piena decarbonizzazione, «perché io non posso imporre al comune di Taranto la nave rigassificatrice, è competenza del Comune, né posso fare una gara sapendo che il comune si oppone ad un fattore abilitante. Nessuno investe se non ha certezza che l’investimento si realizzi».Intanto, l’Ombudsman europeo – ovvero l’organo che indaga sulla cattiva amministrazione delle istituzioni Ue – ha avviato un’indagine sulla Commissione Ue per la presunta inazione nei confronti dell’Italia sul caso ex Ilva, nonostante la procedura d’infrazione aperta nel 2013 per violazioni delle norme Ue sulle emissioni industriali e sull’ambiente. Lo ha comunicato lo stesso Mediatore in una lettera a Ursula von der Leyen. L’Ombudsman chiede a Bruxelles, entro il 30 settembre, un resoconto dettagliato delle misure adottate a partire dall’invio della prima lettera di costituzione in mora a Roma. Ai fini dell’indagine, il team incaricato dall’Ombudsman, Teresa Anjinho, dovrà esaminare l’intero fascicolo relativo alla procedura d’infrazione sempre entro il 30 settembre. LEGGI TUTTO

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    Stellantis punta al Marocco e raddoppia la produzione

    Focus di Stellantis sul business nordafricano. Lo stabilimento di Kenitra, in Marocco, punta a raggiungere un milione di veicoli prodotti annualmente entro il 2030. Lo stesso obiettivo, ormai divenuto utopico, che il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, aveva posto all’ex ceo del gruppo Carlos Tavares per il nostro Paese.Grazie a un investimento di 1,2 miliardi l’impianto marocchino si concentrerà sulla realizzazione di piccoli mezzi a batteria, nuove alimentazioni ibride leggere (350mila unità l’anno) e nuovi veicoli elettrici a tre ruote (65mila l’anno) a partire da questo mese. Il tutto destinato ai mercati locali. Stazioni di ricarica ad alta capacità saranno inoltre disponibili all’interno dell’impianto. Aumentata la capacità produttiva dei quadricicli, tra cui la Fiat Topolino, fino a 70mila unità nei 12 mesi. A lavorare ai progetti sono quttromila tra ingegneri e tecnici.A darne notizia è stata l’agenzia egiziana Map ripresa e subito rilanciata da Bloomberg. Immediate le reazioni politiche in Italia: dal vicepremier Matteo Salvini («Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa», vista la situazione in Italia) a Carlo Calenda, di Azione («Si chieda conto al signor John Elkann dell’ennesima presa per i fondelli»).Il piano che trova ora attuazione fa comunque parte della strategia che Stellantis ha messo a punto prima della nomina di Antonio Filosa a ceo. Nella visione del gruppo, infatti, il Marocco rappresenta uno snodo importante dal punto di vista geografico grazie, soprattutto, a infrastrutture logistiche come il porto di Tangeri Med situato a 14 chilometri dalla Spagna, sulla via di transito tra Africa, Europa e Americhe.Il progetto di Stellantis mira a far diventare il sito di Kenitra un grande hub per l’elettrificazione. All’inizio del 2026, inoltre, è previsto lo sbarco della piattaforma «Smart-car», la stessa che ha dato vita alla Fiat Grande Panda prodotta in Serbia. LEGGI TUTTO