More stories

  • in

    Scoppia la guerra del miele: cosa rischiano i vasetti in vendita supermercato

    È a rischio il futuro di moltissime aziende del settore: questo l’allarme lanciato con preoccupazione da Miele in Cooperativa, l’Associazione nazionale di rappresentanza con oltre 450 mila alveari in tutta Italia. Riflettori accesi su quella che possiamo ribattezzare la guerra del miele, in particolare sul vertiginoso aumento di importazioni in Europa dall’Ucraina, i numeri non lasciano grandi margini di interpretazione: da 6 mila tonnellate a 35 mila tonnellate l’anno.Come evidenziato dall’associazione nazionale di rappresentanza, i lunghi negoziati tra i due attori internazionali hanno portato alla firma di una revisione dell’intesa di libero scambio che da luglio regolerà ulteriormente la parte commerciale. Una situazione che comporta un “rischio molto alto per l’apicoltura italiana” secondo Miele in Cooperativa: “L’incremento da 6 mila a 35 mila tonnellate di esportazioni ci lascia molto perplessi viste le pregresse capacità produttive dell’Ucraina, parliamo di quantità enormi e preoccupanti sia da un punto di vista qualitativo che di origine. Numeri che giustificano sospetti di triangolazioni che andrebbero a vantaggio di speculatori e non certamente dei colleghi apicoltori ucraini”. E non è tutto, perchè le ripercussioni potrebbero essere esiziali per molte società del settore: “Inoltre la decisione di ampliare le dimensioni dell’accordo potrebbe ulteriormente aggravare la crisi di mercato del miele comunitario che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di tantissime aziende apistiche”. LEGGI TUTTO

  • in

    DEKRA celebra i 100 anni di attività, tra sicurezza stradale e crescita globale

    Compie 100 anni DEKRA, fondata nel 1925 e specializzata a livello mondiale nel settore della mobilità sicura, nelle ispezioni, verifiche di conformità e certificazioni, attiva in più di 60 Paesi in cinque continenti. La forza lavoro è di oltre 48mila dipendenti (circa 1000 in Italia), in aumento di 800 unità nel 2024, anno in cui DEKRA ha consolidato una crescita stabile con ricavi che superano i 4,29 miliardi di euro, con un incremento del 4,7 % rispetto all’anno precedente. La Camera dei Deputati ha ospitato la celebrazione del centenario di DEKRA con l’evento “Securing the future. 100 anni di DEKRA: un secolo di crescita, innovazione e fiducia nel futuro”, che ha offerto anche l’occasione per illustrare la progettualità futura di DEKRA, orientata verso servizi all’avanguardia nei settori della sicurezza informatica automobilistica, dell’innovazione tecnologica, della mobilità sicura e sostenibile.
    Espansione internazionale e certificazioni
    L’espansione internazionale di DEKRA è iniziata con l’ingresso nei mercati di Francia e Italia nel 1988, per allargarsi poi a Paesi come Cina, Stati Uniti, Sudafrica e Nuova Zelanda. In Arabia Saudita ha aperto recentemente la prima stazione #inspection nella città di Ha’il, per svolgere attività di ispezioni tecniche periodiche. Con il laboratorio di prova autorizzato da Wi-Fi Alliance® a Stoccarda, DEKRA amplia la sua rete di laboratori autorizzati a Malaga (Spagna), Guangzhou (Cina) e Taiwan, mentre con quello di test e certificazione delle batterie a Klettwitz, compie un passo avanti per diventare il più grande centro di test indipendente al mondo per la mobilità. Nel 2025 DEKRA avvierà un nuovo servizio, il “Digital Trust Service”: per la prima volta, tre aspetti essenziali della sicurezza – sicurezza funzionale, cybersecurity e IA – saranno riuniti in un unico processo di test e certificazione. Nel nostro Paese, DEKRA Italia opera da oltre 30 anni con sede centrale a Milano e uffici a Roma, Torino, Verona, oltre a laboratori a Osnago e Thiene, affiancando aziende dei settori mobilità, industria e formazione. L’obiettivo è garantire sicurezza globale in tutti i settori del trasporto (gomma, rotaia, aereo, marittimo) promuovendo una cultura organizzativa orientata alla salute e sicurezza sul lavoro.

    Vision e innovazione
    La vision per il centenario dell’azienda è quella di fare di DEKRA il partner globale per un mondo sicuro e sostenibile. Con i suoi servizi, DEKRA copre l’intero ciclo di vita delle tecnologie energetiche rinnovabili, dalla pianificazione e progettazione, attraverso la produzione e il funzionamento, fino allo smantellamento e al riciclaggio. Con il riconoscimento Platinum della piattaforma EcoVadis, DEKRA rientra ora tra l’1% delle aziende classificate come sostenibili.
    Sicurezza stradale e mobilità sostenibile
    DEKRA persegue un approccio integrato alla mobilità, combinando tecnologia, progettazione stradale e responsabilità individuale al fine di ridurre al minimo il rischio di incidenti. Al centro dell’azione di DEKRA, che ogni anno presenta in Parlamento e all’ONU, un Rapporto sulla sicurezza stradale, vi è la tutela degli utenti, che può essere supportata dall’uso di tecnologie avanzate per migliorare la sicurezza stradale, ottimizzare i flussi di traffico e ridurre le emissioni, verso l’obiettivo di “Vision Zero”, una strategia ambiziosa che punta ad azzerare il numero di incidenti stradali e le relative vittime. In tal senso, DEKRA sta sviluppando servizi di test anche in settori come la sicurezza informatica automobilistica, i sistemi avanzati di assistenza alla guida e i concetti di guida alternativi.

    Green Deal e partnership UNICEF
    Partecipando a iniziative come l’European Green Deal e REPowerEU, DEKRA svolge un ruolo fondamentale nel viaggio verso la neutralità climatica. Ciò include il sostegno a progetti come i test delle infrastrutture a idrogeno, la conduzione della dovuta diligenza ambientale e la garanzia della conformità al regolamento UE sulle batterie. In occasione del suo centenario, DEKRA si apre, inoltre, alla responsabilità sociale, attraverso una partnership con l’UNICEF per l’iniziativa Water Security for All. Insieme, le due organizzazioni stanno implementando programmi per fornire l’accesso all’acqua potabile pulita nelle Regioni colpite dai cambiamenti climatici, tra cui pompe d’acqua a energia solare, centri di formazione tecnica e moderno trattamento delle acque sotterranee.
    Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha dichiarato: “100 anni sono un traguardo importante, non sono molte le aziende che possono fregiarsene. Arrivare a questo compleanno significa aver lasciato un segno nella storia del proprio Paese. DEKRA ha da tempo superato i confini nazionali e quelli europei, diventando un marchio globale. Anche da centenaria DEKRA resta orientata al futuro e determinata ad affrontare le tante sfide globali. Lo si evince dagli investimenti strategici, tanto nel core business quanto nel settore del futuro. La tecnologia evolve, ma a cento anni dalla fondazione DEKRA è ancora sinonimo di sicurezza dei veicoli e questo senza tralasciare nuovi servizi nei settori della mobilità, della sostenibilità, del digitale. DEKRA certifica le prestazioni ambientali delle aziende, ma fa anche qualcosa di più, offrendo formazione per accompagnarle nella transizione, che è una funzione fondamentale”.
    Secondo Giuseppina Castiello, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per i Rapporti con il Parlamento: “Oggi si festeggia il centenario di questa grandissima realtà mondiale come DEKRA. Un secolo di innovazione e fiducia per affrontare le sfide del mercato e il cambiamento. È un momento importante e celebrativo, che deve essere anche da stimolo per continuare il processo di innovazione e costruzione per il futuro della società. Il percorso intrapreso è volto a garantire un equilibrio tra sostenibilità, benessere e sicurezza stradale, al fine di ridurre al minimo gli incidenti, il numero delle vittime e i feriti. In questo senso, DEKRA segue un approccio integrato che va nella giusta direzione coniugando sviluppo, formazione e sicurezza, in linea con l’azione del Governo”.
    Maria Tripodi, Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha osservato: “DEKRA è un esempio di quella internazionalizzazione delle imprese che va nella direzione di una diplomazia della crescita particolarmente cara al Governo. DEKRA è un’azienda iconica nel campo della sicurezza. La sfida della transizione ecologica è un tema molto importante a cui in passato ci si è approcciati solo a livello ideologico. Ben vengano dunque, giornate come questa per rafforzare sinergie e alleanze strategiche tra aziende e politica a tutela della mobilità e della prevenzione. È la via giusta per fare in modo che ci possano essere risultati sul lungo periodo ma anche per far fronte alle sfide quotidiane che ci troviamo ad affrontare”.
    Secondo Francesco Battistoni, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati: “Stiamo vivendo un momento cruciale per il futuro del nostro Paese. Italia, Europa e Occidente sono chiamate insieme a confrontarsi con molteplici sfide legate alla competitività e alla capacità che avremo di essere attrattivi negli scenari globali. La sostenibilità ambientale, così come quella energetica, per alcuni anni sono state viste come misure dogmatiche che non ammettevano soluzioni diverse rispetto a quelle pensate e, in certi casi, imposte. In questi anni siamo riusciti a cambiare questa prospettiva. Le diverse transizioni che stiamo attraversando sono diventate opportunità. Abbiamo tenuto insieme la sostenibilità sociale ed economica, abbiamo introdotto il concetto di neutralità energetica, siamo stati capaci di offrire uno scenario diverso. Come Italia e grazie al ministro Pichetto Fratin stiamo ridisegnando le politiche ambientali ed energetiche. In questo scenario di grandi cambiamenti e di opportunità, realtà internazionali come DEKRA stanno mettendo la propria esperienza al servizio di una transizione pragmatica verso un futuro sostenibile. È un processo irreversibile nel quale imprese, cittadini, politica e Istituzioni sono chiamati a misurarsi con queste sfide epocali con una visione comune e con concretezza”.
    Toni Purcaro, Executive Vice President DEKRA Group and Chairman DEKRA Italy, ha affermato: “Il centenario della fondazione di DEKRA rappresenta un traguardo importante. Il nostro principale obiettivo è quello di migliorare non solo la sicurezza stradale, ma anche quella nelle case e nelle aziende, cercando di stare al passo con l’innovazione tecnologica, vero e proprio faro di riferimento delle politiche messe in campo da DEKRA. La sicurezza non è solo uno standard tecnico o un approccio di gestione del rischio, ma è un diritto. Il nostro obiettivo è rendere il mondo più sicuro, protetto e sostenibile per le prossime generazioni. Celebrare cento anni di storia offre, quindi, l’opportunità per riflettere sulle criticità attuali e sulle progettualità che, come DEKRA, abbiamo avviato nella consapevolezza che occorra affrontare con determinazione e skills altamente qualificate le nuove sfide del futuro”. LEGGI TUTTO

  • in

    Rinviato lo stop ai diesel Euro 5. Un altro anno di respiro per il Nord

    Il governo concede un altro anno di tempo agli automobilisti del Nord Italia prima di applicare lo stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5. Con un emendamento approvato al decreto Infrastrutture, il termine slitta dal primo ottobre 2025 al primo ottobre 2026. Lo comunica il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), esprimendo “grande soddisfazione” da parte del vicepremier Matteo Salvini, che definisce la misura “una scelta di buonsenso”.Il provvedimento riguarda le regioni della Pianura Padana – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – e modifica anche i criteri applicativi: le limitazioni alla circolazione dovranno essere introdotte con priorità solo nei comuni con oltre 100.000 abitanti, rispetto alla soglia precedente dei 30.000.Dopo il 2026, le Regioni potranno anche decidere di non inserire nei piani di qualità dell’aria lo stop ai diesel Euro 5, purché adottino misure compensative “idonee a raggiungere livelli di riduzione delle emissioni inquinanti coerenti con i vincoli derivanti dall’ordinamento europeo”.L’emendamento lascia però la porta aperta a restrizioni anticipate: le Regioni potranno introdurre il blocco anche prima del 2026, aggiornando i rispettivi piani e provvedimenti attuativi.“Grande soddisfazione da parte del vicepremier e ministro Matteo Salvini, che per primo aveva garantito interventi per modificare i divieti”, ribadisce il Mit. “Dare un freno alle follie di Bruxelles sull’Euro 5 è e sarà sempre un obiettivo della Lega”, afferma il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, primo firmatario dell’emendamento. “Pragmatismo e realismo contro le derive ideologiche di una certa Europa”.La battaglia europeaIl tema delle emissioni resta centrale anche in sede europea. La Commissione Ue ha confermato che presenterà non prima del secondo trimestre 2026 la proposta di revisione delle norme sulle emissioni di CO2 per le auto, che prevede lo stop a benzina e diesel dal 2035. La consultazione pubblica sul dossier è stata appena aperta e, su pressione di Italia e altri Paesi, l’iter sarà avviato “a fine 2025”. LEGGI TUTTO

  • in

    Transizione demografica: Upb, si perderanno 700mila lavoratori in 5 anni

    L’invecchiamento della popolazione e il calo demografico avranno impatti significativi sull’economia italiana, in particolare su pensioni, sanità, assistenza e produttività. Lo ha spiegato la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Lilia Cavallari, nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica.Il quadro tracciato dall’Upb evidenzia un aumento delle spese legate all’invecchiamento, in particolare pensioni e sanità, con un picco atteso attorno al 2040. Tuttavia, “nonostante la prospettiva di un significativo aumento delle spese legate all’invecchiamento nel prossimo decennio (con un picco nel 2040), le proiezioni disponibili mostrano una sostanziale tenuta dei conti pubblici nel lungo periodo”, ha affermato Cavallari. L’Upb sottolinea che tale tenuta sarà possibile grazie alla piena attuazione del sistema contributivo e al calo demografico stesso, che alla lunga frenerà la spesa.Cavallari ha spiegato che “il calo della popolazione iniziato nel 2014 continuerà accompagnandosi all’invecchiamento progressivo”, con la quota di giovani destinata a stabilizzarsi intorno al 24%. Questo avrà un effetto diretto sulla forza lavoro: “Se mantenessimo i tassi attuali di occupazione, nei prossimi cinque anni avremmo una perdita di 700 mila unità”, ha detto. Un calo che inciderebbe negativamente anche sulla produttività, già penalizzata dalla crescente incidenza di lavoratori nella fascia 50-64 anni.Il tema pensionistico resta centrale. Secondo l’Upb, “tra il 2022 e il 2070 il rapporto della spesa pensionistica lorda sul Pil diminuirebbe di 1,9 punti percentuali”. Ma a patto che siano rispettati i meccanismi di adeguamento esistenti: “È importante che venga mantenuto l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita dei requisiti anagrafici e contributivi minimi per l’accesso al pensionamento al fine di attenuare l’aumento dell’indice di dipendenza dei pensionati ed evitare che le pensioni risultino troppo basse, con conseguenti pressioni sugli istituti assistenziali”, ha ribadito la presidente.Un altro fronte critico è la sanità. “Le maggiori criticità provengono dalle pressioni dal lato dell’offerta, che vanno tenute sotto controllo con la programmazione e la regolazione del sistema, e dalle attuali debolezze del Servizio sanitario nazionale, che andrebbero affrontate con un rafforzamento strutturale a partire da misure di contrasto all’abbandono da parte del personale”, ha sottolineato Cavallari. “Rimane aperta la questione dell’adeguatezza dell’attuale finanziamento del Ssn e della garanzia dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale”.Quanto all’assistenza di lungo termine (long-term care), l’Upb evidenzia che il sistema italiano è ancora impreparato ad affrontare gli effetti della transizione demografica. “Un rafforzamento del sistema, per avvicinarlo ai migliori standard europei, implicherebbe ulteriori incrementi di spesa e un riorientamento dai sostegni monetari ai servizi pubblici”, si legge nella memoria depositata.Per contenere gli effetti della transizione demografica, l’Upb indica una strategia su più fronti: occupazione, istruzione, conciliazione vita-lavoro, natalità e immigrazione. “È necessario intervenire con politiche che favoriscano una più ampia partecipazione al mercato del lavoro, riducendo gli inattivi, migliorando le condizioni di occupabilità degli individui in età da lavoro”, ha detto Cavallari, ricordando che nel 2024 il bacino dell’inattività riguardava oltre 12 milioni di persone, due terzi delle quali donne. “Anche questo costituisce un freno all’attività produttiva oggi e diventerà sempre meno accettabile domani, quando la popolazione in età lavorativa si ridurrà ancora”.Un ruolo fondamentale, ha spiegato la presidente, spetta anche all’immigrazione qualificata e al contrasto all’emigrazione giovanile. “Il saldo migratorio può dare un supporto significativo al contenimento del declino demografico e ad aumentare la popolazione attiva”, ha affermato, sottolineando la necessità di “potenziare la capacità di attrarre lavoratori qualificati e di trattenere i giovani che emigrano”. LEGGI TUTTO

  • in

    Imprese italiane più fiduciose, ma pesano i timori sui dazi Usa

    Nel secondo trimestre del 2025 il clima tra le imprese italiane mostra segnali di cauta ripresa, pur restando in un quadro complessivamente fragile. Secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita, le valutazioni generali delle aziende sulla situazione economica del Paese restano sfavorevoli, ma con un saldo negativo tra giudizi positivi e negativi in sensibile miglioramento: da -30 punti percentuali nel primo trimestre a -20 nel secondo. Un’evoluzione che interessa trasversalmente tutti i settori produttivi, le dimensioni aziendali e le aree geografiche.A trainare questa inversione di tendenza è soprattutto la domanda interna, che torna a fornire segnali positivi per la prima volta dopo tre trimestri. Le imprese si mostrano anche più fiduciose sul fronte occupazionale, prevedendo una crescita dell’occupazione in tutti i comparti per il terzo trimestre. Anche le condizioni percepite per investire sono giudicate meno sfavorevoli rispetto al passato, e le previsioni per il 2025 indicano un incremento degli investimenti leggermente più marcato rispetto alla scorsa primavera.Nonostante questi segnali incoraggianti, le incertezze restano. In particolare, preoccupano le conseguenze delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti: il 32% delle aziende manifatturiere e il 12% di quelle dei servizi segnalano già impatti negativi legati all’annuncio e all’applicazione dei dazi americani. LEGGI TUTTO

  • in

    Bonus spesa 2025: chi ne ha diritto, quando arriva e come funziona

    Torna anche per il 2025 la Carta “Dedicata a te”, meglio conosciuta come Bonus spesa. Si tratta di un contributo pensato per aiutare le famiglie con un reddito basso ad affrontare le spese quotidiane, dal supermercato alla benzina. L’importo resta di 500 euro, caricati su una carta prepagata che potrà essere ritirata negli uffici postali. Ma chi potrà beneficiarne? E quando sarà disponibile? Ecco quello che sappiamo finora.Cos’è la Carta “Dedicata a te”Si tratta di una carta prepagata distribuita da Poste Italiane, caricata con 500 euro, che può essere utilizzata per fare la spesa nei supermercati per prodotti alimentari essenziali, fare rifornimento di carburante, acquistare abbonamenti al trasporto pubblico locale.Il bonus è rivolto a famiglie con un Isee fino a 15.000 euro e residenti in Italia. Non è prevista alcuna procedura di richiesta online o in Comune. I beneficiari verranno individuati automaticamente da Inps e Comuni, sulla base dei dati già in loro possesso. Sarà poi il Comune a comunicare alle famiglie l’assegnazione della carta e le modalità di ritiro.Quando arrivaPer il 2025 non c’è ancora una data ufficiale. Lo scorso anno, il decreto ministeriale che autorizzava l’erogazione del contributo è arrivato a giugno, con la consegna delle carte prepagate partita a settembre. È probabile che anche quest’anno i tempi siano simili, se non un po’ più lunghi, visto che siamo già a luglio, ma per averne certezza bisognerà attendere il decreto del Ministero dell’Agricoltura.Chi ne ha dirittoIl beneficio spetta alle famiglie con Isee ordinario fino a 15.000 euro, come detto, residenti in Italia e iscritte all’Anagrafe comunale e non già beneficiarie di altre misure di sostegno al reddito come Carta Acquisti, Naspi, Dis-Coll e altre indennità di disoccupazione, Cassa integrazione o fondi di solidarietà per integrazione al reddito.Inoltre, per l’assegnazione viene data priorità ai nuclei con almeno 3 componenti, di cui uno minorenne (con età da confermare nel decreto), alle famiglie con Isee più basso, in ordine decrescente.Chi ha più possibilità di ricevere il bonusOltre ai requisiti di reddito e composizione familiare, anche il numero di carte disponibili in ciascun Comune dipenderà dai fondi che verranno assegnati per il 2025. La distribuzione avviene secondo due criteri:per il 50% in base alla popolazione residente, cioè più abitanti ha un Comune, più carte gli spettano;per il restante 50% considerando la differenza tra il reddito pro-capite medio del Comune e la media nazionale: i territori con redditi più bassi rispetto alla media avranno un numero maggiore di carte.In altre parole, vivere in un Comune dove il reddito medio è inferiore a quello nazionale può aumentare le possibilità di rientrare tra i beneficiari della Carta “Dedicata a te” 2025.Come sapere se si è beneficiariDopo la pubblicazione del decreto, l’Inps avrà 30 giorni di tempo per inviare ai Comuni gli elenchi dei beneficiari. Saranno poi i Comuni a verificare le liste e a comunicare direttamente alle famiglie l’assegnazione della Carta “Dedicata a te”.Cosa si può acquistareL’importo di 500 euro può essere utilizzato per:generi alimentari di prima necessità (carni, pesce fresco, latte e derivati, pane, pasta, riso, legumi, frutta e verdura, miele, zucchero, cioccolato e persino alimenti per l’infanzia);carburante per l’auto;abbonamenti al trasporto pubblico locale.Non sono invece consentiti acquisti di altri beni o servizi. LEGGI TUTTO

  • in

    Stellantis in caduta libera. Crolla la produzione (-33%)

    Nel 2026 Stellantis si gioca buona parte della produzione in Italia. Il prossimo sarà l’anno decisivo per gli impianti dislocati nel Paese. Occorrono modelli che assecondano le richieste del mercato e, soprattutto, a prezzi accessibili. Mentre tiene botta la Pandina di Pomigliano d’Arco, che da sola con 67.500 unità e seppur in calo del 15% sul 2024, copre il 54% della produzione totale in Italia, per la vera ripartenza sarà importante l’impatto della Fiat 500 ibrida da 17mila euro che Mirafiori sfornerà, nel 2026, in almeno 100mila pezzi.Lo stato dell’arte di Stellantis, presentato nel rapporto del sindacato Fim-Cisl, vede un primo semestre in peggioramento rispetto a un anno fa. La produzione si è attestata a 221.885 veicoli, tra auto e furgoni (-26,9%), mentre se si guarda alle sole vetture il calo risulta maggiore: -33,6% (123.905 auto), in pratica un terzo della produzione. «Tutti gli stabilimenti del gruppo – avverte il segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano – sono in negativo ed evidenziano un forte peggioramento. Anche Pomigliano d’Arco, unico impianto positivo nel 2024, non sfugge a questa situazione. E non si intravedono segnali di ripresa entro l’anno. Il calo dei volumi e il ricorso agli ammortizzatori potrebbe addirittura aumentare, coinvolgendo già oggi quasi la metà della forza lavoro».Tocca al ceo Antonio Filosa e al suo team, a questo punto, mettere il piede sull’acceleratore per porre rimedio agli errori strategici del passato all’origine di ritardi nei lanci, insieme alla cancellazione di modelli che, se invece rinnovati, avrebbero continuato a dare il loro importante apporto. Il Suv Stelvio di Alfa Romeo, per esempio, arriverà solo tra il 2026 e il 2027. Ideato per essere solo elettrico, la tendenza del mercato ha imposto la revisione del progetto allo scopo di montare l’alimentazione ibrida. E non è l’unico caso. Ecco allora Cassino patire questa dilatazione dei tempi con la produzione – tra le Alfa Stelvio e Giulia, e Maserati Grecale – crollare del 34% a 10.500 vetture. Solo nel 2017 questa fabbrica sfornava sette volte tanto e dava lavoro a 4.400 persone, ora più che dimezzate. E Modena? Solo 45 le auto prodotte (-71,9%). Nel primo semestre 2026 da Melfi uscirà la nuova Jeep Compass, modello che ha raccolto l’apprezzamento del mercato, con la motorizzazione ibrida. Peccato, però, che la precedenza è stata data, nella seconda parte di quest’anno, alla versione elettrica. LEGGI TUTTO

  • in

    Sull’Ilva anche la mazzata delle cause

    Alla vigilia dell’incontro clou per l’ex Ilva di Taranto, emerge per il polo siderurgico – qualsiasi sia il suo destino – un quadro finanziario complicato da numeri non lusinghieri, ma soprattutto gravato da una valanga di cause legali pendenti. Secondo la seconda relazione semestrale al 31 dicembre 2024, visionata dal Giornale, e depositata dai commissari il 30 giugno, su Acciaierie d’Italia spa (ex Ilva) pendono cause in corso per circa 400 milioni. Nel complesso, una quarantina di cause hanno un valore stimato, ma altre 27 non sono determinate o stimabili. Facilmente, dunque, il conto potrebbe salire a mezzo miliardo di euro. Buona parte, circa 340 milioni, per conto dell’ex azionista esautorato Arcelor Mittal. In sostanza, dunque, il commissariamento dell’azienda che ha spinto fuori dalla gestione aziendale i soci privati, non si è esaurito lì spingendo, come prevedibile, la multinazionale a rivendicare una serie di presunti diritti con un massiccio ricorso agli avvocati e un numero vario di cause per conto delle sue diverse controllate.Oltre all’ex socio, tra i nomi noti troviamo Cimolai che chiede almeno 520mila euro, Conai-Consorzio Nazionale Imballaggi con mille euro, Intesa Sanpaolo con almeno 520mila euro, Bper Factor con 94 milioni, Elmec (indeterminato), Snam Rete Gas con almeno 520mila euro. Guardando ai numeri al 31 dicembre 2024, il quadro non è buono, ma sicuramente migliore di quello attuale. Da inizio anno, infatti, si è perso per strada un altoforno e la produzione si è ridotta al lumicino.Nel dettaglio, nel periodo che va dal 1 settembre al 31 dicembre 2024 (definito arbitrariamente semestrale), l’azienda ha registrato ricavi per 687mila euro, un ebitda in rosso per 218mila euro, ebit negativo per 607mila euro e una perdita netta di 634 mila euro. Il tutto, accompagnato da 2,9 milioni di debiti, di cui 1,5 concorsuali (la voce comprende il totale dei crediti ammessi all’udienza di verifica delle domande tempestive del 19.06.2024). Impietose le disponibilità liquide: 127mila euro.Rilevante anche il numero e il valore delle consulenze che, per 4 mesi arrivano a 2,92 milioni: 927mila euro sono andati a Boston Consulting, 488mila euro a McKinsey & Company, 724mila euro a Bdo Italia Spa, 497mila euro allo studio BeLex, 37mila euro a Gran Thornton Consultants, 36mila euro a Comin &Partners, 63mila euro agli avvocati Marco Annoni e Luisa Torchia, 114mila euro al prof. Corrado Gatti, 36mila euro alla società di revisione Audirevi. LEGGI TUTTO