More stories

  • in

    Pronto il bonus tredicesime fino a cento euro in più per famiglie con redditi bassi

    Slitta il bonus tredicesime. Il decreto legislativo sulla revisione delle imposte Irpef e Ires che conterrebbe la misura doveva approdare nel consiglio dei ministri di ieri, ma è stato tolto a sorpresa dall’ordine del giorno della riunione diffuso poche ore prima. Non ci sono motivazioni ufficiali e, a quanto filtra, dovrebbe essere pronto per l’esame preliminare la prossima settimana.Dal Ministero dell’Economia spiegano il rinvio con la necessità di approfondire un decreto complesso – che attua la delega fiscale – e che non avrebbe comunque carattere di urgenza. La novità nelle bozze che circolano del provvedimento è un’indennità fino a 100 euro nelle tredicesime dei lavoratori con reddito fino a 28mila euro con moglie e almeno un figlio, anche se nato fuori del matrimonio riconosciuto, adottivo o affidato. Il bonus, si spiega nella relazione illustrativa, «a causa della limitatezza delle risorse disponibili» sarà corrisposto per il solo 2024 «ai lavoratori che si trovano in condizioni economiche di particolare disagio, anche in considerazione della presenza, nel nucleo familiare, di familiari a carico fiscalmente». L’importo del bonus verrà definito entro il 15 novembre 2024. LEGGI TUTTO

  • in

    L’Europa approva la riforma del Patto. L’Italia non vota e pensa di cambiarla

    Ieri il Parlamento europeo ha approvato la riforma del Patto di Stabilità con 359 voti favorevoli, 166 contrari e 61 astensioni. Tutti i deputati italiani (tranne 4) o si sono astenuti o hanno votato contro. Si sono astenute Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. La maggioranza di governo, pur avendo attivamente lavorato al compromesso in sede comunitaria, ha preferito non dare il proprio via libera anche per i risvolti potenzialmente penalizzanti che il nuovo Patto potrebbe riservare alla nostra politica economica.Non a caso molti esponenti di maggioranza – da Calandrini (Fdi) a Martusciello (Fi) – hanno commentato l’esito accennando a future modifiche da parte del nuovo Parlamento Ue. E proprio le Europee alle porte hanno convinto le tre «gambe» del governo Meloni a non spaccarsi visto che il Carroccio aveva da tempo sbandierato la propria contrarietà.D’altronde, le opposizioni (che pure hanno provato a sfruttare la vicenda come un atto di sfiducia al ministro Giorgetti) non possono certo impartire lezioni di etica. Il Pd, che fa parte del Pse e sostiene von der Leyen, si è astenuto. M5s ha votato contro seguendo le invettive di Conte sul ritorno dell’austerità. Stessa dicotomia tra Iv e Azione. Anche in questo caso nessuno ha voluto prendersi la responsabilità di avallare un testo potenzialmente problematico.Occorre, quindi, spiegare che cosa si nasconda dietro questi giochi politici che hanno il manifesto obiettivo di non perdere consensi in vista di elezioni con il metodo proporzionale e nelle quali ogni partito corre per sé. Rispetto al vecchio Patto di Stabilità scompare l’obiettivo di medio termine, ossia la traiettoria verso il pareggio di bilancio a colpi di tagli al deficit strutturale e, soprattutto, scompare il taglio (mai attuato) del 5% del rapporto debito/Pil per i Paesi fortemente in rosso come l’Italia. Restano i parametri «totem» del 3% del deficit/Pil e del 60% del debito/Pil.Quello che è uscito dalla porta ricompare, però, dalla finestra sotto forma di Piano fiscale strutturale di medio termine con il quale i Paesi si impegnano a convergere verso quegli obiettivi con piani di rientro di 4 anni, estendibili a 7 anni a fronte di riforme che migliorano il potenziale di crescita e la sostenibilità dei conti pubblici. In pratica, il primo triennio di applicazione beneficerà nel 2025 e nel 2026 di una certa tolleranza nei confronti del Pnrr (che è debito ma anche deficit visto il cofinanziamento delle singole nazioni) per consentirne il completamento.La Commissione europea comunicherà successivamente agli Stati una «traiettoria di riferimento» per porre il debito in un percorso discendente e sostenibile e calcolata con metodologia data. L’annuncio è atteso il 19 giugno, a elezioni già terminate, ma quel che è certo è che il debito/Pil dovrà scendere dell’1% all’anno per i Paesi come l’Italia con il parametro sopra il 90% (il nostro Paese è al 137,3% ma destinato a salire causa Superbonus 110%). Per i pochi Paesi con debito fra il 60 e il 90% del Pil la correzione prevista è dello 0,5 per cento annuo.La questione maggiormente «spinosa» è rappresentata dal braccio correttivo, ossia il percorso studiato per i Paesi con deficit sopra il 3% del Pil. Sempre a causa del Superbonus l’Italia si presenta all’appuntamento della più che certa procedura per disavanzo eccessivo, con uno sbilancio al 7,4% del Pil. Questo vuol dire che al termine del piano di rientro il nostro Paese dovrà costituire un «cuscinetto» di salvaguardia portando il deficit/Pil all’1,5% in modo da gestire in autonomia (e non affidandosi a Bruxelles) eventuali spese in deficit impreviste. Nel frattempo, dovrà essere garantita una riduzione del deficit strutturale dello 0,5% annuo per i Paesi con piani a quattro anni (0,2-0,3% a sette anni). Insomma, la fase iniziale di applicazione del nuovo Patto non dovrebbe essere una tragedia anche perché, oltre al Pnrr, si terrà conto (escludendola) della spesa per interessi nonché degli investimenti per la difesa. LEGGI TUTTO

  • in

    BF, shopping da 33 milioni in Belgio

    BF punta a espandersi all’estero e conduce in porto una doppia operazione per alimentare le sue ambizioni. Il gruppo agro-industriale guidato dall’amministratore delegato Federico Vecchioni (in foto), infatti, tramite la controllata BF International ha ufficializzato di aver acquisito per 33,1 milioni la belga Agriconsulting Europe (Aesa). Inoltre, è stato firmato un contratto con Simest, la […] LEGGI TUTTO

  • in

    Crt, via Palenzona: assalto alle poltrone

    Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla presidenza di Fondazione Crt. Lo ha fatto alla sua maniera, con una lettera molto dura in cui ha orgogliosamente sottolineato di aver «onorato e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale». La situazione è definitivamente precipitata dopo il […] LEGGI TUTTO

  • in

    Tim, Labriola vince ai punti e torna a parlare di dividendi

    Un’altra nube si dissipa sopra al cielo di Tim. Ieri l’assemblea dei soci ha votato a larghissima maggioranza la lista del consiglio d’amministrazione, con la conferma del ceo Pietro Labriola che ora potrà proseguire con l’ultimo miglio dell’operazione-rete con il fondo Kkr. Si è astenuto come da promessa il primo azionista Vivendi, contrario alla cessione […] LEGGI TUTTO

  • in

    Lavazza, pausa caffè da 650 milioni con Ivs  

    Le macchinette del caffè Ivs entrano nella galassia Lavazza. Il gruppo torinese guidato da Antonio Baravalle (nella foto) ha lanciato – attraverso il veicolo Grey – un’Opa volontaria per cassa sulla totalità delle azioni Ivs, attivo nella distribuzione automatica di caffè, bevande e snack con un fatturato 2023 pari a 726,1 milioni (+34%). Obiettivo finale: […] LEGGI TUTTO

  • in

    Terremoto in Fondazione Crt, Palenzona sbatte la porta

    L’irrevocabile passo indietro alla fine è arrivato. Fabrizio Palenzona ha comunicato ufficialmente le sue dimissioni dalla presidenza della Fondazione Crt in una lettera rivolta al presidente del collegio sindacale Luigi Tarricone e al vicepresidente vicario Maurizio Irrera. Al suo posto, da statuto, è previsto l’avvicendamento di Irrera.”Ho sempre onorato – si legge nel documento firmato da Palenzona – e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale. Posso affermare che tutti gli investimenti strategici e le principali scelte che han fatto della Fondazione Crt la terza per importanza a livello nazionale, portano la mia impronta e quella di chi, con me, ha ridato, a partire dal 1995, equilibrio territoriale alla nostra Fondazione”.L’uscita di scena di Palenzona a un anno dalla sua elezione arriva dopo alcune settimane turbolente all’interno della fondazione. La tensione è esplosa dopo un consiglio di amministrazione infuocato iniziato lo scorso fine settimana e con all’ordine del giorno la partita delle nomine per le partecipate di Crt. Nei fatti sfiduciato dal cda, Palenzona ha lasciato prematuramente la riunione, dimettendosi. Ad accendere la miccia però è stata la denuncia al Mef, da parte di Varese, dell’esistenza di un patto occulto sulla composizione dell’influente consiglio di indirizzo dell’ente. Patto poi rivendicato in un’altra lettera dall’ex consigliere Fabrizio Bonadeo. LEGGI TUTTO

  • in

    Fisco, arrivano gli aumenti sulle tredicesime: tutti gli importi

    Buone notizie per i lavoratori dipendenti. La bozza del decreto legislativo di revisione del regime Irpef e Ires atteso oggi in Cdm prevede all’articolo 4 che “per l’anno 2024, nelle more dell’introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo per i redditi di lavoro dipendente riferibili alle tredicesime mensilità, è erogata un”indennità, di importo non superiore a 100 euro, ai lavoratori dipendenti che hanno “un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro”. Ecco tutte le novità.I requisiti e la RitaL’ultima bozza visionata dall’AGI, oltre alla novità già anticipata, prevede che il lavoratore debba avere “il coniuge e almeno un figlio, anche se nato fuori del matrimonio riconosciuto, adottivo o affidato, che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del citato testo unico delle imposte sui redditi”. La cifra dell’indennità verrà definita tramite decreto del ministero dell’economia e delle finanze, il quale dovrà essere adottato entro il 15 novembre 2024. Inoltre dall’1 gennaio 2024 la Rita, ovvero la rendita integrativa temporanea anticipata, viene riconosciuta solo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per motivi diversi rispetto a quello del raggiungimento del requisito pensionistico di qualsiasi genere.I premi di risultatoIl testo conferma, inoltre, che i premi di risultato erogati dal primo gennaio 2025 saranno tassati al 10% rispettando il tetto di 3mila euro. Proprio su questi premi viene specificato che la corresponsione degli stessi dev’essere legata sia “al miglioramento, anche tenendo conto del contesto economico e sociale di riferimento, di indicatori di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione, reputazione e responsabilità sociale e sostenibilità ambientale, misurabili e verificabili esclusivamente sulla base di criteri definiti dalla contrattazione collettiva di cui al comma 187 e riferibili al datore di lavoro, a una sua unità produttiva ovvero al Gruppo di cui lo stesso fa parte ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile. Il medesimo regime si applica alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa”. LEGGI TUTTO