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    Lufthansa notifica a Bruxelles l’acquisto del 41% di Ita

    Da Lufthansa arriva notifica per l’acquisto 41% di Ita. La compagnia aerea tedesca ha inoltrato una comunicazione alla Commissione Ue in cui conferma la volontà di acquisire una quota di minoranza di Ita Airwways. A breve la notifica verrà registrata da Bruxelles, attualmente è in fase di registrazione.Il MefDal Ministero dell’Economia e Finanze è arrivata la notifica formale alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione europea per quanto riguarda l’entrata di Deutsche Lufthansa nel capitale di Ita Airways. In merito alla questione Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha affermato: “Era una operazione auspicata da tutti, se pensiamo a quanti soldi hanno speso gli italiani per mantenere l’ex Alitalia nel corso degli anni: cifre che fanno impressione. Sia io che il mio collega della Bdi, la Confindustria tedesca, avevamo fatto proprio un intervento congiunto sulla Commissione europea affinché si sbloccasse questa situazione e si permettesse finalmente la partenza del piano industriale della nuova compagna aerea”.Lufhtansa e l’acquisizioneL’acquisizione da parte della compagnia tedesca ammonterà a 325 milioni di euro in termini di un incremento di di capitale. Lufhtansa ha specificato che aveva già concordato l’azione assieme al ministero italiano dell’Economia e delle Finanze riferita alla quota di minoranza di Ita Airways nel mese di giugno 2023. Il gruppo tedesco ha affermato che il patto include alcune opzioni che consentiranno a Lufthansa di acquisire le restanti azioni di Ita in un momento secondario. La comunicazione specifica che “Ita Airways e Lufthansa Group inizieranno la loro cooperazione a livello commerciale e operativo immediatamente dopo aver ricevuto l’auspicata autorizzazione al controllo della fusione per l’investimento”. Inoltre la procedura avverrà al più presto alla fine del mese di gennaio 2024.La Commissione UeSull’accordo la Commissione europea avvierà un’indagine formale. Per quanto riguarda la scadenza provvisoria per concludere la prima fase dell’analisi questa è prevista per il 15 gennaio 2024, come specificato da un portavoce dell’esecutivo Ue. Bruxelles ha 25 giorni lavorativi per studiare l’operazione e dare l’ok. Nell’ipotesi in cui servissero altri accertamenti necessari per scongiurare turbamenti nel mercato interno, l’iter consente di usufruire di altri 90 giorni per l’esame con proroghe di 15 o 20 giorni lavorativi. LEGGI TUTTO

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    Pensione di reversibilità: come cambiano gli importi

    Sono diverse le riforme in atto sul fronte previdenziale, anche la pensione di reversibilità ha subito dei cambiamenti. Con le nuove misure possono beneficiare della somma nel caso in cui i nonni fossero deceduti anche i nipoti maggiorenni, orfani dei genitori e inabili al lavoro. Le novità sono dovute alla necessità di un adeguamento al tasso di inflazione che tra il mese di maggio e quello di giugno ha superato l’11%.La pensione di reversibilitàGli aumenti in questione previsti dalla legge finanziaria del 2023 sono finalizzati a limitare la perdita di potere d’acquisto. In generale gli incrementi finali in ambito pensionistico possono essere al massimo del 7,3%. Nello specifico le pensioni di reversibilità sono uno strumento per sostenere i familiari al quale è venuto a mancare un parente lavoratore o pensionato. La prestazione verrà comunque corrisposta nell’ipotesi in cui il soggetto deceduto abbia quindici anni di anzianità in termini contributivi e assicurativi nonostante non sia stato maturato il diritto alla pensione. Un altro caso riguarda l’aver raggiunto cinque anni di anzianità assicurativa e contributiva a patto che tre di questi precedano la data del decesso.Chi può beneficiarneColoro che possono trarre beneficio dalla pensione di reversibilità sono il coniuge o un soggetto che si sia unito civilmente. La misura spetta anche al titolare di un assegno divorzile. La prole può usufruire della misura a condizione che abbia 21 anni e non svolga alcun tipo di lavoro. Sono inclusi anche i figli fino a 26 anni di età nel caso in cui siano iscritti ad un corso di laurea e non svolgano alcuna attività lavorativa. I figli disabili, invece, possono favorire della prestazione se a carico della persona pensionata, in questo caso non vi è alcun limite d’età. La normativa da gennaio 2023 prevede l’estensione del diritto alla reversibilità anche ai nipoti maggiorenni, orfani da genitori e coloro che sono categorizzati come inabili a lavorare.Le cifreL’importo della pensione di reversibilità viene calcolato in base al grado di parentela di chi percepirà la misura. L’erogazione dell’importo è del 100% se il beneficio viene tratto da coniuge e da due o più figli. Nel caso in cui si tratti solo del coniuge la cifra è del 60%. Per un solo figlio si sale al 70%. Se gli aventi diritto sono un figlio e il coniuge o due figli e nessun coniuge la cifra arriva all’80%. La misura è cumulativa agli altri redditi personali con il requisito che non venga superato il limite di 22.315 euro all’anno. Nell’ipotesi in cui venga oltrepassata la soglia in questione si registrerà una riduzione del 25% se l’importo è superiore a tre volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti. Nel caso in cui la cifra superi quattro o cinque volte la somma minima annuale del medesimo fondo la riduzione ammonta rispettivamente al 40% e al 50%.Le riduzioniNello specifico le riduzioni della pensione di reversibilità considerando l’adeguamento all’inflazione pari al 5,4% e la cifra minima in termini di trattamento del prossimo anno di 598,61 euro, lè riduzioni ammonteranno a:• nessuno taglio per redditi entro il limite di 23.345,79 euro;• 25% per redditi compresi tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro;• 40% per redditi compresi tra 31.127,72 e 38.909,65 euro;• 50% per redditi superiori a 38.909,65 euro.La riduzione non si applica se i beneficiari sono figli minori di 18 anni, ai figli inabili e studenti. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, road show di FederlegnoArredo con le aziende del Veneto

    Tappa a Padova, dopo quella di Pesaro, del Road show FLA Plus organizzato da FederlegnoArredo per incontrare gli imprenditori del legno-arredo e presentare il progetto sulla sostenibilità sviluppato dalla federazione per supportare le aziende con servizi e strumenti innovativi e mantenere la competitività di tutto il settore.Il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin e il direttore di Symbola, Domenico Sturabotti hanno illustrato a Le Village by CA Triveneto, il percorso di sostenibilità intrapreso fino ad oggi e gli obiettivi a breve e lungo termine mentre quattro con quattro tavoli tematici hanno messo al centro i servizi integrati a disposizione degli associati all’interno della piattaforma digitale FLA Plus.“Essere sui territori a spiegare ai nostri associati il valore della sostenibilità, fornire loro gli strumenti affinché la transizione ecologica sia un’opportunità e non una difficoltà è uno degli obiettivi che ci siamo dati come federazione e che crediamo di aver interpretato al meglio, proprio con il Road show e con la piattaforma FLA Plus. È un percorso impegnativo – ha spiegato il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin – ma abbiamo il dovere di intraprenderlo, soprattutto in un momento di congiuntura economica così complesso che non è certo il presupposto migliore per pensare a una chiusura d’anno positiva”.“Tutti gli indicatori sono lì a dirci che nonostante l’inflazione sia in calo, i tassi di interesse restano alti con le conseguenti difficoltà di accesso al credito per famiglie e imprese. – ha aggiunto Feltrin -. Con un rallentamento, se non addirittura una frenata, dei consumi generali. Lo dimostrano ampiamente anche i dati sulla produzione industriale nazionale che nei primi nove mesi del 2023 ha segnato -5,4% per il mobile e -13,7% per il legno”.“Il fatturato del mobile fino ad agosto di quest’anno può dirsi stazionario con -1,8%, ma è dovuto prevalentemente all’aumento dei prezzi. Stante questa situazione anche il mio Veneto che ci ospita non può dirsi estraneo a un quadro in cui il Pil italiano è fermo nel terzo trimestre e gli indicatori del quarto sono in ulteriore rallentamento – ha concluso il presidente di FederlegnoArredo -. Come Federazione, anche nel dialogo con le istituzioni, siamo impegnati a individuare tutti gli strumenti che possano aiutare le nostre imprese ad affrontare situazioni così complesse e mutevoli, senza rinunciare a investire sulla sostenibilità e a fare ricerca per essere sempre più competitivi. Il road show sui territori per presentare FLA Plus va proprio in questa direzione”.Il Veneto anche nel primo semestre 2023 si conferma seconda regione per valore esportato a livello territoriale della filiera legno-arredo (1,98 miliardi di euro), in calo però del 4,6% sul primo semestre 2022, quindi in linea con la tendenza nazionale che nel primo semestre 2023 ha registrato -4,2% in termini di export. A confermarlo sono i dati Istat elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo presentati a Padova.Le esportazioni di mobili – il 79 % del totale della filiera veneta – per un valore pari a 1,56 miliardi di euro il settore trainante dell’export regionale, ma come per la filiera, anche per il mobile l’andamento è negativo: -4,7% rispetto ai primi sei mesi del 2022. La Francia si conferma il primo mercato di destinazione (288 milioni di euro) con una crescita del 6,6% rispetto gennaio-giugno 2022. La Germania mantiene la seconda posizione con 237 milioni di euro ma con un arretramento del 7,4%; terzi gli Stati Uniti con 153 milioni di euro e un segno negativo addirittura a doppia cifra (-19,2%). Quarto il Regno Unito con 111 milioni di euro e un -16,7%, quinta la Spagna con 84 milioni di euro e un + 4,4% sul semestre 2022.Secondo i consuntivi 2022, la produzione totale della filiera legno-arredo in Veneto è pari a 8,7 miliardi di euro di cui 6,3 miliardi di euro dell’arredo e 2,4 miliardi di euro del legno, con un saldo commerciale di 2,2 miliardi di euro. Fatturato totale che colloca il Veneto al secondo posto a livello nazionale, subito dopo la Lombardia. Le imprese in Veneto sono più di 6.600 (3.013 legno; 3.626 arredo) e occupano 45.403 addetti (14.681 legno; 30.722 arredo). Anche in questo caso il Veneto si colloca subito dietro la Lombardia.Nel mobile, invece, il Veneto si aggiudica il primo posto a livello nazionale per fatturato pari a 5,85 miliardi di euro e per numero di addetti (oltre 28.400 occupati). Per quanto riguarda l’export, il Veneto nel 2022 ha esportato per un valore pari a 4,1 miliardi di euro, di cui ben 3,3 miliardi di euro di mobili, subito dopo la Lombardia, e un saldo commerciale di 2,8 miliardi di euro. Ben il 56% del fatturato di mobili veneti è destinata all’estero ed è il primo fornitore della Germania.IL PROGETTO FLA PLUSFLA Plus è un percorso che mette al centro sostenibilità e transizione ecologica, coniugandoli con un hub di servizi digitali a misura di azienda che sono interessate allo sviluppo sostenibile, e per supportarle in questo processo FederlegnoArredo ha ideato il progetto che offre alle aziende l’opportunità di affrontare le sfide con strumenti concreti, progettati ad hoc per posizionarsi in maniera sempre più efficace e reattiva.Tra questi ci sono il portale dedicato alle certificazioni, indispensabili per muoversi nel mercato domestico ma soprattutto in quelli internazionali, la library di materiali sostenibili che vanno dalle vernici ai rivestimenti, ai materiali per le imbottiture, lo sportello doganale e di consulenza finanziaria, i dati di settore totalmente digitalizzati e interattivi, una serie di webinar e corsi di formazione mirati alle specifiche necessità del comparto, e Tecla, il tool implementato da FederlegnoArredo per misurare la circolarità delle aziende della filiera.PIÙ SOSTENIBILI, PIÙ COMPETITIVILa transizione ecologica rappresenta per le aziende una svolta epocale e il presidente Feltrin ha messo la sostenibilità al centro dell’azione di FederlegnoArredo, quale punto di forza e garanzia del futuro della filiera. Un percorso condiviso che parte da lontano e si alimenta del costante processo di ascolto e confronto con la base associativa. Nel 2020 FederlegnoArredo ha realizzato una estesa mappatura delle attività della Federazione e una Survey tra gli associati, in collaborazione con Fondazione Symbola, mettendo a fuoco obiettivi e priorità delle imprese, da cui è emerso il loro approccio alla sostenibilità e l’ottimizzazione dei processi produttivi. Nel 2021 è nato il “Decalogo per la sostenibilità della filiera legno-arredo”, patrocinato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Nel 2022 dai principi ispiratori del Decalogo sono nati i progetti per sostenere le esigenze delle imprese nella transizione ecologicae nel 2023 prendono forma i servizi della nuova piattaforma digitale e la federazione presenta a Ecomondo una seconda Survey con la fotografia aggiornata delle strategie messe in campo dalle imprese. Il 96% delle aziende del settore adotta materiali sostenibili, oltre il 60% ha una certificazione di sistema, il 70% fa investimenti in efficientamento energetico. LEGGI TUTTO

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    Bonus trasporti, arriva il click day: come funziona

    Un altro click day, l’ultimo del 2023, è in arrivo per chi utilizza abitualmente i trasporti cittadini e nazionali con un nuovo bonus che sarà disponibile a partire dalle ore 8 di venerdì 1° dicembre. Per poter usufruire della misura prorogata dal governo, bisognerà collegarsi con il sito ad hoc bonustrasporti.lavoro.gov.it e procedere con la richiesta dell’incentivo se si rientra tra le categorie di cittadini che possono inoltrare la domanda.Come funzionaCome spiega il ministero, il bonus fino a 60 euro è valido per l’acquisto di abbonamenti mensili, validi per più mesi, o annuali: sul sito c’è la lista completa in ordine alfabetico degli operatori Tpl attivi su tutto il territorio nazionale. Come abbiamo già visto sul nostro Giornale, si tratta della proroga di quanto già avvenuto a novembre dove erano stati stanziati altri 35 milioni di euro per venire incontro alle esigenze dei cittadini. La stessa cosa era avvenuta anche nel mese di ottobre con un rifinanziamento che era stato pari a 12 milioni di euro.A chi è destinatoDal momento che le risorse messe in atto a novembre non sono state esaurite, ecco che la misura viene allungata anche a dicembre e fino alla fine delle stesse. “Il bonus deve essere utilizzato, acquistando un abbonamento, entro il mese solare di emissione. L’abbonamento può iniziare la sua validità anche in un periodo successivo”, spiega il ministero, sottolineando che si tratta dell’acquisto di abbonamenti che vengono utilizzati sia nel trasporto locale che in quello regionale, interregionale o nazionale. Da questo incentivo sono esclusi tutti i servizi di prima classe e business. Può essere richiesto “da persone fisiche con un reddito entro i 20 mila euro”.Come fare domandaSottolineando che la piattaforma sarà attiva fino al raggiungimento della cifra residua rimasta, per fare la richiesta bisognerà accedere tramite Spid o Cie (Carta di identità elettronica) oltre a indicare il codice fiscale del beneficiario: ad esempio, il genitore può richiedere il bonus per il figlio minorenne come si legge sulle Faq. Il governo ricorda che il bonus trasporti è una misura “di sostegno al reddito e a contrasto di un potenziale impoverimento istituita con il Decreto Aiuti ( decreto-legge n.50 del 17 maggio 2022 – art. 35), convertita con modificazioni in Legge n. 91 del 15 luglio 2022 e rifinanziata con il Decreto Aiuti-bis ( decreto-legge n.115 del 9 agosto 2022 – art. 27) e, da ultimo, con il Decreto Legge n. 5 del 14 gennaio 2023, con una dotazione finanziaria pari a 100 milioni di euro (Fondo istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali)”.Il buono sarà nominativo (non sarà possibile cederlo a terzi) e si potrà acquistare soltanto per un abbonamento annuale o mensile durante il mese in corso (entro il 31 dicembre). Al momento di presentare domanda sulla propria area riservata sarà richiesta soltanto l’autocertificazione spuntando una casella apposita e non si dovrà allegare il proprio Isee. LEGGI TUTTO

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    Zittite le cassandre pro reddito cittadinanza: vola l’occupazione

    Menomale che la cancellazione del reddito di cittadinanza avrebbe dovuto provocare delle “bombe sociali” senza precedenti, con tanto di sconquassamento totale dell’economia italiana. A tre mesi dalla riforma complessiva di quel provvedimento, entrato in vigore quasi cinque anni fa per volere dei Cinque Stelle, i freschi dati ufficiali che giungono dall’Istat rappresentano una realtà molto diversa da quella dipinta dalle opposizioni. Nel mese di ottobre del 2023, infatti, si registra un aumento dell’occupazione di 27 mila unità (+0,1%, ora è al 61,8%) che è diffuso tra uomini, donne, dipendenti permanenti e in tutte le classi d’età, tranne i 35-49enni che risultano sostanzialmente stabili. Non solo, ma quello che salta più all’occhio da questo punto di vista è che c’è anche una crescita del numero di persone in cerca di lavoro (+2,3 per cento, pari a +45 mila unità).Che cosa significa tutto questo? Che la riforma del reddito di cittadinanza, iniziata a settembre, ha già dato i suoi frutti: togliendo infatti il Rdc a coloro che hanno tutte le possibilità di cercarsi un lavoro o nel cui nucleo familiare non ci sono persone con disabilità, minorenni o persone con almeno 65 anni di età, questi sono stati spinti a immergersi pienamente nel mercato del lavoro non avendo più il sussidio grillino su cui potere contare. Quello che ci indica l’Istat è che la riforma sociale che sta portando avanti il governo Meloni ha già sortito diversi effetti positivi sull’occupazione in Italia e non è stata assolutamente un flop come gran parte della sinistra in realtà sperava. Senza, poi, allo stesso dimenticare come – a dimostrazione dell’azione del governo in questi mesi – l’Istituto Nazionale di Statistica registri nel nostro Paese anche un calo dell’inflazione su base mensile (-0,4%) per un aumento di 0,8% su base annua (minimo dal marzo 2021). E chissà se, all’opposizione, chi dava la colpa al governo dell’aumento in passato ora ne riconoscerà i meriti per questa importantissima inversione di marcia.Del resto l’esecutivo del centrodestra era stato molto chiaro sotto questo punto di vista: già annunciato in maniera chiara nel corso della campagna elettorale nell’estate del 2022, era stata la stessa Giorgia Meloni a indicare un anno esatto fa quale sarebbe stato l’iter della progressiva cancellazione del reddito. Entro i primi nove mesi di quest’anno solare ci sarebbe stato un primo importante step della riforma: e in effetti lo scorso primo settembre è entrato in vigore la nuova misura – chiamata Supporto per la formazione e il lavoro – alla quale possono accedere proprio quei nuclei familiari (ma non tutti) che avevano appena perso il diritto al reddito di cittadinanza. Un provvedimento – come spiegato in Parlamento dal ministro del Lavoro, Maria Calderone, che riconosce un bonus di 350 euro ma (a differenza del Rdc) solamente dopo avere sottoscritto il patto di servizio personalizzato con il centro per l’impiego e aver dato avvio alle attività di formazione e orientamento al lavoro previste dal programma. Non è quindi un caso che questo supporto sia stato fortemente di impulso per tutti coloro che per anni avevano continuato a percepire passivamente il reddito pur avendo la possibilità di svolgere una professione.Dal primo gennaio 2024 entrerà poi in vigore l’Assegno di inclusione: potrà essere richiesto dai nuclei famigliari nei quali ci sono disabili, minorenni oppure over 60 e ammonta a 500 euro al mese (6mila euro l’anno) a cui si possono aggiungere altri 280 euro al mese (3.360 euro l’anno) come contributo per l’affitto, purché esista un contratto regolare. Si tratta così di un aiuto pubblico pari al massimo a 9.360 euro annui. Chi percepirà l’Assegno di inclusione e sarà abile al lavoro dovrà osservare paletti stringenti per non perdere il diritto al beneficio, tra questi: accettare in tutta Italia un impiego a tempo indeterminato o della durata di oltre 12 mesi, accettare un lavoro a tempo pieno o a tempo parziale almeno al 60% del tempo pieno e accettare un impiego la cui retribuzione rispetta i criteri dei contratti collettivi. Oggi l’Istat ci dice che il numero degli occupati si attesta a 23milioni 694 mila e registra, rispetto a ottobre 2022, un aumento di 455 mila dipendenti permanenti e di 66 mila autonomi. Rispetto a ottobre 2022, cresce anche il numero di persone in cerca di lavoro e cala il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni. Sarà un caso, ma il mese e l’anno preso come riferimento è proprio quello in cui è entrato in carica il governo Meloni. I risultati, quindi, sono sotto gli occhi di tutti.Altro che nostalgia per il reddito di cittadinanza. LEGGI TUTTO

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    Isybank, l’Antitrust ferma Intesa: “Stop al passaggio senza consenso esplicito”

    Dopo le polemiche dele scorse settimane, l’Antitrust è intervenuta sul caso Intesa e Isybank. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha adottato un provvedimento cautelare nei confronti delle due banche. L’obiettivo è quello di impedire il passaggio all’istituto di credito digitale dei correntisti che non forniscono espressamente il proprio consenso. Ecco cosa è successo.Il provvedimentoIl provvedimento preso dall’Antitrust riguarda circa 300mila clienti che dovrebbero passare, senza aver dato il proprio consenso, da banca Intesa Sanpaolo alla nuova Isybank. Complessivamente il trasferimento comprende 2,4 milioni di utenti di questi 5mila consumatori, come affermato dall’Autorità garante, hanno richiesto l’intervento dell’istituzione per prendere dei provvedimenti. L’Antitrust ha spiegato che il trasferimento è stato previsto con modalità non conformi alle disposizioni del Codice del consumo. Entro dieci giorni Intesa Sanpaolo e Isybank dovranno comunicare all’Autorità le misure messe in atto per ottemperare al provvedimento cautelare. L’istruttoria è stata avviata il 2 novembre 2023 e il provvedimento è stato annunciato il 30 novembre 2023.Il passaggio d’ufficioIl passaggio da Intesa a Isybank è avvento tramite un sistema di “silenzio-assenso” che avrebbe dovuto trasferire una mole importante di clienti. La banca ha inviato una comunicazione sull’app a tutti gli utenti, ma coloro che non l’hanno letta o che non hanno negato il consenso al trasferimento sono stati spostati alla banca completamente digitale. La decisione è stata presa, come specificato, analizzando i comportamenti dei correntisti. Coloro che non svolgevano operazioni in filiale sono stati traslocati direttamente nella versione online, questo perché la stessa sarebbe maggiormente adatta alle esigenze del cliente. Banca Intesa ha affermato che questo processo si è svolto rispettando le regole e il contratto sottoscritto. Nel comunicato l’Antitrust specifica: “Per effetto del trasferimento, i correntisti interessati non avrebbero potuto più accedere in filiale né all’internet banking tramite personal computer e avrebbero dovuto svolgere le operazioni bancarie solo tramite App. Inoltre, i nuovi conti correnti prevedono condizioni economiche differenti e la perdita di servizi prima disponibili (ad esempio: carte virtuali per effettuare acquisti online in sicurezza, assegni bancari, accesso ai contratti di mutuo). Tali essenziali modifiche dei contratti in precedenza stipulati sono state unilateralmente imposte senza che fosse stato richiesto il previo consenso dei clienti al trasferimento”.I trasferimentiIn quanto ai trasferimenti previsti, alcuni sono già stati effettuati nel mese di ottobre. Intesa, però, in un comunicato stampa ha spiegato che i clienti che sarebbero dovuti passare a Isybank possono richiedere di non essere trasferiti alla banca digitale. Entro il 29 febbraio 2024 i correntisti che avrebbero dovuto effettuare il passaggio da marzo 2024 avranno la possibilità di esprimere il loro diniego chiamando la Filiale Digitale. Coloro che sono già stati trasferiti a Isybank non potranno rivolgersi alle filiali sul territorio. Intesa ha spiegato che i rapporti beneficeranno del piano tariffario più completo, che include tutta l’operatività transazionale, come bonifici istantanei e i prelievi da ATM in tutto il mondo LEGGI TUTTO

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    Italgas, entro il 2029 5,5 milioni di contatori per l’idrogeno

    Italgas lancia Nimbus, il primo contatore intelligente in grado di misurare tutti i gas, idrogeno compreso.L’occasione è stata l’Enlit Parigi, la rassegna dedicata ai temi dell’agenda energetica mondiale. «Nimbus, termine latino per indicare la nuvola – spiega l’ad di Italgas Reti Lorenzo Dell’Orco – è una pietra miliare per Italgas e per l’intera industria del gas». I primi 10mila pezzi saranno installati entro Natale, in modo da avviare una serie di prove sul campo di 10 mesi e arrivare a un milione entro il 2025 e 5,5 milioni nel 2029. L’operazione vale «il 50% degli 1,6 miliardi destinati alla digitalizzazione». Con Nimbus il Paese non avrà solo un nuovo contatore pronto per misurare mix di gas con l’idrogeno fino al 23%, il massimo possibile oggi, ma anche «una rete di 5 milioni di sensori antisismici». L’apparecchio infatti è dotato di un sensore sismico e di uno di rilevamento della temperatura esterna, che possono consentire di interrompere l’erogazione del gas in caso di eventi tellurici e di incendi e soprattutto abilitano la condivisione dei dati con gli enti preposti alla sicurezza del territorio.Su questo fronte Italgas sta lavorando con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dell’Università di Pavia. LEGGI TUTTO

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    “A Intesa Sanpaolo l’eredità Cariplo”

    Fondazione Cariplo e la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde sono stati il «lievito» dell’economia reale. Una eredità – assunta da Intesa Sanpaolo – «non solo di ordine aziendale ed economico, ma anche ideale che hanno avuto le unioni, prima con la Cariplo e poi con la Banca commerciale italiana», dice Giovanni Bazoli, presidente emerito e padre di Intesa.Banca e fondazione hanno eri riunito banchieri, studiosi ed economisti per celebrare i 200 anni dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, il più antico istituto lombardo. Le date segnano un «momento importante perché rappresentano una riflessione sulla storia», dice Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo. «In questo caso – aggiunge – è la storia di una istituzione che nasce 200 anni fa per consentire alla nostra società una ripresa dopo un periodo di carestia». La Cassa nasce nel 1823 e, nel corso degli anni, registra una crescita in patrimonio e solidità diventando un punto di riferimento per le aziende e per il Paese.Nel 1991 l’attività bancaria fu conferita a una nuova società, la Cariplo. Nel 1998 il Banco Ambrosiano Veneto (con la regia di Bazoli) aggrega l’Istituto dando vita al gruppo Banca Intesa e, nel dicembre 2000, Cariplo viene incorporata. Nel 2007, in seguito alla fusione tra Banca Intesa e il Sanpaolo Imi, la Fondazione Cariplo diventa tra i principali azionisti di Intesa Sanpaolo. «Noi, come fondazioni bancarie, abbiamo fatto gli azionisti – ha detto Giuseppe Guzzetti, al vertice della fondazione per 22 anni senza mai interferire nella gestione. Questo ha consentito alla banca di crescere, diventare forte ed essere un grande istituto di credito». LEGGI TUTTO