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    Donato Ammaturo, patron di Ludoil e nuovo socio de L’Espresso, un percorso di crescita tra energia e innovazione

    Il panorama energetico italiano è testimone di un cambiamento radicale nel modo in cui viene prodotta e distribuita l’energia. Al centro di questa trasformazione vi è Donato Ammaturo, presidente di Ludoil, un’azienda che sta guidando la transizione energetica italiana verso un futuro più verde e sostenibile. Da quando l’azienda è stata fondata nel 1954, la famiglia Ammaturo ha mantenuto viva la visione dei fondatori, basata sui principi di correttezza ed etica. Questo approccio ha permesso a Ludoil di costruire una reputazione illibata, con un track record di successo nelle operazioni di M&A con le più grandi aziende energetiche al mondo.Il futuro dell’energia è il biometano, soluzione pulita e sostenibileRecentemente Ludoil ha annunciato un imponente piano di investimenti di oltre 500 milioni dedicati all’energia verde che porterà il Gruppo a generare un fatturato di oltre 4 miliardi di euro. Il fulcro di questa strategia è il biometano, un gas rinnovabile prodotto attraverso processi di trattamento dei rifiuti organici, gestito dalla controllata Luce SpA. Questo investimento dimostra la ferma convinzione di Ammaturo nel ruolo del biometano come una soluzione pulita e sostenibile nel mix energetico del futuro.Ammaturo: dall’energia alla diplomazia passando per la finanzaLudoil non si limita a produrre energia, ma è anche attivamente coinvolta nel garantire la sicurezza energetica dell’Italia. Grazie a nove asset strategici distribuiti su tutto il territorio nazionale, l’azienda è posizionata in maniera ottimale per rispondere in modo flessibile ed efficiente alle esigenze del paese in termini di energia. Oltre alle sue responsabilità aziendali, Donato Ammaturo svolge anche una serie di ruoli istituzionali di grande importanza. È membro del Consiglio di Amministrazione della Banca del Mediterraneo, dove apporta la sua vasta esperienza e competenza nel settore finanziario. La sua influenza non si limita al settore economico; Ammaturo ha anche una carriera diplomatica, ricoprendo il ruolo di Ambasciatore at Large.Ludoil garantisce la sicurezza e l’indipendnza energetica per l’ItaliaUn altro aspetto fondamentale del ruolo di Ludoil nel panorama energetico italiano è il suo impegno a garantire la sicurezza energetica del paese in tempi di crisi. L’azienda detiene le Scorte d’Obbligo OCSIT dello Stato Italiano, un serbatoio di energia da utilizzare in caso di guerra o di altre calamità. Questo ruolo è vitale per garantire che l’Italia possa far fronte a eventi imprevisti, mantenendo funzionanti i servizi essenziali e proteggendo il benessere dei suoi cittadini.La nuova sfida nell’editoria con l’acquisizione de L’EspressoLa visione di Ammaturo non si ferma al settore energetico. Alga Srl, supportata dalla famiglia Ammaturo, ha recentemente acquisito il 49% delle quote de L’Espresso, il prestigioso settimanale italiano. Questa mossa rappresenta un passo significativo nella strategia di espansione di Alga, che è dedicata all’innovazione nel giornalismo. Alga e la famiglia Ammaturo credono fermamente nell’importanza di un giornalismo di qualità e indipendente per il progresso della società e la tutela della democrazia. L’impegno nel supportare il Piano Strategico de L’Espresso riflette la loro fiducia nella testata come un’istituzione duratura che continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nel panorama dell’editoria italiana.L’impegno nel charity a fianco della “Andrea Bocelli Foundation”Infine, Donato Ammaturo e Ludoil rappresentano un esempio di come l’innovazione e l’etica possano guidare il successo in un mondo in rapida evoluzione. Che si tratti di energie rinnovabili o di giornalismo di qualità, l’approccio di Ammaturo rimane lo stesso: investire nel futuro, preservare i valori fondamentali e, soprattutto, contribuire al progresso della società senza dimenticare chi è stato meno fortunato, per questo Ludoil sostiene la “Andrea Bocelli Foundation” e in passato ha finanziato la costruzione di una palestra per una scuola ad Amatrice colpita dal terremoto 2016. LEGGI TUTTO

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    “Un milione di euro per i neo-diplomati”. La sfida dell’istruzione digitale per il futuro

    Il gruppo Multiversity è una realtà importante nel mondo dell’e-learning e della formazione, leader in Italia per numero di studenti iscritti. Ha una lunghissima esperienza internazionale nel settore sia per l’istruzione universitaria che non universitaria e crede nell’educazione digitale come modello intelligente e innovativo per la formazione dei lavoratori di domani. Il suo presidente e amministratore delegato, Fabio Vaccarono, è stato ospite di SkyTg24 per raccontare il mondo dell’istruzione del futuro, che si basa anche sulle tecnologie già impiegate dal gruppo Multiversity, sia per lanciare il nuovo progetto “From Neet to next gen”.Si tratta di una importantissima opportunità per gli studenti, perché il gruppo Multiversity sta mettendo a disposizione un fondo pari a un milione di euro in borse di studio da devolvere ai nuovi diplomati. Un’occasione unica per investire sul proprio corso di studi e sul proprio futuro, fruendo di un aiuto economico legato all’istruzione di eccellenza. “È una responsabilità che noi sentiamo particolarmente importante. Abbiamo atenei e università digitali leader. Oggi 1 giovane su 4 in Italia non studia e non lavora, ma la potenza e la pervasività del digitale, anche applicata alle università e alla formazione permanente, è fondamentale”, ha spiegato Vaccarono.”Digitale” è la parola chiave per il futuro, non solo nell’ambito dell’istruzione ma anche, e soprattutto, in quello del lavoro. L’evoluzione passa da qui, come sottolinea l’ad quando evidenzia che “in un mondo in cui persino l’agricoltura si digitalizza non c’è motivo per cui la formazione superiore universitaria italiana non debba digitalizzarsi a propria volta”. Un concetto che il gruppo Multiversity ha fatto proprio già da anni grazie a politiche visionarie in tal senso: “Con l’orgoglio di questo primato noi vogliamo essere vicini ai nostri giovani, agli studenti di tutte le fasce d’età, mettendo a disposizione degli strumenti per continuare a farli studiare nel convincimento che oggi in Italia ci sono 18 milioni di diplomati che, se non aiutiamo, saranno dei profili professionali a fortissimo rischio di disintermediazione con l’arrivo dell’intelligenza artificiale”. LEGGI TUTTO

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    Prezzo energia: “Presunti ribassi. Sono ancora il doppio del pre-Covid”

    I prezzi dell’energia in Italia rispetto agli altri paesi dell’Ue scontano un gap superiore. “Noi adesso siamo anestetizzati da questi prezzi che ci sembrano bassi, ma in realtà sono valori doppi, se non tripli, rispetto al periodo pre-covid”. Lo ha detto, Diego Pellegrino, Portavoce di Arte, l’Associazione dei Reseller e Trader dell’ Energia in Italia con 140 associati, nell’ ambito del convegno organizzato dalla Fondazione Social Economic Development Enrico Mattei a Foligno. Presenti all’incontro autorità politiche e istituzionali, tra cui il Commissario alla Ricostruzione 2016 Guido Castelli, l’assessore regionale all’ambiente Roberto Morroni, Andrea Guerrini componente del Collegio Arera e il Presidente del Gse, Paolo Arrigoni. I saluti sono stati introdotti da Aroldo Curzi Mattei, Presidente della Fondazione. Diego Pellegrino, che ha moderato l’incontro, ha commentato: ”Il problema è politico: non si pensano a soluzioni a lungo termine a parte i rigassificatori che sono stati necessari nel contesto geopolitico europeo”.Serve un corretto mix tra rinnovabili e nucleareSecondo Pellegrino, “il modo più comune con cui produciamo energia sono le centrali termoelettriche e il problema di queste centrali è che producono gas serra e particolato nocivo in quanto alimentate da combustibili fossili. Serve un corretto mix: fotovoltaico, eolico, nucleare, geotermia, idroelettrico, solare, oltre al corretto utilizzo del fossile per garantire la sicurezza energetica”. Per il Portavoce di Arte comunque, “Il problema è politico, non vengono prese in considerazione soluzioni a lungo termine a parte i rigassificatori che si sono resi necessari nel contesto geopolitico europeo ma che comunque dato il loro elevato prezzo non si riusciranno ad ammortizzare perché comunque – per Pellegrino – da qui a dieci anni si arriverà ad una sostenibilità energetica come prevede l’agenda 2030″.Passando all’operatività degli associati di Arte, Pellegrino ha voluto sottolineare come l’equilibrio della filiera viene rispettato dagli operatori-fornitori perché applicano una grande flessibilità nei confronti dei clienti finali mentre le grandi difficoltà sono le regole difficili con cui operare perché – conclude Pellegrino – gli operatori di energia che rappresento (e non solo) sono assimilati a banche che devono garantire i pagamenti anche in assenza di incasso. in quanto proprio dalle banche veniamo considerati dei clienti a rischio”. LEGGI TUTTO

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    Materie prime, ecco perché cresce il prezzo dell’oro e dell’argento

    Il prezzo dell’oro schizza verso prezzi che rasentano i massimi storici: 2,100 dollari l’oncia. Tra incertezza e fluttuazioni che regnano nel mercato delle materie prime ci siamo rivolti a Giuseppe Lauria, Commodities Strategist, Trader professionista di materie prime per capire cosa sta succedendo.Dott. Lauria nei tempi di crisi vige il mantra “oro bene rifugio”? Perché sta fluttuando così tanto il suo prezzo?Partiamo dal presupposto che le materie prime sono spesso usate come copertura quando si alzano i prezzi. Oggi viviamo una forte inflazione e l’oro rimane il metallo tradizionalmente più utilizzato per tutelarsi. Allo stesso tempo però l’aumento dei tassi di interesse a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi ne riduce il fascino perché aumenta il costo opportunità nel mantenere un asset non redditizio. Vi è dunque una correlazione negativa tra l’oro e i tassi di interesse. Altro aspetto da non sottovalutare sono i grandi acquisti da parte delle banche centrali, facciamo conto che le autorità monetarie valgono 1/4 della domanda mondiale. Gli ultimi dati del World Gold Council ci parlano di 1130 tonnellate di oro acquistate dagli enti regolatori. Anche la Cina continua ad aumentare le riserve auree in maniera massiccia. Tutti questi fattori hanno alimentato la narrazione che finora ha influito sulle fluttuazioni del metallo giallo.Alla luce di ciò perché investire nelle materie prime?Investire in materie prime è utile per diversificare il portafoglio di investimenti e proteggere il proprio capitale dall’inflazione. Allo stesso tempo tutelano anche nei periodi di crisi finanziaria. Pandemie, guerre e il valore del dollaro sono elementi che rialzano naturalmente il prezzo di materie prime e dei metalli preziosi. La storia è piena di esempi che si rifanno a quando appena detto: la crisi petrolifera del ‘73 dove il metallo giallo segnò un +50%, oppure la crisi dei mutui subprime 2007 (oro e argento 20%) e potrei andare avanti ancora.Passiamo ad un altro metallo, l’argento? Cosa puoi dirci?Per quanto riguarda l’argento bisogna innanzitutto dire che rimane una materia prima più usata in ambito industriale che civile, pensiamo che più del 50% dell’argento estratto va per la produzione aziendale. Al momento il silver oscilla tra 23/24 dollari l’oncia, dovesse sfondare il tetto dei 24 potrebbe tranquillamente veleggiare verso i 28. Attenzione, un aspetto importante di differenza tra oro e argento è che il secondo risente maggiormente del rallentamento economico globale, grazie alla sua ottima conducibilità è il suo legame con settori produttivi. Mi aspetto ulteriori spinte al rialzo come evidenziato anche dal Silver Institute.Se allarghiamo il campo ad altri metalli?Possiamo parlare di altre due materie prime fortemente industriali: rame e platino. Il platino (più economico rispetto al palladio), potrebbe ritagliarsi ruolo da protagonista nei prossimi mesi, infatti, il World Platinum Council ha evidenziato come il mercato globale del platino potrebbe subire un deficit di offerta pari a 500mila once nel 2023, dopo aver chiuso i due anni precedenti invece sempre con un eccesso di offerta. Troviamo invece un Rame in sofferenza. Il suo prezzo (come quello di altri metalli base) scende sulla scia delle preoccupazioni legate alle principali economie mondiali. I dati deludenti della Cina hanno accentuato la pressione, bisogna pensare che le importazioni di rame del dragone sono in ritardo del 13 % rispetto al ritmo stabilito nel 2022. Il rame rimane un metallo industriale importante e possiamo considerarlo il vero termometro dell’economia reale. Un segnale anticipatore che ci dice di fasi espansive e recessive. Sempre la Cina potrebbe giocare ruolo importante in una sua eventuale spinta al rialzo: la diffusione di auto elettriche potrebbe fare da effetto leva.Se c’è una materia prima che terresti d’occhio quale è?Da attenzionare è sicuramente il gas naturale del mercato americano. Senza farsi trascinare da facili entusiasmi perché al momento è una materia prima che sta nella parte bassa del grafico e non c’è scritto da nessuna parte che possa risalire la china solo per questo motivo. Al momento abbiamo prezzi in discesa a causa di un inverno mite e una riduzione della domanda però al contempo la produzione è cresciuta a livelli record (101miliardi di metri cubi). Questi numeri importanti mi fanno pensare che il prezzo possa crescere e superare la quota dei 3 dollari spingendo il gas nella parte alta del grafico. La domanda americana interna estiva potrebbe sostenerne una importante risalita. LEGGI TUTTO

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    Il Pnrr potrebbe far crescere di due terzi il Pil italiano 

    Il Pnrr potrebbe contribuire alla crescita dei due terzi dell’economia italiana entro il 2026. I numeri, grazie al Piano, potrebbero salire dallo 0,4% all’1,2%. I dati del Rapporto 2023 riferiti al coordinamento della finanza pubblica, illustrato dalla Corte dei conti, annunciano le previsioni economiche e quelle dei conti pubblici italiani all’interno di uno scenario caratterizzato dall’emergenza energetica e l’arrivo di alcune novità in merito al Patto di stabilità europeo.La prospettiva italianaL’Italia avrebbe dimostrato ottime capacità di resistenza alle difficoltà che le sono state presentate. Il quadro internazionale complesso non corrompe la solida base che il Paese possiede per la ripartenza. L’inflazione, come racconta il report, potrebbe rallentare anche grazie al rientro dei prezzi dei beni energetici. Il Belpaese a fine 2022 registra un Pil che supera l’1% rispetto al 2019, questo trend confrontato con altri paesi è molto simile a quello della Francia, risulta invece migliore rispetto all’andamento di Germania e Spagna. Durante i primi tre mesi di quest’anno l’Italia registra un dinamismo importante se confrontato con quello dell’area euro.Il parere del MEFIl ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato così il report:“I conti in ordine sono una necessità assoluta per il nostro Paese, che deve mantenere la fiducia dei mercati per contenere i costi di finanziamento ed evitare ripercussioni su famiglie e imprese.” Il titolare del MEF si aspetta un risultato positivo dagli extraprofitti, un incremento del gettito fiscale e la possibilità di avere a disposizione più risorse da dedicare alle famiglie in serie difficoltà economiche. Secondo il ministro la sfida di stabilizzare la crescita risulta particolarmente complessa, specialmente con un debito pubblico che supera ancora il 140% del Pil. Nel periodo post Covid la rapida diminuzione del passivo è dovuta all’inflazione che ha alimentato le entrate dell’Iva e del prodotto nominale. La Corte dei conti sottolinea che la flessione positiva perde la propria intensità a causa dell’aumento dei prezzi che è deleterio per i conti pubblici e i possibili conseguenti effetti negativi a lungo termine.Le previsioniIl periodo che va dal 2023 al 2026 sembrerebbe particolarmente equilibrato per quanto riguarda il debito italiano. Il rapporto afferma che il risultato del 4% in meno nell’arco di tempo non è sufficiente a creare un trend in discesa continua del rapporto debito/Pil. Secondo la Corte serviranno contrasti concreti alla risalita. Il report prosegue osservando che l’inflazione nel 2024 potrebbe portare all’estensione del mini-aumento lineare degli stipendi pubblici. Saranno necessarie anche delle risorse per ridurre il cuneo fiscale e non sarà possibile evitare i rifinanziamenti di interventi in conto capitale. Anche gli interventi di manutenzione straordinaria di alcune sezioni del welfare italiano comporteranno un impegno economico notevole. Infine, il Pnrr ha visto diminuire le prospettive di crescita aggiuntiva da 12,7 punti guadagnati nel periodo 2021-2026 a 9,2 punti attuali causati dal ritardo dell’attuazione del Piano. LEGGI TUTTO

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    Detrazioni fiscali fraudolente, ecco le conseguenze penali

    Il fenomeno di “gonfiare” i costi in fattura, soprattutto in ambito edilizio, per beneficiare delle principali agevolazioni fiscali comporta delle conseguenze molto gravi. Premesso che le agevolazioni fiscali sugli interventi di ristrutturazione edilizia consistono in una detrazione dall’Irpef del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48mila euro per unità immobiliare. Tuttavia, dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, la detrazione è elevata al 50% e il limite massimo di spesa è di 96mila euro e deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.Fatture “gonfiate”Il fenomeno comunemente conosciuto come “fatture gonfiate”, cioè quel meccanismo fraudolento mediante il quale vengono indicati in fattura importi superiori rispetto a quelli poi effettivamente corrisposti, è una delle più comuni situazioni patologiche che possono configurare un reato. La questione, infatti, rientra a pieno titolo tra le ipotesi previste dall’art. 2 e ss. del D.Lgs. 74/2000 e si tratta della cd. dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti, per operazioni inesistenti.Condotta illecitaTale circostanza si verifica quando il contribuente produce all’Agenzia delle Entrate documenti per ottenere le citate detrazioni, a fronte, però, di operazioni mai avvenute; oppure quando vengono esposti in fattura corrispettivi in misura fraudolentemente maggiorata (la cd sovrafatturazione). Quest’ultima ipotesi sopravviene nel caso in cui gli interventi edilizi siano stati materialmente eseguiti, ma per quantitativi inferiori a quelli poi fatturati; oppure quando gli interventi eseguiti siano indicati per importi inferiori a quelli poi (gonfiati) in fattura. È richiesto il c.d. dolo specifico, ovvero l’agire con il fine di evadere le imposte e la coscienza di farlo mediante la dichiarazione di elementi fittizi. Questo perché la produzione di una dichiarazione presuppone la veridicità dei dati indicati; in caso contrario, si potrebbe integrare il reato di cui all’art. 481 cp, rubricato «Falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità». Nondimeno, il co. 13-bis dell’art. 119 D.L. 34/2020 prevede che il tecnico abilitato che esponga informazioni false nelle assevereazioni, oppure ometta di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento, oppure attesti falsamente la congruità delle spese, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 50mila a 100mila euro. Ciò che il contribuente deve presentare all’Agenzia delle Entrate in sede di richiesta delle agevolazioni fiscali, pertanto, deve corrispondere esattamente al materiale effettivamente consumato, alle operazioni materialmente effettuate. LEGGI TUTTO

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    Il fondo monetario con l’Abi: «Dannoso tassare le banche»

    Le banche fanno quadrato di fronte alla prospettiva di una tassa sugli extra profitti ipotizzata dal governo. Ieri, sul palco del Festival dell’Economia di Trento, il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, ha tuonato: «Se lo Stato non poteva aiutare le banche quando erano in difficoltà, non possono approfittare di un momento di ripresa». E poi: «Gli extraprofitti non esistono in dottrina come non esistono le extraperdite, veniamo da un decennio di estrema difficoltà delle banche che si sono trovate da sole ad affrontare i loro problemi». Il tema, che sta tenendo banco da diverse settimane, è legato al rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. A seguito di quest’ultimi, infatti, i mutui si sono rapidamente adeguati e ora toccano in media il 4% annuo. Allo stesso modo ne ha beneficiato il margine d’interesse degli istituti, che hanno così ottenuto in totale circa 15 miliardi di utili nel 2022 e hanno iniziato il 2023 in grande spolvero. Il governo, tuttavia, contesta che non siano stati adeguati altrettanto velocemente ai tassi gli interessi attivi sui conti correnti, inchiodati a un 0,29% medio. E con l’ipotesi tassa sugli extraprofitti vuole riequilibrare la situazione. La stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato di recente al Tg1 che «i depositi e i risparmi dei cittadini dovrebbero essere remunerati di più».Ma se la Bce fa sponda alle critiche del governo, il Fondo monetario internazionale invece si schiera dalla parte degli istituti bancari affermando che una nuova tassa sugli extra profitti delle banche potrebbe avere «conseguenze indesiderate». Secondo l’Fmi «un’imposta aggiuntiva sui profitti bancari tenderebbe a ridurre i tassi di interesse sui depositi, ad aumentare il costo dei prestiti e a ridurre la quantità di intermediazione finanziaria in un momento in cui il volume dei prestiti è già in calo. La progettazione di una tale imposta, anche se temporanea», affermano i tecnici di Washington al termine della missione ex Articolo 4 condotta nel nostro Paese, «dovrebbe considerare l’impatto sulla disponibilità di credito e sul suo costo». Inoltre, andrebbe considerato «che le banche in genere non hanno trasferito il tasso di politica monetaria precedentemente negativo sui depositi».«Le banche pagano già un’addizionale», ha proseguito Patuelli, secondo il quale l’eventuale tassa sui profitti delle banche potrebbe ostacolare il percorso di risanamento intrapreso dal Monte dei Paschi di Siena. «Gli acquirenti potenziali devono avere la certezza del diritto anche in prospettiva», come anche in generale «investitori e risparmiatori». Ed in particolare sull’uscita dello Stato da Mps, avverte: «Gli acquirenti potenziali meritano di avere una certezza del diritto: non si può dire: adesso te lo vendo poi cambio le regole del gioco».E ieri, sempre a Trento, il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, Andrea Enria, ha affermato che le banche europee godono di ottima saluto ma devono comunque «tenere alta l’attenzione» per fronteggiare eventuali turbolenze dei mercati con rischi di speculazioni. Le banche americane andate in crisi avevano un «modello di business molto particolare», molto diverso da quelle europee. Ogni volta che c’è una crisi, prosegue Enria, si trova un «buco nelle regole e bisogna fare una riforma. Credo invece che in questo momento non ci sia bisogno di grandi riforme», ma solo assicurare buona «governance e controllo del rischio». LEGGI TUTTO

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    Pensioni di giugno in arrivo: ecco le date e le trattenute

    Sono in arrivo le pensioni relative al mese di giugno 2023. Sul portale dell’Inps risultano già disponibili i cedolini, mentre per coloro che hanno richiesto la comunicazione via Pec, il resoconto sarà inviato nei prossimi giorni. Per i pagamenti bisognerà attendere ancora fino al primo giorno bancabile del mese, che a giugno è identico per chi riceve l’accredito su conto corrente postale e bancario.Il calendarioIl pagamento della pensione sarà effettuato su conti correnti, Libretti di Risparmio o Postepay Evolution con valuta 1 giugno, e a partire dalla medesima data i titolari di trattamenti pensionistici e indennità di accompagnamento potranno ritirare il loro assegno presso gli sportelli di Poste Italiane, seguendo il calendario basato sulla turnazione alfabetica che viene indicato dalla stessa azienda per evitare code e inutili lunghe attese. L’ordine per il ritiro delle pensioni Inps di giugno, in base alla lettera iniziale del proprio cognome, dovrebbe essere il seguente:- giovedì 1° giugno 2023 per i cognomi dalla A alla B;- sabato 3 giugno 2023 (solo la mattina) per i cognomi dalla C alla D;- lunedì 5 giugno 2023 per i cognomi compresi tra la lettera E e la K;- martedì 6 giugno 2023 per i cognomi compresi tra la lettera L e la O;- mercoledì 7 giugno 2023 per i cognomi compresi tra la lettera P e la R;- giovedì 8 giugno 2023 per i cognomi compresi tra la lettera S e la Z.I possessori di Postepay Evolution oppure di carte di debito connesse a conti correnti o Libretti di Risparmio potranno prelevare la loro pensione in contanti direttamente presso i circa 8mila Postamat diffusi sull’intero territorio nazionale.Il cedolinoPer poter consultare online il proprio cedolino, verificando quindi sia l’importo spettante che le eventuali trattenute relative alla mensilità in arrivo, basta recarsi sul portale web dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Sarà poi necessario accedere alla propria area privata tramite le credenziali Spid (Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta di identità elettronica) o Cns (Carta nazionale dei servizi). Dopo aver cliccato su MyInps, bisogna raggiungere la sezione “Prestazioni e Servizi”, e infine selezionare “Cedolino pensione e servizi collegati”.Anche il prossimo mese, a parte le ritenute Irpef e l’acconto della addizionale comunale, saranno trattenute le addizionali regionali e comunali relative all’anno di imposta 2022. Come di consueto, queste vengono effettuate in 11 rate nel corso dell’anno successivo a quello cui sono riferite. LEGGI TUTTO