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    Quando “l’allerta” è una truffa: attenti alle finte chiamate di banche e carabinieri

    Una telefonata può bastare per cambiare la giornata. O peggio ancora, per svuotare il conto in banca. Sul display compare un numero rassicurante: quello della propria banca, della caserma dei carabinieri, persino del 112. Dall’altra parte della linea, una voce calma e professionale ti avverte che c’è un problema urgente: movimenti sospetti, bonifici in uscita, un attacco informatico in corso. L’ansia sale, il panico si fa strada, e in pochi minuti rischi di cadere nella rete della truffa.Cosa è lo spoofingSi chiama “spoofing” e permette ai truffatori di mascherare il numero di telefono, facendo apparire sullo schermo della vittima quello di un ente ufficiale. È una tecnica sempre più diffusa, difficile da riconoscere e pericolosa proprio perché sfrutta l’apparente credibilità di chi chiama. In tutta Italia, casi del genere si moltiplicano: da Modena a Varese, da Milano al Lodigiano, decine di persone ogni settimana si ritrovano a trasferire migliaia di euro a sconosciuti convinti di parlare con veri funzionari pubblici o bancari.Il caso di BergamoA Bergamo, l’ultimo tentativo è stato sventato solo grazie alla prontezza della vittima. Come riportato da L’Eco di Bergamo, l’ingegnere Livio Izzo ha ricevuto una chiamata da un numero corrispondente alla Popolare di Sondrio. Un sedicente “funzionario antifrode” lo avvisava di due bonifici anomali. Poco dopo, a confermare tutto, è arrivata un’altra chiamata, apparentemente dalla caserma dei carabinieri di Bergamo Bassa. I toni erano autorevoli, l’urgenza massima: l’unico modo per mettere al sicuro il conto era seguire le loro indicazioni e trasferire i soldi per “verifica”. Izzo, però, ha avuto un’intuizione: ha preso tempo, ha finto un’emergenza e ha chiamato un contatto interno in banca, scoprendo che si trattava di un raggiro. Ha quindi allertato il Comando provinciale, evitando per un soffio di cadere nella trappola. “Mi ha disorientato il fatto che le chiamate arrivassero da numeri ufficiali, era tutto troppo realistico”, ha raccontato. LEGGI TUTTO

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    Bonus Maroni per chi resta al lavoro: come funziona e a chi conviene

    Più soldi subito, meno pensione domani. È questa la logica del cosiddetto “Bonus Maroni”, l’incentivo economico confermato anche per il 2025 che premia i lavoratori dipendenti che scelgono di restare al lavoro nonostante abbiano già maturato i requisiti per la pensione anticipata.Con una novità importante: non riguarda più soltanto chi rinuncia a Quota 103, ma anche chi decide di non andare in pensione anticipata ordinaria, pur avendone diritto. Vediamo nel dettaglio come funziona, a chi spetta, quanto vale e – soprattutto – a chi conviene davvero.Le regole per la pensione anticipataAd oggi, chi ha almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi può andare in pensione con la cosiddetta Quota 103, una forma di pensione anticipata flessibile. Esiste poi la pensione anticipata “ordinaria”, che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età. Chi possiede questi requisiti, dunque, può teoricamente dire addio al lavoro, sempre che non scelga di restare, ed è qui che “entra in gioco” il Bonus Maroni.Bonus Maroni, in cosa consisteIntrodotto con la Legge di Bilancio e ora confermato per il 2025, il Bonus Maroni premia chi resta a lavorare anche se ha già i requisiti per la pensione. In concreto, consiste nel versamento in busta paga dei contributi previdenziali che normalmente andrebbero all’Inps. Si tratta di circa il 9,49% della retribuzione lorda mensile (leggermente meno per le aziende con meno di 15 dipendenti). C’è, inoltre, un vantaggio aggiuntivo: questi contributi non vengono tassati, quindi l’aumento netto in busta paga è pieno.Prendiamo, ad esempio, una Ral (Retribuzione annua lorda) di 30.000 euro: su questo importo, normalmente vengono trattenuti circa 2.847 euro l’anno come contributi previdenziali a carico del dipendente (pari al 9,49%).Con il Bonus Maroni, questi contributi non vengono più versati all’Inps, ma arrivano direttamente in busta paga. Inoltre, la novità introdotta per il 2025 è che queste somme non sono tassate, quindi finiscono interamente nello stipendio netto.Su 13 mensilità, quindi, lo stipendio aumenta di circa 219 euro netti al mese. Un incremento immediato e visibile in busta paga. Si tenga però presente che i contributi non versati non vengono conteggiati per la pensione, che sarà quindi più bassa una volta raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia.Chi può chiedere il bonusIl Bonus Maroni spetta ai lavoratori dipendenti iscritti all’Inps o a fondi sostitutivi, che:hanno raggiunto i requisiti per Quota 103 o pensione anticipata;non percepiscono già una pensione diretta (escluso l’assegno di invalidità);non hanno ancora l’età per la pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni).La platea si allarga quindi rispetto al passato e comprende chi rinuncia sia alla pensione anticipata flessibile, sia a quella ordinaria.Come si fa domandaPer ottenere il bonus bisogna presentare una richiesta all’Inps, che verifica i requisiti entro 30 giorni e comunica l’esito al datore di lavoro. Solo dopo questo passaggio il bonus può essere riconosciuto in busta paga. La domanda può essere presentata:online, sul sito www.inps.it, accedendo con Spid, Cie o Cns; tramite patronato, oppure contattando il Contact Center Inps al numero verde 803164 (da rete fissa) o 06 164164 (da cellulare).Quando arriva in busta pagaL’Inps ha annunciato le prime date di pagamento del bonus. Ecco il calendario:1° agosto 2025: per i dipendenti privati che versano all’Inps;1° settembre 2025: per i privati iscritti a fondi diversi dall’Inps;ottobre e novembre 2025: per i dipendenti pubblici, a seconda della gestione previdenziale.A chi convieneLa risposta, come spesso accade quando si parla di pensioni, dipende dalla situazione personale. Chi sceglie di andare in pensione prima, con Quota 103 o anticipata ordinaria, di solito accetta un assegno pensionistico più basso rispetto a quello che maturerebbe aspettando i 67 anni.Chi invece sceglie di restare al lavoro e ricevere il Bonus Maroni, ha uno stipendio più alto oggi, ma non accumula ulteriori contributi per la pensione. Questo significa che, una volta raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia, l’importo sarà più basso. LEGGI TUTTO

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    Moody’s, allarme crescita. Alla Bce spunta il piano B

    Moody’s lancia l’allarme dazi e taglia da stabile a negativo l’outlook sui rating sovrani globali. Colpa, appunto, dell’incertezza sulla politica commerciale e della potenziale revisione del commercio globale mentre la forte escalation in Medio Oriente conferma che «i rischi geopolitici continueranno a influenzare le condizioni del credito sovrano, con la possibilità di volatilità e improvvise turbolenze». L’agenzia di rating ha ridotto anche le stime di crescita nel 2025 «per tutte le regioni»: l’Europa Occidentale, dove sono state tagliate dello 0,3%, emerge come una delle aree «meno vulnerabili alle incertezze sul commercio» mentre vengono dimezzate, dal 2 all’1%, le previsioni sul pil del Nord America.Ma le economie più orientate all’export – come Germania, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia sono esposte nei settori automotive, componentistica elettronica e semiconduttori. Moody’s ha rivisto al ribasso di 0,5-1 punto percentuale le previsioni di crescita per queste economie nel 2025, anche se per la Germania le previsioni per il 2026 sono state migliorate in attesa di una ripresa più robusta dovuta al nuovo piano di spesa. Infine, Moody’s mette in evidenza la volatilità delle materie prime come ulteriore fonte di rischio.Nel frattempo, Donald Trump ha raggiunto un accordo commerciale con il Vietnam (che non imporrà dazi sui beni americani importati nel paese e pagherà una tariffa del 20% sulle sue esportazioni negli Stati Uniti), minaccia di aumentare i dazi sul Giappone e rialza la tensione con la Ue a una settimana dalla scadenza del 9 luglio (il giorno in cui in assenza di un accordo, la Casa Bianca imporrà i cosiddetti dazi ‘reciproci’ che erano stati introdotti ad aprile). LEGGI TUTTO

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    Orcel chiede incontro su Commerz ma Berlino risponde ancora picche

    L’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel ( foto ) ha inviato alcune lettere al governo tedesco, per perorare la causa dell’acquisizione di Commerzbank. L’indiscrezione, che non ha ricevuto commenti dall’istituto milanese, è stata pubbblicata dalla Sueddeutsche Zeitung, che ha reso note tre missive del 18 giugno recapitate al cancelliere cristiano-democratico Friedrich Merz, al suo vice e ministro delle Finanze Lars Klingbeil (Spd) e al dirigente della cancelleria Levin Holle. Lo stesso Handelsblatt ha poi precisato che una quarta lettera sarebbe stata inviata anche al sindacato tedesco Verdi. Secondo il quotidiano tedesco, Orcel chiede al governo di poter riparlare dell’operazione che Berlino ostacola. In pratica, il banchiere romano chiede ai suoi interlocutori perché non sedersi attorno a un tavolo e parlarne di persona, invece che lanciarsi messaggi attraverso la stampa. Secondo il quotidiano Merz e Klingbeil avrebbero però respinto le avance, rimandando la questione al board della stessa Commerzbank. Il governo di Berlino, che partecipa al capitale di Commerbank quale azionista, ha così implicitamente ribadito che non intende cambiare opinione e che il suo interesse prioritario è di tutelare l’autonomia della banca. LEGGI TUTTO

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    “Polizze, patto necessario per proteggere gli italiani”

    Un patto per un’Italia protetta e l’urgenza di una riforma del sistema della previdenza complementare. È quanto è emerso ieri nel corso dell’assemblea Ania dagli interventi del presidente dell’associazione, Giovanni Liverani, e del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Si tratta, quindi, di delineare un percorso comune per affrontare le sfide del futuro.Liverani ha lanciato un appello per un’alleanza tra istituzioni, imprese e cittadini, sottolineando la necessità di proteggere il Paese dalle catastrofi naturali e di garantire un welfare sostenibile. “La sottoassicurazione è un rischio sistemico che penalizza l’Italia sui mercati globali”, ha affermato, evidenziando come solo il 7% delle abitazioni e delle imprese siano coperte da polizze contro calamità naturali. Un dato preoccupante, soprattutto se confrontato con la media europea del 2,6% dei premi assicurativi rispetto al Pil.Il presidente dell’Ania ha lodato la decisione del governo di introdurre l’obbligo di assicurazione per le imprese contro i disastri naturali, definendola una misura “coraggiosa e fondamentale”. Tuttavia, ha ribadito l’importanza di estendere questa protezione anche alle abitazioni private, non come una “tassa occulta”, ma come uno “scudo” necessario.Il secondo pilastro del discorso di Liverani ha riguardato il welfare, con un focus particolare sulla previdenza integrativa. “Soltanto il 38% dei lavoratori ha aderito a forme di previdenza complementare”, ha ricordato, sottolineando come il sistema contributivo puro comporti una riduzione del tenore di vita al momento del pensionamento. Per questo, ha invitato a un intervento sistemico che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini, per ampliare le adesioni e migliorare l’efficacia del sistema.Sulla stessa linea si è espresso Giorgetti, che ha sottolineato la necessità di modernizzare il sistema della previdenza complementare, ancora regolato da un quadro normativo del 2005. “L’adesione è cresciuta, ma è lontana dai livelli riscontrabili in altri Paesi”, ha affermato, evidenziando la necessità intervenire per “modernizzare” il sistema, regolato da una normativa risalente al 2005, e “rafforzarne la diffusione, l’efficacia e l’equità”. Valutazioni condivise anche dal ministro del Lavoro, Marina Calderone. “La previdenza complementare necessita di una revisione, soprattutto nelle modalità di promozione dell’adesione a un secondo pilastro che sarà sempre più centrale nel futuro dei giovani lavoratori”, ha dichiarato aggiungendo che “è fondamentale sostenere l’assistenza sanitaria integrativa e affrontare i cambiamenti demografici in atto”. È un altro tema sul quale Ania e governo hanno evidenziato notevoli convergenze. Se Liverani ha parlato di “sostenere il Ssn con soluzioni assicurative che possano intermediare la spesa out-of-pocket dei cittadini (40 miliardi nel 2024) e valorizzare il ruolo integrativo delle assicurazioni”, Giorgetti ha sottolineato che il Pnrr ha stanziato “elevate risorse per rilanciare la sanità”. Di qui l’importanza di “rafforzare la collaborazione tra il pubblico, l’offerta di prestazioni private e le forme di sanità integrative”. LEGGI TUTTO

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    A maggio aggiornato il record di occupati. Orsini: “Ora subito il dl sull’Ires premiale”

    Occupazione ai massimi storici, a maggio toccati i 24,3 milioni di occupati: è questo il dato più significativo del nuovo rapporto Istat, che registra un mercato del lavoro in movimento, spinto anche da iniziative come quella presentata ieri a Roma da Intesa Sanpaolo e Confindustria. Nell’ambito dell’accordo quadriennale siglato a inizio anno, le due realtà hanno illustrato il plafond da 14 miliardi destinato alle imprese del Lazio, parte dei 200 miliardi complessivi previsti dal piano nazionale congiunto per rilanciare la competitività del sistema produttivo italiano.La presentazione si è tenuta alla presenza del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e del responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Stefano Barrese (in foto). Il piano, in linea con le direttrici del Pnrr, si concentra su transizione 5.0, digitalizzazione e sostegno alle imprese ad alta tecnologia. In particolare, sono previsti interventi su aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita; ma anche supporto a startup, pmi innovative, abitare sostenibile e sviluppo del Mezzogiorno tramite la Zes unica.”Il tema della tecnologia, dalla robotica all’IA, è un fattore di competitività rilevantissimo”, ha spiegato Barrese, “per mantenere alta la qualità di ciò che viene prodotto. Abbiamo deciso di supportare questo percorso non solo attraverso il credito, ma dando anche incentivi a quelle aziende che fanno investimenti tecnologici e associano a questo l’impegno ad assumere”. Il meccanismo prevede un incentivo fino a 70 punti base per le imprese che inseriscono l’impegno occupazionale nei propri bilanci. Barrese ha poi sottolineato che “la dinamica del credito è assolutamente positiva in questi primi mesi dell’anno, per aziende e famiglie”. Il calo dei tassi ha facilitato la domanda, ma ciò che conta, ha detto, “è la chiarezza del percorso: le imprese che hanno un progetto investono”.Dal canto suo, Orsini ha lanciato un appello al governo. “A luglio ancora non abbiamo il decreto sull’Ires premiale: o lo potenziamo, oppure torniamo all’Ace”, ha detto. Ha anche espresso forte preoccupazione per l’impatto dei dazi Usa. “Per alcuni comparti macchinari, auto avranno un impatto. Penso serviranno delle compensazioni per restare competitivi”, ha aggiunto. Orsini ha toccato anche il tema dell’energia, invocando scelte strategiche: “Serve potenziare le rinnovabili e credere nell’energia nucleare”. LEGGI TUTTO

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    Mps-Mediobanca, via libera da Consob

    La carriera del Palio della Madonna di Provenzano è stata rinviata a oggi pomeriggio per la pioggia che ha fatto diventare fango la pista di tufo in Piazza del Campo. Ma i senesi ieri si sono consolati con il via libera della Consob all’Offerta pubblica di scambio lanciata da Mps su Mediobanca. L’Ops – si legge in una nota diffusa in serata dall’istituto senese – inizierà alle 8.30 del 14 luglio per concludersi alle 17.30 dell’8 settembre (salvo proroghe) e, pertanto, durerà 40 giorni di Borsa aperta. “Il corrispettivo verrà saldato alla data di pagamento, ossia il 15 settembre 2025, salvo proroghe del periodo di adesione in conformità con la normativa vigente”, aggiunge la nota.Qualora si verifichino i presupposti, il periodo di adesione potrà essere riaperto per altri 5 giorni di Borsa aperta. Nella nota si ricorda che per ciascuna azione Mediobanca portata in adesione all’offerta, Mps riconoscerà un corrispettivo unitario rappresentato da 2,533 azioni ordinarie dell’offerente di nuova emissione. Sempre ieri in serata si è accesso anche il semaforo verde dell’Antitrust che ha concesso l’approvazione incondizionata all’acquisizione del controllo di Mediobanca.La mossa al canape coincide, dunque, con la rincorsa dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio. Del resto, il Comune di Siena è l’unico in Italia ad avere nel suo statuto un articolo il numero 3 dedicato all'”autonomia” delle contrade nel rispetto della quale, “svolge i compiti ad esso attribuiti dal regolamento per il Palio”. Mentre l’articolo successivo dello stesso statuto è dedicato al Monte dei Paschi creato “per voto della Magistratura e del popolo senese”.Sono giorni memorabili per Siena che può lasciarsi alle spalle gli anni della vergogna, quando babbo Monte era la Cenerentola del sistema bancario, e godersi la rivincita di conquistare il salotto buono della milanese Mediobanca. Ora con Luigi Lovaglio l’istituto di Rocca Salimbeni non è più una preda o una banca da maritare ma sta per far partire la scalata a Piazzetta Cuccia. LEGGI TUTTO

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    Competitività, destinati al Lazio 14 miliardi dell’Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo

    Si è svolto oggi a Roma l’incontro territoriale di presentazione del nuovo Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese italiane annunciato a inizio anno dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e da Carlo Messina, Consigliere Delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo. Il programma nazionale congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di questi 14 miliardi sono dedicati alle imprese del Lazio, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione 5.0 e I.A., integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr. Il focus è su robotica, digitalizzazione e intelligenza artificiale come leve strategiche per la crescita.”La transizione digitale e l’intelligenza artificiale rappresentano certamente delle opportunità di crescita e sviluppo per l’economia del Paese”, ha dichiarato Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Ha inoltre sottolineato l’importanza di mantenere centrale il capitale umano e la formazione, aumentando le assunzioni di giovani e garantendo il loro welfare.Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha spiegato che stanno lavorando a un “Piano Industriale Straordinario fondato su tre leve: stimolo degli investimenti, rilancio della competitività e creazione di un contesto attrattivo”. Questo accordo, secondo Orsini, è un sostegno concreto per affrontare le sfide della transizione digitale e green, valorizzando il capitale industriale.L’accordo prevede investimenti in nuovi modelli produttivi evoluti, con attenzione ad aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita. Si punta anche all’accelerazione della transizione sostenibile, all’impatto in ricerca e innovazione, e alla crescita delle imprese del Sud attraverso la valorizzazione della ZES Unica del Mezzogiorno. Un piano per l’Abitare Sostenibile è previsto per facilitare la mobilità e l’attrazione dei talenti. LEGGI TUTTO