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    Sicurezza sul lavoro: infortuni in calo del 19,2%, ma la strada è ancora lunga

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    I punti chiave

    La sicurezza sul lavoro rappresenta un tema cruciale per il benessere dei lavoratori e per la sostenibilità delle imprese. Garantire condizioni lavorative sicure non è solo un dovere morale, ma anche un imperativo legale ed economico. Ogni infortunio sul lavoro, specialmente se mortale, rappresenta una tragedia umana, oltre a generare costi sociali e produttivi elevati. In questo frangente, i dati sulle denunce di infortunio nel 2023 fanno trasparire una diminuzione sia degli incidenti complessivi che di quelli mortali, un segnale incoraggiante verso il miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro. Le oltre 590 mila denunce rilevate (-16,1% rispetto al 2022) e i 1.147 casi mortali (-9,5%) indicano progressi significativi, frutto di politiche più stringenti, maggiore sensibilizzazione e migliori prassi di prevenzione, ma sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare. Questi dati sono stati resi noti nella Relazione annuale Inail 2023, aggiornata fino al 30 aprile 2024.Il quadroNel 2023 sono stati riconosciuti 375.578 infortuni sul lavoro, pari al 64% delle denunce, con il 18,1% verificatosi fuori dall’azienda, in occasione di lavoro con mezzo di trasporto o in itinere. Rimangono ancora da definire circa 29 mila casi. Gli infortuni mortali accertati sono stati 550, rappresentando il 48% delle querele, e il 52,2% di questi è avvenuto fuori dall’azienda, restano in istruttoria 51 casi. Le denunce di malattie professionali sono state oltre 72 mila, in crescita del 19,8% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è stato atteso dopo il calo registrato durante la pandemia di Covid-19. Nel 2023 sono state riconosciute 27.581 malattie professionali, con oltre 5 mila casi ancora in istruttoria.Le denunceRispetto ai dati aggiornati ad aprile 2024, nel 2023 ci sono state oltre 590 mila denunce di infortunio, con un calo del 16,1% rispetto al 2022. Le denunce di infortuni mortali sono state 1.147, in calo del 9,5% rispetto all’anno precedente. Gli infortuni in itinere sono aumentati del 3,8%, mentre quelli sul luogo di lavoro sono diminuiti del 19,2%. Complessivamente, il 19,5% degli infortuni nel 2023 si è verificato fuori dall’azienda. Le denunce di infortuni mortali in itinere sono diminuite, passando da 341 a 265 casi. Il 40,5% degli infortuni totali si è verificato fuori dall’azienda, una percentuale inferiore rispetto agli anni 2019 e 2022, ma superiore al periodo della pandemia. LEGGI TUTTO

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    Assist Generali Italia-Cattolica per vincere sulla coesione sociale

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    Il futuro del Terzo settore in Italia si gioca sul sostegno alle realtà che compongo questo virtuoso universo e che favoriscono la coesione sociale, contribuendo allo sviluppo economico. Le contingenze del tempo presente richiedono infatti a questi enti un surplus di impegno, di professionalizzazione e di finanziamenti per proseguire la loro azione.Il volontariato sempre più «liquido», la centralità del capitale umano, la sostenibilità economica e la rinnovata partnership con la pubblica amministrazione sono le principali sfide che il Terzo Settore si trova ad affrontare, secondo il Rapporto Terzo Settore presentato ieri da Generali Italia. Proprio per rispondere a queste priorità, Fondazione Cattolica lancia due nuovi bandi del valore complessivo di 500mila euro ciascuno. Il primo, «Una Mano a chi sostiene», è dedicato ai progetti degli Enti del Terzo Settore ed Enti Non Profit che promuovono l’inclusione e la coesione sociale, generando un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile nel tempo. Il secondo, «People raising 2024», punta invece a facilitare i processi di selezione di risorse umane qualificate degli enti. «Grazie alle competenze della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia ci mettiamo in ascolto degli enti e dialogando con loro creiamo sinergie per sviluppare percorsi tesi a sensibilizzarli su una giusta ed efficace gestione del rischio che contribuisce alla stabilità e all’efficacia, per una serena conduzione delle proprie attività. Proprio partendo dall’ascolto delle loro esigenze, per stare accanto alle comunità nei territori, tramite la Fondazione Cattolica abbiamo lanciato questi due bandi che rispondono alle priorità del terzo settore indicate nel Rapporto: il reperimento di risorse sia dal punto di vista economico, ma anche e LEGGI TUTTO

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    Ristorazione, la scommessa Del Vecchio

    Leonardo Maria del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica

    Altro che banche, come si sussurra in ambienti della finanza milanese. Nelle ambizioni di Leonardo Maria Del Vecchio, il figlio probabilmente più vicino al fondatore di Luxottica, c’è la costruzione di un polo della ristorazione e del bel vivere che potrebbe a breve comprendere anche la famiglia dei Twiga. Intanto, va segnalato che in tre anni e mezzo, Triple Sea Food – la startup della ristorazione – è diventata un gruppo che conta 275 dipendenti e che a fine anno supererà 20 milioni di ricavi. Pensare che tutto è partito dall’iniziativa di Davide Ciancio, attuale ad, che in periodo Covid si è trovato a passeggiare in Via Fiori Chiari, nel quartiere Brera di Milano, là dove a 15 anni faceva da pierre per le discoteche e organizzava feste per studenti. Succede che si imbatte in un cartello «Cedesi attività» sul portone di un ristorante proprio a fianco del tempio di Vesta, la dea pagana del focolare domestico, che darà il nome al primo ristorante. «Vedo questo immobile e capisco che ha grandi potenzialità – spiega Ciancio al Giornale – allora mi viene in mente di chiamare un vecchio amico, Marco Talarico, conosciuto ai tempi di quando facevo il pierre, e gli sottopongo la mia idea». Talarico è l’ad di Lmdv Capital, il family office di Leonardo Maria che avrebbe deciso di puntare sul settore una parte rilevante dei 500 milioni di dote. «Vedo Leonardo e mi dice: va bene, facciamolo, ma per me non è un gioco». Ciancio si occupa della trattativa con l’ex proprietà giapponese, ma nonostante varie proposte non riesce a chiudere l’affare. A questo punto scende in campo Del Vecchio jr, «mi dice: non preoccuparti, ci penso io. Li incontrò e fece loro un discorso lunghissimo, di almeno 20 minuti, sul perché avrebbero dovuto accettare quella proposta. L’offerta era identica alla mia, ma riuscì a convincerli». Oggi il socio di maggioranza di Triple Sea è Lmdv Capital con il 74,5% del capitale, poi ci sono Ciancio, Talarico, Carlo Ziller ai quali si è affiancato a settembre 1686 Partners, il fondo lanciato da David Wertheimer, figlio dell’imprenditore che guida il gruppo Chanel.Davide Ciancio, ad di Triple Sea FoodDa cosa nasce cosa, dopo Vesta un ristorante di pesce aperto a settembre 2022 aprono Casa Fiori Chiari (a maggio 2023) e la Trattoria del Ciumbia (a dicembre). «Perché tre ristoranti nella stessa via? Fiori Chiari era un posto frequentato prevalentemente da turisti, il milanese non entrava. Allora abbiamo voluto alzare l’asticella dei locali con tre aperture, senza dimenticare il nostro laboratorio, dove lavoriamo il pesce, facciamo pasticceria e sforniamo il pane fresco». Casa Fiori Chiari fa cucina italiana generalista, «il ristorante per tutti i giorni, lo abbiamo inaugurato durante il Salone del Mobile facendo 780 coperti in un giorno, penso sia un record». Mentre «la Trattoria del Ciumbia è un ristorante di cucina milanese, proprio ciò che mancava in Fiori Chiari». Sono tutti ristoranti dove si può mangiare tutto il giorno, dal pranzo all’aperitivo. E anche i conti tornano: «Abbiamo una marginalità intorno al 15%. Sia Marco che Leonardo sono molto coinvolti nell’attività. Il primo è appassionato di ristorazione ed è stato proprio lui a spingermi su questa strada. Leonardo Maria è invece un vulcano di idee: ogni sera mi telefona, al termine della sua giornata di lavoro in EssiLux, e a volte ci vediamo nel suo ufficio o nei ristoranti. Quando proviamo i menu sembra di essere a Masterchef». Da EssiLux si è portato la cultura del benessere per i dipendenti: «Quando abbiamo aperto, Leonardo mi ha spinto a non avere paura di assumere. Così abbiamo potuto partire già con uno staff importante. Per i nostri dipendenti stabili c’è un’assicurazione sanitaria, una cosa non banale per il settore. Il nostro orgoglio è che chi viene qui, difficilmente se ne va». LEGGI TUTTO

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    Il Terzo Settore custodisce un “tesoro” da 84 miliardi

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    Una nuova partnership tra il Terzo Settore, il pubblico e le imprese dà corpo al futuro degli enti non profit. Soprattutto ora, dopo la Riforma che ha ridisciplinato questo ambito. In un contesto in evoluzione, emerge l’importanza del Terzo Settore per l’economia e la coesione sociale del Paese. Nel complesso, si stima infatti che il non profit abbia un valore economico annuo di 84 miliardi di euro. Lo attesta la seconda edizione del Rapporto Terzo Settore 2024 realizzato da Generali Italia sotto il coordinamento di Country Sustainability and Social Responsibility e della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore.L’analisi – basata su un database interno di 270mila organizzazioni non profit incrociato con i dati del Registro Unico e su un’indagine campionaria condotta con interviste su 821 enti – ha mappato questo mondo per comprendere le sfide future e per misurarne l’impatto sul Sistema Paese. «In un contesto di rapidi mutamenti che rischiano di frammentare la società, il Terzo Settore genera coesione.Questa seconda edizione del Rapporto evidenzia l’apporto determinante della riforma del Terzo Settore nel favorire la professionalizzazione di questo universo che, nel suo complesso, vale circa il 4,4% del Pil nazionale e contribuisce alla crescita e all’innovazione sociale del Paese», ha dichiarato Barbara Lucini, Responsabile Country Sustainability & Social Responsibility di Generali Italia.Oggi in Italia gli enti iscritti al Registro Unico sono 129mila e danno lavoro a 530mila dipendenti, ma il potenziale da esprimere è ancora enorme: quelli non ancora iscritti ma abilitati a farlo sono infatti oltre 300mila, con 830mila lavoratori dipendenti e 4,2 milioni di volontari. Secondo il Rapporto di Generali Italia, il 62% degli enti fornisce servizi alle persone (circa 180-190 mila organizzazioni). Il 45% registra ancora la Ricerca – offre servizi alla generalità delle persone, mentre il 16,9% si occupa di specifiche categorie di fragilità sociale. Il Terzo Settore, inoltre, contribuisce al rinnovamento dei sistemi di welfare. L’analisi fornita da Welfare Index Pmi, l’indice di valutazione del livello del welfare aziendale nelle Pmi italiane realizzato da Generali Italia, rileva che gli enti con un livello alto e molto alto di welfare aziendale sono il 59,3%, quasi il doppio della media generale (33,3%). LEGGI TUTTO

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    Le cucine stellate nel mirino di Benetton. 21 Investimenti compra TheNiceKitchen

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    Il private equity di Alessandro Benetton, 21 Invest, ha acquisito la maggioranza di TheNiceKitchen, gruppo specializzato nella produzione di sistemi per cucine professionali, da BeNice Holding. La società target è stata fondata nel 2013 con l’acquisizione di Modular Professional Srl, focalizzata nella produzione di cucine modulari, piani cottura, forni e lavastoviglie. Nel 2019 l’acquisizione e la successiva integrazione di Coldline Srl, fondata nel 1995 da Alessandro e Gianluca Bagante e leader nel segmento della refrigerazione professionale. TheNiceKitchen è diventata così un complesso che integra le tecnologie di cottura, refrigerazione e lavaggio.Ora 21 Invest affiancherà nell’azionariato Alessandro e Gianluca Bagante, che hanno incrementato la propria partecipazione nel gruppo e continueranno ad affiancare l’azionista di maggioranza nella scelta delle strategie. Si conclude così la procedura di ricerca di nuovi soci avviata dalla BeNice Holding di Lauro Buoro tramite Unicredit. L’esito, alla fine, è stato un disimpegno totale dell’imprenditore. Buoro con la sua holding è, infatti, il principale azionista di Nice, gruppo veneto della domotica, quotato fino al 2019 e oggi partecipato dal Fsi che è entrato con un aumento di capitale riservato da 100 milioni alla fine del 2023.TheNIceKitchen produce la sua intera gamma in Italia nei siti di Torreglia, in provincia di Padova, e San Vendemiano, in provincia di Treviso, impiegando circa 300 dipendenti. Nel 2023 il gruppo ha registrato ricavi pari a circa 55 milioni di euro, di cui il 60% proveniente da mercati esteri. Il processo di evoluzione digitale della cucina è il cardine del progetto TheNiceKitchen, che detiene inoltre partecipazioni nelle padovane Linear-Bi, produttrice di contenitori per la consegna di alimenti a domicilio, e Merryday, specializzata nei piatti pronti per il food delivery. LEGGI TUTTO

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    Cucine stellate nel mirino di Benetton: 21 Invest compra TheNiceKitchen

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    Il private equity di Alessandro Benetton (in foto), 21 Invest, ha acquisito la maggioranza di TheNiceKitchen, gruppo specializzato nella produzione di sistemi per cucine professionali, da BeNice Holding. La società target è stata fondata nel 2013 con l’acquisizione di Modular Professional Srl, focalizzata nella produzione di cucine modulari, piani cottura, forni e lavastoviglie. Nel 2019 l’acquisizione e la successiva integrazione di Coldline Srl, fondata nel 1995 da Alessandro e Gianluca Bagante e leader nel segmento della refrigerazione professionale. TheNiceKitchen è diventata così un complesso che integra le tecnologie di cottura, refrigerazione e lavaggio.Ora 21 Invest affiancherà nell’azionariato Alessandro e Gianluca Bagante, che hanno incrementato la propria partecipazione nel gruppo e continueranno ad affiancare l’azionista di maggioranza nella scelta delle strategie. Si conclude così la procedura di ricerca di nuovi soci avviata dalla BeNice Holding di Lauro Buoro tramite Unicredit. L’esito, alla fine, è stato un disimpegno totale dell’imprenditore. Buoro con la sua holding è, infatti, il principale azionista di Nice, gruppo veneto della domotica, quotato fino al 2019 e oggi partecipato dal Fsi che è entrato con un aumento di capitale riservato da 100 milioni alla fine del 2023.TheNIceKitchen produce la sua intera gamma in Italia nei siti di Torreglia, in provincia di Padova, e San Vendemiano, in provincia di Treviso, impiegando circa 300 dipendenti. Nel 2023 il gruppo ha registrato ricavi pari a circa 55 milioni di euro, di cui il 60% proveniente da mercati esteri. Il processo di evoluzione digitale della cucina è il cardine del progetto TheNiceKitchen, che detiene inoltre partecipazioni nelle padovane Linear-Bi, produttrice di contenitori per la consegna di alimenti a domicilio, e Merryday, specializzata nei piatti pronti per il food delivery. LEGGI TUTTO

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    Truffa del Telepass: ecco come non farsi fregare

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    Telepass è finita nel mirino dei truffatori. Dopo il caso in cui l’azienda è finita nel mirino dei consumatori a causa dell’incremento dei prezzi. Si tratta di un marchio noto e affidabile in grado di far cadere i consumatori nell’inganno del phishing che può causare un danno economico significativo, svuotando addirittura le tasche della vittima. Ecco cosa c’è da sapere e come non cadere nella trappola.La truffaCome anticipato, questo tipo di frode è nota come “phishing”, una strategia ingannevole dove i criminali tentano di ottenere dati personali e sensibili, come i numeri delle carte di credito, tramite messaggi falsi che sembrano provenire da fonti affidabili. Nel caso in questione, i truffatori si avvalgono del nome di un marchio noto come Telepass per conquistare la fiducia degli utenti e spingerli a rivelare informazioni finanziarie. La truffa è orchestrata in modo mirato: l’offerta di un premio, in questo caso un kit per la riparazione dell’auto, suscita interesse, mentre la richiesta di un modesto pagamento per la spedizione appare plausibile, portando così la vittima a fornire i dati della propria carta di credito. Il vero obiettivo è raccogliere queste informazioni per realizzare frodi finanziarie. La notizia della frode arriva da Libero Tecnologia che ha spiegato il metodo utilizzato dai malintenzionati attacco di phishing. LEGGI TUTTO

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    Abi e Coldiretti insieme per la moratoria a favore delle aziende agricole

    In alto a destra il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, a sinistra il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, in basso a destra il Direttore Generale dell’Abi, Marco Elio Rottigni e il Segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo

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    Rafforzare la comunicazione per diffondere la conoscenza dello strumento della moratoria tra banche e aziende agricole. E’ questo uno dei temi affrontati durnate l’incontro tra Abi e Coldiretti che hanno concordato di approfondire lo studio sulle modalità di utilizzo dello strumento, tenendo conto delle opportunità e dei vincoli previsti dall’attuale disciplina di vigilanza di matrice europea, e per facilitarne l’utilizzo. A tale scopo è stato deciso di costituire anche un apposito tavolo di lavoro.Il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli e il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini si sono incontrati nella sede dell’Abi dove hanno approfondito le tematiche connesse all’applicazione della moratoria prevista dal decreto-legge “Agricoltura”. Nell’incontro è stata condivisa la rilevanza di misure economiche volte a sostenere il mondo agricolo, tra queste anche la possibilità di poter utilizzare la moratoria prevista dal decreto-legge “Agricoltura”.Nell’incontro è stato altresì dato atto delle numerose comunicazioni che l’Abi ha fornito ai propri associati a partire dall’emanazione del decreto-legge “Agricoltura” e, a seguire, quando l’Ismea e il Fondo di garanzia PMI hanno fornito indicazioni per l’attuazione della moratoria. LEGGI TUTTO