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    L’annuncio di Salvini: il generale Vannacci candidato con la Lega alle europee in tutti i collegi

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Sono contento che un uomo di valore come il generale Vannacci abbia deciso di portare avanti le sue battaglie di libertà insieme alla Lega in Parlamento europeo». Lo farà «in tutti i collegi elettorali». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, ufficializzando la candidatura di Roberto Vannacci alle elezioni europee durante la presentazione del suo libro ’Controvento’ all’Istituto dei Ciechi di Milano.Vannacci: sarò candidato indipendente, manterrò mia identità«Confermo la mia stima nei confronti del ministro Salvini e sottoscrivo la sua dichiarazione. Sarò un candidato indipendente che mantiene la propria identità e che lotterà, con coraggio, per affermare i propri valori di Patria, tradizioni, famiglia, sovranità e identità che condivido abbondantemente con la Lega». Così il generale Roberto Vannacci, dopo l’annuncio della sua candidatura da parte del leader della LegaLoading…Salvini: Meloni? Nostri destini incrociati, dureremo 5 anni Con la premier Giorgia Meloni «più ci conosciamo e più il rapporto diventa anche personale. Da un anno e mezzo siamo insieme al governo, abbiamo due caratteri belli tosti e, però, abbiamo capito che il nostro dovere è mantenere l’impegno con gli italiani» affinché l’esecutivo «duri per tutti e cinque gli anni». Così il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, in occasione della presentazione del suo libro “Controvento” alla Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano. «I nostri destini sono incrociati» e nel governo «non si può fare competizione interna, gli avversari sono fuori».Salvini: grato finché campo a Bossi e Maroni, da loro consigli preziosi  LEGGI TUTTO

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    Nodo coperture su bonus di Natale, ma obiettivo resta il Cdm del 30 aprile

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaGoverno al lavoro sulle coperture per finanziare il bonus di Natale. Depennato dal Consiglio dei ministri di martedì 23 aprile, il tredicesimo decreto legislativo della riforma fiscale – con la revisione del regime impositivo dell’Irpef e dell’Ires sui redditi agrari, da lavoro dipendente, autonomo e d’impresa – è atteso al varo il 30 aprile. O almeno questo resta l’obiettivo del governo, coperture permettendo.Servono 100 milioni di copertureLe proposte avanzate dal viceministro all’Economia con delega al Fisco, Maurizio Leo, prevedevano prima un contributo fino a 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15 mila euro. Costo dell’intervento stimato tra i 400 e i 600 milioni di euro. La seconda ipotesi presentata al preconsiglio di martedì prevedeva un bonus di Natale fino a 100 euro da corrispondere sempre con latredicesima mensilità ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro con coniuge e almeno un figlio a carico, anche avuto fuori dal matrimonio riconosciuto, affidato o adottato. In questo caso il costo dell’intervento di aiuto alle famiglie era stimato in circa 100 milioni. Ma il trauma del superbonus impone oggi al governo conteggi accuratissimi e attendibili. Inoltre, di necessità virtù, un rinvio al 30 aprile avrebbe pure maggiore appeal mediatico permettendo di annunciare l’indennità di dicembre alla vigilia della festa del Lavoro del primo maggio.Loading…Risorse dagli incassi del concordato preventivo biennale per gli autonomiA patto che si trovino le risorse, visto che la disposizione delle ultime bozze di finanziare il bonus con gli incassi del concordato preventivo biennale per gli autonomi non ha passato l’esame tecnico per delle incongruenze temporali che invitano alla prudenza: l’ammontare andrebbe infatti indicato in un decreto del ministero dell’Economia entro il 15 novembre ma il primo acconto per i versamenti del concordato è previsto il 30 novembre. Inoltre la certezza di questo gettito sarà nota solo agli inizi del 2025, mentre il bonus essendo legato alla 13esima andrebbe erogato a dicembre. Da qui la necessità di ulteriori approfondimenti.Le altre misure del decretoIntanto l’esecutivo si appresterebbe a riportare al 10%, dall’attuale 5%, l’aliquota dell’imposta sostitutiva per i premi di produttività fino a 3 mila euro lordi. Una misura della quale hanno beneficiato circa 3,5 milioni di dipendenti. Tra le altre misure del decreto legislativo c’è, sul fronte dei professionisti, anche le norme per la neutralità fiscale sulle operazioni di aggregazione per favorire la crescita degli studi. Nel provvedimento, tra le altre novità, la revisione dei redditi agrari e dei redditi da lavoro autonomo, spese, rimborsi, ma anche plusvalenze sulle aree edificabili ricevute in donazione. LEGGI TUTTO

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    25 aprile, allerta sicurezza sui cortei. Mattarella nel paese delle stragi naziste

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaControlli e bonifiche con oltre 600 agenti delle forze dell’ordine in campo soltanto nella capitale. E’ massima l’attenzione per le celebrazioni del 25 aprile, con piazze ancor più divise quest’anno dal conflitto in Medio Oriente. A Roma il piano sicurezza è già entrato nel vivo. Sotto la lente tutta l’area di Porta San Paolo, luogo simbolo della resistenza romana, dove in mattinata alle 8 la Brigata ebraica depone una corona di fiori. Circa duecento le persone attese, tra cui esponenti di spicco della comunità. E alla stessa ora, a pochi metri di distanza, si sono dati appuntamento studenti palestinesi, movimenti, antagonisti e collettivi universitari per una manifestazione “antifascista e antisionista”. «Contro ogni forma di colonialismo, a fianco dei feddayn che combattono l’occupante sionista, per la liberazione della Palestina. Ora e sempre resistenza» hanno sottolineato dal movimento degli studenti palestinesi, lanciando la mobilitazione. E su questa concomitanza sarà massima l’attenzione delle forze dell’ordine per evitare tensioni e proteste violente.Il corteo dell’Anpi a Roma senza la comunità ebraicaSono circa duemila i partecipanti attesi, invece, al tradizionale corteo dell’Anpi che parte alle 10 da Largo Bompiani e arriverà a Porta San Paolo, dove sarà allestito un palco per gli interventi, tra cui quello di Roberto Salis (il padre di Ilaria, l’attivista detenuta in carcere in Ungheria da 13 mesi con l’accusa di lesioni nei confronti di due militanti di estrema destra, che correrà con Avs per un seggio a Strasburgo). Una manifestazione a cui non parteciperà la comunità ebraica, come già avviene da alcuni anni.Loading…La manifestazione a Milano con SchleinAlta l’attenzione anche a Milano dove la manifestazione nazionale sarà come sempre aperta da deportati e brigate antifasciste, inclusa quella ebraica che negli ultimi anni è quasi sempre stata oggetto di contestazioni e che, alla luce della situazione a Gaza, quest’anno si preannunciano più massicce. Dietro ai partigiani verrà esposto lo striscione ’Cessate il fuoco dovunque’, che ha creato non poche polemiche, poi i sindacati, le forze politiche come il Pd presente con la segretaria Elly Schlein, le varie associazioni e la comunità palestinese. Il leader di Azione Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova di Più Europa sfileranno invece con la Brigata ebraica.Mattarella nel paese toscano della strage nazistaIl presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la cerimonia a Roma con la deposizione della corona di alloro all’altare della Patria, si trasferirà in elicottero in Toscana per essere a Civitella Valdichiana (Arezzo) assieme al ministro Crosetto. La località è stata individuata dal Quirinale per ricordare un altro terribile eccidio nazista compiuto nel giugno del 1944 che costò la vita a 244 civili. Una classica rappresaglia nazista ad un attacco partigiano che provocò la morte di tre militari tedeschi. La mattinata del Capo dello Stato è stata interamente pianificata e un intero borgo lo attende con la bandiera tricolore esposta alle finestre già da giorni. Mattarella si recherà presso la Sala della memoria, quindi in chiesa per un momento di raccoglimento e sul luogo dell’eccidio, dopo raggiungerà la tensostruttura in piazza. Inoltre saranno presenti circa 40 familiari delle vittime della strage provenienti anche da altre città e dall’estero. Sono familiari diretti, di primo grado, come nipoti e figli di chi fu ucciso nell’eccidio del 1944Anche quest’anno, la geografia delle iniziative e la cartina delle presenze dei leader restituiscono la lettura di una celebrazione che fatica ad essere condivisa. La presidente del consiglio Giorgia Meloni ricorderà il 25 Aprile a Roma, partecipando alla cerimonia all’Altare della Patria con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i presidenti del Senato Ignazio la Russa e della Camera Lorenzo Fontana. Il leader della Lega Matteo Salvini sarà a Milano a presentare il suo libro. Nelle ultime ore, però, ha assicurato che parteciperà anche «a una delle iniziative ufficiali» a Milano «per ricordare i caduti grazie ai quali oggi siamo liberi di parlare». Mentre il presidente del M5s Giuseppe Conte sarà a Roma, a un evento promosso per la “Festa della Resistenza”. Sull’impronta della memoria, la scelta del vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che sarà alle Fosse Ardeatine. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sarà invece a Roma, al museo di via Tasso, dove vennero rinchiusi i rastrellati destinati alle Fosse Ardeatine, dopo l’attentato di via Rasella. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sarà a Frosinone, per la cerimonia di conferimento della medaglia d’oro al merito civile alla Provincia. Come tradizione, e in adesione all’appello lanciato dal quotidiano Il Manifesto, i leader della sinistra saranno a Milano. LEGGI TUTTO

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    Def, Camera approva risoluzione di maggioranza con 197 sì

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaL’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Def con 197 voti a favore, 126 voti contrari e 3 astenuti. Nel documento si impegna l’Esecutivo a «presentare quanto prima il quadro programmatico, nell’ambito del Piano fiscale e strutturale di medio periodo». Il Governo si era espresso negativamente sulle risoluzioni delle opposizioniDef, risoluzione maggioranza: presentare quanto prima il quadro programmatico Nella risoluzione si evidenzia, tra l’altro, che «i dati presentanti nel Documento mostrano il rispetto delle indicazioni delle Autorità europee per il 2024 relativamente all’evoluzione della spesa primaria netta; le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento di economia e finanza 2024 sono state validate dall’Ufficio parlamentare di bilancio».Loading…Giorgetti: quadro programmatico entro l’estateIl ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nell’audizione di lunedì sera sul Def (solo tendenziale) alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha spiegato quadro programmatico della finanza pubblica italiana arriverà «entro l’estate» con il Piano fiscale previsto dalle nuove regole Ue, «che il Parlamento avrà modo di esaminare e approvare prima dell’invio alle autorità europee» entro il 20 settembre.Occhi puntati sulla riduzione del rapporto debito/PilGiorgetti ha anche iniziato a fornire gli ingredienti delle prossime decisioni del Governo. Che, ha spiegato il titolare dei conti italiani, oltre a «effettuare un attento monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica», utilizzando gli strumenti messi in campo dall’ultimo decreto anti Superbonus, «è intenzionato ad adottare misure normative tali da consentire un riallineamento ai valori programmatici ancora vigenti» e a «migliorare anche gli andamenti di cassa, rimodulando il profilo del rapporto debito/Pil e riducendolo già nel breve periodo». LEGGI TUTTO

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    Dalla Basilicata al Piemonte, ora i centristi Renzi e Calenda danno le carte. Ecco perché

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl mai nato terzo polo si è fatto forte del risultato in Basilicata e ha alzato il tiro sui due schieramenti, nella speranza di rimescolare le carte in vista delle Europee, dove la soglia del 4% sarà un test della verità. L’ 8 e 9 giugno Azione e Iv andranno separate, ma intanto nel mirino hanno messo il Pd, che in Basilicata si è alleato col M5s, e pure le forze di centrodestra, a cui Matteo Renzi e Carlo Calenda sperano di portar via voti, pescando magari nei moderati di Forza Italia o negli scontenti della Lega.Il ruolo determinante di Azione e Iv in Basilicata per la vittoria di BardiIn Basilicata, sia Azione sia Orgoglio lucano, dove è confluito Iv, hanno preso più del 7%. Un risultato sostanziale (visto che fra il candidato di centrodestra Vito Bardi e quello progressista Piero Marrese ci sono 14 punti) ma su cui incidono due fattori: l’esiguità del bacino elettorale – hanno votato in 280 mila – e il peso di Marcello Pittella, il secondo consigliere più votato, che ha trascinato Azione. «In Basilicata si vince al centro – ha twittato Renzi – Bardi ha scelto noi e ha vinto. Il Pd ha scelto il M5s e ha perso. Tutto il resto è noia».Loading…I diversi posizionamenti in PiemonteAlle forze di centro si guarda con attenzione, specie per due appuntamenti a breve scadenza: in vista della mozione di sfiducia al governatore Michele Emiliano, in programma il 7 maggio, in Puglia sono tenute d’occhio le intenzioni dei tre consiglieri di Azione, anche se non paiono determinanti. Mentre in Piemonte – dove Pd e M5s corrono divisi – si attendono le mosse di Iv, che sembra orientata verso il centrosinistra, e di Azione, che pare puntare al governatore uscente di centrodestra, Alberto Cirio.Le tensioni Pd-M5sNell’area progressista, invece, la sconfitta in Basilicata ha reso più complicato un periodo già piuttosto problematico. Il M5s è uscito dalle urne ridimensionato: il 7% contro il 20% del 2019. Mentre nel Pd, che ha portato a casa il 13,9%, la segretaria Elly Schlein deve fare i conti con le ripercussioni delle divisioni sul simbolo e con i maldipancia per le alleanze, alimentati dalla stoccata di Giuseppe Conte sul Patto di Stabilità: «Non mi capacito del perché il M5S sia rimasto solo a votare contro un accordo che taglia le gambe alla crescita dell’Europa e dell’Italia». Il presidente M5s ha citato esplicitamente le forze di governo, ma l’uscita è suonata come una critica all’astensione anche del Pd. LEGGI TUTTO

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    Dl Pnrr, ok definitivo del Senato. Dai consultori agli alloggi universitari: cosa c’è nel nuovo decreto

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaOk del Senato con 95 sì, 68 no e 1 astenuto alla fiducia posta dal governo sul decreto che contiene disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il provvedimento, arrivato blindato a palazzo Madama dalla Camera, incassa perciò il via libera definitivo. E diventa legge.Nella sanità assunzioni più facili con contratti flessibiliPer la sanità gli emendamenti approvati alla Camera garantiscono assunzioni più facili con contratti flessibili, da quelli a tempo determinato ai co.co.co., con una corsia più semplice per assumere gli specializzandi dal secondo anno in poi senza i paletti del passato. Una novità salutata dagli ospedalieri dell’Anaao come un primo passo per affrontare il problema della carenza di personale negli ospedali e contrastare il fenomeno dei gettonisti.Loading…Associzioni a sostegno della maternità nei consultoriLe Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità». E’ quanto prevede un emendamento al dl Pnrr su cui il governo ha messo la fiducia alla Camera. Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di FdI, è stato stigmatizzato dalle opposizioni come un attacco «ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione»A Cdp controllo e gestione fondi alloggi universitàLa verifica e il controllo sull’attuazione e rendicontazione degli interventi finanziati col Pnrr per gli alloggi universitari saranno svolti «con il supporto» di Cdp e di società controllate direttamente o indirettamente da Cassa. E’ affidata alla Cassa anche «la gestione dei fondi statali oggetto delle procedure amministrative», ferma restando l’applicazione delle regole e procedure del Pnrr agli immobili eventualmente ritenuti ammissibili al conseguimento del target M4c1-30.Dl Pnrr cambia su PagoPa, stop a patti dominanti PosteIn base a un emendamento approvato in commissione bilancio alla Camera, Poste, nel caso di ingresso in PagoPa, non potrà stipulare patti di sindacato con il Poligrafico dello Stato che abbiano per effetto l’esercizio di un’influenza dominante sul governo della società. Resta fermo inoltre quanto previsto dalla legge sulla tutela della concorrenza, si chiarisce, in base a cui le operazioni di modifica della concentrazione soggiaciono alla disciplina in materia di concentrazioni e devono essere sottoposte al controllo preventivo dell’Antitrust. Nella versione iniziale della norma era previsto che il controllo potesse essere ceduto al Poligrafico dello Stato e per il resto, per una quota non superiore al 49 per cento, a Poste Italiane. La previsione aveva destato preoccupazione nel mondo bancario e tra i circuiti internazionali di pagamenti e carte LEGGI TUTTO

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    Basilicata: Fi stacca la Lega, tracollo M5s. Decisivi per Bardi Azione e la lista vicina a Renzi: insieme oltre il 14%

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaA spoglio concluso (con il candidato di Forza Italia Vito Bardi confermato governatore della Basilicata con il 56,6% dei voti, contro Piero Marrese, candidato del campo largo Pd-M5s, che ha ottenuto il 42,2%) sono varie le novità che emergono nel panorama politico lucano. Il M5s, primo partito in regione da sei anni, esce a pezzi, raccogliendo solo il 7,7%, la percentuale più bassa della sua storia elettorale in Basilicata. In testa tra i partiti c’è Fratelli d’Italia con il 17,4%, ma considerando che i meloniani alle scorse politiche avevano superato il 18%, non si può parlare di exploit. Forza Italia, che già nel 2022 aveva superato di un soffio la Lega, ora la stacca di oltre 5 punti. E si impenna a quota 13% diventando terzo partito in regione, a un’incollatura dal Pd (13,9%) che perde più di un punto rispetto alle politiche (15,2%).Carroccio ancora in caloIl Carroccio frena la caduta ma esce ulteriormente ridimensionato. Il 19,15% delle regionali 2019 è lontanissimo, ma anche rispetto al 2022 (9%) il partito di Salvini perde più di un punto in questa tornata nella quale si ferma al 7,8%.Loading…Calenda e Renzi decisivi per la vittoria di BardiDecisivo inoltre per la vittoria di Bardi è stato l’apporto di Azione (guidata in regione dall’ex presidente della Regione Marcello Pittella), con il 7,5% e della lista Orgoglio lucano, vicina a Matteo Renzi, con il 7%. Al centrosinistra non è bastato l’exploit (11,2%) della civica Basilicata Casa Comune dell’imprenditore cattolico Angelo Chiorazzo per compensare il crollo dei 5 stelleM5s al minimo storicoIl voto alle Regionali per i Cinque Stelle suona come un brusco risveglio dopo un «dominio elettorale» che durava dalle Politiche del 2018. All’epoca presero il 44,36%. L’anno seguente alle Regionali incassarono il 20,27% e alle Europee sfiorarono il 30%. Solo due anni fa alle Politiche si confermarono al 25%. Ora, il Movimento esce a pezzi. Il 7,7% totalizzato in questa tornata rappresenta la percentuale più bassa della sua storia elettorale in Basilicata, finora rappresentato dall’8,97%, delle regionali 2013.Exploit di Forza ItaliaNel centrodestra, anche se Fdi si conferma primo partito della coalizione e diventa primo partito in regione a causa del tracollo M5s, è in casa Forza Italia che possono dirsi più soddisfatti. Nelle ultime tornate elettorali (politiche 2022, europee e regionali 2019) ci si era attestati sempre poco sopra il 9%. Il 13% di queste elezioni regionali rappresenta un vero exploit: il miglior risultato nella storia elettorale del partito in Basilicata (dopo la fine del Popolo delle libertà), oltre il 12,4% delle politiche 2018. LEGGI TUTTO

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    No al nome nel simbolo Pd: la retromarcia di Schlein e la soglia di sopravvivenza al 20%

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di lettura«O mi candido ovunque o mettiamo il mio nome nel simbolo del Pd». Questo, più o meno, il bivio prospettato di fatto dalla segretaria Elly Schlein ai dem riuniti domenica in direzione per l’approvazione delle liste per le europee. Poi, a urne chiuse in Basilicata, la retromarcia via Instagram: non ci sarà il nome della leader nel simbolo e non ci sarà la sua candidatura ovunque ma solo, come capolista, nel Centro e nelle Isole.La retromarcia dopo la sollevazione delle correntiUna retromarcia a tutti gli effetti, dunque, vista la sollevazione di tutte le correnti che la hanno appoggiata al congresso dello scorso anno: da Dario Franceschini alla sinistra di Andrea Orlando e Giuseppe Provenzano fino a Nicola Zingaretti. Ma come mai la segretaria dem è stata a un passo dal compiere una scelta così di rottura rispetto alla tradizione del Pd? Sicuramente ha pesato la tempesta giudiziaria che si è abbattuta sul partito barese e pugliese, con le inchieste su voto di scambio e corruzione che hanno toccato la giunta comunale e soprattutto quella regionale guidata da Michele Emiliano. Ossia uno dei “cacicchi” a cui la segretaria venuta dai movimenti e fino al momento delle primarie non iscritta al Pd aveva giurato guerra durante la campagna congressuale.Loading…La tentazione del nome nel simboloAd irritare Schlein nelle scorse settimane, infatti, non era stata tanto la decisione del leader del M5s Giuseppe Conte di far saltare le primarie giallorosse e Bari, nonché di uscire dalla Giunta di Emiliano al grido «la legalità per noi non è un valore negoziabile», quanto proprio il sistema di potere radicatosi negli anni nella Puglia del “ras” e portato alla luce dalle inchieste. Sempre Conte le aveva rivolto le parole più scottanti: «Cambi il Pd prima che il Pd cambi lei». E la risposta di Schlein è stata istintivamente duplice: prima la decisione di stampare sulle tessere del Pd gli occhi dello storico leader del Pci Enrico Berlinguer, l’inventore e il paladino della “questione morale”; poi la tentazione – rientrata in corner – di mettere il suo nome dentro il simbolo del Pd imitando un’usanza della destra ripresa anche dalla premier Giorgia Meloni per il suo partito, Fratelli d’Italia. L’intenzione era appunto quella di gettare tutto il peso della sua freschezza e per così dire della sua estraneità alla storia del Pd per mandare il messaggio di quel radicale rinnovamento più volte annunciato e che nella compilazione delle liste per le europee si è potuto esprimere di fatto solo con pochi volti (Lucia Annunciata, Cecilia Strada e il pacifista Marco Tarquinio) . Quasi che il Pd fosse appunto la bad company descritta da Conte.Le critiche di Prodi e il paradosso della personalizzazioneIn questo modo però Schlein si è esposta non solo alle critiche del fondatore dell’Ulivo e prima tessera del Pd Romano Prodi («così si chiede agli elettori di dare il voto a una persona che di sicuro non ci va a Bruxelles se vince: queste sono ferite alla democrazia che scavano un fosso»), ma – paradossalmente – anche al ribaltamento delle sue stesse critiche contro l’eccessiva personalizzazione della politica. Schlein ha sempre contrapposto il Pd come “comunità” ai partiti personali della destra e ha sempre usato il “noi” al posto dell’”io” per distinguersi dalla stagione renziana (ma perfino Matteo Renzi non ha mai ha imposto il suo nome nel simbolo del Pd quando ne era il segretario).L’avvertimento di AnnunziataA questa contraddizione se ne aggiunge un’altra, più sottile ma non meno insidiosa: evidentemente Schlein, che spera di superare indenne le europee anche grazie al suo personale apporto, punta già da ora a personalizzare lo scontro con Meloni per le future elezioni politiche del 2027. Un corpo a corpo tra due candidate premier che mal si sposa con la feroce opposizione che il Pd, proprio su input di Schlein, sta facendo in Senato contro il premierato targato centrodestra. Mettere il nome nel simbolo avrebbe implicato l’accettazione del modello, come correttamente ha avvertito in corner Annunziata, mettendo «a disposizione» il suo nome in lista. «Il nome nel simbolo è la trasformazione del Pd in un partito personale proprio nel momento in cui la maggioranza ha presentato una riforma, il premierato, che distrugge l’attuale assetto costituzionale. La scelta del nome nel simbolo mette il Pd sulla strada dell’accettazione dello stesso modello. Su molte cose in un partito si può mediare ma non su questioni di questo rilievo». LEGGI TUTTO