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Meloni: “Riforma della giustizia occasione storica per giustizia più giusta ed efficiente”
La presidente del Consiglio ha illustato i punti chiave del provvedimento: maggiore efficienza, separazione delle carriere, responsabilità dei giudici e sorteggio dei membri del Csm. Ha ribadito il dissenso rispetto all’Anm, storicamente contraria alle riforme
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata a parlare della riforma della giustizia e della manovra economica, definendo la prima “un’occasione storica” e ribadendo la propria distanza dalle posizioni dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). Le sue dichiarazioni, rilasciate al Tg1, arrivano dopo il via libera del Senato al disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.
“Sulla giustizia norme di buon senso”
“La riforma che introduce la separazione delle carriere dei magistrati rappresenta un’occasione storica per avere una giustizia più efficiente e più giusta”, ha detto la premier. Meloni ha spiegato che si tratta di “norme di buon senso” pensate per “rafforzare la terzietà del giudice” e garantire quindi “un processo più giusto”. Tra i punti qualificanti del provvedimento, la premier ha ricordato l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare, che “significa che se un giudice domani dovesse sbagliare si assumerà finalmente la responsabilità”, e l’introduzione del sorteggio per i componenti del Consiglio superiore della magistratura, “una misura per liberare la magistratura dalle correnti politicizzate e valorizzare il merito”. Durante l’intervista, Meloni ha anche risposto alle critiche dell’Associazione nazionale magistrati, che si è detta contraria alla riforma. “Non sono d’accordo con l’Anm – ha affermato – ma a memoria non ricordo una volta in cui l’Anm sia stata favorevole a una qualsiasi riforma della giustizia. La loro idea è che tutto vada benissimo, ma non è l’idea che abbiamo noi e credo nemmeno quella dei cittadini”. LEGGI TUTTO





Meloni: l’Italia non può condividere la scelta di occupare Gaza
Ascolta la versione audio dell’articolo «La reazione di Israele è decisamente sproporzionata, un quadro che non può che peggiorare con l’occupazione di Gaza City, una scelta che l’Italia non può condividere». Così la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dal palco ad Ancona per sostenere la corsa alla presidenza delle Marche di Francesco Acquaroli. «I terroristi di Hamas ancora oggi si rifiutano di liberare gli ostaggi – ha aggiunto -. Cerchiamo di costruire pace con risposte, non solo con gli slogan».Loading…«Oggi Italia in testa a dare il passo agli altri Paesi»«Giorni fa ho letto un titolo del quotidiano The Telegraph che, tradotto, diceva: “Sai che l’Europa è in un pasticcio quando l’Italia è il protagonista di spicco”. In questo titolo c’è uno dei tanti elementi di spocchia a cui siamo stati abituati, ma ce dimostra una idea molto chiara di come ci vedevano prima e non adesso. Oggi siamo in testa a dare il passo perché è quello che una nazione merita», aggiunge la premier alla chiusura della campagna elettorale del centrodestra. «C’è un business dell’odio» È l’espressione usata da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI, al comizio del centrodestra ad Ancona per Francesco Acquaroli in vista delle Regionali nelle Marche. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire – ha detto -, alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c’è un business dell’odio. Ogni giorno vedo post sui social carichi di accuse e ingiurie a me e al governo, e sono quasi sempre accompagnati dall’invito a comprare qualcosa, un libro, un biglietto per uno spettacolo teatrale. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare». LEGGI TUTTO


Perché ora Zelensky può vincere
La guerra al tiranno nel 2022 e la resistenza nazionale Ucraina potrebbero essere un’occasione rivoluzionaria: l’Occidente potrebbe scendere dalla boria ideologica maturata dal secondo dopoguerra e pensare. Ma la vanagloria europea sull’unità trovata per sempre, sul glorioso anelito di democrazia che cambierà un mondo post Putin, può mettere a tacere tutte le scomode verità rivelate dal conflitto. Invece essere testimoni, come capita a me, di un Paese perennemente in guerra ma che aborre la guerra come ogni democrazia, è istruttivo, e suggerisce sincerità spietata. Vedersi piovere missili in testa, vivere in un Paese democratico e prospero in cui sono stati fatti almeno duemila morti in pochi anni con attacchi terroristici, e a cui sono state sferrate guerre da ogni parte, induce oggi tuttavia un pensiero ottimista: le piccole nazioni legate alla loro storia, alla loro cultura, ai loro eroi e libri, hanno una forza di resistenza straordinaria. L’Ucraina può vincere nonostante lo strazio. Zelensky, una specie di Isaac Babel post litteram, ebreo e cosacco, ce la può fare come Golda Meir o altri leader ebreo-ucraini scampati e combattenti. Certo lo sa anche lui dalla storia: non ci sarà aiuto sostanziale, nessun «arrivano i nostri», la solitudine è una lezione che da ebreo ha imparato, ma ha dalla sua la verità, come Israele. Putin è rimasto shoccato perchè aveva disegnato una realtà geopolitica inesistente, dove gli Ucraini erano Russi. Ma gli Ucraini non sono Russi, anzi hanno sempre cercato nessi a Occidente, nel bene e nel male, per sottrarsi alla Russia. Adesso la cultura europea per cui il nazionalismo era definitivamente infangato dal passato, deve capire che lo stato nazionale è portatore di libertà, non è nazifascista. Lo è invece l’imperialismo, che genera i mali attribuiti al nazionalismo. Gli esseri umani liberi combattono per la loro collettività coi loro eroi e le loro tradizioni, e le istituzioni – anche l’Ue! – devono rispettarli per sempre. Devono anche espellere senza pietà la stupida «cancel culture». C’è di più: durante la guerra abbiamo visto le teorie di genere in crisi, gli uomini sono rimasti a combattere, le mamme hanno preso per mano i bambini, e li hanno portati in salvo. Per aiutare la donna a essere libera e madre ci vuole oggi la magnifica ripresa di un femminismo deidelogizzato. Liberalismo, nazionalismo, tradizione, devono andare insieme, l’Europa deve separarsi dal linguaggio, la retorica socialista del sogno postbellico. La guerra è un altro testo da rileggere. I segnali di fumo pacifisti non fermano la cavalleria, e invece Putin va fermato. Qui, in Israele, il Paese non sopravviverebbe un giorno, se non sapesse vincere le guerre, se non coltivasse il valore. Ce ne vuole per resistere al rischio della vita dei propri figli. E non sopravviverebbe se i conservatori e liberal non combattessero insieme al bisogno. Beato il Paese che apprezza compatto i suoi eroi, non quello che non ne ha bisogno. Infine: i turchi, spiegava Bernard Lewis, non capivano che i cannoni troppo a prua sulle navi, col rinculo le rendevano instabili. Così furono affondati. Noi dobbiamo spostare i cannoni della democrazia, altrimenti l’impero europeo della libertà può andare in pezzi come quello ottomano. LEGGI TUTTO





Riunione Bce a Firenze, Mattarella: “L’Ue trovi slancio e coraggio, è urgente accelerare”
A Palazzo Corsini di Firenze è in corso la riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. Oltre alla presidente Christine Lagarde, ha presenziato nel pomeriggio anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha elogiato il ruolo dell’Ue. “L’Europa dispone di risorse umane e materiali straordinarie, ampiamente consistenti e di grande qualità”, ha detto il presidente della Repubblica, ma “occorre ritrovare lo slancio e il coraggio che animarono i grandi passaggi istituzionali del processo di integrazione europea fino all’adozione della moneta unica. È urgente accelerare”. Lagarde ha ricordato il “lo straordinario percorso e la costante dedizione al benessere del popolo italiano” da parte di Mattarella, in grado di “dar voce alle sfide che l’Europa si trova ad affrontare”.
Mattarella: “L’Ue ha le carte in regola per restare protagonista”
Per Sergio Mattarella, “l’Europa dispone di risorse umane e materiali straordinarie, ampiamente consistenti e di grande qualità”. Non solo: “Ha le carte in regola per restare protagonista e competitiva, potendo così garantire un futuro di benessere ai suoi cittadini. Ha sviluppato meccanismi di protezione sociale che assicurano cure e assistenza sanitaria, tutelando le persone dalle avversità economiche. Rimane un baluardo della democrazia, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto e ha il dovere di contribuire allo sviluppo di un ordine internazionale fondato sulla pace e sulla dignità delle persone”. Inoltre, “non va ignorato come l’Ue stia tuttora operando in questa direzione con l’ampliamento e lo sviluppo di una rete di libero scambio commerciale con grandi aree del mondo, dal Nord America all’America Latina, all’Asia facendo sorgere, in tal modo, interessi comuni e obiettivi condivisi, la base cioè più solida per la pace, come insegna la storia”.
Mattarella: “L’Ue trovi slancio e coraggio, è urgente accelerare”
“Occorre ritrovare lo slancio e il coraggio che animarono i grandi passaggi istituzionali del processo di integrazione europea fino all’adozione della moneta unica. È urgente accelerare. Gli strumenti sono ben noti. Ne hanno parlato anche Giovanni de’ Medici e Niccolò Machiavelli nel colloquio immaginario che ha citato. Occorre realizzarli con determinazione e in tempi certi, per accrescere l’integrazione politica ed economica del Continente, che consenta ai suoi Paesi membri di tornare a crescere e a guardare al futuro con rinnovata fiducia di poter essere protagonisti della vita internazionale”, ha sottolineato Mattarella. “La politica monetaria per la stabilità dei prezzi rientra nella vostra competenza, nella comprensione della complessità del contesto in cui si inserisce. Non a caso avete ritenuto che costituisca parte della vostra missione far sì che l’Eurosistema tenga pienamente conto, nelle sue strategie, delle implicazioni dei cambiamenti climatici e della transizione in materia energetica. Si tratta di temi di grande rilievo”, ha evidenziato il capo dello Stato.
Mattarella: “La Bce ha assolto con successo il proprio mandato”
“La Bce ha assolto con successo il proprio mandato, anche nei momenti difficili, operando con indipendenza, con senso di responsabilità, con riconosciuta integrità, al servizio dei cittadini europei”, ha detto il presidente della Repubblica. “Desidero esprimere convinto apprezzamento a lei, presidente Lagarde, e a tutti i membri del Consiglio direttivo per la grande competenza e per la determinazione con cui avete affrontato, negli ultimi anni, sfide di complessità straordinaria: la pandemia, lo shock energetico seguito alla sciagurata aggressione russa all’Ucraina, il repentino rialzo dell’inflazione, oggi riassorbito. Si tratta di meriti di un’istituzione che ha saputo consolidarsi nel tempo, attrarre talenti da tutta Europa, un importante esempio delle potenzialità che nascono dal comune impegno di persone di diverse esperienze e culture per perseguire un obiettivo condiviso”, ha aggiunto. Il presidente Mattarella ha poi ricordato come il mondo sia “profondamente cambiato da quando la Bce ha iniziato a operare, nel 1998, succedendo all’Istituto monetario europeo. Oggi siamo di fronte a trasformazioni che trent’anni fa sarebbero state impensabili”.
Mattarella: “Salvaguardare il multilateralismo”
Per iil presidente della Repubblica, “l’emergere di nuove potenze globali, i conflitti, le tensioni geopolitiche e, più recentemente, le dispute commerciali, stanno scuotendo l’ordine internazionale così come il tentativo di minare la tenuta del prezioso sistema multilaterale che, pazientemente disegnato e consolidato dopo la seconda guerra mondiale, ha consentito di affrontare e sovente risolvere numerose crisi. Sistema che va rielaborato per adeguarlo alle mutate condizioni sviluppatesi nel mondo in questi ottant’anni, ma che va assolutamente salvaguardato. Ne deriva un diffuso senso di incertezza e anche di insicurezza, anche nei Paesi occidentali, che può condurre a scelte errate e porre a rischio valori che consideravamo acquisiti”. LEGGI TUTTO




Marche, l’impatto sul Veneto: si avvicina l’intesa sul candidato della Lega
Ascolta la versione audio dell’articoloLa vittoria del meloniano Francesco Acquaroli nelle elezioni regionali nelle Marche avrà un effetto immediato a livello nazionale: aiuterà sbloccare l’impasse del centrodestra sul Veneto. Incassato il bis del “suo” governatore uscente, la premier Giorgia Meloni può a questo punto cedere più facilmente al pressing della Lega che da settimane rivendica continuità nella regione amministrata da 15 anni dal “doge” Luca Zaia. Nonostante Fdi sia ormai diventato primo partito nella regione alle elezioni politiche ed europee. Il via libera al candidato in pectore Alberto Stefani sembra questione di ore ormai.Verso il via libera al leghista Stefani nel VenetoNon è escluso che possa essere già concordato in occasione del comizio odierno della premier a Lamezia Terme, assieme ad Antonio Tajani e Matteo Salvini per sostenere il bis di Roberto Occhiuto in Calabria. Anche se Meloni, per lasciare il Veneto alla Lega, ha bisogno di una rassicurazione formale, possibilmente scritta, su un «prossimo riequilibrio dei partiti del centrodestra nelle regioni del nord». Una formula che lasci intendere insomma che la Lombardia spetterà a Fdi.Loading…In attesa del voto in Calabria, il centrodestra si appresta dunque a definire i candidati mancanti. Su quello del Veneto (dove le elezioni sono in programma il 23 e 24 novembre) non ci dovrebbero essere sorprese. Tutti pensano ad Alberto Stefani, vice di Salvini e segretario della Liga Veneta. «Il Veneto può andare benissimo a un candidato della Lega», ha spiegato Tajani, pronto a rivendicare per FI il ruolo di «seconda forza del centrodestra». Davanti a una Lega che in Valle d’Aosta crolla e nelle Marche peggiora anche rispetto alle Europee (dall’8,2 al 7,4%), lontanissima dal 22,4% delle Regionali 2020.Di Bari in pole in CampaniaNon a caso Forza Italia mette sul tavolo altre due proposte: l’azzurro Flavio Tosi (che sarà capolista alle Regionali) come candidato del centrodestra a sindaco di Verona; e un civico come front runner in Campania. Una soluzione, spiega Tajani, per intercettare ex Dc ed ex Psi: «C’è malcontento nel centrosinistra campano – assicura Tajani -. Perché c’è uno spostamento a sinistra e noi siamo pronti a offrire il nostro simbolo, le nostre liste a quelli che vogliono scegliere di continuare a essere centristi e non di andare a fare una politica per la campagna di estrema sinistra». Ma quella del civico in Campania è un’opzione bocciata dai meloniani campani, che rilanciano la corsa di Edmondo Cirielli, vice di Tajani agli Esteri. In pole position al momento resta in Campania Michele Di Bari, prefetto di Napoli.In Puglia in corsa D’Attis e Gemmato LEGGI TUTTO



