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IN EVIDENZA

  • Separazione carriere, la maggioranza accelera: subito in Aula al Senato

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaForza Italia accelera sulla riforma della separazione delle carriere dei magistrati. E nelle stesse ore in cui la maggioranza incontrerà oggi l’Associazione Nazionale Magistrati in Parlamento, il presidente dei senatori forzisti Maurizio Gasparri fa sapere di voler andare in Conferenza dei Capigruppo a chiedere che il testo venga calendarizzato per l’Aula anche senza che sia stato dato il mandato al relatore, cioè senza che si sia concluso l’esame in Commissione.Ipotesi esame in Aula tra fine maggio e inizio giugno In realtà lui, più che di accelerazione, Gasparri preferisce parlare del «superamento del blocco dei lavori che si è creato in Commissione Affari Costituzionali per gli oltre 1000 emendamenti presentati dalle opposizioni». «Ci avrebbero inchiodato a quasi 700 ore di lavoro in Commissione e questo non è accettabile», dichiara. Ma l’effetto, qualora la Capigruppo dovesse fissare per fine maggio o inizio giugno la riforma in Aula, come si ipotizza, sarebbe comunque quello di arrivare al secondo voto del ddl (la Camera lo ha approvato il 16 gennaio), «ben prima dell’estate».Loading…Obiettivo approvazione entro fine annoEntro la fine dell’anno il testo sulla giustizia dovrebbe, secondo i programmi concludere il percorso parlamentare, con i quattro sì previsti, per arrivare al referendum all’inizio dell’anno prossimo.La partita della fase attuativaCi sarebbe così tutto il tempo per il ministero della Giustizia di mettere a punto la complessa fase attuativa della riforma, scrivendo e facendo approvare le norme ordinarie che per esempio dovranno declinare nel dettaglio il sorteggio per la scelta dei componenti togati dei due futuri Csm. Un passaggio che andrebbe concluso prima del 2027, quando è previsto il rinnovo del Consiglio superiore e che dovrebbe vedere alla prova il nuovo meccanismo scandito dalla riformaLe altre questioni sul tappetoL’ok alla riforma delle carriere consentirebbe inoltre di riprendere in mano molte altre questioni, care soprattutto all’anima garantista di Forza Italia, che erano state messe in stand by per volere della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non voleva avere troppi fronti aperti con i magistrati. Tra i ddl finiti nel cassetto c’è quello ad esempio di Pierantonio Zanettin (FI) che disciplina il sequestro di Pc e smartphone. LEGGI TUTTO

  • Migranti, Meloni: «Avanti con protocollo Italia-Albania. La Corte Ue non comprometta i rimpatri»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl Governo non dimentica «l’impegno sulle soluzioni innovative» come «il protocollo Italia-Albania», una soluzione «che è determinato a portare avanti proprio e soprattutto alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa il punto nel suo intervento alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia presso la Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno. «Noi siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini, il dovere della politica è di assumersi le sue responsabilità, il governo dei flussi migratori è ovviamente una questione sulla quale l’indicazione che arriva dalla maggioranza dei cittadini è molto chiara e i cittadini ci chiedono di fermare l’immigrazione illegale perché l’immigrazione illegale produce insicurezza, mancata integrazione, incapacità di garantire lo stato di diritto e anche perché l’immigrazione illegale di massa è la prima nemica della migrazione legale». In sintesi, «siamo impegnati a ristabilire un principio banale, cioè che in Italia si entra solo legalmente».Urgente rivedere concetto Paese terzo sicuroIn materia di immigrazione vengono ribadite le priorità. L’esecutivo «continua a ritenere ovviamente necessaria, ormai urgente, una revisione della direttiva rimpatri del 2008, il concetto di Paese terzo sicuro, penso che sia importante anticipare l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo patto di immigrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro anche per fare un po’ chiarezza su un tema molto controverso e oggetto di provvedimenti giudiziari che appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano». A dire di Meloni «anche l’argomentazione della supremazia della normativa europea rispetto alla normativa italiana, in base alla quale si giustificherebbe la disapplicazione della norma italiana sui Paesi sicuri, appare fragile, atteso che per esempio il più grande paese europeo, la Germania, rimpatria migranti afgani in Afghanistan senza che questo sia reputato dai giudici tedeschi in contrasto con la normativa europea». Aggiunge la presidente del Consiglio che «sarà importante su questo fare chiarezza e l’auspicio è che la Corte di Giustizia e l’Unione europea scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli stati membri dell’Unione europea».Loading…Una nuova fase in Italia e Ue «In materia di governo dei flussi migratori noi abbiamo lavorato con coraggio, osando, per aprire una fase nuova in Italia e anche in Europa, per disegnare un modello di contrasto all’immigrazione irregolare e di governo dei flussi migratori che si sviluppava sostanzialmente su quattro direttrici: lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, costruzione di un nuovo modello di cooperazione sviluppo con i Paesi di partenza e di transito dei migranti, promozione di percorsi di migrazione legale concordata e conseguentemente più integrabile, soluzioni innovative per ridisegnare il governo dei flussi migratori». Secondo la premier «diminuire le partenze e stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo per ridurre il numero delle persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa e io penso che questo debba essere il risultato che più di tutti ci si inorgoglisce perché non c’è niente di più importante che salvare una vita umana o strappare quella vita agli artigli della mafia».Drastica riduzione degli sbarchi«Sono quattro direttrici – ha detto ancora Meloni -che ci hanno consentito di registrare gli obiettivi che abbiamo raggiunto: da una parte la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale e con questo la diminuzione delle morti in mare, in particolare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia e anche la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nell’Unione Europea anche su altre volte come la rotta balcanica. Nel 2024 – ha ricordato Meloni – gli sbarchi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023 e del 35% rispetto al 2022, però io penso che non sia questo l’unico dato significativo, penso che sia per esempio sia significativo il fatto che l’Organizzazione delle migrazioni ci dice che nel 2024 sulla rotta del Mediterraneo centrale, a fronte di circa 66.000 arrivi, si sono registrati 1.695 morti e dispersi. Nel 2023, con oltre 157.000 arrivi irregolari, i morti e i dispersi sono stati 2.526. Nel 2014, l’anno dell’operazione Mare Nostrum, che come voi sapete nasceva proprio per salvaguardare la vita in mare, si sono contati 3126 morti a fronte di 170 mila arrivi». LEGGI TUTTO

  • Camere, partita bis sulle presidenze delle Commissioni: nuovo risiko fuori tempo massimo

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaÈ un potenziale risiko, anche se resta sottotraccia. E potrebbe incrociarsi con la partita delle caselle governative ancora in sospeso, a cominciare da quelle del viceministro delle Infrastrutture e dei sottosegretari all’Università e alla Cultura. Il ricambio, o la conferma, delle presidenze delle ventiquattro Commissioni parlamentari permanenti di Camera (quattordici) e Senato (dieci) potrebbe alimentare nuove tensioni nel centrodestra.Anche se la maggioranza, alla fine, potrebbe decidere di lasciare al loro posto tutti gli attuali presidenti, senza modificare in alcun modo l’attuale assetto. Che vede sette presidenze assegnate a Fdi alla Camera e cinque al Senato, quattro alla Lega a Montecitorio (anche se una attualmente risulta a carico del gruppo Misto) e tre a Palazzo Madama, dove Fi ne ha due, oltre alle tre nell’altro ramo. Ma è evidente che non si tratta di una scelta indolore. Non a caso il termine (non perentorio) per eventuali ricambi è di fatto già scaduto da tempo. I regolamenti di Camera e Senato indicano chiaramente che dalla data della loro costituzione le Commissioni permanenti sono rinnovate ogni due anni e i loro componenti possono essere confermati.Loading…L’incrocio con la partita sulle poltrone ministerialiMolti nella maggioranza guardano a un possibile incrocio della partita sulle possibili nuove presidenze con quella sulle poltrone ministeriali rimaste vacanti. Nel dicembre scorso, come è noto, Galeazzo Bignami (Fdi) ha lasciato l’incarico di viceministro delle Infrastrutture e trasporti per andare a ricoprire nel dicembre scorso quello di capogruppo alla Camera del suo partito. Prima ancora si erano dimessi Augusta Montaruli, sempre di Fdi, da sottosegretario all’Università dopo la condanna definitiva per l’uso improprio dei fondi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014, e Vittorio Sgarbi (nel febbraio 2024) da sottosegretario alla Cultura.L’incognita SantanchèCaselle ancora da riempire, dunque, alle quali si potrebbe aggiungere nelle prossime settimane quella ancora più importante di ministro del Turismo, attualmente occupata da Daniela Santanchè (Fdi). Che è alle prese con gli sviluppi delle inchieste sul caso Visibilia.Le presidenze delle Commissioni sotto la lenteIn attesa dell’evoluzione del caso-Santanchè, resta in sospeso la questione delle altre poltrone ministeriali attualmente vacanti. Se, ad esempio, come da tempo si ipotizza in Parlamento, l’attuale presidente della commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda (Fdi) venisse nominato viceministro delle Infrastrutture, automaticamente si potrebbe aprire una sorta di valzer delle presidenze di tutte le Commissioni. Alcuni già indicano Fabio Raimondo, un altro esponente del partito di Giorgia Meloni, come successore di Deidda. E tra le presidenze attenzionate ci sono, come sempre, quelle delle commissioni Finanze e Bilancio dei due rami del Parlamento. A Montecitorio non viene escluso del tutto un cambio alla guida della Bilancio, attualmente guidata da Giuseppe Mangiavalori (Fi), magari a favore di un collega di partito. E per quest’ultima eventualità si fanno i nomi dell’azzurro Roberto Pella o dell’attuale presidente della commissione Finanze, Marco Osnato, che, in questo caso, dovrebbe però essere a sua volta sostituito. LEGGI TUTTO

  • Tragedia a Cermenate, bimbo di 4 anni si tuffa in piscina e non riemerge: morto dopo 4 giorni di agonia in ospedale

    La tragedia si è registrata la scorsa domenica mattina a Cermenate, provincia di Como, in una piscina pubblica in cui il piccolo si trovava insieme alla sua famiglia. Tragedia a Cermenate, bimbo di 4 anni si tuffa in piscina e non riemerge: morto dopo 4 giorni di agonia in ospedale – Nanopress.itQuando i bagnini del centro sportivo hanno recuperato il corpicino, il piccolo era già in stato di incoscienza. Nonostante il ricovero d’urgenza all’ospedale di Bergamo, non c’è stato nulla da fare.Tragedia a Cermenate, bimbo di 4 anni si tuffa in piscina e non riemergeSi è conclusa in maniera drammatica la vicenda del piccolo di 4 anni di Lomazzo, provincia di Como, che la scorsa domenica mattina è rimasto vittima di un incidente in una piscina pubblica di Cermenate, poco distante dal paese in cui viveva. Il piccolo è deceduto dopo 4 giorni di ricovero all’ospedale di Bergamo, dove era arrivato in condizioni disperate. Dal giorno dell’incidente, il bambino, di origini marocchine, non aveva più ripreso conoscenza. Stando a quanto ricostruito finora, il piccolo sarebbe passato dalla piscina baby a quella degli adulti senza che nessuno se ne accorgesse. Quando i bagnini del centro lo hanno recuperato, il bambino era già in stato di incoscienza. Trasferito con l’elisoccorso nel nosocomio piemontese, la notte scorsa i medici ne hanno dichiarato il decesso.Il piccolo è morto dopo 4 giorni di agonia – Nanopress.itSotto shock i familiari del piccolo e la comunità di Cermenate e di Lomazzo, dove la famiglia del bambino viveva da anni ed era ben integrata.Annegamenti: numeri in crescitaQuella di Carminate è l’ennesima tragedia che conferma quanto siano preoccupanti i dati sugli annegamenti in Italia. Ogni anno, più di 400 persone perdono la vita in acqua, e tra queste circa 40 sono minori. Negli ultimi dieci anni, il totale delle vittime è stato di circa 3.760, con 429 bambini e ragazzi coinvolti. Il Lazio ha registrato una media di 16 decessi per annegamento all’anno, mentre in tutto il centro Italia sono morti 55 minori tra il 2012 e il 2021.Appena una settimana fa sono morte quattro persone nei laghi italiani: Anisa, la bambina di 7 anni morta nel bioparco di Caraglio, Hanna Shabratska e il figlio Oleksiy, trovati senza vita nel lago di Garda, dove si erano tuffati per un bagno insieme, mentre un turista inglese ha perso la vita nel lago di Como. Il 17 luglio scorso due giovanissimi sono morti nel Brenta: uno di loro si è tuffato cercando di salvare l’amico che non sapeva nuotare. LEGGI TUTTO

  • Soprintendenze, ecco la proposta della Lega per rendere i pareri non più vincolanti

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaPiù «semplificazione e sburocratizzazione». Dopo l’incursione (non andata a buon fine) di qualche mese fa, con un emendamento ad hoc al decreto Cultura, viaggia tra le ultime audizioni al Senato il disegno di legge della Lega per rivedere il ruolo delle Soprintendenze nell’ambito delle procedure di autorizzazione paesaggistica. In sostanza si punta a semplificare i procedimenti amministrativi «per evitare che la Pa diventi un ostacolo allo sviluppo economico e territoriale del Paese». L’opposizione insorge, così come alcune organizzazioni impegnate nella tutela del paesaggio.L’ambito di applicazioneAttualmente, è la tesi dei proponenti, le Soprintendenze sono chiamate a esprimersi su un numero elevato di pratiche, comprese quelle che non riguardano i grandi monumenti o le opere di particolare pregio storico-artistico. «Questo comporta un notevole rallentamento nei processi decisionali e una dispersione di risorse che potrebbe essere evitata». Alla lettera il disegno di legge intende introdurre modifiche normative che permettano di razionalizzare il sistema delle autorizzazioni, attribuendo ai Comuni maggiore autonomia decisionale per gli interventi di minore impatto e definendo tempi certi per l’espressione del parere delle Soprintendenze ed evitando lungaggini burocratiche.Loading…Silenzio/assenso e pareriIn particolare l’articolo 1 del Ddl (Atto Senato n. 1372, primo firmatario della proposta Roberto Marti) stabilisce i princìpi cardine della riforma, indicando come finalità la riduzione dei tempi amministrativi, il rafforzamento dell’efficacia dell’azione degli enti locali e il miglioramento della certezza del diritto. La revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 22 gennaio 2004, n. 42), viene dunque considerata come uno strumento per garantire una gestione più razionale delle procedure di autorizzazione, «senza compromettere in alcun modo la tutela del paesaggio». La modifica all’articolo 146, comma 5, introduce un meccanismo di silenzio/assenso: se il parere della Soprintendenza non viene reso entro trenta giorni, si considera automaticamente favorevole, consentendo così all’amministrazione competente di procedere senza ulteriori ritardi. Ma la lettera b) interviene invece sull’articolo 152, comma 1, sostituendo le parole: «parere vincolante» con le parole «parere obbligatorio non vincolante». Per effetto del cambiamento proposta il parere reso dal Soprintendente viene trasformato da vincolante, in obbligatorio non vincolante. Di conseguenza l’amministrazione procedente sarà obbligata in fase istruttoria ad acquisire il parere (pena il vizio di violazione di legge), ma tale parere non sarà vincolante e quindi non acquisirà natura co-decisoria. Più semplicemente il parere che dovrà obbligatoriamente essere acquisito, potrà poi essere disatteso previa congrua motivazione da parte dell’amministrazione procedente.Delega al GovernoL’articolo 3 attribuisce una delega al Governo per adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi finalizzati a una revisione organica delle procedure di autorizzazione paesaggistica. I decreti legislativi previsti dalla delega sono adottati su proposta del Ministro della cultura, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.Floridia (M5S): Soprintendenze svuotate, governo si arrende a cemento?«Sul fronte culturale la destra di Giorgia Meloni continua a dare il meglio di sé: in commissione Cultura in Senato viaggia spedito un provvedimento della Lega che svuota le tutele paesaggistiche, indebolisce le Soprintendenze e spalanca la porta agli interessi peggiori. Tutto in nome della “semplificazione”, ovviamente. Fa quasi tenerezza ripensare ad Alessandro Giuli, che poco tempo fa si vantava di aver “sventato” il blitz leghista contro le Soprintendenze. Ora che quel blitz viaggia sereno in Parlamento forse si starà chiedendo quanto valgono davvero le sue “vittorie”». Così in una nota la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai. «Intanto il silenzio-assenso sui vincoli e il passaggio da parere vincolante a semplice parere obbligatorio gridano vendetta. Un attacco frontale al paesaggio, alla cultura e alla decenza istituzionale. Quando il paesaggio viene sacrificato, non è solo un problema ambientale: è la resa totale di una politica – conclude Floridia – incapace di guardare oltre il cemento e gli affari». LEGGI TUTTO

POLITICA

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