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Mattarella alle toghe: nessun potere è immune da controlli. Siate irreprensibili anche su uso social
Ascolta la versione audio dell’articoloL’esercizio della Giustizia è «affidato dalla costituzione alla magistratura. La nostra Costituzione, lungimirante, persegue l’obiettivo di mantenere l’equilibrio tra i varo organi dallo stato: nessun potere è immune da vincoli e controlli». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando ai magistrati ordinari in tirocinio.Mattarella a toghe: rigore risposta a attacchi strumentaliUn «esercizio rigoroso e senso di responsabilità sono un risvolto necessario» come «l’irreprensibilità dei comportamenti individuali»: «i giudici hanno il dovere di apparire ed essere irreprensibili ed imparziali. Rigore morale e professionalità elevata sono la risposta più efficace ad attacchi strumentali» ha detto ancora il presidente della RepubblicaLoading…Siate irreprensibili anche su uso social «Giudici e pubblici ministeri hanno il dovere di essere e di apparire irreprensibili e imparziali in ogni contesto, anche nell’uso dei social media, con la consapevolezza che, nei casi in cui viene fondatamente posto in discussione il comportamento di un magistrato, ne può risultare compromessa la credibilità della magistratura» ha detto ancora Mattarella. «L’appartenenza all’ordine giudiziario impone un alto senso di responsabilità, dalla cui osservanza dipende in ampia misura la credibilità della stessa funzione giudiziaria. L’esercizio rigoroso del senso di responsabilità è quindi un risvolto necessario dell’indipendenza e autonomia, che esige qualificazione professionale, rispetto puntuale della deontologia, irreprensibilità dei comportamenti individuali»Giustizia mai affidata a intelligenza artificiale La giustizia, «assegnata all’ordine giudiziario, costituisce espressione di un sapere che non si esaurisce nel dato tecnico-giuridico e, di conseguenza, non potrebbe mai essere affidato a sistemi di intelligenza artificiale» ha aggiunto il presidente della Repubblica. LEGGI TUTTO
Giustizia, Richetti: “Maggioranza non ascolta l’opposizione”
Giustizia, Richetti: ‘Maggioranza non ascolta l’opposizione’ | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Donna trovata morta in casa a Tombolo (Padova): il killer si costituisce
La vittima è una donna di 56 anni di origini romene. Il corpo è stato trovato nella sua abitazione, nel Padovano.Carabinieri – Nanopress.itIl presunto killer, un 49enne di origini marocchine, si sarebbe costituito, presentandosi nella caserma dei carabinieri di Tombolo, cui ha riferito di aver ucciso la donna, probabilmente soffocandola. Omicidio a Tombolo: donna trovata morta in casaUna donna di origine romene, di 56 anni, è stata trovata morta nella sua abitazione a Tombolo, in provincia di Padova. Sul posto carabinieri e in arrivo il magistrato di turno. Poco dopo il ritrovamento del cadavere, il presunto killer si sarebbe presentato nella caserma dei carabinieri di Tombolo per costituirsi.Si tratta di un marocchino di 49 anni, che pare avesse una relazione con la vittima. Al momento non ci sono altre informazioni a riguardo.Notizia in aggiornamento. LEGGI TUTTO
Protocollo Albania, Lupi: giudizio della Cassazione anomalo
Protocollo Albania, Lupi: giudizio della Cassazione anomalo | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Migranti, dalla Cassazione dubbi di costituzionalità sull’intesa Italia-Albania
Ascolta la versione audio dell’articoloIn una corposa relazione sul trattenimento dei cittadini stranieri, con focus sul protocollo Italia-Albania, la Cassazione evidenzia numerose criticità dell’accordo spiegando anche che «la dottrina ha espresso numerosi dubbi di compatibilità con la Costituzione e con il Diritto internazionale, soffermandosi poi specificamente sul rapporto tra il Protocollo e il diritto dell’Unione». Nella relazione redatta dall’ufficio del massimario e del ruolo – di cui scrive oggi il Manifesto – la Suprema Corte analizza il protocollo evidenziandone le criticità non solo con la Costituzione, ma anche con il diritto internazionale e quello dell’Unione Europea.Le possibili violazioni dei diritti costituzionaliNel paragrafo dedicato al rapporto tra il protocollo Italia-Albania e la Costituzione, la relazione dell’ufficio del massimario della Cassazione evidenzia numerosi possibili violazioni dei diritti costituzionali, da quello alla salute a quello di difesa. L’intesa, per esempio, – scrive la Suprema Corte – omette di «individuare con precisione la categoria di persone cui l’accordo si riferisce e limitandosi ad individuarli come ’migranti’…ingenera una complessiva disparità di trattamento tra gli stranieri da condurre in Italia e i ’migranti’ da trasferire in Albania».Loading…Gli ostacoli al diritto d’asilo Secondo la Cassazione, poi, l’accordo sarebbe d’ostacolo al diritto di asilo mancando una «disciplina analitica degli aspetti procedurali». Indicazioni che sarebbero necessarie – secondo i giudici – per neutralizzare «il dislivello giuridico derivante dalla extraterritorialità, assicurando ai migranti condotti nei siti albanesi eguali garanzie rispetto ai migranti in territorio italiano». È stato inoltre osservato che, secondo quanto indicato dal Protocollo, «il trattenimento non è più previsto come l’extrema ratio, come previsto dalla disciplina europea» ma costituisce «l’unica alternativa indicata dal legislatore, in violazione delle garanzie a tutela della libertà personale».Un’ulteriore criticità «è stata ravvisata nella materiale impossibilità, in caso di detenzione all’estero, di rimettere in libertà l’individuo, una volta che siano cessati gli effetti del titolo del trattenimento. In base al protocollo, infatti, lo straniero non può essere rilasciato in Albania e deve essere ricondotto in Italia, con la conseguenza che, considerati i tempi tecnici necessari per il trasferimento su una nave o per via aerea, appare oltremodo probabile che si verifichi un trattenimento dello straniero sine titulo della durata di diverse ore, se non addirittura di alcuni giorni».Il diritto alla difesa e alla saluteRiguardo al diritto di difesa, la Corte sottolinea «come le modalità di esercizio del diritto di difesa delle persone straniere trattenute in Albania non risultano disciplinate da norme legislative, ma affidate alla discrezionalità del ’responsabile italiano del centro’». Infine, è stato osservato come il protocollo – «nello stabilire che ’in caso di esigenze sanitarie alle quali le autorità italiane non possono far fronte … le autorità albanesi collaborano con le autorità italiane responsabili delle medesime strutture per assicurare le cure mediche indispensabili e indifferibili ai migranti ivi trattenuti’ – possa comportare un grave pregiudizio per il diritto alla salute dei ’migranti’, protetto dall’art. 32 della Costituzione, atteso che il livello di assistenza sanitaria albanese non è comparabile con quello italiano» LEGGI TUTTO