IN EVIDENZA

Le Marche come l’Ohio: qual è la posta in gioco per Meloni e per Schlein
Ascolta la versione audio dell’articoloSanità, trasporti, sicurezza, giustizia, fine vita e financo la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina. Nella campagna elettorale marchigiana, che vede contrapposti il governatore meloniano uscente Francesco Acquaroli e lo sfidante dem Matteo Ricci, entrano tutti i temi caldi del dibattito politico. Né poteva essere altrimenti, in una terra di soli un milione e 300mila abitanti divenuta suo malgrado lo “swing state” che potrebbe segnare un’inversione di tendenza in vista delle prossime politiche. Se infatti Veneto e Calabria dovrebbero restare al centrodestra e Toscana, Campania e Puglia al centrosinistra, la riconquista dell’ex regione rossa finita per la prima volta a destra cinque anni fa da parte di Pd e alleati del campo largo potrebbe davvero cambiare il quadro in vista delle politiche del 2027. Da qui il passaggio in regione – tra Ancona e Pesaro, la città amministrata da Ricci per dieci anni – di tutti i leader nazionali, dalla premier Giorgia Meloni al leader del M5s Giuseppe Conte passando naturalmente per il leader leghista Matteo Salvini e per la segretaria del Pd Elly Schlein.Schlein spera nella riconquista per rafforzarsi alla guida del Pd (e della coalizione)…La posta in gioco è insomma alta, ed è tutta politica. Schlein spera nel miracolo del risveglio degli indecisi, soprattutto nella zona popolosa costiera tra Pesaro e Ancona dove il Pd è tradizionalmente più forte. Se dovesse avverarsi il miracolo è chiaro che la segretaria dem ne uscirebbe rafforzata non solo come leader in pectore della futura coalizione che sfiderà il centrodestra a guida Meloni tra due anni ma anche nel confronto interno, tanto che potrebbe decidere di rafforzarsi alla guida del partito anticipando al 2026 il congresso previsto per il 2027.Loading…… ma in caso di sconfitta ripartirebbero i distinguo interniMa la sfida di Ricci, che a luglio ha dovuto anche incassare l’avviso di garanzia per l’inchiesta ”affidopoli”, appare in salita. E se i marchigiani confermeranno Acquaroli il risultato della tornata elettorale nelle sei regioni – che finirà il 23 e 24 novembre con il voto in Veneto, Puglia e Campania – sarà un sostanziale pareggio, con la conferma dei “colori” di cinque anni fa. Certo, Schlein può e potrà comunque rivendicare l’indubbio successo di aver siglato l’alleanza con il M5s, con Avs e financo con la renziana Italia Viva in tutte le regioni al voto. Un risultato impensabile anche solo due anni fa. Ma il prezzo pagato al M5s non è basso: ben due candidature (Roberto Fico in Campania e Giuseppe Tridico in Calabria) e programmi regionali molto spostati sui temi ”grillini”, a partite dal reddito di cittadinanza e dal no ai termovalizzatori, tanto che Azione di Carlo Calenda si è sfilata per protesta dal campo largo in quasi tutte le regioni. E c’è da scommettere che in caso di sconfitta la “rivolta” dei riformisti del Pd, che con Lorenzo Guerini, Graziano Delrio e altri stanno organizzando per fine ottobre un evento a Milano, prenderà nuovo vigore.L’attesa di Meloni per chiudere la partita della candidatura in Veneto…Speculare l’attesa di Meloni, per la quale la sconfitta dell’unico governatore di Fratelli d’Italia renderebbe l’esigenza di conquistare in prima persona la guida del Veneto più pressante. Non è un caso che la quadra sulle candidature mancanti del centrodestra sia stata rimandata a dopo il voto marchigiano (oltre alla successione a Luca Zaia in Veneto mancano i candidati in Campania e Puglia). In caso di riconferma di Acquaroli, invece, è già pronto il via libera alla candidatura del leghista Alberto Stefani in cambio della rinuncia di Zaia a presentare una lista a suo nome che drenerebbe consensi a tutti i partiti della coalizione (il Doge dovrebbe essere capolista della Lega in tutte le province)…. e aprire il confronto con la riottosa Lega sulla riforma elettoraleE sul tavolo, in cambio della continuità leghista in Veneto, la premier è intenzionata a vedere le carte dell’alleato riottoso sulla legge elettorale che nelle sue intenzioni dovrà sostituire il Rosatellum: via la lotteria dei collegi uninominali, premio di maggioranza del 55% alla coalizione che supera il 40% e indicazione del candidato premier (ossia Meloni stessa) sulla scheda elettorale. Per Salvini il Veneto ”val bene una messa”?. LEGGI TUTTO






Affidopoli, Santini non risponde ai pm: mercoledì atteso Ricci
Ascolta la versione audio dell’articoloNon ha parlato Massimiliano Santini sulla vicenda ’Affidopoli’. L’ex collaboratore per la comunicazione social dell’allora sindaco di Pesaro Matteo Ricci è al centro dell’inchiesta, ed è considerato un perno fondamentale dell’indagine sugli affidamenti diretti. Martedì sono stati recapitati 24 avvisi di garanzia, tra i quali figura anche l’eurodeputato Pd e candidato alla guida della Regione Marche, Matteo Ricci. L’interrogatorio di Santini è durato mezz’ora senza che quest’ultimo abbia risposto alle domande del pm. Ricci sarà sentito mercoledì 30 luglio.Il primo a presentarsi davanti ai pm è stato il 26 luglio Stefano Esposto, presidente delle due no profit Opera Maestra e Stella Polare al centro delle indagini, in quanto affidatarie, tra il 2019 e il 2024, di una serie di affidamenti per complessivi 509mila euro. Ma soprattutto, dice l’accusa, costruite ad hoc per ricevere denaro che in parte sarebbe tornato all’ex collaboratore per la comunicazione social del sindaco, Massimiliano Santini, che avrebbe agevolato gli affidi del Comune per un ritorno economico. Per l’ex sindaco, i pm ipotizzano un’utilità in termini d’immagine e consenso popolare.Loading…L’inchiesta ha scosso la campagna elettorale ma l’esponente dem si è detto sereno e si è dichiarato completamente estraneo alle accuse. Ricci ha il sostegno del Pd. Ma il M5s scioglierà la riserva solo dopo l’interrogatorio del candidato dem LEGGI TUTTO






Meeting di Rimini al via venerdì: guerre e Ue al centro. Chiude Meloni
Ascolta la versione audio dell’articolo“Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”. Come da tradizione, ancor prima che con la ripresa dei lavori parlamentari le vacanze della politica finiscono con il Meeting di Comunione e liberazione a Rimini. Siamo alla 46esima edizione e quest’anno, a differenza del 2024, a chiudere i lavori alla Fiera della cittadina romagnola – che inizieranno venerdì 22 – sarà la premier Giorgia Meloni mercoledì 27. Una presenza che senza dubbio attirerà l’attenzione dei visitatori: già lo scorso anno aveva registrato un aumento del 10% di partecipanti rispetto al 2023, con 800.000 ingressi totali.Oltre alla premier, sono molti i rappresentanti del governo attesi: dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini ai numerosi ministri tra cui Andrea Abodi, Tommaso Foti, Giancarlo Giorgetti, Alessandra Locatelli, Francesco Lollobrigida, Matteo Piantedosi, Gilberto Pichetto Fratin, Orazio Schillaci, Adolfo Urso e Giuseppe Valditara. Tra le alte cariche dello Stato saranno presenti anche il vicepresidente della Corte Costituzionale Luca Antonini e la Ragioniera Generale dello Stato Daria Perrotta. Presente anche il presidente dell’Istat Francesco maria Chelli. Ci saranno poi, come è ormai usuale, molti governatori tra cui il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Tra i sindaci prenderà la parole anche il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli.Loading…Sarà poi l’ex premier ed ex governatore della Bce Mario Draghi ad aprire la riflessione sul futuro dell’Europa, un tema cardine dell’edizione 2025. Il focus sull’Unione Europea vedrà coinvolti anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, le vicepresidenti Pina Picierno e Antonella Sberna, il vicepresidente del Ppe Massimiliano Salini e l’ex premier dem Enrico Letta, autore del Rapporto sul mercato unico che ha dato il “la”, assieme a quello di Draghi sulla competitività, alla presidenza della Commissione Ursula von der Leyen.«Con questo Meeting vogliamo rendere presenti esperienze di condivisione e di accoglienza, di riconciliazione e di positività nei “deserti” della solitudine e della rassegnazione, dei conflitti e delle guerre», ha avuto modo di spiegare Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting. «Siamo certi che le testimonianze negli incontri, nelle mostre e nelle numerose proposte di questa nuova edizione possano incoraggiare ad affrontare con fiducia le sfide difficili che ci attendono, per creare relazioni autentiche in un mondo sempre più frammentato e polarizzato».Un momento di alto profilo spirituale sarà rappresentato dalla presenza del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che interverrà all’incontro dedicato ai 1700 anni dal Concilio di Nicea, assieme al cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per l’Unità dei Cristiani. LEGGI TUTTO






Manovra 2026, Meloni: sul contributo delle banche non credo ci saranno modifiche, sugli affitti brevi decide il Parlamento
Ascolta la versione audio dell’articolo«Sul contributo delle banche non credo» ci saranno modifiche e «continuo a dire che secondo me è un bel segnale che si mettono risorse sui lavoratori, sulle imprese che assumono, sulle famiglie e la natalità e che si chieda un contributo a banche e assicurazioni». Così la premier Giorgia Meloni in un’intervista al Tg1, parlando della legge di bilancio 2026.Sugli affitti brevi, invece, «a mio avviso, deve decidere il Parlamento se confermare o meno la norma» ha spiegato la premier. «Io voglio solamente dire – ha aggiunto – che la ratio del provvedimento non è fare cassa sul tema degli affitti, ma è favorire gli affitti alle famiglie perché è evidente che se c’è la stessa tassazione per chi affitta a un turista e per chi affitta a una famiglia, si tenderà ad affittare al turista e gli affitti per le famiglie aumenteranno. Quindi il nostro obiettivo è abbassare gli affitti per le famiglie».Loading…La presidente del Consiglio ha parlato anche della riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere per i magistrati: «Non sono d’accordo con l’Anm, ma a memoria non ricordo una volta in cui l’Anm sia stata favorevole a qualsiasi riforma della giustizia. La loro idea è che tutto va benissimo, ma non è l’idea che abbiamo noi della giustizia e credo nemmeno i cittadini.Quanto allo stop al progetto del Ponte sullo Stretto «alla magistratura contabile voglio dire che sono rimasta francamente un po’ incuriosita di fronte ad alcuni rilievi, come quello nel quale ci si chiedeva per quale ragione avessimo condiviso una parte della documentazione via link, perché si avrebbe voglia di rispondere ”perché c’è internet”. Dopodiché il governo aspetta i rilievi, risponderà ai rilievi, sia chiaro che l’obiettivo è fare il Ponte sullo Stretto di Messina, che è un’opera strategica, sarà un’opera ingegneristica unica al mondo». LEGGI TUTTO






Festa unità nazionale e forze armate, Mattarella: “Creare forza di Difesa europea”
Come ogni anno in Italia il 4 novembre si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio”, scrive il capo dello Stato. “Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa”.
Mattarella: “Riconoscenza per chi fece l’Italia libera”
“Il 4 novembre segna la data in cui l’armistizio di Villa Giusti pose termine alla Guerra mondiale che aveva insanguinato l’Europa, con il coronamento del sogno risorgimentale dell’unità d’Italia. La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate che oggi celebriamo è momento di ricordo e di espressione della riconoscenza del Paese per quanto i cittadini in uniforme fecero, combattendo per fare dell’Italia una Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace”, scrive Mattarella. “Il contributo delle Forze Armate – prosegue il capo dello Stato nel suo messaggio – in oltre un secolo e mezzo è stato prezioso per l’affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese. Con grande professionalità e umanità, negli ultimi decenni, sono intervenute, su mandato della comunità internazionale, in soccorso a popolazioni e in contesti dove è stato urgente operare per la pace.
La giornata di Mattarella
Questa mattina il presidente della Repubblica all’Altare della Patria ha deposto una corona sulla Tomba del Milite Ignoto. Presenti anche la presidente del Consiglio Meloni e il presidente del Senato La Russa. Il capo dello Stato poi si è spostato ad Ancona dove ha partecipato a una cerimonia al Porto antico. In tarda mattinata è arrivato al Molo Luigi Rizzo. Con lui il ministro della Difesa Guido Crosetto e il Capo di Stato Maggiore Luciano Portolano. Il Capo dello Stato ha passato in rassegna i corpi delle Forze armate schierati sulla banchina, accolto dallo sventolio delle bandierine tricolori degli studenti nella tribuna a fianco di quella riservata alle autorità. La celebrazione si è conclusa con il passaggio delle Frecce Tricolori. Mattarella dopo l’esecuzione dell’inno nazionale e il passaggio della Pattuglia acrobatica, ha lasciato Ancona. LEGGI TUTTO



