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Storica visita di San Marino in Vaticano per il Giubileo del 2025
Ascolta la versione audio dell’articoloIl Consolato Onorario della Repubblica di San Marino a Londra, insieme a una delegazione parlamentare britannica, ha compiuto una storica visita alla Santa Sede: lo storico incontro si è tenuto il 22 ottobre 2025, in occasione dell’Anno Giubilare 2025.La visita, che coincide con la storica udienza di Re Carlo III con Papa Leone XIV, si svolge in un momento di eccezionale rilevanza spirituale e diplomatica. La convergenza di questi eventi evidenzia i valori condivisi di pace, dialogo e unità tra le nazioni, principi che sia la Repubblica di San Marino sia il Regno Unito sostengono con profondo impegno.Loading…L’occasione del GiubileoLa partecipazione di San Marino all’ anno sacro del 2025, ha spiegato una nota, riafferma la sua amicizia di lunga data con la Santa Sede e la sua dedizione nel promuovere la comprensione interreligiosa, la cooperazione internazionale e la dignità umana.Durante la visita, la delegazione dell’All-Party Parliamentary Group (APPG), presieduta dal deputato Andrew Rosindell, insieme ad altri quattro parlamentari, hanno partecipato a incontri di alto livello, tra cui uno con l’arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati.In attesa di Re Carlo IIILa visita sottolinea inoltre la crescente importanza della diplomazia parlamentare nel promuovere la mutua comprensione e la cooperazione tra le nazioni. Attraverso il lavoro dell’APPG, sia San Marino sia il Regno Unito continuano a rafforzare le relazioni bilaterali basate su principi democratici condivisi, scambio culturale e amicizia. La visita offre anche l’opportunità di celebrare i legami storici e culturali che uniscono San Marino, la Santa Sede e il Regno Unito. LEGGI TUTTO


Perché ora Zelensky può vincere
La guerra al tiranno nel 2022 e la resistenza nazionale Ucraina potrebbero essere un’occasione rivoluzionaria: l’Occidente potrebbe scendere dalla boria ideologica maturata dal secondo dopoguerra e pensare. Ma la vanagloria europea sull’unità trovata per sempre, sul glorioso anelito di democrazia che cambierà un mondo post Putin, può mettere a tacere tutte le scomode verità rivelate dal conflitto. Invece essere testimoni, come capita a me, di un Paese perennemente in guerra ma che aborre la guerra come ogni democrazia, è istruttivo, e suggerisce sincerità spietata. Vedersi piovere missili in testa, vivere in un Paese democratico e prospero in cui sono stati fatti almeno duemila morti in pochi anni con attacchi terroristici, e a cui sono state sferrate guerre da ogni parte, induce oggi tuttavia un pensiero ottimista: le piccole nazioni legate alla loro storia, alla loro cultura, ai loro eroi e libri, hanno una forza di resistenza straordinaria. L’Ucraina può vincere nonostante lo strazio. Zelensky, una specie di Isaac Babel post litteram, ebreo e cosacco, ce la può fare come Golda Meir o altri leader ebreo-ucraini scampati e combattenti. Certo lo sa anche lui dalla storia: non ci sarà aiuto sostanziale, nessun «arrivano i nostri», la solitudine è una lezione che da ebreo ha imparato, ma ha dalla sua la verità, come Israele. Putin è rimasto shoccato perchè aveva disegnato una realtà geopolitica inesistente, dove gli Ucraini erano Russi. Ma gli Ucraini non sono Russi, anzi hanno sempre cercato nessi a Occidente, nel bene e nel male, per sottrarsi alla Russia. Adesso la cultura europea per cui il nazionalismo era definitivamente infangato dal passato, deve capire che lo stato nazionale è portatore di libertà, non è nazifascista. Lo è invece l’imperialismo, che genera i mali attribuiti al nazionalismo. Gli esseri umani liberi combattono per la loro collettività coi loro eroi e le loro tradizioni, e le istituzioni – anche l’Ue! – devono rispettarli per sempre. Devono anche espellere senza pietà la stupida «cancel culture». C’è di più: durante la guerra abbiamo visto le teorie di genere in crisi, gli uomini sono rimasti a combattere, le mamme hanno preso per mano i bambini, e li hanno portati in salvo. Per aiutare la donna a essere libera e madre ci vuole oggi la magnifica ripresa di un femminismo deidelogizzato. Liberalismo, nazionalismo, tradizione, devono andare insieme, l’Europa deve separarsi dal linguaggio, la retorica socialista del sogno postbellico. La guerra è un altro testo da rileggere. I segnali di fumo pacifisti non fermano la cavalleria, e invece Putin va fermato. Qui, in Israele, il Paese non sopravviverebbe un giorno, se non sapesse vincere le guerre, se non coltivasse il valore. Ce ne vuole per resistere al rischio della vita dei propri figli. E non sopravviverebbe se i conservatori e liberal non combattessero insieme al bisogno. Beato il Paese che apprezza compatto i suoi eroi, non quello che non ne ha bisogno. Infine: i turchi, spiegava Bernard Lewis, non capivano che i cannoni troppo a prua sulle navi, col rinculo le rendevano instabili. Così furono affondati. Noi dobbiamo spostare i cannoni della democrazia, altrimenti l’impero europeo della libertà può andare in pezzi come quello ottomano. LEGGI TUTTO





Salvini: commessi errori ma al consiglio federale nessuna resa dei conti con Vannacci
Ascolta la versione audio dell’articoloAl Consiglio federale non ci sarà nessuna resa di conti con Roberto Vannacci. Così il leader della Lega Matteo Salvini. «No, è qualcosa che voi scrivete da una settimana ma sarà assolutamente tranquillo. Analizzeremo la legge di bilancio, parliamo di Puglia, Campania, Veneto: in Puglia e Campania avremo buoni risultati, il massimo storico per la Lega come è stato in Calabria. In Veneto avremo un risultato straordinario anche grazie a Luca Zaia che si è messo a disposizione. Nelle Marche è andata bene, in Toscana no, però le vittorie non hanno mai solo un padre come le sconfitte» ha detto Salvini a margine di un evento a Milano replicando a chi gli chiedeva dei malumori nel Carroccio anche in vista del federale odierno.E ancora: «Stiamo lavorando per crescere ancora, gli unici conti che mi interessano solo quelli della legge di bilancio e quelli che le banche metteranno a disposizione per la crescita del Paese» ha aggiunto Salvini bollando come «chiacchiere giornalistiche» le discussioni su una divisione della Lega in due contenitori, uno più radicato al Nord e uno al Centro-Sud. Per Salvini sono «chiacchiere che non hanno nessun fondamento». Quanto alla possibile assenza di Luca Zaia, «a me risulta che oggi Zaia ci sarà». Mentre «Giorgetti è assente più che giustificato perché sta seguendo il bilancio, Vannacci è a Strasburgo perché c’è la sessione plenaria. Sarà un bel consiglio federale dove ci saranno proposte. Ripeto, mi spiace per i giornalisti che si aspettavano una resa dei conti o robe varie. Devono aspettare qualche anno» ha concluso.Loading…Salvini: commessi errori ma non ho tempo per recriminareTornando al risultato deludente del voto regionale in Toscana, «quando hai un risultato al di sotto delle aspettative ti devi chiedere perché. Non è colpa della sfortuna o degli elettori. Quindi tutti noi abbiamo sbagliato qualcosa? Si, io in primis. Sono in Lega da 35 anni, ho vinto tante volte e ho perso altrettante volte. Da una sconfitta devi trarre lezione per la futura vittoria» ha aggiunto Salvini a margine di un evento a Milano . «Ho in testa Puglia e Campania dove puntiamo a fare il massimo storico della Lega e Veneto dove puntiamo ad essere primo partito. Non ho tempo per guardarmi alle spalle o recriminare. Sicuramente sono stati commessi errori, non da un singolo ma da una squadra» ha aggiunto.Il consiglio federaleIl consiglio federale della Lega si è aperto alle 13 con l’applauso ai veneti Luca Zaia e Alberto Stefani: entrambi sono collegati per impegni sul territorio. L’obiettivo, ha spiegato Matteo Salvini, è confermarsi alla guida della Regione con la Lega primo partito. Il “federale” è stato convocato da Matteo Salvini a Milano per dare un segnale. Molti dei dirigenti del suo partito, soprattutto quelli lombardi, si attendono un confronto su posizionamento, identità e futuro, dopo le tensioni di queste settimane. E nel futuro rientra anche la strategia per le elezioni del 2028 in Lombardia, dove i leghisti locali restano gelidi sull’idea di cedere il candidato a FdI. Di sicuro ci sarà un dibattito sul deludente risultato alle Regionali in Toscana, dove la campagna elettorale era stata affidata al vicesegretario Roberto Vannacci. All’ordine del giorno ci sono anche le proposte sulla manovra, quelle sulla sicurezza e la presenza islamica “con un nuovo decreto immigrazione”, l’organizzazione della manifestazione del 14 febbraio per la difesa dell’Occidente.La questione dei team VannacciQualche dirigente, come si racconta in ambienti leghisti, potrebbe porre la questione di come i team Vannacci del Mondo al contrario si pongono rispetto alla Lega. Più difficile, il ragionamento che fa un altro leghista, sollevare il tema dei mancati contributi finanziari di Vannacci al partito: «Da vicesegretario dovrebbe dare l’esempio, ma non è l’unico a non versare ogni mese la quota» LEGGI TUTTO





Meloni: l’Italia non può condividere la scelta di occupare Gaza
Ascolta la versione audio dell’articolo «La reazione di Israele è decisamente sproporzionata, un quadro che non può che peggiorare con l’occupazione di Gaza City, una scelta che l’Italia non può condividere». Così la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dal palco ad Ancona per sostenere la corsa alla presidenza delle Marche di Francesco Acquaroli. «I terroristi di Hamas ancora oggi si rifiutano di liberare gli ostaggi – ha aggiunto -. Cerchiamo di costruire pace con risposte, non solo con gli slogan».Loading…«Oggi Italia in testa a dare il passo agli altri Paesi»«Giorni fa ho letto un titolo del quotidiano The Telegraph che, tradotto, diceva: “Sai che l’Europa è in un pasticcio quando l’Italia è il protagonista di spicco”. In questo titolo c’è uno dei tanti elementi di spocchia a cui siamo stati abituati, ma ce dimostra una idea molto chiara di come ci vedevano prima e non adesso. Oggi siamo in testa a dare il passo perché è quello che una nazione merita», aggiunge la premier alla chiusura della campagna elettorale del centrodestra. «C’è un business dell’odio» È l’espressione usata da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI, al comizio del centrodestra ad Ancona per Francesco Acquaroli in vista delle Regionali nelle Marche. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire – ha detto -, alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c’è un business dell’odio. Ogni giorno vedo post sui social carichi di accuse e ingiurie a me e al governo, e sono quasi sempre accompagnati dall’invito a comprare qualcosa, un libro, un biglietto per uno spettacolo teatrale. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare». LEGGI TUTTO





Affitti, sfratti più veloci per gli inquilini morosi. Il blitz di Fdi
Ascolta la versione audio dell’articoloSemplificare e velocizzare gli sfratti per chi non paga l’affitto per due mesi consecutivi. Stesso termine previsto oggi per lo sgombero per morosità ma la novità sta nella procedura più snella e attraverso un’Autorità ad hoc – ente pubblico amministrativo, non un giudice – per liberare le abitazioni. È l’obiettivo del disegno di legge depositato al Senato da Fratelli d’Italia, primo firmatario Paolo Marcheschi per il quale con la proposta si avrebbe un duplice effetto: si potrebbero ridurre i contenziosi civili ma anche per frenare le locazioni “mordi e fuggi”.Il tema – divisivo tra gli alleati di governo – viene citato dal senatore, convinto che «spesso le abitazioni sono destinate ad affitti brevi, anche per la difficoltà dei proprietari di riavere immobili da inquilini morosi». E quindi ci sarebbero meno riserve ad affittare per un tempo più lungo, ad esempio alle famiglie.Loading…Contraria alla proposta è l’Unione degli inquilini: sarebbe «l’ennesimo attacco ai diritti delle persone in precarietà abitativa» e annuncia che si prepara alla mobilitazione. E contraria è anche Ilaria Salis che, da eurodeputata di Avs e paladina del diritto alla casa, denuncia una «deriva pericolosa», conseguenza della “strategia del governo di accentrare il potere nelle sue mani”.Una procedura più veloceNel mirino c’è l’idea di FdI di introdurre una procedura speciale che autorizzi l’intervento dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto. A gestirlo sarebbe un nuovo ente: l’Autorità per l’esecuzione degli sfratti, che farà capo al ministero della Giustizia e a cui il proprietario potrà rivolgersi direttamente. L’inquilino – come spiega il disegno di legge, in 5 articoli – avrà 15 giorni per pagare le due rate saltate. Altrimenti entrerà in gioco l’Autorità che, verificati documenti e condizioni, potrà disporre lo sgombero entro 7 giorni. Da quella decisione, altri 30 giorni per eseguirlo, prorogabili al massimo a 90. Potenzialmente, per lo sfratto basterebbero poco meno di 2 o 4 mesi dalla richiesta iniziale.Le deroghePrevisti aiuti o rinvii per chi ha un Isee inferiore a 12mila euro e non ha pagato il canone perché licenziato (per effetto di una crisi aziendale) o perché ha una malattia grave o si è separato. In questi casi si attingerà ai soldi di un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa, citato nel ddl. Salvaguardie pure per chi ha figli minori o parenti anziani, non autosufficienti o disabili, anche se il testo prevede una procedura un po’ contorta: ossia l’Autorità è tenuta a informare i servizi sociali che poi interpellano l’Autorità stessa per segnalare che serve un rinvio dello sfratto (di 90 giorni) e si attivano per agevolare un alloggio alternativo temporaneo. LEGGI TUTTO



