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Gribaudo (Pd): “Riforma riguarda piccola parte magistrati”
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Festa 4 novembre, Mattarella depone la corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto. FOTO
“Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo. Serve creare una comune forza di difesa europea”, ha affermato il capo dello Stato. Alle celebrazioni all’Altare della Patria, a Roma, presenti anche il presidente del Senato La Russa, della Camera Fontana, il ministro della Difesa Crosetto e la presidente del Consiglio Meloni. “Oggi ricordiamo il sacrificio di chi ha difeso la libertà e l’unità dell’Italia”, ha detto la premier LEGGI TUTTO






Chi è Acquaroli, il governatore meloniano al bis dopo aver strappato le Marche alla sinistra
Ascolta la versione audio dell’articoloFrancesco Acquaroli, presidente uscente della Regione Marche, è riuscito a fare il bis, battendo lo sfidante Matteo Ricci. Nella sua campagna elettorale Acquaroli, 50 anni, esponente di Fratelli d’Italia, ha insistito sui risultati raggiunti dalla sua giunta: dalla sanità alle infrastrutture, dalle aree interne al turismo. Cinque anni caratterizzati, lo ha ribadito più volte, dalla pandemia e dai disastri provocati dall’alluvione.L’appoggio di Meloni e la ZesForte dell’appoggio del governo nazionale, fedelissimo della premier Meloni, il governatore uscente ha incassato nelle ultime settimane di campagna elettorale l’annuncio dell’ingresso delle Marche, attraverso un disegno di legge governativo, nella Zona economica speciale (Zes), definito «un’opportunità e la risposta alle richieste degli imprenditori in questi anni». Oltre a ciò il Governo si è speso per sostenere la corsa dell’esponente di Fratelli d’Italia con visite dei ministri e dei leader nazionali del centrodestra, a partire dal comizio con la premier Meloni ed i vicepremier Tajani e Salvini e TajaniLoading…Le tre campagne elettoraliNato a Macerata ma residente a Potenza Picena in provincia di Macerata, si è presentato per la terza volta a un’elezione per la guida di Palazzo Raffaello: nella prima occasione, nel 2015, è stato sconfitto dal rivale del centrosinistra, Luca Ceriscioli. Nel 2020, invece, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, ha battuto Maurizio Mangialardi, ex sindaco di Senigallia del Pd: un risultato schiacciante (49,13% contro il 37,28% del rivale) che ha permesso al centrodestra di strappare al centrosinistra, dopo circa 25 anni, la guida di una Regione storicamente “rossa”. In questa tornata elettorale, era sostenuto da sette liste: oltre a quella del suo partito, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, le liste “Civici Marche”, “Marchigiani per Acquaroli” e “Udc-Liste Civiche”La carriera politicaLaureatosi in economia e amministrazione dell’impresa, ha iniziato a lavorare come consulente finanziario, ma è la carriera politica quella alla quale si è dedicato di più. Nel 2010 è eletto consigliere regionale nella lista del Popolo della libertà, partito che abbandona per aderire alla nascita di Fratelli d’Italia. Nel 2014 si candida a sindaco di Potenza Picena e, dopo la vittoria, lascia il seggio a Palazzo Leopardi per dedicarsi al Comune. Nel 2018, un anno prima del termine del mandato, si candida alle elezioni politiche e viene eletto deputato. Nel 2019 si candida alle elezioni europee, ma non viene eletto. Nel 2020 la svolta decisiva. LEGGI TUTTO






Sfida in Aula su Gaza: Meloni chiama a unità su piano Usa, ma M5s e Avs dicono no
Ascolta la versione audio dell’articoloLa riuscita del piano di Trump per Gaza e le sorti della Flotilla tengono la politica col fiato sospeso. L’appuntamento nell’Aula della Camera è per giovedì con le comunicazioni del ministro Antonio Tajani sulla situazione in Medio Oriente: in quell’occasione i deputati dovranno approvare una o più risoluzioni sul tema che – vista la situazione estremamente fluida – i partiti non hanno ancora chiuso. La premier Giorgia Meloni ha lanciato un appello a un voto unitario sulla mozione sulla Palestina: «Mi piacerebbe che l’Italia votasse votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole davvero» perché «la pace non arriverà perché Landini o Usb indicono lo sciopero» ma «se qualcuno lavora ai tavoli a cui bisogna lavorare a proposte serie e su questo – ha ribadito – davvero mi piacerebbe che lavorassimo insieme». L’invito del governo alle opposizioni è chiaro: «Vorremmo che giovedì in Parlamento tutti insieme sostenessimo questa azione di pace, non dividiamoci», ha affermato anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il centrodestra giorni fa aveva preannunciato un documento con il riconoscimento della Palestina condizionato all’esclusione di Hamas dal governo della Striscia e al rilascio di tutti gli ostaggi.Aperture dei centristiNella minoranza parlamentare, aperture sono venute dai centristi. Il leader di Azione Carlo Calenda ha sposato la tesi di Meloni: «ritirare le mozioni» dei diversi gruppi e «dire che il Parlamento italiano insieme sostiene il piano» di Trump «come una via di uscita. Sarebbe un atto di responsabilità». Ma il resto del centrosinistra ha respinto l’appello. «Sul piano Trump-Blair sono favorevole – ha aperto Matteo Renzi -. Vediamo. Decideranno i capigruppo».Loading…Conte: non ci sono presupposti per voto compatto su Gaza M5s e Avs sembrano invece granitici nel proseguire per la loro strada. «È davvero ardito chiedere un voto compatto su una risoluzione sulla Palestina dopo che un governo, una maggioranza, ha finto di non vedere un genocidio, 20.000 bambini uccisi. Direi che non ci sono i presupposti per un voto compatto» ha dichiarato il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, stamani all’Università della Calabria a Rende, risponde all’appello lanciato ieri dalla premier Giorgia Meloni ad un voto unitario in Aula domani sulla mozione sulla Palestina.Avs: no a Meloni. Lavoriamo a risoluzione con Pd e 5s Sulla stessa lunghezza d’onde Avs. «Ogni volta Meloni fa proposte senza che ci sia un testo. Noi stiamo lavorando con le opposizioni e in particolare Pd e M5s alla risoluzione unitaria. Ci sono rispetto al piano Trump elementi di valutazione che riguardano tutti ma ci sono impegni rispetto ai quali non vogliamo arretrare. Giro a Meloni la domanda: il governo è pronto a riconoscere senza condizioni lo stato palestinese?». Così il leader di Avs Nicola Fratoianni durante un punto stampa fuori da MontecitorioCautela del PdIl Pd si muove con cautela: «Seguiamo con attenzione il negoziato” e “auspichiamo che si giunga al più presto a un accordo che ponga fine alle atrocità e ai crimini commessi a Gaza e in Cisgiordania”, commenta il responsabile Esteri Peppe Provenzano. L’ala riformista dem, per voce di Alessandro Alfieri, invita ad osare di più: «Oggi non è in discussione che cosa pensiamo di Trump o dei dettagli di quel piano, ma la possibilità di verificare se c’è una possibilità concreta di porre fine ad atroci sofferenze e ad una tragedia devastante», «se c’è» va «sperimentata». I democratici si riuniranno per definire la linea a ridosso dell’appuntamento con le comunicazioni di Tajani e allo stato non si sbilanciano: «Non abbiamo visto nessun testo». Salvo intese bipartisan più ampie, il centrodestra potrebbe decidere di chiedere il voto per parti separate sulla sua risoluzioni per insinuarsi nelle posizioni diverse delle opposizioni LEGGI TUTTO



