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Lavoro: fallito blitz sui contratti a termine, emendamento ritirato
Polemiche nate la settimana scorsa quando la modifica sulle prossime Olimpiadi invernali era stata proposta dai leghisti. Stesso testo ma su un altro provvedimento alla Camera (il decreto sport), e poi stralciato.Complici, allora, le perplessità del Quirinale e che oggi sarebbero superate, anche perché la materia appare affine e più in linea con il maxi decreto economico. Stavolta le modifiche portano la firma dei relatori di maggioranza (Dario Damiani di Forza Italia, Livia Mennuni di Fratelli d’Italia ed Elena Testori della Lega). Ma fanno infuriare le opposizioni, che in mattinata ne chiedono il ritiro.In particolare, dietro il correttivo sui lavoratori interinali ci sarebbe l’imprinting e il pressing della Lega: tra gli alleati circola il nome del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. In ogni caso la maggioranza è disponibile a “trovare un’intesa” con l’opposizione, aveva anticipato Ciriani.E in effetti, dopo il ritiro, nel governo prevale la possibilità di spostarlo in un altro provvedimento più mirato. Ma senza fretta e comunque oltre la pausa estiva, rivelano fonti dell’Esecutivo.Il fulmine a ciel sereno arriva in mattinata. Degli 11 emendamenti dei relatori, quello che spiazza il centrosinistra riguarda il lavoro di somministrazione, con norme retroattive. LEGGI TUTTO






Meloni supera Renzi: il suo governo è il quarto più longevo
Ascolta la versione audio dell’articoloMartedì 12 agosto sarà il giorno numero 1.024 per il Governo guidato da Giorgia Meloni: un traguardo che farà del primo esecutivo guidato da una donna il quarto più longevo nella storia della Repubblica italiana. Meloni infatti supererà Matteo Renzi che rimase in carica dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016 e lasciò Palazzo Chigi a un passo dal podio. Su cui restano al momento il Craxi I (agosto 1983-1° agosto 1986, medaglia di bronzo con 1.093 giorni), il Berlusconi IV (8 maggio 2008-16 novembre 2011, medaglia d’argento con 1.287 giorni) e il Berlusconi II (11 giugno 2001-23 aprile 2005, primo posto assoluto con 1.412 giorni).L’obiettivo di una legislatura «piena»L’obiettivo di Meloni è rimanere alla guida del governo per 5 anni di seguito, un traguardo che non è riuscito a nessun leader politico repubblicano, raggiungendo un traguardo che la porterebbe al primato degli esecutivi più longevi. Un risultato realisticamente raggiungibile tenendo conto che potrebbe affiancare il secondo esecutivo del Cav, al momento il più longevo di tutti, il 4 settembre del 2026, quando mancherà un anno abbondante alla scadenza naturale della legislatura.Loading…I sorpassi e i duelli con Conte e RenziPiù di mese fa Meloni aveva affiancato e superato Giuseppe Conte che aveva totalizzato 988 giorni, sia pure con due governi: quello gialloverde con la Lega e quello rossoverde con il Pd. E proprio con i suoi predecessori più vicini, la premier e leader di Fdi ha avuto gli scontri più accesi in questi anni, fuori e dentro il Parlamento. Con il leader 5 stelle rimangono negli annali le liti sul superbonus al 110 per cento e sul reddito di cittadinanza. Anche se il confronto più serrato c’è stato con Matteo Renzi. A cominciare dalla polemica sul bonus degli ottanta euro introdotto dal governo dell’ex leader del Pd e superato proprio dal governo di centrodestra, per finire con gli attacchi della premier contro i rapporti intessuti dal leader di IV con alcuni vertici internazionali. Un continuo botta e risposta che ha raggiunto l’apice delle polemiche quando nella finanziaria l’attuale maggioranza inserì una norma per impedire ai parlamentari di incassare compensi da società con sedi al di fuori dell’Unione europea. Una iniziativa che fu battezzata dentro Italia Viva come legge “anti-Renzi”.Il mantra dell’attuale leadership governativa è proprio la stabilità degli esecutivi, una necessità – ha ricordato in più di una occasione Giorgia Meloni – che consente di dare continuità all’azione dell’Italia a livello interno e internazionale e di poter definire le necessarie riforme di cui il Paese ha bisogno. LEGGI TUTTO






Quirinale, Mattarella incontra presidente Sudafrica
Il presidente della Repubblica Mattarella ha ricevuto al Quirinale il presidente della Repubblica del Sudafrica Ramaphosa. “Benvenuto presidente, per la Repubblica italiana è un onore averla qui a Roma e per me”, ha detto il capo dello Stato accogliendo Ramaphosa. LEGGI TUTTO






Oggi Meloni riceve Abu Mazen: «Con la pace a Gaza l’Italia riconoscerà la Palestina»
Ascolta la versione audio dell’articoloIl pieno sostegno all’azione dei mediatori per la cessazione delle ostilità a Gaza. L’impegno dell’Italia «a lavorare a una soluzione politica duratura basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi». La volontà del Governo «di svolgere un ruolo di primo piano nella stabilizzazione e nella ricostruzione della Striscia». Le tre garanzie cardine che quasi un anno fa, il 13 novembre 2024, la premier Giorgia Meloni offriva al presidente palestinese Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, saranno le stesse che rinnoverà oggi alle 15, accogliendolo di nuovo a Palazzo Chigi. Con una differenza sostanziale: una tregua, seppur ancora fragile, c’è. E la prospettiva del riconoscimento dello Stato della Palestina da parte dell’Italia non è più così lontana come appariva allora.Sul tavolo la bozza di risoluzione Onu targata TrumpL’incontro avviene proprio nelle ore in cui prende forma la bozza di risoluzione proposta dagli Usa sulla base del piano Trump, che dovrebbe essere votata nei prossimi giorni dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo quanto anticipato da Reuters, prevede il via libera al Board of Peace come amministrazione transitoria della Striscia e il dispiegamento di 20mila soldati, autorizzati a «usare tutte le misure necessarie», ovvero anche l’uso della forza, per portare a termine il mandato.Loading…La denuncia di Abu Mazen: nessuna comunicazione con IsraeleMeloni ha già sottolineato come, se richiesto, l’Italia entrerebbe volentieri nel Board e la capacità di dialogo mostrata con tutte le parti – l’Anp e Israele – e con Donald Trump potrebbe giocare a favore, ma è presto per dirlo. Il leader, ormai novantenne, ha rilasciato ad Avvenire proprio oggi un’intervista in cui si duole dell’assenza di dialogo con Israele: «Le comunicazioni politiche dirette tra noi e il Governo israeliano sono pressoché inesistenti». Le priorità dell’Anp? Insieme con la stabilizzazione del cessate il fuoco, indica anche quella di «fermare tutte le misure unilaterali in Cisgiordania e a Gerusalemme, comprese le colonie, il terrorismo dei coloni e le aggressioni contro i luoghi santi islamici e cristiani, nonché liberare tutte le nostre entrate finanziarie trattenute».La disponibilità italiana per formazione e addestramentoAl tempo stesso, la premier rilancerà la disponibilità italiana a partecipare al piano con la formazione e l’addestramento delle forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese e il rafforzamento delle loro capacità operative. «Siamo pronti a contribuire con i nostri Carabinieri da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese, e nella missione Ue per Rafah, il cui numero siamo pronti ad aumentare», dirà ad Abu Mazen, come ha anticipato alla Camera il 22 ottobre nelle comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo.L’incognita dell’impegno diretto nella forza di stabilizzazionePiù delicato da assicurare l’impegno a partecipare all’eventuale forza di stabilizzazione: nonostante l’apertura fatta in Parlamento, il Governo aspetta di comprendere meglio quale sarà il mandato, anche per verificare politicamente la praticabilità dell’invio di militari italiani sul campo. Lo schema di risoluzione Onu contemplerebbe la collaborazione della forza con «una nuova forza di polizia palestinese addestrata e selezionata» per «smilitalizzare la Striscia», distruggere le «infrastrutture militari, terroristiche e offensive» e «impedirne la ricostituzione», nonché di disarmare in modo permanente «i gruppi armati non statali» come Hamas. LEGGI TUTTO






Toscana, vince Giani (centrosinistra) con ampio margine. Affluenza al 47,7%: è record negativo
Ascolta la versione audio dell’articoloVittoria larga del governatore uscente della Toscana Eugenio Giani, sullo sfidante di centrodestra Alessandro Tomasi. Giani ha raccolto il 54% dei voti, Tomasi il 40,9% e Antonella Bundu candidata con la lista Toscana Rossa (che mette insieme Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile) il 5,2 per cento. Tredici i punti di scarto tra i principali contendenti. Giani vince anche in molte città del centrodestra, che difende solo il feudo di Grosseto. Nelle scorse elezioni regionali Giani con il 48,6% dei voti si impose con otto punti di scarto sulla rivale di centrodestra, la leghista Susanna Ceccardi (40,7%) mentre la competitor del M5s Irene Galletti si fermò al 6,4 per cento.Pd primo partitoNel centrosinistra il Pd è primo partito al 34,5%, seguito da Lista Giani presidente – Casa Riformista all’8,8%, Alleanza Verdi Sinistra al 7% e Movimento 5 Stelle al 4,4 per cento. Nel centrodestra è in testa Fratelli d’Italia, con il 26,8%, mentre Forza Italia, al 6,2, supera la Lega, al 4,4 per cento. Toscana Rossa raccoglie il 4,5 per cento.Loading…Affluenza al 47,7%Erano 3 milioni i toscani chiamati alle urne . Dal 1970, anno di istituzione delle Regioni, l’affluenza alle urne alle regionali è passata dal 95,9% al 48,28% delle elezioni del 2015, il dato più basso in assoluto e la prima volta con meno della metà degli elettori, per poi risalire al 62,6% nella tornata 2020 (quando si votava però anche per il referendum costituzionale confermativo relativo alla riduzione del numero dei parlamentari, che ha trainato l’affluenza). In questa tornata si è registrato un nuovo pesante calo con un’affluenza al 47,7% (in linea con il 2015) circa 15 punti in meno rispetto a cinque anni fa. E’ il dato più basso nella storia delle elezioni regionali. Sul non voto avrebbero pesato la percezione di una partita non realmente contendibile.Schlein: grazie a Giani,vittoria che ci dà gioia e speranza«Voglio ringraziare Giani per questa splendida gioia, ringraziare tutta la coalizione progressista, è una vittoria che ci dà gioia e speranza, ringraziamo i toscani che hanno voluto continuare nel solco di un governo progressista». Lo ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein, nel corso di una conferenza stampa sulle Regionali nel comitato elettorale per Eugenio Giani presidente. «Chi si era affrettato a dichiarare la fine della coalizione progressista oggi è smentito nei fatti», ha aggiuntoGiani: campo largo è vincente, segnale a livello nazionale«In Toscana il campo largo è vincente e ora deve e vuole interpretare tutta la regione» ha detto Eugeni Giani parlando al comitato elettorale. E ancora: «Quello che viene dalla Toscana, terra di buongoverno, è un segnale nazionale» LEGGI TUTTO



