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    Malpensa, si torna a volare dal Terminal 2

    Un Airbus sulla piazzola, due palloni che si librano in aria sopra la carlinga con la livrea bianco-arancio di easyJet che sostengono uno striscione con scritto “Bentornati al Terminal 2” fra le note di una band che fa da colonna sonora in un giorno di festa importate per l’aeroporto di Milano Malpensa: quello che precede la riapertura del Terminal 2, base storica di easyJet, la compagnia aerea più importante che opera nello scalo e proprio questo mese celebra 25 anni dal primo volo: era il 1998 e quel Londra Stansted – Milano Malpensa segnò il debutto in Italia della compagnia aerea.Segno di un ritorno alla normalità con il ritorno di aerei, rotte e passeggeri da questo 31 maggio, dopo che il Terminal 2 era rimasto chiusi dal giugno 2020 a causa della pandemia che aveva provocato il drammatico crollo del traffico aereo a livello globale. Aerostazione profondamente rinnovata, è questa è la grande novità, dopo che nel restyling sono stati investiti circa 40 milioni di euro tra risorse di Sea Aeroporti di Milano e dei partner commerciali che migliorerà ulteriormente l’esperienza di viaggio dei passeggeri, dalle fasi di check-in e controlli fino a quelle di imbarco, oltre alla nuova duty free e ristorazione.A inaugurare la ripresa delle rotte, il volo EJU3851 con destinazione Amsterdam, il primo di 61 in partenza il 31 maggio. Solo nella giornata di riapertura saranno oltre 20 mila i passeggeri easyJet che transiteranno dal T2 da e per destinazioni in Italia e in Europa che darà il via a un’estate di grandi aspettative per la compagnia che prevede di trasportare quasi 5 milioni di passeggeri verso oltre 60 destinazioni, con una flotta di 23 aerei nel suo principale hub in Europa Continentale.Evento che si è tenuto nell’area air side del terminal e al quale sono intervenuti, tra gli altri, Attilio Fontana presidente della Regione Lombardia, Giuseppe Sala sindaco di Milano, Stefano Bellaria sindaco di Somma Lombardo, Pierluigi Di Palma presidente di Enac, Lorenzo Lagorio country manager di easyJet Italia e Armando Brunini, amministratore delegato di Sea.”Malpensa deve poter tornare a volare con le proprie ali senza che nessuno cerchi di tarparle. Credo che tutti abbiano capito che malgrado tanti tentativi, lo scalo vola sempre più in alto perché è un punto di riferimento unico in questo Paese e va sviluppato – ha detto Attilio Fontana, sottolineando chela Lombardia ha bisogno di “collegamenti internazionali” e di “un grande aeroporto per far funzionare tutta la sua economia”. “Dobbiamo fare in modo che non succedano altri fatti negativi, rendendosi conto che Malpensa deve continuare a volare – ha aggiunto – perché è un grande aeroporto che riesce sempre a superare tutte le difficoltà che gli vengono frapposte: dalle scelte, forse non del tutto corrette, fatte dai governi passati alla pandemia, e ora è pronto a essere ancora il punto centrale del trasporto della nostra regione”.”Non possiamo che essere felici per questo ritorno alla vita di questo terminal. Il tempo non è trascorso invano perché abbiamo seguito i lavori e questo terminal è diverso, non è una semplice riapertura. Dal punto di vista della sostenibilità è stato fatto un grande passo avanti – sottolineato Giuseppe Sala -. Questo territorio ha la necessità di essere aperto, internazionale e attrattivo e stiamo continuando a lavorare per rilanciarlo. Su questo lavoriamo e per questo ringraziamo easyJet che da 25 anni è qui e invitiamo a continuare a investire e a credere nella nostra meravigliosa città e nel nostro meraviglioso territorio”.“La riapertura del Terminal 2 è una ulteriore conferma che abbiamo recuperato il traffico passeggeri precovid e che la pandemia è definitivamente finita. Celebriamo questa giornata insieme a easyJet che ritorna finalmente nel suo Terminal oggi ancora più comodo, efficiente e più sostenibile grazie agli investimenti che abbiamo sostenuto per rendere migliore l’esperienza e la qualità di viaggio di tutti i passeggeri – ha spiegato Armando Brunini – e a regime, ospiterà intorno ai 7 milioni di passeggeri in un anno. Questo mese di maggio per il sistema aeroportuale milanese probabilmente sarà il primo nel 2023 in cui il traffico torna in positivo dopo 38 mesi negativi, quindi dal 2019. Dovremmo superare i 30 milioni di passeggeri l’anno, tornando ai livelli pre-Covid”.“Celebrare il nostro ritorno al Terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa, insieme al 25esimo anniversario del primo volo di easyJet a Milano e in Italia, è per noi motivo di grande orgoglio. Dal maggio 1998 a oggi abbiamo trasportato 90 milioni di passeggeri in questo aeroporto, a conferma del continuo impegno della compagnia sull’Italia e sulla Lombardia in particolare – ha sottolineato Lorenzo Lagorio -. Quest’estate prevediamo di far transitare al Terminal 2 quasi 5 milioni di passeggeri per quello che sarà a tutti gli effetti un ritorno ai livelli pre-pandemia. Con 23 aerei basati, oltre 60 destinazioni e un team di circa 900 persone, Milano Malpensa è la nostra base principale nell’Europa continentale, con un’offerta senza eguali in termini di posti offerti e di destinazioni raggiunte, un servizio puntuale, innovativo e sempre più efficiente in linea con le necessità nostre e dei nostri clienti”.Look ma anche servizi per i passeggeri rinnovati per il Terminal 2. A partire dal check-in dove sono presenti 21 postazioni self bag drop, macchinari che permettono di imbarcare i bagagli in stiva in autonomia. L’area dei controlli di sicurezza è stata completamente ristrutturata, il nuovo lay out più funzionale mette a disposizione del passeggero 9 nuove linee automatizzate di ultima generazione che diminuiscono i tempi di controllo e attesa dei passeggeri.Al passaggio del Fast Track sarà disponibile una macchina EDS-CB (Explosives Detection Systems for Cabin Baggage) che grazie ad una tecnologia Tac permette di effettuare i controlli senza separare dal bagaglio a mano gli apparati elettronici e i liquidi, migliorando ulteriormente l’esperienza di viaggio. Particolare attenzione è stata dedicata al comfort dei passeggeri anche attraverso la rinnovata offerta commerciale: un duty free shop completamente nuovo di 1.500 mq e una forte presenza di ristorazione con tante formule innovative e alcune anteprime nazionali.Per l’efficientamento energetico si è intervenuti sugli impianti di trasporto persone, con l’installazione di nuovi e più efficienti marciapiedi mobili, scale mobili e ascensori in diversi punti dell’aerostazione. Alcuni ambienti, tra cui il corridoio arrivi, sono stati ristrutturati con una particolare attenzione al miglioramento di isolamento termico e prestazioni energetiche. La nuova centrale di condizionamento di ultima generazione consentirà una riduzione del 15% dell’energia impiegata per il condizionamento ed una riduzione delle emissioni di CO2 dell’8% circa.In tema di sostenibilità, la flotta easyJet basata in aeroporto ha già due dei più recenti Airbus A321 Neo e quattro 320 Neo che consentono una riduzione del 15% delle emissioni di CO2 per km per passeggero e del 50% dell’inquinamento acustico in fase di decollo e atterraggio. Oggi, circa il 20% dei voli a Malpensa è operato con questi aeromobili che aumenteranno nel tempo.Da sottolineare anche che easyJet e Sea hanno stabilito una partnership sulla sostenibilità con l’obiettivo di lavorare insieme per decarbonizzare l’aeroporto e le operazioni della compagnia aerea. LEGGI TUTTO

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    Concorsi pubblici, il posto fisso non è più il sogno degli italiani

    Il concorso pubblico è come un uomo o una donna affascinanti con i quali flirtare senza convolare a nozze.Lo sostiene, ovviamente con altri termini, il Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pa (Formez Pa) il quale, osservando il periodo che va dal mese di gennaio 2021 al mese di giugno del 2022, ha costatato un fenomeno: i concorsi pubblici fanno il tutto esaurito, tant’è che 265mila candidati hanno partecipato a più bandi, ma il 20% di chi se li aggiudica fa un passo indietro.Percentuale che sale al 50% se si considerando soltanto i posti di lavoro a termine.Il concorso pubblico e la sua ambivalenzaLa riforma della Pubblica amministrazione ha dato vita a numerosi concorsi ai quali gli italiani hanno risposto con particolare interesse.Il Formez Pa ha elaborato oltre 2 milioni di richieste per partecipare ai concorsi pubblici e 265mila candidati hanno fatto domanda per accedere a più selezioni, risultano idonei in misura del 26%.Il fenomeno va fotografato dall’interno: il 20% di chi si aggiudica un concorso decide alla fine di optare per altre soluzioni professionali e, nei casi in cui un candidato ne ha vinti più d’uno, sceglie quello che ritiene più soddisfacente ma ciò è tanto normale quanto scontato. In ogni caso la Pa si ritrova con un deficit tra gli effettivi, considerando anche che, quando il concorso dà accesso a un impiego a tempo determinato, la percentuale dei rinunciatari sale al 50%.L’identikit dei concorsistiHanno un’età media di poco superiore ai 40 anni, sono per lo più donne, provengono dal Sud in misura di due terzi e il 43% del totale ha una laurea in giurisprudenza. La provenienza gioca un ruolo fondamentale, perché molti dei candidati che rifiutano l’impiego trovano poco vantaggioso spostarsi al Nord, dove gli affitti sono più cari ed erodono una parte consistente dello stipendio.Al di là del profilo tipo del concorsista, ciò che allarma la Pa è anche il poco appeal che il concorso pubblico esercita. Oggi si presentano mediamente 40 candidati per ogni posto messo a concorso contro i 200 del 2019 e questo rappresenta un problema di una certa entità, perché entro il 2033 più di un milione di dipendenti statali andrà in pensione e si stenta non poco a trovare forze fresche da inserire negli organici.Le necessità della PaNel corso dei prossimi anni sono previste uscite di personale che lavora nella scuola (463.257 persone), nella sanità (243.130) e negli enti locali (185.345). Inoltre, e anche questo dato conduce alla necessità di programmare il futuro sul medio-lungo termine, gli impiegati pubblici che non hanno ancora compiuto trent’anni sono il 4,8% ovvero, se si considerano solo i ministeri, la scuola e gli enti locali, ci sono due impiegati stabili under 30 ogni cento dipendenti. Oggi si contano 3.266.180 dipendenti pubblici, lo 0,8% in più rispetto al 2021 e, di questi, circa 2,9 milioni hanno un posto fisso, ai quali si aggiungono 437mila contratti flessibili.Anche i bandi pubblicati vanno in una simile direzione: il 72% riguarda assunzioni a tempo indeterminato, il 24% è relativo a contratti a termine e il 4% è destinato a incarichi di collaborazione. LEGGI TUTTO

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    Supermercato, ecco i trucchi per non cadere in acquisti inutili.

    Sarà capitato a molti di recarsi al supermercato con la lista della spesa pronta e poi ritrovarsi a casa con una montagna di prodotti che non si intendeva acquistare. La causa di ciò potrebbe essere lo shelf marketing, letteralmente il marketing dello scaffale, una tecnica che, tramite un’efficace organizzazione dei prodotti e del percorso all’interno del supermarket, punta ad allungare la permanenza dei consumatori e indurre quindi all’acquisto di ulteriori articoli rispetto a quelli pianificati. Le prime tracce di questa disciplina possiamo trovarle già negli anni ‘60 / ‘70 quando, negli Stati Uniti, vengono intrapresi i primi studi sull’effetto della posizione dei prodotti negli scaffali per influenzare le performance di vendita. Quali sono dunque le strategie in cui giornalmente incappa un ignaro cliente quando si reca a fare acquisti?Colori vivaci e offerte in ingressoIn primis è utile vedere la disposizione degli spazi. Di solito frutta e verdura accolgono per primi l’acquirente all’interno del punto vendita, questo per dare l’idea di un ambiente accogliente e salutare, inoltre i colori vivaci dell’ortofrutta attirano naturalmente le persone. All’ingresso è usuale porre anche le offerte speciali in modo da comunicare l’idea del punto vendita conveniente e quindi generare entusiasmo in chi si approccia all’acquisto.A seguire i reparti dedicati ai pasti, colazione – pranzo – cena. A chiudere sempre le bibite e l’acqua, infatti dover fare la spesa portandosi dietro il peso delle bottiglie non è pratico né piacevole, e potrebbe indurre ad accelerare l’uscita dal supermercato.I Beni primari? In angoli semi-nascostiUn’altra tecnica è porre i beni di prima necessità come sale, zucchero e farina in zone contro intuitive. Questo per obbligare il consumatore a ripercorrere più volte, avanti e indietro, le varie corsie e indurlo in tentazione in acquisti non preventivati.Beni complementari viciniUna regola vincente è quella di disporre due o più beni complementari tra loro su scaffali attigui. Per esempio, il pane in cassetta vicino alla Nutella oppure i prodotti per il bagno e l’igiene personale raccolti in una singola area merceologica, dal sapone passando per gli shampoo fino ai bagnoschiuma, dagli shampoo.Disposizione degli scaffali per altezzaSemplicemente osservando la posizione dei prodotti sugli scaffali si può capire quali il supermercato sta favorendo per l’acquisto. I prodotti più convenienti vengono sempre posizionati nei posti meno comodi da raggiungere e quindi mai all’altezza degli occhi. Invece, al centro degli scaffali vengono posti i prodotti delle marche più famose e quindi più costosi.Questa visibilità ha un prezzo: le aziende per essere più appetibili agli occhi del cliente, e quindi ottenere che i propri prodotti vengano posti negli scaffali centrali, scelgono di pagare il punto vendita per farsi esporre negli scaffali più ambitiDolci a portata di bambiniLe famiglie sembrano essere un bersaglio ideale per il diabolico Shelf Marketing. I prodotti, dai colori vivaci e sgargianti, con disegni e supereroi, vengono posizionati strategicamente non al centro dello scaffale ma sulla parte bassa. Questo per garantire piena visibilità ai più piccoli che possono agguantarli e metterli nel carrello dei genitori.I consigli dell’espertoPer dare qualche consiglio pratico a chi non vuole incorrere in queste “trappole” abbiamo chiesto all’Avvocato Massimiliano Dona, Presidente dell’Associazione Nazionale Consumatori, come comportarsi:”Per rispettare la lista della spesa è importante restare concentrati, può sembrare eccessivo visto che parliamo di supermercato ma posso assicurare che ogni piccola deviazione da quello che avevamo programmato rischia di portarci a spendere di più e ad andare fuori dal budget previsto… Considerato che mediamente gli italiani vanno al supermercato più di una volta settimana, è facile comprendere le conseguenze alla fine del mese.E per rispettare la lista, ecco i miei suggerimenti:1. Non andare mai a fare la spesa a stomaco vuoto2. Non andare al supermercato in compagnia3. Lasciare il cellulare in tasca: anche lo smartphone infatti può distrarre e condurre all’interno di reparti dove è possibile compiere acquisti non preventivati!”Quando si parla di vendita nulla è mai lasciato al caso. Tuttavia, conoscere queste sottili strategie può aiutare una spesa più consapevole. LEGGI TUTTO

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    Prestiti senza busta paga, cosa sono e chi li offre

    La ricerca di finanziamenti può essere una sfida per coloro che non dispongono di una busta paga regolare. Tuttavia, ci sono situazioni in cui è possibile ottenere un prestito personale anche senza avere una fonte di reddito tradizionale. In questo articolo, esploreremo cosa sono i prestiti senza busta paga e chi offre questa possibilità.Cosa sono i prestiti senza busta paga?I prestiti senza busta paga, come suggerisce il nome, sono forme di finanziamento che consentono di ottenere denaro senza dover dimostrare un reddito fisso proveniente da un’occupazione tradizionale o da un contratto di lavoro. Questo tipo di prestito funziona come un normale finanziamento, con la differenza che il richiedente propone delle garanzie diverse dallo stipendio, che cambiano anche in base alla somma richiesta.Questo tipo di prestiti sono spesso rivolti a lavoratori autonomi, irregolari, studenti, freelance, casalinghe, disoccupati. Categoria di persone molto ampia che, non essendo dipendenti di nessuno, non percepiscono lo stipendio con il cedolino attestante il reddito mensile ma sono comunque in grado di ripagare un debito.È possibile ottenere un prestito senza busta paga, inoltre, dimostrando di percepire un reddito personale, che può essere collegato, ad esempio, ad un assegno di mantenimento, dichiarazione dei redditi per i liberi professionisti o ad altre forme di introiti fissi certificabili.Queste entrate possono essere presentate come garanzia nel momento in cui si richiede il finanziamento. Ovviamente, poi, l’esito della richiesta dipende molto dall’importo desiderato e dalle garanzie alternative che è possibile offrire.Come funzionano i prestiti senza busta paga?Poiché non si ha una busta paga tradizionale da presentare come prova di reddito, i prestiti senza busta paga richiedono spesso un’alternativa per dimostrare la propria capacità di rimborsare il prestito. Le modalità di valutazione possono variare da una banca all’altra, ma ecco alcune opzioni comuni:Reddito alternativo: nel caso in cui si possa dimostrare la capacità di rimborsare attraverso altre fonti di reddito, come affitti di locazione, rendite, pensioni o benefici statali. Anche entrate fisse come assegni di mantenimento o entrate dovute ad investimenti come delle cedole sulle azioni possono essere utilizzate al fine di dimostrare la propria capacità di solvibilità. In tal caso, si dovrà essere in grado di fornire documenti o prove che sostengano l’esistenza e la regolarità di tali entrate.Garanzie: Alcune istituzioni potrebbero richiedere una garanzia, come un immobile o un bene di valore, per coprire il prestito nel caso in cui non si riesca a rimborsarlo. Le garanzie forniscono una maggiore sicurezza per il prestatore, ma comportano anche un rischio maggiore per il richiedente in caso di mancato pagamento.Fideiussore o garante: Si può considerare la possibilità di avere un fideiussore o un garante ovvero una persona che si impegna a subentrare a chi richiede il prestito, per rimborsare il finanziamento al suo posto in caso di necessità, purchè siano in grado di dimostrare un reddito stabile e un buon profilo creditizio per aumentare le probabilità di approvazione del prestito.Come scegliere un prestito senza busta pagaQuando si decide di chiedere un prestito personale senza busta paga è indispensabile prestare attenzione ad alcuni parametri. Vediamo in breve quali sono i principali fattori da tenere in considerazione al fine di scegliere e ottenere il prestito più conveniente:TAN (Tasso Annuo Nominale): rappresenta il tasso di interesse dovuto all’istituto di credito. Per prestiti senza busta paga, il TAN è di solito più elevato.TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale): rappresenta il costo totale del prestito in base a tutte le spese connesse ad esso.Importo: alcune banche o fintech permettono di ottenere somme fino ad un massimo di 1.000 € altre anche importi fino a 60.000€.Costi di istruttoria: uno dei costi inclusi durante la richiesta di un prestito. Quando viene richiesto online spesso queste spese son pari a zero ma sempre meglio informarsi su questo costo.Modalità di richiesta: possono essere richiesti in filiale oppure online, questi ultimi solitamente permettono di risparmiare sia tempo sia denaro.Tempi di erogazione: generalmente i prestiti al consumo richiedono dai 2 ai 7 giorni per la valutazione della domanda e un massimo di 24-48 per ricevere i soldi sul conto corrente. Esistono inoltre, per piccoli importi, anche prestiti online istantanei.L’evoluzione della finanza insieme alla tecnologia ha portato a sistemi sempre più semplificati ed economici per ottenere un prestito senza busta paga. Alcune banche digitali offrono nuove opportunità di credito, oppure lo sviluppo di piattaforme che permettono di far incontrare persone che hanno necessità di liquidità e chi vuole investire il proprio denaro, finanziando un altro soggetto, come per esempio il social lending e crowdfunding.Prestiti senza busta paga disponibili nel 2023Di seguito vedremo alcune banche o finanziarie che permettono di richiedere prestiti anche a chi non ha una busta paga.Compass – Minicredito:Compass è uno dei principali operatori del settore del credito in Italia collegata al gruppo Mediobanca, tra gli istituti di credito a più alta capitalizzazione in Italia. MiniCredito offre una riserva di liquidità sempre disponibile che si ricostituisce automaticamente rimborsando la quota capitale del credito utilizzato con rate piccole e fisse di 50 € o di 100 € al mese, in base al saldo a debito.Tra i vantaggi di utilizzare Compass vi è la territorialità, con la presenza di circa 237 filiali in tutte le regioni italiane. Per favorire l’accesso al credito, la finanziaria ha creato un doppio sistema di richiesta dei finanziamenti, sia online che allo sportello. Attenzione però ai tassi di interesse, essendo prestiti ad alto rischio il costo può rivelarsi molto alto.Younited CreditLa piattaforma Younited Credit è una piattaforma online che nasce con l’obiettivo di offrire un sistema di prestiti a privati richiedibili in pochi minuti online. Younited Credit è diventata in pochi anni una delle piattaforme più apprezzate del settore, grazie al costante impegno dedicato all’innovazione e alla trasparenza nei confronti dei clienti.Ottenere dei prestiti immediati da 1.000€ a 30.000 euro è semplice tramite questa piattaforma. Il portale permette di mettere in collegamento coloro che offrono credito e coloro che hanno necessità di un prestito urgente in giornata. A garanzia della propria disponibilità a risanare il debito, il richiedente dovrà esibire la busta paga o qualsiasi altro attestato che dimostri di percepire un reddito.Nel caso di giovani studenti ad esempio verrà richiesta la presenza di un garante. Nel caso di lavoratori precari, invece, l’impegno a restituire il prestito online immediato entro la durata del contratto. Infine per i pensionati o dipendenti pubblici, è possibile anche procedere con il pagamento delle rate mensili tramite la comoda formula della cessione del quinto della pensione o dello stipendio. I costi sono competitivi, con un TAN che parte dal 7,20% e un TAEG dell’8,16%, con una somma fino a un massimo di 30.000€. Non sono previsti costi di istruttoria.Banca SellaBanca Sella offre numerose alternative di finanziamento, che vanno dal prestito online a quello erogato in filiale con le sue quasi 300 succursali in tutta Italia. Il prestito digitale consente di ottenere fino a 60.000€ da rimborsare anche in 120 rate.Si tratta di un prestito flessibile: è il cliente a scegliere la rata e il piano di rimborso adatto alle proprie esigenze. I tempi per ottenere l’esito della richiesta sono veloci, entro massimo 48 ore. Nella versione ProntoTuo Flexi, il prestito Banca Sella include anche l’opzione salto rata, per saltare il pagamento di una rata quando si è in difficoltà.Il requisito è avere un’età compresa tra 18 e 78 anni (compresa la durata del prestito personale), un reddito dimostrabile regolamentato dalla legge italiana e residenza sul territorio italiano.Banca MediolanumBanca Mediolanum rientra tra i vari istituti di credito a cui è possibile rivolgersi per ottenere piccole e medie somme di liquidità nel caso in cui non si possieda una busta paga. La richiesta di finanziamento può essere presentata solo da clienti già titolari di un conto corrente. Sono due i prestiti offerti in questa modalità: SelfyCredit Instant e Selfy PayTime.SelfyCredit Instant è una formula di prestito personale che permette di avere un accesso, pressoché immediato, al denaro a partire da 2.000€ fino ad un massimo di 20.000 €. I piani rateali previsti variano in genere dai 18 a 84 mesi a seconda della cifra richiesta, e le rate vengono prelevate direttamente dal conto corrente del beneficiario. In questo caso ilTAN è fisso al 7,95% mentre il TAEG varia in base all’importo richiesto, per un massimo dell’8,27%. La durata del credito invece varia da un minimo di 18 mesi a un massimo di 84 mesi.Selfy PayTime invece permette infatti di ottenere un prestito per rateizzare i movimenti bancari, per importi compresi tra 100,00€ e 2.500,00€. La commissione mensile è fissa e cambia in base alla durata e all’importo del finanziamento richiesto. La durata del piano di rimborso varia da 3 a 48 mesi.Entrambi i prestiti possono essere richiesti tramite l’app 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Non sono dovuti costi di istruttoria né imposta di bollo. L’importo richiedibile dipende dalle proprie garanzie, i tassi variano in base al piano richiesto, quindi dal numero delle rate e dall’importo del prestito. Va ricordato che anche se non è obbligatorio presentare la busta paga non significa non avere comunque le dovute garanzie reddituali atte a dimostrare di poter sostenere il piano d’ammortamento a prestito accettato.I prestiti senza busta paga convengono?I prestiti senza busta paga possono essere un’opzione per coloro che non dispongono di una busta paga regolare, ma è importante essere consapevoli delle condizioni, dei tassi di interesse e dei requisiti specifici richiesti dalle diverse istituzioni finanziarie. Purtroppo questi prestiti non sono particolarmente convenienti. Questo succede perché più è alto il rischio che la banca o la finanziaria si assumono, maggiore sarà il tasso del finanziamento. Prima di procedere con la richiesta di un prestito senza busta paga, è necessario valutare attentamente la propria situazione finanziaria e assicurarsi di poter gestire correttamente i pagamenti futuri in quanto le conseguenze di insolvenza possono essere dannose. LEGGI TUTTO

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    Mutui Green, cosa sono e come funzionano

    Il valore medio degli immobili nel 2022 acquistati tramite finanziamento green ammonta a circa 216 mila euro, ovvero il 15% in più se confrontato con gli immobili acquistati tramite un mutuo tradizionale. Le case con possibilità di prestiti green sono per legge riconducibili alla classe energetica A o B, quindi il valore è maggiore. Il 7% delle richieste di finanziamenti è green e l’ammontare della cifra che si ottiene tramite gli stessi è di 150 mila euro. Spesso chi opta per un mutuo all’insegna della sostenibilità riceve uno sconto sul tasso di interesse dello 0,10%. L’analisi di Facile.it assieme a Mutui.it racconta un quadro particolarmente favorevole per chi acquista in ambito verde.Mutui greenI finanziamenti green sono finalizzati all’acquisto di case che possiedono una classe energetica di tipo A oppure B. Inoltre, è possibile procedere con la ristrutturazione al fine di rendere migliori per almeno il 30% le performance dell’edificio in termini energetici. L’opportunità vuole creare progetti in prospettiva e mira ad una coerenza con le politiche green europee.Gli obiettiviIn Italia più del 60% degli edifici è incluso nella classe F o addirittura nella G. Il 2027 pone come obiettivo il raggiungimento della classe E, mentre la D, invece, dovrà essere raggiunta entro il 2030. Non si tratta però della solita classificazione italiana, saranno quindi necessari ulteriori chiarimenti dall’Unione europea per comprendere al meglio questi canoni. In totale si stima che le novità includeranno 1,8 milioni di edifici su un totale di 15 milioni che appartengono al settore residenziale.Chi fa domandaLe statistiche raccontano che circa quattro domande di finanziamenti green su 10 vengono presentate da under 36. A livello regionale il Trentino-Alto Adige raggiunge il primato per le istanze che si attestano al 18,64%. Tra le prime regioni che richiedono mutui green troviamo il Friuli-Venezia Giulia con una domanda dell’8,68%, l’Umbria con il 7,81%, la Sicilia dove la domanda di finanziamenti sostenibili è al 7,63% e la Lombardia con il 7,62%.Le documentazioni necessarieNon vi sono molte differenze rispetto alle richieste effettuate per un tradizionale mutuo, tranne la necessità di dimostrare alla banca l’Ape (attestato di prestazione energetica) il quale conferma la classe A o B dell’immobile. Per quanto riguarda la ristrutturazione, colui che la richiede ha l’onere di dimostrare che l’intervento sull’abitazione permetta di perfezionare almeno del 30% le prestazioni energetiche. LEGGI TUTTO

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    La speranza dopo l’alluvione

    Il dramma dell’alluvione che ha ferito la Romagna fa parte dei fatti destinati a diventare una pagina dolorosa della nostra Storia (con la maiuscola). Eppure, come sempre accade, il racconto della grande Storia non esaurisce la realtà di quel che lì sta accadendo. La realtà sono anche, se non soprattutto, le piccole storie, quelle ritenute marginali, la classica goccia nell’oceano. Saranno gocce, però qualcosa di concreto significano. Indicano. Suggeriscono.Ecco allora che mi è capitato di intercettare questa notizia, una goccia di notizia. Riguarda le aziende agricole della Romagna che hanno patito la devastazione delle proprie terre per via dell’alluvione. Ebbene, come forma di contrasto e messaggio forte, esse hanno messo insieme i prodotti che sono riuscite a salvare dalla terribile inondazione e dagli effetti del fango e li hanno portati al mercato contadino di Ravenna. E così la clientela ha potuto esercitare la pratica dell’acquisto di frutta, verdura, salumi, formaggio. Sono certo che l’hanno fatto con particolare soddisfazione: un patto umano e in favore dell’economia reale così gravemente colpita dall’alluvione. Certo, l’emergenza prosegue, il ritorno alla normalità appare ancora lontano e il governo è impegnato a fare il suo nel destinare i denari necessari come risposta urgente; tuttavia, quei piccoli imprenditori che portano al mercato i frutti del proprio lavoro miracolosamente scampati al rovescio della natura, rappresenta un piccolo passo, una fiammella di speranza.E, ancora una volta, testimonia la mentalità sana delle imprese che coltivano il desiderio di ripartire pur tra problemi oggettivi che continuano ad essere gravissimi. Di nuovo un insegnamento prezioso che viene da chi ha saputo costruire secondo valori solidi e semplici, quelli della cultura del lavoro. Che conosce la fatica e, dunque, si aiuta facendo. Sempre ricominciando. Non solo attendendo i pur doverosi aiuti dello Stato. LEGGI TUTTO

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    Starace riparte subito da green e tlc

    Porta girevole per Francesco Starace che, libero contrattualmente da qualsiasi vincolo di non concorrenza, approda al fondo Eqt Infrastructure ritrovandosi di fatto a dire la sua sulle partite industriali più calde del momento: dal green, alle tlc. A nemmeno un mese dall’uscita dall’Enel – che ha guidato dal 2014 al 10 maggio scorso – Starace sarà nuovo partner del fondo svedese che ha 119 miliardi di asset in gestione, da pochi giorni controlla il 60% della rete di Wind Tre e insieme al colosso americano BlackRock è stato fra i primi ad aver sondato il terreno sul dossier Italo.Insomma, chi pensava a una sua uscita di scena dovrà ricredersi. Come nuovo partner dell’advisory team di Eqt Infrastructure, il manager italiano contribuirà alle attività di investimento, supportando le portfolio company e le iniziative strategiche. E c’ è da scommettere che l’impegno del fondo in Italia sarà crescente.Lennart Blecher, partner e head of real assets advisory team di Eqt ha sottolineato di vedere un importante potenziale nell’accelerare il proprio percorso verso net-zero, guidando la decarbonizzazione di diversi settori, dall’energia ai servizi pubblici, dai trasporti fino alla logistica: «La presenza di Francesco al nostro fianco in questo viaggio, grazie alla sua esperienza, è preziosa sia per Eqt che per le nostre portfolio company».Sul fronte delle tlc, paradossalmente Starace si ritroverà nuovamente in prima fila dopo essere stato protagonista del dossier Open Fiber (la rete concorrente a Telecom che sta portando la fibra ottica dove i collegamenti sono carenti, di cui Enel deteneva il 50% prima della cessione a Cdp), propedeutico al progetto di rete unica non ancora realizzato. Per mesi l’ex ad dell’Enel ha condotto un braccio di ferro con il governo sulla cessione a Cdp. Secondo lo Starace pensiero del, 2021, la rete unica non sarebbe nata prima del 2024-2026. Sarà profeta in patria? Sicuramente ora potrà dire la sua e forse non è un caso che il 60% di Wind Tre sia stato acquisito da Eqt proprio due settimane fa, il 12 maggio, a soli due giorni dall’uscita del manager da Enel.Sul fronte energetico, Starace svilupperà i business legati alla transizione energetica: i suoi cavalli di battaglia vanno dalla mobilità elettrica alle rinnovabili. Il manager ha sempre sostenuto che «non esistono alternative all’auto elettrica» e che nei «prossimi 10 anni il paese sarà in grado di soddisfare il 90% del proprio fabbisogno di energia con impianti rinnovabile, per i due terzi istallati sui tetti di case e capannoni». L’idrogeno resterà invece ai margini perché per il manager se ne parla dopo il 2030.«Negli anni, ho avuto modo di osservare il lavoro fatto da Eqt, di cui mi ha profondamente colpito il livello di innovazione e il grande supporto che ha da sempre dato alle aziende impegnate nell’accelerare questa transizione», ha commentato Starace, dicendosi «orgoglioso di entrare a far parte di Eqt» e speranzoso «che l’esperienza e il network possano contribuire alla crescita del business e a nuove opportunità di investimento». LEGGI TUTTO

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    Ferretti sbarca in Piazza Affari e diventa un po’ meno cinese

    Un noto marchio della nautica di lusso sbarca a Piazza Affari. Dopo il via libera dell’assemblea dei soci del 18 maggio, infatti, Ferretti Group ha confermato l’intenzione di procedere alla quotazione su Euronext Milan non appena arriveranno le autorizzazioni. Si tratta di un ritorno, perchè l’azienda era già stata sulla Borsa italiana circa vent’anni fa. Ed è un dual listing, dopo che la multinazionale si era quotata circa un anno fa a Hong Kong. Ora la proprietà cinese, che detiene attraverso la Ferretti International Holding il 63,75% del capitale, venderà in un’offerta riservata a investitori istituzionali fino al 28,75% della sua quota nell’ambito dell’Ipo.L’obiettivo ufficiale è ottenere una maggiore liquidità del titolo, quotandolo su un mercato europeo capace di fornire un volume più massiccio di scambi. Ma anche, si legge sul comunicato, per consentire alla società di ampliare la composizione del proprio azionariato in regioni, quali Europa, Medio Oriente e Americhe, che rappresentano i principali mercati. A maggior ragione in Italia, visto che gli yacht di Ferretti, azienda fondata a Bologna nel 1968, sono un marchio del Made in Italy.L’azienda è un altro gioiellino italiano finito dal 2012 in mani cinesi, per la precisione il gruppo Weichai: una società a controllo statale specializzata nella produzione di motori diesel, accessori per auto e macchine movimento terra. Tra gli azionisti, però, c’è anche l’italiano Piero Ferrari, figlio di Enzo, che attraverso la sua F Investments ne detiene intorno all’8 per cento. Se tutto il 28,75% fosse ceduto, i cinesi potrebbero scendere al 35%, una quota di maggioranza relativa. Un’operazione che acquisisce interesse dopo il caso Pirelli, dove il rinnovo del patto parasociale ha fatto scattare il Golden Power. In ambienti finanziariari, qualcuno azzarda l’ipotesi che l’operazione possa essere preventiva nell’ottica di evitare future noie collegate alla normativa.Il gruppo, che raccoglie 7 marchi e ha clienti vip come David Beckham, ha fatturato oltre un miliardo di euro l’anno scorso e ha affari che vanno a gonfie vele: nel primo trimestre gli ordini hanno raggiunto quota 1,49 miliardi, per un utile netto di 18,6 milioni (+42%). La pandemia ha favorito la concentrazione della ricchezza, aumentando il numero dei poveri ma anche quello dei ricchi, il che ha accresciuto i potenziali acquirenti di questo mercato che tra l’altro è poco sensibile all’inflazione. L’azienda, che impiega circa 1600 dipendenti, produce imbarcazioni che vanno dai motoscafi agli yacht di 90 metri. Si arriva anche a prodotti molto personalizzati, che possono costare decine di milioni di euro.La proprietà cinese ha affidato la carica di amministratore delegato all’italiano Alberto Galassi, che guida l’azienda dal 2014. Il presidente, invece, è cinese e si chiama Tan Xuguang. La gestione, tuttavia, ha mantenuto il baricentro in Italia dove si contano sei cantieri operativi, ai quali si aggiungerà quello di Ravenna a partire dal 2024. LEGGI TUTTO