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    Niente stress con il mutuo assicurato

    Il mattone resta il grande amore degli italiani, malgrado il caro mutui innescato dai maxi-tassi Bce e i salati prezzi al metro quadro raggiunti nelle grandi città. Vediamo allora quali sono le polizze da considerare per mettere al sicuro quello che per molti è l’investimento più impegnativo della vita. Ma sopratutto davanti a banche sempre più selettive e attente alla sostenibilità del prestito facciamo chiarezza su quali polizze sono obbligatorie e quali invece facoltative. Ci aiuta Filippo Farneti, head of marketplace di Wide Group.RISCHIO INCENDIO E SCOPPIOLa polizza a copertura del rischio incendio e scoppio è l’unica di fatto irrinunciabile per la banca, dal momento che consente di recuperare il credito anche in caso di completa distruzione dell’immobile e, al contempo, di liberare il sottoscrittore dai vincoli del mutuo. Garantisce un rimborso pari al costo di ricostruzione e l’estinzione del debito in caso di gravi danneggiamenti. Protegge da incendi, scoppi ed esplosioni (per esempio dovute a fughe di gas), implosione dell’immobile, danni da fulmini o altri agenti atmosferici. Il costo di una assicurazione incendio e scoppio si attesta a 60-80 euro l’anno ma si possono anche fare polizze a premio unico: per esempio per assicurare un mutuo da 200mila euro per 25 anni si pagano 1.150 euro in unica soluzione.LE POLIZZE DI GARANZIATra le polizze proposte, ma che non sono obbligatorie, figurano quelle di garanzia sul mutuo, o Cpi (Credit protection insurance). Proteggono il pagamento del mutuo, a vantaggio sia del cliente sia della banca. A seconda delle caratteristiche della polizza, l’assicurazione interviene nei pagamenti quando il cliente non può farlo: in questo modo, alla banca viene garantita la restituzione del credito e, nel mentre, chi ha sottoscritto il mutuo non perde l’immobile. Il costo di tali polizze può variare da un minimo del 2% dell’erogato, per una semplice protezione vita (caso morte del mutuatario), fino al 7-10 per cento per ottenere un pacchetto completo. Le principali criticità sono che, di solito, non viene assicurato il 100% dello stipendio e che la durata è, di norma, limitata nel tempo.LE ALTRE POSSIBILITÀAnche le assicurazioni sull’invalidità totale permanente e quelle temporanee caso morte garantiscono che chi contrae il mutuo riesca in ogni caso a completare i versamenti. La polizza caso morte potrebbe prevedere estensioni alla invalidità perma nente totale e contestualmente a tale copertura potrebbe essere proposta una copertura per la perdita di impiego. Per esempio, un uomo di 50 anni pagando 310 euro l’anno per una polizza di tale tipologia, in caso di decesso garantirebbe ai familiari 100mila euro, ovvero 50mila euro anticipati in caso di una sua malattia grave, o 50mila euro in caso di non autosufficienza o 100mila euro in caso di invalidità totale e permanente.COME SCEGLIERE LA COMPAGNIAIndipendentemente dal tipo di polizza, facoltativa o obbligatoria, il mutuatario ha diritto di affidarsi alla compagnia assicurativa che preferisce, purché proponga garanzie almeno pari alla banca. Quest’ultima può però rifiutare la polizza assicurativa di terze parti, purché vi sia un giustificato motivo e lo documenti in forma scritta.L’UOVO DI COLOMBO LEGGI TUTTO

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    “Per vincere la sfida dell’export bisogna difendere i nostri marchi”

    Il rilancio di Parmacotto ha come prossimo obiettivo la quotazione in Borsa. Giovanni Zaccanti (imprenditore di Saeco, Caffitaly) che ha rilevato l’azienda emiliana nel 2018, ha affidato la partita ad Andrea Schivazappa, classe 1963, parmigiano, milanista doc, che ha subito ottenuto numeri interessanti: il fatturato 2023 ha toccato i 126 milioni dai 116 del ’22 e 100 del ’21. E per quest’anno l’asticella è a quota 156, con un ebitda dell’8% e una crescita dell’export del 43%. «Ma se vogliamo margini a doppia cifra, deve arrivare al 60%», dice Schivazappa in questa intervista al Giornale. Puntando tutto su brand ed estero: Parmacotto non ha allevamenti di proprietà, quello è un altro mondo. L’azienda, con sede a Parma, produce insaccati in quattro siti italiani ed esporta ovunque.Siete già pronti per la Borsa?«Non ancora, lo saremo tra il 2026 e il 2027. D’altra parte veniamo da un paio di anni difficili, con forti rincari per l’energia, i prodotti accessori, gli imballaggi. Abbiamo passato un biennio in cui la spinta propulsiva ha subito un rallentamento, ma siamo stati bravi a non farla arrestare. E nonostante queste difficoltà abbiamo conclusoo un aumento di capitale e nel 2023 abbiamo fatto molto bene. Per la quotazione non abbiamo una data precisa in mente. Preferiamo insistere sui nostri principi fondamentali: internazionalizzazione, un brand che deve essere mondiale, qualità e trasparenza dei prodotti».A Parma, nella vostra sede, sventola anche la bandiera a stelle e strisce: è perché avete puntato molto sugli Usa?«Abbiamo acquisito due società negli Stati Uniti, produciamo salumi a Boston, dove a breve partirà anche il plant per il packaging. Negli Usa vogliamo essere un player globale: è un mercato in forte crescita e che riconosce la qualità del prodotto e il pricing. E poi si possono fare partnership con i clienti, una cosa che in Italia, per esempio, ormai non è più possibile».State andando in Giappone? Un mercato dove entrare è assai difficile.«Saremo tra i primi a tornare in questo mercato su cui puntiamo molto. Il ministero ha fatto aprire una finestra, per i prodotti cotti, con una procedura di certificazione per cinque stabilimenti italiani, e noi siamo stati i primi a ottenerla. Sto per andare in viaggio a Tokio proprio a questo scopo».Come azienda italiana che punta all’estero, ritenete importante e sufficiente il ruolo svolto del sistema Paese?«Il supporto dello Stato è fondamentale perché il food italiano è strategico. L’export del cosidetto food and beverage vale 60 miliardi. A livello europeo siamo quarti dietro a Germania, Spagna, e Francia e dobbiamo crescere. Anche il ruolo di Simest (la società controllata dalla Cdp che sostiene la crescita delle aziende italiane, ndr) è importante e noi ci siamo sempre trovati molto bene con loro».E quando invece giocate dentro alle mura di casa?«Il mercato nazionale è più asfittico, ci sono volumi in calo. Vede, il nostro è un settore troppo legato alla grande distribuzione. E questo è un grande tema. Nel resto del mondo non è cosi, qui c’è solo quella».Qual è il problema della Gdo?«Sta nel brand del distributore, che è sempre favorito. Ed è un problema di mercato per noi, ma non solo: in questo modo si va a inaridire la marca e il made in Italy del food and beverage. In realtà il brand del produttore è fondamentale anche per tutta la filiera che c’è dietro».Che risultati ottenete con i vostri brand?«Nel nostro marchio siamo cresciuti del 18% nel giro di due anni, con 12 milioni di consumatori che lo hanno acquistato, di cui 4,8 milioni acquirenti unici. Risultati ottenuti con poca comunicazione anche perché i margini sono bassi. Per questo puntiamo tutto su qualità, innovazione e sulla sostenibilità: il nostro packaging è conferibile nella carta».Per migliorare qualità e sostenibilità cosa prevedete di qui alla quotazione? Farete altre acquisizioni?«Il nostro business plan non prevede ulteriori investimenti. Ma se ci saranno opportunità cercheremo di coglierle. Certo non comprerei mai un’azienda di salumi. Semmai qualcuno che mi dia una mano a internazionalizzare, o ampliare la gamma prodotti. Un’azienda del food, magari legata al nostro territorio».E per il brand? LEGGI TUTTO

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    La mobilità del futuro corre anche sul binario. “Intelligenza artificiale”

    «La tecnologia non va subita ma recepita e guidata». La prospettiva indicata dall’amministratore delegato del Gruppo FS, Luigi Ferraris, ha a che fare con il futuro del sistema-Italia e con la capacità di sfruttare l’Intelligenza artificiale come un volano di potenziamento per le infrastrutture.«Il nostro Gruppo ha una grande sfida culturale dinnanzi: coniugare la cultura del ferro con quella digitale», ha sottolineato il top manager nel corso del recente evento L’intelligenza artificiale per l’Italia, organizzato a Roma dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Poi, nello specifico, si è soffermato sulle opportunità di sviluppo che le innovazioni tecnologiche in atto possono offrire al trasporto e alla mobilità, settori a loro volta caratterizzati da rapidi cambiamenti. Per cogliere la sfida dell’Intelligenza artificiale, ha spiegato al riguardo Ferraris, «FS sta innanzitutto rafforzando le capacità del personale di estrarre valore dal grande patrimonio di dati di cui il Gruppo dispone».Un utilizzo oculato e sapiente di queste informazioni può infatti consentire all’AI di essere applicata in molteplici ambiti che vanno dalle soluzioni commerciali e amministrative alle infrastrutture. «Attraverso la sensoristica avanzata e gli algoritmi di elaborazione dei dati, stiamo sviluppando soluzioni di Digital Twin delle grandi opere per il loro monitoraggio e la manutenzione predittiva», ha osservato l’amministratore delegato del Gruppo FS. LEGGI TUTTO

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    Infrastrutture e hi-tech strategici per il Paese

    Più ce ne sono, meglio è. Le infrastrutture sono la spina dorsale del Paese; il motore dello sviluppo economico e sociale sui territori. Non è un caso, dunque, che il loro potenziamento rientri tra i grandi obiettivi fissati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).Nello specifico, gli investimenti erogati nell’ambito della terza Missione «Infrastrutture per la Mobilità sostenibile» ammontano a 25,40 miliardi, stanziati per realizzare un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria: il Piano prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità e alta capacità, l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell’intera rete.Gli obiettivi prefissati sono: potenziare il trasporto su ferro di passeggeri e merci, aumentare la capacità e la connettività della ferrovia, migliorare la qualità del servizio lungo i principali collegamenti nazionali e regionali, anche attraverso il rafforzamento dei collegamenti transfrontalieri. Tra le priorità fissate, anche la digitalizzazione dei sistemi logistici, inclusi quelli aeroportuali, attraverso soluzioni tecnologiche in grado di efficientare il sistema e ridurre l’impatto ambientale. LEGGI TUTTO

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    Spese mediche sostenute nel 2023, ecco come detrarle dal 730

    Il modello per la dichiarazione dei redditi consente di detrarre le spese mediche che sono state sostenute nel 2023. Sono diverse le uscite detraibili e, come ogni anno, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il modello 730 per proseguire con la pratica in questione. Vediamo assieme quali sono le regole di compilazione e quali sono i documenti da conservare e quali spese sono incluse.Il modello 730Il modello 730 è destinato alla dichiarazione dei redditi di pensionati e dipendenti. Il documento prevede diversi allegati tra cui uno dedicato alla detraibilità delle spese, incluse quelle mediche che vanno indicate nel Quadro E Oneri e spese. Le spese sanitarie, invece, devono essere specificate nel rigo E1, alla colonna 2 inserendo l’intero importo sostenuto sia per sé che per i familiari a carico. La detrazione del 19% viene calcolata sulla parte che supera l’importo di 129,11 euro. Le uscite riguardanti le patologie esenti, per le quali è possibile che la detrazione spettante superi l’imposta dovuta, vanno inserite nella colonna 1 del rigo E1.Acquisto di medicinaliLe spese per l’acquisto di medicinali sono detraibili se documentate da fattura o scontrino fiscale, con indicazione della natura, quantità e codice alfanumerico del farmaco. Se le spese sanitarie superano i 15.493,71 euro, possono essere ripartite in 4 quote annuali uguali. È sufficiente barrare l’apposita casella e il calcolo verrà eseguito dall’assistenza fiscale. Chi ha già richiesto la rateizzazione deve compilare il rigo E6.Altre spese per cui è valida la detrazioneLa detrazione fiscale del 19% si applica a diverse categorie di spese mediche, tra cui interventi chirurgici, esami diagnostici, trattamenti specialistici, protesi sanitarie, visite mediche generiche, acquisto di medicinali con o senza ricetta (inclusi quelli omeopatici), ticket sanitari pagati nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale e spese legate al trapianto di organi. Nella detrazione sono incluse anche le spese per l’acquisto o l’affitto di dispositivi medici (come l’apparecchio per misurare la pressione). Per quest’ultimo tipo di uscita è richiesto che lo scontrino o la fattura debbano indicare il soggetto che sostiene la spesa e la descrizione del dispositivo medico contrassegnato dalla marcatura CE.Ricoveri e assistenza specificaAnche i ricoveri riguardanti un’operazione chirurgica o degenze sono detraibili al 19%. Nell’ipotesi in cui venga ricoverato un anziano all’interno di un istituto di assistenza e ricovero, la detrazione è valida solo per le spese mediche le quali vano indicate nell documentazione rilasciata dall’Inps. La detrazione fiscale si estende anche alle uscite per assistenza specifica come servizi infermieristici e riabilitativi (come la fisioterapia), assistenza di base da personale qualificato, supporto di operatori tecnici assistenziali dedicati esclusivamente all’assistenza diretta, coordinamento delle attività assistenziali, servizi di educatori professionali, attività di animazione e terapia occupazionale. LEGGI TUTTO

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    Naspi: cos’è e quando termina l’assegno di disoccupazione

    La Naspi, cioè la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è l’indennità di disoccupazione erogata mensilmente per coloro i quali si trovino in uno stato di disoccupazione avendo però svolto, in precedenza, attività lavorativo con contratto subordinato a tempo determinato o indeterminato.Si tratta, dunque, di una misura di sostengo al reddito erogata a favore di chi, avendone diritto, ne abbia fatto richiesta all’Inps, e può essere erogata un periodo di tempo non superiore a 12 mesi.Occorre fare attenzione, però, perché non basta che i requisiti per accedere alla Naspi siano presenti solo al momento della presentazione della domanda, ma occorre rispettare alcune specifiche anche durante il periodo in cui si percepisce la disoccupazione, pena la decadenza dalla misura.Vediamo un po’ meglio.Naspi: chi può richiederla e comeLa Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego può essere richiesta da coloro i qualiAbbiano cessato “involontariamente” il proprio rapporto di lavoro subordinato.abbiano almeno 13 settimane di contributi contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti la cessazione.Questi requisiti sono necessari per poter richiedere la disoccupazione e devono riguardare, però, specifiche tipologie di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato, compresi:apprendista.soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative.personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.dipendente a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni (ad esempio, docente supplente).La Naspi può essere richiesta solo dopo la cessazione del contratto ma non oltre i 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.La richiesta va inviata esclusivamente in modalità telematica attraverso il sito dell’Istituto, accedendo alla pagina NASpI: indennità mensile di disoccupazione. la presentazione della richieste equivale, contestualmente, anche alla presentazione della Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID) allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva; però entro i 15 giorni successivi alla presentazione della domanda, devi recarti presso il Centro per l’impiego per la stipula del patto di servizio personalizzato. Se non ti presenti di tua iniziativa, sarai convocato dal centro per l’impiego.Quando si decade dal dirittoSeppur con alcune specifiche, viene meno il requisito della disoccupazione quando:cessa lo stato di disoccupazione per la firma di un contratto di lavoro subordinato per un periodo superiore a 6 mesi ed un reddito annuo superiore a quello minimo escluso da imposizione fiscale.il disoccupato non partecipa alle attività del patto di servizio o non si presenta agli appuntamenti fissati con il tutor finalizzati a confermare lo stato di disoccupazione e la stipula del patto di servizio.il disoccupato rifiuta un’offerta di lavoro in linea con la sua professionalità.La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego viene, invece, sospesa, quando l’interessato stipula un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di durata non superiore a sei mesi.Infine, la Naspi viene ridotta nel caso in cui il beneficiario inizi a svolgere attività di lavoro autonomo da cui ricavi un reddito inferiore al limite stabilito per conservare lo stato di disoccupazione. LEGGI TUTTO

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    Saldo Iva 2023, l’ultima data utile è il 18 marzo. La guida completa

    Lunedì 18 marzo 2024 è la deadline per versare l’Iva 2023. Si tratta infatti dell’ultima data utile entro la quale i contribuenti dovranno effettuare il pagamento tramite F24 in modalità telematica direttamente o tramite intermediario, in unica soluzione o come prima rata, dell’imposta relativa allo scorso anno. Ricordiamo che in caso di rateazione l’ultimo versamento è stato posticipato dal 16 novembre al 16 dicembre. Ecco tutte le informazioni in merito alla scadenza.L’importoPer quanto riguarda l’importo da versare questo viene definito attraverso la dichiarazione annuale dell’imposta nel caso in cui superi la cifra di 10,33 euro. Le operazioni che riguardano la liquidazione dell’imposta annuale vanno indicate nel quadro VL del modello “Dichiarazione Iva 2024”. Si tratta di un documento composto da tre sezioni, la prima dedicata alla determinazione dell’Iva dovuta o a credito per il periodo d’imposta, la seconda al credito dell’anno precedente per i soggetti che nel 2022 hanno un credito annuale non richiesto a rimborso, la terza riguarda, invece, la determinazione dell’Iva a debito o a credito che include i rimborsi infrannuali richiesti, dei crediti e delle eccedenze detraibili. Infine il modello deve essere presentato entro il 30 aprile 2024.Il saldo Iva con pagamento differitoUn’altra opzione per saldare l’Iva è quella di pagarla in modalità differita entro il 1° luglio 2024 (l’ordinaria scadenza del 30 giugno quest’anno cade di domenica) con l’applicazione di una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interessi. La percentuale extra verrà calcolata per ogni mese o frazione di mese successivo alla scadenza del 18 marzo. Viene inoltre prevista la rateizzazione con versamenti di uguale importo i quali devono avvenire entro il 18 marzo per quanto riguarda il primo pagamento e non oltre il giorno 16 di ogni mese per i successivi. Gli interessi per questa seconda opzione sono dello 0,33% mensile, da versare sulle rate successive alla prima. In sintesi la seconda rata sarà gravata da una maggiorazione dello 0,33%, la seconda dello 0,66% e così via. Inoltre il versamento dev’essere effettuato tramite il modello F24, solo in modalità telematica, con il codice tributo “6099 – Iva annuale saldo”. LEGGI TUTTO

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    Bonus psicologo: al via le domande dal 18 marzo

    Un contributo fino a 1500 euro rivolto alle persone che decidono di iniziare un percorso psicoterapeutico. Dal 18 marzo sino al 31 maggio prossimo, le persone interessate, che abbiano un Isee inferiore a 50mila euro, potranno richiedere il bonus psicologo.L’Inps, lo scorso 18 febbraio ha pubblicato la circolare n. 34 del 15 febbraio 2024 con cui fornisce le istruzioni per richiedere il bonus psicologo che dovrà essere utilizzato, da coloro i quali otterranno il contributo, entro 270 giorni pena la decadenza del beneficio.Ma di cosa si tratta e come funziona? Entriamo più nel dettaglio.Bonus psicologo: cos’è e quali sono i requisitiSi tratta di una misura di sostegno rivolta a tutte le persone “in stato di ansia, stress, depressione” che intendano beneficiare di un percorso con una specialista.Come ricorda l’Inps, Il “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia” (cd. Bonus psicologo) è una misura per sostenere le persone in condizione di:ansia;stress;depressione;fragilità psicologica.Per poter accedere al contributo occorre essere residente in Italia e avere un Isee in carso di validità non superiore a 50mila euro.La domanda per accedere al beneficio dovranno essere presentate esclusivamente in via telematica, accedendo al servizio “Contributo sessioni psicoterapia”:della sezione dedicata del sito dell’Istituto www.inps.it accessibile tramite SPID di livello 2 o superiore, Carta di identità elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei servizi (CNS);dal Contact Center.A quanto ammonta e come fare domandaIn relazione al proprio Isee i richiedenti avranno diritto:ad un contributo fino a 50 euro a seduta per un importo massimo di 1500 euro, con un Isee inferiore a 15mila euro.ad un contributo fino a 50 euro a seduta per un importo massimo di 1000 euro, con un Isee compreso tra 15mila e 30 mila euro.ad un contributo fino a 50 euro a seduta per un importo massimo di 500 euro, con un Isee compreso tra 30 mila e i 50mila euro.Occorre fare attenzione, però, perché il contributo non è automatico ma occorrerà aspettare la pubblicazione di una graduatoria sino ad esaurimento fondi, successivamente alla presentazione delle domande verranno redatte le graduatorie regionali per l’assegnazione del beneficio nei limiti delle risorse stanziate. LEGGI TUTTO