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    Nasce la grande Fastweb, sfida a Tim

    La trattativa non è più un’indiscrezione, ma una realtà che cambia gli equilibri delle telecomunicazioni in Italia. Swisscom, capogruppo di Fastweb, acquista il 100% di Vodafone Italia per 8 miliardi in contanti. A ufficializzare l’accordo sono state il 15 marzo entrambe le società con due comunicati: l’avvio dei negoziati in esclusiva era stato annunciato a […] LEGGI TUTTO

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    Webuild fa il record di ordini. Per il Ponte è conto alla rovescia

    Ordini record, target 2025 raggiunti in anticipo e dividendo raddoppiato. La capacità di scala del gruppo Webuild è tutta nei numeri del 2023 che si è chiuso in forte crescita e “costringerà” il management del gruppo delle infrastrutture complesse per la mobilità sostenibile e gli impianti a rivedere in anticipo il piano industriale.L’ampiezza e la […] LEGGI TUTTO

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    Saras approda in Vitol con profitti dimezzati

    Saras ha chiuso il 2023, l’ultimo bilancio dell’era Moratti prima della vendita alla svizzera-olandese Vitol firmata a febbraio, con un risultato netto comparable di 325,4 milioni, in calo del 54% rispetto ai 709,8 milioni dell’anno prima. Il risultato netto reported è stato a 313,9 milioni (416,9 milioni nel 2022), con minori oneri finanziari e imposte; […] LEGGI TUTTO

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    Cariverona affida le redini a Giordano

    Cambio al vertice della Fondazione Cariverona. L’ente scaligero, che nel proprio scrigno di partecipazioni annovera anche l’1% di Uncredit e il 24% di Veronafiere, ha eletto alla presidenza Bruno Giordano. Ingegnere elettronico e fondatore della Giordano Controls Spa che lui stesso guida, Giordano ha alle spalle un’esperienza da consigliere di Cariverona su indicazione del Comune […] LEGGI TUTTO

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    Spread in discesa, ecco cosa significa per l’Italia

    Lo Spread italiano si è attestato sotto i 120 punti e il trend negli ultimi mesi vede il differenziale Btp-Bund in discesa. Si tratta del valore che misura quanto distacco c’è in termini di rendimento tra il titolo di stato con scadenza a dieci anni italiano, ovvero il Btp decennale, e l’omologo tedesco, il Bund di pari durata. La motivazione principale riguarda il fatto che la Germania sta attraversando un periodo complicato. Nel frattempo il risultato di questo indicatore porta ad alcune ripercussioni nei confronti del Belpaese. Ecco perché.Lo spreadNel periodo che va da settembre a ottobre 2023 in Italia lo Spread aveva oltrepassato la soglia dei 200 punti, si tratta di un evento che non avveniva da circa un anno. Nelle scorse settimane, invece, ha preso il via una discesa importante. Il rendimento dello Spread è dato dal tasso di interesse che lo Stato deve versare agli investitori che decidono di comprare i suoi titoli. Infatti se il Paese è particolarmente affidabile gli interessi saranno più bassi mentre se l’economia è instabile il tasso di interesse sarà più alto per convincere gli investitori a comprare.Qualche numero…Dall’inizio del 2024 il rendimento, ovvero i tassi d’interesse da pagare agli investitori, è salito nei confronti dei titoli di Stato tedeschi. Il 13 marzo è arrivato al 2,36%, nel frattempo quello italiano è diminuito al 3,59% con una differenza dell’1,23%, quindi 123 punti di Spread. L’Italia sta registrando una performance positiva, in parte grazie alla recente raccolta di una considerevole somma di denaro attraverso la vendita dei suoi titoli di Stato. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, sono stati raccolti circa 114 miliardi di euro, in questa cifra sono incluse anche le vendite del Btp Valore, ricordiamo che la terza emissione del titolo è stata lanciata nelle scorse settimane. Complessivamente, il ministero dell’Economia mira a raccogliere tra i 340 e i 360 miliardi di euro nell’arco dell’intero anno, e al momento sembra che l’obiettivo sia ben in linea con le aspettative. LEGGI TUTTO

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    Telemarketing illecito, in arrivo lo “scudo” anti furbetti

    Contro il telemarketing aggressivo scendono in campo, contemporaneamente, sia l’AgCom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che il Garante della Privacy. In realtà è più corretto dire che le due autorità si sono già mosse, mesi e anni fa, per contrastare ciò in cui non è riuscito a fare più di tanto il Registro Pubblico delle Opposizioni (Rpo) il cui obiettivo è quello di impedire qualsiasi telefonata molesta da call center non autorizzati. La maggior parte, se non tutti, quelli illeciti hanno ignorato queste restrizioni ma adesso si troveranno di fronte codici di condotta molto più restrittivi dal Garante, un vero e proprio “scudo” per difendere i poveri consumatori vessati quotidianamente.Pronto un nuovo decretoSecondo alcune indiscrezioni, entro la fine del mese dovrebbe entrare in vigore un nuovo decreto legge per multare fino a un milione di euro i furbetti del telemarketing che utilizzano numeri telefonici finti. E qui gioca un ruolo fondamentale l’AgCom che ha sottoscritto un codice di condotta la scorsa estate dove sono state stabilite regole “chiare per operatori e Call Center qualificati, ossia quelli che, iscritti al ROC, abbiano determinati minimi requisiti di qualità e affidabilità professionale, implementando misure volte ad assicurare il rispetto delle norme, da parte di tutta la filiera, sulla non modificabilità del numero chiamante (CLI spoofing), l’uso di legittime liste di numeri da chiamare e la qualità dei servizi prestati”.Cosa cambia adessoA differenza dell’AgCom, il compito del Garante per la Privacy è quello di istituire una sorta di patto con le principali, e legali, associazioni di call center per tagliare fuori quelli illegali, in pratica i “pirati”, così da impedire sul nascere che possano fare affari con operatori telefonici o con quelli che erogano luce e gas, ad esempio, senza dimenticare chi si occupa della fornitura di acqua. In questo modo il telemarketing illegale avrebbe sempre meno mercato iniziando (speriamo) a soccombere definitivamente. Come anticipato da Repubblica, saranno messi a disposizione anche nuovi strumenti che potranno tracciare in maniera efficare la fonte, l’origine di quelle telefonate moleste così da vigilare e bloccare i furbetti.Nella sostanza, le differenze di quanto proposto da AgCom e Garante per la Privacy risiede nella tipologia di regole con quest’ultimo che si occupa attivamente di tutelare i nostri dati sensibili impedendo di poter intavolare trattative con chi telefona da numeri che non hanno il consenso dei consumatori (vedi registro delle opposizioni). L’AgCom, invece, fa sì che non vengano stipulati contratti dai call center che non sono a norma con le regole vigenti in Italia e nell’Ue. Uno dei fenomeni più diffusi è lo spoofing, una situazione in cui una persona fisica o un programma tecnologico creato ad hoc “si identifica con successo come un altro falsificando i dati, per ottenere un vantaggio illegittimo”. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, sale la speranza di vita. Ecco perché

    Buone notizie per gli assegni previdenziali. Aumenta la speranza di vita in quanto l’adeguamento non è riferito esclusivamente all’età, che oggi è fissata a 64 anni, ma anche alla contribuzione, attualmente stabilita a 20 anni. Ecco tutti gli aggiornamenti in merito alla misura.L’adeguamentoIl primo adeguamento è previsto per il 1° gennaio 2027 questo perché per quanto riguarda il biennio 2025/2026 la speranza di vita è risultata negativa. L’età potrebbe essere aumentata a 64 anni e 2 mesi e i contributi a 20 anni e 2 mesi. In merito ai nuovi assegni, i quali sono aumentati, verranno sommati a 3 mesi di finestra di decorrenza della pensione la quale è stata inserita dal 1° gennaio 2024. Nella circolare n. 46 del 13 marzo 2024 l’Inps ha introdotto alcuni degli aggiornamenti in merito alle pensioni. Le misure sono contenute nella legge n. 213 del 30 dicembre 2023 (legge di bilancio 2024).Le tempisticheL’Istituto si è focalizzato sugli aggiornamenti in merito alla pensione di vecchiaia e quella anticipata del sistema contributivo. Si tratta delle principali prestazioni che sono riservate a coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 ma che sono considerati privi contributi accreditati al 31 dicembre 1995. Inoltre dal 1° gennaio 2024 l’importo soglia è pari a 3 volte l’importo mensile dell’assegno sociale, calcolato a 2,8 volte fino al 31 dicembre 2023. La cifra è ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte a quelle con due o più figli. Ricordiamo che gli altri due requisiti sono l’età, pari a 67 anni, e la contribuzione a 20 anni.L’importo massimo di pensione erogabileCi sono novità anche in merito alla modifica dell’importo massimo di pensione erogabile. Dal 1° gennaio 2024, come riferisce l’Istituto, la cifra in questione, è pari a 5 volte il minimo Inps, ricordiamo che era stabilita a 4 volte fino al 31 dicembre 2023. Inoltre l’importo massimo viene applicato nei confronti delle mensilità di anticipo del pensionamento considerando quanto necessario per percepire la pensione di vecchiaia, quindi fino a 67 anni, mentre il requisito contributivo, di 20 anni, è lo stesso. La cifra massima erogabile nel 2024 ammonta a 2.993,05 euro al mese.Le altre novitàCi sono più altre novità e riguardano l’introduzione di una finestra di tre mesi per l’erogazione, in precedenza la pensione veniva versata dopo tre mesi rispetto alla maturazione dei requisiti. Infine l’applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita riguarda anche il requisito contributivo assieme a quello dell’età, dal 1° gennaio 2024. LEGGI TUTTO

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    Eni ha voltato pagina: “Siamo cresciuti molto. Ora creiamo valore”

    Eni investirà 27 miliardi entro il 2027, aumentando i dividendi (1 euro la cedola nel 2024) e accelerando il processo di rifocalizzazione del portafoglio con 8 miliardi di dismissioni: non esattamente vendite «secche», ma una serie di operazioni di cassa che deriveranno dalla valorizzazione di quattro asset satellitari del gruppo (Plenitude, Enilive, divisione Carbon capture e divisione chimica) che passeranno dall’apertura del capitale prima, e dalla quotazione di Borsa poi.Non solo. Sul mercato finiranno quote dei campi esplorativi del gruppo dei quali Eni vuole mantenere il controllo, ma condividere l’investimento: Costa d’Avorio, Indonesia, Messico e Nigeria. Questo, in sintesi, l’aggiornamento della strategy del gruppo alla quale il Cane a sei zampe si è presentato con il piano di buyback da 2,2 miliardi completato in anticipo.Un piano oculato (gli investimenti sono in calo del 20% rispetto al precedente piano) che non mancherà di «aumentare significativamente la generazione di cassa, anche attraverso la diversificazione delle fonti, la riduzione dei rischi e l’espansione in nuove aree di opportunità legate alla transizione – spiega Descalzi -. A sostegno di questo, stiamo valorizzando il nostro ampio portafoglio di attività in modo disciplinato, bilanciando gli investimenti con maggiori ritorni per gli azionisti». Insomma, per il gruppo, dopo il grosso sviluppo degli ultimi anni è arrivato il momento di massimizzarne il ritorno.Eni prevede infatti di realizzare 1,8 miliardi di riduzione dei costi corporate nell’arco del piano 2024-2027, in linea con lo sviluppo del modello satellitare.Per Plenitude – che quest’anno potrebbe sbarcare in Borsa («anche se ora il mercato non è favorevole») – è atteso un ebitda pro forma 2027 di 2 miliardi (il doppio del 2023). La sua capacità installata di energia rinnovabile sarà pari a 4 GW nel 2024, per arrivare a oltre 8 GW nel 2027. Raggiungerà gli oltre 15 GW entro il 2030.Enilive punta invece a un Ebitda pro-forma di 1 miliardo nel 2024 e superiore a 1,6 miliardi nel 2027. Il tutto grazie alla capacità di bioraffinazione, alle attività di rebranding delle stazioni di servizio e all’aumento del contributo dei servizi non-oil. Recentemente Eni ha approvato il terzo progetto di conversione bio della raffineria di Livorno, mentre un quarto progetto è attualmente in fase di studio in Italia.Quanto a Versalis (chimica), a seguito delle perdite registrate nel 2023, Eni intende realizzare un piano di ristrutturazione. Versalis, anche attraverso l’acquisizione del controllo di Novamont nel 2023 è impegnata in una trasformazione e in un riposizionamento del proprio business che permetterà di raggiungere il pareggio dell’Ebitda nel 2025 e un Ebit positivo entro il 2026.Sul fronte della remunerazione, Eni ha deciso un ulteriore crescita. Eni intende distribuire tra il 30%-35% del Cffo annuale (flusso di cassa operativo), in aumento rispetto al precedente 25%-30%, sotto forma di dividendi e di buyback. Il Cffo 2027 è atteso in aumento del 30% sul dato 2024 (13,5 miliardi). Il titolo Eni ha chiuso la seduta in calo del 3% a 14,52 euro. LEGGI TUTTO