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    Brembo nomina Luca Di Leo Chief Communication Officer

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    I punti chiave

    Brembo, azienda leader a livello globale nella progettazione e produzione di sistemi frenanti ad alte prestazioni per auto, moto e veicoli commerciali, ha annunciato la nomina di Luca Di Leo come nuovo Chief Communication Officer. Di Leo sarà responsabile della strategia di comunicazione globale del gruppo, contribuendo a consolidare la presenza internazionale e l’immagine del brand. Nel suo ruolo come nuovo Chief Communication Officer di Brembo, Luca Di Leo riporta al Presidente Esecutivo Matteo Tiraboschi. LEGGI TUTTO

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    Renfe sui binari italiani. Sfida a Italo e Ferrovie

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    Un terzo incomodo (di peso) è entrato nel mercato ferroviario italiano a fianco degli attuali leader: Ferrovie dello Stato e Italo. Si tratta della compagnia pubblica spagnola Renfe che, secondo indiscrezioni, si preparerebbe alla nuova sfida come azionista di Arenaways, brand ferroviario italiano (che già da tempo sta lavorando per ricavarsi uno spazio nel Belpaese), controllato da Longitude: una holding partecipata dalla famiglia Arena, Caronte & Tourist (attiva nel trasporto navale tra Sicilia e Calabria) e Generali Costruzioni Ferroviarie (specializzata in armamento ferroviario).Fonti del gruppo statale spagnolo confermano l’operazione, che invece Arenaways non commenta. Ma lato Italia, l’ufficializzazione dell’affondo spagnolo si trova nelle carte dell’Agenzia della Mobilità Piemontese che ha pubblicato un documento ufficiale per l’affidamento delle linee, in cui, accanto al nome di Longitude Holding e Arenaways, compare quello della compagnia di trasporto ferroviario spagnola Renfe. Da mesi si parlava di una partnership, ma ora le carte confermano. E si partirà dal Piemonte, dove Arenaways rimetterà in moto linee regionali dismesse. Il Piemonte è una delle poche regioni ad aver messo a gara le tratte «sospese» senza l’affidamento diretto a Trenitalia. In concreto, si tratta delle tratte Cuneo-Saluzzo-Savigliano e Ceva-Ormea.Ampliando l’orizzonte, l’interesse di Renfe è quello di scalfire il duopolio attuale. E le mire non si limitano certo al Piemonte. Arenaways ha ricevuto, infatti, il via libera dall’Autorità per i Trasporti anche ad operare nei collegamenti Roma-Reggio Calabria, Roma-Genova, Roma-Firenze-Venezia, Torino-Milano-Venezia e Milano-Monaco di Baviera via Brennero. Un bel terreno di sviluppo per gli spagnoli che hanno messo in atto una operazione molto simile a quella realizzata in Repubblica Ceca con l’acquisto di Leo Express, che Renfe gestisce con il 50 percento.Arenaways, è dunque un cavallo di Troia che il gruppo spagnolo è pronto a cavalcare con la liberalizzazione del mercato che, seppur a passi lenti, in Italia ha da qualche anno aperto le porte a nuovi operatori, per ora Italo (Ntv) e dal 2026 Sncf. Nel piano industriale fino al 2034, Arenaways prevede di servire più di 271mila passeggeri all’anno a partire dal 2025, raggiungendo quasi quota 350mila viaggiatori a fine periodo. LEGGI TUTTO

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    Nasce il fondo Leonardo Del Vecchio Students Award

    Nicoletta Zampillo Del Vecchio, Presidente Fondazione Leonardo Del Vecchio Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi

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    E’ stato siglato lo storico accordo tra Fondazione Leonardo Del Vecchio e Università Bocconi che, per la prima volta, vede l’istituzione di un fondo che garantirà perennemente l’accesso all’eccellenza della formazione a giovani di talento svantaggiati. L’accordo è stato voluto da Nicoletta Zampillo Del Vecchio, Presidente di Fondazione Leonardo Del Vecchio, e da Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi. Alla firma dell’accordo che istituisce il fondo Leonardo Del Vecchio Students Award erano presenti anche il Presidente dell’Università Bocconi Andrea Sironi e l’Amministratore Delegato Riccardo Taranto. Il fondo Leonardo Del Vecchio Students Award, dotato di 20 milioni di euro, si compone di un primo milione con cui è già stato finanziato lo scorso anno il percorso di studi di 14 studentesse e studenti, e dei restanti €19 milioni donati all’Università per garantire l’istituzione permanente e perenne di borse di studio. Il fondo sosterrà ogni anno almeno 10 giovani con limitate disponibilità economiche che abbiano passato il test di ammissione obbligatorio per tutti.Nicoletta Zampillo Del Vecchio, Presidente della Fondazione Leonardo Del Vecchio, spiega: “Ho avuto l’immenso privilegio di vivere al fianco di un uomo dai solidi principi e con una straordinaria capacità di visione sul futuro. Costituendo la Fondazione, Leonardo ha voluto creare, con estrema generosità, uno strumento che potesse incidere positivamente sulla società. Il mio impegno è che questo suo volere sia tramandato nel tempo e con sempre maggior forza. Oltre alla sanità, dove insieme abbiamo già avviato progetti importanti, guardiamo con particolare attenzione all’educazione, perché i giovani sono il nostro futuro. Leonardo ha sempre creduto in loro. Come Fondazione vogliamo essere a fianco di ragazzi e ragazze perché tutti – senza che barriere di alcun tipo li dividano – possano accedere agli studi migliori e contribuire alla costruzione di una società nuova e una leadership più inclusiva. Per questo, e per aver trovato nel Rettore Billari una guida così ispirata ai valori del fondatore dell’Università tanto vicini ai principi di mio marito, la Fondazione ha scelto Bocconi come primo Istituto con cui far partire l’iniziativa. Come per tutti i progetti che finanziamo seguirò da vicino il suo sviluppo. Soprattutto, sarò vicina agli studenti e alle studentesse che avranno le borse di studio Leonardo Del Vecchio: devono sapere che noi siamo qui per sostenerli e aiutarli a realizzare i loro sogni. Facciamo il tifo per loro”.Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi sottolinea: “La Bocconi, nata nel 1902 dalla lungimiranza e generosità di un imprenditore, Ferdinando Bocconi, è un’istituzione senza scopo di lucro, che ha l’ambizione di avere un impatto sulle persone e la società, migliorandone la vita. Imprenditore e filantropo, Bocconi condivide con Del Vecchio la consapevolezza e volontà di agire per sostenere le comunità e in particolare le nuove generazioni a cui anno dopo anno lasciamo il testimone di agenti del cambiamento. Il Leonardo Del Vecchio Students Award è la sintesi di questa comunione di obiettivi e missione. Un accordo storico e permanente che garantirà per sempre agli studenti provenienti da famiglie economicamente svantaggiate di scegliere la nostra università e di laurearsi solo assicurandosi di avere i requisiti di merito indispensabili per farlo. Meritocratica, accessibile e inclusiva: la Bocconi in questo accordo ritrova il suo dna e i valori del suo fondatore”. LEGGI TUTTO

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    Terzo settore: compie 25 anni il progetto “Community Foundations” di Fondazione Cariplo

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    Compiono venticinque anni le fondazioni comunitarie di Fondazione Cariplo, nate col progetto Community Foundations importato nel 1999 dagli Stati Uniti. Sedici piccole fondazioni, molto attive sul territorio lombardo e piemontese, autonome e indipendenti, divenute vere antenne dei bisogni nascenti. Con uno stanziamento complessivo di 539 milioni di euro (160 milioni a patrimonio, 377 milioni per Trasferimenti territoriali e cofinanziamenti vari, due milioni per servizi sostenuti da Cariplo), quello delle fondazioni comunitarie è il progetto più grande realizzato da Fondazione Cariplo. Le 16 fondazioni di comunità hanno infatti raggiunto una patrimonializzazione complessiva di circa 294,5 milioni di euro nel 2023, contribuendo ogni anno a sostenere progetti sul territorio con un impegno complessivo di circa 36 milioni di euro destinati alle organizzazioni non profit del territorio di riferimento.“Le fondazioni di comunità sono giunte ad una fase di maturità, proprio come una persona, a 25 anni. Sono dotate di patrimoni importanti e sono ormai interlocutori riconosciuti”, ha dichiarato Giovanni Azzone, presidente Fondazione Cariplo. “Le persone, le istituzioni, le aziende sul territorio le conoscono e ripongono in esse ripongono fiducia, che è il fattore chiave per lavorare insieme. Hanno tra i membri degli organi e tra gli operatori e i collaboratori dei seri professionisti che uniscono a ciò che fanno un supplemento d’anima. Un mix vincente di managerialità e sensibilità”, ha aggiunto. Per questo “Fondazione Cariplo si affida a loro, consapevole di poter contare su una rete unica che arriva anche nei luoghi più remoti, in una logica di ascolto e risposta ai bisogni, anche di chi vive in quei paesini in cui spesso sembra esserci poco o nulla, e che invece hanno tesori di grande valore: la forza delle relazioni che muove il mondo e fa accadere le cose”, ha concluso Azzone.Tra gli obiettivi di queste istituzioni filantropiche quello di aggregare enti e risorse per realizzare iniziative di interesse generale a favore della comunità e affrontare i bisogni delle comunità locali promuovendo la cultura del dono e la partecipazione della cittadinanza, degli enti non profit, degli enti pubblici e delle aziende private. Inoltre svolgono la funzione di “mediatore filantropico” per raccogliere risorse (donazioni, erogazioni, lasciti), stimolare progetti di interesse generale, erogare attraverso bandi, progetti extra bando, fondi filantropici), e valutare l’effetto delle attività sostenute. LEGGI TUTTO

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    Italgas vara il Grande Fratello delle reti

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    Aspettando il nuovo piano 2024-2030, Italgas spinge sulla digitalizzazione e inaugura a Firenze un nuovo «centralone», una sorta di Grande Fratello delle reti gas, con cui monitorare e gestire da remoto un network di 74.000 chilometri – compresi gli 8.000 di reti di Toscana Energia (controllata al 50,66%) 800 impianti e 8.000 cabine secondarie. Una tecnologia unica in Europa che non ha solo uno scopo difensivo e di efficienza, ma che permetterà anche di veicolare nella rete il «nuovo» gas (biogas), nonché l’idrogeno.«Che il futuro dell’energia sia solo da fonti rinnovabili ed elettrico è una favola irrealistica», ha commentato l’ad del gruppo Paolo Gallo sottolineando la necessità di continuare a giocare la partita del gas in un’ottica decarbonizzata. «Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo lavorare anche sulle infrastrutture del gas, decarbonizzare non solo gli elettroni ma anche le molecole. E per fare ciò servono reti intelligenti, flessibili». Da qui, l’impegno del gruppo per digitalizzare la rete (a fine anno sarà il 90%), controllarla e abilitarla alle nuove fonti energetiche.Il nuovo centralone, realizzato negli spazi della consociata Toscana Energia, opera in simbiosi con il gemello attivo nell’headquarter storico di Italgas a Torino, e permette di aumentare la disponibilità di risorse per intervenire da remoto sulla rete e sugli impianti (anche in caso di calamità), intensificare le attività di monitoraggio, raccolta e analisi dei dati di esercizio e perfezionare i programmi di manutenzione predittiva. Tutto questo alzerà ulteriormente i livelli di sicurezza, flessibilità del servizio e tempestività di intervento diretto e da remoto, tutti i giorni dell’anno.«La continua ricerca di innovazione ha dichiarato Gallo, che tra alcune settimane presenterà il nuovo piano industriale e probabilmente anche gli esiti dell’offerta su 2i Rete Gas ha permesso a Italgas e alle sue consociate di essere riconosciute come benchmark del settore. L’upgrade tecnologico ha innescato una rivoluzione copernicana che ha trasformato completamente le nostre reti al punto da renderle uno dei motori della transizione ecologica al net zero e dello sviluppo sostenibile delle nostre città». LEGGI TUTTO

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    Stellantis, tutti gli impianti italiani in perdita. Produzione -31%. Il gruppo: “Visione parziale”

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    È «profondo rosso», come viene descritto dal sindacato Fim-Cisl, per il sistema produttivo di Stellantis in Italia. Per la prima volta tutti gli impianti, chi più chi meno, presentano un calo della produzione. Primi nove mesi del 2024 molto pesanti, dunque: -40,7% le auto sfornate e -10,2% i furgoni. Ne deriva una riduzione complessiva del 31,7%. Il punto sulle fabbriche: -75,8% Maserati Modena, -68,4% Mirafiori Torino, -61,9% Melfi, -47,6% Cassino, -5,5% Pomigliano d’Arco, -10,2% Atessa con i veicoli commerciali. Avanti così (237.700 vetture uscite dai siti e 149.900 furgoni) la chiusura d’anno vedrà la produzione italiana di Stellantis sotto quota 500mila, di cui meno di 300mila auto. Tutti dati snocciolati da Ferdinando Uliano (in foto), segretario generale Fim-Cisl, nel consueto punto trimestrale. «Crollo dei volumi sui mercati, transizione verso elettrico e digitale: una tempesta perfetta che colpisce in maniera significativa l’Europa e il suo tessuto industriale più rilevante», commenta il leader sindacale. «A questo punto – aggiunge – occorre utilizzare le risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo su oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a causa del cambio delle motorizzazioni. Servono nuovi ammortizzatori sociali visto che in molti impianti di Stellantis e dell’indotto sono in esaurimento. Il rischio di licenziamento potrebbe investire circa 25mila addetti». Il caso Volkswagen, con 15mila dipendenti in bilico, docet.Guardando Torino (Mirafiori e, fino a quando ha funzionato, Grugliasco) tra gennaio e settembre del 2017 erano uscite dai due siti 41mila modelli Maserati. Il conteggio attuale: 2.030 unità, un’inezia. Anche Pomigliano e Atessa, sino a poco tempo fa, unici stabilimenti con il segno «più», hanno invertito la tendenza. Uliano, a questo punto, sollecita il coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi e dell’ad Carlos Tavares, che l’11 ottobre parteciperà all’audizione in Commissione attività produttive della Camera. Iniziativa, quest’ultima, che Rocco Palombella (Uilm), definisce «passerella in Parlamento inutile», insistendo invece sul coinvolgimento diretto del premier Giorgia Meloni e dell’ad di Stellantis. LEGGI TUTTO

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    Sapelli: “Tavares? Doveva opporsi alle follie green dell’Ue”

    Ascolta ora “Non è un errore solo di Tavares. C’è una responsabilità della borghesia, dei manager e degli azionisti che dovevano opporsi a questa follia della transizione energetica imposta dall’alto da una burocrazia europea guidata solo dall’ideologia non portava da nessuna parte”. Così l’economista Giulio Sapelli, interpellato da il Giornale, interviene sulla crisi di Stellantis […] LEGGI TUTTO

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    Pirelli, più Tronchetti con l’addio di Brembo

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    In Pirelli se ne va Brembo, ma si rafforza Marco Tronchetti Provera (in foto). Nell’ambito dell’operazione che, martedì sera, ha visto la società dei freni cedere la sua intera quota del 5,58% per un corrispettivo di 282,9 milioni (5,07 euro per azione), infatti, il gruppo Mtp-Camfin ha rafforzato la presa sulla società degli pneumatici, acquistando un altro 2,5% che la proietta dal 22,8 al 25,3% del capitale.Molto probabilmente però non sarà finita qui: i consigli d’amministrazione di Mtp e Camfin, le holding riconducibili a Tronchetti, hanno autorizzato ulteriori acquisti su Pirelli fino alla soglia del 29,9 per cento nel corso dei prossimi due anni. L’obiettivo è rafforzare il ruolo di Camfin e Mtp «quali azionisti stabili e ribadendo la fiducia e l’impegno nel sostenere i progetti industriali di Pirelli», sottolinea il comunicato che annuncia l’operazione. L’addio di Brembo, del resto, ha comportato lo scioglimento del patto di sindacato con Tronchetti, che assicurava alla rappresentanza dei soci italiani una quota del 29% e una minoranza di blocco in assemblea. Una circostanza, peraltro, rafforzata dal recente intervento del governo italiano attraverso le prescrizioni del golden power, che avevano di fatto azzerato ogni velleità dei cinesi di Sinochem (tuttora primi azionisti con il 37%), consegnando ai consiglieri italiani il potere di esprimere l’amministratore delegato e l’ultima parola su tutte le decisioni più strategiche. LEGGI TUTTO