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    Da Trenitalia 100 Frecce per l’inverno. Milano-Roma in sole 2 ore e 50 minuti

    Da Milano a Roma (o viceversa) in meno di 3 ore. Per la precisione 2 ore e 50 minuti primi. È la promessa di Trenitala, controllata del Gruppo FS guidato da Luigi Ferraris. A presentare l’offerta invernale di Trenitalia è stato ieri il suo ad Luigi Corradi alla Stazione Centrale di Milano, snocciolando i numeri del traffico.«Nei primi dieci mesi del 2023 con il Polo passeggeri abbiamo raggiunto più di mezzo miliardo di viaggiatori, in crescita del 20% rispetto allo stesso periodo del 2022, di cui 100 milioni durante l’estate», ha detto Corradi soffermatosi sulla crescita dei canali digitali: «oltre 190 milioni di accessi (+20%) e 82 milioni di viaggi acquistati (+31%). Bene anche i giovani (+30%). Con la sua «Winter Experience 2023/2024» Trenitalia schiera cento Frecce tra Roma e Milano, intermodalità, treni per le località turistiche italiane ed estere, potenziamento dei convogli regionali. Tra le novità di spicco due collegamenti agAir giuntivi tra Milano e Roma senza fermate intermedie in sole 2 ore e 50 minuti, che completano l’offerta degli altri sette che già coprono la distanza in meno di 3 ore.Si aggiungono sei Frecciarossa con fermate intermedie e tempi di viaggio a partire da 3 ore e 10 minuti, quattro dei quali estenderanno la corsa a Torino e due a Napoli. Con il nuovo orario cinque Frecciarossa ridur ranno fino a 30 mi nuti il tempo di percorrenza tra Milano, Rimini, Ancona e la Puglia. Saranno in totale 26 al giorno i Frecciarossa a percorrere la distanza tra il capoluogo lombardo e la costa Adriatica. In direzione Venezia arriveranno invece due nuovi Frecciarossa, che porteranno a 44 i collegamenti giornalieri tra le due città. Poi c’è l’intermodalità, con la quale Trenitalia punta a un servizio porta a porta. «Quest’anno – ha detto Corradi- 5 milioni di passeggeri hanno scelto il trasporto intermodale in combinazione col treno, di cui 1,6 milioni solo per la tratta Fiumicino Aeroporto-Roma».Confermato il collegamento con Intercity Notte fra Roma e San Candido (Bolzano), che consente di raggiungere anche le principali mete del Trentino-Alto Adige, e il collegamento con Intercity per Bardonecchia, in alta Val di Susa. Sui binari anche 170 tra Intercity, Intercity Notte, Eurocity ed Euronight tra l’Italia, la Svizzera, l’Austria e la Germania.Infine, la sostenibilità ambientale. Secondo Corradi «i 45 milioni di passeggeri che hanno scelto di viaggiare con le Frecce hanno permesso di risparmiare circa 1 miliardo per la collettività in termini di minori costi ambientali e sociali».MaNe LEGGI TUTTO

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    Montezemolo, Gnudi & C. blindano il sigaro Toscano

    Con un’operazione da 108 milioni il Sigaro Toscano passa sotto il pieno controllo di Luca Cordero di Montezemolo e dei suoi soci Piero Gnudi, Aurelio Regina e Francesco Valli. I quattro imprenditori hanno rilevato la maggioranza di Mst, Manifatture Sigaro Toscano (il 50,01%) dal fondo americano Apollo, mentre già detenevano il restante 49,99% (insieme con il quinto socio, Matteo Tamburini). Il valore attribuito alla società dovrebbe essere nell’ordine dei 140 milioni.Montezemolo & C. hanno operato tramite una newco, la società Leaf Bidco, che – come si legge nel comunicato di Mst – ha ricevuto da cinque banche (Mps, Bpm, Bper, Deutsche Bank e Cassa di Ravenna) il finanziamento di 108 milioni. Di questi, secondo fonti finanziarie, 65 sono stati utilizzati per saldare Apollo e 41 per rinegoziare il debito della società, la cui scadenza è stata allungata da 2-3 fino a 6-7 anni. Il fondo americano, infatti, deteneva le obbligazioni – sottoscritte dai soci stessi ed emesse a suo tempo – dal momento in cui era subentrato nel controllo di Mst al gruppo Seci (Maccaferri), poco prima del suo fallimento del 2021. Apollo ha quindi rilevato le attività di Seci e mantenuto il controllo di Mst, che in questi anni ha continuato a operare autonomamente, sotto la guida dell’ad Stefano Mariotti, ottenendo risultati sempre crescenti. L’ultimo bilancio, quello del 2022, ha chiuso con 123 milioni di ricavi (+5%) e ben 17,2 di utile netto, con 232 milioni di sigari venduti in tutto il mondo (l’export vale il 25% del fatturato). Ora, con questa operazione, si chiude il cerchio di una vicenda durata oltre due anni. Il fondo Usa, per statuto, non può detenere attività legate al tabacco. Di qui la trattativa con i soci di minoranza (Montezemolo è comunque sempre rimasto presidente del consiglio d’amministrazione di Mst).Il prossimo passaggio, secondo le stesse fonti di mercato, sarà quello di eliminare la società veicolo, Leaf Bidco, probabilmente attraverso una fusione, portando i soci a detenere di persona direttamente le azioni di Mst. Un’operazione al termine della quale, sommando le azioni vecchie con quelle nuove, Montezemolo e Gnudi si trooveranno a detenere una quota del 33% a testa di Mst, e gli altri il restante capitale.E non è forse un caso che, in proposito Montezemolo, ha fatto sapere che in questa avventura intenderà essere ben «presente e operativo». Se poi questo vorrà dire riprendere il progetto di quotazione in Borsa ritirato nel 2018, al momento non è dato a sapersi. LEGGI TUTTO

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    A Riad il 49% degli hotel di Rocco Forte

    Dagli attrezzi per lo sport agli alberghi di lusso. Dopo aver acquisito il 6% di Technogym solo tre giorni fa, continua la campagna acquisti del fondo sovrano dell’Arabia Saudita Pif. Attuale proprietario della maggioranza del Newcastle e anche dei quattro principali club della Saudi Pro League, il Public investment fund ha rilevato il 49% del gruppo Rocco Forte, con cui condivide anche l’azionariato di Azimut Benetti. L’intesa prevede che Pif – uno dei fondi sovrani più grandi al mondo con risorse per 430 miliardi di euro e motore economico di Saudi Vision 2030 – rilevi la partecipazione nelle mani di Cassa Depositi e Prestiti e investa per accelerare l’espansione del gruppo, che continuerà ad avere nella famiglia Forte l’azionista di maggioranza. L’obiettivo dei sauditi è quello di raddoppiare le dimensioni della catena nei prossimi cinque anni, con nuovi hotel in Medio Oriente, Italia e Stati Uniti.Rocco Forte è stata valutata 1,4 miliardi di sterline incluso il debito (1,6 miliardi di euro), con i sauditi al 49% e la famiglia Forte al 51%. In dote, 14 hotel e resort, 20 ville private, e tre hotel in fase di completamento. L’accordo, si legge nella nota, prevede la vendita dell’intera partecipazione da parte di Cdp Investimenti, controllata di Cassa Depositi Prestiti, e «un elemento di capitale primario» da parte di Pif, «che accelererà l’espansione del marchio sia nei mercati globali esistenti che in quelli nuovi».Rocco Forte resterà presidente esecutivo, insieme alla vicepresidente Olga Polizzi, con cui ha fondato il gruppo delle hotellerie di lusso nel 1996. Anche Charles Forte, Lydia Forte e Irene Forte continueranno a ricoprire ruoli chiave nell’azienda, assistita da Rotschild come advisor finanziario.«Pif è un partner eccellente per noi in futuro. Nel corso delle trattative abbiamo instaurato un ottimo rapporto. Condividono la stessa visione del marchio e della strategia futura del gruppo con la stessa ambizione di avere una visione a lungo termine. Non vedo l’ora di lavorare con Pif per espandere il gruppo e migliorare l’alto livello di servizio che offriamo ai nostri clienti», ha dichiarato Rocco Forte, che ha ringraziato Cdp «per aver condiviso questi fruttuosi otto anni».«In qualità di investitori attivi a lungo termine, Pif continuerà a investire strategicamente in settori promettenti per ottenere rendimenti sostenibili a livello globale», ha aggiunto Turqi Al Nowaiser, responsabile della divisione investimenti internazionali di Pif.Nel 2023 il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, è entrato nel gruppo della cantieristica Azimut-Benetti come socio con una quota del 33 percento. Mentre solo tre giorni fa i sauditi hanno puntato 111 milioni di euro su Technogym, la multinazionale italiana delle macchine per fitness, rilevando il 6% del capitale e ritagliandosi il ruolo di «investitore di minoranza di lungo termine» nella società controllata dal fondatore e amministratore delegato, Nerio Alessandri. Nel recente passato proprio Pif aveva esaminato il dossier dell’Inter, senza tuttavia finalizzare l’operazione. Infine, nel 2021, il fondo è entrato con una quota di minoranza nella Horacio Pagani, la casa modenese delle hypercar fondata e guidata dall’imprenditore argentino. LEGGI TUTTO

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    I sauditi “si allenano” con Technogym

    Nelle palestre dei quartieri avveniristici della nascente città saudita di Neom, evidentemente non potevano mancare le attrezzature di Technogym. La società romagnola, fondata e presieduta da Nerio Alessandri, già era fornitrice del grande progetto da 500 miliardi di dollari voluto dal Principe ereditario Mohammed bin Salman. I sauditi devono essere stati colpiti a tal punto dall’azienda, da decidere di fare un passo in più. E ieri tramite Nif Holding Italy, controllata dal sovrano Neom Investment Fund, hanno annunciato di aver acquisito sul mercato il 6% di Technogym (per il 4,5% dei diritti di voto) con un investimento complessivo di 111,1 milioni di euro.Tecnicamente, l’investimento è avvenuto rastrellando 8,8 milioni di azioni da investitori istituzionali attraverso un reverse accelerated bookbuilding e la sottoscrizione di un derivato per rilevare un altro 3,3 milioni di azioni. Il titolo in Borsa ha festeggiato salendo del 6,9% a 8,54 euro, anche perché il fondo saudita ha valorizzato le azioni 9,2 euro con un premio sul prezzo di chiusura di giovedì del 15,1 per cento. «Nif – si legge nella nota del fondo che annuncia l’entrata nel capitale – riconosce il potenziale di crescita di Technogym e questa operazione riflette l’impegno di Neom a creare un nuovo modello per una vita sostenibile e salutare». Alla luce di ciò Nif «si impegna ad essere un investitore di minoranza di lungo termine in Technogym». La proprietà italiana, quindi, non è in discussione, il capitale è saldamente in mano alla holding Tgh Srl, che fa capo ad Alessandri con il 50,5% dei diritti di voto. Dalla società romagnola filtra che un tale investimento è da leggere come un apprezzamento del mercato verso l’azienda.Diversi analisti hanno commentato positivamente l’entrata nel capitale del fondo saudita: per Intermonte la notizia «è positiva visto l’ingresso nel capitale di un investitore strategico molto rilevante e con alte prospettive di collaborazioni nell’area del Medio Oriente e in particolare nel progetto Neom»; anche per Equita è «un segnale del coinvolgimento della società nel progetto, a conferma del forte posizionamento di Technogym nel Middle East quale player di riferimento per Sport e Benessere».La città di Neom punterà su 14 ambiti diversi. Uno di questi è il proposito di diventare il prossimo hub globale per lo sport. Nelle aspirazioni saudite, la città è destinata a diventare una delle principali destinazioni per i principali eventi sportivi, collaborando con marchi sportivi globali, sostenendo un’eccezionale vivibilità per i residenti. E l’investimento su Technogym è coerente con questa strategia. Il fondo Nif, il braccio strategico del progetto Neom, ha in portafoglio molte aziende innovative tra cui figurano ZeroAvia, sviluppatore britannico americano di aeromobili elettrici a idrogeno, la società di aerotaxi Volocopter e Sonde, realtà che sviluppa una tecnologia di biomarcatori vocali per avere informazioni sullo stato di salute. LEGGI TUTTO

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    Design italiano per il tabacco riscaldato: JTI conquista tutti grazie a Ploom X

    Tecnologia e design, un connubio vincente che ha portato in pochi mesi Ploom X, l’innovativo device a tabacco riscaldato di JTI presentato per la prima volta a marzo scorso, a raggiungere traguardi inaspettati diventando uno dei preferiti dei consumatori. Per celebrare l’estensione su tutto il territorio italiano si è tenuto a Roma nella splendida cornice degli Studios, un grande evento in collaborazione con Post Office, dove tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di sperimentare in anteprima le straordinarie funzionalità di questo dispositivo, aprendo la strada a una nuova era nell’ambito del tabacco riscaldato.Una visione futuristica legata alla bellezzaAd affascinare i numerosi presenti intervenuti, il bellissimo design innovativo, frutto della bellezza Made in Italy e delle prestazioni avanzate del device innovativo che ha rivoluzionato l’esperienza del tabacco riscaldato, portando il consumatore in una nuova visione più moderna e accattivante. “Avevamo lanciato il nostro dispositivo a marzo e la risposta è stata così positiva che abbiamo pensato che era giunto il momento di espanderlo”, ha raccontato Lorenzo Fronteddu Corporate and Communication Affair di JTI Italia, nella nostra intervista.Ma cos’ha di così particolare il device per aver suscitato tanto interesse nei consumatori? “Una tecnologia unica e grandi caratteristiche- spiega ancora Fronteddu – offre 5 minuti di tiri illimitati e fino a 22 sessioni di utilizzo con un unico ciclo di di ricarica senza rilasciare odori. Un’esperienza molto piacevole da utilizzare con un gusto che è stato molto apprezzato dai consumatori”. Frutto di anni di investimenti, ricerca e sviluppo, il dispositivo garantisce un rilascio di nicotina uniforme e un aroma intenso dall’inizio alla fine.Un “piacere” apprezzato da tuttiL’Italia è stato il primo Paese in Europa dove Ploom X è stato lanciato e su cui JTI ha molto puntato conquistando un pubblico trasversale: “Il nostro prodotto si rivolge ad un consumatore maturo che sa apprezzare il valore del prodotto, riconoscendo in esso le caratteristiche proprie di Ploom X: innovazione e cura del bello italiano, che si ritrova nella cura dei dettagli del design Ploom. Ma è anche apprezzato trasversalmente per il suo stile e la possibilità di personalizzarlo secondo i propri gusti”.Lo sguardo alla sostenibilitàUno dei punti più importanti è l’attenzione di JTI alla sostenibilità: “Centrale nel nostro modello di business – spiega ancora Fronteddu -noi investiamo nella filiera tabacchicola umbra, comprando oltre il 40% del tabacco prodotto in questa regione, che è la maggior produttrice in Italia. Dal punto di vista sociale, invece, stiamo mandando avanti progetti con i nostri partner storici: Progetto Arca e il Banco dell’energia. In ultimo, con Save the Planet abbiamo lanciato l’ennesima edizione della campagna antilittering per educare al corretto smaltimento dei piccoli rifiuti e farlo in modo divertente, coinvolgendo anche influencer come Casa Surace, che hanno saputo dare un tocco diverso a questo genere di iniziativa. Inoltre come azienda abbiamo target molto sfidanti. Nel 2030 prevediamo l’azzeramento delle emissioni e nel 2050 l’annullamento su tutta la catena produttiva e Ploom X è parte di questo processo in termini di ricerca, materiali e di investimenti sulla composizione e la riciclabilità del device”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Juve, Elkann temporeggia. “Delisting? No comment”

    «Non commento le speculazioni». L’amministratore delegato di Exor, John Elkann va in dribbling davanti a chi gli chiede di un possibile addio della Juventus allo stadio di Piazza Affari. «Nessun fondo straniero ci ha approcciato, né lo abbiamo fatto noi. Non è una prospettiva che ci interessa o comunque attuale», ha precisato ieri il principale erede dell’Avvocato all’Investor Day della holding che si è svolto alla Pinacoteca Agnelli a Torino. E ancora: «Il nuovo vertice ha risolto tutti i problemi che la società ha avuto in ambito sportivo. Ora ci possiamo concentrare sul futuro. Per la Juventus è l’anno zero. L’aumento di capitale è necessario per dare la forza per affrontare il prossimo triennio con forti ambizioni in campo e fuori per potere eccellere».Parole chiare ma non definitive, visto che secondo alcuni analisti i 200 milioni di aumento non basteranno a garantire il rilancio del club bianconero.Calciato il pallone in tribuna, Elkann si è soffermato su Stellantis, di cui Exor è prima azionista così come di Ferrari, Iveco e Cnh: per la casa automobilistica italo-francese non c’è in vista alcun trasloco da Milano verso una Borsa estera, come è invece accaduto a Cnh, ora quotata solo a Wall Street. E quanto al rinnovo di Carlo Tavares nella carica di amministratore delegato di Stellantis (era circolata la voce che avrebbe preso il suo posto Luca De Meo), Elkann si è limitato a dire: «Ha un contratto, non commento».Exor ha comunque in cassa risorse per 2,2 miliardi, di cui mezzo miliardo è ancora disponibile. Nel dettaglio la generazione di cassa tra il 2022 e il 2024 – considerando la vendita di PartnerRe e i dividendi incassati dalle partecipate – è prossima a 10 miliardi, di cui 3,5 sono stati investiti nell’acquisto del 15% di Philips e di una quota in Istitut Merieux, 1,7 miliardi in investimenti (inclusi Lingotto e Ventures) mentre 1,3 miliardi sono stati destinati al buyback di azioni Exor e 600 milioni alla riduzione del debito, attualmente a quota 3,7 miliardi con prospettive di ulteriore taglio. Quanto allo shopping Exor è pronta a valutare le opportunità sia per le società già in portafoglio sia per i nuovi investimenti, a partire dai settori della «sanità e delle tecnologie». Quanto invece al lusso «esploriamo altre strade, ma Golden Goose non è nella parte di mercato che ci interessa», ha precisato Elkann. E ancora: «Cnh sta facendo un anno molto forte, ha informato il mercato delle difficoltà del settore agricolo e ha messo in piedi iniziative per affrontarle. Iveco è su una buona traiettoria e il mercato ha apprezzato, ha avuto una grande commessa di autobus in America Latina ci sono tante attività che stanno andando bene».L’erede di Gianni Agnelli non ha poi mancato di toccare il settore dell’editoria, visto che al gruppo fa capo Gedi con i quotidiani Repubblica, la Stampa, Il Secolo XIX e il settimanale The Economist. «Il settore non è dei più facili – ha esordito – Quello che Gedi ha fatto in questi anni è cercare di definire il perimetro nel quale poteva agire in termini di trasformazione». Quanto alla possibilità di altre dismissioni dopo la vendita dei giornali del Nord-Est e dell’Espresso, «l’ambito locale e i periodici non sono di nostro interesse. Non c’è niente di incoerente tra quello che abbiamo fatto in questi anni e le intenzioni manifestate quando abbiamo acquistato Gedi», ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Luxottica, settimana lavorativa di quattro giorni, senza toccare il salario

    La settimana lavorativa di 4 giorni, fino a poco tempo fa una sorta di Eldorado per i lavoratori, ora è possibile. A fare da apripista, anche se altre aziende hanno già iniziato la sperimentazione, è Luxottica, che porta in Italia la settimana lavorativa “corta” fatta di 4 giorni anziché 5, a parità salariale. Qualcosa che farà sicuramente piacere ai lavoratori che in una recente ricerca di mercato erano disposti, in una percentuale che superava il 55%, a ridursi lo stipendio pur di avere un giorno in più di riposo.L’accordo con i sindacatiL’azienda ha già sottoscritto un accordo considerato “sperimentale” con i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e le Rsu, nell’ambito nuovo contratto integrativo aziendale, che prevede che per per 20 settimane l’anno i dipendenti degli stabilimenti Luxottica – Agordo, Sedico, Cencenighe Agordino, Pederobba, Lauriano (Torino) e Rovereto (Trento) – lavoreranno quattro giorni, restando liberi dal venerdì alla domenica o dal sabato al lunedì, mentre per tutte le altre settimane si manterranno i 5 giorni lavorativi. Al momento si tratta di circa un migliaio di lavoratori coinvolti, con la prospettiva di allargare a tutta la popolazione aziendale.Come saranno conteggiati i giorniStilato anche una sorta di base su come distribuire le giornate. Cinque dei 20 venerdì (o lunedì) liberi, saranno scalati dai permessi retribuiti, gli altri 15 se ne farà carico l’azienda. Questo significa che chi aderirà alla proposta, che è su basa volontaria e con l’iniziale limitazione ad alcuni reparti, si ritroverà lo stesso stipendio senza alcuna decurtazione.Le parole del presidente di EssilorLuxottica”In un’epoca di grandi trasformazioni economiche e sociali emerge l’urgenza di ridisegnare nuovi modelli organizzativi delle aziende per guidare il cambiamento verso percorsi che riconoscano e premino le professionalità e le eccellenze del nostro Paese – ha commentato Francesco Milleri presidente e ad di EssilorLuxottica -. Su questa visione si basa una lunga storia di dialogo che abbiamo instaurato con le nostre persone e le parti sociali e che oggi si concretizza in un accordo ispirato a principi di equità e inclusione, in cui il talento del fare ricopre un ruolo centrale”.L’accordo aziendaleTra i punti salienti dell’accordo, che abbraccia i 15mila dipendenti italiani del gruppo per il triennio 2024-2026, uno dei primi è la concessione del part time per tre anni per i lavoratori in uscita a contributi pieni, i giovani che sostituiranno i pensionandi saranno subito assunti a tempo pieno e non a tempo determinato come avveniva fino ad ora. L’accordo prevede inoltre anche l’estensione dei permessi aggiuntivi per l’inserimento dei bambini a scuola che verranno ulteriormente ampliati. Se il precedente accordo prevedeva cinque giorni in più rispetto a quanto previsto dalla legge ma solo per l’inserimento al nido, il nuovo li stabilisce anche per l’inserimento alla materna.Allo stesso modo il permesso per paternità sarà svincolato dallo smaltimento dei permessi individuali. Facilitata in generale la procedura di gestione dei permessi individuali, con il preavviso per le richieste urgenti ridotto da 48 a 24 ore e la previsione di risposta a tutte le altre richieste da parte aziendale in una settimana.Un welfare moderno e a misura di lavoratoreSoddisfazione da parte dei lavoratori e dei sindacati anche per la decisione aziendale della creazione di un fondo per il finanziamento di nuove misure di welfare a sostegno della conciliazione. Un milione di euro (messo dalla società e aperto alla contribuzione solidaristica di lavoratori) “per dare al personale risposte nuove e diverse per armonizzare la vita lavorativa con quella privata”. L’accordo concilia inoltre il diritto allo studio dei lavoratori-studenti, estendendo tre giorni di permesso. Aumentata anche la percentuale giornaliera (20% netto) del numero di lavoratori e lavoratrici che possono essere assenti dal posto di lavoro. Estesa la banca ore solidale, che passa da 80 a 120 ore su base annua e la creazione di una commissione facilitazioni per gli spostamenti tra stabilimenti.Dal punto di vista economico, c’è l’aumento del premio di risultato la cui soglia minima è stata elevata da 800 a 1000 euro, la riduzione della penalizzazione per assenze per malattia e il riconoscimento del premio al 100% anche per i somministrati (i lavoratori subappaltati dalle agenzie). LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, road show di FederlegnoArredo con le aziende del Veneto

    Tappa a Padova, dopo quella di Pesaro, del Road show FLA Plus organizzato da FederlegnoArredo per incontrare gli imprenditori del legno-arredo e presentare il progetto sulla sostenibilità sviluppato dalla federazione per supportare le aziende con servizi e strumenti innovativi e mantenere la competitività di tutto il settore.Il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin e il direttore di Symbola, Domenico Sturabotti hanno illustrato a Le Village by CA Triveneto, il percorso di sostenibilità intrapreso fino ad oggi e gli obiettivi a breve e lungo termine mentre quattro con quattro tavoli tematici hanno messo al centro i servizi integrati a disposizione degli associati all’interno della piattaforma digitale FLA Plus.“Essere sui territori a spiegare ai nostri associati il valore della sostenibilità, fornire loro gli strumenti affinché la transizione ecologica sia un’opportunità e non una difficoltà è uno degli obiettivi che ci siamo dati come federazione e che crediamo di aver interpretato al meglio, proprio con il Road show e con la piattaforma FLA Plus. È un percorso impegnativo – ha spiegato il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin – ma abbiamo il dovere di intraprenderlo, soprattutto in un momento di congiuntura economica così complesso che non è certo il presupposto migliore per pensare a una chiusura d’anno positiva”.“Tutti gli indicatori sono lì a dirci che nonostante l’inflazione sia in calo, i tassi di interesse restano alti con le conseguenti difficoltà di accesso al credito per famiglie e imprese. – ha aggiunto Feltrin -. Con un rallentamento, se non addirittura una frenata, dei consumi generali. Lo dimostrano ampiamente anche i dati sulla produzione industriale nazionale che nei primi nove mesi del 2023 ha segnato -5,4% per il mobile e -13,7% per il legno”.“Il fatturato del mobile fino ad agosto di quest’anno può dirsi stazionario con -1,8%, ma è dovuto prevalentemente all’aumento dei prezzi. Stante questa situazione anche il mio Veneto che ci ospita non può dirsi estraneo a un quadro in cui il Pil italiano è fermo nel terzo trimestre e gli indicatori del quarto sono in ulteriore rallentamento – ha concluso il presidente di FederlegnoArredo -. Come Federazione, anche nel dialogo con le istituzioni, siamo impegnati a individuare tutti gli strumenti che possano aiutare le nostre imprese ad affrontare situazioni così complesse e mutevoli, senza rinunciare a investire sulla sostenibilità e a fare ricerca per essere sempre più competitivi. Il road show sui territori per presentare FLA Plus va proprio in questa direzione”.Il Veneto anche nel primo semestre 2023 si conferma seconda regione per valore esportato a livello territoriale della filiera legno-arredo (1,98 miliardi di euro), in calo però del 4,6% sul primo semestre 2022, quindi in linea con la tendenza nazionale che nel primo semestre 2023 ha registrato -4,2% in termini di export. A confermarlo sono i dati Istat elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo presentati a Padova.Le esportazioni di mobili – il 79 % del totale della filiera veneta – per un valore pari a 1,56 miliardi di euro il settore trainante dell’export regionale, ma come per la filiera, anche per il mobile l’andamento è negativo: -4,7% rispetto ai primi sei mesi del 2022. La Francia si conferma il primo mercato di destinazione (288 milioni di euro) con una crescita del 6,6% rispetto gennaio-giugno 2022. La Germania mantiene la seconda posizione con 237 milioni di euro ma con un arretramento del 7,4%; terzi gli Stati Uniti con 153 milioni di euro e un segno negativo addirittura a doppia cifra (-19,2%). Quarto il Regno Unito con 111 milioni di euro e un -16,7%, quinta la Spagna con 84 milioni di euro e un + 4,4% sul semestre 2022.Secondo i consuntivi 2022, la produzione totale della filiera legno-arredo in Veneto è pari a 8,7 miliardi di euro di cui 6,3 miliardi di euro dell’arredo e 2,4 miliardi di euro del legno, con un saldo commerciale di 2,2 miliardi di euro. Fatturato totale che colloca il Veneto al secondo posto a livello nazionale, subito dopo la Lombardia. Le imprese in Veneto sono più di 6.600 (3.013 legno; 3.626 arredo) e occupano 45.403 addetti (14.681 legno; 30.722 arredo). Anche in questo caso il Veneto si colloca subito dietro la Lombardia.Nel mobile, invece, il Veneto si aggiudica il primo posto a livello nazionale per fatturato pari a 5,85 miliardi di euro e per numero di addetti (oltre 28.400 occupati). Per quanto riguarda l’export, il Veneto nel 2022 ha esportato per un valore pari a 4,1 miliardi di euro, di cui ben 3,3 miliardi di euro di mobili, subito dopo la Lombardia, e un saldo commerciale di 2,8 miliardi di euro. Ben il 56% del fatturato di mobili veneti è destinata all’estero ed è il primo fornitore della Germania.IL PROGETTO FLA PLUSFLA Plus è un percorso che mette al centro sostenibilità e transizione ecologica, coniugandoli con un hub di servizi digitali a misura di azienda che sono interessate allo sviluppo sostenibile, e per supportarle in questo processo FederlegnoArredo ha ideato il progetto che offre alle aziende l’opportunità di affrontare le sfide con strumenti concreti, progettati ad hoc per posizionarsi in maniera sempre più efficace e reattiva.Tra questi ci sono il portale dedicato alle certificazioni, indispensabili per muoversi nel mercato domestico ma soprattutto in quelli internazionali, la library di materiali sostenibili che vanno dalle vernici ai rivestimenti, ai materiali per le imbottiture, lo sportello doganale e di consulenza finanziaria, i dati di settore totalmente digitalizzati e interattivi, una serie di webinar e corsi di formazione mirati alle specifiche necessità del comparto, e Tecla, il tool implementato da FederlegnoArredo per misurare la circolarità delle aziende della filiera.PIÙ SOSTENIBILI, PIÙ COMPETITIVILa transizione ecologica rappresenta per le aziende una svolta epocale e il presidente Feltrin ha messo la sostenibilità al centro dell’azione di FederlegnoArredo, quale punto di forza e garanzia del futuro della filiera. Un percorso condiviso che parte da lontano e si alimenta del costante processo di ascolto e confronto con la base associativa. Nel 2020 FederlegnoArredo ha realizzato una estesa mappatura delle attività della Federazione e una Survey tra gli associati, in collaborazione con Fondazione Symbola, mettendo a fuoco obiettivi e priorità delle imprese, da cui è emerso il loro approccio alla sostenibilità e l’ottimizzazione dei processi produttivi. Nel 2021 è nato il “Decalogo per la sostenibilità della filiera legno-arredo”, patrocinato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Nel 2022 dai principi ispiratori del Decalogo sono nati i progetti per sostenere le esigenze delle imprese nella transizione ecologicae nel 2023 prendono forma i servizi della nuova piattaforma digitale e la federazione presenta a Ecomondo una seconda Survey con la fotografia aggiornata delle strategie messe in campo dalle imprese. Il 96% delle aziende del settore adotta materiali sostenibili, oltre il 60% ha una certificazione di sistema, il 70% fa investimenti in efficientamento energetico. LEGGI TUTTO