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    La Nutella non tradisce. Ferrero macina record

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    Nutella per tutti i gusti. Il susseguirsi di lanci di nuove versioni della crema alle nocciole, dai biscotti ai gelati passando anche per la spalmabile vegana, dà una spinta al gruppo Ferrero che sfiora la crescita a doppia cifra. Ferrero International, la holding del gigante dei dolciumi, ha toccato un fatturato consolidato record di 18,4 miliardi di euro nell’esercizio chiuso al 31 agosto scorso, segnando un tasso di crescita pari all’8,9%. Per il gruppo presieduto da Giovanni Ferrero (in foto) si tratta di crescita tutta organica in quanto nei 12 mesi non c’è stata alcuna acquisizione. «Anche se il contesto economico rimane complesso, i nostri marchi e prodotti continuano a ottenere ottimi risultati – ha commentato Daniel Martinez Carretero, direttore finanziario del gruppo di Alba – Ciò testimonia il modo in cui continuiamo ad innovare nostri prodotti per soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri consumatori». Per farlo Ferrero ha implementato gli investimenti che hanno toccato quota 958 milioni, superiori del 18% rispetto al periodo precedente, con focus particolare su Stati Uniti, Italia, Germania e Cile. Spicca il lancio di Nutella Ice Cream, il primo gelato confezionato a marchio Nutella, che ha guidato la crescita della categoria dei gelati a cui si aggiunge l’ulteriore espansione nella categoria dei biscotti con il lancio di Kinderini in mercati chiave e la proposta dei prodotti salutistici (marchi Eat Natural e Fulfil) in altri mercati europei. LEGGI TUTTO

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    Niente nozze tra Honda e Nissan

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    Le promesse spose Honda e Nissan litigano prima di arrivare all’altare. Ieri si è consumato il tramonto definitivo del progetto di integrazione tra la seconda e terza casa automobilistica del Giappone annunciato lo scorso dicembre. I cda di entrambi i gruppi si sono espressi per uno stop alle trattative volte a creare un gigante da circa 60 miliardi di dollari. A far saltare il banco è stata la proposta di Honda di modificare lo schema dell’operazione in uno scambio azionario che avrebbe portato Nissan a essere controllata da Honda, mentre l’intesa iniziale era incentrata su una holding a controllo paritario.Nissan adesso dovrà valutare altre strade per uscire dalla profonda crisi di vendite che la porta a prevedere una perdita netta annuale di circa 500 milioni di euro, oltre al taglio di 9mila posti di lavoro annunciato lo scorso autunno. Il ceo di Nissan, Makoto Uchida, ha tenuto aperta l’opzione che il processo di ricerca di un partner commerciale porti a future collaborazioni con la stessa Honda in determinate aree. Intanto già ieri sono iniziate a circolare indiscrezioni su un possibile intervento del fondo Kkr in soccorso della casa nipponica. Il colosso del private equity, secondo Bloomberg, avrebbe avviato una valutazione di un investimento azionario o obbligazionario per migliorare la posizione finanziaria di Nissan. Allo stesso tempo la taiwanese Foxconn si è detta aperta a valutare l’acquisto della quota di Nissan in mano ai francesi di Renault. LEGGI TUTTO

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    Ferrero cresce ancora: fatturato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8%

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    Il gruppo Ferrero continua la sua crescita, chiudendo l’esercizio 2023/2024 con un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro, segnando un aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Un risultato significativo per il colosso dolciario, guidato dal presidente esecutivo Giovanni Ferrero e dal Ceo Lapo Civiletti, che ha visto anche un incremento degli investimenti in conto capitale del 18%, raggiungendo i 958 milioni di euro. Tali investimenti si sono concentrati in particolare negli Stati Uniti, in Italia, in Germania e in Cile.”Siamo lieti di poter raccontare un altro anno di crescita per il gruppo – spiega Daniel Martínez Carretero, chief financial officer del gruppo Ferrero – nonostante le continue turbolenze che l’industria sta affrontando. Anche se il contesto economico rimane complesso, i nostri marchi e prodotti continuano a ottenere ottimi risultati. Ciò testimonia il modo in cui continuiamo ad innovare i nostri prodotti per soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri consumatori. Per stimolare questa innovazione e aumentare le nostre capacità produttive, quest’anno finanziario ha visto un aumento degli investimenti in conto capitale del 18% rispetto al periodo precedente”.Il gruppo, che al 31 agosto 2024 contava 47.517 dipendenti e 37 stabilimenti produttivi, ha registrato una crescita in tutte le categorie di prodotto. Tra le novità più rilevanti dell’anno spicca il lancio di Nutella Ice Cream, il primo gelato confezionato a marchio Nutella, e l’espansione della gamma biscotti con l’introduzione di Kinderini nei mercati chiave. Inoltre, il successo dei marchi Eat Natural e Fulfil ha favorito l’espansione del gruppo in diversi mercati europei. LEGGI TUTTO

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    “Potenziare l’istruzione tecnica in Egitto”. Eni sigla un accordo con Aics

    Ascolta ora Migliorare la qualità dell’istruzione tecnica in Egitto, rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro e promuovendo le transizioni verdi e digitali. È l’obiettivo dell’accordo che Eni e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) hanno siglato ieri – 12 febbraio – al Cairo per l’implementazione coordinata del programma Energize ATS: Improving Technical […] LEGGI TUTTO

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    Tim, Labriola: “Il risiko? Poste o Iliad unici partner possibili”

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    Iliad o Poste? Per il consolidamento ”abbiamo sempre detto che gli unici due obiettivi possibili sono Iliad o Poste, lo diciamo dal 2022. Io non ho preferenza specifiche” ciò che conta “è continuare a dare risultati senza essere distratti da qualcosa che succede fuori”. A parlare è l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, rispondendo alle domande degli analisti nella call di presentazione dei conti 2024 e per l’aggiornamento del piano industriale. Il riferimento è ai rumors di interlocuzioni in atto per una possibile integrazione tra Tim e Iliad, oltre a un’alleanza con Poste Italiane (a cui fa capo Poste Mobile). Tra l’altro le interlocuzioni con la seconda sono in stato molto avanzato e Poste dovrebbe ufficializzare a giorni di aver rilevato la quota di Cassa depositi e prestiti in Tim (circa il 9,8%). Il gruppo francese, tuttavia, non ha perso la speranza di entrare in gioco in un secondo momento.Le previsioni: pareggio di bilancio nel 2025 e utile dal 2026Il numero uno di Tim non si preclude alcuna possibilità: “con questa leva finanziaria abbiamo più opportunità e maggiore visibilità su cosa fare in futuro», ha detto il manager. “Conviene di più – ha aggiunto – investire per puntare sul consolidamento acquistando un’azienda a un prezzo giusto o riacquistare le nostre azioni che costa davvero poco? Dobbiamo ricordare che vogliamo trarre il massimo valore per i nostri azionisti». Tre anni fa l’obiettivo era “ripristinare la normalità, ora siamo nei tempi, andremo a valutare eventuali opzioni che potrebbero dare valore aggiunto”. Il consolidamento, ha concluso, “è fondamentale per sistemare attuale mercato”. In tanto già da quest’anno, Tim prevede di tornare a generare cassa e potrebbe raggiungere il pareggio di bilancio. Mentre, dal 2026, dovrebbe tornare all’utile.Tim venderà forniture di luce e gasTante le novità emerse dal nuovo piano industriale, come il debutto di Tim nella vendita di forniture di gas e luce per le Piccole e medie imprese. «Effettivamente – ha spiegato Andrea Rossini, a capo di Tim Consumer – abbiamo lanciato l’offerta nel segmento piccole e medie imprese in collaborazione con Axpo, e abbiamo già siglato il contratto a febbraio, quindi in realtà abbiamo fatto il primo passo e stiamo lavorando per ampliare l’azione sul mercato consumer e siamo sicuri di poterlo fare».Il ritorno alla remunerazione dei soci nel 2026Non di secondaria importanza, poi, il ritorno alla remunerazione degli azionisti (che avverrà tramite cedole o buyback). La data da segnare sul calendario è aprile 2026, una volta che la cessione della società dei cavi internazionali Sparkle sarà stata ceduta alla coppia Mef-Retelit. «Della cifra di 700 milioni che arriveranno dalla cessione di Sparkle e che prevediamo di incassare col closing della vendita nel primo trimestre 2026, il 50% sarà destinato alla remunerazione straordinaria degli azionisti» da versare l’anno prossimo ad aprile, ha detto Adrian Calaza, cfo di Tim. Le previsioni del piano, inoltre, prevedono una remunerazione di mezzo miliardo di euro nel 2027 (a valere sul bilancio 2026) e di 600 milioni nel 2028 (a valere sul 2027).La restituzione del canone farà partire pagamento delle azioni risparmioLe domande degli analisti si sono concentrate, poi, sulla restituzione del canone del 1998 per circa un miliardo di euro da parte dello Stato (che ha fatto ricorso sulla sentenza d’appello). «Quando ci sarà la sentenza della Corte di Cassazione quell’importo (di un miliardo derivante dalla restituzione del canone concessorio non dovuto, ndr) andrà sull’utile netto di Tim spa e farà partire il pagamento delle azioni di risparmio» ha detto Labriola, ceo di Tim. Alla domanda sulla possibilità di trovare un’altra soluzione con il governo, i vertici di Tim hanno chiarito che «per il canone concessorio dobbiamo rispettare la volontà degli azionisti e rivendicare i loro diritti. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Oggi l’unica possibilità è incassare sulla base della Corte di Cassazione». LEGGI TUTTO

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    Accordo Eni-Renault-Alpine, una collaborazione per la decarbonizzazione del settore dei trasporti

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    Per una transizione energetica equilibrata e pragmatica che punti seriamente agli obiettivi di decarbonizzazione è importante prendere in considerazione anche la bio-benzina, elemento che vede l’Italia già molto avanti soprattutto grazie al gigante Eni. Ed è significativo che Luca De Meo, ad di Renault, riconosciuto sostenitore della mobilità elettrica, abbia voluto siglare proprio con Eni un accordo pluriennale “per individuare e sviluppare future opportunità di collaborazione per la decarbonizzazione del settore dei trasporti”. Un’iniziativa che assume ancora più rilevanza in quanto segna il ritorno di Eni nel campionato del mondo Fia di Formula 1 di cui l’azienda italiana diventa Official Energy and Fuel Partner.La partnership tra Renault ed Eni, però, non si limiterà al “Circus” della Formula 1. Le due aziende, infatti, “lavoreranno per l’individuazione di percorsi di sviluppo congiunti in vari ambiti, tra cui infrastrutture per la mobilità elettrica, servizi di mobilità smart e soluzioni di fornitura energetica a supporto del processo di transizione”. Renault ed Eni, dunque, esploreranno un ventaglio di potenziali sinergie negli ambiti della mobilità e dell’energia.Un primo risultato concreto dell’intesa e presto tangibile anche da parte dei consumatori riguarda l’acquisto di veicoli Renault da parte di Enjoy, il servizio di car sharing di Enilive, nato anni fa in virtù di una partnership con l’allora Fca e costituito da vetture con marchio Fiat.“Rilevante nell’accordo con Renault – sottolinea Claudio De Scalzi, ad di Eni – è anche l’introduzione con Alpine della sperimentazione della bio-benzina nell’ambito della F1, competizione sportiva che rappresenta la continua ricerca dell’eccellenza tecnologica assoluta nell’ambito dei motori e delle relative performance”. “E tutto questo – si unisce al ragionamento l’ad di Renault, De Meo – avviene in un momento che ci vede impegnati a reinventare la mobilità. Per sviluppare soluzioni innovative, niente batte l’unione delle competenze e talenti di grandi aziende”.Sulla stessa linea d’onda è Flavio Briatore, anche lui da poco rientrato nel “Circus” della Formula 1. L’ executive advisor Bwt Alpine Formula One Team afferma: “Condividiamo gli stessi obiettivi, soprattutto a livello di efficienza energetica, sostenibilità e prodotti futuri a base di bio-benzina”. LEGGI TUTTO

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    EssiLux, pieno di utili. “Inizia la nuova fase”

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    Nel 2024 EssilorLuxottica ha conseguito un utile netto di 2,35 miliardi di euro (+3% annuo). Anche i ricavi sono aumentati a 26,5 miliardi rispetto ai 25,3 miliardi dell’anno precedente, con un’accelerazione significativa nel quarto trimestre, che ha visto una crescita del 9,2% a cambi costanti. Il margine operativo adjusted si mantiene al 17% a cambi costanti, mentre il dividendo unitario proposto rimane invariato a 3,95 euro con possibilità di pagamento in azioni. Il free cash flow è rimasto robusto, attestandosi a 2,4 miliardi di euro. A livello geografico, il Nord America ha accelerato nel quarto trimestre, con una performance positiva di Sunglass Hut. Anche la regione Emea si è dimostrata solida, trainata sia dal segmento professional solutions sia dal direct to consumer. Notevole il successo di Ray-Ban Meta con due milioni di pezzi venduti. «Stiamo costruendo qualcosa di nuovo: sono prodotti ottici, di moda e anche prodotti tecnologici», ha spiegato il presidente e ad di Essilorluxottica, Francesco Milleri (in foto) in conference call aggiungendo che l’obiettivo è «consolidare la piattaforma» prima di estenderla anche ad altri brand. EssiLux ha confermato l’obiettivo di crescita del fatturato annuo mid-single-digit a cambi costanti, con target tra 27 e 28 miliardi. Il gruppo prevede inoltre di raggiungere un utile operativo adjusted compreso tra il 19 e il 20% del fatturato. LEGGI TUTTO

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    StM in panne, ora si aggrappa alla Cig. Pesa la crisi dell’auto, coinvolti in 2.500

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    StMicroelectronics, il produttore di semiconduttori a controllo italo-francese, chiederà la cassa integrazione ordinaria per gli stabilimenti di Catania, eccetto il nuovo investimento chiamato WSiC, per circa una settimana in marzo e una in aprile. Saranno coinvolti un massimo di 2.500 dipendenti su un totale di 5.400. Le due settimane scatterebbero dal 15 marzo e dal 27 aprile. La motivazione che ha spinto la società a comunicare la cassa ai sindacati? In uno scenario di riferimento che resta difficile nel primo trimestre 2025, si deve far fronte a un ritardo nella ripresa e a una correzione delle scorte nel settore industriale e a un rallentamento nell’automotive, particolarmente in Europa. Quindi, per gestire la situazione in un’industria “ciclica” come quella dei semiconduttori, vanno ridotti i livelli di attività in tutte le strutture manifatturiere. Le misure varate includono riduzioni temporanee dei livelli di produzione, così come chiusure selettive delle fabbriche dai 5 ai 19 giorni come durata, a seconda dei siti, soprattutto nel primo trimestre. La Fim Cisl Sicilia ha confermato che la Cig è stata chiesta con urgenza a causa di una, così recita la nota di Confindustria, «temporanea contrazione dei carichi produttivi derivante da una significativa riduzione di ordini e commesse». La direzione aziendale ha quindi fissato una riunione con i sindacati per il 20 febbraio. I rappresentanti dei lavoratori avevano già dichiarato lo stato di agitazione, temendo una riduzione della forza lavoro di circa il 6% (sul sito di Catania, Agrate e quelli francesi) tramite prepensionamenti e incentivi. LEGGI TUTTO