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    Stellantis, stop produzione a Mirafiori per tutto maggio

    Non c’è pace per Mirafiori, sempre più delicata la situazione dello storico stabilimento Torinese. Stellantis ha annunciato oggi ai delegati sindacali che l’attività produttiva della Carrozzeria sarà sospesa per tutto il mese di maggio. La conferma è arrivata da Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, e Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom: “Uno pensa di aver raschiato il fondo del barile e invece non c’è mai fine al peggio”.I rappresentanti sindacali hanno stroncato senza mezzi termini l’ennesimo schiaffone rifilato da Stellantis alle lavoratrici, ai lavoratori e alla città di Torino“che vedrà peggiorare la situazione economica con le inevitabili ricadute sull’indotto”. Lazzi e Mannori hanno evidenziato che questo stop alla produzione è la dimostrazione che un unico modello per Mirafiori non basta: “È troppo poco, serve una diversificazione di modelli e gamme in modo tale che, se uno non tira, è compensato da un altro che va meglio. Inoltre, questa chiusura rende evidente che i reparti di corollario, come il riciclo dei componenti del motore, i cambi ibridi e il testaggio delle batterie non sono determinanti al rilancio di Mirafiori e alla cessazione degli ammortizzatori sociali”.Per Lazzi e Mannori non c’è più tempo, invitando il governo di Giorgia Meloni a incalzare Tavares per aprire una trattativa con le organizzazioni sindacali. Fonti di Stellantis hanno tenuto a precisare che lo stop alla produzione per il mese di maggio alle Carrozzerie di Mirafioriè legata all’assenza di ordini per le vetture elettriche “a causa del perdurare dell’assenza degli incentivi in vari mercati europei, ed in particolare in Italia dove sono stati annunciati da mesi ma non sono ancora entrati in vigore”. LEGGI TUTTO

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    BF, shopping da 33 milioni in Belgio

    BF punta a espandersi all’estero e conduce in porto una doppia operazione per alimentare le sue ambizioni. Il gruppo agro-industriale guidato dall’amministratore delegato Federico Vecchioni (in foto), infatti, tramite la controllata BF International ha ufficializzato di aver acquisito per 33,1 milioni la belga Agriconsulting Europe (Aesa). Inoltre, è stato firmato un contratto con Simest, la […] LEGGI TUTTO

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    Crt, via Palenzona: assalto alle poltrone

    Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla presidenza di Fondazione Crt. Lo ha fatto alla sua maniera, con una lettera molto dura in cui ha orgogliosamente sottolineato di aver «onorato e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale». La situazione è definitivamente precipitata dopo il […] LEGGI TUTTO

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    Lavazza, pausa caffè da 650 milioni con Ivs  

    Le macchinette del caffè Ivs entrano nella galassia Lavazza. Il gruppo torinese guidato da Antonio Baravalle (nella foto) ha lanciato – attraverso il veicolo Grey – un’Opa volontaria per cassa sulla totalità delle azioni Ivs, attivo nella distribuzione automatica di caffè, bevande e snack con un fatturato 2023 pari a 726,1 milioni (+34%). Obiettivo finale: […] LEGGI TUTTO

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    Terremoto in Fondazione Crt, Palenzona sbatte la porta

    L’irrevocabile passo indietro alla fine è arrivato. Fabrizio Palenzona ha comunicato ufficialmente le sue dimissioni dalla presidenza della Fondazione Crt in una lettera rivolta al presidente del collegio sindacale Luigi Tarricone e al vicepresidente vicario Maurizio Irrera. Al suo posto, da statuto, è previsto l’avvicendamento di Irrera.”Ho sempre onorato – si legge nel documento firmato da Palenzona – e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo, negli ultimi 25, rivestito alcun ruolo istituzionale. Posso affermare che tutti gli investimenti strategici e le principali scelte che han fatto della Fondazione Crt la terza per importanza a livello nazionale, portano la mia impronta e quella di chi, con me, ha ridato, a partire dal 1995, equilibrio territoriale alla nostra Fondazione”.L’uscita di scena di Palenzona a un anno dalla sua elezione arriva dopo alcune settimane turbolente all’interno della fondazione. La tensione è esplosa dopo un consiglio di amministrazione infuocato iniziato lo scorso fine settimana e con all’ordine del giorno la partita delle nomine per le partecipate di Crt. Nei fatti sfiduciato dal cda, Palenzona ha lasciato prematuramente la riunione, dimettendosi. Ad accendere la miccia però è stata la denuncia al Mef, da parte di Varese, dell’esistenza di un patto occulto sulla composizione dell’influente consiglio di indirizzo dell’ente. Patto poi rivendicato in un’altra lettera dall’ex consigliere Fabrizio Bonadeo. LEGGI TUTTO

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    Saipem accelera con ricavi oltre 3 miliardi

    Prosegue il rilancio di Saipem. Il gruppo guidato dal ceo Alessandro Puliti ha chiuso il primo trimestre con ricavi cresciuti a 3,047 miliardi (2,582 miliardi nel corrispondente periodo del 2023) mentre l’ebitda adjusted ha toccato 268 milioni pari all’8,8% dei ricavi (contro 191 milioni e pari al 7,4% dei ricavi).I dati approvati dal cda mostrano poi un risultato netto positivo per 57 milioni (contro il pareggio nel 2023) e investimenti tecnici per 92 milioni (77 milioni). La posizione finanziaria netta post-Ifrs 16 è negativa per 209 milioni (era negativa per 261 milioni al dicembre 2023). LEGGI TUTTO

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    Dai frullatori alle automobili. EuroGroup Laminations costruisce il cuore del motore elettrico

    I due protagonisti della contesa, almeno in questa fase storica, sono gli Stati Uniti e la Cina. Ma quando si parla della rivoluzione planetaria dell’auto elettrica, anche l’Italia può vantare un ruolo tutt’altro che marginale nella sfida che contrappone le due superpotenze.Potrà anche sembrare strano, soprattutto considerato che negli ultimi 20 anni il nostro Paese ha perso circa il 70% della propria capacità produttiva nell’automotive, eppure il vero cuore della mobilità elettrica batte in Lombardia, a una manciata di chilometri da Milano, nel comune di Baranzate. È qui, infatti, che si trova il quartier generale di EuroGroup Laminations, leader mondiale nella produzione di rotori e statori – di fatto il cuore rotante – dei motori che equipaggiano auto elettriche, treni, metropolitane, elettrodomestici e qualsiasi altro mezzo e apparecchiatura in cui sia previsto un motore elettrico.Una realtà che rappresenta il riferimento per tutti i più importanti gruppi automobilistici mondiali. Da Volkswagen a Porsche, da Ford a General Motors, da Stellantis agli altri leader nel settore.Tutto ha avuto inizio nel 1964, con quella che all’epoca era una piccola azienda artigiana con sei operai che produceva rotori e statori per i motorini elettrici dei frullatori Bialetti. Da lì, “grazie alla voglia di fare di tre cugini squattrinati, che volevano far crescere un’attività che all’inizio non era nemmeno loro, è iniziata la nostra corsa”, racconta Sergio Iori, Presidente di EuroGroup Laminations, ricordando i suoi primi passi in quello che sarebbe poi diventato un gruppo di circa 3 mila dipendenti, 7 stabilimenti produttivi in Italia e 6 all’estero (2 in Messico, 2 in Cina, 1 negli Stati Uniti e 1 in Tunisia)Una corsa inarrestabile, scandita da una vera e propria scalata globale. “Nel 1980 diventammo la prima azienda italiana nel settore delle tranciature dei lamierini magnetici”, racconta Iori, che due anni fa è stato nominato Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Allora si lavorava soprattutto per il settore dell’elettrodomestico: frullatori, lavatrici, lavastoviglie e tutto ciò dentro cui c’è un motorino elettrico”.Poi, quando tra gli anni Novanta e Duemila iniziarono ad arrivare i prodotti a basso costo dalla Cina, la produzione dell’azienda milanese si è progressivamente spostata sui rotori e statori per i motori industriali, per i treni, gli impianti di condizionamento, quelli di refrigerazione, la domotica e l’industria automotive. Dai motorini per i tergicristalli agli specchietti retrovisori, dall’Abs ai tettucci apribili. Fino ad arrivare nell’ultimo decennio ai motori elettrici per le auto.Nel frattempo, EuroGroup Laminations è cresciuta tanto da diventare leader in Europa, all’inizio degli anni Duemila, e poi a livello mondiale. Decisiva, in tal senso, fu la scelta di aprire un primo stabilimento all’estero, in Messico. “Una decisione tutt’altro che facile per un’azienda che all’epoca si considerava ancora una grande impresa artigiana”, ricorda Iori. Quel passaggio fu cruciale per la conquista del mercato nordamericano e di tutto ciò che sarebbe avvenuto dopo.Il resto è storia degli ultimi anni. E di un nuovo mercato, quello dell’auto elettrica, che ha portato i fatturati a crescere ad un ritmo vertiginoso, fino a quota 850 milioni di euro nel 2022. LEGGI TUTTO

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    Manelli, il valore della produzione vola a 327,6 milioni (+46%)

    Continua la crescita di Manelli Impresa. Il valore della produzione del general contractor pugliese specializzato nel settore delle costruzioni generali ha superato il tetto dei 300 milioni di Euro attestandosi a 327,6 milioni con un incremento del 46% rispetto all’anno precedente a conferma dei programmi di espansione della Società, orientata ad affermarsi tra i principali player nazionali nel settore delle costruzioni. E’ quanto fa sapere la società che lo scorso 11 aprile ha approvato il bilancio d’esercizio e ha esaminato il bilancio consolidato per l’esercizio terminato il 31 dicembre 2023.La crescita è stata guidata principalmente dall’attenta e proficua attività di ricerca di nuove commesse e di nuove iniziative, che ha permesso al Gruppo di aggiudicarsi nel corso del 2023 gare per un importo significativo, che accolgono importanti opere strategiche a livello nazionale e internazionale. Ha contribuito alla crescita del Gruppo anche la riorganizzazione dei cantieri e dell’intero processo produttivo, dalla selezione delle gare alla partecipazione alle stesse con offerte tecnico-economiche più competitive, fino alla gestione dei cantieri aggiudicati. Per gestire al meglio le commesse già aggiudicate e quelle future, l’azienda ha perseguito con determinazione anche l’ottimizzazione dei fattori interni: è riuscita a rafforzare e qualificare i ruoli apicali, con la sensibile crescita del numero di figure dirigenziali (da 12 a 16), oltre che ad avvalersi di studi primari esterni di progettazione e consulenza.In sintesi i principali dati societari. L’EBITDA si attesta a Euro 23,6 milioni, rispetto a Euro 15,3 milioni del 31 dicembre 2022 con un margine del 7,2% rispetto al 6,8% del 31 dicembre 2022. L’EBIT si attesta a Euro 18,8 milioni, rispetto a Euro 11,6 milioni del 31 dicembre 2022 con un margine del 5,7% rispetto a 5,2% del 31 dicembre 2022. Il risultato ante imposte della Società si attesta a Euro 16,8 milioni, in aumento del 59% rispetto al 31 dicembre 2022 (Euro 10,5 milioni). L’Utile Netto, infine, si attesta a Euro 11,9 milioni, rispetto a Euro 7,2 milioni del 31 dicembre 2022 (+65%). La Posizione Finanziaria Netta: Euro 42,0 milioni, rispetto a Euro 27,6 milioni del 31 dicembre 2022. Il Patrimonio Netto: Euro 33,9 milioni, rispetto a Euro 21,9 milioni del 31 dicembre 2022 (+54%). L’andamento degli indici patrimoniali conferma l’equilibrio della struttura finanziaria del Gruppo.Nei primi mesi dell’esercizio 2024 sono state finalizzate alcune acquisizioni di quote societarie. In particolare, Manelli Impresa S.p.A. ha acquistato da Onofrio Manelli il restante 49% del capitale sociale delle seguenti società: Coman S.r.l.; Manelli Bau S.r.l. – Gmbh; Manelli Constructii Generale S.r.l.. A seguito di tali operazioni, le società citate sono ora controllate al 100% da Manelli Impresa S.p.A.. LEGGI TUTTO