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    Crt, risolto il caso del “patto occulto”

    Scossa in Fondazione Crt che prepara il rinnovo del Consiglio d’indirizzo dell’ente guidato dal presidente Fabrizio Palenzona. Ieri il consigliere d’indirizzo Corrado Bonadeo ha ressegnato le dimissioni. Crt, in una nota, ha comunicato di aver preso atto del passo indietro del consigliere, che «contestualmente ha anche ritirato la sua candidatura dalla lista dei cooptati, in vista del rinnovo del consiglio di indirizzo del 19 aprile, manifestando altresì l’indisponibilità a ricoprire cariche all’interno di Fondazione Crt». LEGGI TUTTO

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    Cortocircuito Tesla, via 14mila dipendenti

    Il calo delle vendite e l’intensificarsi della concorrenza nel settore dei veicoli elettrici hanno spinto Tesla a tagliare il 10% della propria forza lavoro. Nel suo ultimo report annuale, alla fine di dicembre l’impresa aveva dichiarato circa 140mila dipendenti, il che significa che il costruttore ne licenzierà almeno 14mila. «Mentre prepariamo la società per la prossima fase di crescita, è estremamente importante esaminare ogni aspetto dell’azienda per ridurre i costi e aumentare la produttività», ha scritto il Ceo di Tesla Elon Musk in una lettera inviata ai dipendenti della società. «Come parte di questo sforzo, abbiamo fatto una revisione approfondita dell’organizzazione e abbiamo preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico di oltre il 10% a livello globale».Tesla ha sorpreso negativamente gli analisti riportando nel primo trimestre un calo delle vendite dell’8% su anno a circa 387mila veicoli. A pesare anche gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen alle navi che attraversano il Mar Rosso, causando problemi di approvvigionamento per la produzione dello stabilimento Tesla di Grünheide, vicino a Berlino. All’inizio dell’anno l’impianto è stato colpito anche da un sabotaggio dell’alimentazione elettrica. Secondo l’e-mail di Musk, la rapida crescita ha portato a una «duplicazione di ruoli e funzioni lavorative in alcune aree» e, sebbene non ci sia «niente che io odi di più (dei tagli; ndr), questi devono essere effettuati per rendere tutti coloro che lavorano per Tesla «snelli, innovativi e affamati per il prossimo ciclo di crescita». A parte del personale è già stato comunicato il licenziamento.Ieri a poco più di un’ora alla chiusura di Wall Street Tesla perdeva il 4% circa a 164,4 dollari. Dall’inizio dell’anno la capitalizzazione è diminuita di un terzo a 515 miliardi di dollari circa. Recentemente sia Goldman Sachs (da 190 a 175 dollari) che Citi (da 196 a 180 dollari) hanno tagliato il prezzo obiettivo dell’azione.La performance borsistica di Tesla è l’immagine delle difficoltà del mercato delle vetture elettriche sulle due sponde dell’Atlantico. Da un lato, le vendite arrancano e questo dovrebbe portare i pezzi a scendere ma – come più volte denunciato dal Ceo di Stellantis Tavares – non si tratta di veicoli nei quali il valore aggiunto sia nelle mani del produttori giacché è la componentistica delle macchine (batterie, elettronica, ecc.) a fare il prezzo. I tassi alti fanno il resto: con il costo del denaro ancora su livelli elevati non è facile per tutti acquistare a rate veicoli che, anche quando sovvenzionati, costano circa 30mila euro solo per i modelli entry level. Il terzo fattore di svantaggio è il veloce deprezzamento che rende meno conveniente l’acquisizione di auto elettriche per i grandi colossi Usa del noleggio a breve termine. LEGGI TUTTO

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    Tesla licenzia 14mila dipendenti: il sogno green è già un incubo

    Il sogno elettrico s’è già spento. Tesla taglierà infatti più del 10 per cento della sua forza lavoro in tutto il mondo, pari a circa 14mila dipendenti. Una sforbiciata clamorosa ed emblematica, che colpisce l’azienda antesignana della mobilità full electric. A riferire dell’intervento drastico stabilito dal colosso fondato da Elon Musk è la pubblicazione tecnologica Usa Electrek, che cita un’email interna attribuita proprio al patron del gruppo. Una nuova mazzata si abbatte così sull’industria dell’auto elettrica, ritrovatasi in ginocchio prima ancora che la tanto reclamizzata transizione green prendesse il decollo.Nell’ambito degli sforzi per tagliare i costi e aumentare la produttività, “abbiamo fatto una revisione approfondita dell’organizzazione e abbiamo preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico di oltre il 10 per cento a livello globale”, ha scritto Elon Musk, stando a quanto riportato da Electrek. Secondo il rapporto annuale, alla fine dello scorso anno Tesla contava più di 140mila dipendenti. Le super tecnologiche vetture della casa automobilistica votata al green, tuttavia, avevano recentemente subito una brusca e sintomatica frenata, registrando un calo delle vendite nel primo trimestre dell’8 per cento (sullo stesso periodo dell’anno precedente) e fermando così le vendite a circa 387mila veicoli effettivamente consegnati.Numeri che, accompagnati a una flessione del titolo in Borsa, avevano fatto scattare l’allarme ai piani alti dell’azienda guidata dal visionario Musk. A influire negativamente sull’andamento industriale erano stati anche gli attacchi degli Houthi alle navi che attraversano il Mar Rosso, con conseguenti problemi di approvvigionamento per la produzione dello stabilimento Tesla di Grünheide, vicino a Berlino. All’inizio dell’anno, l’impianto tedesco era stato colpito anche da un sabotaggio dell’alimentazione elettrica rivendicato dall’ultrasinistra. Il blitz contro lo stabilimento aveva provocato un momentaneo stop della produzione. LEGGI TUTTO

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    Vinitaly, la Lombardia protagonista con export record e intelligenza artificiale in vigna

    Il dato più eclatante è senza dubbio il +14% registrato negli ultimi dodici mesi sul mercato francese, non esattamente il più facile per i prodotti enologici italiani. Ma il 2023 del mondo vitivinicolo lombardo si è chiuso con risultati soddisfacenti un po’ su tutti i fronti.Se da un lato i vini lombardi hanno registrato il nuovo record storico dell’export, arrivato nel 2023 a quota 327 milioni di euro, dall’altro hanno consolidato il proprio posizionamento nel segmento dell’alta qualità puntando su nuove tecnologie, intelligenza artificiale e ricerca scientifica, che hanno consentito di migliorare ulteriormente la qualità delle produzioni, anche in termini di sostenibilità ambientale, e rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Tanto che nella top 10 delle bottiglie che in Italia sono cresciute maggiormente nei consumi lo scorso anno, stilata da Coldiretti sulla base dei dati Circana ed esposte a Vinitaly a Verona, ci sono anche Lugana e Nebbiolo, due dei vini prodotti in Lombardia.Sul fronte export, lo scorso anno il valore dei vini lombardi sui mercati esteri è cresciuto del 3,1% rispetto al 2022, raggiungendo un nuovo massimo storico, in controtendenza rispetto al calo dello 0,8% registrato dalla produzione nazionale (elaborazione del Centro studi di Unioncamere Lombardia su dati Istat). Contemporaneamente la Lombardia ha ulteriormente consolidato il proprio ruolo di laboratorio nazionale e internazionale dell’agricoltura 4.0 e delle nuove tecnologie applicate alle coltivazioni, grazie alla collaborazione tra Istituzioni, mondo dell’impresa, Università ed Enti di ricerca, il cui lavoro ha prodotto soluzioni innovative e improntate alla sostenibilità, dando ulteriore valore aggiunto a produzioni già di altissima qualità.Qualità al top“I vini di Lombardia”, ha commentato il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, presentando il Padiglione Lombardia in scena in questi giorni a Verona per la 56^ edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati “sono i migliori testimoni del saper fare delle nostre aziende e puntano sempre di più su un’offerta orientata alla qualità, come confermato anche nell’ultima vendemmia, che vede l’89% della produzione riconducibile alle 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT lombarde, contro una media nazionale del 77%. Un’identità forte, che anche quest’anno farà del Padiglione Lombardia a Vinitaly una meta obbligata per gli appassionati e gli addetti ai lavori, che apprezzano un patrimonio vitivinicolo unico per varietà e tipicità, presente a Verona con la consapevolezza dei risultati raggiunti, ma anche con la voglia e le capacità di crescere ancora”.In vigna gli esempi di applicazione delle nuove tecnologie sono tantissimi. Dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale per monitorare l’andamento della maturazione delle uve in vigna, con tanto di sensori che rilevano grado zuccherino e acidità, all’impiego di droni per valutare la situazione nelle singole parcelle. Dalla microirrigazione delle viti, all’utilizzo delle immagini satellitari per valutare la qualità delle uve ancor prima della vendemmia. Dallo studio dei vitigni resistenti ai funghi, con il monitoraggio del loro comportamento con l’obiettivo di definire i protocolli di vinificazione più adatti alle diverse varietà, alla sperimentazione di pratiche sostenibili per rafforzare la resilienza climatica in vigneto.Quadruplicate le coltivazioni biologicheE i numeri parlano chiaro. Nell’ultimo decennio in Lombardia la superficie a vite da vino coltivata a biologico è più che quadruplicata, passando dai 941 ettari del 2012 ai 4.231 del 2022, pari al 18% della superficie vitata regionale (dati dell’Osservatorio sulla competitività Unicredit-Nomisma Wine Monitor per la 56^ edizione di Vinitaly). La vendemmia 2023 si è chiusa con una produzione pari a 154 milioni di bottiglie potenziali (+9,2% rispetto al 2022), l’89% delle quali a marchio di qualità.“Anche quest’anno”, ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi, “il mondo del vino lombardo arriva a Vinitaly forte di un successo sempre più riconosciuto in Italia e nel mondo, come dimostra il nuovo record dell’export e la crescita su mercati storici come quelli di Germania (+6%), Francia (+14%) e Spagna (+8,2%), così come in altri Paesi che sempre di più apprezzano le nostre etichette. È una tendenza positiva e non scontata in questo particolare periodo economico, che premia l’impegno dei produttori e la loro capacità di investire in ricerca, innovazione e sostenibilità lungo tutta la filiera. Un valore aggiunto che i mercati riconoscono sempre di più”.Un’azienda su quattro è a guida femminileD’altra parte, le circa 3 mila aziende del comparto vitivinicolo lombardo, un quarto delle quali a guida femminile, sono espressione di un tessuto imprenditoriale estremamente vitale, la cui crescita produce benefici non solo in termini di fatturato, ma anche di occupazione. LEGGI TUTTO

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    Antera torna a ruggire: una storia automotive italiana che continua

    Tre eccellenze del “made in Italy” in solo colpo: un’azienda, un marchio e un campione amato da tutti gli appassionati di calcio. L’azienda si chiama GMP con sede nel Bergamasco, il marchio è Antera ed è famoso per i suoi cerchi in lega leggera, il campione e Ambassador scelto per il rilancio di questo brand è Roberto Baggio.La pantera, simbolo di Antera, dunque, rinasce e per fare sentire il suo ruggito ha scelto il Fuorisalone, il prestigioso appuntamento annuale nell’ambito delle Design Week di Milano.Ecco allora in bella mostra la nuova collezione di cerchi firmati Antera, autentici capolavori di design senza tempo in cui la maestria artigianale incontra le tecnologie più avanzate. Antera, nome storico, ma al contempo rivoluzionario nel settore dei cerchi in lega leggera, è ancora oggi ricordato per aver sviluppato alcuni tra i più celebri modelli nel settore, come la Type 109 tre-razze che ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale, tra cui il “Alloy Wheel Design of the Year 1994”.Fondato nel 1991 a Milano da Marco Muzzarelli, scomparso nel 2017, il brand della Pantera è stato uno dei protagonisti dello scenario automotive degli ultimi decenni. E ora, acquisito da GMP Group, Antera affronta un nuovo importante corso, un rilancio in grande stile che gli consentirà di proseguire la sua storia di eccellenza del made in Italy.A capo di GMP Group è Marco Mancin, amministratore delegato, che ha portato all’interno della società lombarda nuove e importanti risorse grazie agli ingressi di Eulero Group, che detiene il 51% del gruppo, Banca Ifis e altri soci. Nel consiglio di amministrazione, tra l’altro, siede anche Alfredo Altavilla, ex top manager di Fca e braccio destro di Sergio Marchionne, nonché ex presidente di Ita Airways. “Siamo lusingati di avere Altavilla con noi – afferma l’ad Mancin -: la sua conoscenza ed esperienza a livello internazionale nel mondo automotive rappresentano un valore aggiunto fondamentale. Dagli anni Novanta, Antera è sempre stato un punto di riferimento nel settore dei cerchi in lega. E oggi, per riportarlo ai livelli di eccellenza e di prestigio dei quali è stato protagonista per anni, abbiamo approntato un importante piano industriale quinquennale che certamente darà nuovo lustro al marchio attraverso lo sviluppo di prodotti innovativi e identificativi e a un processo di internazionalizzazione concreto”. LEGGI TUTTO