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    Rottamazione quater, ecco la data ultima per pagare la quinta rata

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    Mancano pochi giorni per pagare la quinta rata della Rottamazione quater.Come anticipato in un altro articolo de IlGiornale.It, dopo lo slittamento della precedente scadenza fissata al 31 luglio scorso, il prossimo 15 settembre sarà, invece, il termine ultimo per effettuare il pagamento degli importi dovuti per non incorrere nella perdita delle agevolazioni stabilite con l’adesione alla misura di Pace fiscale.Ma di cosa si tratta? Vediamo meglio.In cosa consiste la RottamazioneLa Rottamazione quater è stata introdotta con la legge di Bilancio 2023 e riguarda i carichi affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.Si tratta di una misura di pace fiscale che consente a chi abbia alcuni “debiti” con il fisco, di poter accedere al pagamento delle cartelle esattoriali in modo rateizzato, secondo meccanismi di agevolazione che facilitano il versamento. Per i contribuenti che hanno aderito, oltre al versamento in un’unica soluzione, è possibile saldare il conto dovuto in un massimo di 18 rate, suddivise in cinque anni.I contribuenti che aderisco dovranno pagare unicamente le somme dovute e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica; non sono comprese, invece, le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio.Non pagando le rate nei tempi stabiliti si perdono, però, le agevolazioni.Come si pagaCome ricorda FiscoOggi dell’Agenzia delle entrate, per effettuare il pagamento è possibile pagare in banca, agli sportelli bancomat (ATM) abilitati ai servizi di pagamento Cbill, con l’internet banking, agli uffici postali, dai tabaccai.È possibile utilizzare anche il servizio “Paga online” dal portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it oppure la App Equiclick; inoltre è possibile pagare anche direttamente agli sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione prenotando un appuntamento.Infine, accedendo all’area riservata è disponibile, nella sezione “Definizione agevolata”, il servizio di domiciliazione bancaria “Attiva/revoca mandato SSD piani Definizione agevolata” che consente di attivare o revocare l’addebito diretto delle rate sul conto corrente. LEGGI TUTTO

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    BofA promuove Tim e il titolo mette le ali

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    Sprint di Tim in Borsa. Il titolo del gruppo guidato da Pietro Labriola (in foto) è stato il migliore del Ftse Mib (+6,7% a 0,24 euro le ordinarie e +5,5% a 0,26 euro le risparmio). Bank of America-Merrill Lynch ha promosso la nuova struttura: senza rete e liberata dal debito. Di qui il rialzo del prezzo obiettivo sia delle azioni ordinarie a 0,34 euro che delle risparmio a 0,41 euro, che saranno le prime a beneficiare dei dividendi. Bofa si aspetta un miglioramento in Italia «grazie alla stabilizzazione dei prezzi per il settore Consumer e ai benefici di scala per le attività Enterprise in un mercato in crescita». Anche le prospettive del Brasile «rimangono interessanti».La stabilità dei flussi di cassa potrebbe soffrire, invece, per «venti contrari eccezionali nel 2025/26», prima che la valutazione relativa diventi convincente, a sostegno anche del Dcf (discounted cash flow). Bofa ha tuttavia messo in evidenza un’opportunità a più breve termine, per quanto riguarda gli earnout e gli sconti fiscali, con le azioni risparmio che potrebbero beneficiare anticipatamente della distribuzione dei dividendi, il che porta a un premio del 20% per Bofa delle risparmio sulle ordinarie. Il broker americano ritiene comunque che «i ritorni per gli azionisti sembrano essere un’opportunità credibile» secondo quanto emerso dalle linee guida del Capital Markets Day di Tim per il 2026. LEGGI TUTTO

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    Eni si riorganizza e getta le basi per il cantiere degli scorpori

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    Eni rimodella la propria struttura organizzativa con l’intento di estrarre ulteriore valore. L’ad Claudio Descalzi (in foto) ha presentato il nuovo assetto al cda spiegando come rappresenti «un’importante evoluzione organizzativa che darà ulteriore forza all’esecuzione della nostra strategia». Il top manager del gruppo del Cane a sei zampe intende in tal modo accelerare la creazione di valore. In particolare, le priorità strategiche riguardano lo sviluppo ed emersione del valore delle società satellite nei settori tradizionali (Var Energi in Norvegia e Azule in Angola) e nei nuovi business (Plenitude ed Enilive), attraverso l’ingresso di nuovi partner e la quotazione «con cui creare sempre maggiore valore da destinare alla crescita dei business legati alla transizione energetica e alla remunerazione degli azionisti». Eni punta inoltre al rafforzamento delle performance operative con miglioramento del time-to-market e dell’eccellenza operativa anche nelle nuove iniziative industriali legate alla transizione (come bioraffinerie, cattura e stoccaggio della Co2).Nella riorganizzazione rientra anche l’accelerazione della trasformazione industriale della raffinazione tradizionale in bio, della chimica verso nuove piattaforme specializzate, circolari e bio.Il nuovo assetto prevede la riorganizzazione delle attività di business in tre strutture, affidate ad altrettanti chief operating officer a diretto riporto di Descalzi. La struttura Chief Transition & Financial Officer farà capo a Francesco Gattei, attuale cfo del gruppo. A questa struttura faranno capo l’elaborazione e l’implementazione della strategia economica e finanziaria di Eni, e riferiranno anche Plenitude ed Enilive, le controllate legate alla transizione energetica. LEGGI TUTTO

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    “Su Commerz nessuna fretta ma l’acquisizione è sul tavolo”

    Ascolta ora Unicredit vuole tutta Commerzbank. Andrea Orcel non nasconde l’ambizione di prendere il controllo dell’istituto tedesco, senza fretta ma con le idee chiare. «Potremmo salire, scendere e combinare. Siamo molto pazienti», ha spiegato l’amministratore delegato di Unicredit in un’intervista a Bloomberg Tv in cui ha esplicitato come in cima alle discussioni c’è l’opzione di […] LEGGI TUTTO

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    Detroit alza il tiro su Tavares. “Stellantis in rapido degrado”

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    Bilancio negativo per la recente missione americana di Carlos Tavares: dopo il sindacato Uaw, attraverso il suo leader Shawn Fain, anche i concessionari Stellantis hanno criticato l’ad del gruppo per le strategie adottate. In Italia, intanto e come era prevedibile, nuovo stop per Mirafiori, con il fermo delle produzioni di Fiat 500 elettrica e delle due Maserati sportive, fino all’11 ottobre. Interessati alla cassa integrazione sono 2.200 lavoratori del polo torinese.Negli Usa, dunque, non è bastato l’annuncio dell’investimento di 406 milioni di dollari su tre impianti di Stellantis per placare gli animi. In una lettera al top manager, di cui riferisce Bloomberg, lo «Stellantis National Dealer Council» palesa forti timori che i marchi del gruppo (Jeep, Ram, Dodge e Chrysler) riducano ancora le rispettive quote di mercato con, in più, il problema del consistente stock. «Da oltre due anni, ormai, abbiamo lanciato l’allarme ai vostri vertici negli Usa sul rischio che i piani impostati per Stellantis nel lungo periodo si sarebbero rivelati un disastro che puntualmente è venuto alla luce con il coinvolgimento anche del personale». Nella stessa lettera, l’organizzazione dei concessionari attacca personalmente l’ad: «Mentre i marchi americani perdono peso, Tavares prende decisioni a breve termine che hanno aumentato i profitti e i suoi stessi compensi».In sintesi, la strategia adottata e contestata dai concessionari ha portato al licenziamento di dipendenti e ridotto la produzione per risparmiare sui costi in un contesto di vendite piuttosto deboli. Inoltre, sono stati abbassati anche i listini e ripristinati gli incentivi per eliminare le elevate scorte di veicoli. Stellantis ha replicato alle accuse dell’organizzazione Usa dei concessionari e respinto gli attacchi a Tavares. «Non crediamo – si legge – che gli attacchi personali pubblici, come quello contenuto nella lettera contro il nostro ad, siano il modo più efficace per risolvere i problemi». Guardando poi al mercato Usa di agosto, Stellantis sottolinea la crescita delle vendite (+21% su luglio) e della quota (+0,7%) insieme alla riduzione dell’inventario. Da qui la convinzione del gruppo che si tratta «dell’inizio di un percorso che si rivelerà vincente».A Torino, nel frattempo, proprio in concomitanza con l’apertura del Salone dell’Auto, da oggi a domenica, le linee di Mirafiori proseguono lo stop. Stellantis parla di «una profonda trasformazione, con l’obiettivo di rendere il sito un vero polo di innovazione e sviluppo a livello globale». Quindi, afferma di «rimanere accanto ai suoi colleghi e alle sue colleghe in questo momento turbolento, con l’obiettivo di garantire continuità e crescita, confermando il ruolo dell’Italia come uno dei pilastri globali del gruppo». LEGGI TUTTO

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    Banco Bpm, ripartito il tavolo unitario con i sindacati

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    Dopo la dura lettera inviata dal vertice del Banco Bpm ai sindacati confederali First-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca, le tre sigle sindacali che a luglio avevano rifiutato il tavolo unitario insieme al Fabi e Unisin sul rinnovo del contratto, come era prevedibile ieri la situazione si è ricomposta con l’adesione delle tre sigle al nuovo tavolo (unitario) convocato dall’istituto di Piazza Meda guidato da Giuseppe Castagna. LEGGI TUTTO

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    Stellantis blocca Mirafiori: stop fino all’11 ottobre

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    Confermate su tutta la linea le anticipazioni del Giornale sul futuro di Mirafiori. Oggi Stellantis ha comunicato alle organizzazioni sindacali che la produzione della 500 Bev subirà una sospensione delle attività che si prolungherà fino all’11 ottobre. Una misura necessaria secondo l’azienda, che ha acceso i riflettori sull’attuale mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa, precisando che Stellantis “è fermamente impegnata a garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività e sta lavorando duramente per gestire al meglio e traguardare questa difficile fase della transizione”.Citando i recenti interventi l’azienda ha posto l’accento sull’investimento di 100 milioni di euro nelle Carrozzerie di Mirafiori, dove presto verrà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, “integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l’esperienza cliente”. Ma non solo. Tra il 2025 e il 2025 verrà avviata la produzione della Nuova 500 Ibrida, che sarà realizzata sulla base dell’attuale 500 elettrica.”Lo storico complesso di Mirafiori sta inoltre vivendo una profonda trasformazione, con l’obiettivo di renderlo un vero e proprio polo di innovazione e sviluppo a livello globale, scelta cruciale per vincere la sfida della transizione verso la mobilità sostenibile a cui siamo chiamati”, riporta ancora la nota: “Una visione che prevede un processo di investimenti nel comprensorio torinese e nell’industria automobilistica italiana, finalizzato alla creazione del Mirafiori Automotive Park 2030, che ha al suo interno eccellenze globali la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDCT), il Plant di Economia Circolare e il Battery Technology Center, oltre alla creazione di un grEEn Campus, un hub per la creazione di soluzioni tecnologiche e sostenibili a supporto della visione di un futuro a zero emissioni”.L’azienda ha ribadito la sua vicinanza ai colleghi in questa fase turbolenta, con l’obiettivo di garantire continuità e crescita, nonché il ruolo dell’Italia come uno dei pilastri del gruppo. “Si tratta di un percorso impegnativo, che non risparmia scelte difficili e non offre soluzioni a portata di mano, ma esige unità d’intenti e visione, necessarie per accompagnare questa grande azienda, insieme a tutti i suoi dipendenti, nel futuro”. Ma la nota dai tratti rassicuranti non ha soddisfatto i sindacati.Per Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom di Torino, siamo a livello di schizofrenia assoluta: “Stellantis chiede ai lavoratori di andare negli stabilimenti polacchi e francesi, ma parallelamente a Mirafiori arrivano addetti da Termoli, Cassino, Melfi e Pomigliano. Poi mandano mail per incentivare l’acquisto di Maserati da 200 mila euro a persone che ne guadagnano 1.200 al mese. E intanto la cassa integrazione continua inesorabilmente con un ennesimo stop produttivo di un intero mese. Invece di annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa integrazione”. La Uilm invoca l’intervento del governo per discutere con l’azienda il futuro di Mirafiori: “Senza un confronto proficuo tra Governo e azienda, i prossimi mesi saranno ancora complicati per le lavoratrici e i lavoratori di Mirafiori e difficilmente arriverà qualche segnale di discontinuità da qui a fine anno”, l’analisi del segretario generale Luigi Paone. LEGGI TUTTO

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    La Bce taglia i tassi: il tasso sui depositi scende al 3,50%

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    I punti chiave

    Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha annunciato una riduzione del tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3,50%. Questo tasso rappresenta uno degli strumenti principali con cui la BCE orienta la politica monetaria. Inoltre, a partire dal 18 settembre 2024, entreranno in vigore altre misure, tra cui la fissazione dello spread tra il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento e il tasso sui depositi a 15 punti base, come deciso a seguito della revisione del quadro operativo. Rimarrà invece invariato lo spread di 25 punti base tra il tasso sulla linea di prestito marginale e quello sulle operazioni di rifinanziamento.Il piano per abbassare l’inflazioneIl Consiglio direttivo della Bce “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finchè necessario a conseguire questo fine”. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse “saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”. LEGGI TUTTO