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    Elezioni Bari, Laforgia (M5s) e Leccese (Pd) correranno divisi al primo turno

    Uniti, ma divisi. Si presenteranno così i due candidati del centrosinistra per le comunali di Bari, Vito Leccese, area Partito democratico, e Michele Laforgia, scelto dal M5s . Per giorni hanno cercato di mantenere la coalizione compatta e di convergere su un solo nome, ma alla fine, come comunicato in una nota congiunta, la soluzione condivisa da entrambi è stata quella di scendere in campo ognuno con la propria candidatura e con i propri sostenitori. Anche se saranno divisi al primo turno, in un eventuale ballottaggio si uniranno nuovamente perché, si legge sempre nel comunicato, “vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante”.

    Le elezioni a Bari

    Le amministrative a Bari si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno, assieme alle elezioni per i membri del Parlamento Europeo. Per il centrosinistra i candidati saranno appunto due: Vito Leccese, appoggiato tra gli altri da Pd, Verdi e Azione e Michele Laforgia, sostenuto dal Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Partito Socialista Italiano e altri. Per il centrodestra, invece, il candidato sarà il leghista Fabio Romito a correre per le comunali. LEGGI TUTTO

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    Autonomia differenziata, pioggia di emendamenti delle opposizioni. Ma è scontro anche nella maggioranza

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaAlta tensione nella maggioranza sull’Autonomia mentre le opposizioni provano a dare battaglia con una pioggia di 2.400 emendamenti in commissione alla Camera. Sul provvedimento bandiera della Lega – nonostante nessuno nel centrodestra abbia presentato come da accordi proposte di modifica – si registra ancora una volta il dualismo tra le accelerazioni del partito di Salvini e le frenate di Forza Italia. Tutto, o molto, si gioca sui tempi d’esame, con l’appuntamento a giugno del voto europeo che incide sulla campagna elettorale dei partiti.Botta e risposta Tajani-ZaiaDopo la linea dettata dalla stessa premier Giorgia Meloni («Sull’autonomia avanti con giudizio, il governo è l«ungi dal mettere pressione al Parlamento») ieri è stato il leader azzurro Antonio Tajani a spiegare che a Montecitorio «è importante che il dibattito sia ampio» e dunque che è possibile immaginare che «il voto sarà più in là» rispetto all’attuale data prevista in calendario e cioè il 29 aprile. FI, ha puntualizzato tra l’altro Tajani «vigilerà» sul provvedimento. «E’ giusto che ci sia un dibattito – ha replicato a stretto giro il governatore Veneto Luca Zaia – quanto al vigilare, non serve: è l’autonomia di tutti, non c’è una parte politica che vuole scappare con la refurtiva».Loading…Il pressing della LegaUna replica piccata che va ad aggiungersi al monito del capogruppo alla Lega Riccardo Molinari: pacta sunt servanda. «C’è un accordo di maggioranza – ha ricordato il leghista – che prevede che l’Autonomia inizi la sua discussione in Aula il 29 aprile. E noi ci aspettiamo che tutti mantengano quello che è l’impegno assunto. Abbiamo dato il via libera in Commissione sul premierato al Senato. I patti si rispettano». Patti rispettati per ora dagli azzurri: nessun emendamento è infatti arrivato dal partito in commissione. Ma una parte di Forza Italia fa capire di tenersi comunque le mani libere: «Nessun emendamento in commissione – avvertono Francesco Cannizzaro e Annarita Patriarca – ma c’è ancora l’Aula». Inoltre «avremo modo di valutare i tantissimi emendamenti presentati dall’opposizione».Le proteste delle opposizioni«Le nostre proposte emendative – rivendicano intanto i Dem con Simona Bonafé – sono tutte di merito. Non accetteremo altri strappi: devono poter essere discusse e votate in commissione». «E’ un provvedimento che distrugge l’unità del Paese», accusa il leader M5s Giuseppe Conte. «I nostri mille emendamenti sono un grido di protesta contro chi strozza il dibattito», incalza Avs con Filiberto Zaratti.La data simbolica del 29 aprileIl provvedimento intanto è in calendario in Aula alla Camera il 29 aprile. Una data simbolica – nei ragionamenti off the record dei leghisti – non tanto per arrivare all’ok finale prima delle europee ma per garantire la sopravvivenza stessa dell’Autonomia. L’importante è in sostanza che il testo sia blindato perché l’eventuale approvazione di un emendamento comporterebbe il ritorno a Palazzo Madama in terza lettura e non solo implicherebbe lo slittamento del via libera finale dopo le europee ma potrebbe – si teme – compromettere del tutto l’ok al provvedimento LEGGI TUTTO

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    Meloni chiede un risarcimento di 20mila euro a Canfora. Chi è lo storico e cosa è successo tra lui e la premier

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAndrà a processo a Bari con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni che ha chiesto un risarcimento di 20mila euro lo storico del mondo antico e filologo Luciano Canfora, 82 anni, professore emerito dell’università di Bari, intellettuale di sinistra e opinionista. La decisione è stata presa dalla giudice Antonietta Guerra, che nel rinviarlo a giudizio ha ritenuto necessaria un’integrazione probatoria sulle parole pronunciate dal filologo in sede di dibattimento. Il processo inizierà il 7 ottobre.Le parole dello storicoLa vicenda risale all’11 aprile 2022 quando Meloni era leader di Fratelli d’Italia e parlamentare all’opposizione del governo Draghi. Nel corso di un incontro con gli studenti del liceo scientifico “Enrico Fermi” di Bari dedicato alla guerra in Ucraina, parlando di Meloni disse che, «essendo neonazista nell’animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini, è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta».Loading…La richiesta di risarcimento da 20mila euroPartì subito la querela e la Procura di Bari, dopo aver chiesto la citazione diretta in giudizio del professore, ne ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. La premier si è costituita parte civile chiedendo, tramite l’avvocato Luca Libra, anche un risarcimento danni da 20mila euro. Secondo il legale, infatti, con le sue parole Canfora avrebbe «leso l’onore, il decoro e la reputazione» di Meloni, «aggredendo la sua immagine, come persona e personaggio politico, con volgarità gratuita e inaudita». «La domanda risarcitoria – scrive ancora il legale – è motivata, anzitutto, dal pregiudizio psicofisico sofferto e, soprattutto, dalla lesione alla reputazione, all’onore e all’immagine» di Meloni.Il difensore: «La premier sarà chiamata a deporre in aula»Di parere opposto il difensore dello storico, Michele Laforgia che aveva chiesto il proscioglimento del suo assistito «perché il fatto non sussiste, o perché non costituisce reato, o perché comunque non punibile per esercizio del diritto di critica politica». «La premier sarà sicuramente chiamata a deporre in aula», ha annunciato inoltre, spiegando: «Sapevamo che, se avessimo dovuto approfondire il tema del “neonazismo nell’animo” nel merito sarebbe stato necessario sentire la persona offesa dal reato», «e forse acquisire» in dibattimento «una massa importante di documenti biografici, bibliografici, autobiografici».Un passato da iscritto nel PciCanfora, nato a Bari nel 1942, professore di filologia greca e latina nell’università di Bari dal 1975, ha insegnato anche papirologia, letteratura latina, storia greca e romana. Autore di numerosissimi studi e saggi di storia antica e contemporanea, tradotti in varie lingue, per anni è stato iscritto al Partito comunista italiano e ha poi aderito a Rifondazione comunista. LEGGI TUTTO

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    Bari, il filologo Canfora rinviato a giudizio. Definì Meloni “neonazista nell’anima”

    Si è svolta oggi nel Tribunale di Bari l’udienza predibattimentale del processo in cui lo storico e filologo Luciano Canfora è imputato per diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni. La giudice Antonietta Guerra ha rinviato a giudizio Canfora: il processo comincerà il 7 ottobre dinanzi al giudice monocratico Pasquale Santoro.
    Definì Meloni “neonazista nell’anima”
    I fatti risalgono all’11 aprile 2022, quando Meloni era parlamentare dell’opposizione e il presidente del Consiglio in carica Mario Draghi. Canfora, invitato a parlare nel liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ di Bari nell’ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino, definì Meloni “neonazista nell’anima”, “una poveretta”, “una mentecatta pericolosissima”. La leader di Fratelli d’Italia querelò poi Canfora, e nei confronti del professore la Procura di Bari ha chiesto la citazione diretta in giudizio. “È necessaria un’integrazione probatoria approfondita che non è compatibile con la struttura dell’udienza predibattimentale”, ha riferito oggi il legale di Canfora, Michele Laforgia, riportando ai cronisti il testo del provvedimento che dispone il giudizio firmato dal giudice prebattimentale.

    “Lesione di dignità e reputazione”

    Canfora, si legge nell’atto dell’avvocato Libra, “ha, senza giustificazione alcuna, leso l’onore, il decoro e la reputazione della persona offesa”, cioè la premier Meloni (all’epoca dei fatti contestati parlamentare dell’opposizione), “aggredendo, vieppiù, la sua immagine, come persona e personaggio politico, con volgarità gratuita e inaudita, utilizzando volgari epiteti – imprevedibili ed estemporanei – che hanno seriamente minato la sfera intima e privata, oltre al patrimonio morale e personale della stessa persona offesa”. “La dinamica dei fatti occorsi – si legge ancora – ha determinato profondi strascichi sulla psiche e sull’immagine personale e professionale della parte civile, tenuto conto dell’ingiusta lesione del diritto inviolabile inerente la propria dignità, immagine e reputazione”. “La domanda risarcitoria – conclude l’avvocato – è motivata, anzitutto, dal pregiudizio psicofisico sofferto e, soprattutto, dalla lesione alla reputazione, all’onore e all’immagine” di Meloni.   LEGGI TUTTO

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    Attacco dell’Iran, Crosetto a Sky TG24: “Ci sarà reazione di Israele, mi auguro contenuta”

    Al momento, ha sottolineato il ministro della Difesa, “siamo a quelle che potremmo chiamare ancora scaramucce, anche se quello che è stato l’attacco iraniano, che è il primo nella Storia del complicato rapporto tra Israele e Iran di una tale portata, è stato un attacco che in qualunque altra nazione al mondo avrebbe avuto un effetto disastroso”

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    Dl Pnrr, ok alla fiducia. Da PagoPa alla patente a punti nei cantieri, cosa c’è nel nuovo decreto

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaOk della Camera alla fiducia posta dal Governo sul decreto “recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Dl Pnrr). I sì sono stati 185, i no 115. Il via libera di Montecitorio al provvedimento è atteso mercoledì. Il testo passerà poi all’esame del Senato (scade il primo maggio). Vediamo alcune delle principali misure contenute nel provvedimentoDl Pnrr cambia su PagoPa, stop a patti dominanti PosteIn base a un emendamento approvato in commissione bilancio, Poste, nel caso di ingresso in PagoPa, non potrà stipulare patti di sindacato con il Poligrafico dello Stato che abbiano per effetto l’esercizio di un’influenza dominante sul governo della società. Resta fermo inoltre quanto previsto dalla legge sulla tutela della concorrenza, si chiarisce, in base a cui le operazioni di modifica della concentrazione soggiaciono alla disciplina in materia di concentrazioni e devono essere sottoposte al controllo preventivo dell’Antitrust. Nella versione iniziale della norma era previsto che il controllo potesse essere ceduto al Poligrafico dello Stato e per il resto, per una quota non superiore al 49 per cento, a Poste Italiane. La previsione aveva destato preoccupazione nel mondo bancario e tra i circuiti internazionali di pagamenti e carteLoading…Patente a crediti nell’edilizia, verrà estesa anche ad altri settori Sempre la commissione Bilancio ha approvato l’emendamento, riformulato, relativo alla patente a crediti per le imprese dell’edilizia. La proposta di modifica assorbe una serie di richieste di correzioni avanzate da maggioranza e opposizioni, ma queste ultime hanno comunque bocciato le riformulazioni proposte dai relatori. Resta confermata la prospettiva di estensione del nuovo strumento di certificazione ad altri settori. Sarà un Dm a definirne gli ambiti di applicazione. Il documento conterà, inizialmente, 30 crediti e 15 è la soglia sotto la quale non si potrà più operare nei cantieri. Anche in questo caso sarà un successivo Dm a definire «criteri di attribuzione dei crediti ulteriori rispetto al punteggio iniziale, nonché le modalità di recupero dei crediti decurtati». E’ stata inoltre rivista, dopo un’ulteriore riflessione, la tabella dei crediti decurtati a seguito degli infortuni che causano inabilità (le penalità salgono nei casi più gravi). La patente a crediti è esclusa per «coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale» e per le imprese «in possesso dell’attestato di qualificazione Soa in classifica pari o superiore alla III». La patente sarà rilasciata in formato digitale dall’Ispettorato del lavoro in presenza di requisiti che possono anche essere autocertificati, ma se le dichiarazioni sono false scatta la revoca del lasciapassare per un anno. Oltre a dimostrare di essere in regola con gli obblighi formativi in materia di sicurezza, le aziende devono possedere il Durc, il Dvr e il Durf e devono aver designato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.Nella sanità assunzioni più facili con contratti flessibiliPer la sanità gli emendamenti approvati garantiscono comunque assunzioni più facili con contratti flessibili, da quelli a tempo determinato ai co.co.co., con una corsia più semplice per assumere gli specializzandi dal secondo anno in poi senza i paletti del passato. Una novità salutata dagli ospedalieri dell’Anaao come un primo passo per affrontare il problema della carenza di personale negli ospedali e contrastare il fenomeno dei gettonisti.A Cdp controllo e gestione fondi alloggi universitàLa verifica e il controllo sull’attuazione e rendicontazione degli interventi finanziati col Pnrr per gli alloggi universitari saranno svolti «con il supporto» di Cdp e di società controllate direttamente o indirettamente da Cassa. E’ affidata alla Cassa anche «la gestione dei fondi statali oggetto delle procedure amministrative», ferma restando l’applicazione delle regole e procedure del Pnrr agli immobili eventualmente ritenuti ammissibili al conseguimento del target M4c1-30. LEGGI TUTTO

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    Via alla prima federazione di Confindustria sui servizi intellettuali

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAggregare le principali realtà associative che rappresentano in Italia tutti i servizi derivanti da contributo intellettuale con l’obiettivo di realizzare «una più significativa e consistente presenza del terziario avanzato» (all’interno del sistema Confindustria). È questa la sfida di Confindustria Professioni e Management, la prima federazione confindustriale delle imprese di servizi “Head Made”, presentata ieri a Roma nelle splendida cornice della sala del Carroccio in Campidoglio.Nata formalmente la scorsa estate, la federazione include le associazioni Assoconsult (che raggruppa le società di consulenza più importanti nel Paese) e Oice (le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica). A queste due sigle ieri si è aggiunta ufficialmente Una-Aziende della Comunicazione Unite (che guarda a tutto il mondo della comunicazione). Complessivamente la nuova realtà associativa rappresenta quasi 800 imprese per 150mila lavoratori (di cui la stragrande maggioranza sono giovani under30), ponendosi, così, concretamente, come “catalizzatore” per il progresso e l’innovazione in ogni area consulenziale, favorendo l’integrazione delle diverse competenze professionali e contribuendo allo sviluppo di un tessuto industriale e sociale resiliente e sostenibile.Loading…«Il nostro primo obiettivo sarà quello di diventare un interlocutore strategico per le istituzioni ed i nostri stakeholder, avendo così un ulteriore impatto su tutti i settori industriali, attraverso l’aumento della competitività dei nostri professionisti e incidendo favorevolmente sullo sviluppo e la promozione del sistema Paese – ha sottolineato Giorgio Lupoi, presidente di Confindustria Professioni e Management e numero uno di Oice -. Il made in Italy ha molto a che fare con l’ingegno, oltre a food, design e moda. E quello italiano è riconosciuto in tutto il mondo».«Fare servizi significa fare industria – ha aggiunto Luigi Riva, vicepresidente di Confindustria Professioni e Management e presidente di Assoconsult -. E i nostri servizi, abbiamo calcolato, hanno un tasso di produttività di 2,5 volte maggiore di quello industriale. Possiamo quindi dare un contributo ad innalzarla. La formazione interdisciplinare e continua, la standardizzazione e regolamentazione delle pratiche professionali, lo sviluppo della ricerca per soluzioni sempre innovative, la promozione della responsabilità sociale ed etica, incoraggiando pratiche sostenibili e principi di equità e giustizia, sono di fatto il focus del nostro lavoro».Tra le azioni che la federazione punta ad avviare subito, ha confermato Marco De Amicis, dg di Confindustria Professioni e Management, il tavolo sul contratto unico di lavoro per il settore dei servizi e un’asse più forte con il CsC (Centro studi Confindustria) per produrre analisi sulla evoluzione dei diversi settori, diventando, per questa via, ancora più rappresentativa di un comparto industriale e culturale, in grado di garantire servizi in settori strategici e funzionali nel contesto produttivo italiano. LEGGI TUTTO