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    Vittime del Ponte Morandi, in vista assegno di solidarietà e aiuti concreti

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaA più di sei anni di distanza dalla tragedia del ponte Morandi (14 agosto 2018: 43 morti, diversi feriti e oltre 560 sfollati), e dopo un tentativo andato a vuoto la scorsa legislatura, la Camera si appresta al varo definitivo di misure “in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”. Ispirata alle richieste del “Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi” – in prima linea nel chiedere una normativa di sostegno solidale simile a quella prevista per le vittime del Terrorismo o della criminalità organizzata – la proposta di legge AC 2145 è a un passo dal via libera definitivo, in seconda lettura, alla Camera.Assunzioni Pa, borse di studio e cittadinanza italianaLa pdl, destinata a garantire un aiuto economico alle vittime dell’incuria legata alla costruzione e manutenzione di strade e autostrade di rilevanza nazionale tra il 13 agosto 2018 e l’entrata in vigore della legge – in primis i familiari del crollo del viadotto Morandi – prevede uno stanziamento base di 7,1 milioni euro per 2025 e ulteriori 1,6 milioni di euro l’anno a decorrere dal 2026. “Oltre al beneficio economico, le altre misure di solidarietà previste dalla norma sono il collocamento obbligatorio (nell’ambito della Pa, ndr) per i familiari delle vittime che hanno bisogno e sono nelle condizioni di poter lavorare”, e borse di studio per i figli dei familiari delle vittime, in modo “da agevolare anche il percorso di formazione”. Infine, è prevista “la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, ovviamente per chi non la possiede già e che sia regolarmente residenti nel territorio italiano, che sia un familiare della vittima e che al momento della concessione della cittadinanza stessa abbia maturato cinque anni di residenza regolare in Italia», ha spiegato il relatore Stefano Benvenuti Gostoli (FdI) ospite di Parlamento 24.Loading…Sostegno economico e tempi medi dei risarcimentiIl sostegno economico che verrà riconosciuto alla platea di familiari e congiunti delle 43 vittime del Morandi, sottolinea il relatore, servirà anche “a garantire quella libertà di contrattare” che permetterà “di ottenere in altre sedi, magari civilistiche e assicurative, quei risarcimenti che spesso tardano ad arrivare”. Dopo tragedie come quelle di Genova “spesso ci si trova costretti a dover accettare obtorto collo” risarcimenti inferiori al dovuto “perché si ha una impellente necessità di dover ottenere mezzi di sostentamento: si pensi a quando la vittima è il capofamiglia, inteso come il principale percettore di reddito”, e gli altri familiari “non possono spesso affrontare le lungaggini di processi o di pratiche risarcitorie”, che si risolvono molto spesso in tempi lunghi.Quanto al via libera della pdl – attualmente all’esame in seconda lettura della commissione Affari Ambiente e Lavori pubblici di Montecitorio – il relatore prevede “dei tempi estremamente ridotti in considerazione del fatto che al Senato c’è stata una condivisione unanime e trasversale tra le forze politiche e anche in Commissione alla Camera c’è una condivisione unanime sulla scelta di adottare il testo del Senato come testo base”. Tempi stretti per l’approvazione, quindi, anche grazie, conclude Benvenuti Gostoli al “gesto generoso” della collega Ilaria Cavo “che ha deciso di ritirare la sua la sua proposta per aderire a quella del Senato” poiché “erano sostanzialmente identiche”. LEGGI TUTTO

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    Meloni, politiche anticipate a giugno 2027 e referendum sul premierato nel 2028

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAnticipare a marzo del 2027 la fine della legislatura in modo da tenere le prossime elezioni politiche a giugno. A quel punto accorpandole in un’election day con il voto nelle grandi città, tradizionalmente più favorevole al centrosinistra, sperando in un effetto traino per il centrodestra: da Roma a Milano, da Napoli a Bologna, da Venezia a Torino sono molti i capoluoghi che torneranno al voto nella prima metà del 2027. E a parte Venezia, amministrata da una Giunta di centrodestra guidata da Luigi Brugnaro, si tratta di tutte città a guida Pd e centrosinistra.L’idea dell’election day politiche-grandi città a giugno 2027Nel complesso sono oltre duemila i Comuni in cui si è votato nel 2021 e che rientrano nella tornata della primavera del 2027. Il ministero dell’Interno ha infatti già provveduto ad accorpare in due turni i rinnovi delle amministrazioni comunali andate al voto nel 2020/21, durante la pandemia: i comuni che hanno votato nel secondo semestre del 2020 torneranno al voto nella primavera del 2026 (sempre in un solo giorno), mentre quelli che hanno votato nel secondo semestre del 2021 appunto nella primavera del 2027.Loading…Quale migliore occasione per provare l’effetto traino del voto politico? Magari con l’aiuto di quel ritocco alla legge elettorale per l’elezione dei sindaci dei comuni sopra i 15mila abitanti che il centrodestra ha in mente di apportare all’interno della riforma del Testo unico sugli Enti locali: abbassare cioè la soglia per far scattare il ballottaggio dal 50% al 40%, come già avviene in Sicilia e Friuli Venezia Giulia, evitando così l’effetto ricomposizione al secondo turno dei partiti del centrosinistra spesso in ordine sparso al primo (nella stessa Capitale Roberto Gualtieri arrivò secondo al primo turno).«Niente campagna elettorale ad agosto e niente rischi per la manovra»Comunali a parte, l’idea di anticipare un poco la fine della legislatura ha come obiettivo esplicito quello di far restare un’eccezione il voto in autunno, come accaduto il 25 settembre del 2022 a causa dell’improvvisa caduta del governo Draghi. La premier Giorgia Meloni e i leader dei partiti di maggioranza ne hanno discusso nelle scorse settimane durante i frequenti vertici a Palazzo Chigi e l’ipotesi è stata confermata nelle scorse ore anche in una riunione del centrodestra alla presenza del ministro leghista Roberto Calderoli proprio sul tema delle comunali.«Naturalmente per ora è solo un’ipotesi, visto che lo scioglimento delle Camere è prerogativa del Capo dello Stato, ma è chiaro che in questo modo si eviterebbe un’altra campagna elettorale sotto gli ombrelloni e soprattutto si eviterebbe il rischio di una manovra finanziaria da varare in fretta e furia dopo il voto, pena l’esercizio provvisorio», ci conferma il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. LEGGI TUTTO

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    Niqab a scuola, Valditara: “Ha ragione garante e serve una legge”

    Il caso della scuola di Monfalcone, in provincia di Gorizia, dove le studentesse con niqab (un tipo di velo che copre il viso lasciando scoperti solo gli occhi) vengono controllate prima del loro ingresso in aula, per verificare la loro identità, si è spostato sul piano politico. Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Marina Terragni, si è dichiarata preoccupata riguardo alla libertà delle ragazze che indossano il niqab a scuola “e sulla loro effettiva integrazione nel contesto scolastico e sociale”. Posizione condivisa dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che non solo sostiene le sue preoccupazioni, ma va oltre, proponendo l’introduzione di una legge per regolamentare la questione.

    Valditara: “Su niqab in aula ha ragione garante e serve una legge”

    “La scuola deve essere un luogo di vera integrazione, di relazioni umane solide e trasparenti, di valorizzazione della dignità della persona, un luogo in cui ragazze e ragazzi siano liberi di crescere armoniosamente. Non si deve caricare la scuola di responsabilità che non le competono. Senza una legge che riveda la normativa vigente non si può chiedere a dirigenti scolastici e docenti più di quanto ha fatto la preside della scuola di Monfalcone”, ha riferito il ministro Valditara, difendendo l’operato della dirigente scolastica. Per la Lega “il velo a scuola non è integrazione ma sottomissione”. Il partito ha già presentato una proposta di legge, a prima firma Lezzi, con cui si vieta l’utilizzo del niqab nei luoghi pubblici e ne chiede la calendarizzazione urgente.
    Calenda: ”No all’uso del niqab a scuola”
    Sulla stessa linea di pensiero il leader di Azione, Carlo Calenda. ”È inaccettabile che in Italia venga consentito l’uso del niqab a scuola. Oltre ad essere uno strumento di oppressione delle donne è contrario alla normativa italiana sulla riconoscibilità della persona nei luoghi pubblici. Integrazione e tolleranza verso pratiche mortificanti e violazione delle norme sono cose molto diverse”. 
    Le voci dei sindacati
    Il presidente del sindacato Anief Marcello Pacifico ha fatto notare che “esiste un codice di comportamento per la scuola secondaria che andrebbe seguito al di là dei credo e dei costumi per una scuola che deve essere laica e rispettare non soltanto i costumi ma la parità di genere, vera grande sfida che ancora dobbiamo vincere nella nostra società”. Per il coordinatore della Gilda degli insegnanti, Vito Carlo Castellana, “la scuola educa alla libertà di pensiero, all’autonomia e all’integrazione. La cultura e le tradizioni ne devono tenere conto e devono sempre essere rispettosi dei diritti dei minori e della loro libertà”.

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    Caso Almasri, Cpi indaga su operato governo. Tajani: “Bisognerebbe indagare la Corte”

    La Corte penale internazionale dell’Aja ha avviato un fascicolo di indagine sull’operato del governo per “ostacolo all’amministrazione della giustizia”. Nordio: “Tutti indagano un po’ su tutto”. Ieri il ministro della Giustizia e Piantedosi hanno riferito in Parlamento sul caso. Delrio ha detto che “non hanno chiarito” la vicenda e che l’Italia esce da questa storia “delegittimata”, mentre Meloni “ha perso l’occasione per assumersi le sue responsabilità”. Salvini: “Tutelato interesse Paese”

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    La Corte penale internazionale dell’Aja avrebbe avviato un fascicolo di indagine sull’operato del governo italiano per “ostacolo all’amministrazione della giustizia ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto di Roma” in relazione alla vicenda del generale Almasri: a dirlo è il quotidiano Avvenire, nella pagina online. La notizia arriva mentre non si placano le polemiche intorno al caso Almasri, all’indomani dell’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi in Parlamento. L’ex premier e leader del M5s Giuseppe Conte ha attaccato duramente Giorgia Meloni, dicendo che “è senza onore, non si è presentata in Parlamento, scappa dopo aver liberato con tutti gli onori di un volo di Stato uno stupratore di bambini”. (LE TAPPE DELLA VICENDA). Mentre l’esponente del Pd Graziano Delrio, parlando con La Stampa, ha detto che i due ministri “non hanno chiarito” la vicenda e che l’Italia esce da questa storia “delegittimata”, mentre Meloni “ha perso l’occasione per assumersi le sue responsabilità: è evidente che la liberazione di Almasri è stata decisa dalla presidente del Consiglio”. L’esponente Dem ha poi aggiunto: “Io sono stato sottosegretario a Palazzo Chigi, so come funziona. La Meloni è una politica di razza, non mi sarei aspettato che mandasse avanti puerili giustificazioni interpretate da Piantedosi e Nordio. È stato uno scandalo liberare quello che è un torturatore, come risulta dagli atti ufficiali dalla Cpi”.

    Cpi indaga sull’operato del governo            

    Oggi la Corte penale internazionale dell’Aja, come detto, avrebbe avviato un fascicolo di indagine sull’operato del governo italiano per “ostacolo all’amministrazione della giustizia ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto di Roma”. Nella denuncia ricevuta dall’Ufficio del Procuratore, che l’ha trasmessa al cancelliere e al presidente del Tribunale internazionale, sono indicati i nomi di Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. L’atto finito all’attenzione dei giudici è stato trasmesso dai legali di un rifugiato sudanese che già nel 2019 aveva raccontato agli investigatori internazionali le torture che lui e la moglie avevano subito dal generale libico, quando entrambi erano stati imprigionati in Libia.
    Nordio: denuncia alla Cpi? Tutti indagano un po’ su tutto
    A stretto giro è arrivata la replica del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito all’accusa contro il governo italiano su cui è chiamata a valutare la Corte penale internazionale, dopo la denuncia di un migrante presunta vittima del comandante libico Almasri: “Credo che a questo mondo tutti indaghino un po’ su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va”.
    Tajani: “Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Corte”
    Un commento è arrivato anche dal vicepremier Antonio Tajani. “No comment sulla Cpi, ho molte riserve sul comportamento della Corte su questa vicenda. Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Corte penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata. Comunque confermo, l’atto inviato all’Italia era nullo, condivido al 100% quello che ha detto il ministro Nordio”, ha detto.

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    Meloni e quel “danno alla nazione”

    Delrio: “Si delegittimano organismi sovranazionali”

    Tornando allo scontro politico, Graziano Delrio ha poi detto che “così si delegittimano gli organismi sovranazionali. È diventata questa la moda: Trump vuole uscire dall’Oms, da tutte le agenzie Onu. Quando hai un criminale tra le mani non lo rimandi a casa sua, lo tieni in galera”. Piantedosi, dicendo che Almasri era pericoloso, “ha detto il contrario di quello che ha detto Nordio. Ma in carcere non capisco a chi avrebbe dovuto nuocere. La verità è che Nordio ha fatto l’avvocato difensore di Almasri, e anche il giudice. Ma allora si dica la verità. Chi ha dato l’ordine? Su questo la presidente del Consiglio deve venire lei a riferire, l’ordine è arrivato da lei”. Infine per Delrio “resta un’ombra inquietante: che il governo sia esposto ai ricatti di criminali internazionali. Se c’erano ragioni di Stato che non sono state dette, allora si dicano. Che si debbano fare accordi con i Paesi africani lo sa anche un bambino. Ma vanno fatti a condizioni precise, bisogna garantire la vigilanza dell’Onu”.
    Salvini: “Tutelato interesse Paese”
    Sul caso è intervenuto in giornata anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini: I” miei colleghi hanno tutelato l’interesse nazionale allontanando un personaggio pericoloso. Hanno ritenuto legittimo fare quello che hanno fatto e hanno tutta la mia fiducia e comprensione”, ha detto a Rtl 102.5. “L’opposizione così non fa bene all’Italia e ci garantisce di stare al governo per 20 anni”, ha aggiunto.
    Cosa è successo in Parlamento
    Ieri il governo, nel corso dell’informativa in Parlamento, è andato al contrattacco sul caso Almasri. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha attaccato la Corte penale internazionale e i magistrati: “Mandato d’arresto senza domanda di estradizione, io avvertito quando Almasri era già in arresto: non faccio il passacarte, l’atto della Cpi era nullo. Pasticcio frettoloso all’Aja, ne chiederò conto. Certa magistratura non legge le carte. Volevano rallentare la riforma? Ci hanno compattato”, ha detto il Guardasigilli. Mentre Matteo Piantedosi ha escluso che Almasri “sia mai stato un interlocutore del governo” per i migranti, e spiegato che è stato “espulso per salvaguardare la sicurezza dello Stato”. Le opposizioni però hanno attaccato: il leader del Movimento 5 Stelle ha detto che “Meloni scappa” e che Nordio è stato “scandaloso”. Per la segretaria del Pd Elly Schlein, invece, “Meloni manca di rispetto al Paese, il Guardasigilli assolve un torturatore”. E Renzi ha detto: “Meloni vile. Non è una lady di ferro, ma l’omino di burro di Pinocchio: forte con i deboli e debole con i forti”. LEGGI TUTTO

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    Caso Almasri, denuncia all’Aia contro governo italiano. La Corte: «Nessun caso contro funzionari italiani»

    Nordio verso richiesta spiegazioni a Cpi su incongruenzeIl ministero della Giustizia potrebbe formalizzare nei prossimi giorni alla Corte penale internazionale una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico Almasri. A quanto si apprende, la richiesta sarebbe allo studio del ministero. A confermarlo all’Ansa sono fonti di governo.Cpi, «Almasri? Chiunque può presentare esposti alla Corte»«Secondo lo Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Cpi, qualsiasi individuo o gruppo di qualsiasi parte del mondo può inviare informazioni (che la Cpi definisce “comunicazioni”) al procuratore della Cpi. L’Ufficio del procuratore non commenta tali comunicazioni». Lo fa sapere il portavoce della Cpi interpellato dall’Ansa sul caso Almasri e la denuncia del cittadino sudanese sull’operato del governo italiano.Cpi conferma, «nessun caso contro funzionari italiani»La Corte Penale Internazionale sottolinea, tramite il portavoce, che al momento presso la Corte «non vi è aperto alcun caso contro esponenti italiani».Almasri, Europarlamento: martedì dibattito a Strasburgo sulla CpiMartedì 11 febbraio, a Strasburgo, la sessione plenaria del Parlamento europeo terrà un dibattito, con dichiarazioni del Consiglio Ue e della Commissione, sul tema: “Protezione del sistema di giustizia internazionale e delle sue istituzioni, in particolare la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia”. Durante il dibattito «chiederemo ancora una volta chiarimenti sul caso Almasri: il Governo deve una spiegazione non solo al Paese, ma all’Europa intera», ha annunciato in una nota l’europarlamentare del gruppo S&D Annalisa Corrado, membro della segreteria del Pd. «Il rispetto del diritto internazionale non è un optional, e la messa sotto indagine dell’operato del governo da parte della Cpi, per violazione dello Statuto di Roma, lo conferma. La Corte Penale Internazionale fa un lavoro preziosissimo, oggi sotto attacco da più fronti. È nostro dovere proteggerla da chi tenta di screditarla al solo scopo di sottrarsi alle proprie responsabilità», afferma Corrado nella nota.Almasri, Nordio: una parte della magistratura è stata sciattaNordio: tutti indagano un po’ su tutto«Credo che a questo mondo tutti indaghino un po’ su tutto – è il commento di Nordio -. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va». LEGGI TUTTO

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    Bozza decreto Pa, 10% risparmi turnover per assumere esperti digitali

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Al fine di garantire la transizione digitale e la sicurezza informatica nelle pubbliche amministrazioni e di migliorare la qualità dei servizi attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale, una quota pari ad almeno il 10% dei risparmi derivanti dalle cessazioni del personale è dedicato al reclutamento di figure, dirigenziali e non dirigenziali, con competenze specialistiche in ambito digitale». Lo si legge nello schema di decreto legge sul reclutamento, l’organizzazione e il funzionamento delle pubbliche amministrazioni che dovrebbe essere esaminato nelle prossime settimane dal consiglio dei ministri. Tra queste figure sono incluse quelle dell’Esperto in comunicazione digitale (Ecd), competente nelle nuove tecnologie comunicative.Uno o più concorsi per le assunzioni di esperti digitaliPrevia ricognizione dei fabbisogni tramite il Portale InPa il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso la Commissione per l’attuazione del progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni (RIPAM) organizza uno o più concorsi unici su base territoriale. Con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione “sono stabilite procedure e requisiti di partecipazione, anche in deroga ai vigenti ordinamenti professionali”.Loading…Nei Comuni 10% assunzioni per diplomi tecniciNon solo. «Per i Comuni, le province e le città metropolitane una percentuale del 10 per cento delle facoltà assunzionali può essere destinata al reclutamento di soggetti in possesso del diploma di specializzazione per le tecnologie applicate, ovvero del diploma di specializzazione superiore per le tecnologie applicate rilasciato dagli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy) nonché dei diplomi di istruzione tecnica superiore ove strettamente conferente ai profili tecnici banditi». Alla scadenza dei contratti a tempo determinato di 36 mesi, «in presenza dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego, ivi incluso quello relativo al possesso del titolo di studio, e della valutazione positiva del servizio prestato, il rapporto di lavoro si trasforma in rapporto a tempo indeterminato nei limiti delle facoltà assunzionali già utilizzate»3-I spa diventa IndataInoltre, al fine di garantire il pieno conseguimento degli obiettivi indicati nella Missione 1 del Pnrr nonché al fine di contrastare il lavoro sommerso attraverso il potenziamento e la valorizzazione delle banche dati pubbliche la società 3-I Spa, nata dall’unione delle competenze informatiche di Istat, Inail e Inps, assumerà la denominazione di Indata PA Spa. Per completare l’evoluzione dell’infrastruttura digitale del Paese e razionalizzare i progetti di digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, si legge ancora nella bozza, la Società Indata PA Spa favorisce l’interconnessione e la standardizzazione a fini dell’interoperabilità dei sistemi informativi e delle banche dati. Alla società sono trasferite la gestione e le connesse funzioni, svolte dall’Agenzia per l’Italia digitale. LEGGI TUTTO

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    Caso Almasri, cosa è successo. Dalla liberazione all’informativa di Nordio e Piantedosi

    Il 28 gennaio poi la premier ha fatto sapere che “il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri”. L’avviso di garanzia è stato “inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano, presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Questo l’annuncio della premier Giorgia Meloni, che ha dato la notizia con un video in cui mostra alla telecamera il foglio dell’avviso di garanzia. Meloni, dopo aver dato la notizia, ha sottolineato: “Penso che valga oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile non mi faccio intimidire. È possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore, ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura”. LEGGI TUTTO

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    Detto & contraddetto: lo scontro sul comandante libico Almasri

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaDetto & contraddetto: le polemiche sul caso AlmasriLa querelle sul caso Almasri è arrivata in Parlamento con l’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi. Una vicenda che ha suscitato molte polemiche, nella quale la premier Giorgia Meloni è indagata dalla Procura di Roma per favoreggiamento e peculato per il rimpatrio del generale libico Osama Njeem Almasri. Con Giorgia Meloni sono indagati due ministri, quello della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Almasri è il comandante della prigione di Mitiga: è stato accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sotto la lente dell’opposizione il rilascio di Almasri e il suo rimpatrio a bordo di un aereo di Stato italiano. L’avvocato Li Gotti ha presentato una denuncia contro Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano per favoreggiamento e peculato per la scarcerazione del funzionario libico Osama Almasri e per la sua espulsione a Tripoli con volo di Stato. In Detto & contraddetto le diverse opinioni politiche a confronto.Meloni: liberato su disposizione dei giudici, non del governo«Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d’appello di Roma, non su disposizione del governo. La Corte chiede dei chiarimenti? Manderemo dei chiarimenti. E ne chiederemo a nostra volta».Loading…«Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. Avanti a testa alta»Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, 25 e 28 gennaio 2025Nordio: non faccio il passacarte, l’atto Cpi era nullo «Il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato. Non faccio da passacarte, ho il potere di interloquire con altri organi dello Stato in caso di necessità e questa necessità si presentava eccome. Serve valutare la coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba» LEGGI TUTTO