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    Mattarella in Bulgaria: “La storia ci chiede un Unione europea che respinga aggressioni”

    Lo ha detto il presidente della Repubblica parlando a Sofia durante la sua visita in Bulgaria. Si è discusso anche di Medio Oriente: “Abbiamo parlato del rischio che il conflitto si allarghi: rischio che è drammmaticamente presente. E abbiamo parlato dell’unica soluzione possibile che è quella dei due stati e due popoli”

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    Salis candidata alle Europee con AVS, Fratoianni smentisce: “Non esiste nessun piano”

    Ilaria Salis capolista alle Europee nel nord-ovest con Avs. Un articolo del Foglio ricostruisce che è questo l’obiettivo a cui lavora l’alleanza fra Sinistra italiana e Verdi, per arrivare a candidare alle elezioni di giugno la 39enne insegnante italiana in carcere da oltre 13 mesi a Budapest, in Ungheria. Un’operazione, si legge, che è “data per chiusa” e “doveva essere annunciata già domenica scorsa durante l’iniziativa a Roma il ‘Coraggio di osare'”.  Nell’articolo si racconta poi che “il padre di Salis, gli avvocati di Ilaria e la donna detenuta a Budapest sono in contatto con Fratoianni. Insieme valutano, ancora una volta, i pro e i contro di questa candidatura”.  Ma il leader di Sinistra Italiana smentisce categoricamente. 

    Fratoianni: “Non esiste nessun piano sulla candidatura di Salis

    “Leggo su Il Foglio di un “Piano Fratoianni” per la candidatura di Ilaria Salis nelle liste di Alleanza Verdi Sinistra. Non esiste nessun piano Fratoianni. Eviterei che su una persona nelle condizioni in cui si trova Ilaria Salis si scatenasse un surreale dibattito mediatico che non l’aiuta certamente. AVS annuncia le sue candidature in modo trasparente senza bisogno di costruire improbabili piani segreti”. E’ quanto si legge in una nota del leader di Si.  LEGGI TUTTO

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    Elezioni Bari, Laforgia (M5s) e Leccese (Pd) correranno divisi al primo turno

    Uniti, ma divisi. Si presenteranno così i due candidati del centrosinistra per le comunali di Bari, Vito Leccese, area Partito democratico, e Michele Laforgia, scelto dal M5s . Per giorni hanno cercato di mantenere la coalizione compatta e di convergere su un solo nome, ma alla fine, come comunicato in una nota congiunta, la soluzione condivisa da entrambi è stata quella di scendere in campo ognuno con la propria candidatura e con i propri sostenitori. Anche se saranno divisi al primo turno, in un eventuale ballottaggio si uniranno nuovamente perché, si legge sempre nel comunicato, “vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante”.

    Le elezioni a Bari

    Le amministrative a Bari si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno, assieme alle elezioni per i membri del Parlamento Europeo. Per il centrosinistra i candidati saranno appunto due: Vito Leccese, appoggiato tra gli altri da Pd, Verdi e Azione e Michele Laforgia, sostenuto dal Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Partito Socialista Italiano e altri. Per il centrodestra, invece, il candidato sarà il leghista Fabio Romito a correre per le comunali. LEGGI TUTTO

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    Autonomia differenziata, pioggia di emendamenti delle opposizioni. Ma è scontro anche nella maggioranza

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaAlta tensione nella maggioranza sull’Autonomia mentre le opposizioni provano a dare battaglia con una pioggia di 2.400 emendamenti in commissione alla Camera. Sul provvedimento bandiera della Lega – nonostante nessuno nel centrodestra abbia presentato come da accordi proposte di modifica – si registra ancora una volta il dualismo tra le accelerazioni del partito di Salvini e le frenate di Forza Italia. Tutto, o molto, si gioca sui tempi d’esame, con l’appuntamento a giugno del voto europeo che incide sulla campagna elettorale dei partiti.Botta e risposta Tajani-ZaiaDopo la linea dettata dalla stessa premier Giorgia Meloni («Sull’autonomia avanti con giudizio, il governo è l«ungi dal mettere pressione al Parlamento») ieri è stato il leader azzurro Antonio Tajani a spiegare che a Montecitorio «è importante che il dibattito sia ampio» e dunque che è possibile immaginare che «il voto sarà più in là» rispetto all’attuale data prevista in calendario e cioè il 29 aprile. FI, ha puntualizzato tra l’altro Tajani «vigilerà» sul provvedimento. «E’ giusto che ci sia un dibattito – ha replicato a stretto giro il governatore Veneto Luca Zaia – quanto al vigilare, non serve: è l’autonomia di tutti, non c’è una parte politica che vuole scappare con la refurtiva».Loading…Il pressing della LegaUna replica piccata che va ad aggiungersi al monito del capogruppo alla Lega Riccardo Molinari: pacta sunt servanda. «C’è un accordo di maggioranza – ha ricordato il leghista – che prevede che l’Autonomia inizi la sua discussione in Aula il 29 aprile. E noi ci aspettiamo che tutti mantengano quello che è l’impegno assunto. Abbiamo dato il via libera in Commissione sul premierato al Senato. I patti si rispettano». Patti rispettati per ora dagli azzurri: nessun emendamento è infatti arrivato dal partito in commissione. Ma una parte di Forza Italia fa capire di tenersi comunque le mani libere: «Nessun emendamento in commissione – avvertono Francesco Cannizzaro e Annarita Patriarca – ma c’è ancora l’Aula». Inoltre «avremo modo di valutare i tantissimi emendamenti presentati dall’opposizione».Le proteste delle opposizioni«Le nostre proposte emendative – rivendicano intanto i Dem con Simona Bonafé – sono tutte di merito. Non accetteremo altri strappi: devono poter essere discusse e votate in commissione». «E’ un provvedimento che distrugge l’unità del Paese», accusa il leader M5s Giuseppe Conte. «I nostri mille emendamenti sono un grido di protesta contro chi strozza il dibattito», incalza Avs con Filiberto Zaratti.La data simbolica del 29 aprileIl provvedimento intanto è in calendario in Aula alla Camera il 29 aprile. Una data simbolica – nei ragionamenti off the record dei leghisti – non tanto per arrivare all’ok finale prima delle europee ma per garantire la sopravvivenza stessa dell’Autonomia. L’importante è in sostanza che il testo sia blindato perché l’eventuale approvazione di un emendamento comporterebbe il ritorno a Palazzo Madama in terza lettura e non solo implicherebbe lo slittamento del via libera finale dopo le europee ma potrebbe – si teme – compromettere del tutto l’ok al provvedimento LEGGI TUTTO

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    Meloni chiede un risarcimento di 20mila euro a Canfora. Chi è lo storico e cosa è successo tra lui e la premier

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaAndrà a processo a Bari con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni che ha chiesto un risarcimento di 20mila euro lo storico del mondo antico e filologo Luciano Canfora, 82 anni, professore emerito dell’università di Bari, intellettuale di sinistra e opinionista. La decisione è stata presa dalla giudice Antonietta Guerra, che nel rinviarlo a giudizio ha ritenuto necessaria un’integrazione probatoria sulle parole pronunciate dal filologo in sede di dibattimento. Il processo inizierà il 7 ottobre.Le parole dello storicoLa vicenda risale all’11 aprile 2022 quando Meloni era leader di Fratelli d’Italia e parlamentare all’opposizione del governo Draghi. Nel corso di un incontro con gli studenti del liceo scientifico “Enrico Fermi” di Bari dedicato alla guerra in Ucraina, parlando di Meloni disse che, «essendo neonazista nell’animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini, è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta».Loading…La richiesta di risarcimento da 20mila euroPartì subito la querela e la Procura di Bari, dopo aver chiesto la citazione diretta in giudizio del professore, ne ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. La premier si è costituita parte civile chiedendo, tramite l’avvocato Luca Libra, anche un risarcimento danni da 20mila euro. Secondo il legale, infatti, con le sue parole Canfora avrebbe «leso l’onore, il decoro e la reputazione» di Meloni, «aggredendo la sua immagine, come persona e personaggio politico, con volgarità gratuita e inaudita». «La domanda risarcitoria – scrive ancora il legale – è motivata, anzitutto, dal pregiudizio psicofisico sofferto e, soprattutto, dalla lesione alla reputazione, all’onore e all’immagine» di Meloni.Il difensore: «La premier sarà chiamata a deporre in aula»Di parere opposto il difensore dello storico, Michele Laforgia che aveva chiesto il proscioglimento del suo assistito «perché il fatto non sussiste, o perché non costituisce reato, o perché comunque non punibile per esercizio del diritto di critica politica». «La premier sarà sicuramente chiamata a deporre in aula», ha annunciato inoltre, spiegando: «Sapevamo che, se avessimo dovuto approfondire il tema del “neonazismo nell’animo” nel merito sarebbe stato necessario sentire la persona offesa dal reato», «e forse acquisire» in dibattimento «una massa importante di documenti biografici, bibliografici, autobiografici».Un passato da iscritto nel PciCanfora, nato a Bari nel 1942, professore di filologia greca e latina nell’università di Bari dal 1975, ha insegnato anche papirologia, letteratura latina, storia greca e romana. Autore di numerosissimi studi e saggi di storia antica e contemporanea, tradotti in varie lingue, per anni è stato iscritto al Partito comunista italiano e ha poi aderito a Rifondazione comunista. LEGGI TUTTO

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    Bari, il filologo Canfora rinviato a giudizio. Definì Meloni “neonazista nell’anima”

    Si è svolta oggi nel Tribunale di Bari l’udienza predibattimentale del processo in cui lo storico e filologo Luciano Canfora è imputato per diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni. La giudice Antonietta Guerra ha rinviato a giudizio Canfora: il processo comincerà il 7 ottobre dinanzi al giudice monocratico Pasquale Santoro.
    Definì Meloni “neonazista nell’anima”
    I fatti risalgono all’11 aprile 2022, quando Meloni era parlamentare dell’opposizione e il presidente del Consiglio in carica Mario Draghi. Canfora, invitato a parlare nel liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ di Bari nell’ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino, definì Meloni “neonazista nell’anima”, “una poveretta”, “una mentecatta pericolosissima”. La leader di Fratelli d’Italia querelò poi Canfora, e nei confronti del professore la Procura di Bari ha chiesto la citazione diretta in giudizio. “È necessaria un’integrazione probatoria approfondita che non è compatibile con la struttura dell’udienza predibattimentale”, ha riferito oggi il legale di Canfora, Michele Laforgia, riportando ai cronisti il testo del provvedimento che dispone il giudizio firmato dal giudice prebattimentale.

    “Lesione di dignità e reputazione”

    Canfora, si legge nell’atto dell’avvocato Libra, “ha, senza giustificazione alcuna, leso l’onore, il decoro e la reputazione della persona offesa”, cioè la premier Meloni (all’epoca dei fatti contestati parlamentare dell’opposizione), “aggredendo, vieppiù, la sua immagine, come persona e personaggio politico, con volgarità gratuita e inaudita, utilizzando volgari epiteti – imprevedibili ed estemporanei – che hanno seriamente minato la sfera intima e privata, oltre al patrimonio morale e personale della stessa persona offesa”. “La dinamica dei fatti occorsi – si legge ancora – ha determinato profondi strascichi sulla psiche e sull’immagine personale e professionale della parte civile, tenuto conto dell’ingiusta lesione del diritto inviolabile inerente la propria dignità, immagine e reputazione”. “La domanda risarcitoria – conclude l’avvocato – è motivata, anzitutto, dal pregiudizio psicofisico sofferto e, soprattutto, dalla lesione alla reputazione, all’onore e all’immagine” di Meloni.   LEGGI TUTTO