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    Premierato e separazione delle carriere in frenata, a luglio ingorgo di sette decreti alla Camera

    Ascolta la versione audio dell’articoloUn ingorgo di decreti ma anche una fase di riflessione in vista del futuro referendum confermativo sulla giustizia hanno rallentato l’avanzamento delle due riforme del governo ancora in campo: il premierato e la separazione delle carriere dei magistrati.Premierato e giustizia escono da calendario luglio CameraA spiegare il primo aspetto è stato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, dopo che mercoledì scorso la capigruppo della Camera ha escluso l’approdo in Aula delle due riforme prima della pausa estiva. Un mese fa lo stesso Ciriani, alla precedente capigruppo chiamata a programmare i lavori di giugno-luglio, aveva chiesto di inserire in quel calendario il premierato. Quanto alla separazione delle carriere, ora all’attenzione dell’assemblea del Senato, i più ottimisti avevano pensato ad un iter più celere a Palazzo Madama, così da portare il testo in Commissione Affari costituzionali della Camera ai primi di luglio e in Aula prima delle ferie estive. Ma lo scenario è cambiato, come hanno stabilito i presidenti dei gruppi parlamentari di Montecitorio.Loading…L’ingorgo di decretiIl governo, dunque, non ha potuto fare altro che ricordare il lungo elenco di decreti, ben sette, che pioveranno a luglio nell’Aula della Camera, ingorgandola: differimento termini per il danno erariale, infrastrutture strategiche, Campi Flegrei e zone alluvionate, il decreto del Miur, quello del ministero dello Sport, quello fiscale e quello sull’ex Ilva. Per non parlare di disegni di legge del governo a cui comunque l’esecutivo tiene, come quello sul sostegno alle zone di montagna o quello sull’Intelligenza artificiale. Anche la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati ha detto di sperare che l’esame del premierato in commissione Affari costituzionali si chiuda “in autunno”.L’iter delle due riformeLe due riforme sono in due fasi completamente diverse dell’iter legislativo. Il premierato è stato approvato dal solo Senato ed è in prima lettura in commissione a Montecitorio, dovendo affrontare ancora la fase degli emendamenti. La separazione delle carriere delle toghe ha già ricevuto il sì della Camera e della commissione Affari costituzionali del Senato, che ha confermato il testo Camera; ed anche in Aula la maggioranza è intenzionata a fare altrettanto. Quando dunque il ddl tornerà in seconda lettura a Montecitorio l’iter, secondo l’articolo 138 della Costituzione, sarà rapido: il testo non potrà essere emendato e potrà essere solo approvato o respinto; lo stesso dicasi per la futura seconda lettura di Palazzo Madama. .Referendum confermativo e riforma della legge elettoraleA quel punto, dopo l’approvazione definitiva della riforma, la maggioranza dovrà affrontare il referendum confermativo. Un passaggio politico decisivo per le sorti del governo Meloni. Accelerare l’iter del ddl o rallentarlo di poco permette di far cadere il referendum nel momento voluto, dato che esso potrebbe condurre a elezioni anticipate anche in caso di vittoria del sì. Di qui il confronto, per ora informale, tra le forze politiche sulla legge elettorale che, nelle intenzioni della maggioranza, dovrà essere modificata indipendentemente dal premierato. LEGGI TUTTO

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    Elly Schlein (Pd) contro Meloni e Von der Leyen

    Durante un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, la segretaria del Partito Democratico ha dichiarato che i voti dei socialdemocratici al Parlamento Europeo non devono essere dati per scontati. Poi rivolgendosi alla Presidente del Parlamento Europeo Ursula Von der Leyen, ha proseguito: “Non è accettabile che la Commissione si avvalga di diverse maggioranze secondo le sue esigenze. Non è possibile vedere i Popolari flirtare con l’estrema destra. La nostra presidente del gruppo ha detto che serve un segnale politico: il perimetro di riferimento non può essere quello con l’estrema destra”. È la critica del gruppo S&D, che vede sempre più vicinanza tra il gruppo di von der Leyen e i populisti.

    Critiche a Giorgia Meloni
    Sul Pride in Ungheria, Schlein si scaglia contro Giorgia Meloni, reputando “grave il suo silenzio su Orbàn”. Prosegue poi: “La premier ha perso un’altra occasione per difendere la democrazia e la libertà. Ma non sono sorpresa. Infatti, l’Italia, nel rapporto di Ilga-Europe, è al trentacinquesimo posto su 42 nella difesa dei diritti della persona Lgbtqia+. Doveva dire no a Orbán che vieta i Pride e nega solidarietà sull’accoglienza all’Italia. La premier per i suoi amici sacrifica l’interesse nazionale”, conclude nel colloquio con Gabriella Cerami.

    Schlein: “Meloni ha fatto il suo regalo a Donald Trump” 

    Mentre sulla Nato Schlein, sempre in riferimento alla decisione della premier di aumentare le spese militari, commenta: “ha fatto il suo regalo a Donald Trump. Doveva fare come Sànchez”. Medesima opinione che il giornalista Maurizio Belpietro ha suggerito sul quotidiano La Verità.  LEGGI TUTTO

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    Nuovo decreto flussi, 5mila ingressi in 3 anni: testo oggi in Cdm. Le novità

    Introduzione
    Il governo si prepara a varare un nuovo decreto flussi. Il provvedimento, che  riguarda lavoratori stagionali e non stagionali, colf e badanti, dovrebbe arrivare oggi, 30 giugno, sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il dpcm si propone l’obiettivo di correlare l’entità dei flussi di ingresso al fabbisogno del mercato del lavoro, in coerenza “con la capacità di accoglienza e di inserimento dei lavoratori stranieri nelle comunità locali”, si legge in una bozza visionata dall’ANSA.

    Previsti altri 500mila ingressi di lavoratori stranieri in tre anni. Sarà incentivata la collaborazione con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori verso l’Italia, volta a facilitare la migrazione regolare e a contrastare quella irregolare. Incentivati anche gli ingressi di lavoratori con alta qualificazione professionale.   LEGGI TUTTO