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    Mattarella, visita ufficiale in Brasile: oggi l’incontro con il presidente Lula

    Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Brasiia, prima tappa della visita in Brasile, che durerà fino a venerdì. È in programma oggi l’incontro con il presidente brasiliano Lula. Fra le tappe della visita di Mattarella in Brasile, le aree colpite dall’alluvione di maggio a Porto Alegre, poi San Paolo, Rio de Janeiro e Salvador de Bahia.

    Il programma della missione

    Mattarella visiterà, tra le altre cose, il Museo dell’immigrazione di San Paolo e farà un intervento al Centro brasiliano per le relazioni internazionali di Rio de Janeiro. La missione ha l’obiettivo di recuperare la relazione speciale che l’Italia ha avuto per anni con quella parte di Sud America, soprattutto nell’ottica della copiosa emigrazione italiana tra il XIX e il XX secolo. Ma anche in vista del futuro, in una fase in cui si stanno ridefinendo nuovi equilibri fra le diverse aree del mondo, con nuovi poli di influenza rispetto a quelli tradizionali. LEGGI TUTTO

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    Meloni a Bagnoli firma protocollo intesa: “Cambieremo le cose”. Foto sul palco con De Luca

     “Stamattina accade qualcosa di molto importante per Napoli, la Campania e il Sud nel suo complesso”, ha aggiunto la premier. Poi altro siparietto con il Governatore: “Sono il civile De Luca, le rinnovo il mio benvenuto”, ha detto il presidente della Regione a Meloni 

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    “Ho visto che qui fuori ci sono dei manifestanti: dagli slogan direi che sono centri sociali, ma se non lo fossero, se fossero comitati di cittadini, direi che li capisco. Qui tante promesse sono state fatte e tradite. Ma direi loro di darci la possibilità di dimostrare che le cose si possono cambiare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Napoli, alla cerimonia di firma del protocollo di intesa tra il governo e il commissario straordinario per Bagnoli-Coroglio, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Stamattina accade qualcosa di molto importante per Napoli, la Campania e il Sud nel suo complesso”, ha aggiunto. 

    “Risanamento di Bagnoli investimento strategico”

    “Lo Stato, le istituzioni sono a Bagnoli, e decidono di mettere la faccia su un problema annoso, che va avanti da così tanto tempo che cittadini si convincono che non possa essere risolto. Ma la politica deve sfidare se stessa sugli obiettivi difficili, non su quelli facili. È l’unico modo per dimostrare che i politici non sono tutti uguali, ed è l’unico modo per riavvicinare i cittadini alle istituzioni”, ha spiegato la premier.  
    “Completare il risanamento di Bagnoli è un investimento strategico, per il Sud, per l’Italia, rivendico la scelta del governo di destinare 1,218 miliardi di euro”. Ha detto ancora la presidente del Consiglio. “Gli interventi si concluderanno entro il 2031, e si stima un indotto occupazionale di oltre 10mila unità, tra lavoratori diretti e indiretti”, ha aggiunto. “Faremo quello che va fatto. A chi pensava che questi territori fossero spacciati, che non avessero speranza, che si potessero solo mantenere nella loro condizione con l’assistenzialismo, dimostreremo a questa gente che si sbagliava di grosso, che si può fare molto altro, in modo diverso. E si può mettere questi territori in condizione di competere ad armi pari e dimostrare il loro valore”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Sindaci e governatori più amati d’Italia, vincono Guerra e Fedriga. La classifica

    Introduzione
    Per il ventesimo anno consecutivo, il Governance Poll 2024 svela quali sono i primi cittadini e i presidenti di Regione più apprezzati dalla popolazione. L’indagine è realizzata dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore.

    Il podio dei sindaci è tutto nuovo e di centrosinistra, mentre quello dei governatori vede lo stesso trio di testa che caratterizza da anni la classifica ma ancora una volta a piazzamenti invertiti. Ecco i nomi LEGGI TUTTO

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    Fedriga guida la classifica dei governatori, Guerra quella dei sindaci

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl Governance Poll 2024, lo storico sondaggio che misura il consenso di presidenti di Regione e sindaci organizzato da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore, vede due vincitori differenti rispetto all’edizione 2023: il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga , con un gradimento del 68% e il sindaco di Parma, Michele Guerra, con un gradimento del 63%.Per le Regioni il podio è completato da Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna, 67%), dimessosi venerdì e ora eurodeputato, e Luca Zaia (Veneto, 66%).Loading…Mentre per quel che riguarda i sindaci, Guerra precede il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi (62%), e quello di Ravenna, Michele de Pascale (61%), che sarà il candidato del Pd alla successione di Bonaccini. Un podio tutto di centrosinistra.Tornando alle regioni, al tradizionale terzetto di testa (Fedriga, Bonaccini, Zaia) che negli anni si sono avvicendati ai vertici del Governance Poll, seguono Vincenzo De Luca (Campania) e il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto. %. Il lombardo Attilio Fontana consolida il risultato ottenuto nel giorno delle elezioni e con il 55% è al 9° posto. In calo il governatore del Lazio Francesco Rocca con il 47,5% si piazza in 11° posizione.Grandi novità nella classifica dei sindaci. Con Guerra, che l’anno scorso si era piazzato al quarto posto, completano il podio Manfredi e de Pascale, seguiti da sette primi cittadini al quarto posto con il 60% del gradimento: Luigi Brugnaro (Venezia), Mario Conte (Treviso), Alessandro Canelli (Novara), Mattia Palazzi (Mantova), Matilde Celentano (Latina), Claudio Scajola (Imperia), Giuseppe Cassì (Ragusa). LEGGI TUTTO

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    Europarlamento, bufera su Vannacci, ecco perché è scoppiato il caso tra i Patrioti

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNeanche il tempo di veder la luce che a Bruxelles già si incrina l’unità dei sovranisti “Patrioti per l’Europa” al Parlamento europeo, diviso sulla nomina dell’italiano Roberto Vannacci tra i sei vicepresidenti del gruppo. Divisioni che, su spinta francese, potrebbero portare alla sostituzione del generale leghista nel giro di pochi giorni. Il nuovo gruppo al Parlamento europeo «prenderà tutte queste decisioni nella prossima riunione di gruppo di lunedì (15 luglio, ndr), quindi non posso dirvi nulla». Lo ha anticipato un portavoce del gruppo, Alfonso De Mendoza, rispondendo a una domanda sulla possibile sostituzione di Vannacci, campione di preferenze nella Lega nell’ultima tornata elettorale per le Europee, come vicepresidente (uno dei sette previsti) durante il briefing pre-plenaria. Lo stesso portavoce ha respinto poi le accuse di divisioni all’interno del gruppo. Rassemblement National contro la designazione del generale alla vicepresidenza«Non c’è alcuna divisione. È un nuovo gruppo composto proprio questa settimana e prenderemo tutte le decisioni a tempo debito», ha assicurato. Nonostante dal Carroccio negano che ci sia un “caso Vannacci” tra i Patrioti, e che quindi sia sorto un motivo di scontro all’interno di un gruppo che ha pochi giorni di vita, a contestare la nomina del generale italiano sarebbe la delegazione francese – azionista di maggioranza dei Patrioti con 30 eletti, seguiti dagli 11 eurodeputati del partito ungherese Fidesz e dagli 8 della Lega – pronti a tornare sulla decisione per chiedere agli uomini di Matteo Salvini di nominare un altro vicepresidente in quota Lega del gruppo.Loading…I francesi: «Nomina arrivata da annuncio unilaterale della Lega» I lepenisti francesi «si oppongono» alla nomina che sarebbe arrivata da un annuncio “unilaterale” della Lega, ha spiegato pochi giorni fa uno degli esponenti di punta del Rassemblement National, il deputato Jean-Philippe Tanguy, anticipando che una richiesta in questo senso sarebbe stata avanzata.Bardella prende le distanze da alcune dichiarazioni “omofobe” dell’esponente della Lega Ma già prima delle elezioni era stato lo stesso presidente del Rn, Jordan Bardella – diventato ora capogruppo dei Patrioti al Pe – a prendere pubblicamente le distanze da alcune dichiarazioni “omofobe” dell’esponente della Lega.La replica del generale italiano Proprio il generale autore del controverso caso editoriale “Il mondo al contrario” sulle colonne di Repubblica si è detto sicuro che il «Rassemblement national non possa esprimere veti, soprattutto a valle di una votazione già condotta». L’elezione dei vicepresidenti è «avvenuta all’unanimità, quindi mi sembrano posizioni sicuramente contrastanti con quanto deciso durante il suffragio», ha puntualizzato. Difficile quindi fare una completa marcia indietro, più verosimile che i lepenisti convincano la Lega a indicare un altro nome. LEGGI TUTTO

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    Inchiesta Liguria, Toti: “La poltrona è un peso, farò scelte per il bene della regione”

    “È chiaro che oggi per me la poltrona di Presidente è maggiormente un peso che un onore. Forse sarebbe stato più facile, fin da subito, sbattere la porta, con indignazione, al solo sospetto…Non mi spaventa rinunciare ad un ruolo a cui pure sono legato…”. Lo scrive Giovanni Toti – il governatore ligure agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio con l’accusa di corruzione – in una lettera al suo avvocato Stefano Savi. “Vedo come una liberazione poter ridare la parola agli elettori…. ma la Presidenza non è un bene personale… Nei prossimi giorni, con il permesso dei magistrati, tornerò ad incontrarmi con gli amici del movimento politico, gli alleati… E le scelte che faremo saranno per il bene della Liguria”. Toti oggi ha chiesto di incontrare il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i due assessori regionali Giacomo Giampedrone e Marco Scajola. L’istanza è stata presentata al giudice di Genova dal difensore Stefano Savi. Salvini sarà nel capoluogo ligure lunedì 15 luglio ma non è detto che l’incontro con il leader della Lega possa avvenire già quel giorno. I confronti serviranno anche per decidere su come proseguire il lavoro in Regione all’indomani della decisione del Riesame di lasciare Toti ai domiciliari.
    La replica alla decisione dei giudici del Riesame
    La decisione di lasciarlo ai domiciliari è stata motivata con il rischio che il governatore potrebbe reiterare il reato “in quanto ha dimostrato di non aver compreso appieno la natura delle accuse”, hanno scritto nelle motivazioni i giudici.  “Ora, per tranquillizzare i giudici del Riesame, che ritengono io non abbia capito il reato commesso e dunque lo possa reiterare, vorrei essere chiaro: ho capito benissimo cosa mi viene addebitato. Per i magistrati sarebbe reato essermi interessato ad un pratica, pure se regolare, perché interessava ad un soggetto che ha versato soldi al nostro movimento politico, pure se regolarmente”, replica Toti nella lettera al suo avvocato Stefano Savi. “Che, per paradosso, vuol dire che se mi fossi interessato alla stessa pratica di un imprenditore che non ci ha mai sostenuto, non sarei stato corrotto. – sostiene Toti – E se l’imprenditore avesse finanziato un movimento politico di cui così poco stimava la politica e i leader, tanto da non parlargli neppure dei suoi progetti, non sarebbe stato un corruttore. Mi si perdoni, ma pur capendo, non sono d’accordo. Pur avendo confermato ai magistrati punto per punto quanto accaduto, senza nascondere nulla. E tuttavia la reiterazione di quel reato resta impossibile”.   LEGGI TUTTO

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    Vertice Nato, Meloni conferma il sostegno a Kiev e bacchetta Salvini

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaL’ultimo faccia a faccia prima di lasciare Washington è con Volodymyr Zelensky. Per Giorgia Meloni questo vertice Nato è stata anche l’occasione per confermare «la linea dell’Italia chiara a tutto il mondo» sul sostegno all’Ucraina così come sul rafforzamento, anche finanziario, della Difesa nonostante da Roma il suo vicepremier leghista, Matteo Salvini, abbia tentato più volte di metterla in discussione. Meloni assicura che la maggioranza è «compatta».La bacchettata a SalviniLa scelta di difendere Kiev è parte integrante del programma elettorale del centrodestra e infatti il governo «ha rispettato i suoi impegni con una solidità – rivendica – che mi corre l’obbligo di ricordare non abbiamo visto nelle maggioranze che ci hanno preceduto e che non vediamo attualmente nell’opposizione». Ciò detto non manca la bacchettata a Salvini. «Noi in Ucraina ci siamo concentrati sui sistemi di difesa aerea, che è il modo migliore per difendere una nazione aggredita. Lo dico anche a chi da varie parti dice che se si continuano a inviare armi all’Ucraina si alimenta la guerra», aggiunge la presidente del Consiglio facendo esplicito riferimento a quanto detto proprio da Salvini nei giorni scorsi.Loading…I rapporti con OrbanUn duello destinato nei prossimi mesi ad acuirsi sempre più. Anche perché l’arena principale sarà in Europa, a Bruxelles e prima ancora a Strasburgo. Gli indizi del resto sono evidenti. La nascita del gruppo dei Patrioti fondato da Viktor Orban è avvenuta contemporaneamente alle trasferte a Mosca e a Pechino fatte dal leader ungherese subito dopo aver assunto la presidenza di turno dell’Unione, a cui giovedì si è aggiunta quella in Florida nella residenza di Trump a vertice Nato (di cui l’Ungheria fa parte) ancora in corso. «I leader politici hanno diritto di incontrare altri leader, non ci vedo niente di strano. Non credo sia un mistero che Orban sia vicino più a Trump che a Biden», minimizza la premier che a proposito dei viaggi a Mosca e Pechino aggiunge: «Se fossero iniziative che possono portare qualche spiraglio di pace niente di male, direi ben vengano. Ma se il giorno dopo un ospedale con i bambini dentro viene bombardato a me pare che dimostri non ci sia alcuna volontà di dialogo da parte della Russia di Putin».La partita in EuropaOra la partita torna in Europa dove si sta per aprire una settimana cruciale che culminerà giovedì nella pronuncia dell’Europarlamento sulla conferma di Ursula von der Leyen. Meloni è cauta. Ancora non si schiera. Sottolinea che da Presidente del Consiglio farà il massimo per dare all’Italia «quel che all’Italia spetta per il suo peso». Molto dipenderà dai colloqui che si terranno nelle prossime ore e dal faccia a faccia che von der Leyen avrà martedì con l’Ecr, il gruppo dei Conservatori di cui Meloni è leader e che ha in Fratelli d’Italia la componente più numerosa (24 deputati). Voti che potrebbero rivelarsi decisivi per il bis della presidente uscente.I rischi per la premierAnche Meloni però rischia. I Patrioti – il gruppo fondato da Orban e dove siedono anche i parlamentari di Marine Le Pen e Matteo Salvini con gli spagnoli di Vox fino a a poco prima in Ecr – continuano a cannoneggiare Von der Leyen e i suoi sostenitori. Se Meloni giovedì fosse tra questi la frattura con quelli che ancora per lei sono alleati diventerebbe enorme anche se la premier cerca di ridimensionarne la portata. «La partecipazione e la composizione dei gruppi europei non impedisce affatto che ci siano ottimi rapporti e che ci siano forme di collaborazione, come in Italia dove i tre partiti che compongono la maggioranza, pur stando insieme praticamente da 30 anni, sono sempre stati in gruppi divisi». E’ vero. Ma era un altro mondo. Non c’era una guerra alle porte dell’Europa, non c’era un rapporto a rischio con gli Stati Uniti e il presidente del Consiglio italiano in ogni caso si è sempre schierato a sostegno del presidente della Commissione indicato dal Consiglio europeo. Meloni sarebbe la prima a non farlo. LEGGI TUTTO

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    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura La Camera dei deputati ha approvato la fiducia al dl Agricoltura con 181 voti a favore e 111 contrari.Loading…Lollobrigida: confronto ampio e costanteIl decreto agricoltura, ha detto ieri il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nell’Aula della Camera, «nasce da un confronto ampio e costante tra le forze di maggioranza ma anche con parte delle forze di opposizione per affrontare problemi emergenziali», da «alcuni fenomeni siccitosi» alla «peste suina africana».Pd: decreto omnibus senza risposteMolto critiche le opposizioni. «Siamo davanti all’ennesima fiducia, che non sarà l’ultima, su un provvedimento fondamentale per il Paese nel solco di un metodico svilimento della democrazia parlamentare – ha dichiarato la deputata dem Antonella Forattini esprimendo il voto contrario del Pd alla fiducia -. Votiamo in realtà su un decreto omnibus che non dà risposte strutturali al comparto agricolo che soffre da troppo tempo: l’emergenza climatica e la peste suina non sono arrivate adesso ma voi continuate a rincorrerle tardivamente. E solo adesso vi accorgete della siccità che attanaglia le regioni del Sud dopo l’inefficacia dei 14 mesi di commissariamento che non hanno prodotto risultati apprezzabili”. Lo posta dal governo sul dl Agricoltura LEGGI TUTTO