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    Dazi Usa, Meloni si prepara a incontrare Donald Trump. In corso tavolo con le imprese

    Aiuti alle imprese italiane più colpite dai dazi, e nel frattempo un dialogo sempre più stretto con gli Stati Uniti. Sono queste le due direttive sulle quali si muove in questi giorni la premier Giorgia Meloni, pronta a volare a Washington nei prossimi giorni per parlare delle tariffe direttamente con il presidente Usa Donald Trump. Intanto oggi, 8 aprile, dopo la task force ministeriale che si è tenuta ieri, la presidente del Consiglio sta tenendo l’incontro con i rappresentanti delle categorie produttive, sempre nel tentativo di capire come attutire il colpo dei dazi sulla loro competitività. 

    L’incontro con le imprese

    A Palazzo Chigi la preoccupazione per le ricadute delle tariffe su determinati comparti, come ad esempio l’agroalimentare, resta alta. Varie le possibili soluzioni che si stanno vagliando e che saranno discusse con le rappresentanze settoriali, comprese le compensazioni sul modello degli aiuti durante il Covid (che andrebbero però concordati con l’Ue). C’è poi chi suggerisce di rafforzare il fondo per il Made in Italy, mentre al momento resta più scetticismo sulla possibilità di utilizzare parte dei fondi del Pnrr, compresi quelli di Transizione 5.0 suggeriti da Confindustria, perché anche qui ogni modifica di destinazione andrebbe negoziata con Bruxelles. E proprio in seno all’Ue, intanto, Roma ribadisce la richiesta di interventi “sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal” per andare incontro soprattutto alle esigenze dell’automotive. LEGGI TUTTO

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    Governo: perché Salvini vuole tornare al Viminale, anche se per ora resta al Mit

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaMatteo Salvini, acclamato segretario della Lega per la terza volta, vuole tornare al Viminale. Lì lo reclamano militanti e vertici del Carroccio. E lui stesso non si è tirato indietro quando domenica dal palco di Firenze il vicepremier si è detto “a disposizione” per un eventuale ritorno. E’ ormai caduto lo stigma dell’accusa di sequestro di persona grazie all’assoluzione al processo Open Arms di Palermo. L’aspirazione è legittima. Ma implicherebbe che l’attuale titolare del ministero, Matteo Piantedosi, facesse un passo indietro. Cosa che, almeno al momento, non sembra intenzionato a fare, forte anche del sostegno di FdI e Forza Italia che ne difendono l’operato.Le motivazioni di SalviniDa tempo Salvini è convinto che solo da ministro dell’Interno potrà rilanciare le percentuali della Lega e sperare così nell’altro obiettivo, inscritto nel nome del partito: Lega primo partito della coalizione e Salvini premier. Con un solo altro tentativo a disposizione, quello delle prossime elezioni. Perchè questo mandato, ha fatto intendere, sarà l’ultimo: «Al prossimo congresso sarò qui da delegato, e qui in sala c’è chi sarà il prossimo segretario, anche se non so chi» ha dichiarato infatti Salvini che alle assise previste nel 2029 dunque non correrà da segretario.Loading…La retromarcia della LegaMa tra gli alleati di governo, la proposta viene vista come un rimpasto ad personam né necessario né voluto. Salvini al Viminale? «Io ho grande considerazione del ministro Piantedosi, sta lavorando benissimo» dichiara gelido il ministro degli Esteri Antonio Tajani al margine del Consiglio Ue Commercio. E la stessa premier ha sempre fatto capire di non gradire nessun rimpasto. Davanti al muro degli alleati e al silenzio di Meloni, la cautela diventa d’obbligo e dalla Lega spiegano che se, da un lato, «il desiderio del partito è chiaro», «Salvini non intende fare forzature o accelerazioni», è «totalmente immerso nel suo lavoro al Mit» con un approccio sempre costruttivo a beneficio della maggioranza». Conclusione: il partito «non pone e non porrà problemi a Giorgia Meloni». Per ora Salvini resta al Ministero delle Infrastrutture.La telefonata con PiantedosiEd è probabilmente per disinnescare eventuali tensioni che lo stesso Salvini sente il ministro dell’Interno, Matteo Piantendosi (suo capo di gabinetto quando il leader della Lega era il titolare del Viminale ai tempi del governo Conte I) come riferiscono fonti della Lega, assicurando che «tra i due c’è stima, amicizia e sintonia. Il feeling umano, professionale e politico non verrà mai meno e non è in discussione». E Salvini, ospite di ’Cinque minuti’ su Raiuno, frena ancora: «Io ritengo che Piantedosi, oltre a essere un leale servitore dello Stato, sia anche un ottimo ministro. Noi le risposte le diamo anche approvando il decreto sicurezza».Per la vulgata leghista, in caso di rimpasto, Piantedosi potrebbe lasciare il ministero dell’Interno e correre per la presidenza della Campania alle prossime regionali. Una prospettiva che, però, il titolare del Viminale sembra non considerare affatto. Almeno per ora: «Io fuori dal ministero ambirei solo ad un ruolo all’Avellino Calcio, è l’unica passione che coltivo al di fuori del Viminale», risponde LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Bolzano, chi sono i candidati sindaco

    Domenica 4 maggio 2025 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e per scegliere il sindaco di Bolzano. Le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 22. Nel caso nessuno dei candidati ottenga il 50%+1 dei voti validi, si terrà un ballottaggio domenica 18 maggio dalle ore 7 alle 22. Non si ripresenterà l’attuale primo cittadino, Renzo Caramaschi, che guida una giunta di centrosinistra-Svp e che ha raggiunto il limite dei due mandati. Si presentano alle elezioni comunali a Bolzano 13 liste per 403 candidati al Consiglio comunale. Sono invece sei i candidati sindaco: ecco chi sono. 

    I candidati di centrodestra e centrosinistra

    Il centrodestra ha deciso di puntare su una figura civica, anziché un uomo di partito: Claudio Corrarati, 57 anni, imprenditore, potrà contare sul sostegno di FdI, Lega, FI, Civica per Bolzano-Corrarati sindaco. Sarebbe la prima volta di un sindaco di centrodestra, in una città da sempre governata dal centrosinistra, fatta eccezione per una brevissima parentesi nel 2005, quando venne eletto Giovanni Benussi (rimase in carica soltanto un mese perché gli mancava la maggioranza in consiglio comunale). Il centrosinistra, invece, ha deciso di scommettere su Juri Andriollo, 49 anni, avvocato e assessore comunale uscente del Pd: ad appoggiarlo ci sono Pd, Verdi/Sinistra, Restart, Lista civica con Juri Andriollo sindaco, in cui confluirà la Civica di Renzo Caramaschi con i suoi candidati.
    Gli altri candidati
    A correre per il Movimento 5 Stelle e per Rifondazione sarà Simonetta Lucchi, 60 anni, trilingue, docente, scrittrice, coordinatrice di progetti Clil: a lei è affidato il compito di tornare a dare rappresentanza al Movimento all’interno del Consiglio comunale, dove è assente. La Svp punta su Stephan Konder, 58 anni, dirigente della Cassa di risparmio, nonché vicesindaco uscente, possibile ago della bilancia in un eventuale ballottaggio che potrebbe essere incerto. Stesso discorso anche per Angelo Gennaccaro, 41 anni, vicepresidente del consiglio provinciale e assessore regionale, che correrà con la sua lista civica Io sto con Bolzano. Se non dovesse arrivare al ballottaggio le idee sono chiare: non verranno date indicazioni di voto. Infine, Matthias Cologna, 32 anni, ispettore amministrativo in Provincia, mistilingue, consigliere comunale uscente, è il candidato sindaco del Team K, scelto dopo la rottura delle trattative con il centrosinistra. “A Bolzano manca una visione per il futuro. Serve discontinuità rispetto alla giunta Caramaschi”, ha dichiarato. LEGGI TUTTO

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    Dazi Trump, vertice di governo con Meloni: “Guerra commerciale non avvantaggia nessuno”

    La riunione convocata dalla premier a Palazzo Chigi è durata circa un’ora e mezza. Alla task force hanno partecipato i due vicepremier, Salvini e Tajani, e i ministri Giorgetti, Urso, Lollobrigida e Foti. È stato ribadito che “una guerra commerciale non avvantaggia nessuno”. Inoltre, in vista della riunione di martedì con le categorie produttive, sono state analizzate delle proposte per sostenere i settori più a rischio

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    È durato circa un’ora e mezza il vertice di governo sui dazi convocato dalla premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Alla task force hanno partecipato i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e made in Italy Adolfo Urso, il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il ministro degli Affari europei e del Pnrr Tommaso Foti, oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Durante l’incontro è stato ribadito che “una guerra commerciale non avvantaggia nessuno”. Inoltre, in vista della riunione di martedì con le categorie produttive, sono state analizzate delle proposte per sostenere i settori più a rischio (DAZI, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

    La nota di Palazzo Chigi

    Alla fine del vertice, una nota di Palazzo Chigi ha fatto sapere che durante la riunione c’è stato “un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana”. I ministri, inoltre, “hanno illustrato” alla presidente del Consiglio “le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani”. Si è “discusso” anche “degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo”.

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    Dall’Argentina alla Cina, sui dazi c’è chi tratta e chi no

    Ribadito il no a una “guerra commerciale”

    Durante l’incontro, poi, “è stato ribadito che una ‘guerra commerciale’ non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti”. Inoltre, prosegue la nota, “è emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, vertice di governo: sul tavolo le ipotesi per sostenere le imprese –

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNella riunione a Palazzo Chigi «per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana», i ministri «hanno illustrato» alla premier Giorgia Meloni «le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Al vertice di governo hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Tommaso Foti (Affari Ue), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Francesco Lollobrigida (Agricoltura). I ministri interessati hanno discusso inoltre «degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo».Vertice sui dazi: guerra commerciale non avvantaggia nessuno Loading…«È stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi» riferisce ancora la nota di Palazzo Chigi al termine della riunione fra la premier Giorgia Meloni e i ministri «per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana»A Palazzo Chigi vertice con Meloni e ministriAd annunciare la nuova riunione della ’task force’ sui dazi era stata la stessa presidente del Consiglio in occasione del Cdm di venerdì scorso. «Ho deciso di chiedere ai due vicepremier, al ministro dell’Economia, dell’Industria, dell’Agricoltura, delle Politiche europee, di vederci lunedì pomeriggio e di portare ciascuna per la propria competenza uno studio sull’impatto che questa situazione può avere per la nostra economia», aveva detto Meloni. Lo stesso gruppo di lavoro si confronterà anche con i rappresentanti delle categorie produttive, che saranno ricevuti domani a Palazzo ChigiVerso missione Meloni a Washington il 16 aprileIntanto prende sempre più quota la missione negli Usa della premier. Giorgia Meloni andrà a Washington il 16 aprile. Lo confermano all’Adnkronos fonti informate, in attesa dell’annuncio ufficiale di Palazzo Chigi e della Casa Bianca. Incrociando le agende della premier e del presidente americano sarebbe stata individuata questa data per l’incontro con Donald Trump, che avverrà solo due giorni prima dell’arrivo in Italia del vice presidente JD Vance. La missione di Meloni a Washington, con ovviamente al centro la questione dei dazi che ha stravolto l’agenda di un incontro a cui si lavorava da tempo, cadrà anche all’indomani della data individuata dall’Unione Europea per cominciare ad applicare i controdazi decisi in risposta ai dazi americani. LEGGI TUTTO

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    Tajani: no a una guerra commerciale, governo è operativo in difesa delle imprese italiane

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Ci sarà con effetto dal 15 aprile una lista di prodotti americani su cui mettere i dazi. È una vecchia lista congelata, io ho chiesto il rinvio ma mi pare che la posizione prevalente sia di cominciare dal 15». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del consiglio Affari esteri in formato Commercio a Lussemburgo. Se nella lista c’è il whiskey? «Ho chiesto che non ci sia, la lista verrà stilata tra stasera e domani, diciamo che sono moderatamente ottimista», ha spiegato Tajani aggiungendo che la seconda serie di contromisure dovrebbe entrare in vigore il 15 maggio ma, «da qui al 15 c’è ancora tempo per la trattativa».No ad una guerra commercialeInvestire negli Usa è un modo per «proteggere» le esportazioni italiane. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del consiglio Ue commercio. Per il Ministro una guerra commerciale «sarebbe esiziale per gli Usa come per la Ue e noi dobbiamo proteggere le nostre esportazioni e il sistema industriale, per questo occorre trattare con gli Usa e lo deve fare l’Europa unita».Loading…La fiducia verso il commissario Sefcovic (responsabile del commercio in rappresentanza della Commissione europea che agisce su mandato dei governi sulla politica commerciale) è sulle mosse che si stanno compiendo in questi giorni, «l’obiettivo ideale sarebbe trovare un accordo con zero tariffe da una parte e dell’altra, una via intermedia potrebbe essere la riduzione dei dazi del 10% da parte americana. Con un’Europa unita, l’Italia può lavorare per una dilazione dell’imposizione della reazione europea, cioè una lista (di contromisure) congelata». In tal quadro «lavoreremo perché la lista non sia perniciosa per le nostre imprese, per dazi che non provochino reazioni da parte americana».Meloni a WashingtonTajani ha ripetuto che «è il momento di mostrare grande equilibrio, serietà, evitare reazioni scomposte che provocherebbero danni non solo al commercio americano ma anche europeo e italiano». E più volte ha battuto il tasto sul concetto che da parte italiana «c’è voglia di lavorare con la Ue: non prenderemo alcun atteggiamento in contrasto con la Ue, daremo un contributo di equilibrio, di assoluta contrarietà a una guerra dei dazi». Il riferimento quasi ossessivo all’unità della Ue e alla fiducia verso Bruxelles si spiega con la necessità di smarcarsi dalle posizioni della Lega.Chiarendo come sia possibile trattare in questa fase, visto che un negoziato implica una volontà da entrambe le parti di farlo, il ministro degli esteri ha detto: «La trattativa è aperta, Sefcovic ha già avviato una interlocuzione con gli Usa, non mi pare che il dialogo si sia interrotto, ora dobbiamo andare avanti cercando comunque la trattativa». Poi ha fatto riferimento alla missione della premier Meloni a Washington: «Mi auguro possa essere utile, tutti noi governi europei dobbiamo convincere gli Usa ad avere una posizione dialogante, poi la trattativa la fa la Commissione». LEGGI TUTTO

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    Sondaggio, italiani bocciano dazi di Trump. Incertezza su come dovrebbe reagire il governo

    Secondo l’ultima rilevazione dell’istituto di ricerca YouTrend per Sky TG24, l’80% degli intervistati valuta negativamente l’introduzione delle nuove tariffe commerciali annunciate dal presidente degli Stati Uniti. La risposta dell’esecutivo dovrebbe essere quella di assumere un ruolo di mediazione tra Usa e Ue (36%) o rispondere con dazi equivalenti (32%). Minoritaria l’ipotesi di negoziare direttamente con Trump (20%). Nelle intenzioni di voto FdI rimane primo partito. Calano Pd e Lega, crescono Calenda e Conte LEGGI TUTTO

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    Mattarella: qualità dei servizi per contrastare denatalità

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«Il tasso di mortalità materna e infantile in Italia è incoraggiante e testimonia la presenza di un sistema sanitario diffuso, in grado di garantire cure di alta qualità e supporto a future madri e neonati. La crescente denatalità che affligge il nostro Paese impone tuttavia un impegno costante e mirato per assicurare la continuità e la qualità dei servizi, a beneficio di tutte le generazioni, in aderenza al carattere universalistico del nostro sistema sanitario». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione della giornata mondale della salute.Il Capo dello Stato sottolinea che «il diritto alla salute è una conquista della nostra civiltà, frutto di decenni di impegno civile e mobilitazione popolare, riforme sociali e progressi scientifici. La recente esperienza pandemica ha evidenziato come la salute globale sia vulnerabile e quanto sia cruciale investire in sistemi sanitari robusti, pronti a fronteggiare le emergenze».Loading…«Il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – prosegue il Capo dello Stato – per celebrare la giornata odierna ci invita a concentrarci sulla salute delle madri e dei nuovi nati: “Un inizio sano, un futuro pieno di speranza”. Migliorare l’accesso alle cure prenatali, formare operatori sanitari qualificati e garantire infrastrutture efficienti ai neonati, significa promuovere un ciclo virtuoso dando la possibilità ai bambini di crescere in una società prospera e dinamica. Tutelare il diritto alla salute sin dalla nascita è condizione imprescindibile per garantire un futuro a tutti i cittadini, riconoscendo che il benessere di ogni individuo contribuisce alla vitalità della comunità». LEGGI TUTTO