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    Manovra 2025, presentati oltre 4500 emendamenti: come può cambiare la legge di Bilancio

    Introduzione
    Dalla modifica della web tax allo stop all’aumento della tassazione sulle criptovalute, dalla nuova rottamazione fino all’aumento delle risorse alla sanità, sono nero su bianco le proposte con cui maggioranza e opposizione proveranno a modificare la legge di Bilancio. Al Senato lo scontro politico si gioca sul decreto legge Fisco, che ha sul tavolo altri cavalli di battaglia dei partiti, come il canone Rai o lo scudo penale. Gli emendamenti depositati alla commissione Bilancio di Montecitorio sono 4.562. LEGGI TUTTO

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    M5S, voto online per la Costituente dal 21 al 24 novembre su garante e limite dei mandati

    ServizioLa transizione dei Cinque stelleI quesiti saranno resi noti giovedì. L’esito delle consultazioni comunicato all’evento “Nova” dal 23 al 24 novembredi Redazione Roma12 novembre 2024Beppe Grillo attacca Giuseppe Conte: “Chiedo l’estinzione del M5S, il movimento è evaporato”Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaIl M5s convoca i suoi iscritti per le votazioni dei quesiti che saranno posti all’Assemblea costituente. Consultazione in rete dalle ore 10 del 21 novembre alle ore 15 del 24 novembre. Ai voti, tra le altre proposte emerse nel processo costituente, il ruolo del garante, il limite dei mandati e le alleanze. Ma anche il nome e il simbolo del Movimento. I quesiti saranno resi noti il prossimo 14 novembre. «Per ciascun punto all’ordine del giorno l’assemblea sarà chiamata ad esprimersi su una o più specifiche proposte», si legge nella convocazione pubblicata sul sito. L’esito delle consultazioni sarà comunicato in occasione dell’evento “Nova”, in programma al Palazzo dei Congressi di Roma dal 23 al 24 novembre.Loading… LEGGI TUTTO

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    Ue, audizione Fitto: “Qui non rappresento un partito o l’Italia ma l’Europa”

    A Bruxelles terminano le audizioni con i vicepresidenti esecutivi in pectore. L’italiano ha esordito dicendo: “Sono pronto a mettere tutta la mia esperienza al servizio della Commissione. È un onore che il mio governo mi abbia indicato”. Ha garantito indipendenza ed equidistanza. Rispondendo a una domanda ha ammesso: “Oggi voterei a favore del Next Generation EU”. Il Pe rinvia il voto a data da destinarsi

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    A Bruxelles è l’ultimo giorno delle audizioni al Parlamento europeo per i 26 commissari europei proposti dalla presidente Ursula von der Leyen. Sono sei i vicepresidenti esecutivi in pectore impegnati nelle audizioni di oggi. Dal mattino si è cominciato con Raffaele Fitto e Kaja Kallas, poi Roxana Minzatu e Stephane Sejourné, fino a Henna Virkkunen e Teresa Ribera. L’italiano Raffaele Fitto, ha esordito dicendo: “Cinque anni fa ero seduto tra di voi, ricordo il mio viaggio politico, dal locale al nazionale a Bruxelles: ho sempre lavorato per un’Europa più forte. È un onore per me e sono pronto a mettere tutta la mia esperienza al servizio della Commissione. È un onore che il mio governo mi abbia indicato. Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per il mio impegno per l’Europa”.

    Fitto: “Garantisco per il mio ruolo indipendenza e equidistanza”

    Raffaele Fitto ha spiegato: “Posso dire che il mio ruolo sarà di indipendenza e equidistanza con tutti gli Stati membri, conosco bene il codice di condotta e le posso assicurare che per quanto mi riguarda la serietà nel mantenere gli impegni è garantita. La presidente von der Leyen ha chiesto la collegialità di tutte le decisioni e io sono pronto a prendere un impiego sul fronte della collegialità e della condivisione. So bene che il mio sarà diverso da quanto fatto finora. Essere parlamentare europeo vuol dire essere rappresentante di una parte, essere ministro vuol dire rappresentare un Paese, essere un commissario vuol dire rappresentare l’Ue”. Rispondendo all’intervento di una eurodeputata Verde molto polemico nei confronti della sua storia politica, Fitto ha detto: “Se le sembro un fascista, faccia lei…”.

    Su Insider
    I commissari Ue alla prova delle audizioni in Parlamento

    Fitto: “Oggi voterei a favore del Next Generation EU”

    Tra le tante domande, Fitto ha risposto sul Next Generation Eu: “Sulla nostra astensione posso dire che in quella fase avevamo dei dubbi sulla sua attuazione, ma era una posizione di attesa, non contraria. Se dovessi votare domattina sarebbe un voto favorevole”. Poi ha detto che “la politica di coesione dell’Unione europea serve per raggiungere i nostri obiettivi climatici concordati. La politica di coesione va semplificata, deve essere più flessibile e trasparente: corrisponde a un terzo del bilancio pluriennale e deve essere finanziata in modo adeguato”.
    “Su Pnrr realizzare investimenti e riforme entro 2026”
    “Per quel che riguarda il Pnrr se sarò confermato vicepresidente esecutivo lavorerò assieme al Commissario per l’economia per consentire agli stati membri di realizzare le riforme e gli investimenti previsti entro il 2026”, ha detto il candidato alla vicepresidenza esecutiva della Commissione europea, Raffaele Fitto. “La semplificazione sarà un tema centrale, collaborerò il nuovo commissario alla semplificazione, la delega alla semplificazione assegnata a Dombrovskis può rappresentare una grande novità è un tema importante soprattutto per la politica coesione”. LEGGI TUTTO

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    Cdm, approvato il decreto legge per riaprire i termini del concordato preventivo biennale

    A Palazzo Chigi si è riunito il Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno c’erano il decreto per la riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo biennale (che avrà una nuova finestra fino al 12 dicembre), un disegno di legge sulla Croce rossa e il regolamento del Liceo del Made in Italy

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    Il Consiglio dei ministri si è riunito questa mattina, intorno alle ore 12, a Palazzo Chigi, preceduto da una riunione tecnica preparatoria. Il Cdm è durato circa 45 minuti. All’ordine del giorno c’era in particolare il decreto di legge per la riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo biennale, che è stato approvato e consentirà alle partite Iva di aderire fino al 12 dicembre. Il Consiglio dei ministri ha anche dato il via libera alla nomina di Salvatore Luongo come comandante generale dei carabinieri. Luongo, attualmente vicecomandante generale, prenderà il posto di Teo Luzi. 

    I vari temi

    All’esame, tra l’altro, c’erano anche un disegno di legge per la ratifica dell’accordo tra Italia e Moldova in materia di sicurezza sociale siglato il 31 ottobre scorso, e un altro sull’integrazione delle attività di interesse pubblico esercitate dall’associazione della Croce rossa italiana e la revisione delle disposizioni in materia di corpi dell’associazione della Croce rossa italiana ausiliari delle forze armate. Sul tavolo anche un decreto legislativo per l’attuazione della direttiva europea sullo scambio di informazioni tra le autorità degli Stati membri di contrasto alle attività criminali. All’ordine del giorno c’è anche un decreto del presidente della Repubblica sul regolamento sulla definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del Made in Italy. Infine è stato esaminato in via preliminare un decreto legislativo del ministero della Difesa per disciplinare le particolari limitazioni all’esercizio dell’attività di carattere sindacale da parte del personale impiegato in attività operativa, addestrativa, formativa ed esercitativa, anche fuori dal territorio nazionale. LEGGI TUTTO

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    Nassiriya, Mattarella e Meloni ricordano caduti: rinnoviamo la memoria

    “Nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l’Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale. A ventun anni dal tragico attentato di Nassiriya, rinnoviamo la memoria dei diciannove italiani che persero la vita in quell’orribile atto di violenza, insieme agli iracheni che condivisero il medesimo tragico destino, e con loro, quella di tutti i caduti nelle missioni internazionali”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda gli italiani morti in Iraq.

    Meloni: “Nostra riconoscenza a quanti hanno sacrificato la vita”
    “Nella Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, l’Italia rende omaggio ai 19 italiani che 21 anni fa, il 12novembre 2003, rimasero uccisi nella strage di Nassiriya. Un tremendo attentato che rimarrà sempre scolpito nella nostra mente” scrive sui social la presidente del consiglio Giorgia Meloni. “In questo giorno di ricordo e commozione – prosegue – la nostra riconoscenza va a quanti hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere, unitamente al ringraziamento di tutto il Governo italiano, mio in primis, alle donne e agli uomini delle Forze Armate che, impegnati anche nelle aree più difficili, operano ogni giorno per la costruzione della pace con dedizione, profondo senso di umanità e amore per la Patria. L’Italia non dimentica”. LEGGI TUTTO

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    Autonomia, tre scenari per la Consulta. Dai giudici possibili correzioni parziali

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaDa una parte il Nord, rappresentato da Veneto Lombardia e Piemonte, dall’altra il Sud, rappresentato da Puglia Sardegna e Campania. Se non ci fosse anche la “rossa” Toscana, che si è unita alle altre regioni governate dal centrosinistra contro la legge Calderoli, l’udienza pubblica a Palazzo della Consulta che andrà in scena oggi sarebbe una perfetta raffigurazione del rischio spaccatura del Paese in due in vista del referendum sull’autonomia differenziata targata Lega.Le due decisioni: giudizio di costituzionalità e ammissibilità dei quesiti referendariCerto, le due questioni all’attenzione dei giudici costituzionali relative all’autonomia differenziata – che discende, val la pena ricordare, dalla riforma del Titolo V voluta nel 2001 dall’allora centrosinistra – sono diverse: un conto sono le questioni di costituzionalità riguardanti la legge Calderoli per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario sollevate dalle quattro regioni di centrosinistra sui cui la Corte si esprimerà nelle prossime ore (dopo l’udienza pubblica i giudici si riuniranno in camera di consiglio e le previsioni sono quelle di una discussione lunga, che prenderà qualche giorno); un altro conto è il giudizio di ammissibilità dei referendum abrogativi, uno parziale e uno totale, depositati in Cassazione. Ma è certo che la prima sentenza influirà sulla seconda, fino alla possibilità di bloccare del tutto il processo referendario: anche per questo la Corte presieduta da Augusto Barbera, il cui mandato scadrà a fine anno, ha deciso di procedere con il giudizio di costituzionalità prima di affrontare la questione dell’ammissibilità dei referendum.Loading…I tre scenari e il possibile stop della Cassazione al voto popolare del giugno 2025Gli scenari possibili sono tre: se i ricorsi delle quattro regioni dovessero essere accolti (ma è l’ipotesi considerata meno probabile dagli esperti) non ci sarebbe più l’oggetto dei quesiti referendari. Se invece i ricorsi dovessero essere respinti la legge Calderoli resterebbe in piedi e con essa anche la possibilità di celebrare il referendum: anche se i giudici non dovessero ritenere illegittima la legge contestata, infatti, a gennaio i due quesiti potrebbero comunque essere ammessi e il referendum tenersi così nel giugno del 2025. C’è tuttavia una terza via, ed è quella al momento considerata la più probabile: la Consulta potrebbe giudicare illegittime solo alcune parti della legge Calderoli (ad esempio riguardo all’estensione delle competenze sulle materie da trasferire) con sentenza correttiva additiva. Una soluzione che svuoterebbe di fatto l’impatto della legge. In questo caso – come stabilito dalla stessa Consulta con sentenza 68/78 – sarebbe compito della Cassazione valutare se una modifica legislativa (per opera del Parlamento ma anche in conseguenza, appunto, di una sentenza della Consulta) supera o no il referendum. La parola passerebbe insomma direttamente alla Cassazione, con questi possibili esiti: i quesiti potrebbero comunque restare in piedi, oppure la Cassazione stessa potrebbe riformularli, oppure potrebbe anche dichiararli superati annullando il referendum.Uno snodo cruciale anche per il destino del premieratoUn passaggio cruciale, dunque, che potrebbe portare allo stop del voto popolare di giugno. E che spiega anche il tentato e fallito blitz della maggioranza, un mese fa, per eleggere il consigliere di Palazzo Chigi Francesco Saverio Marini come quindicesimo giudice della Consulta, che manca da un anno. L’attesa per la sentenza delle prossime ore ha poi di fatto imposto uno stand by sul premierato caro alla premier Giorgia Meloni, che vuole evitare il possibile incrocio con il referendum sull’autonomia differenziata: riaprire contemporaneamente il file del premierato in Parlamento finirebbe per saldare ancora di più il fronte contrario ad entrambe le riforme. A sentenza depositata si vedrà. LEGGI TUTTO

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    Risultati elezioni Liguria, vince Bucci con il 48,8%: “Sarò presidente di tutti i liguri”

    È Marco Bucci il vincitore delle elezioni regionali in Liguria. Il candidato del centrodestra ha chiuso la tornata elettorale con il 48,80% dei voti: “Sarò il presidente di tutti i liguri”, ha promesso dopo la vittoria. Andrea Orlando, candidato del centrosinistra, segue con il 47,33%: “Abbiamo pagato qualche problema di troppo nel campo largo”, ha detto dopo la sconfitta. Tra loro due si è combattuta, di fatto, la corsa per decretare il successore di Giovanni Toti, anche se i candidati erano in tutto 9.  La premier Meloni: il risultato “conferma la fiducia nelle nostre politiche”.Male l’affluenza, che al termine delle votazioni si è attestata al 45,9%, in forte calo rispetto al 53,4% delle elezioni del 2020.Imperia è la provincia che ha registrato la più alta astensione alle urne. Gli elettori chiamati alle urne sono stati 1.341.799, in 1.785 sezioni. 

    Gli approfondimenti:

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    Autonomia differenziata, oggi la decisione della Consulta sul ricorso delle regioni

    Si tiene oggi 12 novembre l’udienza pubblica della Corte costituzionale in merito alle questioni di legittimità costituzionali riguardanti la legge sull’autonomia differenziata, sollevate con i ricorsi delle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Queste ultime hanno infatti impugnato il provvedimento nella sua totalità e anche con riferimento a specifiche disposizioni. In particolare, le questioni sottoposte all’esame della Corte Costituzionale sono collegate all’interpretazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione con riguardo
    all’attribuzione alle regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

    I temi oggetto dei ricorsi
    Alcune delle questioni oggetto dei ricorsi attengono alla determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale), sia per quanto riguarda la fonte e il procedimento di determinazione, sia riguardo all’individuazione delle materie, o ambiti di materie, per i quali tale determinazione sia necessaria, o meno, per il trasferimento delle funzioni. Altre questioni riguardano, principalmente sotto il profilo del principio della “leale collaborazione”, il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e Regione per l’attribuzione delle materie e delle relative funzioni; altre ancora coinvolgono le modalità di finanziamento delle funzioni trasferite.

    Cosa succederà dopo la decisione della Corte costituzionale

    Come spiega Il Sole 24 Ore, il risultato di questa udienza è un passaggio importante per capire quali saranno i prossimi passi sul tema autonomia differenziata: in seguito alla decisione della Corte si capirà meglio sia come funzionerà l’applicazione della legge sia cosa succederà al referendum su cui puntano le opposizioni. La norma, che consente alle regioni di chiedere autonomia su materie fino ad ora centralizzate, è stata approvata in via definitiva dalla maggioranza il 19 giugno. Poco dopo, le opposizioni si sono compattate e hanno avviato un percorso burocratico per il referendum abrogativo. LEGGI TUTTO