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    Soprintendenze, ecco la proposta della Lega per rendere i pareri non più vincolanti

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaPiù «semplificazione e sburocratizzazione». Dopo l’incursione (non andata a buon fine) di qualche mese fa, con un emendamento ad hoc al decreto Cultura, viaggia tra le ultime audizioni al Senato il disegno di legge della Lega per rivedere il ruolo delle Soprintendenze nell’ambito delle procedure di autorizzazione paesaggistica. In sostanza si punta a semplificare i procedimenti amministrativi «per evitare che la Pa diventi un ostacolo allo sviluppo economico e territoriale del Paese». L’opposizione insorge, così come alcune organizzazioni impegnate nella tutela del paesaggio.L’ambito di applicazioneAttualmente, è la tesi dei proponenti, le Soprintendenze sono chiamate a esprimersi su un numero elevato di pratiche, comprese quelle che non riguardano i grandi monumenti o le opere di particolare pregio storico-artistico. «Questo comporta un notevole rallentamento nei processi decisionali e una dispersione di risorse che potrebbe essere evitata». Alla lettera il disegno di legge intende introdurre modifiche normative che permettano di razionalizzare il sistema delle autorizzazioni, attribuendo ai Comuni maggiore autonomia decisionale per gli interventi di minore impatto e definendo tempi certi per l’espressione del parere delle Soprintendenze ed evitando lungaggini burocratiche.Loading…Silenzio/assenso e pareriIn particolare l’articolo 1 del Ddl (Atto Senato n. 1372, primo firmatario della proposta Roberto Marti) stabilisce i princìpi cardine della riforma, indicando come finalità la riduzione dei tempi amministrativi, il rafforzamento dell’efficacia dell’azione degli enti locali e il miglioramento della certezza del diritto. La revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 22 gennaio 2004, n. 42), viene dunque considerata come uno strumento per garantire una gestione più razionale delle procedure di autorizzazione, «senza compromettere in alcun modo la tutela del paesaggio». La modifica all’articolo 146, comma 5, introduce un meccanismo di silenzio/assenso: se il parere della Soprintendenza non viene reso entro trenta giorni, si considera automaticamente favorevole, consentendo così all’amministrazione competente di procedere senza ulteriori ritardi. Ma la lettera b) interviene invece sull’articolo 152, comma 1, sostituendo le parole: «parere vincolante» con le parole «parere obbligatorio non vincolante». Per effetto del cambiamento proposta il parere reso dal Soprintendente viene trasformato da vincolante, in obbligatorio non vincolante. Di conseguenza l’amministrazione procedente sarà obbligata in fase istruttoria ad acquisire il parere (pena il vizio di violazione di legge), ma tale parere non sarà vincolante e quindi non acquisirà natura co-decisoria. Più semplicemente il parere che dovrà obbligatoriamente essere acquisito, potrà poi essere disatteso previa congrua motivazione da parte dell’amministrazione procedente.Delega al GovernoL’articolo 3 attribuisce una delega al Governo per adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi finalizzati a una revisione organica delle procedure di autorizzazione paesaggistica. I decreti legislativi previsti dalla delega sono adottati su proposta del Ministro della cultura, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.Floridia (M5S): Soprintendenze svuotate, governo si arrende a cemento?«Sul fronte culturale la destra di Giorgia Meloni continua a dare il meglio di sé: in commissione Cultura in Senato viaggia spedito un provvedimento della Lega che svuota le tutele paesaggistiche, indebolisce le Soprintendenze e spalanca la porta agli interessi peggiori. Tutto in nome della “semplificazione”, ovviamente. Fa quasi tenerezza ripensare ad Alessandro Giuli, che poco tempo fa si vantava di aver “sventato” il blitz leghista contro le Soprintendenze. Ora che quel blitz viaggia sereno in Parlamento forse si starà chiedendo quanto valgono davvero le sue “vittorie”». Così in una nota la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai. «Intanto il silenzio-assenso sui vincoli e il passaggio da parere vincolante a semplice parere obbligatorio gridano vendetta. Un attacco frontale al paesaggio, alla cultura e alla decenza istituzionale. Quando il paesaggio viene sacrificato, non è solo un problema ambientale: è la resa totale di una politica – conclude Floridia – incapace di guardare oltre il cemento e gli affari». LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Matera 2025, chi sono i cinque candidati sindaco

    Introduzione
    Matera è pronta a eleggere il suo nuovo sindaco. La Città dei Sassi è tra i Comuni chiamati a votare nelle giornate di domenica 25 maggio (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 26 maggio (dalle 7 alle 15), con eventuale turno di ballottaggio già calendarizzato per domenica 8 e lunedì 9 giugno, quando i cittadini andranno alle urne anche per i referendum abrogativi relativi a lavoro e cittadinanza. 

    Le elezioni si tengono dopo lo scioglimento dell’amministrazione comunale alla fine del 2024. In tutto sono cinque i candidati sindaco, mentre le liste a sostenerli sono 18. Grande assente dalla corsa a Matera è il Partito democratico: come già successo nelle Comunali di Potenza della primavera 2024 non ha presentato una lista con il proprio simbolo LEGGI TUTTO

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    Scuola, Valditara: “Arresto per chi picchia prof. Consenso genitori per corsi sessualità”

    Il ministro dell’Istruzione ha introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza e in semi flagranza per chi aggredisce docenti e dirigenti, con pene aumentate da 2 a 5 anni per lesioni lievi. Per l’educazione sessuale sarà necessario un consenso scritto, con garanzia di attività alternative per chi rifiuta. L’assicurazione contro gli infortuni scolastici, avviata 2 anni fa, sarà resa stabile per studenti e personale. Il 5 in condotta sarà previsto anche per casi di bullismo

    ascolta articolo

    Un messaggio netto a difesa della scuola e del suo personale arriva dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenuto in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. È stato introdotto, ha annunciato, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato nei casi di lesioni personali ai danni di docenti e dirigenti scolastici. Non solo: è previsto anche un aggravio delle pene per chi aggredisce il personale scolastico. Le sanzioni per le lesioni lievi passeranno dagli attuali sei mesi a tre anni, a un range che va dai due ai cinque anni di reclusione. “Un insegnante, un educatore, non si tocca”, ha ribadito Valditara, sottolineando che la misura non si estende ai minori. Il ministro ha evidenziato come, tra i lavoratori della Pubblica amministrazione, il personale scolastico sia secondo solo a quello sanitario per numero di aggressioni subite. “L’aumento è stato impressionante soprattutto da parte dei genitori – ha spiegato – fino al 2022-23 erano gli studenti ad aggredire, ora sono aumentati i genitori che picchiano i docenti”. 

    Arresto previsto anche in semi flagranza

    Il provvedimento di arresto per chi aggredisce docenti o dirigenti scolastici è previsto anche in caso di semi flagranza: ovvero l’aggressore viene colto subito dopo con oggetti o tracce di reato (esempio armi, strumenti, bastoni, coltelli). Il ministro Valditara ha portato vari esempi di docenti malmenati negli ultimi mesi tra i quali quello di una maestra, in un Comune vicino Roma, stalkerizzata per tanto tempo e intimorita al punto da farsi scortare dai colleghi. Alla fine i genitori di un alunno l’hanno presa a bastonate a scuola. I casi di aggressioni da parte dei genitori ai danni del personale scolastico sono molto aumentate negli ultimi due anni.  LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Trento, chi sono i candidati sindaco

    Domenica 4 maggio 2025 si terranno le elezioni per scegliere il sindaco di Trento. I cittadini saranno chiamati a votare anche per il rinnovo del Consiglio comunale e dei Consigli circoscrizionali. Le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 22. L’elettore riceverà due schede: una è per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale ed è di colore giallo, l’altra è per l’elezione del Consiglio circoscrizionale ed è di colore rosa. Nel caso nessuno dei candidati ottenga il 50%+1 dei voti validi, si terrà un ballottaggio domenica 18 maggio dalle ore 7 alle 22.

    I sei candidati alla carica di sindaco

    Sono sei i candidati alla carica di sindaco. L’attuale primo cittadino Franco Ianeselli, entrato in carica il 23 settembre 2020, si ricandida sostenuto da una coalizione di centro-sinistra composta da sei liste: PD, Alleanza Verdi-Sinistra, Campobasso, Sì Trento, Insieme per Trento e Intesa per Ianeselli Sindaco. Al sindaco in carica il centrodestra oppone la candidatura di Ilaria Goio – sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – imprenditrice e ricercatrice con un passato politico in realtà locali. Giulia Bortolotti, insegnante, è invece candidata e sostenuta dal Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista e dalla lista Onda – Lavoro, Ambiente, Società. Ci sono poi altri tre candidati: Andrea Demarchi, sostenuto dalla lista Prima Trento; Claudio Geat, sostenuto dalla lista Generazione Trento; Simonetta Gabrielli, sostenuta dalla lista Democrazia Sovrana e Popolare. LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Bolzano, chi sono i candidati sindaco

    Domenica 4 maggio 2025 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e per scegliere il sindaco di Bolzano. Le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 22. Nel caso nessuno dei candidati ottenga il 50%+1 dei voti validi, si terrà un ballottaggio domenica 18 maggio dalle ore 7 alle 22. Non si ripresenterà l’attuale primo cittadino, Renzo Caramaschi, che guida una giunta di centrosinistra-Svp e che ha raggiunto il limite dei due mandati. Si presentano alle elezioni comunali a Bolzano 13 liste per 403 candidati al Consiglio comunale. Sono invece sei i candidati sindaco: ecco i nomi. 

    I candidati di centrodestra e centrosinistra

    Il centrodestra ha deciso di puntare su una figura civica, anziché un uomo di partito: Claudio Corrarati, 57 anni, imprenditore, potrà contare sul sostegno di FdI, Lega, FI, Civica per Bolzano-Corrarati sindaco. Sarebbe la prima volta di un sindaco di centrodestra, in una città da sempre governata dal centrosinistra, fatta eccezione per una brevissima parentesi nel 2005, quando venne eletto Giovanni Benussi (rimase in carica soltanto un mese perché gli mancava la maggioranza in consiglio comunale). Il centrosinistra, invece, ha deciso di scommettere su Juri Andriollo, 49 anni, avvocato e assessore comunale uscente del Pd: ad appoggiarlo ci sono Pd, Verdi/Sinistra, Restart, Lista civica con Juri Andriollo sindaco, in cui confluirà la Civica di Renzo Caramaschi con i suoi candidati.
    Gli altri candidati
    A correre per il Movimento 5 Stelle e per Rifondazione sarà Simonetta Lucchi, 60 anni, trilingue, docente, scrittrice, coordinatrice di progetti Clil: a lei è affidato il compito di tornare a dare rappresentanza al Movimento all’interno del Consiglio comunale, dove è assente. La Svp punta su Stephan Konder, 58 anni, dirigente della Cassa di risparmio, nonché vicesindaco uscente, possibile ago della bilancia in un eventuale ballottaggio che potrebbe essere incerto. Stesso discorso anche per Angelo Gennaccaro, 41 anni, vicepresidente del consiglio provinciale e assessore regionale, che correrà con la sua lista civica Io sto con Bolzano. Se non dovesse arrivare al ballottaggio le idee sono chiare: non verranno date indicazioni di voto. Infine, Matthias Cologna, 32 anni, ispettore amministrativo in Provincia, mistilingue, consigliere comunale uscente, è il candidato sindaco del Team K, scelto dopo la rottura delle trattative con il centrosinistra. “A Bolzano manca una visione per il futuro. Serve discontinuità rispetto alla giunta Caramaschi”, ha dichiarato. LEGGI TUTTO

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    Governo Meloni, oggi il Cdm: forse annuncio su risorse per la sicurezza sul lavoro

    Il governo Meloni potrebbe mettere in campo, forse già nel Consiglio dei ministri previsto oggi alle 11, dei fondi da dedicare alla sicurezza sul lavoro. La misura non è presente nell’Ordine del giorno della seduta del Cdm convocato a Palazzo Chigi, ma potrebbe comunque essere analizzata in vista della festa dei lavoratori del 1° maggio. Fra i provvedimenti all’ordine del giorno, invece, c’è un decreto legge con “ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile”. In esame anche un decreto legislativo che ne integra e corregge un altro di marzo in materia di politiche a favore degli anziani, in attuazione della legge delega.

    I fondi per la sicurezza sul lavoro

    Per la sicurezza sul lavoro, dicono fonti ministeriali, il governo starebbe preparando non un provvedimento specifico ma una dotazione economica da stanziare: le cifre restano ancora incerte ma dovrebbero essere nell’ordine di alcune centinaia di milioni che poi andrebbero suddivise in favore di iniziative sulla sicurezza. La destinazione, comunque, sarebbe decisa più in là, dopo un confronto con le parti sociali. Il governo sarebbe stato al lavoro nelle scorse ore per raccogliere le risorse. “Stiamo lavorando a qualcosa di estremamente importante per i lavoratori, cioè la loro sicurezza”, ha anticipato la premier Giorgia Meloni in un’intervista al Corriere della Sera. L’idea, quindi, è di destinare le risorse a misure per la sicurezza sul lavoro che saranno portate e condivise al tavolo con le parti sociali. L’annuncio potrebbe arrivare a ridosso del Cdm di oggi. L’esecutivo già nel 2023 aveva organizzato un Cdm in occasione del 1° maggio, in quel caso per varare il primo taglio temporaneo del cuneo fiscale in favore dei redditi più bassi. LEGGI TUTTO

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    Cambia il decreto sulla non autosufficienza, ecco le novità sulle politiche attive in favore degli anziani

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaA un anno dal decreto attuativo sulla non autosufficienza delle persone anziane, approda in Consiglio dei ministri, per il via libera definitivo, un correttivo al d.Lgs. 29/2024 sulle politiche per le persone anziane, prevedendo una sperimentazione della valutazione multidimensionale unificata per definire i bisogni socio-sanitari e i progetti assistenziali individuali (Pai). Il decreto legislativo correttivo mira a perfezionare tramite: l’introduzione di una fase di sperimentazione della valutazione multidimensionale per gli anziani; semplificare le procedure per l’accesso ai servizi sociosanitari; armonizzare la valutazione della non autosufficienza degli anziani con quella prevista per le persone con disabilità. Il testo è stato trasmesso alla Conferenza Unificata, che ha già espresso parere favorevople con alcune richieste di modifica.La fase di sperimentazioneLa sperimentazione, da attuare nel 2026 in una provincia per regione, servirà a testare le nuove procedure, correggere eventuali criticità e armonizzarle con quelle già previste per le persone con disabilità. Verranno apportate correzioni terminologiche per una maggiore coerenza normativa, inoltre, viene esteso il termine per l’adozione del regolamento attuativo da 12 a 18 mesi. L’obiettivo della sperimentazione sarà valutare l’efficacia delle nuove procedure e degli interventi previsti; acquisire dati concreti sulle performance dei nuovi interventi; identificare criticità e possibili azioni correttive prima dell’applicazione su scala nazionale che entra in vigore a livello nazionale dal 1° gennaio 2027.Loading…Modifiche normativeLe modifiche toccheranno in particolare gli articoli 6, 25 e 27. Le correzioni terminologiche all’articolo 6 prevedono una maggiore coerenza normativa, in quanto stabilisce che vengano eliminate le parole “centri di promozione sociale” in quanto «termine di dubbia chiarezza» oltre che «potenzialmente ingannevole». Dopo le correzioni, all’articolo 25, sono previsti aggiornamenti riguardanti il Terzo settore e le associazioni di volontariato. All’articolo 27, infine, si chiede l’estensione del termine per l’adozione del regolamento attuativo da 12 a 18 mesi.Prossimi passi attesiLe Commissioni affari sociali e di Camera e Senato potrebbero essere convocate nei prossimi mesi per approvare il testo definitivo. Entro il 30 novembre 2025 dovrà esserci l’adozione del Decreto ministeriale per la fase di sperimentazione in una provincia per regione che partirà dal 1° gennaio 2026. La sperimentazione durerà un anno, alla fine di questa fase, il 1° gennaio 2027, passerà all’applicazione nazionale sulle nuove procedure. LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Ravenna 2025, chi sono i 7 candidati sindaco

    Introduzione
    Sette i candidati sindaci, 18 le liste ad appoggiarli. Tutto è pronto per le elezioni comunali a Ravenna, tra le città italiane chiamate a votare domenica 25 maggio (dalle 7 alle 23) e lunedì 26 maggio (dalle 7 alle 15). L’eventuale turno di ballottaggio è invece già fissato per domenica 8 e lunedì 9 giugno, le stesse date in cui si andrà alle urne anche per i referendum abrogativi relativi a lavoro e cittadinanza. 

    La tornata elettorale per Ravenna è stata anticipata rispetto a quella che sarebbe stata la scadenza ordinaria del mandato dell’ultimo primo cittadino eletto, Michele De Pascale, che l’anno scorso è passato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna ed è stato temporaneamente sostituito da Fabio Sbaraglia. Ecco chi si contende lo scranno più alto di Palazzo Merlato LEGGI TUTTO