Ministeriale Esa, Urso: “Accelerare per essere competitivi”
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in PoliticaAscolta la versione audio dell’articoloLe vittorie di Alberto Stefani in Veneto, di Roberto Fico in Campania e di Antonio Decaro in Puglia segnano la fine delle “dinastie” di tre governatori centrali nel panorama politico italiano: Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano. Tutti e tre hanno terminato i loro mandati come presidenti delle rispettive regioni e i loro futuri ruoli sono ancora oggetto di discussione e speculazione. Quello che è certo è che non sembrano avere intenzione di ritirarsi dalla politica.Zaia per ora in consiglio regionaleZaia ha ottenuto un numero record di preferenze nelle elezioni regionali e siederà nel Consiglio regionale del Veneto, almeno inizialmente. «Sul mio futuro al momento non ho nessun colpo in canna. Entrerò in Consiglio regionale da semplice consigliere, dopodiché di tutte le cose che leggo, se verranno, matureranno solo fra mesi, a ridosso dell’estate. Ma al momento assicuro che non c’è nulla. Il mio futuro è in Consiglio regionale a al servizio del partito e di Stefani» ha assicurato a botta calda, commentando i risultati elettorali della Lega in Veneto.Loading…Le ipotesi, da parlamentare a ministroSono mesi che circolano voci e illazioni sul suo futuro. Si è parlato di una candidatura per il dopo Brugnaro come sindaco di Venezia il prossimo anno. Di un seggio alla Camera al posto di Stefani (lo aveva “lanciato” Salvini, ma il Doge non ha gradito la candidatura senza essere interpellato). Altra ipotesi è un ministero “pesante” in caso di eventuale rimpasto del governo Meloni. Infine la presidenza dell’Eni, una sorta di “parcheggio di lusso” in attesa di coprire una casella politica di peso. Ma non è neppure escluso che alla fine Zaia decida di restare in consiglio regionale.Per De Luca opzione ritorno a Salerno come sindacoDopo aver deciso di non candidarsi in consiglio regionale, non è un mistero che De Luca punti a condizionare gli equilibri della nuova giunta campana. Cercherà di farlo facendo pesare l’8,3% e i 4 consiglieri della sua lista “A testa alta”. Una lista fortissimamente voluta dallo “sceriffo” per intercettare i voti di «quelli che vogliono far continuare il lavoro di questi anni, che non vogliono far tornare indietro la regione». Avrebbe già opzionato la casella dello strategico assessorato alla Sanità per uno dei suoi uomini, oltre alla presidenza del consiglio regionale. M suo futuro politico sarebbe tentato di tornare a fare il sindaco nella sua città Salerno, dove si voterà tra un anno e dove è stato già sindaco per quattro mandati.Emiliano ipotesi assessorato in PugliaMichele Emiliano ufficialmente dichiara di ambire a una pausa, per poter passare più tempo con la figlia di due mesi e godersi la nuova paternità a 66 anni. Colpito dal veto del suo figlioccio Decaro sulla candidatura in consiglio comunale, Emiliano non avrebbe intenzione di uscire dalla scena politica pugliese. Si parla da tempo di un assessorato per lui nella giunta Decaro. Ma l’accordo tra i due non è mai stato nè confermato nè smentito. Ad ogni modo se non arrivassero offerte politiche in Puglia ci sarebbe la strada del rientro in magistratura. Prima di sbarcare di nuovo in Parlamento nel 2027, come candidato del Pd. More
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in PoliticaAscolta la versione audio dell’articoloVince in Veneto la Lega targata Zaia. Con 203.054 voti personali il Doge registra il record nazionale di preferenze prese a delle elezioni regionali in Italia. E manda segnali. Prima di tutto spiega che resterà per ora in consiglio regionale: «Sul mio futuro al momento non ho nessun colpo in canna – dichiara – Entrerò in Consiglio regionale da semplice consigliere, dopodiché di tutte le cose che leggo: deputato, sindaco di Venezia, presidenza dell’Eni, il Coni e chi più ne ha più ne metta, sono tutte cose che, se verranno, matureranno solo fra mesi, a ridosso dell’estate. Ma al momento assicuro che non c’è nulla. Il mio futuro è in Consiglio regionale a al servizio del partito e di Stefani».Il messaggio a SalviniIl secondo messaggio è per Salvini. Ossia il rilancio di modello di partito basato sul modello Csu-Cdu in Germania: un partito locale (la bavarese Csu) e uno nazionale (la Cdu) uniti in un patto federativo. Un modello evocato già due mesi fa a Pontida dal Doge, convinto che si tratta del modo migliore per dare risposta alle differenti istanze dei territori, da Nord a Sud. E che ora si impone con più forza. Del resto quella in Veneto, con il sorpasso di Fdi evitato, è la grande rivincita della “Lega del Nord”, sindacato del territorio sulla Lega “sovranista vannacciana”.Loading…Il modello tedesco Csu-Cdu«Siccome noi abbiamo sempre più il problema di fare sintesi all’interno di un partito nazionale, come ce l’ha il Pd e ce l’hanno tutti, perché non pensare di adottare dei modelli che funzionano? Per esempio quello che è successo con Csu e Cdu tutto qua. Al momento non se ne sta discutendo, ma prima o poi ci toccherà discuterne» ha spiegato Zaia, che ha aggiunto: «Il paese sta cambiando pelle, va verso federalismo ed autonomia, anche se altri cercano di tirare il freno a mano. Anche in altri partiti le istanze variano a seconda della residenza geografica degli elettori. Le questioni settentrionale e meridionale non sono irrilevanti»Leghe federate sul territorioLa linea di Zaia piace anche al segretario della Lega Lombarda Massimiliano Romeo. La sua idea è quella di «Leghe territoriali federate e non più mere diramazioni locali, capaci di dare rappresentanza e valorizzare meglio le diverse sensibilità e identità, del Nord, del Centro e del Sud» da un lato e di una «Lega nazionale che porta avanti le battaglie comuni su temi come la sicurezza, la flat tax, la libertà di espressione, il contrasto all’immigrazione illegale» dall’altro». More


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