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    Manovra, Meloni: “Abbiamo usato al meglio le risorse disponibili”

    In un’intervista al Sole 24 Ore, la presidente del Consiglio ha fatto il punto sulla legge di bilancio approvata ieri dal Cdm: “Risultato soddisfacente. Banche? Punto di caduta equilibrato. È stato fatto un grande sforzo per mettere più soldi nelle tasche degli italiani”. In un post sui social la premier ha ribadito: “Manovra seria e responsabile, passo importante per futuro dell’Italia”

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    “Abbiamo fatto quello che era possibile fare con le risorse a disposizione. E il risultato mi pare soddisfacente”. In una intervista al Sole 24 Ore, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto il punto sulla manovra approvata ieri dal Cdm. “È più facile fare delle manovre aumentando le entrate dello Stato o il deficit che non chiedendo alle Amministrazioni dello Stato di ridurre le spese. È una sfida, ma sono convinta che ci siano margini per spendere meglio le risorse a disposizione, senza tagliare i servizi o ridurre la qualità degli interventi. Noi cerchiamo di rendere lo Stato più snello, meno costoso e invasivo nella società e nell’economia”, ha sottolineato la premier. “Penso che sia stato fatto un grande sforzo per mettere più soldi nelle tasche degli italiani” conclude.

    Il confronto con le banche

    Sul ministro dell’Economia Giorgetti che ha parlato di “miracolo” spiega: “Immagino che si riferisse al fatto che siamo riusciti ad utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione e non al fatto che non ci fosse un accordo di maggioranza sull’impianto della manovra”. Sulle misure che riguardano banche e assicurazioni, invece, ha detto: “Siamo sempre stati tutti dell’idea che anche il sistema bancario e assicurativo avrebbe dovuto fare la propria parte, con buon senso e senza spirito punitivo. Ci siamo confrontati sulla formula con cui raggiungere questo risultato, e trovo che il punto di caduta sia molto equilibrato”. LEGGI TUTTO

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    Live In, Gualtieri: “Mi ricandido a sindaco nel 2027. Lo Stadio della Roma si fa”

    A Live In Roma, ospite il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri che tocca numerosi temi, dalle crisi in Medioriente e Ucraina, fino all’attentato al giornalista Sigfrido Ranucci, fino allo sviluppo delle aree urbane della Città Eterna e dello stadio della Roma. E conferma la sua ricandidatura alle prossime comunali

    I fondi del Pnrr, la solidarietà a Ranucci, lo sviluppo delle aree urbane e la conferma dell’avanzamento delle procedure per lo stadio della Roma. Spazia su diversi temi il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, intervistato da Marco Di Fonzo a Sky TG24 Live In e collegato con il Teatro di Villa Torlonia.
    Gualtieri: “Rete dei sindaci Pse per contributo a valori progressisti”
    Il sindaco di Roma parla del suo ruolo di presidente della rete dei sindaci del Pse: “È una rete che opportunamente i socialisti europei hanno deciso di istituire tra i sindaci delle grandi città, molti dei quali sono socialisti democratici. Coordinandosi possono dare un contributo a rafforzare le azioni, ad esempio sul diritto alla casa, ma anche dare una mano ai progressisti europei sui valori dei principi di giustizia e uguaglianza”. E sulle crisi in Medioriente e Ucraina commenta: “Tutti hanno espresso soddisfazione e cauto ottimismo per questo accordo in Medioriente. È un primo passo, si guarda con attenzione a uno sviluppo più duraturo per una soluzione pacifica tra due popoli e due Stati. Forte sostegno, dall’altra parte, all’Ucraina. Speriamo che l’Europa possa svolgere un ruolo più attivo”.
    Gualtieri: “Attentato a Ranucci? Scioccante”
    Sull’attentato incendiario al giornalista Sigfrido Ranucci, Gualtieri commenta: “Terribile, è scioccante che un giornalista debba essere minacciato e con un tentativo che poteva avere conseguenze drammatiche. Tutti gli siamo vicini. Sulla libertà di stampa non bisogna transigere”.
    Gualtieri: “Mi ricandido nel 2027. Fine Pnrr? Investimenti devono continuare”
    Sulle prossime elezioni comunali e sullo sviluppo della città, Gualtieri sottolinea la sua volontà di ricandidarsi nel 2027: “Voglio proseguire, per trasformare una città ci vogliono dieci anni di lavoro, il nostro progetto ha quell’orizzonte. Io sono soddisfatto di questa scelta di aprire tanti cantieri, sfidando l’impopolarità. C’è tantissimo da fare, ma i risultati tangibili hanno incrinato lo scetticismo sul cambiamento di Roma. Questa fiducia nella possibilità di cambiare ora c’è”. E ancora sull’anno giubilare e sui prossimi investimenti necessari: “Sono soddisfatto perché obiettivamente è andato tutto bene, le opere le abbiamo realizzate. Fare piazza Pia è stata una scelta non semplice, dà soddisfazione. Sono preoccupato invece sul calo del livello di investimenti dopo la stagione del Pnrr, ad esempio per la scuola. Bisogna proseguire sulla linea del finanziamento. Siamo in una grande competizione tra aree metropolitane”. Infine sullo stadio della Roma: “Si farà, a breve presentazione del progetto definitivo. Ci sarà un quadrante della città riqualificato. Sarà uno degli stadi degli europei del 2032”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Mattarella: “Troppi squilibri nelle retribuzioni manager-dipendenti”

    Il presidente della Repubblica durante la cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro per il 2025: “Maggior volume risorse viene da tasse dipendenti”

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    Manager che guadagnano fino a mille volte più dei dipendenti. “Troppi squilibri” ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto sull’annosa questione dei salari durante la cerimonia di consegna delle Stelle al merito del lavoro per l’anno 2025 al Quirinale. “Alla robusta crescita dell’economia che ha fatto seguito al Covid – ha sottolineato Mattarella – non è corrisposta la difesa e l’incremento dei salari reali, mentre risultati positivi sono stati conseguiti dagli azionisti e robusti premi hanno riguardato taluni fra i dirigenti”. Il capo dello Stato ha invitato a guardare alle contraddizioni del nostro mercato del lavoro: “Sono le entrate fiscali dai dipendenti pubblici e privati, dai pensionati, a fornire allo Stato, attraverso le imposte, il maggior volume di risorse”. “Porre riparo, dalle parti sociali alle istituzioni, non deve consistere nell’inseguire politiche assistenziali quanto, piuttosto, essere scelta di sviluppo e, quindi, di lungimirante coesione sociale”, ha aggiunto.

    Contratti pirata e salari reali bassi

    Mattarella ha espresso la propria preoccupazione per il fenomeno dei contratti pirata e per i salari reali ancora troppo bassi. “La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio – ha detto – vede ora segnali di inversione di marcia. Ben sappiamo come i salari siano stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso”. E ancora: “È una questione che non può essere elusa perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani, troppi dei quali sono spinti all’emigrazione. Questa strada, spesso sofferta, viene prescelta, talvolta, per la difficoltà di trovare lavoro e, sovente, a causa del basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Live In, Landini: “Meloni cortigiana? Lo ridirei precisando il contesto”

    Ospite di Live In, il segretario della Cgil torna a precisare il senso delle sue parole rivolte alla presidente del Consiglio, definita “cortigiana” nel contesto della firma del documento per la pace a Gaza, in Egitto, accanto al presidente Usa Donald Trump: “Lo ridirei precisando il contesto, era una discussione di dieci minuti, non si può estrapolare solo una parola”, sottolinea

    Il segretario della Cgil Maurizio Landini, ospite di Sky TG24 Live In Roma, torna sulla polemica con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva nei giorni scorsi definito “cortigiana” rispetto alla sua presenza alla firma del piano di pace per Gaza alla presenza di Trump, in Egitto. Intervistato da Andrea Bignami, Landini precisa: “Cortigiana? Lo ridirei precisando il contesto”. 
    Landini: “Era un discorso di 10 minuti, non si può prendere solo una parola”
    La parola “cortigiana” era all’interno di ”una discussione di 10 minuti che motivava questa cosa. Ho chiarito immediatamente per evitare strumentalizzazioni quello che intendevo dire e il contesto”, spiega Landini. “Non c’è nessuna volontà di sessismo o rancore. La fotografia di quello che io ho raccontato l’hanno vista tutti”, è il commento del sindacalista. LEGGI TUTTO

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    Sky TG24 Live In, Calenda: “In Italia vero rischio democratico è non far accadere le cose”

    “Dalle parole di Landini a quelle di Roccella”, spiega il leader di Azione, “non passa giorno che non perdiamo tempo a commentare le uscite verbali dei nostri rappresentanti politici, contribuendo soltanto a fare rumore”. Poi il messaggio: ”È ora di vincere il cinismo della rassegnazione”

    “L’Italia sta attraversando un momento di profondissima tensione”, mentre “ogni giorno va in onda il gioco della destra e della sinistra per aumentarla”. A dirlo è il leader di Azione Carlo Calenda, intervistato da Massimo Leoni nel corso di Live In Roma dal teatro di Villa Torlonia (LA DIRETTA DI LIVE IN ROMA). Il riferimento è senza dubbio all’auto del giornalista Sigfrido Ranucci fatta esplodere nella notte, ma anche al clima di odio crescente di cui lo stesso Calenda ritiene di essere stato vittima con minacce di fronte alla scuola del figlio. “Dalle parole di Landini a quelle di Roccella”, spiega Calenda, “non passa giorno che non perdiamo tempo a commentare le uscite verbali dei nostri rappresentanti politici, contribuendo soltanto a fare rumore”. “Secondo un sondaggio”, spiega ancora il leader di Azione, “il 36% degli italiani riterrebbe accettabile una dittatura per sistemare la situazione in Italia. Ecco perché dico che il vero rischio democratico è non fare accadere le cose”.
    ”È ora di sconfiggere il cinismo della rassegnazione”
    D’altra parte, per l’ex ministro, sono 30 anni che in Italia la politica non riesce a fare accadere niente, né per la scuola, né per la sanità, né per la diminuzione delle tasse. “Ora si parla di extraprofitti, di contributi dalle banche”, sottolinea, “ma quei soldi le banche se li andranno a riprendere dai correntisti. È una misura inutile, ecco perché per Meloni sarebbe più auspicabile regolamentare meglio la distribuzione elettrica, così da ricavare 7 miliardi veri”. E su ruolo del centro, e di Azione nello specifico, come ago della bilancia nello scacchiere politico, Calenda si dice pronto a sostenere qualsiasi provvedimento di buon senso, sia che esso venga da destra che da sinistra. “Non voglio essere contro nessuno”, chiarisce, “vorrei si riuscissero a fare cose”. A cominciare, anche, da una legge elettorale che dovrebbe essere proporzionale, così da permettere di votare per il partito che meglio incarni le aspirazioni dell’elettore. Poi, solo dopo, “si dovrebbe pensare a alleanza sul programma”. Per il segretario di Azione, d’altronde, “l’astensione è sì frutto della legge elettorale sbagliata, ma anche del pensiero comune alle persone che tanto non cambia nulla. È ora di sconfiggere il cinismo della rassegnazione”. LEGGI TUTTO