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    Caso Santanchè, oggi si decide sulla sospensione per la presunta truffa all’Inps

    Ascolta la versione audio dell’articoloDopo oltre tre mesi si torna in aula stamattina per l’udienza preliminare a Milano a carico della ministra Daniela Santanchè, imputata con il compagno Dimitri Kunz, una terza persona e Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria per la vicenda della presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla cassa integrazione nel periodo Covid.Il nodo della sospensioneL’udienza dovrebbe essere tutta dedicata a due questioni procedurali e, dunque, la ministra che avrebbe dovuto essere presente, da programma, per rendere interrogatorio o dichiarazioni non sarà in aula, proprio perché, per la difesa, non è necessaria la sua presenza.Loading…A tenere banco sarà verosimilmente il nodo della sospensione o meno del procedimento, in attesa della decisione della Consulta sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato. Già nell’udienza del 9 luglio la difesa Santanchè, coi legali Salvatore Pino e Nicolò Pelanda, aveva sollevato la questione dell’inutilizzabilità in particolare di una serie di registrazioni di conversazioni private tra la senatrice di FdI ed Eugenio Moschini, ex direttore di Pc Professionale, e di messaggi di posta elettronica in cui compariva come messa in copia per conoscenza. Inutilizzabilità perché, per la difesa, non venne chiesta dai pm per l’acquisizione l’autorizzazione a procedere del Parlamento.Il 24 settembre, poi, il Senato ha approvato la proposta di aprire davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione con la Procura milanese su quegli atti. E a questo punto le difese dovrebbero chiedere al gup di sospendere il procedimento in attesa della Consulta. Questioni, dunque, che dovranno essere risolte dalla gup Tiziana Gueli e in caso di stop dell’udienza preliminare si profilerebbe un rinvio di diversi mesi.Santanché in Senato: “Campagna di odio nei miei confronti”La memoria dei PmI pm Marina Gravina e Luigi Luzi, invece, depositeranno una memoria per replicare alla questione della difesa sulla inutilizzabilità, che ritengono infondata in quanto non si tratta intercettazioni disposte dalla Procura, ma di conversazioni registrate da ex dipendenti e di mail da loro depositate nel fascicolo. E che vanno trattate alla stregua di documenti, senza necessaria richiesta di autorizzazione a procedere. La Procura si opporrà anche alla richiesta di sospensione del procedimento, perché il conflitto di attribuzione non è stato sollevato dall’autorità giudiziaria come nel “caso Open”, ma dal Senato. E quando non fu aperto dalla magistratura ma dal Parlamento, come nella vicenda “trattativa Stato-mafia”, non ci fu alcuno stop del procedimento. Secondo l’accusa, le due società del gruppo Visibilia, fondato dalla ministra, avrebbero richiesto e ottenuto “indebitamente” la Cig in deroga, “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia, per 13 dipendenti e per oltre 126mila euro, l’ammontare della presunta truffa, tra maggio 2020 e febbraio 2022. E anche Santanchè, all’epoca presidente del Cda di Visibilia Editore e amministratore unico di Concessionaria, e Kunz, ex consigliere ed ex ad di Editore, secondo i pm, sarebbero stati “consapevoli” del presunto raggiro e del fatto che quelle 13 persone in realtà lavoravano, anche se formalmente erano in Cig. “La dottoressa Santanchè si è sempre occupata un po’ della parte vendite (…) non è mai entrata nella gestione amministrativa (…) del lato amministrativo-finanziario non si è mai occupata e ho sempre avuto autonomia io e non ho mai chiesto”, aveva messo a verbale in aula il terzo imputato, Paolo Giuseppe Concordia, ex collaboratore esterno. LEGGI TUTTO

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    Meloni a Landini: “Io cortigiana? È obnubilato dal rancore”. La replica: “Nessun insulto”

    Si infiamma il botta e risposta tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Il leader sindacale aveva definito martedì la premier una “cortigiana” di Trump e Meloni non ha esitato a rispondere sui social: “Evidentemente obnubilato da un rancore montante (che comprendo), mi definisce una ‘cortigiana’”, scrive Meloni. A supporto della sua posizione, ha pubblicato la definizione dali dizionario: “Donna dai facili costumi, etera; eufem. prostituta”. La premier ha attaccato anche la sinistra: “Un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta”.
    La replica di Landini
    “Nessun insulto sessista e nessun rancore. Martedì sera, ospite di Giovanni Floris a ‘Di Martedì’, in un’intervista di dieci minuti, che chiunque può facilmente rivedere, rispondendo a una domanda sull’accordo di tregua in Medio Oriente, ho immediatamente chiarito, per evitare qualsiasi fraintendimento o strumentalizzazione del termine utilizzato, cosa intendevo dire: che Meloni è stata sulla scia di Trump, è stata alla corte di Trump, ha fatto il portaborse di Trump. Ho espresso, evidentemente, un giudizio politico sul mancato ruolo del nostro governo e della sua presidente del Consiglio”, ha affermato, in una nota, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

    Tajani: “Incommentabile Landini, linguaggio sessista”
    “Non ho parole per commentare come il leader della Cgil Landini ha definito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Linguaggio volgare e sessista che dimostra l’incapacità di certi uomini ad avviare un cambiamento culturale affinché la donna sia più considerata come un essere inferiore, un oggetto da usare e gettare. Chi ricopre incarichi importanti dovrebbe essere di esempio, soprattutto ai giovani. Giorgia, ti abbraccio”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

    L’uscita di Landini nel talk show di Giovanni Floris

    Il riferimento di Meloni è a un passaggio dell’ultima puntata di di Martedì su La7, di cui Landini è stato ospite. Il programma, a proposito di Gaza e delle manifestazioni, ha fatto rivedere alcune delle parole della premier pronunciate sul sindacato, e in particolare il passaggio pronunciato dal palco del comizio del centrodestra prima delle regionali in Toscana, sul fatto che lo sciopero generale, “in Palestina non cambia niente e in compenso in Italia gli italiani hanno un sacco di problemi e particolarmente ce l’hanno i lavoratori che il sindacato dovrebbe difendere”. Landini in trasmissione ha replicato che “i lavoratori in Italia sono scesi in piazza per difendere l’onore dell’Italia in nome della fratellanza, della democrazia, cosa che non ha fatto la Meloni che si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito, per fortuna c’erano i cittadini italiani che sono scesi in piazza e hanno difeso la dignità e l’onore di questo paese”. Lo stesso conduttore, Giovanni Floris, era intervenuto dicendo che “cortigiana verrà ripreso perché è un termine in qualche modo sessista. Intende dire stare sulla scia di Trump senza incidere?”. “Beh certo – ha precisato quindi Landini – stare alla corte di Trump, essere la portaborse di Trump”.  LEGGI TUTTO

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    Meloni a Landini: «Io cortigiana? È obnubilato dal rancore». La replica: «Nessun insulto»

    Ascolta la versione audio dell’articoloGiorgia Meloni contro Maurizio Landini. La premier scrive su X: “Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, evidentemente obnubilato da un rancore montante (che comprendo), mi definisce in televisione una “cortigiana”. Penso che tutti conoscano il significato più comune attribuito a questa parola, ma, a beneficio di chi non lo sapesse, ne pubblico la prima definizione che si trova facendo una rapida ricerca su Internet».La premier prosegue: «Ed ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta». Meloni pubblica anche la definizione di un dizionario: “Donna dai facili costumi, etera; eufem. prostituta”.Loading…Il riferimento di Meloni è a un passaggio dell’ultima puntata di diMartedì su La7, di cui Landini è stato ospite. Il programma, a proposito di Gaza e delle manifestazioni, inquadra il passaggio del comizio di Meloni prima delle regionali in Toscana, sul fatto che lo sciopero generale, «in Palestina non cambia niente e in compenso in Italia gli italiani hanno un sacco di problemi e particolarmente ce l’hanno i lavoratori che il sindacato dovrebbe difendere». Landini in trasmissione replica che «i lavoratori sono scesi in piazza per difendere l’onore di questo Paese, mentre Meloni stava a fare la cortigiana di Trump».A seguire la replica di Landini in una nota: «Nessun insulto sessista e nessun rancore. Martedì sera, ospite di Giovanni Floris a ’Di Martedì’, in un’intervista di dieci minuti, che chiunque può facilmente rivedere, rispondendo a una domanda sull’accordo di tregua in Medio Oriente, ho immediatamente chiarito, per evitare qualsiasi fraintendimento o strumentalizzazione del termine utilizzato, cosa intendevo dire: che Meloni è stata sulla scia di Trump, è stata alla corte di Trump, ha fatto il portaborse di Trump. Ho espresso, evidentemente, un giudizio politico sul mancato ruolo del nostro governo e della sua presidente del Consiglio» LEGGI TUTTO

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    Castel d’Azzano, Salis: “Colpa anche del capitalismo che nega diritto a casa”. Polemiche

    È scoppiata una nuova polemica politica intorno a Ilaria Salis. L’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra è finita nel mirino di esponenti della destra e dei sindacati di polizia per un post sulla crisi abitativa che, secondo molti, avrebbe toccato in modo inopportuno la tragedia di Castel d’Azzano, dove tre carabinieri hanno perso la vita. Sui social, il suo intervento è stato accusato di giustificare la violenza. “Come spesso accade”, ha replicato Salis “è in corso una campagna d’odio promossa dai soliti giornali — se così vogliamo definirli — e rilanciata dalle forze politiche di destra di questo povero Paese, che meriterebbe ben altro dibattito. Mi vengono attribuite — con tanto di virgolettati — frasi mai dette e concetti mai espressi. Il contenuto di un mio post è stato strumentalizzato in modo indecente e usato per incitare centinaia di utenti, molti dei quali profili fake e a libro paga, a invadere i miei social vomitando odio e stupidità. Questa, a quanto pare, è la loro idea di free speech…”.

    Il post “incriminato”

    Ieri, Salis aveva scritto che alla radice “di quei gesti disperati e terribili”, come quelli di Sesto San Giovanni a Castel d’Azzano, “c’è una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale, che genera sofferenza e disagio in fasce sempre più ampie della popolazione. E se la politica continuerà a non affrontare le cause profonde di questa crisi, dovrà considerarsi corresponsabile — insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo — di ciò che di orribile accade. E dovrà assumersene la responsabilità politica”.  E oggi, su X, Salis aggiunge: “Ribadisco quanto ho detto: quella di Castel d’Azzano è un dramma, una tragedia. E sì, la morte di tre persone mi addolora, ed esprimo la mia vicinanza umana alle famiglie delle vittime. Non sarebbe dovuto accadere. Ma ribadisco anche che la politica deve assumersi la propria corresponsabilità e affrontare le cause profonde del disagio. Se vi offendete, o sentite il bisogno di attaccare chi lo dice, è perché in fondo avete la coscienza sporca: per voi, chi si trova in difficoltà economiche, chi prova a sopravvivere ai margini di questa società ingiusta, chi è povero, NON MERITA UNA CASA. Perché, per voi, gli interessi economici e la proprietà privata vengono prima dei bisogni delle persone.  Ma – conclude – non avete il coraggio di ammetterlo”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, scontro tra Lega e Forza Italia su tassa sugli extraprofitti delle banche

    È scontro all’interno della maggioranza sugli extraprofitti delle banche, mentre si attende il Cdm sulla Manovra fissato per domani, 17 ottobre. Forza Italia ribadisce che non voterà alcuna tassa sugli extraprofitti bancari. Resta invece in pressing la Lega. Intanto, un nuovo vertice tra i leader di maggioranza dovrebbe svolgersi in serata per sciogliere gli ultimi nodi legati alla Manovra e, in particolare, proprio quello del contributo richiesto alle banche.

    Salvini: “Banche mettono con gioia a disposizione 5 miliardi”

    La posizione della Lega è chiara e l’ha ribadita anche Matteo Salvini: “Siamo in fase di Legge di bilancio, domani abbiamo un Consiglio dei ministri bello, delicato, importante. Ci sono questi doverosi 5 miliardi che le banche metteranno con gioia a disposizione del Paese per aiutare famiglie e imprese in difficoltà. Non è punitivo. Leggevo oggi che qualcuno parla di Salvini che ce l’ha con le banche, no”. Mentre in una nota, i senatori del Carroccio in commissione Finanze a Palazzo Madama, il presidente Massimo Garavaglia e il capogruppo Stefano Borghesi, specificano: “Tra le risorse previste dalla prossima Legge di bilancio, come fortemente voluto dalla Lega, saranno presenti anche miliardi di contributi da parte delle banche. Una strada tracciata da Matteo Salvini e seguita, giustamente, anche dal governo nella stesura della manovra. Le risorse garantite dagli istituti, in parte derivate anche dai loro extraprofitti, saranno fondamentali per contribuire, ad esempio, al sostegno della sanità italiana. Grazie alla linea della Lega, vince il buonsenso”. LEGGI TUTTO