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in EconomiaNessun contraccolpo: resta l’appetito degli investitori verso l’Italia
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L’avvicinarsi dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca non ha allontanato gli investitori dagli asset italiani. A dispetto dei ripetuti allarmi circa i potenziali contraccolpi per l’Europa delle misure che verranno portate avanti dal nuovo presidente statunitense, sui mercati le preoccupazioni hanno fatto posto a corposi acquisti nelle prime settimane del nuovo anno. Piazza Affari ha appena aggiornato i massimi degli ultimi 17 anni e l’indice Ftse Mib segna un saldo da inizio anno di oltre +6%. In questo primo scorcio di 2025 la piazza finanziaria milanese sta facendo meglio sia di Parigi che di Francoforte, ma anche di Wall Street. La relativa maggiore stabilità politica attuale dell’Italia rispetto a Francia e Germania, abbinata a una legge di bilancio 2025 di stabilizzazione dei conti pubblici, hanno creato i presupposti per un contesto positivo agli occhi degli investitori internazionali.I dazi minacciati da Trump indubbiamente rappresentano un elemento di incertezza, ma il leader repubblicano potrebbe usarli principalmente come arma negoziale e alla fine ammorbidire la propria posizione. In aggiunta, lato Italia, gli investitori iniziano probabilmente a soppesare il vantaggio che potrebbe derivare dai rapporti privilegiati che stanno emergendo tra Trump e la premier Giorgia Meloni. La posta in gioco è alta visto che gli Stati Uniti rappresentano uno dei principali mercati di sbocco per le esportazioni italiane (circa 60 miliardi di euro nel 2024 secondo Unimpresa). Oltre alle mosse di Trump, gli investitori tengono conto anche del possibile nuovo corso in Germania con il futuro governo che potrebbe mostrarsi più espansivo e questo gioverebbe anche alla stessa Italia. LEGGI TUTTO
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in EconomiaAuto, il pressing dà frutti. La Ue ora riapre il dossier
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Molti fornitori automobilistici europei, tra cui Bosch, Zf, Continental e Schaeffler, hanno annunciato tagli di 54mila posti nel 2024. La causa: il crollo degli investimenti in progetti di veicoli elettrici per l’indebolimento della domanda. Oltre due terzi dei fornitori, a questo punto, segnalano margini inferiori al livello necessario per sostenere la corsa alle nuove tecnologie. «Se la domanda non riprenderà e l’Europa non riacquisterà competitività, l’ondata di perdite di posti continuerà per molti anni ancora»: a sottolinearlo, nell’imminenza della presa in carico da parte della Commissione Ue del dossier automotive, è Clepa, l’organizzazione europea che rappresenta le aziende della componentistica.Il 2025 appena iniziato, del resto, non promette nulla di buono e necessita di provvedimenti riparatori urgenti, in primis quello sulle sanzioni Ue fino a 17 miliardi per i costruttori che non rispetteranno i nuovi limiti alle emissioni di CO2. I big cinesi, nel frattempo, restano alla finestra in attesa di opportunità, come quella di acquisire gli impianti tedeschi di Volkswagen oggetto di tagli ai costi.Intanto, con grave ritardo, a cui si è aggiunta la polmonite che ha colpito la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, da Bruxelles fanno sapere che tra il 27 e il 29 gennaio partirà la discussione – sollecitata da mesi e mesi – sul dossier automotive. Per la presentazione del «Clean industrial deal», a fine febbraio, dovrebbero arrivare le prime risposte. Si cercherà, in questo arco di tempo, di definire un piano di azione industriale per il comparto messo in ginocchio dal green deal, il tutto sotto la supervisione della presidente della Commissione come dalla stessa promesso. Un risultato, questo, frutto del continuo pressing politico, con l’Italia capofila nel confermare l’impegno a sostegno dell’intera filiera automotive. LEGGI TUTTO
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in EconomiaÈ corsa al bonus elettrodomestici. Quando ci sarà il click day e chi può chiederlo
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Tutti pronti al click day per presentare la domanda di accesso al bonus elettrodomestici, agevolazione introdotta dal governo con la Legge di Bilancio 2025 per favorire l’acquisto di nuovi apparecchi e sostenere le aziende. Il bonus prevede un rimborso del 30% da calcolare sul prezzo d’acquisto del prodotto, con un tetto di 100 euro per ogni famiglia. Nel caso di Isee inferiore ai 25mila euro si possono raggiungere anche i 200 euro.Da quanto sappiamo, il bonus elettrodomestici sarà valido per tutto l’anno corrente, ma naturalmente i fondi stanziati sono limitati. Ecco perché c’è grande attesa per il click day, giornata durante la quale si potrà iniziare a inoltrare le domande. Dal momento che vi è un massimo di 60 giorni di tempo dall’entrata in vigore della Manovra per comunicare tutti i dettagli, e considerato che La legge di Bilancio è in vigore dal primo di gennaio, appare chiaro che entro la fine di febbraio dovrebbe esserci il click day.Non avendo una data precisa, ma solo indicativa, il consiglio è quello di controllare spesso le comunicazioni ufficiali, perché il giorno di presentazione delle domande potrebbe essere vicino e i fondi potrebbero terminare in breve tempo.Ma per quali elettrodomestici si potrà presentare domanda?”Il bonus potrà essere richiesto per l’acquisto di un solo elettrodomestico per nucleo familiare. Non si tratta però di un’agevolazione per qualsiasi apparecchio: gli elettrodomestici dovranno essere di classe energetica B o superiore e, aspetto particolarmente rilevante, dovranno essere prodotti in Europa”, ha spiegato all’AdnKronos Simona Volpe, rappresentante di Unione nazionale consumatori. “Inoltre, sarà necessario procedere alla sostituzione contestuale del vecchio apparecchio, promuovendo così un corretto processo di smaltimento e riciclo. Per questa iniziativa, il governo ha previsto uno stanziamento significativo di 50 milioni di euro”, ha aggiunto.Rendendo disponibile questo bonus, l’esecutivo mira a sostenere il settore italiano/europeo degli elettrodomestici, ma anche a favorire il riciclo dei macchinari obsoleti, la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica. LEGGI TUTTO
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in EconomiaLa truffa del “mulo del denaro”: come difendersi dal “wanigiri” che svuota i conti correnti
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I punti chiave
La truffa wanigiri, anche conosciuta come “mulo del denaro”, è un inganno sofisticato che coinvolge una serie di passaggi ingannevoli per reclutare individui ignari, che vengono utilizzati per trasferire denaro illecito. L’FBI ha diffuso avvisi per sensibilizzare il pubblico su questo crimine, che si sviluppa principalmente attraverso le app di messaggistica più comuni. Gli autori di questa pratica iniziano con un semplice saluto o una richiesta di parlare brevemente, ma dietro questo approccio iniziale si nasconde un inganno ben architettato. Chi cade nella truffa viene usato inconsapevolmente come “mulo del denaro” per spostare fondi illeciti, finendo per coinvolgersi in attività criminose. Ecco come funziona e come non caderci.In cosa consisteI truffatori iniziano il contatto con un messaggio apparentemente innocente su piattaforme come WhatsApp, Instagram o tramite sms, attirando le vittime in modo subdolo. All’inizio, le vittime ricevono piccole somme di denaro per compiti semplici. Questi pagamenti iniziali, seppur modesti, suscitano un senso di fiducia e un desiderio di guadagnare di più. Successivamente, vengono proposti compiti più impegnativi, come richieste di pagamenti più ingenti, promettendo rendimenti più elevati. Tuttavia, una volta che le vittime hanno effettuato diversi bonifici, che possono ammontare anche a migliaia di euro, i truffatori scompaiono, lasciando le persone senza nulla.Conti bancari svuotatiPartecipare a queste attività comporta non solo il rischio di truffa, ma anche gravi conseguenze, come la possibilità di vedere il proprio conto bancario congelato e difficoltà nell’ottenere prestiti o agevolazioni fiscali. Diversi lettori sono stati vittime di questo inganno, con perdite che in alcuni casi hanno raggiunto anche i 125.000 euro. Un esempio è quello di Antonio, che avrebbe dovuto effettuare un bonifico su un conto bancario di PayTend, una banca lituana già coinvolta in un’altra truffa simile. Il denaro inviato sarebbe stato trasformato in criptovalute e successivamente reinvestito nel mercato Forex. Antonio avrebbe ricevuto una commissione del 20% sull’importo iniziale investito. I truffatori utilizzano questo stratagemma per invogliare le vittime a investire somme maggiori, convinte dai guadagni iniziali, seppur modesti. LEGGI TUTTO
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in EconomiaBonus mamme 2025, cosa c’è da sapere: come richiederlo e le categorie escluse
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Se da un lato manca il decreto attuativo del ministero del Lavoro e del Mef, atteso entro fine mese, che stabilirà i dettagli dell’esonero contributivo per l’anno in corso, dall’altro il bonus mamme è confermato anche per il 2025, ma con alcune modifiche rispetto allo scorso anno. Le lavoratrici mamme con due o più figli a carico potranno fare richiesta del bonus a partire da febbraio 2025.Di cosa si trattaIl bonus si tratta di un esonero del versamento della quota di contributi previdenziali, a cario ovviamente solo delle lavoratrici madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo. Quest’anno, però, le modifiche sono rilevanti. Innanzitutto, a differenza del 2024, la decontribuzione quest’anno sarà parziale, e non piena come lo scorso anno, sebbene non si preveda una riduzione sotto l’80%. Ma non solo. Nelle risorse stanziate, che in tutto sono 300 milioni di euro, l’esecutivo ha posto dei paletti precisi. per il 2025, il governo ha introdotto il limite di reddito di 40mila euro per accedere alla misura.I requisitiIn sintesi, riassumendo i requisiti di concessione dell’esonero, in primis e lavoratrici devono essere madri di due o più figli. In secondo luogo l’esonero spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo o, dall’anno 2027, se madri di tre o più figli, fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. La disposizione prevede, inoltre, che il beneficio non si applichi per il 2025 e il 2026 in favore delle lavoratrici che risultano essere beneficiarie dell’esonero contributivo già previsto dalla manovra 2024. Ulteriore requisito per la concessione del beneficio previsto è che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40 mila euro su base annua.Le categorie escluseI beneficiari del bonus saranno quindi le lavoratrici dipendenti ma quest’anno potranno richiedere l’esonero anche le autonome con almeno due figli iscritte all’assicurazione generale obbligatoria o alla gestione separata. Restano però escluse le partite Iva che aderiscono al regime forfettario e le lavoratrici domestiche. Per le lavoratrici che risultano essere beneficiarie dell’esonero contributivo introdotto dalla manovra 2024 invece non cambia nulla: continueranno a ricevere un esonero contributivo pari al 100% della retribuzione (9,19%), fino a un massimo di 3.000 euro lordi annui. LEGGI TUTTO
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in EconomiaCanone, il governo lascia Tim in bolletta
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C’è un fronte nuovo che potrebbe presto imbarazzare Tim. Domani è il termine ultimo per trovare una soluzione negoziata riguardo la restituzione, da parte dello Stato, di 1 miliardo di euro (cifra comprensiva degli interessi) di canone concessorio che l’ex monopolista ha versato indebitamente nel 1998. Un contenzioso durato un quarto di secolo e che, con la sentenza del 3 aprile 2024, la Corte d’Appello di Roma aveva districato dando ragione al gruppo guidato da Pietro Labriola. La presidenza del Consiglio dei ministri però aveva da subito annunciato il ricorso in Cassazione con richiesta di sospensiva degli effetti della pronuncia.Nelle scorse settimane ci sarebbero stati tentativi da parte di Tim di trovare una soluzione che avrebbe da una parte garantito uno sconto per lo Stato e, dall’altra, la certezza di incassare una cifra importante per la società che sta pensando di ritornare al dividendo e di procedere alla conversione delle azioni risparmio. Dal governo, tuttavia, non sarebbero arrivate aperture e quindi – salvo novità dell’ultimo minuto – domani i legali annunceranno al giudice che nessun accordo è stato trovato. Da qui si aprirebbero un paio di scenari quanto meno scomodi per Labriola. Se la domanda di sospensiva in attesa della sentenza in Cassazione dovesse essere accordata dal giudice, allora per Tim, visti i tempi solitamente lunghi della giustizia, si allontanerebbe la prospettiva di vedere fluire nelle sue casse un tesoretto prezioso in questa fase di rilancio. Se invece il giudice non dovesse accordare la sospensiva, allora si aprirebbero scenari dai contorni potenzialmente incendiari: lo Stato potrebbe non pagare subito la cifra per mancanza di disponibilità e mettere Labriola nella condizione imbarazzante di chiedere un’ingiunzione di pagamento (e quindi mettersi contro lo stesso governo); se però il manager scegliesse un approccio soft, avrebbe probabilmente problemi in casa con gli azionisti che chiederebbero conto della mancata riscossione immediata del credito. Potrebbe anche essere che da Palazzo Chigi si proceda al pagamento immediato della somma dovuta, ma al momento questa sembra essere l’ipotesi meno realistica anche per l’entità ingente della cifra da restituire. LEGGI TUTTO
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in EconomiaTrump presenta la sua criptovaluta: impennata del valore del 16.000% in poche ore
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I punti chiave
A due giorni dall’insediamento, Donald Trump scuote i social con l’annuncio di una sua criptovaluta, diffuso attraverso i profili ufficiali su X e Truth. L’iniziativa, così inaspettata, ha spinto molti utenti a ipotizzare un possibile attacco hacker. Tuttavia, i post promozionali restano online da ore, e la meme coin “Official Trump” ha già visto un’impennata del 16.000%. “O si tratta del più grande furto informatico di tutti i tempi, oppure è un atto legittimo”, commenta un utente, lasciando aperti interrogativi sulla legittimità di questa operazione.La crescitaLa criptovaluta $TRUMP ha ottenuto una crescita impressionante: lanciata a soli 18 centesimi, oggi ha raggiunto i 30 dollari, con una capitalizzazione di mercato che supera i 5 miliardi di dollari, alimentata dall’entusiasmo di sostenitori e investitori esperti. Tuttavia, non mancano i rischi connessi a possibili speculazioni: alcuni grandi investitori potrebbero attuare schemi di “pump and dump”, gonfiando artificialmente il valore per poi vendere a scapito degli investitori meno esperti. La società emittente ha inizialmente distribuito 200 milioni di token, con l’obiettivo di arrivare a un miliardo entro tre anni. È interessante notare che due aziende legate al nuovo presidente americano, Trump e Fight Fight Fight Llc, possiedono gli 800 milioni di token rimanenti, il cui valore attuale si aggira intorno ai 24 miliardi di dollari. Se le quotazioni dovessero mantenersi stabili o crescere ulteriormente, Trump potrebbe incassare somme enormi nei prossimi tre anni, oltre agli introiti generati dalle attività di trading di «$TRUMP». Va comunque sottolineato che, secondo quanto riportato dal sito ufficiale, la criptovaluta non è politica e non ha nulla a che fare con alcuna campagna politica o carica politica o agenzia governativa. LEGGI TUTTO