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    Ita è ancora in perdita ma ora intravede la luce

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    Nonostante Lufthansa, azionista con il 41% solo da quest’anno, abbia già esercitato nel 2024 un’influenza dominante sulle scelte di Ita Airways, l’esercizio si è chiuso con una perdita netta di 227 milioni di euro. Un segnale che, al di là dei progressi operativi, l’inversione di tendenza vera e propria resta ancora da conquistare. La perdita netta, sottolinea Ita in una nota, è stata causata «dagli effetti negativi dell’adeguamento contabile dei debiti e crediti denominati in valuta estera ai tassi di cambio di fine anno, oltre che dagli oneri finanziari associati ai contratti di leasing» connessi al rinnovo della flotta. A migliorare è l’utile operativo, che per la prima volta nella storia della compagnia risulta positivo per 3 milioni, in netto miglioramento rispetto al 2023 (+75 milioni), e «in anticipo rispetto alle previsioni del piano industriale». Ma si tratta di un primo passo, non ancora sufficiente a portare l’azienda fuori dalla fase critica. Il risultato operativo beneficia di «performance operative e commerciali positive», con ricavi saliti a 3,1 miliardi (+26% annuo), di cui 2,7 miliardi derivanti dal solo traffico passeggeri. I voli di linea operati sono cresciuti dell’11% (138mila), così come i passeggeri trasportati, circa 18 milioni (+19%). In forte aumento anche l’Ebitda, pari a 337 milioni, contro i 70 dell’anno precedente. La cassa a fine esercizio è salita a 476 milioni (+26 milioni). LEGGI TUTTO

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    Banca Generali, Doris vota Mediobanca

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    Sulla grande arena Inalpi di Torino campeggia una grande stella luminosa. Quella del fondatore, Ennio Doris, scomparso nel 2021. La convention 2025 di Mediolanum è iniziata così, sotto la buona stella e con tanti Perché, il titolo dell’evento che ieri ha riunito nel capoluogo piemontese oltre 5.500 spettatori tra family banker, dipendenti, ospiti istituzionali, partner e analisti finanziari.L’appuntamento cade nel bel mezzo del risiko bancario e a pochi giorni dall’annuncio dell’Ops che Mediobanca intende lanciare su Banca Generali. L’amministratore delegato di Banca Mediolanum, Massimo Doris, l’ha definita «una bella operazione per Mediobanca, che ha senso dal punto di vista industriale, ammesso che vada a buon fine». Se lo farà, «penso che rimarremo soci anche se saranno ancora di più nostri concorrenti» ha aggiunto, spiegando che l’istituto di Piazzetta Cuccia lo è già diventato quando ha creato CheBanca! e lo sono diventati ancora di più con la trasformazione in Mediobanca Premier. Di certo l’offerta, portata al voto dell’assemblea di Mediobanca del 16 giugno, verrà valutata da due cda ad hoc di Banca Mediolanum e Mediolanum Vita, che detengono insieme il 3,49% dell’istituto guidato da Alberto Nagel. Intanto, Doris ha spiegato di essersi sentito per telefono con il ceo di Piazzetta Cuccia che gli ha «illustrato l’operazione», ma un incontro formale ancora non c’è stato e «per ora non ne ho uno in programma». Nei cda verrà anche valutata l’Ops di Rocca Salimbeni su Mediobanca.Nel suo intervento, l’erede di Ennio Doris ha ribadito di non temere un’eventuale integrazione fra Mediobanca e Banca Generali. «Quando siamo partiti, nel 1982, eravamo i più piccoli del mercato. E le banche tradizionali c’erano ed erano grandi. Eppure siamo cresciuti e ci siamo evoluti», evidenzia Doris. Per cui, «qualunque sia l’esito di questo risiko, per Mediolanum «non sarà un problema». Doris ha citato anche Donald Trump ricordando che pure lui «ha un capo che deve ascoltare e che può fargli cambiare idea: il mercato».Durante la convention sono state lanciate molte novità. A cominciare dalla nascita del progetto Grandi Patrimoni, un nuovo ecosistema di servizi di private banking: «Il 2,5% dei nostri clienti cuba oltre 42 miliardi di masse totali e contribuisce ogni anno per oltre un terzo della nostra raccolta netta totale, ma in Italia ci sono oltre 900mila famiglie con patrimoni superiori ai due milioni, 70mila con patrimoni superiori ai 5 milioni e 46mila con patrimoni di oltre 10 milioni. Si tratta di una clientela che richiede interlocutori di fiducia capaci di accompagnarla nel tempo», ha spiegato il direttore commerciale del gruppo, Stefano Volpato.I vertici di Mediolanum hanno poi annunciato che da questo mese i clienti di Banca Mediolanum potranno prelevare fino a 1.000 euro al giorno (rispetto ai precedenti 200) presso gli Atm evoluti di Euronet, ora estesi a oltre 2.200 punti. A questi si aggiungono 3.800 nuovi Atm di Unicredit, abilitati anche a versamenti di contanti e assegni. Con gli altri accordi già in essere (tra cui quelli con Intesa e Poste), i clienti Mediolanum disporranno di oltre 60.000 sportelli operativi. «È il nostro modo di contrastare la desertificazione bancaria e presidiare il territorio», ha sottolineato il direttore generale Igor Garzesi. LEGGI TUTTO

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    Retribuzioni più alte nel commercio: scattano bonus e aumenti contrattuali

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    Più soldi in busta paga e un nuovo passo verso stipendi più adeguati al costo della vita. Il 2025 sarà un anno importante per circa tre milioni di lavoratori del terziario, del commercio, della distribuzione e dei servizi, grazie all’attuazione del rinnovo del contratto collettivo nazionale Confcommercio e Confesercenti, sottoscritto a marzo 2024. Il contratto prevede un percorso di aumenti retributivi scaglionati, che porteranno a un adeguamento definitivo nel febbraio 2027. Già a partire da quest’anno, sono due le misure concrete previste: una indennità una tantum in arrivo a luglio e un aumento stabile della retribuzione mensile da novembre.Bonus a luglioNel dettaglio, la prima misura consiste nel pagamento della seconda tranche dell’indennità straordinaria da 350 euro lordi, destinata a tutti i lavoratori inquadrati con il contratto Confcommercio o Confesercenti. La prima parte è stata erogata nel luglio 2024, mentre il saldo arriverà con la busta paga di luglio 2025. L’importo varia a seconda del livello di inquadramento previsto dal contratto. Per i livelli più alti, come i quadri, il bonus può superare i 300 euro lordi; per i livelli intermedi, come il quarto, si attesta attorno ai 175 euro; mentre per i livelli più bassi si aggira intorno ai 120 euro. Anche gli operatori di vendita riceveranno questa indennità: circa 165 euro per la prima categoria e poco meno di 140 euro per la seconda. Il bonus verrà erogato nello stesso mese in cui è prevista la quattordicesima mensilità, garantendo così un sostegno economico doppio, utile soprattutto in un periodo di aumento generalizzato dei prezzi. È importante sottolineare che si tratta di una misura eccezionale, non ripetibile, e che non verrà rinnovata nel 2026.L’incremento da novembreLa seconda novità riguarda invece un intervento strutturale. A partire dal 1° novembre 2025, tutti i lavoratori inquadrati con il contratto Confcommercio-Confesercenti riceveranno un aumento del minimo tabellare, che si tradurrà in un incremento effettivo della retribuzione mensile. Anche in questo caso, l’importo dipenderà dal livello contrattuale. Per un quadro, l’incremento lordo sarà superiore ai 60 euro al mese; per un lavoratore di primo livello, sarà di circa 55 euro; per i livelli intermedi come il secondo o il terzo, l’aumento sarà compreso tra i 40 e i 47 euro; mentre per il quarto livello, tra i più rappresentati, è previsto un aumento di 35 euro lordi al mese. I livelli più bassi, come il sesto e il settimo, vedranno aumenti tra i 24 e i 28 euro lordi mensili. Anche per gli operatori di vendita sono previste cifre precise: circa 33 euro per la prima categoria e quasi 28 euro per la seconda. LEGGI TUTTO

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    Cnpr forum: gli scenari della previdenza e della finanza sotto i “colpi” dei dazi 

    “Le Casse di previdenza svolgono un ruolo essenziale nel garantire pensioni dignitose ai propri iscritti. Tuttavia, questa funzione è fortemente condizionata dal peso fiscale, poiché gli istituti pensionistici professionali sono soggetti al pagamento di imposte sui rendimenti degli investimenti, come se fossero enti economici. Sosteniamo, infatti, sia l’Ires che l’imposta sostitutiva per i redditi di capitale esteri” a renderlo noto Nunzio Monteverde, presidente dell’Isnec (Istituto Nazionale Esperti Contabili), nel corso del Cnpr Forum speciale “Scenari della previdenza e della finanza”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.Le parole di MonteverdeIl presidente dell’Isnec ha poi aggiunto: “Le risorse sottratte, se reinvestite all’interno del sistema previdenziale, potrebbero contribuire a migliorare le prestazioni per i professionisti. È necessario avviare una revisione della politica fiscale, che riconosca la valenza sociale dell’attività previdenziale e superi l’iniquità dell’attuale sistema, che di fatto impone una doppia tassazione: prima sulle Casse e poi sui beneficiari delle prestazioni”.Alle parole di Monteverde si sono poi unite quelle di Fedele Santomauro, consigliere d’Amministrazione della Cnpr: “Gli istituti pensionistici dei professionisti rappresentano un punto di riferimento essenziale in un contesto competitivo come quello attuale, non solo per la loro funzione previdenziale, ma anche per il contributo attivo che offrono all’economia nazionale attraverso investimenti mirati. È fondamentale riconoscere loro un ruolo più centrale, poiché possono favorire il raggiungimento di nuovi obiettivi in ambito professionale, contribuendo a rendere più attrattivo un settore oggi segnato da una profonda crisi di vocazione. Lo Stato dovrebbe intervenire per superare l’attuale regime di tassazione sui rendimenti. In sinergia con l’Isnec, stiamo lavorando anche per valorizzare la figura dell’esperto contabile, destinata a svolgere un ruolo sempre più strategico sia nel mondo delle professioni che in quello aziendale”.Giuseppe PatriossiNel corso del forum, condotto da Anna Maria Belforte, Giuseppe Patriossi, partner responsabile consulenza Casse previdenziali e sanitarie Prometeia advisor Sim ha reso noto che “il 2024 si è chiuso in modo molto positivo grazie in particolare alla performance degli asset a maggior profilo di rischio, in continuità con il 2023. L’inizio del 2025 è stato sin da subito più complesso specie dopo il ‘Liberation day’ del presidente Trump che ha generato in aprile una forte incertezza sulle politiche economiche che l’amministrazione americana metterà in atto”.Patriossi ha poi aggiunto: “I mercati hanno quindi iniziato una fase di volatilità elevata ed in aumento, specie quelli azionari. A ciò si sono inoltre affiancate tensioni sul debito americano, anche in ragione della necessità di rifinanziarlo in maniera importante oltre che in relazione alla dinamica inflattiva che rimane presente e potrebbe essere esacerbata quantomeno nel breve termine dalle politiche tariffarie di Trump. La politica dei dazi causerà una contrazione del commercio mondiale e quindi della crescita, ragion per cui ci attendiamo quest’anno il protrarsi di episodi di volatilità significativa dei mercati, comprese le parti più lunghe delle curve obbligazionarie. Tra i beni rifugio continua a spiccare l’oro mentre il dollaro americano, solitamente safe heaven nelle fasi di volatilità, ha intrapreso un percorso di significativo deprezzamento”.Valentino FilippiniPer Valentino Filippini, senior institutional sales Amundi Sgr: “il mercato è rimasto sorpreso dalla numerosità e dalle dimensioni dei dazi annunciati dall’amministrazione americana. Capire l’impatto in termini di crescita passa attraverso l’analisi delle negoziazioni bilaterali tra paesi che determinano quello che potrà essere, a regime, il sistema di commercio internazionale che sarà presumibilmente differente da quello che finora abbiamo avuto. Il cambiamento ci attendiamo impatterà in termini negativi sulle aspettative di crescita a livello globale con impatti più marcati nei paesi più coinvolti in questa dinamica come potenzialmente Cina, Usa ma anche l’Europa.Anche se a livello Europeo la dinamica di crescita potrebbe essere mitigata da un aumento della spesa pubblica nel settore della difesa. Il mercato ha già messo sotto forte pressione determinati settori, tra cui sicuramente l’automotive e quello della tecnologia. In questo contesto è fondamentale costruire un portafoglio diversificato e resiliente”.Andrea CattaneoL’head of Italy, Switzerland & Iberia – Bnp Paribas, Securities Services, Andrea Cattaneo, ha affermato che “il momento di turbolenza dei mercati finanziari, come quello che stiamo vivendo, presenta molti rischi. Quelli operativi, di frode e i rischi della gestione finanziaria. Oggi Bnp Paribas intermedia circa il 40 per cento del mercato italiano quindi abbiamo un ottimo punto di vista su come stanno andando i mercati. Nelle ultime due settimane abbiamo visto un picco di operatività che è addirittura raddoppiato rispetto ai volumi standard.Abbiamo raggiunto una media di più di centomila operazioni al giorno. Come banca depositaria abbiamo un ruolo istituzionale, il nostro compito è monitorare l’operato dei gestori terzi. Operiamo in una funzione di controllo per quelle che sono le operatività sui mercati al fine di rimanere aderenti alle politiche d’investimento del fondo. A livello regolamentare controlliamo che vengano svolti gli investimenti in linea con le procedure e i provvedimenti emessi dalla Banca d’Italia, dalla Covip e da Consob. Per la banca depositaria il principio della solidità patrimoniale è un principio chiave”.Nino ManciniIl responsabile area gestioni Banca Patrimoni Sella&c, Nino Mancini, ha evidenziato come “Gli effetti sulla crescita globale sono già visibili nei dati di sentiment provenienti sia dagli Stati Uniti che da altre aree del mondo. Riteniamo che ci sarà un impatto immediato in termini di rallentamento economico, ma molto dipenderà dall’evoluzione delle interlocuzioni internazionali. Non siamo convinti che le dichiarazioni del presidente americano rappresentino un punto definitivo: potremmo assistere ad un passo indietro come ha fatto nei confronti dell’Europa, con una possibile sospensione dei dazi per 90 giorni.Le banche centrali si trovano oggi in una posizione particolarmente complessa. Da un lato, il rallentamento della crescita suggerirebbe l’opportunità di nuovi stimoli di politica monetaria espansiva; dall’altro, le spinte inflazionistiche che potrebbero derivare da questo scenario richiedono prudenza. In particolare, la Federal Reserve ha chiarito che eventuali ulteriori interventi espansivi saranno subordinati all’andamento dell’inflazione”.Alessandro FranzinGli effetti di questo processo sono stati analizzati da Alessandro Franzin, sviluppo istituzionale Italia Eurizon Capital Sgr: “L’aumento delle tariffe doganali produce, come effetto immediato, una pressione inflazionistica che tende a scoraggiare l’acquisto e il consumo dei beni importati. In un contesto di guerra commerciale, il timore di un rallentamento economico supera quello dell’inflazione. Attualmente non è ancora possibile quantificare con precisione l’entità di questo rallentamento poiché gli sviluppi futuri dipenderanno in larga misura dall’esito delle trattative bilaterali in corso. Solo una volta concluso questo processo negoziale sarà possibile effettuare un’analisi più dettagliata degli impatti complessivi sulla crescita e sui singoli Paesi e settori coinvolti.È plausibile che le economie più colpite ricorrano a politiche fiscali di tipo espansivo per contrastare il rallentamento e stimolare l’attività economica. Nell’area euro, ad esempio, stiamo già vedendo emergere stimoli significativi nei settori della difesa e delle infrastrutture, mentre in Cina è probabile un rafforzamento delle misure a sostegno della domanda interna. In un quadro globale in rapida evoluzione, che conserva fondamentali economici ancora solidi, è comunque preferibile mantenere come investitore un approccio prudente, sempre pronto a cogliere le opportunità che si dovessero manifestare”.Gianluca BergamaschiL’head of fixed income mandates and Pm Generali Asset Management Sgr, Gianluca Bergamaschi, ha dichiarato: “Ci troviamo di fronte a una situazione senza precedenti per il commercio mondiale, determinata da due eventi chiave: da un lato, l’adozione del cosiddetto ‘bazooka fiscale’ da parte del governo tedesco a inizio marzo, che ha comportato una revisione al rialzo delle stime su crescita e inflazione in tutta l’Eurozona; dall’altro, la decisione dell’amministrazione Trump di modificare in modo drastico la politica commerciale statunitense, introducendo dazi sulle importazioni.Siamo così passati da uno scenario che prevedeva un rallentamento contenuto dell’economia europea e un atterraggio morbido per quella americana, a uno che mette potenzialmente a rischio l’intera crescita globale. Molto dipenderà dall’esito delle negoziazioni internazionali e dal livello a cui si stabilizzeranno i dazi, così come da eventuali misure di ritorsione da parte delle principali aree commerciali. L’Europa, fortemente orientata all’export, potrebbe subire un impatto negativo sulla domanda esterna, con effetti più deflazionistici che inflazionistici.Negli Stati Uniti, invece, è probabile che si verifichi un rallentamento accompagnato da una crescita dei prezzi, generando contraddizioni nella dinamica economica. Le banche centrali hanno risposto in modo coerente: da una parte la Fed mantiene un atteggiamento prudente, mentre la BCE si è mostrata più reattiva, adottando politiche monetarie accomodanti”.Francesco SpadacciaIn ultimo Francesco Spadaccia, portfolio manager Ubs asset management, ha messo in risalto che “la politica estera di Trump può avere un impatto rilevante sull’economia globale, con effetti particolarmente negativi a livello locale, soprattutto in termini di inflazione. Ci aspettiamo ulteriori tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, che nel breve periodo può ancora beneficiare della fase di rallentamento dell’inflazione. LEGGI TUTTO

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    Truffa della bici elettrica sui social, a cosa non rispondere mai

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    Una nuova truffa circolata negli scorsi giorni ha fatto scattare l’allarme sui social network, e in particolar modo su Facebook, dove più di qualcuno è finito in trappola. Basta mettere sul piatto della bilancia un’offerta vantaggiosa per carpire l’attenzione di numerosi utenti, ed è proprio questo che hanno fatto gli ideatori dell’ennesimo raggiro online.In un’inserzione divenuta virale, tanto da essere visualizzata nel giro di poco tempo da oltre mezzo milione di persone, viene proposto ai visitatori un vero e proprio affare, ovvero un numero limitato di e-bike che vengono regalate a causa di piccoli errori di fabbrica: in cambio viene chiesto un piccolissimo contributo per far crescere la pagina e darle visibilità. Il tutto, peraltro, reso credibile e documentato da una nutrita galleria di immagini di biciclette elettriche, alcune evidentemente prese dal web e altre ricreate grazie all’intelligenza artificiale.Il messaggio originale è in spagnolo, e così viene tradotto automaticamente nella nostra lingua: “Siamo lieti di annunciarvi che stiamo regalando 250 biciclette che non possono essere vendute a causa di piccoli graffi”, si legge nel post. Per poter entrare in possesso di una di esse è sufficiente mettere un “grazie” in calce all’inserzione: basta un click, quindi per poter diventare uno dei 250 fortunati.Il problema è ciò che accade dopo aver lasciato il proprio “grazie”. Si viene immediatamente ricontattati dai cybercriminali, i quali informano che per poter completare la procedura ci sono altri passaggi da fare: la pagina va infatti condivisa su almeno 10 gruppi, il che contribuisce a diffondere ulteriormente la truffa in rete. Dopo aver comunicato ai proprietari della pagina di aver svolto il proprio compito, si viene contattati nuovamente, scoprendo di essere uno dei fortunati vincitori.Tutto pronto per la consegna, quindi? Proprio per nulla. I truffatori a questo punto inviano al malcapitato di turno un link malevolo sul quale inserire i propri dati per registrarsi e ricevere a casa la sua bicicletta elettrica fiammante, ed è a questo punto che scatta la trappola. È sufficiente avere un antivirus funzionante e aggiornato per impedire l’apertura della pagina web, in caso contrario le nostre informazioni saranno carpite dai cybercriminali, con tutti i rischi che ciò comporta. LEGGI TUTTO

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    Panetta evoca Marco Polo e boccia i dazi

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    Un no senza giri di parole al ritorno delle guerre commerciali, nel solco di Marco Polo e contro i muri del protezionismo. Nel suo discorso di apertura alla 58sima riunione annuale del Consiglio dei governatori della Banca asiatica di sviluppo (Adb), in corso a Milano, il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha tracciato una chiara linea di demarcazione tra apertura e chiusura, tra cooperazione e conflitto. Un messaggio diretto, che si traduce anche in una presa di posizione netta contro la politica dei dazi rilanciata da Donald Trump in vista delle elezioni presidenziali americane.Per rafforzare il valore simbolico del suo messaggio Panetta ha evocato, infatti, la figura di Marco Polo. “Lasciamoci guidare dal suo spirito, che attraversò non solo i confini geografici ma anche quelli dell’immaginazione. ‘Volevo scoprire’ – scrisse – ‘e la volontà fu più forte della paura’”, ha detto il governatore. Un richiamo alla necessità di scegliere il coraggio dell’apertura contro le chiusure dettate dalla paura.”Anche noi dobbiamo continuare a scegliere la cooperazione al posto del conflitto, l’apertura invece delle barriere, e il coraggio anziché l’esitazione – perché il futuro che stiamo costruendo esige tutto questo”, ha proseguito.Non è un caso che l’intervento si sia svolto proprio a Milano, ponte economico tra Europa e Asia, e in un momento in cui il dibattito globale torna ad arroccarsi su nazionalismi economici. Con tono fermo ma non polemico, Panetta ha di fatto marcato la distanza dall’approccio isolazionista rilanciato da Trump, ribadendo la vocazione italiana alla cooperazione: “L’Italia è pienamente impegnata nella missione dell’Adb. Le imprese italiane offrono competenze in linea con le priorità di sviluppo della regione Asia-Pacifico”.”Preservare l’integrazione economica e rafforzare la cooperazione internazionale non è facoltativo, è essenziale”, ha detto Panetta, richiamando con forza il ruolo fondamentale delle istituzioni come la Adb, che ha definito “un pilastro del sistema multilaterale”. Un modello che – ha ammonito – rischia ora di essere messo a dura prova: “Il sistema di cooperazione economica mondiale che ha portato prosperità è oggi minacciato da un ritorno al protezionismo. Dobbiamo guardarci da pericolosi passi indietro che possono compromettere risultati costruiti in decenni”. LEGGI TUTTO

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    Incassa i soldi e sparisce: come funziona la truffa dell’auto usata

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    I punti chiave

    Ha versato 13.500 euro per un’autovettura usata che non ha mai visto né ricevuto: vittima del raggiro un uomo di 50 anni che vive in Val Venosta (in provincia di Bolzano) che ha denunciato tutto ai carabinieri. Autore della truffa un uomo già “esperto” in questo tipo di raggiri che è stato prontamente denunciato dalle forze dell’ordineCome è avvenuta la truffaIl 50enne ha visto online una macchina usata, in ottime condizioni e di un certo tipo di spessore visto che faceva parte dell’area “premium”, ossia marchi del calibro di Bmw, Audi e Mercedes per citare soltanto alcuni esempi. L’uomo, però, si è fidato bonariamente soltanto del suo interlocutore versando l’intero importo richiesto ma non solo non ha avuto quanto acquistato ma subito dopo il bonifico non è riuscito a mettersi nelle tracce di chi aveva, con l’inganno, proposto questo tipo di affare.Di chi si trattaA quel punto l’unica soluzione era rappresentata dalla denuncia: i carabinieri di Prato allo Stelvio (Bolzano) sono riusciti a risalire al truffatore che sarebbe un uomo di 40 anni, milanese, che aveva già precedenti penali per altre truffe a poveri malcapitati.Gli errori da non commettereCome da ricostruzioni, sembrerebbe che il potenziale acquirente si sia subito fidato del venditore soltanto dall’annuncio sul web e da una telefonata preliminare che, evidentemente, lo ha convinto della bonarietà dell’affare. La trattativa sarebbe avvenuta esclusivamente online e senza che i due si fossero mai incontrati. Ecco, questo episodio dimostra che per limitare al minimo i rischi di chi compra da uno sconosciuto, è bene che si organizzi un incontro conoscitivo per avere di fronte la persona che propone l’affare e soprattutto vedere con i propri occhi cosa si intende acquistare, in questo caso un’auto usata. LEGGI TUTTO

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    “La Terra non è gratis”, il nuovo evento de il Giornale su energia e sviluppo

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    In gioco c’è il futuro stesso del pianeta, legato alla fondamentale partita dello sviluppo economico e a quella della sostenibilità. In un mondo in piena metamorfosi, il capitalismo non può trascurare la transizione energetica, intesa non come dettame ideologico ma come fattore abilitante di crescita. Del resto «La Terra non è gratis» e ormai anche le aziende lo sanno. Il tema e i suoi risvolti più significativi saranno al centro di uno speciale evento organizzato da il Giornale a Milano e in programma giovedì 8 maggio.A Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, dalle 9.45 alle 12.00 andrà in scena una mattinata di interviste e dibattiti, con la partecipazione di alcuni prestigiosi ospiti del mondo dell’impresa, dell’economia, dell’università e della ricerca, intervistati dalle più apprezzate firme del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. L’evento, che ha come partner Enel e Renexia, sarà a ingresso libero, previa registrazione (di seguito il link per registrarsi).Ad aprire l’appuntamento sarà proprio Alessandro Sallusti, direttore responsabile de il Giornale, poi i riflettori si accenderanno sul primo panel della mattinata, condotto dalla giornalista Hoara Borselli e dedicato al futuro del mercato globale ai tempi di Donald Trump, delle nuove tecnologie e delle innovazioni nel campo energetico. Su questi temi si confronteranno Riccardo Toto (Direttore Generale Renexia) e Cesare Trippella (Senior Leaf Manager Philip Morris Italia). Il focus della discussione si sposterà poi sulle terre rare, un gruppo di 17 elementi chimici fondamentali per la tecnologia moderna e utilizzati in smartphone, batterie, turbine e auto elettriche. Senza terre rare un Paese difficilmente può sperare di competere a livello tecnologico, energetico e militare.Ecco perché assistiamo a una vera e propria corsa a questi elementi, dominata dalla Cina: Pechino controlla infatti circa il 65% della produzione mondiale e oltre l’80% delle esportazioni dirette verso l’Europa. E l’Italia? Ne parlerà Simona Benedettini (CEO & Founder di RACE Consulting), intervistata dal giornalista Vittorio Macioce. A chiudere l’evento un’intervista allo chef stellato Davide Oldani guidata dal giornalista Marco Lombardo sui cibi sostenibili: carne coltivata, insetti, e alimenti a base vegetale. Una rivoluzione annunciata ma non priva di contraddizioni e criticità. Queste trasformazioni non riguardano solo l’innovazione tecnologica, ma toccano profondamente anche l’etica del cibo. Dobbiamo chiederci se sia realistico pensare che simili cambiamenti possano avvenire solo tramite leggi o regolamenti. In realtà, si tratta di un processo più ampio, legato alla cultura, alle abitudini e alla coscienza collettiva. La vera sfida, allora, sarà conciliare l’evoluzione del nostro senso etico con il rispetto per le tradizioni culinarie. LEGGI TUTTO