Lagarde: “Pronti a tagliare i tassi, inflazione verso il 2% nel 2025”
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La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha finalmente accennato all’avvio di una politica monetaria espansiva durante un intervento a Vilnius, Lituania, in occasione della conferenza annuale della Banca di Lituania sui “Pilastri della resilienza in mezzo ai cambiamenti geopolitici globali”. L’evento ha coinciso con il decimo anniversario dell’introduzione dell’euro nel Paese baltico.Inflazione sotto controllo, ma il 2025 resta la chiaveLagarde ha confermato che l’obiettivo del 2% per l’inflazione sarà raggiunto nel 2025: «Ora, dopo un lungo periodo di politica restrittiva, la nostra fiducia nel fatto che stiamo assistendo a un ritorno tempestivo all’obiettivo è aumentata. Dal settembre dello scorso anno, abbiamo avuto sei cicli consecutivi di previsioni che indicano il ritorno dell’inflazione all’obiettivo nel corso del 2025». La presidente ha sottolineato come «l’incertezza di queste proiezioni sia diminuita in modo significativo» grazie a modelli avanzati, che ora «collocano le fasce di incertezza a livelli prossimi a quelli pre-pandemici». La strada, secondo Lagarde, è tracciata: «La direzione è chiara: abbiamo intenzione di tagliare ulteriormente i tassi di interesse».Una nuova politica monetaria “appropriata”Un passaggio significativo del discorso ha riguardato l’orientamento futuro della politica monetaria. «In precedenza, avevamo detto che manterremo i tassi di riferimento sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. Ma non riflette più l’evoluzione del panorama macroeconomico, le nostre prospettive di inflazione o l’equilibrio dei rischi ad essa correlati». Con il processo di disinflazione avviato e rischi al ribasso per la crescita, Lagarde ha annunciato un cambio di rotta: «Non puntiamo più a una politica sufficientemente restrittiva, ma intendiamo piuttosto fornire una posizione politica appropriata».Il rallentamento della crescitaLagarde ha anche evidenziato le difficoltà economiche dell’Eurozona, con un declassamento significativo delle prospettive di crescita. «Se torniamo alle nostre proiezioni di giugno 2023, ci aspettavamo una crescita media dell’1,8% nel 2024. Ora, ci aspettiamo lo 0,7%». Questo rallentamento è attribuito a vari fattori: «Uno dei fattori trainanti è stata la lenta crescita delle esportazioni, guidata dalle sfide competitive che le aziende dell’area euro devono affrontare. Ma il fattore più importante è stata l’economia interna, con metà delle inadempienze legate agli investimenti e un quarto ai consumi».La presidente ha inoltre commentato il comportamento delle famiglie: «Molte famiglie hanno una percezione della crescita del loro reddito reale ben al di sotto dei dati misurati. Solo il 37% delle famiglie ritiene che il loro reddito reale sia aumentato o sia rimasto lo stesso, anche se il 50% ha sperimentato aumenti effettivi».I rischi esterni: guerre e daziLa presidente ha analizzato i rischi geopolitici e commerciali. «Se gli Stati Uniti, il nostro principale mercato di esportazione, prendono una piega protezionistica, è probabile che la crescita dell’area dell’euro ne risenta». Ha poi aggiunto che le tensioni globali, i prezzi dell’energia e gli eventi climatici estremi possono avere impatti significativi sul costo della vita. Tuttavia, Lagarde ha precisato: «L’effetto netto della frammentazione del commercio e delle tariffe sull’inflazione rimane incerto».Salari e investimenti: segnali di stabilizzazioneSul fronte salariale, la presidente della Bce ha parlato di una crescita più moderata: «Il monitoraggio dei salari della Bce prevede un rallentamento della crescita salariale dal 4,8% di quest’anno a circa il 3% nel 2025, livello che generalmente consideriamo coerente con il nostro obiettivo». Tuttavia, la cautela resta: «Le famiglie continuano a risparmiare una quota insolitamente elevata del loro reddito e ad adottare un approccio cauto alla spesa».“Sulla strada giusta” LEGGI TUTTO