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    Fincantieri, commessa da 2 miliardi di euro per due nuove navi da crociera

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    Fincantieri e Tui hanno raggiunto un importante traguardo con la firma di un Memorandum of Agreement per la progettazione e costruzione di due nuove navi da crociera destinate al brand britannico Marella Cruises. Il valore della commessa è di circa 2 miliardi di euro, segnando un passo decisivo per il futuro della compagnia e consolidando ulteriormente la leadership di Fincantieri nel settore.Marella Cruises per la prima volta ha scelto il gruppo italiano come partner strategico. Le nuove navi, pensate su misura per il mercato britannico, saranno caratterizzate da un design sofisticato, materiali di alta qualità e un’ampia gamma di sistemazioni spaziose, con un forte focus sulla sostenibilità ambientale. Le consegne sono previste rispettivamente nel 2030 e nel 2032.”Siamo entusiasti di accogliere Marella Cruises tra i nostri clienti e di accompagnarla in questo nuovo percorso. Questo accordo testimonia la capacità di Fincantieri di stringere partnership strategiche con una clientela in continua espansione, rafforzando la nostra visibilità a lungo termine e garantendo un elevato livello di saturazione dei nostri cantieri”, ha dichiarato Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri. “Il progetto riunirà la nostra esperienza nella progettazione navale, nell’innovazione e nella sostenibilità, per consegnare navi in grado di rispondere alle aspettative in evoluzione dei passeggeri di oggi”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Il governo punta 200 milioni su Newcleo per il nucleare di nuova generazione

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    Il governo italiano si prepara a investire 200 milioni di euro in Newcleo, azienda leader nella progettazione di reattori nucleari di terza generazione avanzata e quarta generazione. Secondo quanto si apprende, l’operazione, attualmente in fase di studio, prevede l’ingresso dello Stato nel capitale della società con una quota pari al 27%, attraverso il coinvolgimento di una o più società finanziarie e industriali controllate dallo Stato. L’obiettivo è consolidare la filiera italiana dell’energia nucleare innovativa e attrarre nuovi investitori.L’investimento si inserisce in una strategia più ampia delineata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che questa mattina hanno ribadito la “piena convergenza sull’interesse strategico del governo affinché l’Italia partecipi attivamente alla realizzazione di tecnologie innovative nel settore nucleare”.”Il nostro obiettivo è rafforzare la filiera industriale nazionale nel settore dell’energia nucleare innovativa, garantendo sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e competitività tecnologica per il Paese”, ha dichiarato Urso. Un impegno che si traduce non solo in investimenti diretti, ma anche in un quadro normativo chiaro e favorevole allo sviluppo del settore.Il governo ha infatti già adottato un provvedimento che pone le basi per il rilancio della ricerca e dello sviluppo del nucleare di nuova generazione. Tale misura disciplina le attività di sperimentazione, autorizzazione e vigilanza, favorendo gli investimenti pubblici e privati. “Stiamo lavorando affinché l’Italia possa valorizzare le competenze già esistenti e creare nuove opportunità industriali e occupazionali, con benefici per l’intero sistema produttivo nazionale”, ha aggiunto Pichetto Fratin. LEGGI TUTTO

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    La bufera dei dazi si abbatte sulle Borse: Europa in rosso

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    Profondo rosso per le Borse europee. La settimana inizia con il segno meno per le principali piazze europee: il Dax di Francoforte lascia sul terreno l’1,13% a 22.203 punti. Il Ftse 100 di Londra segna -1% e anche per il Cac 40 di Parigi ci sono perdite dell’1,13%. A metà mattina Milano è in calo dello 1,40% (38.195 punti l’indice Ftse Mib) con le banche e Prysmian tra i titoli più venduti. A pesare sull’andamento dei mercati è la minaccia dei nuovi dazi universali al 20% annunciati dall’amministrazione Trump a partire da dopodomani, mercoledì 2 aprile.A Milano si salvano Tim e le utilities, vola Bialetti. Giù Unicredit, Banco Bpm, Poste, Unipol, Pop di Sondrio, Bper, Mediobanca, Generali, Mps, Stellantis e Juventus. Sul listino milanese Unicredit scende dell’1,71% a 52,29 euro dopo che il cda ha deliberato all’unanimità, in esecuzione della delega conferita dall’assemblea straordinaria degli azionisti del 27 marzo scorso, l’aumento di capitale per l’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria promossa sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco Bpm (-1,79% a 9,41 euro). Unicredit ha anche incassato il via libera di Bce e Banca d’Italia per l’acquisizione del Banco. Ora si aspetta l’ok Consob al prospetto dell’ops questa settimana.Aumento dei dazi universaliA spaventare gli investitori questa mattina è soprattutto l’ennesimo cambio d’idea del presidente Usa. Trump ha annunciato che i dazi reciproci riguarderanno tutti i Paesi e non solo i 15 con il maggior squilibrio commerciale. Questa dichiarazione smentisce le parole di Kevin Hassett, consigliere economico di Trump, che in una conferenza aveva dichiarato che i provvedimenti avrebbero riguardato solo un ristretto gruppo di Paesi.Al contempo il tycoon ha minacciato di imporre dazi fino a un massimo del 50% su tutto il greggio proveniente dalla Russia se dovesse rendersi conto che Mosca sta ostacolando gli sforzi americani per porre fine alla guerra in Ucraina, aggiungendo che i provvedimenti potrebbero entrare in vigore nel giro di un mese se non si giungerà a un cessate-il-fuoco. Come se non bastasse ha minacciato di bombardare l’Iran e di imporre dazi secondari, quelli cioè che riguardano chi acquista beni del Paese, nel caso non venga raggiunto un accordo sul nucleare.Restando in Medio Oriente, Hamas ha detto di aver accettato una proposta di cessate il fuoco dai mediatori di Egitto e Qatar che prevede il rilascio di cinque ostaggi israeliani a settimana.Spread Btp/Bund in aumento a 111,4Con gli investitori che devono fare i conti non solo con i timori per un aumento dell’inflazione a livello globale ma anche con il rallentamento della crescita, lo spread Btp/Bund sale a 111,4 punti base con il rendimento del Btp 10 anni in calo al 3,81%. In settimana da monitorare anche i dati sul lavoro negli Stati uniti che venerdì potrebbero offrire segnali del temuto rallentamento della prima economia mondiale. La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha detto che gli ultimi dati macro Usa confermano il fatto che due tagli dei tassi quest’anno, previsto nello scenario di base, siano «ragionevoli». LEGGI TUTTO

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    Panetta: “Serve cautela sui tassi, la lotta all’inflazione non è vinta”

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    “Le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori. Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali”. È quanto ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nella sua relazione annuale in occasione dell’assemblea.Il governatore ha inoltre ribadito l’importanza di non abbassare la guardia sull’andamento dei prezzi: “Guardando al futuro, la lotta all’inflazione non può ancora dirsi conclusa. Sarà essenziale monitorare con attenzione tutti i fattori che potrebbero ostacolare il ritorno all’obiettivo del 2 per cento”. Ha poi ricordato come dal giugno scorso il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea “ha avviato una graduale riduzione dei tassi ufficiali, riflettendo i progressi ottenuti nella lotta all’inflazione. Tuttavia, la dinamica del credito risente, con i consueti ritardi, della restrizione monetaria degli anni precedenti e della debolezza del ciclo economico”.Digitalizzazione e modernizzazione della Banca d’ItaliaUn altro tema centrale della relazione è stato il processo di trasformazione digitale e riorganizzazione interna: “La trasformazione digitale e la progressiva riduzione delle attività di autoamministrazione, con la conseguente riallocazione delle risorse verso funzioni istituzionali e priorità strategiche, rappresenteranno due pilastri del nuovo piano strategico, la cui definizione è prevista per l’inizio del prossimo anno”.Panetta ha ribadito l’importanza della valorizzazione delle risorse umane: “In continuità con la nostra tradizione, continueremo a investire sulle persone, nella consapevolezza che il successo di ogni iniziativa dipende dalla loro partecipazione attiva, dalla crescita continua delle competenze e dalla valorizzazione delle eccellenze presenti nell’Istituto”.Sul fronte dell’innovazione tecnologica, ha annunciato un programma articolato: “Si sta definendo un programma articolato di iniziative volte ad accelerare la trasformazione digitale della Banca, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti, aumentare l’efficienza operativa e rendere l’organizzazione più agile e pronta ad affrontare le sfide future”.Le tre direttrici di questo piano saranno:”Investire in tecnologie di frontiera, ampliando l’offerta di servizi digitali e promovendo un utilizzo strategico ed equilibrato dell’intelligenza artificiale”.”Semplificare e innovare i processi interni, grazie all’integrazione dei sistemi informativi e allo sfruttamento delle nuove tecnologie”.”Completare la digitalizzazione dei flussi documentali, riducendo ulteriormente il ricorso a processi cartacei”.La riorganizzazione della rete territorialePanetta ha parlato anche del futuro delle filiali della Banca d’Italia, un tema che ha sollevato dibattiti e proteste da parte di alcuni sindacati autonomi, in seguito alla chiusura delle sedi di Livorno e Brescia.Ha ribadito il valore delle filiali: “Le filiali della Banca d’Italia sono un patrimonio che continueremo a valorizzare”. Ha evidenziato come il loro “radicamento sul territorio, il legame con le istituzioni locali e la vicinanza agli operatori economici e finanziari costituiscano elementi essenziali dell’operatività della Banca. Si tratta di un patrimonio prezioso, che continueremo a valorizzare”. LEGGI TUTTO

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    La Banca d’Italia stacca un assegno di 644 milioni al Tesoro

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    La Banca d’Italia ha chiuso il bilancio 2024 con una perdita lorda di 7,3 miliardi di euro, in peggioramento di 200 milioni rispetto al 2023. L’alto livello dei tassi ufficiali ha continuato ad avere ripercussioni negative sui risultati economici dell’istituto, sebbene l’impatto sia stato attenuato rispetto all’anno precedente.Politica monetaria e riduzione del portafoglio titoliIl portafoglio titoli della Banca d’Italia ha subito una significativa riduzione, passando da 657 a 591 miliardi di euro. Questo calo è legato alla conclusione dei programmi PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) e APP (Asset Purchase Programme). I titoli di Stato italiani rappresentano la quota maggiore del portafoglio, attestandosi a 544 miliardi di euro.Parallelamente, si è registrata una diminuzione della posizione debitoria sul sistema Target da 521 a 416 miliardi, sostenuta dall’aumento degli investimenti esteri in titoli di Stato italiani e dall’erogazione della quinta e della sesta rata fondi PNRR. A marzo la media del saldo debitorio è stata di circa 400 miliardi.Risultati economici e copertura delle perditeIl margine di interesse della Banca d’Italia nel 2024 è stato negativo per 4,2 miliardi di euro, migliorando leggermente rispetto ai -4,8 miliardi registrati nel 2023. Anche il reddito monetario è stato negativo, con un risultato di -1,9 miliardi.Per mitigare l’impatto delle perdite, è stato utilizzato il Fondo rischi generali per 5,8 miliardi di euro, mentre il recupero fiscale ha contribuito positivamente per circa 2,4 miliardi. Questo ha consentito alla Banca d’Italia di chiudere l’anno con un risultato netto positivo di 844 milioni di euro, di cui 644 milioni destinati allo Stato (29 milioni in più rispetto all’esercizio precedente).Il dividendo per i partecipanti al capitale è stato confermato a 200 milioni di euro, in linea con l’anno precedente, mentre ulteriori 140 milioni sono stati prelevati dalla posta speciale di stabilizzazione, che risulta ora azzerata. L’importo complessivo riconosciuto ai partecipanti ammonta così a 340 milioni di euro.Prospettive per il 2025: atteso ritorno all’utile lordoNonostante l’erosione del Fondo rischi generali, ridotto di 11,4 miliardi in due anni e ora attestato a 23,8 miliardi, la copertura dei rischi resta adeguata. Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha ribadito che – in quanto appartenente all’Eurosistema – l’istituto non ha come obiettivo il profitto, ma la stabilità dei prezzi. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di conseguire risultati positivi per preservare l’indipendenza finanziaria della banca centrale.Le previsioni di mercato sull’andamento dei tassi di interesse indicano che nel 2025 la Banca d’Italia tornerà a registrare un utile lordo. Panetta ha evidenziato che le decisioni di politica monetaria dell’Eurosistema vengono adottate in funzione della stabilità dei prezzi e che, nonostante le perdite temporanee, la solidità finanziaria dell’istituto resta garantita. LEGGI TUTTO

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    BF firma un accordo con la Repubblica del Congo per un progetto agricolo sostenibile

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    È stato siglato un importante accordo tra BF International Best Fields Best Food Limited (Bfi) e il governo della Repubblica del Congo per avviare un progetto di sviluppo agricolo sostenibile. L’iniziativa, che rientra nel Piano Mattei per l’Africa, ha l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e la sovranità alimentare del Paese attraverso l’innovazione, la sostenibilità e il trasferimento di know-how.Il progetto prevede la realizzazione di un polo agricolo all’avanguardia su 10.000 ettari nella zona di Dolisie, precisamente a Malolo. Il piano è co-finanziato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con Ciheam Bari come knowledge partner ed ente esecutore della componente pubblica, e da Bfi come parte privata.Vecchioni: “Un modello innovativo e sostenibile per l’agricoltura congolese”L’amministratore delegato di Bfi, Federico Vecchioni, ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa: “L’accordo con la Repubblica del Congo rappresenta un’importante opportunità per sviluppare un’agricoltura moderna e sostenibile nel Paese: il nostro obiettivo è costruire un sistema produttivo efficiente, capace di contribuire all’autosufficienza alimentare delle comunità locali, nella cornice più ampia della cooperazione internazionale per lo sviluppo avviata dal governo italiano”. Vecchioni ha inoltre evidenziato come la sostenibilità e l’innovazione siano al centro del progetto: “Attraverso questo progetto, intendiamo introdurre tecnologie avanzate, rafforzare la formazione e la ricerca scientifica con progetti e investimenti specifici e creare opportunità di lavoro stabili, offrendo un contributo concreto allo sviluppo del territorio”.Ha inoltre ribadito l’importanza di un approccio etico e collaborativo: “L’iniziativa incarna la nostra visione di un’agricoltura innovativa, inclusiva e sostenibile, in linea con le esperienze già avviate in altre aree dell’Africa per replicare l’esperienza di successo del Gruppo BF su scala globale, attraverso una logica di collaborazione e partenariato, ben distante da approcci predatori che ci sono del tutto estranei per cultura, strategie e prassi”, ha concluso.Un modello di sviluppo inclusivoOltre alla produzione agricola, il progetto prevede la creazione di una model farm, un modello di azienda agroindustriale sostenibile e inclusiva, concepita per coniugare innovazione e tutela ambientale. Le colture principali saranno riso, soia, mais e arachidi, destinate al mercato interno congolese.Un elemento chiave del piano è la formazione: verranno attivati programmi specializzati per sviluppare competenze nella gestione di sistemi colturali avanzati, con il coinvolgimento di giovani e donne. La formazione sarà erogata con il supporto di Ciheam Bari e di partner italiani della filiera agroalimentare. LEGGI TUTTO

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    Avio fa tilt, pesano le supercommesse

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    Grana per Avio sugli ordini arretrati. L’azienda aerospaziale italiana, che opera anche nella Difesa ed è partecipata al 29,63% da Leonardo, ha chiuso il 2024 con ordini record a 1,7 miliardi, ma la domanda fa fatica ad essere evasa e in coda ci sono 1,28 miliardi di euro di commesse nelle attività spaziali e 429 milioni nella Difesa.Il dato è emerso alla Star Conference di Milano dagli incontri tra il management e gli investitori e definisce per l’azienda un problema di execution, quella che in gergo tecnico definisce la realizzazione di una commessa che trasformi un ordine in una vendita. E se questo al momento non compromette lo sviluppo industriale e commerciale del gruppo, ne limita comunque la marginalità nel breve medio termine.L’alert per Avio riguarda la necessità di mettere in pratica un rapido rafforzamento della catena di fornitura in modo da poter eseguire l’arretrato esistente.A questo scopo, l’azienda ha chiesto alcuni fondi all’Esa, l’Agenzia spaziale europea, per iniziare un piano di sviluppo e potenziamento interno che secondo gli analisti di Banca Akros implicherà «l’insourcing di M&A (l’internalizzazione di nuove società di componentistica, ndr) più che una crescita per linee esterne».Un percorso che interessa in particolare il settore spaziale, visto che nella Difesa «l’azienda sta attualmente utilizzando circa il 50% della sua capacità produttiva esistente, e i volumi attuali possono essere facilmente quadruplicati con solo poche decine di milioni di investimenti», spiegano gli analisti.Pur in un contesto di forte sviluppo (Difesa e Spazio sono due settori centrali del piano europeo di riarmo), la questione arretrati al momento mette in discussione l’evoluzione della redditività 2025-2029. Gli analisti ipotizzano che «il margine ebitda delle attività spaziali si evolverà dal 6% al 7,5% e quello delle attività di Difesa dall’11,5% al 18 percento. Ipotesi che sembrano prudenti rispetto agli anni di picco 2019-2021 in cui è stato ipotizzato che lo Spazio avrebbe raggiunto un margine ebitda intorno al 10-12 percento».Ciò è ancora più vero se consideriamo che ora Avio è l’unico operatore di lancio e fornitore del Vega-C (il razzo europeo), un ruolo che dovrebbe implicare una maggiore redditività e volumi progressivamente più alti nella produzione spaziale (da circa 8 razzi all’anno nel 2024 a circa 35 razzi entro il 2027/2028).La società aerospaziale italiana guidata da Giulio Ranzo opera nel settore militare attraverso la divisione propulsione per la difesa, producendo il booster per i missili, ad oggi solo per l’europea Mbda (joint venture che include Leonardo con il 25% e BAE/Airbus con il 37,5%) LEGGI TUTTO

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    La crescita è liberale

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    Molto bene ha fatto questo quotidiano a pubblicare, sabato scorso, un estratto dell’economista di scuola liberale Milton Friedman dal libro “Non esistono pasti gratis” sulla spinosa questione dei sussidi.Un’occasione per rilanciare la sfida di un pensiero che Silvio Berlusconi riuscì a tradurre in buone pratiche di governo. È stato un percorso decisamente controcorrente, il suo. Considerato che alle nostre latitudini ha sempre prevalso una tradizionale frequentazione di questa forma di intervento pubblico, una delle espressioni dell’assistenzialismo. La vulgata statalista ha inteso sempre raccontarla come un’àncora di salvezza buttando così fumo negli occhi su quella che è, al contrario, una zavorra. Da noi purtroppo è abitudine spacciare i vizi per virtù. Con conseguenze problematiche per le casse dello Stato. Che piangono come piangono i contribuenti costretti a ripianare nel possibile con tasse sconsiderate. LEGGI TUTTO