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    Edison accelera sulla transizione energetica: investimenti per oltre un miliardo

    Nicola Monti Amministratore Delegato di Edison

    Solo nel 2024, il Gruppo ha registrato una diminuzione del 15% dell’intensità carbonica delle proprie attività.Traguardi importantiPer la prima volta, i settori legati alle rinnovabili, alla flessibilità energetica, ai servizi e alla clientela hanno generato più della metà dell’Ebitda complessivo, segnando un passo importante verso l’obiettivo previsto al 2030: arrivare al 70% della marginalità proveniente da questi comparti. Anche la filiera industriale ha beneficiato di questa trasformazione: Edison ha effettuato acquisti per oltre 1,2 miliardi di euro, coinvolgendo circa 3.000 fornitori — il 97% dei quali con sede in Italia — rafforzando così la ricaduta economica sul territorio.Sul fronte delle risorse umane, l’azienda ha assunto più di 800 persone tra il 2023 e il 2024, con un impatto positivo sull’occupazione indiretta in tutto l’ecosistema aziendale. Infine, nel solo 2024, Edison ha coinvolto più di 100 istituti scolastici e oltre 3.000 studenti in attività di formazione e orientamento, a conferma dell’impegno verso le nuove generazioni e la costruzione di una cultura energetica consapevole. Edison prosegue con determinazione nell’implementazione del proprio piano strategico, ponendo la sostenibilità al centro del modello di crescita e come elemento chiave per rafforzare la propria competitività sul piano ambientale, economico e sociale.A confermare la solidità del percorso intrapreso dal Gruppo negli ultimi anni sono i risultati già ottenuti rispetto ai principali obiettivi fissati nel Piano Strategico al 2030 e nei relativi target di sostenibilità, a dimostrazione di un impegno concreto e misurabile verso un futuro a basse emissioni e ad alto impatto positivo.Le parole dell’Ad”I risultati mostrano la concretezza del nostro agire responsabile e la coerenza tra la strategia industriale e gli obiettivi ESG. Negli ultimi 5 anni, grazie alla progressiva trasformazione del portafoglio industriale, abbiamo portato il Gruppo a solidi risultati finanziari, operativi ed ESG, consolidando la nostra posizione di leadership nella transizione energetica nel Paese”, commenta Nicola Monti Amministratore Delegato di Edison.”In particolare, il 2024 si è chiuso con un avvicinamento ai nostri obiettivi strategici al 2030: un Ebitda composto al 55% dalle attività rinnovabili, flessibilità, clienti e servizi e una riduzione dell’intensità carbonica del 15%. Gli ottimi risultati nascono dalla capacità di Edison di coniugare in modo virtuoso sostenibilità e performance operativa, produttività ed etica, crescita e attenzione all’ambiente e alle persone, a partire dalla tutela della loro sicurezza e dalla cura del loro benessere e dei loro bisogni sul luogo di lavoro. E sono il frutto di una preziosa collaborazione con l’ecosistema di stakeholder con cui ogni giorno costruiamo insieme un futuro di energia sostenibile”.Alle parole dell’Ad si uniscono quelle di Barbara Terenghi, Chief Sustanability Officer di Edison: “Edison ha un ecosistema di stakeholder solido e inclusivo che rappresenta non solo un capitale di relazioni, ma anche un asset strategico, capace di alimentare l’innovazione, creare valore condiviso e crescita sostenibile. Una rete costituita da dipendenti e collaboratori, clienti, comunità e territori in cui il Gruppo opera e in cui è fortemente integrata coinvolgendo oltre 2.000 artigiani partner dell’azienda e oltre 3.000 fornitori attivi, da cui nel 2024 Edison ha acquistato beni e servizi per oltre 1,2 miliardi di euro, di cui il 97% destinato a PMI nazionali a riprova della centralità della supply chain italiana”.InvestimentiNel biennio 2023-2024, Edison ha destinato 1,2 miliardi di euro a progetti di transizione energetica in Italia, concentrandosi sui tre pilastri della propria strategia industriale: produzione e flessibilità elettrica, approvvigionamento e sviluppo di gas verdi, e soluzioni per clienti e servizi.Questi investimenti rappresentano la prima tappa concreta di un piano complessivo da 10 miliardi di euro previsto entro il 2030. Nel 2024, il 70% delle attività finanziate risultava già in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, mentre il 50% era conforme alla Tassonomia Verde dell’Unione Europea — un netto balzo in avanti rispetto al 2023, quando l’allineamento si fermava al 27%.L’azienda punta ora a rafforzare ulteriormente questo orientamento, con l’obiettivo di raggiungere, entro i prossimi cinque anni, una quota dell’85% di investimenti coerenti con gli SDG e del 75% con la Tassonomia UE.DecarbonizzazioneDal 2006 ad oggi, Edison ha ridotto le proprie emissioni dirette di CO₂ di oltre il 75%, passando da quasi 25 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente a 6,1 milioni nel 2024. Un risultato che testimonia l’efficacia del percorso di decarbonizzazione intrapreso, che mira a una riduzione di almeno il 95% delle emissioni dirette Scope 1 entro il 2050, rispetto ai livelli del 2017. Questo ambizioso obiettivo sarà raggiunto attraverso il potenziamento della produzione da fonti rinnovabili, l’integrazione di sistemi di flessibilità energetica e l’adozione delle migliori tecnologie a basso impatto ambientale.Nel solo 2024, Edison ha registrato un calo dell’intensità carbonica del 15%, passando da 284 a 240 grammi di CO₂ per kWh prodotto. Nello stesso anno, il 27% dell’energia elettrica generata proveniva da fonti rinnovabili, in crescita rispetto al 25% del 2023 e in progressivo avvicinamento al target del 40% fissato per il 2030. A trainare questa crescita è l’ampliamento della capacità installata da fonti eolica, solare e idroelettrica, che ha raggiunto i 2,2 GW — con quasi 200 MW aggiunti tra il 2023 e il 2024 — consentendo la produzione di 5,5 TWh di energia green, pari al consumo annuale di una città come Milano. Questo slancio verso le rinnovabili ha generato un impatto ambientale concreto, evitando l’emissione in atmosfera di 2,4 milioni di tonnellate di CO₂. Considerando anche i contributi di Edison Energia ed Edison Next legati ai clienti finali, il totale delle emissioni evitate dal Gruppo nel 2024 sale a 2,8 milioni di tonnellate.Sviluppo rinnovabile e generazione programmabileNel 2024 Edison ha dato un’accelerata decisa al proprio sviluppo nelle rinnovabili, avviando cantieri per oltre 400 MW di nuova capacità green e facendo il suo ingresso in un ambizioso progetto di eolico flottante offshore da circa 1 GW. Parallelamente, tra il 2023 e il 2024, l’azienda ha messo in esercizio 1,5 GW di nuova capacità altamente flessibile, grazie all’attivazione di due centrali termoelettriche di ultima generazione — situate in Veneto e Campania — considerate tra le più efficienti d’Italia e tra le più evolute a livello internazionale.Questi impianti giocano un ruolo strategico nel bilanciare il sistema elettrico nazionale, fornendo una produzione programmabile che non solo garantisce sicurezza e stabilità alla rete, ma rende anche possibile l’integrazione crescente delle fonti rinnovabili.Famiglie, imprese e pubblica amministrazioneNel 2024, Edison ha rafforzato il proprio impegno verso la decarbonizzazione dei consumi finali attraverso le sue due principali realtà operative rivolte al mercato: Edison Energia ed Edison Next. Il Gruppo promuove l’elettrificazione dei consumi, l’adozione di green gas (come biometano, Bio-GNL e idrogeno) e supporta clienti privati, aziende e pubbliche amministrazioni nei percorsi di efficienza energetica e utilizzo consapevole delle risorse.Edison Energia ha registrato nel 2024 una crescita del 14% del proprio portafoglio, superando i 3 milioni di contratti già nel primo trimestre 2025. In linea con la strategia di prossimità ai territori, ha ampliato significativamente la propria rete commerciale con circa 200 nuovi punti vendita aperti nell’anno (+25% rispetto al 2023), portando il totale a oltre 1.000 in tutta Italia. A questo si affianca una rete capillare di oltre 2.000 installatori, piccole imprese locali e aziende familiari.L’offerta commerciale di Edison Energia oggi va oltre la semplice fornitura di luce e gas: comprende soluzioni integrate per la casa e l’impresa, con servizi a valore aggiunto come installazione, manutenzione e riparazione di impianti fotovoltaici, pompe di calore e altre tecnologie per l’efficienza energetica.Edison Next: decarbonizzazione industriale e servizi alle comunitàEdison Next, focalizzata su soluzioni per la decarbonizzazione del settore industriale e dei servizi pubblici, ha ampliato la propria capacità installata per l’autoproduzione low carbon di 230 MW rispetto al 2021. Nel 2024 ha inoltre siglato nuovi contratti per impianti rinnovabili per un totale di circa 180 MW.Tra i progetti più significativi, la collaborazione con Michelin Italiana ha portato all’attivazione di un sistema integrato presso lo stabilimento di Cuneo per ottimizzare i consumi energetici e ridurre le emissioni di CO₂. L’impianto è già predisposto per l’utilizzo di biometano e idrogeno ed è alimentato anche da biomasse a filiera corta, contribuendo all’autonomia e alla sostenibilità del sito produttivo in vista dell’obiettivo di neutralità carbonica al 2050.Per quanto riguarda i servizi pubblici, Edison Next ha proseguito il proprio percorso di espansione, arrivando a gestire 1,3 milioni di punti luce nel 2024 (+5,2% rispetto al 2023) e attivando collaborazioni con 25 nuovi Comuni, tra cui Trieste. Alla fine dell’anno, erano 14 i Partenariati Pubblico-Privati attivi, costruiti su misura per accelerare la transizione energetica delle amministrazioni locali attraverso soluzioni tecnologiche e infrastrutturali innovative.Mobilità e trasportiNel 2024 Edison ha rafforzato il proprio impegno nella riduzione dell’impronta ambientale dei suoi clienti promuovendo soluzioni di mobilità sostenibile, sia elettrica che a gas. Nel corso dell’anno sono stati installati oltre 1.000 punti di ricarica per veicoli elettrici, destinati a clienti privati, piccole e medie imprese, grandi industrie e amministrazioni pubbliche. Pioniera nella decarbonizzazione dei trasporti pesanti, Edison ha sviluppato la prima catena logistica integrata per il gas naturale liquefatto (GNL) in Italia, rivoluzionando l’approvvigionamento energetico per il trasporto marittimo e su gomma. Il Gruppo si conferma anche primo operatore nazionale nel mercato del biometano.Nel 2024, Edison ha venduto quantità di GNL e BioGNL sufficienti ad alimentare circa 17.000 autoarticolati, rifornendo circa 500 stazioni dislocate su tutto il territorio nazionale. In linea con gli obiettivi ambientali fissati al 2030, l’azienda ha inoltre intensificato lo sviluppo di impianti per la produzione di biometano e biogas. Attualmente sono otto le infrastrutture tra operative, in fase di costruzione o in iter autorizzativo, distribuite tra Italia e Spagna, confermando il ruolo del Gruppo nella transizione energetica anche nel settore dei carburanti alternativi.Persone e competenzeI risultati raggiunti da Edison sono frutto dell’impegno delle sue persone e della qualità del suo ecosistema. Il Gruppo impiega oltre 6.000 professionisti e prevede circa 300 assunzioni all’anno fino al 2030, con un focus su giovani diplomati e laureati (50%) e con almeno il 40% di nuove risorse femminili ad alta scolarizzazione. Nel biennio 2023-2024, le assunzioni hanno superato le 400 unità l’anno, con quasi la metà avvenute fuori dalle sedi centrali, a conferma del radicamento nei territori. Nel 2024 Edison ha inoltre lanciato la Sustainable Procurement Academy con ALTIS – Università Cattolica, per promuovere la cultura ESG tra i fornitori.Le persone sono al centro della strategia aziendale: formazione continua, inclusione, welfare flessibile e sostegno alla genitorialità sono pilastri concreti. Tra le nuove iniziative, anche un progetto di social housing per neolaureati, con abitazioni a canone calmierato vicino alla sede di lavoro.Comunità territori ed ecosistemi naturaliGrazie a una presenza diffusa sul territorio italiano, Edison ha instaurato rapporti solidi con le comunità locali. Nel 2024, il 67% delle comunità coinvolte ha partecipato a iniziative dedicate, come la mostra di reperti archeologici presso la centrale di Presenzano, le visite agli impianti idroelettrici ed eolici durante le Giornate FAI e il bando “Costruiamo il Futuro” a sostegno delle associazioni di Valcamonica e Valcaffaro. Inoltre, sono state realizzate sei iniziative contro la povertà energetica che hanno supportato 1.500 famiglie.Nel complesso, tra azioni dirette e oneri versati alle amministrazioni locali, Edison ha distribuito circa 80 milioni di euro sul territorio nel 2024. L’obiettivo al 2030 è coinvolgere tutte le comunità che ospitano impianti di grandi dimensioni in progetti di valorizzazione territoriale. Sul fronte ambientale, il Gruppo promuove progetti di tutela del paesaggio e biodiversità, come l’oasi della biodiversità presso un impianto di biometano nel Pavese e l’adesione a Mosaico Verde, con monitoraggi basati su bioindicatori.Rating EsgNel 2024 Edison ha confermato la propria leadership in sostenibilità, come attestano le valutazioni ESG ricevute. L’agenzia Sustainalytics (gruppo Morningstar) ha assegnato al Gruppo un punteggio di 23, posizionandolo nel primo 30% delle multi-utilities a livello globale. Anche Standard & Poor’s Global ha migliorato il punteggio di Edison, ora a 54/100, superiore alla media del settore Electric Utilities. Ecovadis ha riconosciuto un punteggio record di 88 su 100, collocando Edison nel top 1% delle aziende valutate.Dal 2023 Edison e le controllate Edison Energia ed Edison Next Government hanno ottenuto la certificazione sulla parità di genere secondo la norma UNI PdR 125:2022. La Rendicontazione di Sostenibilità 2024 integra le nuove disposizioni della CSRD e del Dlgs 125/2024, basandosi sul principio della doppia materialità per individuare impatti, rischi e opportunità. Il documento illustra politiche, azioni e performance, oltre a dettagliare il piano di Transizione Climatica, e si inserisce nella Relazione finanziaria integrata.I risultati strategici e di sostenibilità sono stati presentati oggi a Milano, presso la Ex Manifattura Tabacchi, durante l’evento “Futuro in corso”, dedicato all’innovazione sostenibile e organizzato da Edison Next Government. La giornata ha coinvolto esperti, stakeholder e cittadini su temi quali il futuro urbano, le comunità energetiche, le nuove generazioni, la tutela ambientale e l’impatto sociale, nell’ambito del progetto ESG lanciato quest’anno da Edison. LEGGI TUTTO

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    SPID clonato ma valido, stipendi e pensioni a rischio: come evitare la nuova truffa

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    I punti chiave

    È davvero possibile che qualcuno riesca a incassare lo stipendio di un altro senza accedere al suo conto corrente? Sì, ed è quanto sta accadendo con sempre maggiore frequenza in Italia. A confermare questa tendenza sono le segnalazioni in continuo aumento relative alle frodi legate al sistema SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Si tratta di truffe subdole che, in molti casi, colpiscono direttamente i lavoratori della Pubblica Amministrazione, con conseguenze gravi e immediate: interi stipendi scomparsi, dirottati su conti bancari intestati ai truffatori. Ecco come non cadere nell’inganno.Il raggiroIl raggiro si basa su una caratteristica tecnica del sistema SPID, che permette l’attivazione di più identità digitali valide per una stessa persona. I criminali informatici, una volta ottenuti i dati personali e copie dei documenti – spesso trafugati attraverso tecniche di phishing o reperiti nel dark web – riescono ad attivare un secondo profilo SPID intestato alla vittima, ma completamente controllato da loro. Con queste credenziali, i truffatori accedono ai portali istituzionali, tra cui NoiPA, INPS e l’Agenzia delle Entrate, e modificano l’IBAN associato ai pagamenti. Il risultato è che stipendi, pensioni o rimborsi fiscali finiscono direttamente nei loro conti correnti. La vittima, ignara di tutto, spesso si accorge dell’accaduto solo alla fine del mese, quando il bonifico previsto non risulta accreditato.Chi è esposto maggiormenteAd essere maggiormente esposti a questo tipo di frode sono i dipendenti pubblici. Insegnanti, operatori sanitari, impiegati statali e comunali sono tra i più colpiti, anche per via dell’uso frequente della piattaforma NoiPA, attraverso la quale gestiscono cedolini e retribuzioni. La gravità della situazione è aggravata dal fatto che il secondo SPID, pur attivato con modalità fraudolente, risulta tecnicamente valido. Il sistema, infatti, non rileva alcuna anomalia e riconosce l’accesso come legittimo, rendendo difficile bloccare l’operazione sul nascere o dimostrare immediatamente la natura illecita dell’azione. LEGGI TUTTO

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    Italia all’avanguardia sul fumo elettronico, ma la disinformazione e l’ideologia penalizzano la filiera

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    Italia all’avanguardia sul fumo elettronico con una filiera produttiva in forte espansione e altamente competitiva e una regolamentazione fiscale e normativa che, grazie anche ad alcune recenti modifiche, tutela gli utenti, non penalizza eccessivamente le imprese ed è un modello in Europa. Ma la strada per riconoscere allo “svapo” un ruolo strategico nella lotta al tabacco tradizionale attraverso una sensibile riduzione del rischio rispetto ai prodotti a combustione è ancora lunga. Le autorità sanitarie nazionali continuano ad ignorare i dati scientifici ormai consolidati e a ritenere che le sigarette tradizionali e quelle elettroniche facciano parte della stessa famiglia, mentre le istituzioni europee spingono per politiche fiscali e normative che scoraggerebbero lo svapo rischiando di azzoppare uno degli strumenti più preziosi per la lotta al tabagismo, come dimostrano ormai tutte le statistiche nazionali ed internazionali. Insomma, troppa ideologia e poco pragmatismo. Di questo si è parlato nel corso del Convegno organizzato da Libero “Il fumo elettronico in Italia: dibattito sui profili scientifici ed economici di una filiera di eccellenza”. All’evento che si è svolto a Roma, a Palazzo Wedekind, hanno partecipato il Professor Fabio Beatrice, Primario Emerito all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e Direttore del Board scientifico del MOHRE – Medical Observatory on Harm Reduction; il Professor Giacomo Mangiaracina, medico chirurgo e docente di Salute pubblica all’Università Sapienza di Roma; la Dottoressa Francesca Torricelli, Direttore Ufficio disciplina tabacchi, PLI e altri prodotti soggetti a imposta di consumo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE–Confindustria; la Senatrice Elena Murelli, Capogruppo della Lega in Commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro del Senato, il Senatore Dario Damiani, Capogruppo di FI in Commissione Bilancio del Senato, l’Onorevole Ylenja Lucaselli, Capogruppo di FdI in Commissione Bilancio della Camera e l’eurodeputato Pietro Fiocchi, del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei. LEGGI TUTTO

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    Fmi: “Bene l’Italia sul deficit, ma servono più riforme”

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    Il Fondo Monetario Internazionale promuove l’Italia sul fronte del risanamento dei conti pubblici, ma non risparmia le consuete raccomandazioni su riforme strutturali, crescita e giustizia fiscale. Il messaggio arriva al termine della missione annuale degli ispettori nell’ambito delle consultazioni ex articolo IV, svoltesi tra il 14 e il 28 maggio.Deficit dimezzato e saldo primario positivoIl punto di partenza è positivo: nel 2024 il disavanzo nominale si è dimezzato e il saldo primario è tornato in attivo, grazie soprattutto al miglioramento dell’adempimento fiscale e a un mercato del lavoro robusto. “Un segnale incoraggiante”, lo definisce il Fondo, che invita il governo a proseguire su questa strada, puntando a un avanzo primario del 3% del Pil entro il 2027, per mettere il debito pubblico su una traiettoria decisamente discendente.Crescita debole, demografia sfavorevole, disparità persistentiMa l’altra faccia della medaglia resta invariata: la crescita economica italiana rimane modesta (0,7% nel 2024, 0,4% atteso nel 2025) e strutturalmente frenata dalla scarsa produttività, dalle disparità regionali e dall’invecchiamento della popolazione. La partecipazione femminile al mercato del lavoro resta ben sotto la media europea, mentre il Sud continua a registrare tassi di inattività molto più alti del Nord.Flat tax, catasto, incentivi: le (note) ricette del FondoCome da tradizione, il Fmi accompagna l’analisi con un set di raccomandazioni. Tra le principali:Abolire la flat tax per gli autonomi, giudicata iniqua e dannosa per le entrate.Aggiornare i valori catastali degli immobili, per aumentare il gettito e assicurare equità fiscale.Razionalizzare le spese fiscali, per semplificare il sistema e ampliare la base imponibile.Sostituire i sussidi alle assunzioni con misure orientate alla produttività, vista la solidità del mercato del lavoro.In sostanza, un’agenda che propone uno spostamento del carico fiscale dal lavoro ai patrimoni, con l’obiettivo dichiarato di maggiore equità ed efficienza, ma che rischia di produrre effetti distorsivi sulla crescita e su mercati sensibili come quello immobiliare. L’ampliamento della base imponibile, del resto, è già al centro delle politiche anti-evasione del governo. Quanto alla flat tax per gli autonomi, pur creando una soglia psicologica a 85mila euro, ha sostenuto molte attività produttive e professioni ad alta intensità di lavoro.Sistema finanziario solido ma esposto al debito pubblicoIl rapporto dedica attenzione anche al settore finanziario, che viene definito “ben capitalizzato e liquido”, ma non privo di rischi. Restano le vulnerabilità legate all’esposizione delle banche ai titoli di Stato italiani, e il Fmi invita a rafforzare la vigilanza, specie nei confronti degli istituti minori. Positivo, invece, il giudizio sul piano di ispezioni in corso da parte della Banca d’Italia.Pnrr decisivo, ma serve accelerareInfine, il Pnrr. Gli investimenti sostenuti dal piano europeo hanno contribuito alla crescita del 2024, ma la loro efficacia dipenderà — ammonisce il Fondo — dalla tempestività e dalla qualità dell’attuazione. Una piena implementazione potrà fornire un sostegno nel breve periodo e, accompagnata da un secondo ciclo di riforme, rafforzare la crescita nel medio termine. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, aumenti fino a 120 euro: tutti i calcoli e a chi spetta

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    Assegno più ricco per i pensionati che potrebbero ricevere fino a 120 euro al mese in più. Questa novità è una conseguenza della riforma fiscale sulle pensioni allo studio dal governo Meloni. La riforma del fisco prevede infatti una revisione dell’IRPEF, l’imposta che grava su tutti i percettori di reddito. Un primo passo è stato fatto l’anno passato con la riduzione degli scaglioni IRPEF da quattro a tre. Il primo scaglione è rimasto invariato con un’aliquota del 23% per i redditi fino a 15.000 euro. La novità è arrivata per chi rientra nel secondo scaglione che è stato accorpato al primo. Così, anche i redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro, che prima erano tassati al 25%, ora sono soggetti al 23%.Assegno più ricco di 120 euro in più al mese: ecco per chiPer comprendere l’impatto della riforma vediamo come funziona l’IRPEF, inclusa l’applicazione ai redditi da pensione. Ogni scaglione ha una aliquota, cioè la percentuale di IRPEF da versare sul reddito imponibile. L’aliquota si applica fino al limite massimo previsto per quello specifico scaglione. Essendo l’IRPEF una tassa progressiva, gli scaglioni più alti prevedono aliquote più elevate, ma solo sulla parte di reddito che supera il tetto dello scaglione precedente.Di seguito un esempio pratico per meglio comprendere. Un cittadino con una pensione annua di 28.000 euro paga il 23% su tutto il reddito. Se invece percepisce 30.000 euro, i 2.000 euro eccedenti sono tassati al 35%, poiché rientrano nel secondo scaglione, rimasto invariato dopo la riforma del 2024. Lo stesso vale per la parte di reddito oltre 50.000 euro, che continua a essere tassata al 43%, ovvero l’aliquota del terzo scaglione. LEGGI TUTTO

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    Occhio alla data del 28 giugno: cosa cambia per i prelievi al bancomat

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    Importanti novità in arrivo per i prelievi al bancomat: a partire dal prossimo 28 giugno chi si recherà allo sportello ATM per prelevare dei contanti si accorgerà di alcune modifiche. Il tutto rientra nella riforma del sistema interbancario europeo. Dal momento che le autorità europee mirano alla maggiore trasparenza possibile è stata emanata una nuova regolamentazione a riguardo.In sostanza, dal prossimo 28 giugno la banca proprietaria dello sportello bancomat determinerà e prenderà visione dell’importo della commissione che sarà applicata ad ogni prelievo. Chi si recherà allo sportello potrà vedere l’importo della commissione stessa e poi decidere se procedere o meno con l’operazione. Insomma, quando andremo a prelevare vedremo a quanto ammontano le spese di commissione di ciascun istituto di credito e saremo liberi di decidere se prelevare da uno sportello ATM oppure no. Sarà tutto trasparente. Questo è indubbiamente un vantaggio.Non tutto, però, potrebbe essere a favore dell’utente. Se un tempo, infatti, era la banca del cliente a stabilire il prezzo della commissione anche presso gli sportelli di altre banche, adesso ogni banca potrà decidere quale tariffa applicare per l’uso dei propri sportelli da parte di chi è utente presso altri istituti di credito. Questo darà alle banche una notevole libertà di strategia. Da un lato questa situazione potrebbe andare a vantaggio dell’utente (le banche, per ragioni di competitività, potrebbero abbassare parecchio le tariffe), dall’altro rischia di tradursi in costi considerevoli in quelle zone in cui c’è poca concorrenza. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Giorgetti-Tajani ai ferri corti

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    Nuovo incendio sul dossier Unicredit-Banco Bpm. Ieri il primo ad aprire il fuoco è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che incalzato dai giornalisti in Senato ha voluto ripercorrere i vari passaggi della vicenda: «C’è un golden power che prevede una procedura di monitoraggio. Questo monitoraggio è stato avviato. Nella procedura di monitoraggio Unicredit e Banco Bpm hanno fatto le loro osservazioni. Noi dovremo dare una risposta a queste osservazioni sempre nell’ambito del monitoraggio. Nel frattempo, è un loro diritto, hanno deciso di andare in tribunale, vanno tutti in tribunale in questo Paese, una causa non si nega a nessuno, quindi la cosa si incasina». Arrivano poi altri messaggi mirati, uno all’indirizzo di indiscrezioni di stampa che vorrebbero un disallineamento tra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia circa un ripensamento sulle prescrizioni Golden Power per timore di una reprimenda europea: «Noi andremo avanti nel monitoraggio e daremo le risposte che dovremo dare», ha proseguito Giorgetti, «in assoluto coordinamento tra Mef e Palazzo Chigi, assoluto, perché dall’inizio del primo giorno c’è coordinamento tra Palazzo Chigi e Mef, tra Giorgetti e Meloni. Se ci fosse un minimo di disallineamento, non troverete l’annuncio delle dimissioni troverete le dimissioni perché le dimissioni non si annunciano ma si danno, chiaro?». Una super bordata che lascia intendere clamorose dimissioni se al Mef fosse imposta una revisione del decreto sul Golden Power. Ma è certo una staffilata anche al presidente della Consob, Paolo Savona, che con il suo voto aveva fatto propendere l’Authority per la sospensiva di 30 giorni all’Ops di Unicredit su Bpm dicendosi pronto a dimettersi «se non gradito». Incalzato da altre domande sulle dimissioni, ha concluso: «Ho appena detto come si fa, non si annunciano, si danno».Nella maggioranza, però, c’è chi spinge, a costo di scontrarsi, per ammorbidire le prescrizioni di Unicredit. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a precisa domanda se fosse favorevole in Senato a rivedere alcuni passaggi del Dpcm ha risposto «Assolutamente sì». Del resto, già ad aprile, in Consiglio dei ministri, era stata inserita su richiesta di Forza Italia la tempistica dei nove mesi da concedere a Unicredit per abbandonare ogni attività in Russia. «La nostra priorità è la difesa delle imprese», ha detto Tajani riferendosi alle 270 aziende tricolori ancora operanti a Mosca che si appoggiano per operare proprio all’istituto guidato da Andrea Orcel. Realtà che «lavorano in Russia nel rispetto delle sanzioni», ha sottolineato. Pertanto, nell’ottica della difesa di queste aziende, compresa Unicredit, «una conditio sine qua non» per il leader di Forza Italia, «sono i nove mesi che devono essere almeno nove mesi effettivi». Il ragionamento di Tajani è che, visto che Unicredit si è appellata al Tar con la prima udienza in calendario il 4 giugno, la decorrenza dei termini dovrebbe partire dalla data di pronuncia del tribunale, con l’effetto di dare più tempo a Unicredit per uscire dalla Russia e alle imprese di riorganizzarsi. Sempre a proposito di Russia, è circolata l’indiscrezione – senza conferme – di un interesse di fondi d’investimento emiratini alla filiale russa di Piazza Gae Aulenti. In lizza ci sarebbero le società d’investimento Inweasta, Asas Capital e Mada Capital. Voci che tuttavia erano circolate in passato, sebbene con altri attori, e si erano dissolte in una bolla di sapone anche su presunte pressioni statunitensi. LEGGI TUTTO