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    Pensioni 2025, tutte le novità

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    La Legge di Bilancio 2025 non introduce grandi cambiamenti per chi desidera andare in pensione anticipatamente. Strumenti come Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103 sono stati prorogati con le restrizioni già applicate nel 2024, mentre le nuove misure di flessibilità pensionistica restano limitate. Secondo le stime del governo, solo 25.000 lavoratori potranno accedere ai prepensionamenti, con appena 6.000 beneficiari per Quota 103. Vediamo nel dettaglio le soluzioni disponibili per il 2025.Pensione di vecchiaia: nessun cambiamentoI requisiti restano invariati:- Età minima: 67 anni- Contributi richiesti: almeno 20 anni- Importo minimo: non inferiore all’assegno sociale (538,69 euro nel 2025)Pensione anticipata ordinariaL’unica via per il ritiro anticipato dal lavoro senza limiti di età rimane la pensione anticipata ordinaria, con i seguenti requisiti:- Uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi- Donne: 41 anni e 10 mesi di contributi- Finestra di decorrenza: 3 mesi (che diventano 4 mesi per alcuni lavoratori del comparto pubblico)Bonus Maroni per chi rinvia la pensioneChi sceglie di continuare a lavorare nonostante abbia maturato i requisiti per la pensione anticipata può beneficiare del Bonus Maroni. Questo incentivo consente di ricevere in busta paga, esentasse, la quota di contributi versata all’INPS (circa il 9,19% dello stipendio). La Manovra 2025 potenzia questa misura, esentando il bonus sia da tasse che da contributi.- Quota 103: proroga con limiti stringenti- Quota 103 consente il pensionamento a 62 anni con 41 anni di contributi, ma con restrizioni:Finestra di decorrenza: 7 mesi per privati, 9 mesi per il settore pubblico- Calcolo interamente contributivo- Assegno massimo: 2.400 euro lordi mensili fino ai 67 anniCristallizzazione del diritto: chi soddisfa i requisiti entro il 31 dicembre 2024 potrà richiederla anche successivamenteOpzione DonnaProrogata con requisiti più stringenti:- Età minima: 61 anni (ridotti di un anno per ogni figlio, massimo due)- Contributi richiesti: 35 anni- Categorie svantaggiate (caregiver, invalide, licenziate): età minima aumentata a 61 anniApe SocialeNel 2025 potranno accedervi solo alcuni lavoratori nati nel 1962:- Età richiesta: 63 anni e 5 mesi- Esclusione di 23 categorie di lavori gravosi introdotte nel 2021- Divieto di cumulo con redditi da lavoro autonomo o dipendente (tranne occasionale fino a 5.000 euro annui)Pensione anticipata contributiva e la novità della pensione integrativaPer chi ha contributi versati solo dopo il 1996, la pensione anticipata è possibile a 64 anni con almeno 20 anni di contributi, ma l’assegno deve essere almeno di 1.616 euro mensili (3 volte l’assegno sociale).Una novità introdotta dalla Manovra 2025 permette a chi non raggiunge questa soglia di integrare la pensione con una rendita da previdenza complementare, evitando così il rinvio della pensione fino a 71 anni. Tuttavia, questa misura necessita ancora di un decreto attuativo.Rivalutazione e aumenti delle pensioni minime- Pensioni minime: aumentate da 614,77 a 616,67 euro LEGGI TUTTO

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    Ita sarà in utile nel 2025

    Nel 2024, Ita Airways ha registrato ricavi passeggeri per 2,7 miliardi di euro, segnando un incremento del 26% rispetto all’anno precedente. Il numero di passeggeri ha raggiunto i 18 milioni, con un aumento del 20%, e il load factor medio è cresciuto di 2,7 punti percentuali, attestandosi all’81%. Questi dati evidenziano una solida crescita della compagnia, supportata dall’espansione delle operazioni e dal miglioramento dell’efficienza operativa.È quanto ha dichiarato il presidente della compagnia, Sandro Pappalardo, nel corso di una conferenza stampa a Fiumicino insieme all’ad Jörg Eberhart e al Ceo di Lufthansa Carsten Schloter, convocata per illustrare l’ingresso del vettore italiano nel gruppo tedesco. “Siamo fiduciosi che Ita Airways realizzerà un utile già quest’anno. In generale, siamo convinti che oggi, con l’inizio dell’integrazione di Ita Airways nel gruppo Lufthansa, inizia una storia di successo congiunto per i clienti, i dipendenti e gli azionisti» di entrambe le società, ha dichiarato Schloter.La salita di Lufthansa, che attualmente detiene il 41% di Ita (avendo sottoscritto un aumento riservato da 325 milioni), al 100% «molto probabilmente non avverrà quest’anno, ma la tendenza è quella a farlo il prima possibile», ha precisato Eberhart. «L’anno prossimo ci sarà l’opportunità di decidere su questo», ha aggiunto, sottolineando che la scelta «dipende dalla situazione economica, sia di Lufthansa che di Ita».Investimenti, assunzioni e futuro della flotta, verso un nuovo pianoPer il 2025, Ita Airways prevede un rinnovamento della flotta con l’arrivo di nuovi aeromobili che sostituiranno quelli più datati, mantenendo stabile il numero complessivo a 99 unità. Eventuali nuovi acquisti verranno valutati nel 2026, ha spiegato Eberhart.Parallelamente, la crescita dei passeggeri presso l’aeroporto di Fiumicino ha superato le previsioni iniziali, portando Aeroporti di Roma ad anticipare alcuni investimenti per garantire la scalabilità dell’infrastruttura e supportare l’espansione di Ita Airways come hub carrier.Ita Airways ha ribadito il proprio impegno verso i dipendenti e i sindacati, sottolineando che i posti di lavoro saranno garantiti e che eventuali nuove assunzioni dipenderanno dalla crescita della flotta, dunque il discorso è rinviato al 2026. Il dialogo con i sindacati è stato definito costruttivo, con l’obiettivo di migliorare progressivamente le condizioni contrattuali nel rispetto delle possibilità economiche della compagnia.«Stiamo lavorando su business plan e budget e sul bilancio dell’anno scorso, quindi c’è abbastanza lavoro. Adesso ci sarà da fare il piano che prevedrà, dopo un anno di consolidamento nel ’25, una crescita nel ’26 e ’27 soprattutto sul lungo raggio, con opportunità per nuova occupazione», ha evidenziato Eberhart ribadendo che «questo anno sarà di consolidamento, non sono previste assunzioni numerose, qualcosa ci sarà» legato alla sostituzione dei pensionamenti «ma saranno numeri abbasta bassi, mentre dal ’26 ’27 e ’28 aspettiamo nuovi assunti». «Il bacino dell’ex Alitalia + ricco di professionalità e verranno presi in considerazione i dipendenti dell’ex Alitalia in cassa integrazione», ha aggiunto.L’orientamento, quindi, è massimizzare le sinergie nell’anno in corso per dispiegare gli investimenti veri e propri dal prossimo. Per il 2025 Ita Airways conta che sia «sperabilmente raggiungibile» un utile che «ci dà coraggio per gli anni prossimi per una crescita come prevista nel piano», ha rimarcato Eberhart evidenziando che il gruppo punta a «un break even sostenibile: non solo dovuto al Giubileo e al prezzo del carburante basso, ma operativo in cui si vede che lo stato dell’azienda è sano in modo sostenibile».Addio SkyTeam, benvenuta Star AllianceIta Airways ha ufficializzato la sua uscita dall’alleanza SkyTeam, un processo che si concluderà il 30 aprile 2025. Durante la fase di transizione, la compagnia continuerà a collaborare con alcune compagnie dell’alleanza attraverso accordi bilaterali. Contestualmente, inizierà l’iter per l’ingresso in Star Alliance, la più grande alleanza globale del settore aereo, con un completamento previsto per l’inizio del 2026.Le sinergie per i passeggeriUno degli annunci più rilevanti riguarda la nuova partnership tra il programma fedeltà di Ita Airways, Volare, e Miles & More del Gruppo Lufthansa. Questa collaborazione consentirà ai 2,7 milioni di soci Volare di accumulare e utilizzare punti sui voli Lufthansa, Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines, e viceversa per i 36 milioni di membri di Miles & More.A partire dal 30 marzo 2025, con l’inizio della stagione estiva, entreranno in vigore ulteriori benefici per i passeggeri:- Accesso Lounge: Ita Airways garantirà ai propri passeggeri l’accesso a circa 130 lounge del gruppo Lufthansa, e viceversa.- Terminal ottimizzati: Ita Airways sposterà le operazioni nei terminal Lufthansa a Francoforte e Monaco, riducendo i tempi di trasferimento.- Codesharing: Saranno avviati accordi di codeshare che permetteranno ai passeggeri di combinare voli di entrambe le compagnie, accedendo a un network globale con circa 250 destinazioni. LEGGI TUTTO

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    Nel paniere Istat entrano pure i “topper di Barbieri”. Ma non ci sono più i tamponi Covid

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    Dentro coni gelato e pantaloncini corti da donna. Fuori rimangono i test e tamponi per il Covid-19. Nel 2025 più peso a casa, energia e trasporti. In diminuzione spettacoli e cultura. L’Istat ha aggiornato l’elenco dei prodotti usato come riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo. Le novità sono molte: tra le new entry di quest’anno si trovano anche la lampada da soffitto, il topper per il materasso, di cui fa spesso riferimento chef Bruno Barbieri nel programma Quattro Hotel. Ma non solo. Tra le novità anche la camera d’aria per la bicicletta e le spazzole tergicristalli.Le novità del paniere 2025L’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo viene aggiornato ogni anno dall’Istat che, contestualmente, aggiorna anche le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione. Nel paniere del 2025 – utilizzato sia per il calcolo dell’indice Nic (per l’intera collettività nazionale) sia per quello Foi (per le famiglie di operai e impiegati) – figurano 1.923 prodotti elementari, otto in più dunque rispetto ai 1.915 del 2024. Nel paniere 2025, tra i prodotti che entrano per migliorarne la rappresentatività ci sono lo speck, il pantalone corto donna, la lampada da soffitto, il topper per materasso, la camera d’aria per bicicletta, le spazzole tergicristalli, il cono gelato. Il paniere utilizzato per il calcolo dell’indice Ipca (armonizzato a livello europeo) comprende 1.944 prodotti elementari (erano 1.936 nel 2024), raggruppati in 1.065 prodotti e 428 aggregati.Le statistichePer quanto riguarda i pesi delle diverse categorie di spesa, si registrano variazioni significative. L’aumento più elevato in termini assoluti riguarda l’abitazione con le spese di acqua, elettricità e combustibili (+0,6335 punti percentuali) seguito dai Trasporti (+0,5505) e dai Servizi ricettivi e ristorazione (+0,2383). Al contrario, il comparto “Ricreazione, spettacoli e cultura” registra la diminuzione più consistente (-0,6785). In generale, le divisioni di spesa che nel 2025 mostrano un peso relativo superiore al 10% sono nell’ordine: prodotti alimentari e bevande analcoliche, Trasporti, Servizi ricettivi e di ristorazione e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili. LEGGI TUTTO

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    Bonus spese scolastiche 2025: come richiederlo e cosa copre

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    Anche per il 2025 è stato confermato il cosiddetto bonus spese scolastiche, ovvero il contributo che si viene a configurare come un sistema di detrazioni fiscali destinato ad agevolare i nuclei familiari in cui risultano figli studenti. Non solo l’incentivo resta valido anche per l’anno in corso, ma risulta ulteriormente potenziato a seguito di quanto determinato in legge di Bilancio, passando da un tetto massimo di 152 euro fino a 190 euro: ovviamente, trattandosi di una detrazione e non di una deduzione, la misura influisce in modo diretto, riducendolo, sull’Irpef da pagare.L’obiettivo del governo è quello di sostenere le famiglie in uno dei momenti più difficili da affrontare dal punto di vista economico nel percorso di crescita dei figli. Una fase, quella dello studio, in cui le spese da sostenere sono tante e di diverso tipo. Questo bonus fiscale, come anticipato viene riconosciuto a prescindere dall’ISEE o dell’età anagrafica degli studenti ed è destinato ai genitori con figli che frequentano la scuola dell’infanzia, la scuola elementare, ovvero quella primaria di primo grado, la scuola media, la secondaria di primo grado, o infine la scuola superiore, vale a dire la secondaria di secondo grado.La detrazione fiscale può essere applicata per un’ampia gamma di spese collegate all’istruzione dei figli, e consente non solo di ridurre l’impatto dei costi delle mense, delle gite scolastiche o delle tasse previste per il diploma o gli esami di Stato, ma anche di agevolare la frequentazione di corsi di arte, di lingua o di musica. Non è invece prevista alcuna copertura per le spese relative all’acquisto di materiale didattico, come penne, libri, quaderni o zaini.Il bonus spese scolastiche non viene erogato in automatico, ma va attivato durante la compilazione della dichiarazioni dei redditi, applicandolo alle spese sostenute nell’anno precedente: basta compilare ad hoc il quadro E del 730, vale a dire alla voce “Oneri e Spese”, tra i righi E8 ed E12 utilizzando il codice 12. Ovviamente tali spese saranno da rendicontare, motivo per cui le ricevute e le fatture recanti il nome dello studente, quello della scuola e la causale del pagamento, da effettuare solo con modalità tracciabili come bonifici, assegni o carte di credito/debito, dovranno essere conservate. LEGGI TUTTO

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    I dazi fanno tremare le Borse, ecco chi soffre di più e dove trovare rifugio

    L’amministrazione Trump accelera sui dazi gettando scompiglio sui mercati. L’annuncio di sabato che Washington avrebbe applicato dazi al 25% contro Messico e Canada, e al 10% sulla Cina, a partire da martedì è stata una sorpresa per i mercati. Fino a venerdì pomeriggio infatti circolavano voci secondo cui il primo round di dazi sarebbe partito il 1° marzo, dando così a Canada e Messico un mese per negoziare.Il presidente Donald Trump ha inoltre fatto intendere chiaramente che l’Unione Europea sarà la prossima presa di mira, citando un grande deficit commerciale con il blocco. “Non prendono le nostre auto, né i nostri prodotti agricoli” ha tuonato il tycoon. “Prendono quasi niente e noi tutto, milioni di auto, enormi quantità di cibo e prodotti agricoli”. I numeri dicono in effetti che l’UE esporta oltreoceano decisamente più di quanto prende: l’export nel 2023 è stato di 503 miliardi a fronte di 347 miliardi di import.Borse giù, dollaro suLa reazione sui mercati è di vendite corpose sull’azionario. I futures di Wall Street preannunciano un avvio difficile (-1,7% il Nasdaq, -1,4% l’S&P500) e l’Europa soffre a sua volta (Piazza Affari -1,3%).Tra le valute il dollaro Usa si è rafforzato notevolmente sulla scia di aspettative di crescita globale inferiori e potenzialmente meno spazio per la Fed per tagliare i tassi. Gli economisti ipotizzano infatti che i dazi potrebbero causare una nuovo fiammata dell’inflazione e crescita più debole negli Stati Uniti, e potenzialmente alimentare recessioni in Canada e Messico, due paesi che hanno forti relazioni commerciali con la maggiore economia al mondo.In salita invece il prezzo del petrolio (+2%) perché gli investitori ritengono che i dazi potessero interrompere le forniture agli Stati Uniti, il più grande consumatore di greggio al mondo.Giù anche l’oro, asset rifugio per eccellenza. Ecco perchéL’aumento del dollaro ha fanno uno sgambetto all’oro, in calo anche se marginale, dopo che settimana scorsa aveva toccato i nuovi massimi storici. I due asset sono inversamente correlati in quanto l’oro è quotato in dollari Usa, quindi quando il biglietto verde si rafforza, l’oro diventa più costoso al di fuori degli Stati Uniti e la domanda (e quindi il prezzo) diminuisce. L’oro è risulta un bene rifugio per eccellenza e nell’ultimo anno è salito di quasi il 30%.”Siamo positivi su dollaro e oro – indica Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team di GAM (Italia) SGR – due asset che storicamente si muovono in direzioni opposte: quando il dollaro si rafforza, l’oro tende a indebolirsi. Tuttavia, questa relazione si è notevolmente attenuata. Attualmente, la correlazione inversa tra il dollaro e i metalli preziosi è scesa a -0,14, un livello statisticamente debole, con momenti in cui è persino diventata positiva. Questo cambiamento mette in discussione l’idea tradizionale che un dollaro forte penalizzi i metalli preziosi e viceversa”. E’ quindi ipotizzabile che si assista a una fase in cui oro e dollaro si muovono nella stessa direzione, senza necessariamente influenzarsi a vicenda. “Mentre l’oro viene utilizzato come bene rifugio – aggiunge De Palma – l’argento ha una valenza anche industriale. Il dollaro, oltre a beneficiare del differenziale dei tassi, continua a essere supportato come copertura contro le incertezze commerciali”.Titoli auto UE nel mirino, Stellantis -7%Giornata decisamente difficile per il settore auto, tra quelli potenzialmente più impattati dai dazi. In particolare Volkswagen e Stellantis son o arrivati a cedere il 7% in Borsa. I due gruppi automotive sono tra quelli maggiormente colpiti dai nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.I dazi del 25% sui beni provenienti da Messico e Canada, che entreranno in vigore martedì, impattano in particolare per le case automobilistiche che hanno creato hub di produzione in Messico, in gran parte per rifornire il mercato statunitense. Le varie case automotive tedesche possiedono diverse fabbriche in Messico che hanno prodotto 716mila autovetture nel 2023. Stellantis ha due stabilimenti in Messico e due in Canada. Volkswagen ha in Messico uno dei suoi più grandi stabilimenti e ieri si è premurata di auspicare «colloqui costruttivi» per preservare la stabilità economica. L’associazione automobilistica tedesca Vda ha affermato che i dazi potrebbero avere ripercussioni sui posti di lavoro in Germania e in Europa.Cripto allo sbando, Ethereum fino a -27%Lunedì molto difficile per le criptovalute in quanto l’attrattiva degli asset più rischiosi è intaccata dalle crescenti tensioni sui dazi. Il Bitcoin, il token digitale più grande, è sceso al minimo delle ultime tre settimane in area 94mila dollari, ossia ben 15mila sotto i massimi storici toccati lo scorso mese. A far scalpore è il crollo dell’Ethereum, seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, arrivata fino a -27%.Sui mercati dei derivati, sono state liquidate posizioni rialziste sulle criptovalute per oltre 2,2 miliardi di dollari in24 ore, ha affermato CoinGlass oggi in un post su X lunedì, descrivendolo come il “più grande crollo delle criptovalute”.Il mercato crypto paga anche la mancanza di misure immediate per sostenere il settore. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha alimentato le speranze per un’era di regolamentazioni più flessibili sulle cripto alimentando un rally di oltre +50% in poco più di due mesi.Trump il 24 gennaio ha comunque firmato un ordine esecutivo che ha creato un gruppo di lavoro che dovrebbe fornire regole chiare per le aziende di criptovalute statunitensi entro sei mesi. Il gruppo è anche incaricato di esaminare la creazione di una riserva di bitcoin, uno dei punti focali per il settore. LEGGI TUTTO

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    Cartelle esattoriali, spunta l’ipotesi cartolarizzazione per riscuotere i debiti: in cosa consiste e cosa cambia

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    Nonostante i vari interventi ad hoc che si sono succeduti nel corso degli anni, continuano ad essere molte le cartelle esattoriali in arretrato e ancora da riscuotere, motivo per cui il governo sta cercando di trovare una soluzione che permetta all’Ader (Agenzia delle entrate riscossione) di recuperare almeno parte dei crediti dovuti.Attualmente, infatti, si parla di 1.267 miliardi di euro di crediti che lo Stato dovrebbe riscuotere dai cittadini, anche se non tutte le cartelle sono uguali. Alcune di esse, del valore di circa 360 miliari, non possono essere riscosse in nessun modo. Altre, invece, possono essere in parte saldate se le due parti – Fisco e debitore – riescono a trovare un accordo. Le cartelle che destano maggiore attenzione sono però quelle facilmente riscuotibili, che hanno un valore di circa 100 miliardi. Dei crediti per i quali si potrebbe procedere con la cartolarizzazione.Proprio su questi 100 miliari, che sono solo una parte dei 1.200 miliardi arretrati, il governo sta cercando di ragionare insieme ai tecnici nominati per smaltire i tanti arretrati di Agenzia delle entrate riscossione. La cartolarizzazione è una tecnica finanziaria messa in atto al fine di trasformare degli strumenti finanziari non trasferibili in altri strumenti finanziari trasferibili e negoziabili. In cosa consiste?Agenzia delle entrate riscossione cede il suo credito a una società veicolo, di solito una banca, conosciuta con il termine Special Purpose Vehicle (Spv). Questa emette delle obbligazioni al prezzo del credito, e in questo modo avviena la cartolarizzazione. Le obbligazioni vengono successivamente messe sul mercato divise in classi a seconda del rating. Il prezzo delle obbligazioni varia a seconda del rischio di riuscire o meno a riscuotere il credito, ma, dal momento che stiamo parlando di cartelle ritenute di facile riscossione, la proposta potrebbe essere accattivante.Con questa soluzione, lo Stato italiano non riuscirà a recuperare l’intero credito, ma ne otterrà almeno una parte, risparmiando sulle procedure burocratiche. LEGGI TUTTO

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    La crisi demografica ed il futuro dei sistemi previdenziali al entro del Cnpr Forum speciale

    Il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Firenze, Enrico Terzani

    Nel corso del Cnpr Forum speciale, dedicato alla tavola rotonda “La crisi demografica ed il futuro dei sistemi previdenziali”, nell’ambito dell’ottavo ‘Forum nazionale’, promosso da Italia Oggi e patrocinato dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, molto importante l’intervento del presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Firenze Enrico Terzani.Le parole di Terzani“La responsabilità dei componenti del collegio sindacale pone amministratori e sindaci sullo stesso piano. Questa responsabilità solidale l’abbiamo sempre contestata perché è impensabile che queste due figure abbiano uguali responsabilità. Ricordo una raccomandazione della Commissione europea che ha raccomandato una modifica ponendo dei tetti alla quantificazione del danno derivante da omesso controllo. In Italia non si è mai fatto”.Terzani ha aggiunto poi: “Il Consiglio nazionale ha proposto la modifica del 2407 proponendo che il Collegio sindacale, al di fuori dei casi di dolo, può rispondere solo per un multiplo del compenso percepito. La riforma è passata in prima lettura e aspettiamo l’approvazione definitiva al più presto. Il tema delle specializzazioni – ha poi aggiunto Terzani – non è nuovo per la nostra categoria e oggi parliamo della modifica introdotta con l’art. 39 bis del decreto 139 che tenta di reintrodurle, dopo la nascita delle 14 scuole di alta formazione che si sono costituite in tutta Italia”.Il tema delle specializzazioniA proposito delle specializzazioni Terzani ha spiegato: “Non è nuovo per la nostra categoria e oggi parliamo della modifica introdotta con l’art. 39 bis del decreto 139 che tenta di reintrodurle, dopo la nascita delle 14 scuole di alta formazione che si sono costituite in tutta Italia. Le specializzazioni – ha sostenuto – sono a questo punto necessarie perché la nostra professione è divisa in troppi albi di diverso tipo che obbligano i professionisti ad iscriversi e a fare formazione obbligatoria pagando una tassa d’ingresso.Solo per lavorare con il tribunale ci sono sei albi diversi. Una follia. Come ordine di Firenze chiediamo una razionalizzazione di tutti questi albi”.La riformaSul tema della riforma si è espressa anche Marcella Caradonna, presidente dell’Odcec di Milano: “Sulla riforma del nostro ordinamento professionale siamo critici nei confronti del testo proposto alla politica dal Consiglio nazionale. Un testo che, a mio parere, non crea identità, non sono chiare le finalità della riforma stessa e si parcellizza la nostra attività. L’articolo 1 che è quello che ci definisce, sembra una lunga lista della spesa di competenze dove alla fine non ci si identifica in niente. Invece di riflettere su una corretta definizione ci si è persi nelle varie aree dove siamo impegnati. Specializzazioni che sviliscono ancora una volta le nostre competenze di commercialisti generalisti”.Regole da rifareCaradonna si è poi soffermato sul problema della struttura della categoria: “Con l’introduzione di una riforma elettorale molto complessa e farraginosa, che consente al Consiglio nazionale di poter agire senza avere nessun tipo di controllo da parte dei portatori di interessi reali della categoria, c’è poi il problema della struttura della nostra categoria. A questo si aggiunga regole di disciplina obsolete anche per le compatibilità che oggi hanno sempre meno senso. Questa norma – ha rimarcato – sembra essere il frutto di tanta fretta senza il necessario confronto continuativo e di elaborazione con i territori.Noi abbiamo la responsabilità del futuro dei nostri giovani e non è di certo così che li tuteliamo. Per ciò che attiene il codice deontologico spiace verificare come ci sia una visione a mio parere penalistica. Essere iscritti a un ordine vuol dire avere una condivisione di valori e di condotta, accettando le eventuali sanzioni qualora non si rispetti il codice. Il codice deontologico deve affermare i princìpi cardine non come divieto. Quest’ultimo è solo una eventuale conseguenza”.Il dialogo con le IstituzioniPer il numero uno della Cnpr, Luigi Pagliuca: “Il dialogo con le istituzioni si sviluppa su due fronti: da un lato, c’è un confronto aperto e sincero con il governo sulle principali riforme in corso; dall’altro, non possiamo ignorare le difficoltà che molti colleghi incontrano nel rapportarsi con l’Agenzia delle Entrate. Pur essendo evidente l’intenzione di rafforzare il supporto ai cittadini, resta incomprensibile perché questo debba avvenire escludendo i professionisti che assistono i contribuenti”.Pagliuca pone un dubbio: “Non vorrei che dietro questo approccio vi fosse l’intento di disintermediare il ruolo del professionista. Di fronte a tale scenario, sarà sempre più necessario puntare sull’aggregazione professionale per rafforzare la nostra posizione. I dati dimostrano chiaramente che lavorare in forma aggregata comporta vantaggi in termini di fatturato. Tuttavia, questa strada sembra spesso essere lasciata esclusivamente all’iniziativa dei singoli, senza un reale sostegno istituzionale”.Le nuove tecnologieIl numero uno della Cnpr si è poi soffermato sull’avanzamento dell’Intelligenza Artificiale: “Per quanto riguarda l’avanzata delle nuove tecnologie e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle professioni, è evidente che ci troviamo di fronte a uno ‘tsunami’ tecnologico al quale non si può opporre resistenza. È più utile coglierne gli indubbi vantaggi, come il risparmio di tempo in molte attività operative. Ciò detto, – ha concluso – il ruolo dei professionisti rimane imprescindibile, anche per la gestione dei nuovi sistemi tecnologici. Dobbiamo acquisire una crescente familiarità con questi strumenti, ma continueremo a essere il fulcro del processo decisionale e operativo”.La tassazioneDurante lo svolgimento dei lavori del Cnpr Forum, condotto da Anna Maria Belforte, è stata effettuata un’analisi sulla tassazione a carico degli enti previdenziali professionali da parte di Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili): “Un aspetto delicato riguarda il trattamento fiscale dei redditi delle Casse di previdenza. Due sono i punti critici: Le fatturazioni interne tra professionisti o tra professionisti e Stp, che subiscono un doppio assoggettamento al contributo integrativo del 4%. LEGGI TUTTO

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    Diffidiamo degli scoop cinesi sull’AI

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    Innovation e information technology sono ormai in grado di condizionare i mercati finanziari. Il rocambolesco intervento a gamba tesa dei cinesi, con l’avvento dell’app DeepSeek, sta scombussolando Wall Street che risente delle cadute e risalite di Nvidia, seguita con analoga sorte dagli altri 4 maggiori titoli legati all’intelligenza artificiale, tra cui l’europea Arm holding. Il tutto accade dopo che Trump ha annunciato investimenti di 500 miliardi di euro sul comparto e in contemporanea ai risultati dell’ultimo quarter dell’anno delle famose sette sorelle che da sole capitalizzano al Nasdaq per quasi la metà dell’intero listino e ben oltre i due terzi del Pil europeo.Che i cinesi utilizzando componenti non di ultima generazione possano realizzare una intelligenza artificiale meno costosa nella gestione e altrettanto veloce è tutto da provare, ciò nonostante sono riusciti nell’intento di far nascere un grande dubbio agli investitori sulle aziende dell’AI. Questo terremoto non era previsto dagli analisti, i quali continuavano a preannunciare risultati economici a doppia cifra nell’ultimo quarter, e guidance top per l’anno in corso. Il rischio, ora, è che la crisi possa trascinarsi per un discreto periodo. L’importante è che l’alleato occidentale degli Usa, Europa in testa e Italia ai primi posti, non si faccia abbindolare dalla proposta cinese e riduca l’orientamento verso i prodotti di Pechino a vantaggio degli statunitensi. LEGGI TUTTO