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    Il risparmio vale come un guadagno: basta fissare un obiettivo realistico

    L’abitudine a risparmiare in modo regolare è una delle principali prerogative del popolo italiano. Tuttavia, solo se si affianca una buona cultura finanziaria è possibile realizzare una corretta pianificazione. Cioè regolare, organizzare e progettare la propria capacità di risparmio in modo che risulti davvero allineata agli obiettivi futuri.Pianificare e risparmiare, infatti, vuol dire decidere di […] LEGGI TUTTO

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    Come far quadrare i conti di casa

    Il bilancio di una famiglia o di un sigle non è così distante, seppur su piccolissima scala da quello di una impresa o di uno Stato. Nel senso che deve avere una sua sostenibilità finanziaria, cioè un equilibrio tra entrate e uscite. Così da affrontare anche eventuali imprevisti. Ecco perché – visto che ogni giorno prendiamo delle decisioni economiche, scegliamo cioè quanto spendere e come, che cosa acquistare adesso e a che cosa rinunciare – sarebbe in primo luogo utile dotarsi di una attenta radiografia delle proprie fonti di reddito e cercare di evitare gli sprechi.REDDITO AI RAGGI XPer valutare dove è possibile intervenire è indispensabile partire dal quantificare quanto entra e quanto esce abitualmente in famiglia, tenendo conto delle caratteristiche di tutte fonti di reddito. In altre parole sarebbe opportuno annotare non soltanto lo stipendio o la pensione, ma anche eventuali entrate per lavoretti extra e regali, canoni di affitto, cedole di Titoli di Stato e obbligazioni, dividendi azionari. Altrettanto importante è stabilire se si tratti di voci ricorrenti piuttosto che periodiche (trimestrali, semestrali, annuali), straordinarie o una tantum.ANNOTARE TUTTE LE USCITEUna volta completato il puzzle di tutte le entrate che compongono la ricchezza effettiva, occorre annotare le uscite. Non solo quelle regolari – come la rata del mutuo, le bollette delle utenze di casa o le spese condominiali – ma anche lo scontrino del supermercato, il conto al ristorante, la parcella del medico, il costo del meccanico o di una vacanza. Sarebbe inoltre buona abitudine suddividere in un registro, cartaceo o informatico, entrate e uscite per categoria: per esempio vitto, abbigliamento, ristoranti, igiene e cosmesi, animali, vacanze, colf, giardinaggio, trasporti, autovettura, figli, salute, seconda casa. È così possibile individuare le spese ordinarie che si possono poi confrontare con quelle dell’anno successivo e quelle straordinarie che potrebbero aver sbilanciato il budget annuale.E, soprattutto, identificare e ridurre eventuali sprechi.OCCHIO ALLE PICCOLE SPESELe spese quotidiane di piccolo importo tendono a essere sottovalutate. Eppure tener conto anche delle spese di importo unitario molto basso (il caffè al bar, i biglietti della metropolitana o lo scontrino per i parcheggi) può risultare utile. Si potrà scoprire, per esempio, se determinate «piccole» spese incidono sul totale annuale per un importo considerevole (per esempio superiore all’1%). Inoltre, se una categoria di spesa incide per una quota significativa sul totale, potrebbe essere utile disaggregarla per verificare se sia possibile ridurla in qualche modo.MEGLIO GIOCARE D’ANTICIPO LEGGI TUTTO

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    Sopraelevazione in condominio: consentita se rispetta le normative antisismiche

    Sempre più spesso, alzando lo sguardo mentre camminiamo nelle nostre città, possiamo notare sopraelevazioni, operate anche su palazzi d’epoca (in alcuni casi maldestramente e senza alcuna coerenza stilistica con l’edificio), con le quali si cerca di aggiungere uno o più piani alle strutture esistenti. Ma è sempre possibile fare questo, senza considerare per di più le norme antisismiche? E come può un condominio tutelarsi da eventuali “esagerazioni” dei singoli? Cerchiamo di capirlo insieme.Che cosa si intende per sopraelevazioneLa sopraelevazione consiste in un intervento edilizio che porta in aggiunta nuovi piani o fabbriche a un edificio esistente, interessando l’intera comunità condominiale. Rispetto al recupero del sottotetto, focalizzato sulla trasformazione di spazi inutilizzati in ambienti abitabili, la sopraelevazione del sottotetto comporta la creazione di nuove strutture architettoniche tramite lavori di ampliamento in altezza e volume della costruzione esistente. Questi interventi vanno a modificare non solo forma, ma anche volumetria, superficie e carico urbanistico complessivo dell’edificio. Di conseguenza, in conformità alla normativa vigente, sono considerati interventi di nuova costruzione.Cosa dice la leggeIl Codice civile, all’articolo 1127, recita: “Il proprietario dell’ultimo piano dell’edificio può elevare nuovi piani o nuove fabbriche, salvo che risulti altrimenti dal titolo. La stessa facoltà spetta a chi è proprietario esclusivo del lastrico solare. La sopraelevazione non è ammessa se le condizioni statiche dell’edificio non la consentono. I condòmini possono altresì opporsi alla sopraelevazione, se questa pregiudica l’aspetto architettonico dell’edificio ovvero diminuisce notevolmente l’aria o la luce dei piani sottostanti”.Secondo il Codice, dunque, il proprietario dell’ultimo piano di un edificio, come ad esempio il possessore esclusivo del tetto condominiale, ha il diritto di aggiungere nuovi piani o strutture, ad esempio estendendo un locale preesistente, senza necessariamente ottenere il consenso degli altri proprietari del fabbricato. Tuttavia, questa facoltà è soggetta a condizioni, e la sopraelevazione non è ammessa se compromette la staticità dell’edificio o se danneggia l’aspetto architettonico o la luminosità degli appartamenti sottostanti.Pertanto, in osservanza della normativa citata, risulta evidente che la sopraelevazione non è ammessa qualora possa mettere a repentaglio la stabilità dell’edificio. Di conseguenza, se l’opera minacciasse tale stabilità, non sarebbe tollerata e sarebbe necessario procedere alla sua demolizione qualora l’edificio non fosse in grado di sopportarne il peso.Sopraelevazione e leggi antisismicheFin qui la questione sembrerebbe piuttosto chiara. Ma qualora il nuovo piano o l’ampliamento di un locale preesistente sul lastrico dovessero essere costruiti in difformità con le leggi antisismiche, quali potrebbero essere i pericoli e in che modo ci si dovrebbe regolare? Per la risposta a tali quesiti viene in aiuto una recente ordinanza della Corte di Cassazione (la numero 32281 del 21 novembre 2023), con cui la Suprema Corte si è espressa proprio su una sopraelevazione realizzata in violazione delle norme antisismiche.Ad evidenziare la problematica un caso verificatosi in Puglia, dove un co-proprietario aveva realizzato una sopraelevazione al secondo e ultimo piano senza conformarsi alle norme antisismiche e in contrasto con la volontà dell’altro proprietario. Citato in giudizio perchè procedesse alla demolizione del manufatto ed a un risarcimento del danno, vedeva respinta la richiesta in prima istanza, sulla base di una perizia tecnica che aveva escluso problemi strutturali gravi. Il tribunale, suffragato in seguito anche dalla Corte d’Appello di Bari, ha ritenuto che alcuni elementi dell’edificio avrebbero potuto essere rinforzati per garantire la stabilità, nonostante la violazione delle norme antisismiche.Chiamata a pronunciarsi, la Corte di Cassazione ha invece reputato che il collegio giudicante in appello abbia commesso un errore nel non considerare il rischio derivante dalla non conformità alle norme antisismiche. La mancata osservanza di tali norme costituisce una presunzione di pericolosità, e questa presunzione può essere superata solo dimostrando che sia la sopraelevazione che la struttura sottostante sono sicure dal punto di vista sismico. Si legge fra l’altro nell’ordinanza: “Qualora le leggi antisismiche prescrivano particolari cautele tecniche da adottarsi, in ragione delle caratteristiche del territorio, nella sopraelevazione degli edifici, esse sono da considerarsi integrative dell’art. 1127 c.c., comma 2, e la loro inosservanza determina una presunzione di pericolosità della sopraelevazione che può essere vinta esclusivamente mediante la prova, incombente sull’autore della nuova fabbrica, che non solo la sopraelevazione, ma anche la struttura sottostante sia idonea a fronteggiare il rischio sismico”.Quindi, anche se la sopraelevazione ottiene una concessione in sanatoria, questo non legittima l’opera se non sono rispettate le norme antisismiche. La concessione in sanatoria non implica un giudizio tecnico sulla conformità alle regole di costruzione e non è sufficiente per superare la presunzione di pericolosità.Sopraelevazione: quando serve il consenso dell’assembleaAnche in virtù di quanto descritto finora, la necessità del consenso dell’assemblea condominiale per la sopraelevazione è strettamente connessa alle condizioni statiche dell’edificio. Se tali condizioni non permettono la sopraelevazione, bisognerà richiedere l’approvazione unanime dei condòmini per eseguire i necessari lavori di rinforzo e consolidamento. In tutte le altre circostanze, non è richiesta alcuna approvazione per procedere con la sopraelevazione. L’assemblea ha comunque il diritto di opporsi se la sopraelevazione danneggia l’aspetto architettonico dell’edificio, o se comporta una significativa riduzione di aria o luce per i piani sottostanti.Per quanto riguarda il lato estetico, si fa riferimento all’aspetto generale del condominio determinato dalla struttura e dalle caratteristiche architettoniche dello stesso. In questa prospettiva, l’articolo 1127 del Codice Civile è collegato all’articolo 1120, che vieta innovazioni che possano alterare il decoro architettonico dell’edificio. Pertanto, è vietato apportare modifiche che possano compromettere la stabilità o la sicurezza del fabbricato, alterarne il decoro architettonico o renderne inservibili alcune parti comuni, anche per un singolo condòmino. L’opposizione è altresì giustificata se il problema riguarda solo un appartamento o una parte del condominio. LEGGI TUTTO

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    Addio a Gianpietro Benedetti, il grande imprenditore dell’acciaio

    Se n’è andato all’età di 81 anni l’imprenditore Gianpietro Benedetti, alla guida, come presidente del Gruppo Danieli di Buttrio (Udine), tra i leader mondiali nella progettazione e costruzione di impianti siderurgici e tra i primi tre produttori europei di acciaio. Un grave lutto nel mondo dell’industria di cui Benedetti aveva sempre fatto parte come personaggio di primo piano.La sua storiaEra entrato in azienda nel 1961 e amava raccontare un aneddoto divertente di quel primo giorno, quando fu rimandato a casa perché non aveva portato con sè i compassi. Sicuramente non per questo divertente particolare, ma per la sua grande passione riuscì in poco tempo a raggiungere le vette più alte dell’azienda. Diventò dapprima project manager di piccoli impianti, poi viaggiò per il mondo intero per avviare impianti siderurgici o per risolvere problemi a questi legati.Da Brescia al Sudafrica, dalla Grecia a Singapore, dalla Malesia a Israele e negli Usa, per 5 anni si formò sul campo e questa esperienza lo portò a 30 anni a diventare responsabile dell’ufficio tecnologie di laminazione calibrature per la definizione dei layout degli impianti. E, ancora, nel ’76 diventa responsabile tecnico commerciale dell’ufficio vendite a cui, nell’80, si aggiunge la direzione tecnica che includeva anche il centro ricerche.La sua scommessa vincenteUn manager visionario che sfidò il mercato con una una trasformazione cruciale per l’azienda che da produttrice di macchinari per l’industria siderurgica divenne poi fornitore di impianti chiavi in mano. Mossa vincente, e quando nel 1986 Cecilia Danieli divenne presidente e amministratore delegato, Benedetti fu nominato direttore generale del Gruppo, insieme riuscirono a traghettare l’azienda fuori dalla crisi del settore siderurgico. Dopo la scomparsa di Cecilia, nel 1999, diventò lui presidente e amministratore delegato rimanendo in carica fino al 2018 quando gli subentrerà Giacomo Mareschi Danieli, figlio di Cecilia.Molti i riconoscimentiNumerosi i riconoscimenti: è stato cavaliere del Lavoro dal 2006 e gli sono state conferite due lauree e un diploma in M.B.A ad honorem. Benedetti era anche uno dei maggiori azionisti di Nord Est Multimedia (Nem), la media company che nel novembre del 2023 aveva rilevato da Gedi numerosi quotidiani del Nord Est.I messaggi di cordoglio”Le mie più sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Gianpietro Benedetti, uno dei più lungimiranti imprenditori italiani, alla guida di un’azienda strategica orgoglio del Made in Italy nel mondo”, ha scritto su X il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Ma non è l’unica voce politica. Anche la deputata Debora Serracchiani, già presidente del Friuli Venezia Giulia scrive: “La scomparsa dell’ingegner Benedetti è un lutto per l’industria italiana che perde un protagonista di primissimo piano, un imprenditore autorevole e riservato che attraversava i continenti portando con sé il suo spirito pragmatico che gli permetteva di interloquire con tutti”. LEGGI TUTTO

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    Carbon tax, ecco di quanto aumentano i biglietti dei traghetti e i costi delle merci

    In arrivo nuovi aumenti. La recente carbon tax dell’Unione Europea – ETS, Sistema di Scambio di Emissioni – sta per causare costi aggiuntivi al settore dei trasporti, includendo sia quello marittimo che quello su strada che si appoggia alle grandi navi. Le imprese del Belpaese si troveranno a dover pagare tra i 600 e i 700 milioni di euro solo per il 2024, una cifra destinata a raddoppiare entro il 2026. Questo aumento dei costi si diffonderà in tutta la catena di approvvigionamento, coinvolgendo sia gli utilizzatori finali che gli attori intermedi. Ecco cosa potrebbe accadere.La carbon taxÈ stato implementato il nuovo sistema europeo di tassazione ambientale, l’ETS il quale richiede ai trasportatori di merci e persone su navi, treni, camion, gomma e aerei di pagare una carbon tax sulle emissioni di CO2 prodotte, sia nelle acque che nei cieli dell’Ue. L’aliquota imponibile aumenterà dal 40% nel 2024 al 100% nel 2026. In l’Italia ci si attende un impatto significativo: l’età media delle navi è di 28,9 anni, dei camion oltre i 20 anni e degli autobus più di 10 anni. Inoltre, il Belpaese è uno dei territori con il maggior utilizzo del trasporto passeggeri, con quasi 14 milioni di croceristi sbarcati nei porti nel 2023.Gli aumentiColoro che viaggeranno verso le isole durante l’estate con un traghetto vedranno un aumento dei costi tra il 12 e il 15%. Inoltre l’impatto si estenderà anche ad altri beni, come l’abbigliamento prodotto in Cina, i telefoni cellulari realizzati in Corea del Sud e una vasta gamma di oggetti, tra cui automobili, pasta e macchine di precisione, che vengono prodotti e assemblati in Italia utilizzando materie prime e componenti provenienti dall’estero. In questo contesto, il settore del trasporto merci potrebbe contribuire almeno con il 3 o il 4% dei 600 o 700 milioni da versare per la nuova tassa europea che graverà sul consumatore finale. LEGGI TUTTO

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    “Toscano pronto per acquisizioni”

    Per le Manifatture Sigaro Toscano (Mst o, più semplicemente, il Toscano) il 2024 è un altro anno zero. Dopo cinque anni nei quali – in seguito al concordato e poi al fallimento del gruppo Seci, che ne deteneva il 50,01% – l’azionariato della società era di fatto commissariato, dal dicembre scorso il controllo è passato agli ex soci di minoranza: Luca Cordero di Montezemolo e Piero Gnudi con circa il 33% a testa, insieme ad Aurelio Regina e Francesco Valli con la quota rimanente. Ma a guidare la società, amministratore delegato già dal 2017, è rimasto sempre Stefano Mariotti. Che ora può programmare il futuro.Dottor Mariotti, in pochi anni siete passati dal progetto Borsa del 2018, al fallimento di Seci del 2021, fino all’uscita dal tunnel del dicembre 2023. Come se l’è cavata il Toscano in questo periodo?«Siamo continuati a crescere. Nonostante le varie vicissitudini, nei 5 anni il trend è stato sempre positivo. Siamo passati da 220 milioni di sigari venduti nel 2019, con 105 milioni di fatturato, a numeri del 2023 che non sono stati ancora approvati, ma che tendono ai 240 milioni di pezzi venduti per oltre 125 milioni di ricavi. Per darle un’idea dei volumi, i sigari cubani venduti nel mondo sono tra i 50 e i 60 milioni. Sono risultati ottenuto soprattutto grazie all’export, che è raddoppiato in valore. Oggi un sigaro ogni tre è destinato ai mercati esteri, dove possiamo ancora crescere, in primis sul duty free internazionale che sale del 20-30% l’anno. Mentre sul mercato domestico nei primi mesi del 2024, confermiamo una quota superiore al 91%. E devo aggiungere una cosa».Ce la dica.«Per questi risultati devo ringraziare il presidente Montezemolo e tutti gli ex soci di minoranza, hanno garantito stabilità, sono stati lungimiranti, hanno consentito a me di gestire l’azienda in piena autonomia, senza che i problemi di governance avessero impatti sulla performance».E la redditività? Nel 2022 avevate un ebitda di 39,2 milioni e utili per 17,2.«Anche la redditività è in crescita. E non era scontato. C’è un elemento che per noi ha inciso molto: prima della guerra in Ucraina avevamo una bolletta energetica di un milione. Nel 2022, a parità di volumi di acquisto, è stata di quasi 6 milioni. Nel 2023 si è ridotta, ma è rimasta quattro volte più alta del pre-covid. E poi ci sono i costi del trasporto, la difficoltà nel reperire i container: noi acquistiamo tabacco dagli Usa e abbiamo lavorazioni in Sri Lanka e Indonesia. Pensavamo fossero problemi superati, invece l’attuale crisi sul Mar Rosso sta impattando di nuovo molto».I toscani sono fatti con il tabacco Kentucky. Quanto è coltivato in Italia e quanto importato dagli Usa?«Quando è nato il Toscano, l’anno prossimo saranno 210 anni, il Kentucky non esisteva in Italia. La coltivazione è iniziata nel 1891. Oggi il 60% è italiano, il 30% lo compriamo in Usa e il 10% da Perù, paesi africani e altri».La filiera del tabacco italiano dipende dal Toscano?«Mst acquista l’80% del Kentucky prodotto in Italia. Nel 2023 abbiamo speso 15 milioni per il tabacco italiano. E se ce ne fosse il doppio lo compreremmo tutto: è l’unico vincolo alla nostra crescita. Per sostenere la filiera abbiamo cambiato la politica dei prezzi: in passato c’erano diverse tariffe a seconda della qualità, un metodo che esponeva il coltivatore alle sorprese del clima. Allora abbiamo stabilizzato i prezzi attraverso un sistema di sussidi che permette di compensare i costi fissi e aumentare la redditività con le annate buone. Inoltre eroghiamo contributi ai giovani coltivatori e a chi ha progetti di investimento e innovazione».Dopo gli anni della crisi di governance, ora che tornate alla normalità quali sono gli obiettivi industriali?«In questi ultimi anni l’unica opzione disponibile era la crescita organica. Ora l’azienda può valutare diverse opzioni: se in paesi importanti come Germania o Usa ci fossero possibilità, potremmo valutare acquisizioni».Avete già qualcosa nel mirino?«No, ma il mercato che più interessa sono gli Usa, il primo al mondo per i sigari. Se dovesse esserci qualche opportunità alla nostra portata siamo pronti a valutarla».E il progetto Borsa? Tornerà di attualità? Con il debito 2022 a 40 milioni, servono risorse fresche per crescere ancora?«Il debito è confermato ai livelli del 2022, ma con la fine dello stallo sulla governance lo abbiamo rinegoziato con le banche e a questo livello è pienamente sostenibile. La Borsa non è più all’orizzonte, ma siamo concentrati a crescere con le risorse che abbiamo e i margini che generiamo».In Italia avete il 90% del mercato dei sigari, come pensate di crescere ancora?«Dipende anche dall’offerta: se avessimo più tabacco cresceremmo di più. Pensi che dal primo gennaio, nella manifattura di Cava dei Tirreni, abbiamo introdotto il turno notturno. E poi lavoriamo molto sulla ricerca e sull’innovazione: di processo, di formato, di packaging. Oggi abbiamo un listino con 40 diversi sigari continuativi, divisi tra aromatizzati e naturali. E poi lanciamo ogni anno le edizioni limitate, che entrano ed escono dal listino»Come si fa senza poter fare pubblicità, vietata al tabacco?«Nessuno la può fare, anche se negli Usa il sigaro si può vendere via web, fare un po’ promozioni. Ma il Toscano ha una forza incredibile nel brand, ed è riconosciuto come un’eccellenza del made in Italy. Lo osserviamo ovunque: mentre il caraibico è flat, il Toscano cresce a doppia cifra in Serbia, Turchia, Europa dell’est. In Germania è diventato il terzo brand, in Usa corriamo».Qual è il sigaro più venduto in Italia?«Il primo in assoluto è il Toscanello, un ammezzato; secondo il Garibaldi, che è il lungo più venduto e anche il numero uno per fatturato; terzo è il Toscanello rosso aromatizzato al caffè, che è il sigaro più venduto al mondo».Sono tutti sigari naturali. Mentre chi vince tra quelli fatti ancora a mano?«A Lucca le nostre sigaraie arrotolano a mano fino a 500 sigari al giorno. È una realtà unica in Europa. I loro prodotti rappresentano il 5% del totale, sono nella fascia premium di prezzo e il più venduto resta l’Originale».Chi sono i concorrenti? I cubani? I caraibici? Le multinazionali del tabacco?«Le sigarette no, sono un altro mondo, con loro condividiamo solo la materia prima. I sigari più diffusi sono i caraibici, ma il Toscano è completamente diverso: un altro tabacco, una differente modalità di consumo (fumata più breve, ndr) ed è più facile da conservare (non richiede humidor, ndr), per cui lo vendiamo in 40mila punti vendita, contro i 3-400 degli altri sigari».E i mitici cubani? LEGGI TUTTO

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    Lavoro e pensioni, la sentenza che crea un precedente: l’Inps perde in tribunale, cosa cambia

    Una recente sentenza emessa dal tribunale di Vicenza crea un importante precedente e può fin da oggi modificare l’applicazione delle norme che impediscono ai contribuenti che hanno beneficiato di Quota 100, Quota 102 o Quota 103 per andare anticipatamente in pensione di cumulare redditi da lavoro.Secondo questa regola, coloro i quali sono usciti anticipatamente dal mondo del lavoro sfruttando una di queste misure di flessibilità non hanno la possibilità di riprendere eventualmente a lavorare prima di aver compiuto 67 anni, vale a dire l’età prevista per accedere alla pensione di vecchiaia, ad eccezione dei casi in cui si tratti di prestazioni di lavoro autonomo occasionale e con introiti inferiori ai 5mila euro lordi l’anno. Qualora si violi questa norma la pena è la restituzione delle cifre percepite a titolo di pensione dal beneficiario.Ruolo di comparsa costato caroC’è, tuttavia, un problema di fondo di non trascurabile rilevanza, dato che fin dal momento in cui la regola è entrata in vigore l’Inps non ha fatto distinzione tra i furbetti che hanno agito intenzionalmente con dolo e coloro che, con guadagni segnalati, hanno in buona fede lavorato per mettere insieme cifre spesso e volentieri irrisorie, talvolta nell’ordine di poche decine di euro. Sono numerosi i casi di pensionati che hanno percepito compensi inferiori ai 100 euro, regolarmente dichiarati, e si sono visti comunque costretti a restituire all’Istituto nazionale di previdenza sociale anche decine di migliaia di euro.Caso emblematico quello di un pensionato di Vicenza a cui il ruolo di comparsa fatto in un telefilm nel 2020 è costato molto caro. L’uomo, che era andato in pensione con Quota 100, decise di partecipare nel ruolo di comparsa alla serie televisiva “Luce dei tuoi occhi” insieme ad alcuni amici: trascorse una giornata diversa in compagnia, e maturò un compenso di appena 78 euro lordi. Il compenso, dichiarato, venne a configurarsi come conseguenza di un lavoro di tipo subordinato: ecco perché l’Inps, venuto a conoscenza dei fatti, applicò le sanzioni previste dal decreto n.4 del 2019, poi convertito in legge n.26, recapitando al contribuente un “provvedimento di recupero delle somme percepite su pensione” per un importo complessivo di circa 24mila euro, con tanto di trattenute mensili.Il contenzioso in tribunalePer non perdere un anno di pensione, l’uomo ha chiesto aiuto agli avvocati Paola Piccoli e Alberto Righi. “Abbiamo sostenuto che tale esperienza di certo non può essere considerata un’attività di lavoro subordinato in senso stretto e non può essere considerata idonea, come invece sosteneva l’Inps, a violare il divieto di cumulo di pensione e reddito da lavoro dipendente imposto dal legislatore per i pensionati con Quota 100”, ha spiegato Piccoli, come riferito dal Corriere della sera. “È quindi evidente che l’esperienza di comparire in una serie tv, come passante, in un’unica scena, un solo giorno non determina, a nostro avviso, né un reinserimento del ricorrente nel mondo del lavoro, né crea un pregiudizio al sistema di ricambio generazionale, con conseguente illegittimità del provvedimento dell’Inps”, ha precisato ancora il legale.La sentenzaTali motivazioni hanno persuaso il giudice del lavoro Paolo Sartorello ad accogliere il ricorso dell’uomo, dal momento che”un’interpretazione conforme alla ratio della norma impone di considerare compatibili con l’erogazione della pensione ‘Quota 100’ redditi di irrisorio importo derivanti da prestazioni del tutto isolate, aventi carattere di specialità tali da differenziarle sostanzialmente dal tipico rapporto di lavoro subordinato”. LEGGI TUTTO

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    Patente di guida rubata o smarrita, ecco come comportarsi

    In caso di furto o di smarrimento della patente il primo consiglio utile è ovviamente quello di agire con massima tempestività per poter ottenere almeno un permesso di guida provvisoria in attesa del rilascio del duplicato: mettersi al volante senza il documento in originale, infatti, comporta delle sanzioni pecuniarie.Denuncia e duplicatoIl primo passo è quello di sporgere denuncia alle forze dell’ordine entro 48 ore, verificando innanzitutto se si tratta di una patente duplicabile o non duplicabile. In entrambi i casi, comunque, le autorità rilasciano all’automobilista un permesso di guida provvisorio, che ha validità esclusivamente sul territorio nazionale. Nel preciso istante in cui si riceve tale documento la vecchia patente non è già più valida, per cui anche nel caso in cui fosse rinvenuta dopo la denuncia andrebbe distruttaIn caso di patente duplicabile, per chiedere un duplicato sarà sufficiente consegnare alle forze dell’ordine due fototessere e un documento di identità in corso di validità. In caso di patente non duplicabile, l’automobilista dovrà invece rivolgersi alla Motorizzazione civile, compilando la domanda su modello TT 2112 e presentando la denuncia di smarrimento, 2 fototessere, un documento di identità in corso di validità in originale e in copia e infine il permesso provvisorio di guida in originale.Il costo è identico in entrambi i casi, e va pagato un bollettino PagoPA con tariffa N007-diritti 10,20 euro – con causale “Duplicato patente per smarrimento o sottrazione”: ovviamente la cifra è necessaria solo per l’emissione del nuovo documento e non per il permesso provvisorio di guida.Qualora il furto o lo smarrimento avvengano fuori dall’Italia la procedura rimane la medesima: il primo passo è la denuncia, da presentare presso la polizia locale, il consolato o l’ambasciata italiana per ottenere il permesso di guida provvisorio. Una volta rientrati in Italia la denuncia va presentata comunque anche alle forse dell’ordine nazionali. LEGGI TUTTO