More stories

  • in

    Addio a Rino Dondi Pinton: inventò l’amaro Cynar

    Ascolta ora

    Aveva inventato la formula del Cynar, il primo amaro al gusto di carciofo nato in concomitanza col boom economico italiano. Quello imbottigliato “contro il logorio della vita moderna”. È morto all’età di 103 anni Rino Dondi Pinton, creatore, insieme all’imprenditore Angelo Dalle Molle, della popolare bevanda commercializzata fin dagli anni ’50 dalla G.B. Pezziol di Padova.Dondi Pinton si è spento nella giornata di sabato 1 marzo. Nel 2021 fu insignito del titolo di “Padovano Eccellente” dal sindaco del capoluogo veneto, suo luogo d’origine. Nel 2022 ottenne dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, a coronamento di una carriera imprenditoriale fatta di importanti tappe. Giovane responsabile della distilleria padovana G.B. Pezziol, rilevata nel 1935 dall’imprenditore veneziano Angelo Dalle Molle, ebbe l’intuizione della ricetta di quello che sarebbe stato il primo aperitivo al gusto di carciofo, la cui formula – ancora oggi coperta da segreto – portò alla nascita di un’icona del bere italiano.Per affinare la ricetta furono necessari numerosi test, con vari prototipi provati direttamente nei bar di Padova e Venezia. Quella bevanda, nell’Italia del boom economico, conquistò poi una buona fetta di mercato, anche grazie a una efficace campagna pubblicitaria interpretata da Ernesto Calindri, che ne consigliava il consumo “contro il logorio della vita moderna”. Negli anni l’amaro ideato da Dondi Pinton riuscì a ottenere una popolarità anche tra le generazioni più giovani, diventando un simbolo di modernità pur mantenendo una base di tradizione. LEGGI TUTTO

  • in

    Prada a un passo dalla maison Versace

    Ascolta ora

    Il prestigioso marchio Versace si appresta a tornare in Italia. Archiviata l’importante kermesse della Milano Fashion Week, trovano sempre più concretezza i sussurri che indicano Prada ormai vicinissima a chiudere l’acquisto della casa di moda fondata nel 1978 dal defunto stilista Gianni Versace. Anticipate dal Giornale dello scorso 20 febbraio, le trattative sono ora ad uno stadio molto avanzato per il trasferimento a Prada del controllo di Versace dall’americana Capri Holdings.Il gruppo milanese che fa capo a Miuccia Prada e al marito Patrizio Bertelli avrebbe messo sul piatto quasi 1,5 miliardi di euro e, stando alle ultime indiscrezioni rilanciate ieri da Bloomberg, l’operazione a meno di intoppi si concretizzerà nelle prossime settimane. Con questa mossa la maison milanese, che dal 2023 è guidata dal ceo Andrea Guerra, andrebbe ad arricchire il proprio portafoglio dei brand, dando forma a un player italiano del lusso dalle spalle più larghe e con quindi maggiori possibilità di competere con i colossi transalpini Lvmh e Kering, che negli anni hanno fatto shopping sfrenato in Italia rilevando marchi di grande prestigio quali Gucci, Bottega Veneta, Fendi e Loro Piana. In mani straniere da diversi anni è anche il marchio Valentino. L’accordo tra Prada e Capri Holdings potrebbe quindi essere finalizzato questo mese in quanto la prima fase della due diligence non ha rilevato rischi particolari. Al momento, bocche cucite sia al quartier generale milanese di Prada sia Oltreoceano. Il dossier è seguito per Prada dalle banche d’affari americane Goldman Sachs e Citi, mentre Barclays starebbe facendo da consulente a Capri Holdings che punta a cedere al miglior offerente anche Jimmy Choo.Capri, che tra l’altro controlla Michael Kors, aveva acquistato la maison della Medusa nel 2018 dal fondo Blackstone, sborsando più di 1,8 miliardi di euro. La decisione di privarsi di Versace sarebbe maturata dopo gli ultimi dati finanziari della casa, con il terzo trimestre dell’anno fiscale in corso che ha registrato un fatturato di 193 milioni di dollari, in calo del 15 per cento rispetto all’anno precedente e una perdita operativa che si è ampliata a 21 milioni. LEGGI TUTTO

  • in

    Moda, Bloomberg: “Accordo tra Prada e Versace entro marzo”

    Ascolta ora

    Il mondo della moda italiano potrebbe presto essere scosso da un’acquisizione storica. Nei giorni in cui Milano è pervasa dalla fashion week si mormorava di un interesse di Prada nei confronti di Versace e ora Bloomberg conferma i rumors, anche se non ci sono ovviamente conferme da una parte e dall’altra. “Prada e Capri holding, proprietaria di Versace, potrebbero raggiungere un accordo entro la fine di marzo per la cessione, se le trattative dovessero andare a buon fine. Si sarebbe trovato un accordo sulla valutazione della casa di moda fino a 1,5 miliardi di euro”, scrive la testata americana. Ci sarebbe, quindi, un interesse concreto che ancora non ha trovato sbocco ma per il quale si sta lavorando.Blooomberg spiega che Prada riuscisse a portare a casa la trattativa, si verrebbe a creare un gruppo “in grado di competere meglio con i big globali del settore, su tutti Lvmh e Kering. Per l’Italia, dopo decenni in cui i marchi tricolore sono finiti in mani straniere, un eventuale accordo rappresenta una inversione di tendenza nel mondo del lusso”. Prima di Blooomberg, a parlare della trattativa è stato il quotidiano francese Les Echos. Secondo il giornale transalpino, “il gruppo milanese del lusso ha fissato in 4 settimane la durata dei negoziati esclusivi con Capri Holdings, anche se non è affatto scontato che il gruppo milanese possa alla fine decidere di dare seguito con un’offerta all’ eventuale interesse finora mostrato”. L’indiscrezione di Les Echos è stata smentita in modo fermo da più parti e non c’erano stati particolari strascichi, soprattutto perché sul tema era intervenuta personalmente Miuccia Prada: “È sul tavolo di tutti”. LEGGI TUTTO

  • in

    Mundys avanza in Francia, acquisizione da 1,5 miliardi

    Ascolta ora

    Colpo grosso di Mundys in Francia. Con la controllata Abertis, la galassia della famiglia Benetton, si rafforza nel settore autostradale d’Oltralpe, mercato chiave dove opera già con la controllata Sanef.Con un’operazione del valore di 1,5 miliardi complessivi (equity value), la concessionaria controllata dai Benetton e dal patron di Acs Florentino Perez (che hanno investito quindi 750 milioni a testa), ha messo in portafoglio il 51,2% dell’autostrada A-63 di proprietà di Crédit Agricole Assurances e Axa Im Alts. Un’operazione con cui il gruppo porta così a casa altri 105 chilometri nel sud-ovest della Francia rafforzandosi in un mercato sempre più strategico dopo l’uscita dall’Italia.«L’approccio di Mundys è quello di gestire e sviluppare in modo sostenibile le infrastrutture in portafoglio, attraverso un costante dialogo con le istituzioni e le comunità locali. Nella nostra strategia di crescita internazionale la Francia, dove siamo presenti dal 2016, si conferma come un Paese strategico, per l’assoluta qualità e solidità del suo sistema economico-produttivo», ha sottolineato Andrea Mangoni, ceo di Mundys, a valle dell’operazione.La nuova tratta è una infrastruttura appetibile che riguarda, nel dettaglio, un corridoio strategico tra Spagna ed Europa settentrionale che passa per Bordeaux oltre che per le città di Bayonne, Biarritz, Anglet e Saint-Jean-de-Luz, importanti località turistiche presso il confine spagnolo. Oltre 100 chilometri di rete, per la prima volta nel Sud del Paese. Gli altri asset di Abertis sono infatti per lo più a Nord di Parigi, ad eccezione di una infrastruttura del gruppo nei pressi di Lione.Dal punto di vista finanziario, nel 2024, la A-63 ha generato 170 milioni di euro di ricavi e 134 milioni di euro di ebitda grazie a un andamento positivo del traffico. La concessione è a lungo termine e scade nel 2051. A seguito della chiusura di questa operazione, gli azionisti Acs e Mundys effettueranno un aumento di capitale di 400 milioni (200 a testa) per sostenere la crescita di Abertis e rafforzarne il bilancio, promuovendo «la leadership globale della società nel settore delle concessioni di infrastrutture di trasporto e contribuendo a mantenere l’attuale rating creditizio», spiega la nota. «Siamo lieti di ampliare la nostra presenza in un mercato chiave come quello francese, che ci permette di consolidare la nostra posizione di operatore di riferimento, non solo nel Paese, ma anche in Europa, dove abbiamo un’esperienza pluriennale nella gestione delle infrastrutture» ha dichiarato José Aljaro, ad di Abertis.In Francia, il gruppo possiede il Gruppo Sanef, azienda leader nel settore con 1.800 chilometri di rete e ha implementato tecnologie innovative per facilitare i flussi di traffico sulle autostrade A-13 e A-14, un progetto pionieristico per trasformare un’autostrada a pedaggio tradizionale in un sistema di pedaggio senza barriere, nel rispetto della neutralità tecnologica. LEGGI TUTTO

  • in

    La nave rigassificatrice a Ravenna. Venier: “Decisivo per la sicurezza energetica dell’Italia”

    Ascolta ora La nave rigassificatrice BW Singapore ha concluso la manovra di ormeggio a 8 chilometri al largo di Ravenna. La nave è in grado di stoccare 170mila metri cubi di gas liquefatto e rigassificarlo per una capacità complessiva di 5 miliardi di metri cubi l’anno.«L’arrivo della nave, nel pieno rispetto delle tempistiche, mette a […] LEGGI TUTTO

  • in

    Nexi vola in Borsa dopo i conti

    Ascolta ora

    Nexi vola in Borsa (+7,1%) dopo i risultati 2024 che evidenziano un sorprendente ritorno all’utile e la distribuzione di un dividendo. Il gruppo dei pagamenti digitali ha chiuso il 2024 con un Eps normalizzato di 0,59 euro (+11% annuo) e un utile normalizzato di 731 milioni (+4,1%). La remunerazione degli azionisti sarà pari a 600 milioni di euro, suddivisi in 300 milioni di euro di dividendi (0,25 euro per azione) e 300 milioni di euro per un nuovo buyback.“Nel 2024, abbiamo proseguito il nostro percorso di crescita in tutte le geografie e aree di business, generando sempre più cassa grazie anche ad un costante focus sull’efficienza operativa. Allo stesso tempo, abbiamo continuato a investire in prodotti innovativi, piattaforme tecnologiche moderne e capacità strategiche, rafforzando ulteriormente la crescita futura del gruppo”, ha commentato Paolo Bertoluzzo, Ceo di Nexi.Performance FinanziariaNel 2024, i ricavi consolidati sono saliti a 3,51 miliardi di euro (+5,1% a/a), mentre l’Ebitda ha raggiunto 1,86 miliardi di euro (+7,1% a/a), con un margine del 53%, in crescita di 101 punti base rispetto al 2023.Merchant Solutions: Ricavi a 1,99 miliardi di euro (+6,3% a/a) con 19,86 miliardi di transazioni gestite (+7,4% a/a). La crescita è stata trainata dai volumi internazionali e dall’accelerazione delle vendite alle PMI, supportata da partnership strategiche come quella con Klarna per soluzioni buy-now-pay-later.Issuing Solutions: Ricavi a 1,13 miliardi di euro (+4,2% a/a), con 20,88 miliardi di transazioni gestite (+8,3% a/a). La crescita si deve ai volumi in aumento e al successo del prodotto International debit.Digital Banking Solutions: Ricavi a 389,2 milioni di euro (+1,6% a/a), con crescita nei volumi account-to-account e forte interesse per il Payments Hub PaaS.Solidità Finanziaria e Ritorno agli AzionistiNel corso dell’anno, Nexi ha ridotto il debito netto a 4,97 miliardi di euro, portando il rapporto Pfn/Ebitda a 2,7x. La società ha ottenuto lo status di investment grade da Fitch Ratings e ha completato un buyback da 500 milioni di euro, restituendo valore agli azionisti.“Il 2024 è stato un anno importante nel percorso di Nexi, in quanto abbiamo iniziato a restituire capitale ai nostri Azionisti, abbiamo ottenuto lo status di investment grade, e al contempo abbiamo proseguito a ridurre la nostra leva finanziaria. Guardando al 2025, ci aspettiamo di continuare a crescere e ad espandere i nostri margini, aumentando ulteriormente la nostra generazione di cassa e continuando a investire con grande convinzione nel potenziale di crescita dei pagamenti digitali, un settore strategico per il futuro dell’Europa”, ha sottolineato Bertoluzzo aggiungendo che “nell’ottica di una prospettiva di crescita continua e resiliente anche per i prossimi anni, intendiamo restituire ai nostri azionisti, da ora in avanti, la maggior parte della cassa in eccesso impegnandoci al contempo a mantenere lo status di investment grade”.Prospettive 2025Per il 2025, Nexi prevede una crescita dei ricavi low-to-mid-single digit, un’espansione dell’Ebitda margin di almeno 50 punti base e un’excess cash generation superiore a 800 milioni di euro. La strategia punta a rafforzare ulteriormente la posizione di leadership nei pagamenti digitali, con investimenti mirati e un approccio selettivo alle operazioni di M&A. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas, asse tra Eni e Petronas. Data center nuova frontiera

    Ascolta ora

    Una mega società con la malese Petronas nel gnl, l’avvio di una nuova area di business nei data center e la creazione di una divisione ah hoc per la cattura e stoccaggio della Co2. Sono le tre principali novità del piano industriale di Eni che disegna con 27 miliardi di investimenti la strategia del gruppo al 2028 . Il tutto, nella cornice di conti 2024 a luci e ombre, ma con una remunerazione che, tra dividendi e buyback, è salita a quota a 5 miliardi grazie a una «struttura finanziaria solida».Nel dettaglio, l’ad Claudio Descalzi (in foto) prevede una crescita sostanziosa della produzione del 3-4% l’anno fino al 2028. E, anche a questo scopo, il gruppo ha rafforzato il business oil and gas siglando una joint venture con Petronas che darà vita a un colosso leader in Asia e che svilupperà il mercato del gnl nell’area. L’operazione garantirà nel medio termine una produzione di 500 mila barili di olio equivalente al giorno, per riserve di 3 miliardi di barili di olio equivalente e un potenziale esplorativo di circa 10 miliardi di barili.In generale, il Cane a sei zampe con il nuovo piano accelera il percorso di diversificazione attraverso «il modello satellitare che è stato – spiega l’ad – quello che ci ha permesso di andare più veloci e aumentare il cash-in, aiutandoci nella gestione del leverage e nella resilienza del business».Eni ha incassato 12 miliardi di euro dal 2019 grazie agli incassi dalle società satellite e aspetta altri 13 miliardi circa nell’arco del nuovo piano. Quanto ai due principali satelliti Plenitude ed Enilive, Eni è decisa a proseguire sulla strada della valorizzazione e punta per Plenitude (divisione rinnovabile) ad aumentare al 30% la quota cedibile, dopo aver aperto il capitale al fondo Eip (10%). Per Enilive, invece, la cui ebitda (il margine operativo lordo) è stimata a 2,5 miliardi entro il 2028 (valore più che triplo sul dato 2024) il focus saranno i carburanti sostenibili per l’aviazione. LEGGI TUTTO

  • in

    Dalle nuove tratte all’Alta velocità, ecco i lavori in corso

    Ascolta ora

    Lavori in corso, ma senza particolari disagi. Oltre a eseguire la manutenzione per il rinnovo della rete esistente, il Gruppo FS è impegnato nella realizzazione di nuove linee ferroviarie per eliminare i divari infrastrutturali ancora esistenti tra Nord e Sud, con l’obiettivo di collegare sempre più il Paese e rendere la mobilità su rotaia ulteriormente utilizzata.Ogni anno i viaggiatori che usufruiscono dei collegamenti del Gruppo FS in Italia sono circa 570 milioni, ma tra gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029 da 100 miliardi di investimenti c’è la volontà di far crescere i passeggeri di oltre di oltre 100 milioni in cinque anni. I progetti più significativi per potenziare la rete riguardano l’affiancamento di infrastrutture più capillari ai tracciati dell’alta velocità, che fino a oggi ha visto il suo principale sviluppo nell’asse Torino-Milano-Roma-Salerno. Tra le opere in corso di realizzazione c’è in particolare la Brescia-Verona-Padova e, per potenziare il Sud, rientrano il completamento della linea Napoli-Bari, il nuovo collegamento Salerno-Reggio Calabria e lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia per beneficiare del sistema AV da Palermo a Milano.Rfi è inoltre impegnata nella realizzazione di 44 opere strategiche di cui 26 finanziate con fondi Pnrr. Tra queste, ci sono la linea Brescia-Verona-Padova, che consentirà di incrementare l’offerta di trasporto alta velocità, regionale e merci lungo la direttrice orizzontaleMilano-Venezia, garantendo una migliore separazione dei flussi di traffico, con la conseguente riduzione dei tempi di viaggio e un aumento della frequenza dei treni. Un altro importante intervento riguarda poi la Napoli-Bari, la cui realizzazione permetterà di viaggiare dal capoluogo pugliese a quello campano in 2 ore e a Roma in 3 ore. L’infrastruttura consentirà inoltre di collegare Lecce e Taranto alla Capitale in 4 ore. Riflettori (e lavori) puntati poi sulla Salerno-Reggio Calabria, un itinerario passeggeri e merci strategico per la connessione tra il nord e il sud del Paese: gli interventi previsti garantiranno una maggiore accessibilità al sistema ferroviario e la possibilità di sviluppare nuovi traffici viaggiatori lungo l’asse nord-sud della penisola, a beneficio anche dei collegamenti da e per la Sicilia. LEGGI TUTTO