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    Lexsential avvia una collaborazione strategica con la piattaforma DPP+AI

    Lo studio legale Lexsential ha assistito un gruppo di investitori per un’operazione strategica nel mondo della blockchain e digitale, mettendo a disposizione dei propri clienti i servizi di Blockchain e confermando il proprio expertise e attenzione ai temi dell’innovazione e della trasformazione tecnologica.Lo studio ha infatti assistito Kelipe di Andrea Biffi (ex CEO ed azionista di SOFAR S.p.A., ex membro del board di Asensus Inc. – società quotata al NYSE e recentemente acquisita da Karl Storz – presidente di 1Med S.A., CRO, Advisor di Alfasigma S.p.A., membro del board di molte società internazionali in ambito Healthcare e investitore seriale nel mondo Healthcare), Stefano Farina (imprenditore ed investitore nel mondo Healthcare), ed Enrico Perfler (fondatore e membro del board di 1Med S.A., CRO attiva nei settori pharma e medtech ed investitore in Healthcare) nel round di investimento in DigitCo, e nell’acquisizione, da parte di quest’ultima, degli asset digitali di Tokenance.Tokenance è una start up innovativa che sviluppa soluzioni fondendo sistemi di blochchain e intelligenza artificiale, tra cui appunto la piattaforma Tokenance Digital Product Passport + AI. In particolare, il passaporto digitale di prodotto introdotto dal Regolamento (UE) 2024/1781, noto come Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR) renderà accessibili informazioni dettagliate lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto (fase di produzione, vendita, riciclo o smaltimento); è destinato ad avere un impatto diretto a favorire la trasparenza, la tracciabilità dei materiali, migliorare la gestione delle risorse, e sarà uno strumento molto utile a promuovere un modello di impresa trasparente, responsabile e sostenibile e favorirà l’economia circolare. L’entrata in vigore è prevista nel 2027 ma vi sono molte società che si stanno muovendo già oggi per essere pronte. LEGGI TUTTO

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    doValue accelera il proprio processo di crescita strategica con l’acquisizione di coeo, leader nell’ia

    doValue annuncia di aver sottoscritto un accordo vincolante (il “Sale and Purchase Agreement”) con Claimservco Holding B.V. (il “Venditore”), società affiliata a fondi gestiti da Waterland Private Equity (“Waterland”), e con altri azionisti di minoranza (Tom Haverkamp e il management di coeo), per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di coeo Group GmbH (“coeo”) per un corrispettivo complessivo che include: (i) un corrispettivo per cassa pari a €350 milioni (inclusiva della posizione finanziaria netta di coeo) e (ii) una componente earn-out pari a €40 milioni, da corrispondere nel 2028 subordinatamente al raggiungimento di specifici obiettivi finanziari. doValue ha raggiunto un accordo con un investitore affinché quest’ultimo acquisisca –subordinatamente al rispetto di determinate condizioni – il book di portafogli di coeo e potenzialmente i crediti futuri con lo scopo di mantenere un modello di business di puro servicing asset light.doValue ha siglato un accordo per il finanziamento dell’Operazione per un importo pari a €325 milioni – soggetto a determinate condizioni standard per operazioni analoghe – con un gruppo di banche internazionali sotto forma di finanziamento tramite una linea bridge-to-bond. doValue prevede di emettere nuove note senior secured al momento del closing o successivamente, al fine di finanziare l’Operazione o rifinanziare il finanziamento bridge-to-bond.Questa acquisizione amplia significativamente il portafoglio clienti di doValue, grazie alle consolidate relazioni di coeo con clienti blue-chip in diversi settori come l’e-commerce, il Buy Now Pay Later (BNPL), pagamenti, telecomunicazioni, gestione dei parcheggi ed energia. Con una presenza già consolidata in otto mercati, tra cui Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Belgio e Paesi Bassi, doValue è inoltre ben posizionata per entrare in nuove aree geografiche ad alto potenziale anche per lo sviluppo del proprio business tradizionale. Inoltre, doValue può accelerare l’espansione di coeo nei propri mercati del Sud Europa, dove doValue possiede una forte posizione strategica, visto l’interesse dei principali clienti di coeo a espandersi in questi mercati.Grazie a questa acquisizione, doValue accelererà l’attuazione della propria strategia di diversificazione delineata nel Piano Industriale 2024–2026, superando significativamente gli obiettivi prefissati in termini di diversificazione dei ricavi. In particolare, la piattaforma digitale di coeo – riconosciuta per l’eccellenza nella gestione digitale di crediti di origine non finanziaria e per la sua esposizione verso clienti multinazionali ad alto potenziale di crescita – fornirebbe al Gruppo la scala e il know-how necessari per competere in modo efficace ed efficiente in uno dei segmenti più dinamici del mercato del credito europeo, soprattutto nelle geografie più redditizie e mature.doValue ambisce inoltre a fare leva sull’ecosistema di intelligenza artificiale “cAI” – brand di cAI Technology GmbH, società interamente controllata da coeo con una comprovata esperienza nello sviluppo e nell’applicazione dell’intelligenza artificiale per utilizzo proprio nonché per prodotti a terze parti. Con lo sviluppo del proprio ecosistema di intelligenza artificiale “cAI”, coeo ha creato un potente set di strumenti per l’automazione dei processi aziendali basata sull’IA. La piattaforma consente la gestione completamente basata sull’IA delle interazioni con i clienti, sia scritte che telefoniche, senza alcun intervento manuale. In futuro, cAI può diventare il centro di eccellenza del Gruppo per lo sviluppo di soluzioni AI, a supporto sia delle attività di servicing di doValue sia del business digitale di recupero crediti di coeo.Sebastian Ludwig ed Elias Reitter, i CEO del Gruppo coeo, hanno commentato:“Entrare a far parte di doValue, società quotata, rappresenta il naturale passo successivo nel percorso di crescita di coeo: insieme, diamo vita alla principale piattaforma europea per la gestione del credito – basata sulla tecnologia, alimentata dall’intelligenza artificiale e con un focus costante sull’esperienza del cliente. Siamo estremamente orgogliosi di quanto costruito negli ultimi anni e profondamente convinti che, con doValue come nuova casa potremo portare coeo a un livello ancora superiore. La nostra decisione di reinvestire come azionisti rappresenta un chiaro segnale del nostro impegno di lungo periodo e della fiducia condivisa nel valore e nella visione di questo nuovo capitolo.”Manuela Franchi, CEO di doValue ha dichiarato:“L’acquisizione di coeo segna un passo fondamentale nell’evoluzione strategica di doValue, rafforzando la leadership del nostro Gruppo come piattaforma pan-Europea per la gestione del credito basata sulla tecnologia e sull’intelligenza artificiale. In un mercato che si sta rapidamente orientando verso modelli digitali e asset-light, doValue non si sta semplicemente adattando – sta invece guidando questo processo.Con coeo entriamo in segmenti di mercato ad alta crescita come il Buy Now Pay Later (BNPL) e l’e-commerce, ampliamo la nostra presenza nell’Europa continentale e settentrionale, e diversifichiamo la base clienti con nomi di multinazionali blue-chip attive in settori in rapida espansione. Questa operazione rafforza la nostra resilienza e ci consente di generare ricavi più stabili e ricorrenti lungo tutti i cicli economici.L’integrazione della piattaforma avanzata di intelligenza artificiale “cAI” accelererà la nostra trasformazione digitale, permettendoci di gestire volumi maggiori con efficienza e scalabilità superiori. Supportati da una solida struttura del capitale, una forte generazione di cassa e un chiaro percorso di riduzione della leva finanziaria, siamo nuovamente ben posizionati per creare un valore superiore per nostri azionisti e fissare nuovi standard nel settore della gestione del credito.coeo diventerà il brand di Gruppo su tutti i nostri mercati per una nuova business unit dedicata al recupero digitale e ai crediti di origine non finanziaria.Siamo inoltre lieti di accogliere il management di coeo all’interno del Gruppo doValue e apprezziamo profondamente la crescita raggiunta da coeo grazie alla loro leadership e visione strategica. La loro decisione di reinvestire nell’operazione rappresenta un forte segnale di allineamento e fiducia condivisa nella creazione di valore di lungo periodo da questa acquisizione”.coeo in breveFondata nel 2010, coeo è diventata una delle piattaforme digitali di gestione del credito più avanzate in Europa, con operatività in otto Paesi e una solida presenza nelle regioni DACH (Germania, Austria e Svizzera), Regno Unito, Benelux e nei paesi nordici. L’azienda è specializzata nel recupero digitale di crediti non finanziari, in particolare all’interno di segmenti di mercato a elevato potenziale di crescita come il Buy Now Pay Later (BNPL), e-commerce, mobilità e utilities. Gestisce ogni anno oltre 7 milioni di posizioni, per conto di una base diversificata di clienti multinazionali blue-chip.coeo è specializzata nella gestione di un elevato volume di crediti non garantiti, caratterizzati da rapido turnover e importi di piccola entità, operando prevalentemente nelle prime fasi iniziali di insolvenza con tassi di recupero costantemente elevati e tempi di recupero brevi. La piattaforma proprietaria di intelligenza artificiale, sviluppata dalla controllata cAI Technology GmbH con sede a Berlino, ha gi automatizzato fino al 65% delle richieste in entrata, migliorando in modo significativo l’efficienza operativa e la scalabilità.Storicamente, coeo ha adottato un modello ibrido in cui a una fase iniziale di puro servicing segue l’acquisto dei crediti. Sebbene questo approccio si sia dimostrato redditizio, sostenibile e autofinanziato, sotto la guida di doValue l’acquisto dei crediti attuali e futuri sarà affidato a un partner finanziario terzo, mentre coeo continuerà a gestire i portafogli, mantenendo così un modello operativo asset-light per il Gruppo.Tra il 2022 e il 20246 coeo ha registrato crescita (CAGR) pari a 26% e 34% rispettivamente sui ricavi e sull’EBITDA ricorrente. Nel 2024, coeo ha generato circa €75 milioni di EBITDA. A seguito dell’acquisizione, coeo contribuirebbe oltre il 35% ai ricavi 20246 e la Germania diventerebbe il terzo mercato più rilevante per il Gruppo, contribuendo per circa il 20% ai ricavi aggregati 20246, rafforzando ulteriormente la diversificazione geografica e il bilanciamento del business. I ricavi non-NPL raggiungerebbero circa il 55% dei ricavi di gruppo nel 2026, segnando un cambiamento significativo nella composizione del nostro business, maggiormente orientato verso segmenti a elevata crescita e più stabili e ricorrenti quali il Buy-Now-Pay-Later e l’e-commerce.Motivazioni strategicheL’acquisizione rappresenta un passaggio trasformativo nella roadmap strategica di doValue, pienamente allineato con il Piano Industriale 2024–2026 del Gruppo. L’operazione accelera in modo significativo la strategia di diversificazione, migliora le competenze tecnologiche e rafforza il profilo finanziario del Gruppo grazie all’ingresso in mercati ad alto potenziale di crescita e all’esposizione a clienti blue-chip multinazionali.coeo apporta una presenza significativa nel segmento dei crediti non finanziari, in particolare nei settori BNPL, e- commerce, mobilità e utilities, offrendo a doValue l’accesso a mercati in forte espansione e strutturalmente resilienti ai cicli macroeconomici. L’operazione consente inoltre di ampliare la base clienti del Gruppo, con clienti multinazionali blue-chip e introduce un profilo di ricavi altamente ricorrenti e visibili, nonché con un solido profilo di cassa.La complementarità geografica e di prodotto tra le due realtà apre a significative opportunità: doValue potrà scalare le proprie attività tradizionali di servicing nei mercati in cui opera coeo, beneficiando della solida piattaforma tecnologica del gruppo tedesco, mentre coeo potrà estendere il proprio modello digitale di recupero crediti nei mercati dell’Europa meridionale dove doValue è già ben posizionata.L’ecosistema proprietario di intelligenza artificiale di coeo, sviluppato da cAI Technology GmbH, diventerà un polo di eccellenza a livello di Gruppo per lo sviluppo interno di soluzioni IA, facendo dell’automazione e della tecnologia un vero abilitatore di creazione di valore per questa acquisizione. Insieme, doValue e coeo daranno vita a un Gruppo ad elevata diversificazione, tecnologicamente avanzato, in crescita e resiliente – con un posizionamento ideale per guidare l’evoluzione del mercato europeo della gestione del credito. Inoltre, nei Paesi in cui coeo è attiva, in particolare in Germania, si osserva un trend di incremento degli NPE bancari a seguito degli attuali sviluppi macroeconomici, che offre interessanti opportunità di crescita per il business più tradizionale di servicing di doValue nel segmento dei crediti deteriorati originati da istituzioni finanziarie e non dominato da operatori indipendenti.Termini principali dell’operazione e del finanziamentoIl corrispettivo per l’acquisizione di coeo prevede: (i) una componente cash iniziale pari a €350 milioni (inclusivi del debito netto da rifinanziare al perfezionamento) e (ii) una componente earn-out di €40 milioni, che sarà corrisposta nel 2028 subordinata al raggiungimento di determinati obiettivi finanziari. Il corrispettivo sarà ridotto del valore finale del book. L’acquisizione sarà soggetta ai consueti meccanismi di adeguamento del prezzo, basati sui conti finali al momento del perfezionamento.L’acquisizione sarò finanziata tramite una linea bridge-to-bond da €325 milioni, mentre la parte residua del corrispettivo iniziale sarà coperta attraverso la liquidità disponibile di doValue e dalla vendita dei portafogli nel bilancio di coeo. Al momento del perfezionamento, è previsto che doValue provveda al rifinanziamento integrale dell’indebitamento finanziario in essere e di altre passività relative a precedenti operazioni incluse nel perimetro coeo.Come prassi per operazioni di questa natura, l’acquisizione sarebbe effettuata tramite una nuova società veicolo, nella quale il management attuale di coeo intende reinvestire una parte dei proventi derivanti dal loro pacchetto di uscita.Impatto finanziarioGli obiettivi finanziari, di dividendo, e di leva finanziaria di doValue per il 2026 restano confermati, di conseguenza il Gruppo combinato è atteso possa generare nel 2026 ricavi consolidati su base aggregata7 di circa €800 milioni e un EBITDA esclusi elementi non ricorrenti attorno a €300 milioni. La leva finanziaria netta su base aggregata al closing, riferito al 2025, è stimato pari a 2,5x, con una rapida riduzione a 2,2x nel 2026 e 1,7x nel 2027, prima dei pagamenti di dividendi.Per l’esercizio 20268, grazie all’integrazione di coeo aumentiamo la nostra guidance sui ricavi di circa il 30% e l’EBITDA di circa il 20% partendo dal punto medio dell’intervallo di guidance.Si prevede che l’operazione abbia un effetto accrescitivo sull’EPS9 (escludendo eventuali sinergie) già a partire dal 2026, con un effetto migliorativo atteso oltre il 15%, e di oltre il 30% nel 2027. La solida struttura finanziaria consentirebbe a doValue di sostenere l’attuale politica di distribuzione dei dividendi, con la possibilità di aumentare il dividendo per azione grazie alla natura accrescitiva dell’operazione.Il Gruppo combinato si attende ulteriori benefici derivanti da sinergie di ricavo nel medio termine, che non sono attualmente incluse nella guidance del 2026, e che potranno derivare da: opportunità di cross-selling tra mercati e segmenti di clienti complementari; l’espansione del modello digitale di recupero di coeo nel perimetro dell’Europa meridionale di doValue; capacità di servire clienti globali su una gamma più ampia di crediti e giurisdizioni. Ulteriori benefici sono attesi dall’integrazione della piattaforma IA proprietaria di coeo, che permetterà al Gruppo di offrire soluzioni di servicing digitale ancora più avanzate a clienti attuali e futuri.Sebbene queste sinergie siano considerate strategicamente rilevanti, non sono state considerate nella valutazione dell’operazione, né nei calcoli sull’EPS, che si basano esclusivamente sul contributo finanziario stand-alone di coeo.Con l’aggiunta di coeo, il Gruppo doValue è ben posizionato per proseguire l’attuazione della strategia delineata nel piano industriale 2024-26 in termini di diversificazione di ricavi e clienti, di accesso a mercati ad alto tasso di crescita, di miglioramento della generazione di free cash flow, forte del suo solido track record di integrazioni dopo il completamento dell’integrazione di Gardant entro il 2025.Condizioni del closing e tempistica previstaIl completamento dell’Operazione è previsto entro gennaio 2026 ed è soggetto all’approvazione da parte delle autorità competenti nelle varie giurisdizioni in cui coeo è attiva.Conference callI dettagli dell’Operazione saranno presentati venerdì 18 luglio 2025, alle ore 11:00 CEST, durante una conference call tenuta dal top management del Gruppo.La conference call sarà accessibile in modalità webcast collegandosi al sito della Società www.doValue.it oppure al seguente link: https://87399.choruscall.eu/links/dovalue250718.htmlIn alternativa al webcast, è possibile partecipare alla conference call previa registrazione qui.La presentazione del top management sarà disponibile a partire dall’inizio della conference call sul sito www.doValue.it nella sezione “Investor relations”.AdvisorGoldman Sachs Bank Europe SE, Succursale Italia ha agito in qualità di advisor finanziario di doValue per l’Operazione, mentre l’assistenza legale è stata fornita dallo studio White & Case. KPMG ha supportato l’operazione con attività di due diligence finanziaria, fiscale e su aspetti legati a IT e Operations. UniCredit e Citi sono coinvolti in qualità di Global Coordinator del finanziamento. LEGGI TUTTO

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    Stellantis punta al Marocco e raddoppia la produzione

    Focus di Stellantis sul business nordafricano. Lo stabilimento di Kenitra, in Marocco, punta a raggiungere un milione di veicoli prodotti annualmente entro il 2030. Lo stesso obiettivo, ormai divenuto utopico, che il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, aveva posto all’ex ceo del gruppo Carlos Tavares per il nostro Paese.Grazie a un investimento di 1,2 miliardi l’impianto marocchino si concentrerà sulla realizzazione di piccoli mezzi a batteria, nuove alimentazioni ibride leggere (350mila unità l’anno) e nuovi veicoli elettrici a tre ruote (65mila l’anno) a partire da questo mese. Il tutto destinato ai mercati locali. Stazioni di ricarica ad alta capacità saranno inoltre disponibili all’interno dell’impianto. Aumentata la capacità produttiva dei quadricicli, tra cui la Fiat Topolino, fino a 70mila unità nei 12 mesi. A lavorare ai progetti sono quttromila tra ingegneri e tecnici.A darne notizia è stata l’agenzia egiziana Map ripresa e subito rilanciata da Bloomberg. Immediate le reazioni politiche in Italia: dal vicepremier Matteo Salvini («Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa», vista la situazione in Italia) a Carlo Calenda, di Azione («Si chieda conto al signor John Elkann dell’ennesima presa per i fondelli»).Il piano che trova ora attuazione fa comunque parte della strategia che Stellantis ha messo a punto prima della nomina di Antonio Filosa a ceo. Nella visione del gruppo, infatti, il Marocco rappresenta uno snodo importante dal punto di vista geografico grazie, soprattutto, a infrastrutture logistiche come il porto di Tangeri Med situato a 14 chilometri dalla Spagna, sulla via di transito tra Africa, Europa e Americhe.Il progetto di Stellantis mira a far diventare il sito di Kenitra un grande hub per l’elettrificazione. All’inizio del 2026, inoltre, è previsto lo sbarco della piattaforma «Smart-car», la stessa che ha dato vita alla Fiat Grande Panda prodotta in Serbia. LEGGI TUTTO

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    Muro Antitrust, Aponte scende da Moby. Msc cederà il suo 49% al gruppo Onorato

    Il colosso Msc di Gianluigi Aponte (nella foto) ha rinunciato ad acquisire la compagnia di navigazione Moby e cederà il 49% della società all’azionista di maggioranza, ovvero il gruppo Onorato.In particolare, come si legge nel documento pubblicato ieri dall’Antitrust, sono stati comunicati all’autorità “gli impegni alla cessione immediata del 49% detenuto nel capitale di Moby con rinuncia al corrispettivo a favore dell’azionista di maggioranza, alla rinuncia immediata al pegno sul 51% del capitale di Moby e alla cessione del credito verso Moby a società terza indipendente e/o abbattimento totale o parziale dello stesso in tempi brevi, già entro fine 2025”.L’Antitrust aveva avviato un’istruttoria lo scorso novembre nei confronti della Shipping Agencies Services (Sas) controllata da Msc, di Moby e di Grandi Navi Veloci (Gnv) per verificare l’esistenza di possibili restrizioni della concorrenza a seguito della prevista acquisizione di Moby. In particolare, il faro acceso dal Garante puntava ad accertare “possibili violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea”, che tutela appunto la concorrenza all’interno del mercato comune. L’indagine dell’Antitrust si concentrava sul legame strutturale tra le compagnie di navigazione Moby e Gnv e sul rischio di monopolio nelle rotte dei traghetti in particolare verso la Sardegna. La vicenda non è comunque ancora chiusa: come si legge ancora nel documento pubblicato dall’Agcm, serve prima una consultazione degli operatori del mercato ed “eventuali osservazioni sugli impegni presentati dalle società Sas, Gnv e Moby dovranno pervenire per iscritto entro e non oltre il 16 agosto 2025”. Poi, “eventuali rappresentazioni” da parte delle stesse tre società “della propria posizione in relazione alle osservazioni presentate da terzi sugli impegni, nonchè l’eventuale introduzione di modifiche accessorie agli stessi, dovranno pervenire per iscritto all’Autorità entro e non oltre il 15 settembre 2025”. LEGGI TUTTO

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    Fondazione Enel, nuovo comitato scientifico e sguardo all’estero

    Fare impresa, puntando su formazione e ricerca scientifica. È l’obiettivo della Fondazione Enel, guidata da Flavio Cattaneo, che ha presentato il nuovo Comitato scientifico. Ne fanno parte rappresentanti di università di primo piano a livello mondiale, tra cui il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e Harvard. “Tutte le evoluzioni economiche partono da una ricerca scientifica e le imprese che hanno basato il loro sviluppo sull’innovazione sono cresciute più delle altre”, ha sottolineato lo stesso top manager. E ancora: “Investire nella ricerca aiuta le aziende a crescere più delle altre, ma perché questo accada, occorre investire in essa, fornendo strumenti e risorse capaci di creare davvero sviluppo tecnologico e visione”.L’attività della Enel Foundation non si limita però all’Italia. All’interno del Piano Mattei, sono stati infatti avviati corsi manageriali sulla transizione energetica in Marocco, programmi per sostenere l’imprenditoria africana nel settore delle energie rinnovabili e iniziative per la creazione di start-up locali. In questo contesto, sono stati inaugurati due centri di formazione, uno in Kenya e uno in Sudafrica. Inoltre, la Fondazione sviluppa progetti anche in America Latina, con l’obiettivo di contribuire concretamente ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. Tra i temi al centro dello studio, la resilienza delle reti elettriche.L’iniziativa ha ricevuto il sostegno anche del vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, che ha evidenziato il valore strategico del progetto: “La fondazione Enel è uno strumento fondamentale per la crescita dell’Italia” e rappresenta “un passo avanti per favorire la rete della ricerca e dell’innovazione a livello europeo e mondiale”. LEGGI TUTTO

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    Stellantis spegne l’idrogeno: crolla il titolo in Borsa (-6%)

    Stellantis dice stop al programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno. È il primo effetto concreto della nuova gestione del gruppo affidata ad Antonio Filosa. La Borsa, in scia al rebus dazi e al profit warning lanciato da Renault, ora nelle mani del ceo «ponte» Duncan Minto, le cui azioni sono precipitate a 34,21 euro (-17,13%), penalizza fortemente anche il titolo Stellantis: -6,21% a 8 euro. Il gruppo, infatti, si potrebbe anche ritirare dalla joint venture Symbio (300 milioni investiti nel 2023 per il 33,3%), insieme a Michelin e Forvia. Stellantis, a questo punto, non prevede più l’adozione di furgoni Pro One alimentati a idrogeno prima della fine del decennio. Una nota imputa le ragioni del passo indietro «alla limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, agli elevati requisiti di capitale e alla necessità di maggiori incentivi all’acquisto da parte dei consumatori». La produzione in serie avrebbe dovuto iniziare quest’estate a Hordain, in Francia (furgoni di medie dimensioni) e a Gliwice, in Polonia (grandi dimensioni). Nessun impatto, è stato assicurato, sulla forza lavoro. L’approfondimento di Jean-Philippe Imparato, capo di Stellants per l’Europa allargata: «La decisione è stata presa in un contesto in cui l’azienda si sta mobilitando per rispondere alle stringenti normative europee sulle emissioni di CO2. Il mercato dell’idrogeno rimane un segmento di nicchia, senza prospettive di sostenibilità economica a medio termine. Dobbiamo fare scelte chiare e responsabili per garantire la nostra competitività e soddisfare le aspettative dei nostri clienti con la nostra offensiva di veicoli elettrici e ibridi».Anche Renault ha messo in liquidazione il suo impianto di veicoli commerciali a idrogeno di Flins (Yvelines) all’inizio del 2025. «Non c’è mercato, stiamo vendendo auto in perdita», l’avvertimento dell’ex ceo Luca De Meo rivolto ai parlamentari francesi, soprattutto «a causa della quantità di idrogeno verde (prodotto da energie rinnovabili e assai caro) ancora insufficiente». Solo Toyota, Hyundai e Bmw continuano a credere nell’idrogeno, con piccoli programmi di sviluppo e alcuni veicoli in circolazione. LEGGI TUTTO

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    “Sgomento per le parole di Orsini, università telematiche chiave per la competitività del Paese”

    “Apprendiamo con sorpresa e sgomento le dichiarazioni del presidente Orsini nei confronti delle università telematiche, che oggi, in un Paese penultimo in Europa per numero di laureati, intercettano le esigenze di oltre 250 mila studenti, ossia il 13% del totale degli studenti universitari italiani. Non si può ignorare che oltre il 70% dei nostri studenti è composto da lavoratrici e lavoratori che non avrebbero alcuna possibilità di accedere all’università tradizionale. Tra l’altro, dispiace che queste frasi provengano dal presidente dell’associazione italiana degli imprenditori – proprietaria dell’università Luiss Guido Carli – che tante volte ha sottolineato la centralità della formazione continua nell’odierno mercato del lavoro”. Questa la risposta di United, l’Associazione delle Università telematiche italiane, alle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini (nella foto), in apertura dell’evento ‘Industria e Università, insieme per l’innovazione’, organizzato dall’associazione degli industriali e dalla Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, per rilanciare la collaborazione tra il mondo accademico e quello industriale. LEGGI TUTTO