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    Fincantieri va in crociera con Aida

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    Fincantieri rafforza la propria alleanza con Carnival Corporation attraverso un accordo per la progettazione e costruzione di due navi da crociera destinate ad Aida Cruises, brand tedesco del gruppo americano.Il contratto, che vale circa 2 miliardi di euro, prevede la consegna delle navi all’inizio del 2030 e alla fine del 2031. Per la prima volta i cantieri giuliani realizzeranno unità per questa compagnia, leader nel mercato crocieristico di lingua tedesca.Una commessa che segue di circa una settimana quella della germanica Tui per il brand Marella Cruises.Ogni unità avrà circa 2.100 cabine passeggeri e sarà equipaggiata con motori multi-carburante in grado di operare a gas naturale liquefatto, biodiesel e altri propellenti sostenibili di nuova generazione. Un’impostazione tecnologica che punta a rispondere alle sfide ambientali della navigazione. LEGGI TUTTO

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    Pirelli fa sponda con la Cina per risolvere la grana Usa

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    A vent’anni dalla sua prima presenza industriale in Cina, Pirelli ha celebrato un traguardo importante che testimonia il valore di una collaborazione solida e profondamente radicata nel tempo. L’anniversario, che culminerà con i festeggiamenti del 18 giugno nello stabilimento di Yanzhou, nella provincia dello Shandong, è l’occasione per ribadire quanto i legami tra Pirelli e i suoi partner cinesi (Sinochem che detiene il 37% del capitale della Bicocca) siano non solo intatti, ma orientati al futuro.«Pirelli è in Cina dal 2005, una presenza importante, di cui siamo fieri e che vogliamo festeggiare celebrando il nostro successo con chi lo ha reso possibile», ha affermato Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo del gruppo. «Abbiamo costruito legami forti, un percorso di crescita comune, basato su innovazione, rispetto e visione industriale condivisa», ha aggiunto rimarcando che è «su queste basi che affronteremo anche le sfide globali che si stanno delineando».Uno scenario internazionale sempre più complesso come dimostrano i recenti annunci del governo statunitense in tema di dazi e nuove restrizioni tecnologiche impone scelte strategiche ponderate e condivise. Il recente aggiornamento del consiglio di amministrazione di Pirelli al 28 aprile, deciso su proposta dell’ad Andrea Casaluci e approvato all’unanimità, testimonia proprio la volontà dei soci di trovare una soluzione equilibrata e costruttiva. Lo stop dell’amministrazione Usa alle tecnologie provenienti da Pechino e Mosca rischia, infatti, di bloccare il sistema di sensori integrati con AI «Cyber Tyre» sviluppato da Pirelli. «Continueremo a lavorare per trovare una soluzione per consentire alla società di adeguarsi alle nuove normative», aveva dichiarato Casaluci. Nessuna frattura, quindi, ma un confronto serrato.E che il clima sia disteso lo dimostrano anche le dichiarazioni celebrative della locale dirigenza del Partito comunista cinese (Pcc), vero motore immobile dell’economia del Dragone. «La collaborazione con Pirelli rappresenta per noi una storia di successo e sviluppo reciproco», ha dichiarato Wen Jinrong, segretario del comitato municipale del Pcc di Jining. «Il governo della municipalità continuerà a supportare lo sviluppo dell’azienda nella nostra città, auspicando che Pirelli valorizzi ulteriormente le proprie capacità di innovazione tecnologica e smart manufacturing per contribuire al progresso di Jining», ha proseguito. Parole che confermano come non ci sia alcun muro contro muro tra il gruppo e il socio cinese. Anzi. È molto apprezzata la formula trovata per suggellare l’alleanza con l’industriale Niu Yishun, che, tramite LongMarch Italia, detiene una partecipazione del 3,7% di Pirelli, ma con i diritti di voto sotto il controllo della holding italiana Mtp-Camfin. È «un modello virtuoso di partnership industriale tra pubblico e privato, tra Oriente e Occidente», si sottoliena dalla Cina rilevando che è «una partnership costruita nel tempo con vincoli azionari stabili, come il divieto per Mr. Niu di cedere quote Camfin fino al 2030 e che non ha mai generato frizioni politiche». LEGGI TUTTO

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    Azimut ad alzo zero su Assogestioni

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    La lista di minoranza per i cda delle società quotate presentata da Assogestioni non ha creato scompiglio soltanto a Trieste, dove il 24 aprile si terrà l’assemblea sul rinnovo della governance delle Generali. Per motivi assai diversi, l’elenco di candidati dei fondi non è andato giù a Pietro Giuliani, presidente e fondatore di Azimut Holding che riunirà i soci il 30 aprile. Per il board di Azimut il comitato dei gestori di Assogestioni ha proposto quattro nomi e altrettanti sono i candidati per il collegio sindacale. Il capolista per il cda è Vincenzo Delle Femmine, generale della Guardia di Finanza, attualmente presidente di Fintecna nonché ex vicedirettore dell’Aisi (l’Agenzia di informazioni e sicurezza interna). Qualcosa pù di un semplice sceriffo, insomma. Giuliani però non contesta i curriculum, «non siamo dei banditi e gli sceriffi non ci spaventano anzi ci sentiamo tutelati» dice al Giornale, ma il numero dei candidati è inaccettabile. «La lista Assogestioni sembra essere una vendetta provocata dall’uscita dall’associazione delle società appartenenti al gruppo Azimut di alcuni anni fa. Il non rispetto dello Statuto della società, che assegna all’eventuale lista di minoranza un posto di consigliere in seno al cda, ma la presentazione di una lista di quattro consiglieri che potrebbero essere eletti solo se la lista ottenesse la maggioranza dei voti in assemblea, avvalora questa tesi. Si sta cercando di attuare ciò che, in politica, vengono definiti giochi di palazzo, dove si vuole esprimere il 40% del cda con appena l’1,7% del capitale. Confido che il 98,3% del capitale della società che ancora ho l’onore di presiedere, e che tutti coloro che possano influenzare il suo voto, non sottovalutino l’importanza di dare fiducia, votando la lista del cda presentata da oltre 2.000 colleghi che lavorano nella società. Questi colleghi, che rappresentano circa il 22% del capitale, risulterebbero demotivati e confusi nel vedere prevalere in assemblea una lista di persone, rappresentanti l’1,7%, presentata da un’associazione alla quale abbiamo la fortuna di non appartenere più. Difficilmente riuscirei a non tenere conto di quello che considererei un gesto di sfiducia da parte della maggioranza degli azionisti», spiega Giuliani. Ricordando anche che nei circa 20 anni dalla quotazione, Azimut ha fatto guadagnare ai suoi azionisti 15 volte il capitale investito e che, con una presenza diretta in 19 Paesi, gestisce masse totali per circa 110 miliardi, di cui la metà appartiene a clientela estera. «Questo dà un respiro internazionale alla società con vantaggi per i suoi clienti e azionisti. Non votare la lista presentata dal patto di sindacato vuol dire non apprezzare questi numeri, mortificando chi, con passione e dedizione, ha contributo a realizzarli», aggiunge il fondatore di Azimut.La lista presentata per il cda di Azimut è stata l’ultima composta da Assogestioni sotto la presidenza di Carlo Trabattoni perché ieri l’assemblea dell’associazione ha nominato all’unanimità Maria Luisa Gota, ad di Eurizon e responsabile della divisione Asset Management di Intesa Sanpaolo. Eletti anche i tre vicepresidenti: lo stesso Trabattoni, Giovanni Sandri (Blackrock) e Cinzia Tagliabue (Amundi). LEGGI TUTTO

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    Giovannelli e Lexsential nella joint venture BMG Aesthetic

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    Giovannelli e Associati ha assistito BMG Pharma S.p.A. nella joint venture con Kelipe S.r.l. e Stefano Farina, quest’ultimi assistiti da Lexsential, per la costituzione del veicolo BMG Aesthetic S.r.l., società nella quale BMG Pharma ha conferito un ramo d’azienda composto, tra le altre cose, da dispositivi medici iniettabili in via di sviluppo, basati sulla tecnologia brevettata Hyaluromimethic®, attinenti principalmente all’area della medicina estetica.L’obiettivo di BMG Aesthetic sarà l’ampliamento della pipeline di tali prodotti destinati alla commercializzazione a livello mondiale.Giovannelli e Associati ha assistito BMG Pharma S.p.A. in tutti gli aspetti dell’operazione con un team guidato dal partner Alessandro Giovannelli assistito dal senior associate Matteo Bruni e dall’associate Filippo Noci, che hanno curato gli aspetti corporate, e dal partner Eugenio Romita e dal senior associate Matteo Giacomelli che hanno curato gli aspetti fiscali.Kludon, in persona di Roberto L’Abbate, ha agito in qualità di advisor finanziario per BMG Pharma S.p.A.Lexsential ha assistito, per tutti gli aspetti legali dell’operazione di investimento in BMG Aesthetic, Kelipe e Stefano Farina, investitori attivi anche nel mondo della medicina estetica.L’accordo è stato seguito, per gli aspetti corporate, dal gruppo composto dai partner Stefano Candela e Pasquale Di Mino, coadiuvati dall’associate Marta Cosi e dal junior associate Dimitri Cuzzocrea. Per quanto attinente agli aspetti di proprietà intellettuale, i clienti sono stati seguiti dai partner Vincenzo Piccarreta e Giuseppe Colica.Forvis Mazars, in persona del socio Attilio Torracca e della manager Chiara Bernardini, ha assistito Kelipe per gli aspetti fiscali mentre Marben, in persona di Marco Benedetto, ha assistito Kelipe per gli aspetti tecnico-brevettuali. LEGGI TUTTO

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    La Regione Siciliana al Vinitaly 2025: eccellenze vinicole e leadership nella sostenibilità

    La Regione Siciliana parteciperà alla fiera di Vinitaly 2025, il più importante salone internazionale dedicato al vino che si terrà a Verona dal 6 al 9 aprile. L’evento sarà l’occasione per celebrare l’eccellenza della vitivinicoltura siciliana, un settore che rappresenta un pilastro dell’economia regionale e un simbolo del “Made in Sicily” nel mondo. Lo stand della Regione Siciliana al Vinitaly 2025 al Padiglione 2 sarà un viaggio fra tradizione e innovazione, con degustazioni, incontri e presentazioni dedicati alla valorizzazione del patrimonio vinicolo dell’isola. Saranno presenti 94 aziende vinicole siciliane al Padiglione 2 e 28 aziende bio al Padiglione 11, pronte a raccontare la loro storia e a far conoscere l’unicità dei loro prodotti. La partecipazione al Vinitaly è promossa dall’Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana e dall’IRVO (Istituto Regionale del Vino e dell’Olio). Oggi, la Sicilia conta 24 vini DOP (di cui 1 DOCG e 23 DOC) e 7 vini IGP/IGT, con la IGT “Terre Siciliane” che rappresenta il 53% del vino confezionato siciliano.Seconda regione italiana per estensione vitataCon una superficie vitata di 95.760 ettari, pari al 14,2% della superficie vitata nazionale, la Sicilia si posiziona come seconda regione italiana per estensione vitata, subito dopo il Veneto. L’isola si distingue, inoltre, per la sua leadership nella viticoltura biologica, con 32.787 ettari coltivati secondo i principi del biologico, che rappresentano quasi il 25% della superficie a uva biologica nazionale. La Sicilia si conferma, così, come prima regione d’Italia in questo ambito.Al Vinitaly 2025, il pubblico e gli operatori del settore potranno scoprire una gamma straordinaria di vini siciliani, tra cui spiccano le denominazioni più prestigiose come la DOC Sicilia e la DOC Etna, in forte crescita negli ultimi anni. La Sicilia è l’8° regione italiana per numero totale di riconoscimenti di vini a indicazione geografica, mentre si colloca al 5° posto per numero di vini DOC riconosciuti, dopo Piemonte e Toscana.Innovazione e sostenibilità al centroLa regione che quest’anno è stata proclamata European Region of Gastronomy 2025 dall’Istituto Internazionale di Gastronomia, Cultura, Arti e Turismo (IGCAT), è anche all’avanguardia nella sostenibilità e innovazione. Grazie a condizioni climatiche favorevoli, alla ridotta necessità di pesticidi e alla sensibilità degli imprenditori verso pratiche sostenibili, la Sicilia è diventata un modello di viticoltura green.Alcuni dati chiave del settore:Seconda regione italiana per produzione di uva da vino, ma prima per produzione di vino biologico, con 426.522 ettolitri prodotti nel 2023 (21,6% del totale nazionale). Trapani, Agrigento e Palermo sono le principali province produttrici, contribuendo all’86% della produzione regionale totale. La viticoltura siciliana vanta un patrimonio varietale unico, con vitigni autoctoni come il Nero d’Avola, il Catarratto bianco lucido e il Grillo, che incarnano l’identità e l’autenticità dei vini siciliani.Un settore in crescita sui mercati internazionaliL’export dei vini siciliani è in forte crescita. Nel 2022, il valore delle esportazioni ha raggiunto quasi 170 milioni di euro, segnando un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. I principali mercati di riferimento per i vini DOP Siciliani sia bianchi che rossi sono Germania, Stati Uniti e Regno Unito, con una particolare attenzione ai vini DOP bianchi, che hanno registrato un incremento significativo, soprattutto negli USA (+29%).Produzione di vini spumantiLa produzione di vini spumanti in Sicilia, pur vantando un’antica tradizione e pur registrando un trend nettamente crescente negli anni, rappresenta attualmente una piccola percentuale della produzione vinicola regionale, inferiore all’1% del confezionato totale. Dopo il “picco” di circa 14.101 ettolitri registrato nel 2023, nel 2024 sono stati prodotti 12.360 ettolitri di vini spumanti siciliani a DOP e IGP, equivalenti a circa 1.648.000 di bottiglie. LEGGI TUTTO

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    Assogestioni spedisce gli sceriffi in cda

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    Assogestioni candida gli sceriffi nei cda. Per il board di Azimut il comitato dei gestori di Assogestioni (che detiene complessivamente l’1,7%) ha proposto quattro nomi: Vincenzo Delle Femmine, Anna Doro, Cristina Sgubin e Federico Ferro Luzzi. Altri quattro sono i candidati per il collegio sindacale. Il capolista dell’elenco per il board è dunque Delle Femmine che ha un curriculum particolare: generale della Guardia di Finanza, attualmente è presidente di Fintecna ma è stato anche vicedirettore dell’Aisi (l’Agenzia di informazioni e sicurezza interna). Poiché lo stato di Azimut prevede un solo posto per le minoranze, l’obiettivo di Assogestioni è di diventare maggioranza in assemblea. Come avvenne tre anni fa per l’elezione del collegio sindacale quando l’elenco dei fondi prese più del 50% dei voti. I rapporti tra Azimut e l’associazione sono stati complicati: nel 2022, infatti, il gruppo fondato da Pietro Giuliani era uscito da Assogestioni (e qualche mese dopo anche da Assoreti) con queste motivazioni: «Ci siamo sentiti fino a oggi come un adolescente che veniva valutato per lo sviluppo del suo avambraccio oppure del suo stinco e non per lo sviluppo armonioso del proprio corpo nel suo complesso», aveva detto alludendo allo scarso apprezzamento dsa parte dell’associazione per il forte ampliamento del raggio d’azione di Azimut anche in senso geografico. LEGGI TUTTO