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    EssiLux, è boom per la settimana corta

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    Un premio di risultato più ricco e per più persone, questo è emerso ieri dall’incontro con i rappresentanti di EssilorLuxottica e le rappresentanze sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in occasione del coordinamento nazionale del gruppo.Nel dettaglio, l’ammontare lordo complessivo del premio di risultato è stato di 40 milioni di euro, in crescita di oltre il 10% rispetto allo scorso anno, «grazie a un sistema incentivante e di calcolo sempre più inclusivo che coinvolge oggi circa 13mila dipendenti, il 10% in più nei dodici mesi», sottolinea una nota. Ma quanto potrebbe arrivare al singolo dipendente? Con il contributo delle componenti addizionali legate alle prestazioni individuali, il premio base di 3.181 euro lordi può arrivare fino a circa 4.100 euro lordi e circa 4.400 se il dipendente sceglie di convertire l’importo in beni e servizi welfare.«EssilorLuxottica continua a creare crescita e valore con una forte attenzione alla sostenibilità», è stato il commento di Piergiorgio Angeli, chief people officer di EssilorLuxottica. «Siamo felici di poter confermare anche quest’anno in accordo con le Organizzazioni Sindacali una redistribuzione record di una parte di questo valore alle nostre persone». Il gruppo guidato da Francesco Milleri (in foto) ha ottenuto dati incoraggianti dal nuovo modello di orario della «settimana corta» avviato ormai un anno fa. Ebbene, sono oltre 1.500 i dipendenti delle fabbriche italiane che aderiscono volontariamente al nuovo orario, che prevede 20 giorni di riposo aggiuntivi l’anno a parità di stipendio (per 20 settimane l’anno, i dipendenti lavorano dal lunedì al giovedì). Nel corso del 2025, specificano i sindacati, le «settimane corte» hanno visto un incremento straordinario delle adesioni nel 2025, con una crescita di oltre il 150% rispetto all’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    “Mossa folle ma geniale. Sfida al futuro”

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    Tommaso Ebhardt è il direttore di Bloomberg e nel suo ultimo libro Prada. Una storia di famiglia lo aveva previsto. Quantomeno che la moda italiana ha bisogno di unire alcuni dei suoi marchi per sopravvivere.Qual è il senso dell’acquisizione?«È una mossa rischiosa, ma l’unica possibile. Se pensiamo alle peculiarità dei due marchi, per lo stile sono all’opposto. Il minimalismo di Prada e il massimalismo di Versace. Allo stesso tempo sono complementari. Una follia geniale: così si intercettano gusti molto diversi tra loro, cercando di coprire buona parte del mercato».Sembra una mossa alla Marchionne, protagonista di un altro dei tuoi libri. Quando Fiat nel 2009 scala Chrysler dando l’assalto all’America.«Geniale e folle allo stesso tempo. È un andare all’attacco. Tra l’altro Prada ha il coraggio di fare una mossa che 25 anni fa la portò a comprare marchi come Gucci, Jil Sander e Church’s. Allora la scommessa di Patrizio Bertelli venne affondata dall’11 settembre e dal crollo delle Borse. E per 10 anni ne pagarono le conseguenze, rischiando anche di perdere il controllo del gruppo».Ma chi c’è dietro la scelta attuale?«Lorenzo Bertelli, principalmente. Questo di Prada è un passo chiaro verso la successione. Il gruppo al momento è sano, ha conti in regola e controllo familiare. Questa operazione va letta anche nel senso di managerializzazione. Certo Versace va rifondata dal punto di vista industriale». LEGGI TUTTO

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    Nasce Urban MIS: dati e AI per la strategia territoriale, in collaborazione con Evolution Group

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    Urban MIS, spin-off dell’Università di Salerno, nasce con l’obiettivo di offrire strumenti innovativi per misurare e valorizzare l’identità di città e destinazioni turistiche. In collaborazione con Evolution Group, tech company leader nel settore web e pubblicitario, Urban MIS utilizza intelligenza artificiale e analisi avanzata dei dati per supportare enti pubblici e operatori turistici nel prendere decisioni strategiche basate su dati oggettivi.Investire sui territori significa comprendere come vengono percepiti e intervenire con azioni mirate per migliorarne l’attrattività e la competitività. La piattaforma Urban MIS analizza big data, social media e fonti tradizionali per generare KPI personalizzati e visualizzazioni interattive, offrendo insight dettagliati sulla notorietà e percezione dei luoghi. Questo consente di ottimizzare gli investimenti in promozione e strategie di branding, rendendoli più efficaci e misurabili.Marco Lenoci, Amministratore Delegato di Evolution Group, commenta: “Questa collaborazione rappresenta un passo avanti decisivo nell’uso dei dati e dell’intelligenza artificiale per il branding territoriale. Crediamo nell’AI come strumento etico e strategico per valorizzare i territori, migliorare le strategie di sviluppo locale e creare un impatto positivo e sostenibile sulle comunità.”Il Professor Francesco Polese, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso UNISA, aggiunge: “L’unione tra ricercatori accademici ed esperti di tecnologie d’avanguardia permette di offrire alle amministrazioni e agli operatori turistici strumenti innovativi per governare e promuovere i territori con maggiore efficacia.” LEGGI TUTTO

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    Prada acquista Versace per 1,25 miliardi

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    Alla fine la tempesta sui mercati non ha mandato all’aria l’accordo che è stato raggiunto nelle prime ore di oggi pomeriggio: Prada ha firmato l’acquisto del 100% di Versace da Capri Holdings. Il corrispettivo in contanti, basato su un Enterprise Value di 1,25 miliardi di euro, è soggetto ad aggiustamenti al momento del closing previsto nel corso del secondo semestre del 2025 ed è subordinato alle consuete condizioni, incluso l’ottenimento delle necessarie approvazioni regolamentari.Il controvalore indicato include un valore significativo di perdite fiscali riportabili a nuovo; in aggiunta, Capri Holdings finanzierà certi costi relativi all’operazione. Prada ha inoltre sottoscritto un nuovo finanziamento da 1,5 miliardi, composto da 1 miliardo term-loan e 0,5 miliardi bridge facility. In considerazione della liquidità disponibile e delle linee di credito inutilizzate, il gruppo Prada mantiene una struttura finanziaria solida e flessibile. Nell’operazione, Intesa Sanpaolo, attraverso la Divisione IMI CIB, ha agito come underwriting bank del finanziamento.”Siamo lieti di dare il benvenuto a Versace nel gruppo Prada e di costruire un nuovo capitolo per un marchio con il quale condividiamo un forte impegno per la creatività, l’artigianalità e il patrimonio”, ha scritto Patrizio Bertelli, presidente e direttoreesecutivo del gruppo Prada, in una nota. Aggiungendo che adesso l’obiettivo è “continuare l’eredità di Versace celebrando e reinterpretando la sua estetica audace e senza tempo. Allo stesso tempo, gli forniremo una piattaforma forte, rafforzata da anni di investimenti continui e radicata in relazioni di lunga data. La nostra organizzazione è pronta e ben posizionata per scrivere una nuova pagina della storia di Versace, attingendo ai valori del gruppo e continuando ad agire con fiducia e rigorosa attenzione”. L’operazione darà vita a un gruppo del lusso con un fatturato di oltre 6 miliardi di euro, che potrebbe essere più competitivo con i big del settore come i conglomerati francesi Lvmh e Kering, in un contesto di rallentamento del settore a livellomondiale. Per il ceo di Prada, Andrea Guerra, “l’infrastruttura del gruppo è forte, abbiamo verticalizzato le organizzazioni dei nostri marchi e rafforzato le nostre routine e i nostri processi. Ci sentiamo pronti ad aprire questo nuovo capitolo. Versace ha un enorme potenziale”. LEGGI TUTTO

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    Player spaziale unico, molta passerella poca sostanza. “I tempi sono lunghi”

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    L’incontro all’Antitrust Ue di Leonardo, Thales e Airbus per sondare la possibilità di dare vita a un unico player spaziale che unisca le attività delle tre aziende sarebbe stata poco più di una passerella. “È ancora troppo presto per avere un via libera europeo”, spiega una fonte di settore.Il progetto di integrazione delle attività spaziali dei tre gruppi, incentrato sulla costituzione di una joint venture sul modello Mbda, in cui ciascuno dei tre soggetti (uno italiano e due francesi) deterrebbe una quota pari a un terzo, manca ancora di sostanza industriale (e di una governance chiara). L’incontro di mercoledì è stato quindi fondamentalmente interlocutorio per capire il perimetro di una eventuale newco che non vada ad accendere il semaforo rosso di Bruxelles.Anche gli analisti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo in una nota sul progetto parlano “di tempi lunghi anche alla luce dei difficili rapporti che corrono attualmente tra Italia e Francia (vedi caso Stm, ndr)”. Una buona notizia per il comparto delle Pmi dello spazio che come sottolineato dal Giornale nei giorni scorsi, molto avrebbe da perdere da un’eventuale unica grande azienda spaziale europea. In ballo ci sono commesse milionarie che uscirebbero dal radar della nostra industria spaziale.Un pallino, quello delle alleanze europee che anima l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani, anche su altri fronti . “Per il successo di ReArm Europe non sarà importante solo l’ammontare degli investimenti, ma servono dei cambiamenti strutturali”, spiega il ceo “Dovremmo co-finanziare parte degli armamenti insieme e passare gradualmente a un acquisto europeo. Sistemi d’arma come carri armati, aerei da combattimento, fregate o droni devono essere integrati a livello europeo, indipendentemente dal produttore. E poi servirebbe un sistema di approvvigionamento comune». LEGGI TUTTO

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    Prada conquista Versace accordo nonostante i dazi

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    La guerra dei dazi ha complicato l’acquisto di Versace da parte di Prada ma, secondo quanto risulta al Giornale, l’accordo sarà comunque annunciato oggi quando scadrà il termine del periodo per negoziare in esclusiva. John Idol, l’ad di Capri, è in queste ore a Milano per gli ultimi aggiustamenti sul prezzo. La giornata di ieri è stata però segnata da un susseguirsi di indiscrezioni contradditorie. Per il Financial Times l’accordo potrebbe essere raggiunto con uno sconto di 200 milioni di dollari per il gruppo di Miuccia Prada (in foto) e Patrizio Bertelli. La vendita della Medusa avverrebbe quindi a un prezzo di 1,38 miliardi di dollari, rispetto agli 1,6 miliardi attesi. Il problema è che negli ultimi giorni il venditore americano Capri Holdings (nel 2018 aveva rilevato il brand dalla famiglia Versace e da Blackstone per oltre 1,8 miliardi di euro) avrebbe chiesto almeno 1,5 miliardi di dollari escludendo anche di far rientrare nella compravendita Jimmy Choo, l’altra griffe per la quale è alla ricerca di compratori.Altre fonti interpellate dal Wall Street Journal sempre ieri erano meno ottimiste sulla chiusura dell’operazione che riporterebbe in mani italiane la maison creata da Gianni Versace. Per il quotidiano americano, infatti, le trattative potrebbero naufragare all’ultimo minuto in seguito alle turbolenze sui mercati che avrebbero ridotto al 50% le possibilità che l’accordo possa concretizzarsi. Prada punta, però, ad evitare che si ripeta quanto successo qualche anno fa. Già nel 2001 la società milanese bloccò l’Ipo in Piazza Affari prevista proprio a settembre, a seguito del crollo delle Borse verificatosi dopo gli attacchi alle Torri gemelle. La quotazione avvenne poi nel 2011 alla Borsa di Hong Kong. LEGGI TUTTO

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    “Nozze tra Tim e Iliad? Abbiamo altre opzioni”

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    «L’unica operazione che non è fattibile per l’Antitrust è Tim-Wind, qualsiasi altra opzione Wind-Iliad o Tim-Iliad la vedo positivamente perché porta a evitare di avere una pluralità di reti». A parlare è l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola (in foto), e l’argomento è il consolidamento del settore delle telecomunicazioni italiano, da tempo in crisi a causa di un eccesso di operatori che nel tempo hanno schiacciato prezzi e margini rendendo difficoltoso effettuare gli ingenti investimenti per la digitalizzazione del Paese.Dopo l’ingresso di Poste Italiane in Tim (salita quasi al 25% delle quote) sarebbero già iniziati i primi colloqui con Iliad per il consolidamento. Al momento, però, le interlocuzioni starebbero affrontando alcuni nodi: da una parte, il gruppo presieduto da Xavier Niel è interessato a Tim nel suo complesso (per brand, presenza in settori come il cloud, oltre alla quota di mercato nel mobile) e vorrebbe detenere circa il 35% della nuova realtà aggregata, con la possibilità di esprimere l’amministratore delegato o comunque avere un ruolo di rilievo nella governance. Dall’altra, Poste (e di riflesso il governo) credono di dover mantenere il pallino dell’azienda anche in futuro e per Iliad si prevedrebbe una partecipazione di minoranza e un peso inferiore ai vertici della società. Una posizione poco digeribile per il gruppo francese, che rimane ancora molto interessato all’operazione pur lasciando filtrare di non avere bisogno di un consolidamento per forza. «L’unica cosa che posso ribadire è che riteniamo che il consolidamento porterebbe grandi benefici a tutto il settore, a tutto il sistema Paese, e siamo pronti a giocare la nostra parte nella partita», ha detto Benedetto Levi, numero uno di Iliad Italia, intervenendo al «Telecommunications – of the future» (la stessa alla quale è intervenuto Labriola). L’ad di Tim ha sottolineato che «anche in Francia si parla di portare gli operatori da quattro a tre, come in Spagna, mentre nel Regno Unito il consolidamento c’è già stato». Il riferimento a un’operazione Wind-Iliad, però, ha fatto drizzare le antenne a tutti, fotografando una situazione che se non dovesse trovare sbocco sul fronte Tim-Iliad potrebbe virare su altri lidi. Fonti vicine al gruppo francese, però, fanno sapere che al momento un’operazione con WindTre non è di interesse. LEGGI TUTTO

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    Sisal presenta la terza edizione di “FutureS” Connessioni Globali e Sfide Digitali: Reti, Algoritmi e Piattaforme nel mondo che cambia

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    Si è tenuta oggi a Roma nella cornice dell’Ara Pacis a Roma la terza edizione di “FutureS”, l’evento organizzato da Sisal per favorire il confronto tra istituzioni, aziende e stakeholder e discutere delle sfide e delle opportunità legate all’innovazione digitale.Durante l’evento, Maurizio Molinari, editorialista e autore di “La nuova guerra contro le democrazie”, è intervenuto per evidenziare come reti, algoritmi e piattaforme stiano ridefinendo il modo in cui operano le imprese, si prendono le decisioni e si vive la quotidianità. Una trasformazione profonda che pone interrogativi cruciali su potere, libertà, etica e regolamentazione, con un’attenzione particolare alla centralità della cybersecurity e alla necessità di integrare lo stato di diritto nel mondo digitale. A seguire, nel corso di un panel moderato dalla giornalista Barbara Carfagna, sono intervenuti Francesco Durante, Amministratore Delegato di Sisal, Paolo Boccardelli, Rettore dell’Università Luiss Guido Carli, e Alessandra Antonelli, Global Strategy & Solutions Director di Microsoft, che hanno offerto una riflessione sul ruolo cruciale delle politiche industriali e delle strategie aziendali nel guidare la trasformazione digitale delle imprese, sottolineando al contempo la loro responsabilità nel rafforzare la competitività del Paese e dell’intero sistema produttivo.“Con FutureS vogliamo stimolare un dibattito costruttivo su temi strategici per la competitività del nostro Paese e delle imprese”, ha dichiarato Francesco Durante, Amministratore Delegato di Sisal. “Le aziende hanno un ruolo centrale nel favorire uno sviluppo sostenibile: non si tratta solo di investire in nuove tecnologie, ma di orientare le scelte aziendali in modo che queste contribuiscano attivamente alle politiche industriali del Paese. È attraverso il confronto e la collaborazione tra imprese e istituzioni che possiamo costruire insieme un futuro più digitale”.Questa edizione di FutureS si è concentrata sull’impatto della trasformazione digitale sui rapporti tra gli Stati, le dinamiche sociali e le strategie aziendali. L’evoluzione tecnologica, rapida e pervasiva, sta infatti ridisegnando i modelli sociali, economici e culturali, influenzando profondamente la diffusione delle informazioni, la partecipazione pubblica e i processi decisionali. Le aziende italiane ed europee si trovano ora a dover integrare l’adozione di soluzioni digitali avanzate con il rispetto delle normative europee, mantenendo allo stesso tempo una visione strategica che tenga conto di un contesto internazionale in continua evoluzione e sempre più complesso. LEGGI TUTTO