Prosieben, dopo l’offerta di acquisto di Mfe arriva quella di Ppf. Ecco cosa sta succedendo
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Si scalda la partita che il gruppo Mfe-Mediaset sta giocando in Germania per conquistare l’emittente bavarese Prosiebensat. Ieri il gruppo ceco Ppf ha lanciato un’Opa parziale su Prosieben a 7 euro per azione con l’obiettivo di raggiungere il 29,99% del capitale. L’operazione di Ppf segue l’offerta totalitaria lanciata da Mfe oltre un mese fa al prezzo minimo di legge, pari a un valore di 5,74 euro per azione (4,48 euro cash e 0,4 azioni Mfe A), partita l’8 maggio scorso e aperta fino al prossimo 6 giugno. A questo punto le offerte su Prosieben sono quindi due, ma tecnicamente non sono concorrenti. Non si tratta, cioè, di Opa e contro Opa. Bensì di due operazioni parallele con obiettivi differenti.La prima offerta, quella di Mfe-Mediaset, è totalitaria (cioè riguarda l’intero capitale del canale tivù tedesco) ma è stata lanciata al prezzo minimo ammesso dalla legge per raggiungere due obiettivi: superare il 30% del capitale per poi avere la massima flessibilità operativa. Mfe partiva infatti dal 29,9% e non poteva più comprare azioni perché oltre il 30% scattava l’obbligo di Opa. Ecco perché è stata fatta l’offerta, il cui obiettivo è già stato superato: oggi Mfe ha raggiunto il 30,14% e, indipendentemente dall’esito della sua offerta, potrà poi acquistare liberamente titoli Prosieben sul mercato.La seconda offerta, quella di Ppf, è invece parziale e si pone come limite proprio la soglia dell’Opa, cioè il 29,99%. Infatti, se questa quota venisse superata, Ppf sarebbe costretta a offrire lo stesso corrispettivo a tutti i soci. Ma non è il controllo a cui punta il gruppo ceco, che ha oggi il 14,94% e vuole sostanzialmente affiancare Mediaset nel capitale. Per questo Ppf offre un prezzo ben più alto: sette euro in contanti, pari a un premio del 17% rispetto alla chiusura di Prosieben in Borsa venerdì 9 maggio.In altri termini il primo (Mfe) e il secondo (Ppf) azionista di Prosieben si stanno posizionando per giocare una partita finanziaria i cui contorni, al momento, non sono ancora chiari. Da un lato Mfe ha sempre dichiarato di puntare a Prosieben nell’ambito della costruzione di un grande gruppo europeo dei media; dall’altro Ppf lancia in questo modo un messaggio che ha un sapore più finanziario: sappiate che ci siamo anche noi. Di sicuro, infatti, i due grandi soci non possono parlarsi, perché rischierebbero la cosiddetta “azione di concerto” che li obbligherebbe a un’Opa totalitaria in solido. Tuttavia, a bocce ferme, cioè a offerte esaurite, Mfe e Ppf potrebbero anche mettersi d’accordo sul futuro della tivù bavarese. “Abbiamo presentato un’offerta convincente, interamente in contanti, e intendiamo assumere un ruolo molto più attivo nel Consiglio di sorveglianza in futuro”. Così ha commentato l’operazione Jiří Šmejc, Ceo del gruppo Ppf, che fa capo alla famiglia ceca Kellner. LEGGI TUTTO