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    Bf approva il bilancio e nomina il nuovo cda. Il valore della produzione sale a 1.505 milioni

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    L’Assemblea ordinaria degli Azionisti di B.F. S.p.A. ha approvato il bilancio di esercizio della Società al 31 dicembre 2024, così come proposto dal Consiglio di Amministrazione in data 24 aprile 2025. Il valore della produzione consolidato è aumentato da 1.387 milioni di Euro nel 2023 a 1.505 milioni di Euro nel 2024. L’EBITDA consolidato è salito da 75 milioni di Euro nel 2023 a 100 milioni di Euro nel 2024. La crescita registrata è imputabile, oltre che all’ampliamento dell’area di consolidamento, agli effetti di integrazione con le società partecipate.Distribuzione di un dividendo pari a Euro 0,076 per azioneL’assemblea degli azionisti ha deliberato di destinare l’utile di esercizio di Euro 42.784.440,02 come segue: Euro 1.454.740,00 a “Riserva utili non distribuibili”, indisponibile ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera a) del D.Lgs. n. 38/2005; Euro 2.139.222,00 a Riserva legale; Euro 19.287.340,30 a “Riserva Utili disponibili per la distribuzione”; Euro 19.903.137,72 agli Azionisti a titolo di dividendo, pari a Euro 0,076 per azione per ognuna delle n. 261.883.391 azioni attualmente in circolazione.Inoltre l’assemblea prevede che il dividendo sia messo in pagamento con data di stacco 7 luglio 2025 (stacco cedola numero 10), record date 8 luglio 2025 e data di pagamento 9 luglio 2025. L’assemblea inoltre ha approvato la prima sezione della relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti redatta ai sensi degli Articoli 123-ter del Testo Unico della Finanza e 84-quater del Regolamento Emittenti, nonché espresso voto consultivo favorevole sulla seconda sezione della medesima relazione.Nomina del Cda per il triennio 2025-2027L’Assemblea ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2025-2027 e, dunque, fino all’Assemblea convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2027. All’esito della votazione risultano nominati: Federico Vecchioni*; Rossella Locatelli*; Gianluca Lelli*; 4. Barbara Saltamartini*; Sara Zanotelli*; Luigi Ciarrocchi*; Gabriella Fantolino*; Carlo Boni Brivio*; Riccardo Bovino*; Giuseppe Andreano**; Maria Teresa Bianchi**. (* tratto dalla lista presentata dall’azionista ARUM S.p.A., titolare del 24,76% dei diritti di voto, che ha conseguito il 64,11% dei voti espressi in Assemblea ed è quindi risultata essere la lista più votata; ** tratto dalla lista presentata dall’azionista Dompé Holdings s.r.l., titolare del 29,20% dei diritti di voto, che ha conseguito il 30,18% dei voti espressi in Assemblea ed è quindi risultata la seconda lista più votata).Hanno dichiarato di essere in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dall’art. 148 TUF e dal Codice di Corporate Governance i Signori Maria Teresa Bianchi, Carlo Boni Brivio, Luigi Ciarrocchi, Gabriella Fantolino, Rossella Locatelli, Barbara Saltamartini e Sara Zanotelli. Le caratteristiche degli amministratori in termini di esecutività e appartenenza a comitati interni saranno comunicate a seguito della loro determinazione da parte del Consiglio. LEGGI TUTTO

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    Mundys scommette su Adr e guarda all’energia green

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    Aeroporti, nuova mobilità e transizione energetica. Alessandro Benetton, presidente di Edizione e vicepresidente di Mundys, racconta a tutto tondo la strategia del gruppo in un’intervista a un quotidiano spagnolo. «Vogliamo crescere nel settore aeroportuale. Cercheremo opportunità ovunque, senza limiti geografici: Stati Uniti, Europa, Sud Europa», svela Benetton ricordando il «fantastico» lavoro fatto a Roma (con Adr): «Fiumicino da 8 anni è il primo aeroporto europeo per qualità dei servizi e quest’anno è entrato nella top ten dei migliori scali mondiali. È un esempio di cosa intendiamo per azionisti ispiratori. Abbiamo raggiunto 50 milioni di passeggeri e ci sono aspettative di crescita importanti», spiega l’imprenditore che ha lanciato un centro di innovazione da 50 milioni proprio per migliorare l’esperienza dei viaggiatori.È la mobilità «del domani» a cui il gruppo lavora per gestire in modo nuovo il traffico aereo e i business collegati. Il tutto, rispettando l’agenda di sostenibilità: l’obiettivo è che Fiumicino sia carbon neutral entro il 2040 e per questo è stato installato allo scalo il più grande impianto solare aeroportuale d’Europa: l’82% dell’energia è rinnovabile e il 75% dei materiali è riciclato. Sul fronte energetico, Benetton ricorda poi che «stiamo lavorando molto per la transizione: prima di tutto, applicandola a ciò che già facciamo. In Cile, ad esempio, stiamo investendo in una nuova infrastruttura che avrà un impatto in termini di emissioni, ma lo compenseremo con servizi a famiglie che producono energia. Abbiamo anche un asset agricolo in Argentina, e vogliamo esplorare soluzioni rinnovabili». LEGGI TUTTO

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    Soges prosegue la sua espansione nel settore dell’ospitalità e della ristorazione

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    Soges prosegue con decisione il proprio percorso di espansione nel settore dell’ospitalità e della ristorazione. Dopo un avvio d’anno contraddistinto da operazioni strategiche di rilievo, la società attiva nel settore dell’ospitalità alberghiera e congressuale all’interno di strutture di pregio conferma la solidità del proprio modello di sviluppo grazie alle nuove aperture e a performance operative positive già nei primi mesi del 2025.A soli quattro mesi dall’avvio della nuova gestione del complesso immobiliare L’Alfieri, la struttura, che vanta una posizione di pregio sul Lungarno Corsini con affaccio su Ponte Vecchio, sta dimostrando una performance costantemente positiva ed in crescita e ha già registrato un misurabile incremento del proprio ranking sui principali portali di settore.Tale risultato riflette l’efficacia di una strategia commerciale ridefinita, sinergicamente supportata dal valore del brand “Place of Charme”, che ha permesso di contrastare con successo la lieve e stagionale contrazione della domanda ricettiva nell’area fiorentina. A integrazione della strategia di valorizzazione de L’Alfieri, si segnala la recente e proficua inaugurazione del nuovo locale food & drink “L’Alfieri”.Quest’ultimo ha prodotto risultati di rilievo fin dalle prime settimane di attività, intercettando efficacemente una clientela eterogenea, sia internazionale che locale, nonostante un investimento iniziale in comunicazione volutamente contenuto, a riprova della forte domanda organica. Il successo di questa iniziativa ha notevolmente superato le proiezioni iniziali, e sono già previsti ulteriori sviluppi focalizzati sull’esperienza del cliente per rafforzarne ulteriormente il posizionamento distintivo e l’identità sul mercato.Parallelamente, il Relais Villa Olmo, strategicamente posizionato nel cuore del Chianti, ha iniziato la propria attività il 15 febbraio 2025, anticipando l’apertura rispetto alla gestione precedente e riflettendo l’efficienza operativa della società. La struttura ha immediatamente registrato performance di rilievo, con un Average Daily Rate (ADR) già attestato a 215 euro durante la bassa stagione, accompagnato da un sostanziale incremento dell’occupazione. L’efficace implementazione di strategie volte all’ampliamento della stagione operativa, insieme alla capacità di attrarre una clientela sia nazionale che internazionale, ha rapidamente consolidato il Relais come un benchmark di eccellenza nel suo territorio.“Questo eccellente avvio d’anno conferma la nostra visione strategica”, ha dichiarato Andrea Galardi, ceo di Soges Group; “i risultati positivi delle nuove aperture sono una chiara dimostrazione della validità della nostra politica di investimento, focalizzata su asset di pregio e sulla continua valorizzazione dell’esperienza offerta al cliente. Continueremo a puntare su qualità, innovazione e sviluppo mirato, con l’obiettivo di rafforzare la nostra posizione nel segmento dell’ospitalità di alta gamma e generare valore sostenibile per tutti i nostri stakeholder. La nostra attenzione è ora concentrata sull’ottimizzazione delle performance nell’imminente alta stagione e sull’avanzamento delle due nuove strutture entro l’anno: Hotel Malaspina e Melià Venezia Lido, la nostra prima gestione in white label in partnership con Melià”. LEGGI TUTTO

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    La ricetta: startup, prodotti sani, abbattimento delle emissioni

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    Qualità, sostenibilità e innovazione: per il secondo anno consecutivo, Barilla si conferma la prima azienda food al mondo nel Global RepTrak 100. Il Gruppo si posiziona al 25esimo posto complessivo, con un avanzamento di 4 posizioni rispetto al Global RepTrak 2024, quando era al 29esimo. Merito di una reputazione consolidata a livello globale attraverso iniziative concrete come: una nuova policy di congedo parentale che garantisce 12 settimane retribuite al 100% a ogni genitore (contribuendo a ridurre il gender gap nel mondo del lavoro), investimenti per oltre 1 miliardo di euro (di cui metà destinati all’Italia, con la progettazione di un nuovo polo R&D a Parma che, da quest’anno, guiderà l’innovazione per le strategie future del Gruppo e un ampliamento dell’impianto di Castiglione delle Stiviere per 12,6 milioni di euro). E ancora, una riduzione del 28% delle emissioni di CO e del 21% dei consumi idrici dal 2010 e oltre 20 milioni di euro in donazioni per le comunità negli ultimi cinque anni. Nel prestigioso ranking, che valuta le aziende non solo per la qualità dei prodotti e servizi, ma anche per il loro «company purpose» e i valori condivisi, Barilla ha rafforzato la sua posizione di leadership nel settore Food.Presente in oltre 100 Paesi con le sue marche e 30 siti produttivi (15 in Italia e 15 all’estero), Barilla produce ogni anno oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti. Dal 2010 ha realizzato quasi 500 riformulazioni nutrizionali, riducendo grassi, grassi saturi, sale e zucchero o aumentando il contenuto di fibre. Nel 2022 ha lanciato 40 nuovi prodotti senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibre, integrali, con legumi o frutta secca e monoporzionati. LEGGI TUTTO

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    Italgas si mette in vetrina per l’aumento. Da 2i Rete Gas 200 milioni di sinergie

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    Dopo l’esordio di lunedì a Londra nel primo giorno di aumento di capitale, Italgas incontrerà gli investitori delle principali piazze europee (Parigi e Francoforte), volerà negli States e poi in Italia, tra Roma a Milano. Allo scopo, il cfo Gianfranco Amoroso (in foto) e il ceo Paolo Gallo lavoreranno in parallelo, su più fronti contemporaneamente, per raccontare ai potenziali investitori l’integrazione con 2i Rete Gas che ha dato vita al più grande player di distribuzione del gas in Europa.Un’operazione strategica dal controvalore di 5,3 miliardi (3,2 miliardi di debito e 2,07 miliardi di corrispettivo equity).«Sul fronte finanziario, l’idea di fondo che c’è stata fin dall’inizio – spiega al Giornale il cfo Amoroso – è stata quella di ideare una capital structure che consentisse di mantenere l’attuale credit rating del gruppo e di garantire un’adeguata flessibilità finanziaria negli anni a seguire. Quindi abbiamo studiato un aumento di capitale dimensionato a questo obiettivo di leverage (rapporto tra indebitamento finanziario netto e Rab) e abbiamo optato per una ricapitalizzazione di 1,020 miliardi. In particolare, abbiamo strutturato un bridge di 2 miliardi, utile a dare copertura per la parte cash, che è già stato parzialmente rifinanziato a inizio marzo con un bond da 1 miliardo. L’aumento servirà quindi a rimborsare il restante miliardo».Nel dettaglio, è previsto che i diritti di opzione per la sottoscrizione delle nuove azioni «siano esercitabili dal 2 al 19 giugno e i diritti di opzione negoziabili dal 2 al 13 giugno», aggiunge Amoroso. Il prezzo al quale saranno offerte le azioni Italgas rivenienti dall’aumento è stato fissato a 5,026 euro per massime 202.938.478 nuove azioni (1 nuova azione ogni 4 diritti posseduti).A fare la parte del leone sarà l’azionista di maggioranza Cdp Reti (26%) che ha garantito la partecipazione per 266 milioni, mentre Snam (13,5%) con un’operazione di collocamento accelerato ha incassato 32,5 milioni dalla cessione di una parte dei diritti che utilizzerà a servizio dell’aumento. «Ovviamente il nostro obiettivo è che il mercato apprezzi questa importante operazione di consolidamento del settore, con sinergie stimate in circa 200 milioni al 2030, al servizio del Paese e di tutti i nostri stakeholder».D’altra parte, il contributo di 2i Rete Gas per nove mesi a partire dal primo aprile 2025 impatterà anche sui numeri dell’anno: i ricavi adjusted sono attesi a 2,45 miliardi, l’ebitda adjusted tra 1,80 e 1,85 miliardi e l’indebitamento finanziario netto a 10,8 miliardi. LEGGI TUTTO

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    Enasarco, ombre sulla Sgr a misura di doppi incarichi

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    Cosa accade quando una Fondazione con finalità di pubblico interesse – con oltre 9 miliardi di patrimonio a garanzia delle pensioni di circa 200mila agenti di commercio – ne affida la gestione a una società i cui vertici coincidono con i propri? È la domanda che aleggia attorno a Enasarco, la cassa previdenziale degli agenti di commercio, che negli ultimi due anni ha canalizzato oltre 800 milioni di euro verso un solo soggetto: Miria Sgr.Miria ex Gwm, società lussemburghese al centro di vecchie inchieste internazionali, compresa quella sul palazzo di Sloane Avenue finito nel mirino della giustizia vaticana è stata acquistata da Enasarco nell’ottobre 2023 per circa 43 milioni. Rinominata nel luglio 2024, è diventata in breve tempo il centro di gravità finanziario dell’ente. Le sono già stati affidati asset strategici come la sede di via Usodimare a Roma, il 4% di BF e il 3% di Banco Bpm. L’obiettivo è superare i 5 miliardi di masse gestite e diventare un punto di riferimento per l’intero sistema delle casse previdenziali.Il progetto è ambizioso: Miria si propone come gestore patrimoniale anche per Enpam, Inarcassa, Cassa Forense e Cdp Venture, per un potenziale totale di 70 miliardi. Un’iniziativa cui il governo non dovrebbe essere ostile visto che il capo di gabinetto della premier, Gaetano Caputi, siede anche nell’organismo di vigilanza di Enasarco con un incarico da circa100mila euro l’anno.Ma chi governa Miria? I vertici di Enasarco. Cinque consiglieri, incluso il direttore generale Antonio Buonfiglio (in foto), siedono anche nel consiglio di amministrazione della Sgr. Si tratta quindi di una gestione in house nella forma, ma con compensi aggiuntivi per i membri del doppio board.Buonfiglio, già sottosegretario all’Agricoltura e figura storica del centrodestra romano, secondo alcune fonti, sarebbe considerato il regista dell’operazione. Accanto a lui, il vicepresidente di Enasarco Giuseppe Capanna anche direttore generale di Confesercenti ricopre incarichi tanto nell’ente quanto in Miria. Nel 2024, Confesercenti ha vinto una gara negoziata da 42 milioni per la gestione dell’assistenza sanitaria degli iscritti Enasarco, dopo quattro bandi andati deserti.A livello formale, tutto avviene nel rispetto delle regole. Anzi, Enasarco sottolinea come la strategia abbia già riportato sotto giurisdizione italiana 800 milioni prima gestiti all’estero. A maggio, è stata deliberata una riorganizzazione che prevede la creazione di due partecipate una immobiliare, una finanziaria direttamente controllate dall’ente. Eppure, restano alcune domande aperte. Può un ente previdenziale affidare l’intero patrimonio a una società dove siedono gli stessi amministratori dell’ente, senza che ciò implichi un rischio di conflitto d’interesse? E può un soggetto vigilato essere gestito anche solo parzialmente da chi è chiamato a vigilare? LEGGI TUTTO

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    D’Alema, consulente da 1,5 milioni

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    Massimo D’Alema ha un gran fiuto per gli affari. Lo dimostrano i profitti della sua società di consulenza, la DL&M advisor, che l’ex presidente del consiglio e segretario dei Ds controlla al 100% e che ha aperto nel 2019 dopo avere lasciato la vita politica attiva.L’azienda ha come oggetto la «consulenza nell’ambito dei processi di internazionalizzazione» di diversi mercati esteri «per la ricerca e l’attrazione di investimenti di aziende private». Un business proficuo visto che il bilancio 2024 è stato chiuso con 1.578.170 euro di utile in aumento rispetto ai 1.358.662 del 2023 e soprattutto ai 393.807 euro messi da parte nel 2022. Scende, però, il valore della produzione da 2,9 a 2,5 milioni con ricavi a quota 2.497.668 (di cui 1.277.668 realizzati in Italia e 1.220.000 nel Regno Unito). Idem le disponibilità liquide che rispetto al 2023 sono diminuite di ben 1,3 milioni a 62.747 euro.La voce dei debiti anno su anno è invece salita da 668.835 a 700.359 euro, di cui 660mila verso l’Erario. La DL&M controlla anche le attività vitivinicole gestite dalla famiglia D’Alema, avendo il 15% della Silk Road Wine e il 30% della società agricola La Madeleine dove vengono prodotti i vini creati con la collaborazione del re degli enologi italiani, Riccardo Cotarella. LEGGI TUTTO

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    Barilla e l’impegno sulle rinnovabili. Triplicata la potenza degli impianti

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    Neanche a dirlo, a corredo della sua immagine, il Mulino Bianco va ad energia pulita. Ma in realtà per tutta Barilla (azienda nata nel 1877) la sostenibilità non è una strategia ma un principio guida. Presente in oltre cento Paesi, con 30 comprensori produttivi disseminati su tutto il globo, anche oggi, a distanza di quasi centocinquant’anni, l’azienda continua nella sua visione incentrata sul garantire un’alimentazione di qualità e su un’attenzione massima alla responsabilità ambientale: nel 2024 Barilla ha investito in tutti i suoi siti più di dieci milioni di euro in progetti di efficientamento energetico. La sua missione è «la gioia del cibo per una vita migliore», per questo Barilla ha un’estrema cura nella selezione delle materie prime e privilegia le filiere sostenibili, per non tralasciare l’attenzione nei confronti delle persone come del pianeta. L’azienda ha attuato strategie concrete per affrontare e minimizzare l’impatto ambientale, per questo investe di continuo in innovazione e soluzioni tecnologiche grazie alle quali abbattere le emissioni di gas serra, promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili e l’adozione di modelli produttivi più sostenibili.E l’obiettivo di Barilla è chiaro: accelerare la transizione energetica e garantire un equilibrio tra crescita e responsabilità ambientale. Per questo, già a partire dal 2004, l’azienda ha reso strutturale e continuo un programma energetico in cui gli stabilimenti implementano le soluzioni tecnologiche e gestionali migliori per performare al meglio.Parallelamente, negli ultimi anni, Barilla ha incrementato l’uso di energia elettrica da fonti rinnovabili su parecchi marchi del suo gruppo. In Italia su Mulino Bianco, Pan di Stelle, GranCereale oltre che sui Sughi Barilla che utilizzano il cento per cento di energia elettrica da fonte rinnovabile acquistata con Garanzie di Origine e autoprodotta da impianti fotovoltaici. In particolare, come si diceva, negli ultimi cinque anni Mulino Bianco ha scelto di approvvigionarsi esclusivamente con energia idroelettrica prodotta dall’impianto alimentato dal lago di Resia e tutti i prodotti riportano uno specifico logo sulle loro confezioni a conferma di questo impegno. Mentre in tutti i pastifici italiani, Barilla è dotata di impianti di trigenerazione ad alto rendimento che permettono di ridurre gli impatti ambientali e di migliorare l’efficienza energetica che, tra l’altro, aumenta l’indipendenza energetica delle sue produzioni. LEGGI TUTTO