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    “L’anno eccezionale di Mediaset”. Pier Silvio Berlusconi tra Striscia, Sanremo e il bis di “This is me”

    Ascolta ora Mediaset e il bilancio di “un anno eccezionale”. Ieri durante un incontro con la stampa ha fatto il giro d’orizzonte del 2024 andato in onda sulle reti di Cologno, analizzando anche gli ultimi risvolti di cronaca televisiva. Ad esempio il Festival di Sanremo, finito in una sentenza del Tar ligure che obbliga il […] LEGGI TUTTO

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    Zalando allarga l’armadio per far posto ad About You

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    Risiko in corso nel mondo della moda online. Dopo il passaggio di mano di Ynap: gruppo nato nel 2015 dall’allora fusione tra le pionieristiche piattaforme Yoox (fondata da Federico Marchetti) e Net-a-porter, il rivenditore online tedesco Zalando ha lanciato un’offerta sul concorrente About You. L’e-commerce berlinese, che capitalizza 8,7 miliardi, punta con 6,5 euro ad azione ad aggiudicarsi l’intero capitale del retailer con sede ad Amburgo. L’operazione valuta la società 1,2 miliardi e i principali azionisti di About you (Otto group, Otto family, Heartland e il management) hanno già stipulato accordi vincolanti per vendere le loro azioni – che rappresentano circa il 73% del capitale del gruppo – accettando, dunque, l’offerta di Zalando. Insomma, tre quarti del capitale è già pronto per passare di mano. Il prezzo di acquisto corrisponde a un premio del 107% rispetto al prezzo medio di Borsa a tre mesi. Tanto ieri sulla Piazza di Francoforte, About You ha chiuso con un progresso di oltre il 66% a quota 6,48 euro portandosi a ridosso del prezzo di Opa mentre Zalando ha segnato un progresso dell’1,6 per cento. L’operazione d’acquisto, si inserisce nella strategia di Zalando di costruire un ecosistema di piattaforme di moda e lifestyle paneuropeo attorno a due vettori di crescita, b2c (sigla che indica la vendita tra una azienda e un’altra) e b2b (la vendita al consumatore finale). Così, ognuno dei due marchi manterrà la propria identità distinta, sfruttando al contempo le sinergie nella logistica, nell’infrastruttura di pagamento e nella collaborazione commerciale. La complementarità sta poi nel fatto che Zalando attrae gli appassionati di moda, ed è quindi più orientato a chi cerca i marchi della moda, About you si rivolge invece ad un pubblico più giovane, stabilisce tendenze e unisce lo shopping all’intrattenimento. «Sono entusiasta di come insieme saremo in grado di coprire una quota maggiore del mercato della moda e dello stile di vita», ha affermato Robert Gentz, co-ceo e co-fondatore di Zalando. «Nel b2c possiamo offrire ai clienti e ai marchi esperienze di acquisto distinte e ricche. Nel b2b, combinando le nostre capacità software complementari creeremo un sistema operativo di e-commerce ancora più avanzato che consente a marchi e rivenditori di gestire il loro business multicanale in tutta Europa e oltre».La società combinata prevede un margine ebit rettificato nel 2028 compreso tra il 6 e l’8%, producendo un aumento significativo dell’utile assoluto grazie alla nascita di un gruppo combinato su scala più ampia. I ricavi fino al 2028 sono attesi in crescita, tra il 5 e 10% annuo.La mossa di Zalando viene letta dagli analisti come un tentativo di fare massa critica dopo la crisi che ha duramente colpito le piattaforme online della moda nel post Covid, periodo che aveva invece portato ricavi e utili senza precedenti al settore. Basti pensare che la piattaforma britannico-portoghese Farfetch è stata salvata dalla bancarotta dalla coreana Coupang dopo che il suo valore di mercato è sceso di oltre il 90%, tanto da sfiorare l’amministrazione controllata. E che anche MyTheresa ha subìto una perdita netta di 5,3 milioni di euro, in peggioramento del 23,2% rispetto al rosso di 4,3 milioni dello scorso anno. LEGGI TUTTO

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    Google, un super-chip per la sfida quantistica

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    La battaglia dell’intelligenza artificiale infuria anche sul fronte dei prodotti. In questi giorni è stata protagonista assoluta Alphabet, la casamadre di Google, che ha lanciato una raffica di annunci: prima ha svelato il super chip quantistico Willow, capace di risolvere un calcolo incredibilmente complesso in 5 minuti, un’operazione che a un computer tra i più avanzati al mondo sarebbe servito un tempo più lungo dell’età dell’universo. I ricercatori della grande G hanno anche trovato il modo di ridurre al minimo gli errori, che è uno dei problemi che frenano lo sviluppo della tecnologia quantistica. Willow verrà utilizzato per addestrare l’intelligenza artificiale, spingendo ancora più in là le sue potenzialità.Nel frattempo, ieri il grupo americano ha lanciato il suo nuovo modello di intelligenza artificiale Gemini 2.0, accompagnato da annunci epici circa le capacità. Secondo il capo di Google Sundar Pichai, questa nuova versione dovrebbe inaugurare «una nuova era» di IA generativa in grado di facilitare direttamente la vita quotidiana degli utenti. Ma in che modo? Google, che solo nel 2024 ha investito 50 miliardi di dollari in chip e data center per alimentare la sua intelligenza artificiale, sta cercando di alzare l’asticella realizzando una sorta di maggiordomo digitale, capace di svolgere compiti al posto dell’utente. Questa, del resto, sarà la nuova frontiera secondo Google che già la scorsa primavera aveva annunciato il progetto «Astra», un’idea di assistente universale in grado di ricordarsi anche dove hai lasciato gli occhiali.Tornando però a Gemini 2.0, in questa versione sperimentale chiamata Flash 2.0 è in grado di generare in modo nativo audio e immagini. Può comprendere testi, anticipare e prendere decisioni per l’utente: per esempio, prenotare una visita medica oppure un posto al ristorante o annotare un appuntamento in agenda. Per il momento, sarà disponibile solo per alcune persone, in particolare per gli sviluppatori, prima di un rilascio piu ampio all’inizio del 2025. Gemini 2.0 viene addestrato e gestito con un chip sviluppato internamente chiamato Trillium. «Se Gemini 1.0 si occupava di organizzare e e comprendere le informazioni, Gemini 2.0 le renderà più utili», ha dichiarto Pichai. LEGGI TUTTO

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    I dati di Ucimu: ecco come il green deal Ue frena il Pil italiano

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    Il 2024 delle macchine utensili si chiude in negativo: la produzione si è attestata a 6,75 miliardi, in calo dell’11,4% sul 2023. Il dato è stato fornito stamane a Milano da Riccardo Rosa, presidente di Ucimu, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, nella conferenza stampa di fine anno. Di buono c’è che per il 2025 si prevede una ripresa, con la produzione a quota 6,94 miliardi (+2,9%). Segnale fondamentale. Ma prima serve una premessa.I dati dell’Ucimu sono importanti perché rappresentano una sorta di indice sull’andamento degli investimenti dell’industria (manufattuirera) italiana. Investimenti che, come si è visto dagli ultimi dati Istat, sono la componente debole della domanda interna, quella che ha contribuito assai a una crescita del Pil 2024 (0,5%) inferiore alle previsioni del governo (che puntava all’1%). In particolare, gli investimenti sono cresciuti dello 0,4% contro il + 8,7% del 2023 (ancorché drogato dall’edilizia trainata dagli ecobonus). Ebbene, i produttori di macchine utensili “vendono” gli investimenti: l’industria che investe compra, per l’appunto, le macchine che servono per produrre. Di qui la forte correlazione qualitativa tra Pil e i dati di Ucimu. E quello che oggi si vede in trasparenza è un forte segnale per il futuro prossimo: la ripresa della produzione è conseguenza dell’inversione di tendenza sugli ordini, il cui indice trimestrale, in ottobre, è tornato positivo dopo sei rilevazioni consecutive di calo. E l’indice ordine dell’Ucimu è un vero e proprio indice sul futuro del Pil: chi ordina una macchina oggi programma un investimento per domani. Il tempo di produzione di una macchina utensile è di 6-8 mesi. Per questo l’andamento positivo del fatturato 2025 si può vedere già oggi con la ripresa dell’indice ordini. Ma c’è ancora di più, ed un segnale incoraggiante per il governo, alle prese con una crescita da risollevare.Tra i motivi del calo degli investimenti c’è infatti lo scarso contributo delle agevolazioni derivanti da Transizione 5.0, lo strumento introdotto con la manovra 2024, che però non è ancora andato a regime. Questo – nel mondo dei produttori di macchine e robot – è stato vissuto come un freno rispetto agli ordini, rinviati in attesa di meccanismi premianti. E la Transizione 5.0 lo è: vale 6,3 miliardi di crediti d’imposta. Ma – come garantiscono al Ministero delle Imprese, sarà il 2025 l’anno in cui il complesso strumento comincerà a funzionare. Facendo da volano a nuovi ordini che dunque potrebbero battere anche le stime fatte oggi. “Transizione 5.0 è sicuramente una grande opportunità perché spinge le aziende a ragionare su un nuovo e necessario approccio di corretto uso delle risorse – ha detto Rosa – risparmio energetico e produzione sostenibile come richiesto dalle direttive europee. Le imprese credono nella potenzialità di questo strumento ma occorre che i correttivi arrivino al più presto”.Tornando ai dati forniti oggi, il calo è stato determinato esclusivamente dalla forte contrazione delle consegne dei costruttori sul mercato interno il cui valore si è fermato a 2.255 milioni, pari al 33,5% in meno del 2023. Un crollo a cui non è estranea la transizione dell’automotive, forzata dalle regole Ue. “A proposito di green deal – ha aggiunto Rosa – non possiamo che rilevare che la posizione dell’Unione che intende procedere con il piano di transizione elettrica del motore endotermico con i tempi e le modalità attualmente stabilite, sta mettendo a dura prova il manifatturiero del vecchio continente. Con la chiusura di alcune fabbriche automotive e la fuoriuscita di migliaia di lavoratori anche dell’indotto, si rischia di innescare un effetto domino che porterebbe un grave problema sociale per la gran parte dei paesi dell’area, a partire dall’Italia”. LEGGI TUTTO

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    Prove di pace tra governo e Stellantis

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    Schiarite e primi segnali di pace tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e Stellantis dopo l’uscita di scena dell’ad Carlos Tavares, anche se permangono molti aspetti da chiarire, in attesa dell’imminente presentazione del nuovo (ennesimo) piano sulle intenzioni di Stellantis in Italia. La nota positiva riguarda l’indotto con il ritiro dei 249 licenziamenti e il rinnovo del contratto di fornitura per altri 12 mesi. Questi i punti cardine dell’accordo tra Stellantis e Trasnova dopo l’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, presenti i sindacati e le istituzioni locali.Sempre Stellantis ha annunciato l’intesa con il colosso cinese Catl per la realizzazione a Saragozza, in Spagna, di una gigafactory per produrre batterie al litio ferro fosfato. L’accordo, che prevede un investimento di 4,1 miliardi, «integra – così una nota – il progetto della gigafactory di Acc, che Stellantis ha co-fondato e sostiene fin dal suo inizio nel 2020». Il piano con Acc prevede anche una struttura analoga a Termoli, in Italia, per un investimento di oltre 2 miliardi (1.800 i posti messi in conto al 2030) e ha visto il governo ritirare il proprio sostegno economico dopo che il progetto è finito nel congelatore, insieme a quello «gemello» in Germania. Ci ha pensato la stessa Stellantis a cercare di placare i malumori (in passato si era parlato di Spagna alternativa all’Italia), affermando che «la joint venture Acc con Mercedes-Benz e TotalEnergies confermerà i progetti per le gigactory entro il primo semestre 2025, essendo la stessa Acc ora concentrata sulla struttura francese di Douvrin».Intanto, in vista dell’incontro che il 17 dicembre vedrà Stellantis presentare al governo il «Piano Italia», il vicepremier Antonio Tajani ha fatto sapere che «saranno reperiti fondi per circa 1 miliardo al fine di sostenere l’industria dell’auto». Affermazione che arriva alla vigilia dell’assemblea di Anfia, l’Associazione della filiera italiana automotive. Un importante segnale di attenzione verso le problematiche di un settore che si è visto tagliare finanziamenti per 4,6 miliardi. Da parte sua, il ministro Urso ricorda le richieste a Stellantis: «Un piano assertivo affinché si raggiunga l’obiettivo di una capacità produttiva di almeno 1 milione di veicoli entro il 2030; che ci sia un gruppo tecnico di monitoraggio con le imprese della componentistica che verifichi che il piano sia effettivamente rispettato, anno dopo anno». Gli ultimi dati Anfia sulla produzione in Italia sono allarmanti: l’indice generale è in caduta anche a ottobre (-32,4%) e per le sole auto il calo è del 67,8% rispetto a un anno fa.Sul ritiro dei 249 licenziamenti nell’indotto Stellantis, Urso ha lanciato messaggi di distensione: «L’intesa raggiunta – le sue parole – segna l’inizio di un nuovo e fattivo percorso anche con Stellantis». Questo accordo nasce «nel solco del senso di responsabilità di Stellantis», rivendica il gruppo che nei giorni scorsi «aveva dato la propria disponibilità a supportare Trasnova per risolvere la situazione». LEGGI TUTTO

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    Stellantis, trovato l’accordo su Trasnova: stop ai 97 licenziamenti

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    Scongiurati i 97 licenziamenti a Trasnova: Stellantis si è impegnata alla proroga del contratto di fornitura per un anno. L’intesa è stata raggiunta al tavolo del Mimit e riguarda anche le aziende di subappalto Logitech, Teknoservice e Csa per cui viene garantita la prosecuzione dell’attività in totale per circa 300 lavoratori. In base a quanto previsto dall’accordo, Trasnova nei prossimi dodici mesi dovrà trovare una soluzione per i lavoratori diversificando le attività e utilizzando gli strumenti previsti dalla legge per le situazioni di crisi.Una buona notizia festeggiata al presidio organizzato di fronte lo stabilimento di Stellantis di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Trasnova opera in regime di monocommittenza con l’azienda di John Elkann, svolgendo attività di logistica in diversi stabilimenti del Gruppo, che aveva sospeso il contratto di fornitura a partire dal 31 dicembre. Ora i sindacati invocano soluzioni strutturali: “Il tempo conquistato dovrà essere utile per trovare soluzioni strutturali per Trasnova e per l’intero settore, adottando le giuste politiche industriali. Grande attenzione quindi sarà ulteriormente posta per quanto concerne il prossimo tavolo ministeriale del prossimo 17 dicembre” il commento di Fim Fiom Uilm Fismic Uglm e Aqcfr.La fumata bianca su Trasnova è merito del governo, la rivendicazione di Galeazzo Bignami. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ha spiegato che “nonostante la sinistra ci abbia abituato a vacui strepiti senza risultati, questo governo risponde alle critiche con i fatti”, sottolineando che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni in pochi giorni è riuscito a risolvere positivamente le vertenze di Berco, Fedrigoni e ora di Trasnova. Bignami ha proseguito: “La stella polare per Giorgia Meloni alla guida della nazione e per noi di Fratelli d’Italia resta il rilancio economico dell’Italia, la tutela dei lavoratori e delle imprese”. Di “senso di responsabilità” parla invece Stellantis, che tiene a ricordare di aver messo sul tavolo l’estensione del contratto per l’azienda di Cassino che permetterà “di poter intervenire per realizzare una soluzione complessiva e definitiva nei confronti dei lavoratori coinvolti con gli appositi strumenti che regolano le situazioni di crisi e trovare, secondo l’accordo, anche misure di diversificazione della clientela”. LEGGI TUTTO

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    Oro e bitcoin, come diversificare gli investimenti: i consigli per il 2025

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    BlackRock, il maggiore asset manager al mondo, rimane pro-rischio per il 2025 privilegiando in prima luogo l’azionario statunitense, mentre nell’obbligazionario indica una modesta preferenza per il credito rispetto ai bond governativi. Il Global Outlook 2025 di BlackRock si basa su un punto fermo, Wall Street continuerà a sovraperformare. “Una previsione che non ha molto a che fare con politiche che varranno implementate dalla nuova amministrazione Trump – ha spiegato Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia – . La crescita Usa è attesa superiore rispetto a resto del mondo. La performance in dollari della Borsa statunitense rispetto al resto del mondo da 2011 a oggi si è mantenuta nettamente superiore, questo in virtù dell’enorme sovraperformance degli utili del corporate Usa rispetto a resto del mondo, con tech e healthcare a fare da guida”.“L’equity riflette dinamiche settoriali peculiari, la cosa che mercato azionario realmente deve temere è la recessione, solo in quel caso si avrebbe un aumento del nervosismo. Incognita maggiore è la sequenza e l’intensità delle misure prese dall’amministrazione Trump e queste andranno a condizionare anche l’operato della Fed”. Tiepida la view sull’Europa nonostante presenti uno sconto record rispetto a Wall Street. “Per avere performance serve un catalyst macro o micro e al momento in Europa si fa un po’ fatica a trovarne”, osserva Rovelli che dettaglia i differenti approcci a livello di politica fiscale, con gli Usa che negli ultimi 20 anni hanno tratto vantaggio da un supporto fiscale molto elevato rispetto all’Europa. Solo l’eventualità di una politica più espansiva di paesi quali Germania potrebbe creare in prospettiva dei benefici.Reddito fisso: sottopeso sui TreasuryNel reddito fisso, Blackrock per il prossimo anno è sottopeso sui Treasury. Gli investitori probabilmente chiederanno un yield elevato per detenere il debito pubblico a lungo termine per tenere conto dell’inflazione e dell’ampio deficit degli Stati Uniti. Ciò eserciterà una pressione al rialzo sui rendimenti dei Treasury a lungo termine, anche perché “risulta difficile credere che il netto della politica fiscale americana nei prossimi anni sia restrittivo, è più probabile che sarà espansivo e questo peserà”, ha argomentato Rovelli. LEGGI TUTTO

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    La Procura stanga Meta. Evasi 887 milioni di Iva

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    Un’evasione fiscale di oltre 887 milioni di euro: è l’ipotesi alla base delle accuse mosse dalla Procura di Milano a Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. I pm hanno comunicato la chiusura indagini a due rappresentanti legali, due ex manager, della società di diritto irlandese Meta Platforms Ireland Limited. Sono Gareth Lamb e Maria-Begona Deirdre. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf hanno fatto emergere che la società avrebbe «omesso di dichiarare un imponibile» di quasi 4 miliardi di euro.La notizia è stata comunicata dal procuratore di Milano Marcello Viola. L’inchiesta è partita dalla mancata presentazione della dichiarazione dell’imposta sul valore aggiunto per gli anni 2015-2021. L’omessa dichiarazione sarebbe precisamente di 887.623.503,69 di euro su un imponibile di 3.989.197.744,05 euro. «Abbiamo collaborato pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale e continueremo a farlo – sottolinea una nota della società -. Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo». Tuttavia «siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva». I pm Giovanna Cavalleri, Giovanni Polizzi e Cristian Barilli si sono concentrati sull’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati forniti dagli utenti al momento dell’attivazione dell’account, senza che Meta informi adeguatamente gli iscritti. La Procura spiega come il gruppo, «per consentire agli utenti l’utilizzo del proprio software e dei correlati servizi digitali, acquisisca e gestisca, per scopi commerciali, dati, informazioni personali e interazioni sulle piattaforme di ciascun iscritto, così da instaurare con i fruitori del servizio, in virtù della connessione diretta in termini di proporzionalità quantitativa e qualitativa tra le contrapposte prestazioni, un rapporto di natura sinallagmatica (con reciprocità delle prestazioni, ndr)». LEGGI TUTTO