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    TreValli Cooperlat e Lega del Filo d’Oro: dieci anni di alleanza per nutrire autonomia, dignità e futuro

    Marco Mazzarini, Direttore Generale TreValli Cooperlat; Emilio Baietta Vicepresidente TreValli Cooperlat; Luigina Carrella, Direttore Educativo Riabilitativo Centro di Lesmo della Lega del Filo d’Oro; Milvia Panico, Direttrice Marketing TreValli Cooperlat

    All’ingresso, una benda per coprire gli occhi e un paio di cuffie insonorizzate. Poi il buio, il silenzio, e davanti un piatto. Nessuna spiegazione, solo il compito di mangiare. Così ha preso forma l’esperienza proposta da TreValli Cooperlat e Lega del Filo d’Oro a Milano, per celebrare i dieci anni di una collaborazione che ha superato da tempo la logica della donazione per trasformarsi in un patto profondo di solidarietà e co-progettazione.Il viaggio sensorialePer chi ha partecipato, è stato un viaggio sensoriale che ha messo a nudo le fragilità. Una forchetta incerta, un boccone esitante, l’olfatto come guida. In quel disorientamento, è emersa una verità potente: per tanti bambini assistiti dalla Lega del Filo d’Oro, mangiare non è un gesto meccanico, ma un percorso di scoperta. Ogni sapore, ogni consistenza, ogni piccolo progresso a tavola diventa uno strumento per comunicare, per scegliere, per affermare sé stessi. “Il gusto, in questi percorsi, diventa una voce”, ha spiegato uno degli operatori della Fondazione. “Per chi non vede e non sente, riuscire a dire “questo mi piace” è un atto di libertà”.TreValli CooperlatTreValli Cooperlat, cooperativa agroalimentare con sede a Jesi, ha scelto da tempo di stare accanto a questa realtà con un impegno che non si limita a un sostegno economico. In questi dieci anni sono nate cucine didattiche, laboratori riabilitativi, momenti formativi aperti anche ai dipendenti dell’azienda. Ma soprattutto si è sviluppata una visione condivisa: fare impresa non può prescindere dal prendersi cura del contesto umano in cui si opera. Emilio Baietta, vicepresidente della cooperativa, lo dice con tono misurato ma deciso. Durante l’intervista, la sua voce si abbassa. “Io e te siamo qui, a due passi dall’Arco della Pace, a parlare di solidarietà. Ma fuori, il mondo urla. Vince chi grida più forte. Noi invece vogliamo stare in silenzio, ma vicini. Con le mani tese verso chi ha bisogno”. Per Baietta, il progetto “Alimentiamo la Vita Insieme” non è un’operazione di brand, ma qualcosa che lo tocca nel profondo. È un’idea di cooperazione che ha radici etiche prima ancora che economiche. “Essere cooperatori significa avere uno sguardo aperto. Non possiamo rinchiuderci dentro ai margini di bilancio. Dobbiamo sapere ascoltare anche dove non c’è rumore. E il bisogno, spesso, non fa rumore”.L’iniziativaIl cuore dell’iniziativa oggi batte anche nei punti vendita, con una campagna 5×1000 diffusa in tutta Italia. Ma ciò che rende questo progetto diverso è il suo approccio. Non si chiede di comprare un prodotto, né di aderire a uno sconto. Si chiede una scelta. Una firma. Un gesto semplice che può generare un cambiamento reale. Baietta insiste su questo punto. “Abbiamo voluto parlare di solidarietà in modo diverso. Volevamo che le persone sentissero di far parte di qualcosa. Non come clienti, ma come cittadini”. Una visione condivisa anche da Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro, che ha definito questa collaborazione un esempio virtuoso di integrazione tra successo imprenditoriale e impatto sociale. Non una semplice sponsorizzazione, ma una relazione che si rinnova e si evolve, seguendo i bisogni concreti delle famiglie, dei bambini, degli educatori. L’esperienza sensoriale proposta durante l’evento ha lasciato qualcosa a tutti. Non solo emozione, ma consapevolezza. Un modo per comprendere davvero che il cibo non è solo nutrimento biologico. È relazione, apprendimento, possibilità. LEGGI TUTTO

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    Consorzi Agrari D’italia: Presentato Il Bilancio Di Esercizio Al 31 Dicembre 2024

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    Si rende noto che l’Assemblea dei Soci di Consorzi Agrari d’Italia S.p.A. (“Consorzi Agrari d’Italia” o “CAI”) ha preso atto del bilancio di esercizio di CAI al 31.12.2024, che si è chiuso con un utile netto pari a 4,1 milioni di euro, un EBITDA di 26,5 milioni di euro e un valore della produzione di 806,5 milioni di euro.Il bilancio aggregato, che comprende anche le società controllate, evidenzia ricavi per 1.401 milioni e un EBITDA di 50,5 milioni di euro.“Nonostante un contesto globale ancora instabile, segnato da tensioni geopolitiche, instabilità climatica e condizioni finanziarie complesse, CAI ha saputo cogliere le opportunità di un graduale miglioramento macroeconomico, rafforzando la propria struttura industriale e patrimoniale”, commenta Gianluca Lelli, Amministratore Delegato di CAI. LEGGI TUTTO

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    Apple alla prova Intelligenza Artificiale. Intanto Wall Street castiga il titolo (-18%)

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    Apre i battenti oggi a Cupertino la Worldwide Developer Conference (Wwdc), l’appuntamento in cui Apple presenta agli sviluppatori le novità per l’anno successivo. Il big della mela morsicata nel 2024 sfruttò il Wwdc per il debutto della piattaforma Apple Intelligence dando fiato alle attese per una nuova ondata innovativa che però finora ha deluso. Ad oggi aleggia una forte incertezza su quando effettivamente Apple inizierà a lanciare la sua intelligenza artificiale generativa, e le attese della vigilia non contemplano grandi annunci in tal senso anche se è probabile che il colosso guidato da Tim Cook (in foto) darà in pasto qualcosa sul tema IA.Apple si presenta all’appuntamento con alle spalle non pochi problemi nello sviluppo di Siri con modelli linguistici avanzati. L’integrazione ha generato bug e risultati deludenti, con ritardi influenzati anche da ostacoli regolatori in Cina. A Wall Street il titolo Apple è l’unico tra le big tech a presentare un saldo negativo da inizio anno, con un calo di oltre il 18% che gli è costato il trono di maggiore società al mondo per capitalizzazione, scalzata sia da Microsoft che da Nvidia. Oltre all’esposizione al rischio dazi, visto che la maggior parte degli iPhone sono attualmente prodotti in Cina, gli investitori temono che la nuova Siri faticherà ad essere pronta per il 2026. «Certo, Apple è in ritardo sull’intelligenza artificiale, ma è essenzialmente un esattore del suo ecosistema globale, poiché qualsiasi app di IA per i consumatori passerà prima o poi attraverso Apple», argomenta Dan Ives di Wedbush che vede la Wwdc come un momento cruciale per il futuro di Apple. LEGGI TUTTO

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    Il futuro di Ilva appeso al nuovo sindaco

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    L’ex Ilva è in ostaggio. E lo è, ancora una volta, a causa di un perverso e inspiegabile gioco in cui a Taranto il “locale” conta più del “nazionale”: in breve, il più forte non è il governo e il suo ministero, per proattivo che sia, ma l’amministrazione comunale di turno.Nel presente, si tratta del sindaco che ha da venire con il ballottaggio dell’8-9 giugno: a Taranto si sfidano Piero Bitetti, espressione del centrosinistra, e Francesco Tacente, esponente di un’area civica sostenuta anche dalla Lega. Da uno di loro dipende il futuro dello storico e più importante sito siderurgico d’Italia. E a sostenerlo, apertamente, è lo stesso ministro delle Imprese, Adolfo Urso: «Per il futuro dell’ex Ilva molto dipende dalle scelte che faranno i cittadini di Taranto nel ballottaggio che si svolgerà domenica, sulla base di programmi che a me appaiono alternativi anche per quanto riguarda lo sviluppo della siderurgia a Taranto», ha detto il ministro ricordando che «il primo atto per poter sviluppare un progetto siderurgico green a Taranto è l’accordo di programma che va sottoscritto da tutti gli attori, innanzitutto dal Comune, in merito alla realizzazione di un rigassificatore e di impianti di desalinizzazione che possano supportare l’attività che lì dovrà essere realizzata, per esempio il Dri per la fornitura del preridotto ai forni elettrici».Una narrazione surreale alla luce della quale è molto probabile che il vertice in programma lunedì tra il governo e i sindacati per conoscere il futuro del polo siderurgico tarantino non darà alcun esito. Eppure le casse sono già vuote e la produzione è ai minimi assoluti. Ma non c’è soluzione, e la storia dell’Ilva lo dimostra ciclicamente: nessuna strada industriale sarà risolutiva finché il paradigma su Taranto non cambierà e alla gestione locale non si imporrà un piano nazionale “senza se e senza ma”, dovesse passare anche da una nazionalizzazione lacrime e sangue.D’altra parte, il governo già studia la nuova provvista finanziaria da mettere a disposizione di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, visto che la cassa dell’azienda si avvia ad esaurirsi e la cessione del complesso industriale agli azeri di Baku Steel Company, che inizialmente si prevedeva di fare a giugno, sarà (forse, molto forse) a fine anno.Da quando si è insediata l’amministrazione straordinaria di Acciaierie, più misure finanziarie sono state adottate a sostegno della continuità operativa dell’azienda: due interventi da 150 milioni, il prestito ponte da 320 milioni autorizzato dalla Ue, l’estensione del prestito ponte di altri 100 milioni e infine, con l’ultimo decreto ex Ilva convertito in legge, l’ampliamento da 150 a 400 milioni – quindi 250 in più – di una delle prime misure.In tutto questo, la produzione è ferma ampiamente sotto i 2 milioni. A mancare è poi l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). LEGGI TUTTO

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    Gruppo Servizi Associati (GSA) in accelerazione: oltre 236 milioni di ricavi nel 2024 e rinnovate le cariche direttive

    Il Gruppo Servizi Associati (GSA) chiude il 2024 con un fatturato in forte crescita, superando i 236 milioni di euro, pari a un +16% rispetto ai 203 milioni del 2023. Si tratta del quarto esercizio consecutivo di crescita, partendo dai 168 milioni del 2021, a conferma di un solido trend di sviluppo.La redditività operativa (EBITDA) […] LEGGI TUTTO

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    “Biocarburanti, adesso occorre che l’Europa faccia chiarezza”

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    «Serve un quadro di riferimento che definisca in modo chiaro quello che è il contributo dei biocarburanti non solo alla sostenibilità ambientale, ma anche a quella sociale, economica, grazie alla valorizzazione di un’eccellenza che è la filiera dell’automotive e della bioraffinazione in Europa». È quanto ha dichiarato Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive (società del gruppo del Cane a sei zampe che si occupa di servizi per la mobilità sostenibile) durante la tappa a Roma del Tour d’Europe di sensibilizzazione sul ruolo dei biocarburanti per la decarbonizzazione dei trasporti. Rispetto alle altre soluzioni, Ballista ha indicato due peculiarità dei biocarburanti. «La prima è che possono essere utilizzati nei mezzi di trasporto esistenti che si tratti di veicoli leggeri, trasporto pesante, trasporto marittimo o aviazione» e «la seconda è che utilizzano le infrastrutture esistenti, il network per distribuire i biocarburanti è già presente». «Questo li rende di fatto» ha aggiunto l’ad «una soluzione applicabile oggi per avviare e accelerare il percorso di decarbonizzazione».Il «Tour d’Europe» di Enilive attraversa venti Paesi europei con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul contributo che i carburanti da materie prime rinnovabili possono dare alla decarbonizzazione dei trasporti. L’occasione è stata un evento al Centro Congressi di Palazzo Mattei, promosso da Enilive, con un incontro dedicato alla decarbonizzazione della mobilità. «Tecnica e innovazione prevalgono su scelte ideologiche per arrivare a un percorso che sia a vantaggio di tutti e non solo di alcuni», ha detto Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, intervenendo sui biocarburanti «la questione non è ideologica anche se l’Unione europea l’ha posta sotto il tema ideologico», con la precedente Commissione. E, ha aggiunto, «Io credo che la resistenza dell’Unione europea rispetto al fronte dei biocarburanti sia più una questione di interessi nazionali e aziendali piuttosto che una questione ideologica». LEGGI TUTTO

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    Essilux cresce in Asia. Shopping in Malesia

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    Dopo l’operazione nel medtech, EssilorLuxottica torna protagonista con un’acquisizione nel mercato asiatico. Il colosso dell’occhialeria, controllato dalla Delfin della famiglia Del Vecchio, ha siglato un accordo per rilevare uno dei principali operatori della Malesia nel retail ottico, che ha oltre 90 punti vendita a marchio A-Look, Seen e Owl, nelle aree orientale e peninsulare del Paese. L’acquisto delle insegne permetterà a EssilorLuxottica di consolidare ulteriormente la propria presenza nell’area. Essilux è particolarmente attiva nel South East Asia e nel Far East, compresi Giappone e Corea. Ha catene a Singapore e Vietnam e stabilimenti produttivi in Laos.«L’integrazione di A-Look, Seen e Owl nel network retail del nostro Gruppo ci offrirà una comprensione più profonda delle dinamiche del settore in Malesia, rafforzando il nostro impegno nella sensibilizzazione sull’importanza della salute visiva» ha commentato Francesco Milleri (in foto), presidente e ad. «Al tempo stesso, promuoveremo una maggiore consapevolezza, desiderabilità e interesse verso prodotti innovativi e di alta qualità».Il gruppo conferma inoltre il proprio impegno a mettere a disposizione di tutti i partner ottici un’offerta sempre più completa di prodotti. EssilorLuxottica è presente nel Paese anche con stabilimenti per la produzione di lenti. L’operazione dovrebbe concludersi entro la fine di giugno 2025 ed è soggetta all’approvazione delle autorità regolatorie competenti. Per gli analisti di Equita «il sud-est asiatico è sempre stata un’area di potenziale crescita della presenza retail di Essilux, essendo l’Asia (dopo l’acquisizione di Grand Vision) una delle aree geografiche con la minore presenza retail di Essilux (ad eccezione dell’Australia) e con dinamiche di crescita interessanti. Il deal è quindi molto coerente alla strategia delineata dal gruppo». LEGGI TUTTO

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    BF, ok dei soci a bilancio e cedola. Vecchioni confermato al timone

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    L’assemblea degli azionisti di BF ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024, chiuso con un utile di oltre 42,7 milioni di euro. I soci hanno deliberato la distribuzione di un dividendo pari a 0,076 euro per azione, con pagamento a partire dal 9 luglio 2025. Il valore della produzione consolidato si è attestato a 1,5 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 1,39 miliardi del 2023, mentre l’Ebitda è salito da 75 a 100 milioni. Risultati che riflettono, secondo quanto comunicato dalla società, l’ampliamento del perimetro di consolidamento e l’integrazione delle società partecipate.L’assemblea ha inoltre preso atto della rendicontazione consolidata di sostenibilità e ha approvato la relazione sulla politica di remunerazione, esprimendo voto favorevole anche sulla seconda sezione dedicata ai compensi effettivamente corrisposti.Nel corso della riunione è stato rinnovato il cda per il triennio 2025-2027. L’ad Federico Vecchioni (in foto) è stato confermato nel board insieme ad altri dieci consiglieri. La lista presentata dall’azionista Arum spa, titolare del 24,76% dei diritti di voto, ha ottenuto la maggioranza con il 64,11% dei consensi, portando in consiglio nove nomi, tra cui lo stesso Vecchioni, attuale amministratore delegato, Rossella Locatelli, Gianluca Lelli e Barbara Saltamartini. Gli altri due seggi sono andati alla lista presentata da Dompé Holdings srl, che ha raccolto il 30,18% dei voti.Il nuovo cda percepirà un emolumento complessivo annuo di 330.000 euro, oltre al rimborso spese, con eventuali ulteriori compensi da stabilire per i consiglieri con incarichi specifici. Tra i consiglieri nominati, sette hanno dichiarato il possesso dei requisiti di indipendenza previsti dalla normativa vigente.L’assemblea ha inoltre conferito a Kpmg spa. l’incarico di revisione legale dei conti per il periodo 2026-2034, in linea con la proposta formulata dal consiglio di amministrazione su raccomandazione del collegio sindacale. LEGGI TUTTO