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    “Tesla trascurata, Musk scelga tra il suo gruppo e Washington”

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    L’allarme politico è alto, con Borsa Italiana – parte del gruppo Euronext che ha sede ad Amsterdam, ma forte baricentro a Parigi – che rischia di vedere decentralizzate alcune funzioni cruciali. «Guardiamo con preoccupazione a ciò che sta accadendo a Piazza Affari», ha detto ieri il leader di Forza Italia, Antonio Tajani. «Non vogliamo che le nostre aziende in futuro siano quotate in altri Paesi europei. La Borsa di Milano deve poter continuare a essere italiana e milanese perché le aziende italiane hanno il diritto di essere quotate in Italia». Il messaggio è indirizzato, in particolare, al ministro dell’Economia: «Invitiamo anche Giancarlo Giorgetti a fare in modo che Borsa Italiana resti in mani italiane senza l’invasione di altri e senza il trasferimento di quotazioni fuori dal nostro Paese». LEGGI TUTTO

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    Giravolta degli ambientalisti su Tesla

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    La Tesla di Elon Musk è sempre più nei guai e in caduta libera. E non solo alla voce immatricolazioni. Quella che fino a poco tempo fa era considerata come l’auto paladina del green, avendo di fatto lanciato nel mondo la corsa all’elettrico, annessi e connessi, ora si trova a dover affrontare una sorta di rovescio della medaglia. Vengono infatti messe in discussione le affermazioni della casa automobilistica relative alle emissioni di CO2. È quanto risulterebbe alla società francese Greenly, specializzata nelle misurazione dell’impronta di carbonio. A parlarne, in un ampio servizio, è il magazine ecologista online Green Planner. «Tesla – si legge – avrebbe sovrastimato di oltre il 40% i benefici ambientali attribuiti alla propria flotta elettrica nel 2023». Ecco allora sorgere non pochi interrogativi in tema di trasparenza. In sintesi, Tesla – secondo quanto riporta il magazine, facendo riferimento alle stime di Greenly – ha dichiarato di aver evitato l’emissione di 20 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, mentre il dato riscontrato riguarderebbe 10,2-14,4 milioni di tonnellate, quindi con una sovrastima tra il 26% e il 49%. Tesla a parte, «questo problema di trasparenza – come rileva Green Planner – potrebbe minare la credibilità di tutto il settore elettrico». Una domanda è legittima: si farebbe strada un Electric gate?Una considerazione è però d’obbligo: perché tutto questo viene a galla proprio ora e non prima che Musk fosse entrato a far parte dello staff di Donald Trump con tutto quello che ne è conseguito? Le rilevazioni di Greenly sul modo di calcolare le emissioni di CO2 (si parla di mancanza di trasparenza e di dati gonfiati) si aggiungono, infatti, ai già tanti problemi che affliggono la casa automobilistica Usa dalla fine del 2024.Martedì si conosceranno le immatricolazioni di Tesla a febbraio in Europa, dopo la pesante caduta di inizio anno (-45,2%). Male l’azienda anche in Italia: -54,5% a febbraio e -44,5% nei primi due mesi del 2025. Negli Usa, invece, il calo nel mese scorso sarebbe stato del 10 per cento. Una situazione molto difficile originata da atteggiamenti di protesta, ma anche ideologici da parte degli automobilisti.Negli Usa, in proposito, c’è chi si disfa della propria Tesla sulla scia delle polemiche per i tagli di Musk, ribattezzato «Mr. Forbici», alla spesa federale. Tali vetture, infatti, hanno rappresentato l’1,4% delle permute totali fino al 15 marzo, rispetto allo 0,4% dello stesso mese del 2024, segnando il livello più alto mai toccato dal marchio. Dissenso e proteste riguardano anche gli investitori e la piazza: il prezzo delle azioni è sceso del 42%, mentre i lavoratori hanno manifestato davanti le concessionarie e non sono mancati atti di vandalismo come è capitato anche in Italia.In Germania sono preoccupati i taxisti al volante di una Tesla. Molti clienti, negli ultimi mesi, stanno scegliendo di non salire sull’automobile elettrica americana, contestando il sostegno di Musk al partito di destra AfD e la sua collaborazione con il presidente Usa. LEGGI TUTTO

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    Tim, Vivendi inizia a vendere: i francesi scendono al 18,37%

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    Primo passo di Vivendi nella vendita a rate della sua partecipazione in Tim, come anticipato nei giorni scorsi da Il Giornale, ed è ufficialmente scesa al 18,37% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto dell’ex monopolista (dal 23,75%) pari al 13,19% del capitale. Il gruppo francese, che vede Yannick Bolloré alla presidenza del consiglio di sorveglianza, ha comunicato ieri sera di «aver superato al ribasso il 18 marzo 2025 la soglia del 20% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto di Tim. A tale data deteneva il 19,32% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto dell’operatore di telecomunicazioni italiano e il 13,87% del capitale sociale». LEGGI TUTTO

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    Soges sbarca in laguna e guarda al futuro con fiducia

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    Il 2024 è stato un anno strategico per Soges Group caratterizzato dall’ingresso in Borsa Italiana su Euronext Growth Milan, il mercato dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita. Questo passaggio ha contribuito allo sviluppo del gruppo, aumentando la visibilità del brand e dotandolo di solidità finanziaria. Parallelamente, l’azienda ha ampliato la propria presenza nel settore dell’hôtellerie di alta gamma con diverse acquisizioni, tra cui il Park Hotel Chianti, l’Hotel Malaspina a Firenze e il Borgo di Cortefreda nel Chianti. Inoltre, l’acquisizione dell’Hotel Bretagna, struttura storica situata sul Lungarno Corsini a Firenze.Questa crescita si riflette anche nei numeri: il gruppo ha registrato ricavi consolidati pro-forma per circa 24 milioni di euro, con un EBITDA margin del 12,8%. Il valore della produzione ha toccato 23,9 milioni di euro, mentre l’EBITDAR ha raggiunto 6,6 milioni di euro. Nonostante i costi straordinari legati alla quotazione e alle acquisizioni, l’EBITDA si è attestato a 3 milioni di euro, confermando la solidità del modello di business, mentre il risultato netto ha toccato 1,1 milioni di euro.”Il 2024 è stato per Soges Group un anno molto importante che ha segnato in modo significativo la storia della Società” ha commentato Andrea Galardi, CEO di Soges Group. “Abbiamo infatti rafforzato il nostro portafoglio con acquisizioni strategiche e abbiamo accresciuto significativamente la nostra size e la nostra marginalità”. LEGGI TUTTO

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    Fincantieri e Gdf insieme per la legalità: siglato un protocollo d’intesa

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    Un accordo strategico per tutelare la legalità, con un focus particolare sulla prevenzione e il contrasto all’illegalità economico-finanziaria, alle frodi, alla corruzione e al lavoro irregolare. Fincantieri, gruppo leader mondiale nella costruzione di navi ad alta complessità guidato dall’amministratore delegato Pierroberto Folgiero, e la Guardia di Finanza hanno firmato oggi un Protocollo d’Intesa volto a rafforzare la collaborazione per la prevenzione e il contrasto delle infiltrazioni criminali e delle irregolarità nel settore economico e produttivo. L’intesa prevede azioni mirate presso tutte le sedi delle unità produttive di Fincantieri, permettendo uno scambio capillare e sistematico di dati e informazioni utili per attività di prevenzione, tra la Società e gli organi territoriali della Guardia di Finanza.Alla cerimonia di firma del protocollo, presso la sede del Comando Generale della Guardia di Finanza, sono intervenuti Biagio Mazzotta, presidente di Fincantieri, e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, a testimonianza dell’importanza di questa iniziativa. Tra i presenti anche Enrico Pirastru, Senior Vice President Security di Fincantieri.L’accordo consentirà di rafforzare gli scambi di dati e notizie utili a forte valenza preventiva tra Fincantieri e gli organi territoriali della Guardia di Finanza, istituzionalizzando una collaborazione d’eccellenza e rafforzando la tutela della regolarità e della trasparenza del proprio indotto. Il parternariato, inoltre, non solo permetterà di accrescere l’efficacia delle azioni rispettive, ma faciliterà anche l’individuazione di settori e fenomeni ad alto rischio. Fincantieri, in qualità di azienda di rilevanza strategica, potrà accedere a forme avanzate di partnership pubblico-privata, fondamentali per la protezione dell’industria e della sicurezza nazionale.La collaborazione rientra nel quadro delle azioni già intraprese da Fincantieri per garantire i più alti standard di integrità e trasparenza. In particolare, si inserisce nel contesto del Protocollo quadro nazionale di Legalità firmato con il Ministero dell’Interno. Il Gruppo triestino continua così a rafforzare il proprio impegno verso il legame tra l’impresa e la comunità, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. “Legalità e sostenibilità – si legge in una nota di Fincantieri – non sono solo valori etici, ma leve strategiche che rafforzano le aziende potenziandone la competitività, favorendo la creazione di valore condiviso, attraendo talenti e assicurando risorse fondamentali per una crescita a lungo termine”. LEGGI TUTTO

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    Bending Spoons acquisisce Komoot, app del trekking da 45milioni di utenti

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    Komoot, la piattaforma digitale tedesca da oltre 45 milioni di utenti specializzata nella pianificazione di percorsi per gli amanti dell’avventura, ora parla italiano. Bending Spoons, azienda tecnologica con sede a Milano, ha annunciato oggi di aver completato l’acquisizione dell’app che contiene le mappe e i sentieri da trekking di tutto il mondo. L’azienda guidata dal Ceo e fondatore Luca Ferrari arricchisce così il proprio portafoglio di prodotti tecnologici digitali, tra cui Brightcove, Evernote, Meetup, Remini, StreamYard e WeTransfer, utilizzati da più di 300 milioni di persone ogni mese.”Siamo profondamente colpiti dai risultati ottenuti da komoot negli ultimi diciassette anni e guardiamo con entusiasmo al suo potenziale di crescita futura. Grazie alle competenze e alla piattaforma tecnologica di Bending Spoons, siamo certi di poter accompagnare komoot in un percorso di crescita e consolidamento per molti anni a venire”, ha commentato lo stesso Ferrari. Le app mobili e la piattaforma di Komoot, che offrono strumenti avanzati per la pianificazione degli itinerari e la navigazione, sono diventate un riferimento per milioni di appassionati del settore. La sfida è ora quella di allargare ulteriormente quella community attraverso i servizi digitali offerti.”Da 17 anni lavoriamo per rendere le avventure outdoor accessibili a tutti. Partendo da umili inizi nelle nostre stanze da studenti, abbiamo costruito komoot da zero e l’abbiamo fatta crescere fino ad avere 45 milioni di utenti, diventando la principale piattaforma del suo genere in Europa. Komoot ispira milioni di persone a esplorare gli spazi aperti, migliorando il benessere fisico e mentale, e continua a crescere in tutto il mondo. Tuttavia, ciò che ci ha portato fin qui non basta per fare il passo successivo”, ha dichiarato Markus Hallermann, Ceo e co-fondatore di komoot. “Far scalare un’azienda richiede una mentalità e delle abilità diverse rispetto a quelle necessarie per fondarla. Ecco perché riteniamo che Bending Spoons, con le sue competenze uniche nell’innovazione e nella crescita delle piattaforme, sia il partner ideale per guidare komoot verso il futuro”, ha aggiunto.Gli investitori che hanno sostenuto il percorso di komoot sono: Krw Schindler, Outdoor Secondary, Mbg Beteiligungsges. Berlin-Brandenburg e Lp Capital (Liquid Partners). Perella Weinberg Partners ha agito in qualità di advisor finanziario esclusivo di komoot, mentre Osborne Clarke si è occupato della consulenza legale. Bending Spoons si è avvalsa del supporto di Freshfields in qualità di advisor legale. La due diligence finanziaria e fiscale è stata condotta da Ey Advisory S.p.A. JP Morgan e Intesa Sanpaolo hanno agito in qualità di advisor finanziari. LEGGI TUTTO

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    Webuild: posati i primi km della linea ad alta velocità Napoli-Bari

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    La linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari, che collegherà le due città in 2 ore contro circa le 4 attuali, inizia a concretizzarsi. È stata completata la posa dei primi due chilometri di binari in partenza dalla stazione di Acerra, in provincia di Napoli. I lavori, realizzati da Webuild per conto di RFI (Gruppo FS Italiane), proseguiranno nei prossimi mesi verso Cancello, in provincia di Caserta, e il completamento della tratta Napoli-Cancello, complessivamente 15,5 km di binari, è previsto entro la fine dell’estate. Intanto, sempre su questa tratta, procede spedito lo scavo della galleria Casalnuovo, che ha superato il 60% di avanzamento complessivo. L’intervento, che attraversa un territorio fortemente urbanizzato, è condotto in atmosfera iperbarica, fa sapere Webuild. Si tratta di una tecnica di scavo innovativa e sostenibile utilizzata per la prima volta in Italia nell’ambito della costruzione di gallerie che interagiscono con la falda acquifera.Nell’ultima fase i lavori porteranno i nuovi binari a servizio della stazione di Napoli-Afragola, che diventerà così un nodo strategico del sistema di trasporti regionale e nazionale, consentendo l’integrazione tra le reti ferroviarie suburbane, regionali e le linee storiche con il sistema di alta velocità. “Con l’attivazione della tratta e l’entrata in funzione delle nuove stazioni di Acerra e Casalnuovo e della fermata Centro Commerciale previste sul tracciato, – ha anticipato Webuild – sarà possibile da inizio 2026 incrementare l’accessibilità al sistema ad alta velocità per un vasto territorio dell’area metropolitana di Napoli compreso tra le città di Casoria, Casalnuovo, Afragola, Caivano e Acerra, grazie all’interconnessione tra le linee regionali e la stazione alta velocità di Napoli-Afragola”.Tutti i numeri della linea che collegherà Napoli e Bari in sole 2 ore145 km complessivi, 9 gallerie, 25 viadotti e 16 tra nuove stazioni e fermate. Questi i principali numeri che caratterizzano la futura linea ad alta velocità Napoli-Bari. Al termine dei lavori sarà una infrastruttura di mobilità strategica per l’intero Sud Italia, collegando Napoli e Bari in due ore contro circa le quattro attuali, e riducendo significativamente le distanze tra Campania, Puglia e il resto del centro-nord Italia. LEGGI TUTTO

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    FedEx teme indebolimento del commercio globale, tagliate stime su utili e ricavi

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    L’impatto della guerra commerciale sull’economia globale si fa già sentire su Fedex, il principale spedizioniere al mondo, che ha snocciolato risultati trimestrali deludenti e ha tagliato le sue previsioni di profitto e fatturato annui, per la terza volta consecutiva, proprio a causa dell’incertezza legata alla futura domanda di consegne. Immediata la reazione del titolo, che nella sessione after hours di Wall Street ha segnato una caduta di oltre il 5% e nel pre-market mostra una flessione di 7 punti percentuali, suggerendo un avvio particolarmente difficile nella seduta di oggi. Una debolezza che andrebbe ad aggiungersi al -12% lasciato sul parterre da inizio anno.I segnali di incertezza sull’evoluzione del quadro macro sono già visibili nella trimestrale dell’azienda di Memphis, che ha evidenziato risultati in crescita ma inferiori alle attese degli analisti. Il gigante delle spedizioni, considerato un barometro economico, ha riportato nel terzo trimestre fiscale ricavi in aumento del 2% a 22, 2 miliardi di dollari, e un utile rettificato (cioè depurato dalle voci straordinarie) di 1,09 miliardi di dollari, o 4,51 dollari per azione, in miglioramento rispetto ai 970 milioni di dollari, o 3,86 dollari per azione, dell’anno precedente, ma inferiore alle aspettative di Wall Street. L’amministratore delegato, Raj Subramaniam, ha dichiarato che la società ha dovuto affrontare “un ambiente operativo molto impegnativo, tra cui una stagione di punta compressa e gravi eventi atmosferici”.La debole domanda e l’incertezza dell’economia, mentre l’amministrazione Trump impone tariffe ai partner commerciali, hanno spinto il gruppo a tagliare le sue previsioni per l’intero anno. Ora, lo spedizioniere internazionale si aspetta che il fatturato annuale possa essere leggermente inferiore rispetto all’anno passato (da piatto a leggermente inferiore, in peggioramento rispetto alla precedente previsione di “circa piatto”). La società di consegna pacchi ha rivisto al ribasso anche le sue previsioni per l’utile rettificato a un range compreso tra 18 e 18,60 dollari per azione, sotto ai 18,95 dollari di consenso degli analisti. Già a dicembre FedEx aveva limato le sue stime di profitto per l’anno fiscale che si concluderà nel maggio 2025, portandole a 19-20 dollari per azione, rispetto all’obiettivo iniziale di 20-22 dollari per azione, a causa dell’inflazione che aumenta i costi e dell’incertezza legata alla futura domanda di consegne. LEGGI TUTTO