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    Rafforzata la tutela per i ministri Tajani, Bernini e Valditara dopo le recenti minacce

    Tutela rafforzata per i ministri Antonio Tajani, Anna Maria Bernini e Giuseppe Valditara dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni. La notizia è stata anticipata dal Corriere della Sera. Al ministro degli Esteri è stata recapitata una lettera minatoria da un gruppo pro Palestina. I ministri dell’Università e dell’Istruzione sono da tempo oggetto di contestazione da parte dei movimenti studenteschi, come si è visto ieri in modo plateale in diverse città. Le autorità di pubblica sicurezza hanno quindi disposto un incremento del dispositivo di tutela per i tre esponenti del governo. LEGGI TUTTO

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    Gestazione per altri, legge da lunedì in Gazzetta. Ass. Coscioni: “Già pronti i ricorsi”

    Approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 16 ottobre, la legge è stata firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella il 4 novembre, prima della partenza per la sua visita in Cina. Il ddl, che entrerà in Gazzetta ufficiale lunedì 18 novembre, introduce il divieto di praticare la Gpa non solo in Italia, dove è illegale, ma anche all’estero, nei Paesi dove invece la pratica è legittima. “OLtre 50 coppie pronte ai ricordi”, dichiara l’Associazione Luca Coscioni

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    Il disegno di legge per rendere la maternità surrogata un “reato universale” sarà in Gazzetta ufficiale lunedì 18 novembre. Approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 16 ottobre, la legge è stata firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella il 4 novembre, prima della partenza per la sua visita in Cina. Il ddl introduce il divieto di praticare la gestazione per altri non solo in Italia, dove è illegale, ma anche all’estero, nei Paesi dove invece la pratica è legittima.

    Cosa prevede la legge

    La norma che rende la maternità surrogata un reato universale modifica l’articolo 12 della legge 40 del 19 febbraio 2004. Tale articolo prevede, al comma 6, che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mi a un milione di euro”.
    Oltre 50 coppie pronte ai ricorsi
    “Siamo pronti a difendere tutte le coppie danneggiate da questa legge ingiusta e irragionevole. Porteremo la nostra e la loro battaglia nei tribunali e in ogni sede adeguata, con l’obiettivo di ristabilire un’opportunità offerta dalla scienza, che una normativa cieca e brutale pretende di condannare come reato universale”. Lo hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, dell’Associazione Luca Coscioni, specificando che attualmente “sono più di 50 le coppie che da tutta Italia si sono rivolte al team legale dell’Associazione Luca Coscioni, preoccupate per le conseguenze che la legge potrà avere sul loro progetto di famiglia”.  LEGGI TUTTO

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    Autonomia differenziata, Emiliano: «Tutti sollevati per la decisione della Consulta»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura“Sono tutti sollevati” dalla decisione della Corte costituzionale sull’autonomia “anche il presidente del Consiglio ed esponenti della maggioranza di governo, dall’aver fermato un disegno che avrebbe demolito l’unità nazionale”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante una conferenza stampa convocata ieri mattina a Bari per commentare l’esito del ricorso contro la Legge Calderoli sull’autonomia differenziata, presentato alla Corte costituzionale nei mesi scorsi dalla Regione Puglia e dalle regioni Toscana, Sardegna e Campania.“La Corte Costituzionale ha cancellato diverse disposizioni della legge Calderoli”, ha sottolineato Emiliano. “Prima fra tutte, la possibilità che possano essere trasferite materie o blocchi di materie, visto che la Corte saggiamente ritiene che la devoluzione dell’autonomia debba riguardare solamente specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, alla luce del principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e Regioni. Questo è un colpo alla legge Calderoli. L’autonomia differenziata deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici ad assicurare una maggiore responsabilità politica ed a rispondere al meglio alle attese e ai bisogni dei cittadini”.Loading…Emiliano “Abbiamo salvato l’unità nazionale”“I giudici della Consulta ritengono che vada in contrasto con la Costituzione anche la possibilità di utilizzare decreti interministeriali per modificare le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista dalla legge Calderoli per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito.Censurata dalla Corte anche “la facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica”.Consulta allineata all’interpretazione delle RegioniMa c’è di più. Le norme della legge Calderoli che sono sopravvissute alla mannaia della Corte sono state interpretate nel senso voluto dalla Puglia e dalle altre regioni ricorrenti. Quindi il ko è totale, sia delle norme che sono state cancellate per incostituzionalità, sia per le norme rimaste dei punti che sono state interpretate in conformità alla Costituzione diversamente da quello che avrebbe voluto il Governo. LEGGI TUTTO

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    Da Modi a Milei, Meloni vola al G20 in Brasile per tessere la sua tela con i filo-Trump

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaSarà uno degli ultimi vertici internazionali a cui Giorgia Meloni parteciperà nella doppia veste di premier e di presidente di turno nel G7. Ma questo G20 a Rio de Janeiro del 18-19 novembre è anche il primo summit che vede riuniti i principali leader del mondo dopo la vittoria di Donald Trump.Occasione di Meloni per fare il punto con gli alleatiSarà quindi per Meloni anche l’occasione di fare il punto con i propri alleati, a partire da quelli con cui c’è maggiore sintonia, vedi il primo ministro indiano Narendra Modi, tra i primi a congratularsi con il tycoon per il suo ritorno alla Casa Bianca. Con Modi la premier ha fin dall’inizio del suo arrivo a Palazzo Chigi coltivato un rapporto privilegiato. Lo stesso vale anche per il presidente argentino Javier Milei che era già stato ospite a Roma a febbraio scorso e poi a luglio al vertice del G7 di Borgo Egnazia. Ora tocca a Meloni che Milei ha invitato per una visita ufficiale a Buenos Aires subito dopo la conclusione del summit dei Grandi del mondo. L’obiettivo è certo quello di rafforzare le relazioni commerciali ma anche politiche.Loading…La vittoria di Trump modifica gli equilibriLa vittoria di Trump è destinata a pesare e a modificare in modo sostanziale gli equilibri che hanno dominato negli ultimi anni e anche durante il primo mandato dell’esponente repubblicano. Ora lo scenario è molto più incerto. A questo G20 a rappresentare gli Usa è ancora l’amministrazione di Joe Biden. Ma certo chissà cosa potrebbe dire il neo ministro della Sanità Usa, Robert Kennedy, noto per le sue posizioni antiscientifiche e no-vax, a proposito di una delle iniziative chiave proposte dalla presidenza brasiliana: la creazione e il finanziamento all’interno dell’organizzazione di un’alleanza internazionale per la produzione locale e regionale di vaccini e medicinali, per aiutare i Paesi che storicamente hanno avuto difficoltà ad accedere a questi immunizzatori.Le complessità nell’avvio del nuovo corso del tycoonLa fase di transizione per il passaggio di consegne e l’ingresso ufficiale di Trump alla Casa Bianca a gennaio prossimo servirà a tentare di prendere le misure dell’avvio di questo nuovo corso anche a Meloni. Qualcosa in realtà già si è visto. Le dichiarazioni dure di Elon Musk contro i giudici italiani, il silenzio (imbarazzato) della premier rotto dalla presa di posizione del capo dello Stato Sergio Mattarella a difesa della sovranità del Paese. Meloni è prudente. Nonostante Trump sia uomo di destra e quindi ideologicamente vicino, l’imprevedibilità del neo presidente ma soprattutto le sue prese di posizione su un inasprimento dei dazi verso le merci provenienti dall’Europa e sull’aumento delle spese per la Difesa dei Paesi Nato ( e quindi anche dell’Italia) non consentono sonni tranquilli per la vittoria del tycoon neppure a chi della destra è la leader. LEGGI TUTTO

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    Il M5s rottama Grillo e sceglie il campo progressista. Ma impone al Pd i suoi “principi non negoziabili”

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaChi siamo? Da dove veniamo? Che cosa vogliamo? Dove vogliamo andare? Con chi vogliamo andare dove vogliamo andare? Ma, soprattutto, vogliamo liberarci di Beppe Grillo?Già, perché i quesiti su cui si dovrà esprimere nel week end l’assemblea nazionale del M5s, selezionati da oltre 300 delegati e raggruppati in 12 mega questioni dal Consiglio nazionale nei giorni scorsi, vanno inequivocabilmente nella direzione del superamento del grillismo. Non solo l’ultimo tabù dei 5 Stelle della prima ora, ossia il limite dei due mandati consecutivi per le cariche elettive nel nome di “uno vale uno” e dell’anticasta, sarà sicuramente superato (le opzioni sono varie ma la direzione è quella); ad essere superato sarà probabilmente lo stesso Grillo, attuale Garante e cofondatore del movimento assieme allo scomparso Gianroberto Casaleggio nell’ormai lontano 2009.Loading…La scelta è tra “eliminazione” di Grillo e suo forte ridimensionamentoTra le prime questioni che gli iscritti si troveranno davanti c’è la scelta tra “eliminazione del ruolo del Garante”, scelta A e quindi implicitamente la preferita dell’attuale dirigenza, oppure “mantenimento del ruolo del Garante”. Tuttavia lo status quo non è contemplato, perché in caso di mantenimento gli iscritti dovranno scegliere una o più di tre opzioni, tutte limitative dei poteri attuali. Eccole: 1) Vuoi che i suoi poteri siano limitati abrogando il n. 2 della lett. a) dell’art. 12 dello Statuto: “ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto”; 2) Vuoi che, al pari delle altre cariche associative, il ruolo del Garante abbia una durata definita, pertanto, le parole ”a tempo indeterminato” contenute nella lett. c) dell’art. 12 dello Statuto sono sostituite dalle seguenti “per un periodo di 4 anni rinnovabile per non più di due mandati consecutivi”, con effetto dalla data di approvazione; 3) Vuoi che il Garante ricopra un ruolo esclusivamente onorifico, pertanto tutte le norme statutarie che gli attribuiscono specifici poteri andranno sostituite riconoscendogli una funzione di natura consultiva.Ben che vada a Grillo, già avvertito che il suo contratto da 300mila euro l’anno per le attività di comunicazione non sarà rinnovato, resterà una carica onorifica e a tempo determinato e non più a vita come quella del Papa.Il cambio di nome e simbolo? Conte rimanda la scelta a quadro giuridico più chiaroDel tanto discusso cambio di nome e simbolo, infine, non c’è traccia nelle questioni che saranno sottoposte agli iscritti. O meglio, non c’è alcuna nuova ipotesi tra cui scegliere, ma si propone solo di permettere il cambio del simbolo non più su proposta del presidente di concerto con il Garante bensì su proposta del presidente o del Garante. Tradotto: Conte potrà proporlo anche da solo e contro la volontà di Grillo. Ma Conte non ha interesse a cambiare il marchio storico: lo farà solo se al termine del processo costituente Grillo dovesse decidere di fare causa per la proprietà del simbolo. LEGGI TUTTO

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    Polemica su Delmastro: “Gioia nel non far respirare detenuti su auto polizia”. VIDEO

    Il sottosegretario alla Giustizia, a un evento di presentazione di nuovi mezzi di massima sicurezza in dotazione alle forze dell’ordine, ha definito “una gioia” che i cittadini sappiano come “incalziamo chi sta dietro quel vetro e non lo lasciamo respirare”. C’è chi, tra le opposizioni, ne chiede le dimissioni. Così fanno Matteo Renzi e Angelo Bonelli, che parlano di frasi “orribili”. Il responsabile organizzazione di Fdi, Donzelli, contrattacca: “Polemiche surreali, sinistra vuole indebolire la difesa del 41 bis”

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    Nuova bufera per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sotto torchio per il suo intervento a un evento in cui è stata esposta l’auto in dotazione alle forze dell’ordine per il trasporto di detenuti al regime del 41 bis e di alta sicurezza. “È per il sottoscritto un’intima gioia l’idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con sopra il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria e far sapere ai cittadini come noi sappiamo trattare e incalziamo chi sta dietro quel vetro e non lo lasciamo respirare”, ha detto due giorni fa Delmastro. Il filmato con le sue parole ha iniziato a circolare in rete e contro il sottosegretario si sono scatenate le polemiche dei membri dell’opposizione di governo: c’è chi, come Matteo Renzi e Angelo Bonelli, ne chiede anche le dimissioni. Fratelli d’Italia, partito di Delmastro, ne prende invece le difese. “Polemiche surreali”, taglia corto Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione del partito di Giorgia Meloni.

    Renzi e Bonelli chiedono le dimissioni di Delmastro

    “Il giorno in cui il sottosegretario Delmastro si vergognerà sarà comunque troppo tardi. Ma intanto che si dimetta, subito”, ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che definisce le parole di Delmastro “vergognose, orribili, indegne di un uomo che dovrebbe rispettare la Costituzione e lo Stato di diritto”. Simili i toni del portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. È “raccapricciante”, dice, il fatto che il sottosegretario alla Giustizia “esprima gioia nel non far respirare chi è dietro il vetro di un’auto della polizia penitenziaria”. Per Bonelli nelle parole di Delmastro – “frasi così prive di umanità” – c’è “un chiaro riferimento alla violenza e alla tortura nei confronti dei detenuti”.
    Di Biase (Pd): “Meloni ci dica se queste frasi sono compatibili con il suo governo”
    Diverse le voci del Pd che si scagliano contro Delmastro. Tra queste anche la deputata Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, secondo cui le frasi che stanno circolando “smascherano l’ossessione repressiva di questo governo, incapace di adottare provvedimenti nonostante il record negativo di suicidi in carcere”. E lancia una sfida alla premier: “Ora Meloni ci dica se Delmastro e le sue idee sono compatibili con il suo governo”. Anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi è intervenuto sulla vicenda, evidenziando parole “indecenti, degne di un regime sudamericano”, anche considerando gli “80 suicidi in carcere” di quest’anno. Oltre la politica, anche l’Associazione nazionale partigiani attacca e richiama alle dittature del Sud America: “Per Andrea Delmastro l’idea di non lasciar respirare i detenuti è un’intima gioia. Un uomo in preda a questi deliri da macellaio sadico non può fare il sottosegretario alla giustizia. Crede di stare nel Cile di Pinochet. Fuori Delmastro dalle istituzioni repubblicane”. LEGGI TUTTO

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    Mattarella: “Ho promulgato leggi che non condividevo, poteri dello Stato non contrapposti”

    “Sì ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare”. Questo uno dei passaggi nel discorso che oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato a Roma, nell’ambito dell’evento “25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori”.

    “I poteri dello Stato non sono fortilizi contrapposti”

    “Essere arbitro significa sollecitare al rispetto delle regole tutti gli altri organi costituzionali dello Stato e significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario”, ha sottolineato ancora Mattarella nel suo intervento. “Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l’uno all’altro, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con il suo compito e rispettando quello altrui. E’ il principio del check and balance”. 
    “L’unità non è l’antitesi della contrapposizione”
    Mattarella, poi, ha voluto fare un focus proprio sul ruolo del Presidente della Repubblica, il quale “comporta una imparzialità, anche con richiami indispensabili all’unità e alla coesione, che non è l’antitesi della dialettica politica, della differenza delle posizioni, ma è il quadro in cui questo confronto, talvolta nella contrapposizione, si articola, in una cornice di unità, di interesse generale del paese”. Per poi aggiungere: “L’immagine del Presidente della Repubblica come arbitro l’ho usata anche io, e ho detto che anche i giocatori devono aiutarlo nell’applicazione delle regole, la pluralità nell’aspetto delle regole è fondamentale”.
    Il tema dell’astensione
    Tra i temi toccati dal Presidente della Repubblica anche quello legato all’astensione elettorale. “Il continuo decremento della partecipazione al voto, l’astensione è molto alta fra i giovani, è un segnale allarmante, tutti devono interrogarsi. Talvolta ho l’impressione che fra le forze politiche ci sia attenzione maggiore per chi vota, il problema principale del nostro Paese è chi non vota, serve attenzione per indurlo a partecipare. La democrazia vive della partecipazione, se non c’è appassisce, sfiorisce. E non possiamo permettercelo. Bisogna capire per quali ragioni, sfiducia nel voto, indifferenza, dubbio che non serve  a nulla, o c’è un difetto comunicativo. Quello che sia va affrontato e colmato”, ha detto.
    Conflitti, calamità e Intelligenza Artificiale
    “Viviamo una stagione di grandi trasformazioni in un tempo fatto di emergenze, conflitti e calamità naturali ne conseguono talvolta instabilità e smarrimento”, ha poi riferito Mattarella. Trattando anche il tema legato all’IA, definito un sistema che “cambia la nostra vita, il nostro modo di ragionare: quindi occorre attrezzarsi per essere preparati perchè sia uno strumento che garantisca maggiore libertà e che non depaupera la consapevolezza umana. Quella umana ha consapevolezza e coscienza ed è quella che va tenuta sempre in cura maggiore”. 
    La fuga dei giovani
    Infine, ecco un passaggio sui cervelli all’estero. “Il problema non è andare all’estero, ma essere costretti a farlo, questo richiede degli interventi, ci si preoccupa di questo da tempo, ma occorrono strumenti efficaci perché i giovani non abbiano incentivi ad andare all’estero perché qua non hanno prospettive”, ha detto Mattarella

    approfondimento
    Tutte le volte che Mattarella ha difeso la sovranità nazionale LEGGI TUTTO

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    Mattarella: «A volte ho promulgato leggi che non condividevo»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«A volte sentite dire che c’è stato un appello al capo dello Stato perché non firmi una legge perché è sbagliata, oppure se la firma viene detto che la condivide. Tutte e due le affermazioni sono sbagliate». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto così agli studenti intervenuti a Roma al Salone delle Fontane, all’Eur, per celebrare i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. Lo ha fatto in risposta a una precisa domanda di uno studente. Andando dritto al punto: «Io sono un arbitro, al di fuori della contesa politica. Ma il compito del Capo dello Stato è quello di ricordare a tutti i limiti entro cui operano».Il ruolo «super partes» del ColleUn richiamo, insomma, al ruolo super partes del capo dello Stato che «interviene quando il meccanismo di inceppa. E può capitare». In tutto questo la domanda di Tommaso, studente di Padova, è sul come fa un uomo che ha attraversato tanti anni della politica italiana a mantenere fuori dalla porta le sue convinzioni, le sue idee. «Sì ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte; il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare».Loading…Davanti a un migliaio di studenti il capo dello Stato è arrivato senza un intervento preparato, ma ha risposto su temi come l’importanza della media literacy, lo sviluppo dello spirito critico, rischi e opportunità legati all’utilizzo crescente dell’Intelligenza Artificale nella nostra società, il ruolo super partes del Presidente della Repubblica nella nostra democrazia, i giovani italiano e il loro futuro nel Paese, i giovani e la politica.Il capo dello Stato come «arbitro imparziale»«Lo Statuto Albertino prevedeva che il potere legislativo fosse affidato alle due Camere e al re, che aveva anche il potere di sanzione per dire “non sono d’accordo su questa legge”», ha aggiunto Mattarella invitando a pensare al presidente della Repubblica come a un arbitro: «L’immagine l’ho usata anche io, e ho detto che anche i giocatori devono aiutarlo nell’applicazione delle regole, la pluralità nell’aspetto delle regole è fondamentale». Tutto questo «vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario» perché «ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che deve rispettare perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l’uno all’altro, ma elementi della Costituzione chiamati a collaborare, ciascuno con il suo compito e rispettando quello altrui. È il principio del check and balance».Tecnologia e informazioneIl tema della tecnologia e dell’intreccio con l’informazione è stato comunque centrale nell’ambito del pensiero che il capo dello Stato ha voluto trasferire ai giovani arrivati da tutta Italia per partecipare alle celebrazioni dell’attività dell’Osservatorio presieduto da Andrea Ceccherini. E l’affidarsi al web come «al medico di fiducia», è il grande pericolo da scartare dice Mattarella richiamando nel suo ragionamento, evidentemente anche se senza mai citarla, la tragica morte di Margaret Spada: la ragazza di 22 anni morta a Roma per un intervento di rinoplastica: «Bisogna evitare il rischio di affidarsi al web come fosse il medico di fiducia. Lo vediamo anche in questi giorni con conseguenze drammatiche. Ci sono circuiti pericolosi che catturano l’utente». LEGGI TUTTO