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    Dazi Usa, in campo Federmanager: “Pronti a difendere l’industria italiana”

    Si intensifica il dibattito sui dazi Usa sulle importazioni europee, una “minaccia” sull’economia dell’Ue e sull’export italiano. Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg1 in occasione dei 1000 giorni del suo governo, ha ribadito che va “scongiurata in ogni modo possibile una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, che non avrebbe alcun senso”. Il tema dei dazi è al centro del dossier gestito dalla Commissione europea, con l’obiettivo di trovare un accordo entro il 1° agosto. Valter Quercioli, presidente di Federmanager, l’associazione che rappresenta i dirigenti italiani, lancia un monito chiaro: “L’Unione europea deve agire come un blocco coeso di fronte alla guerra commerciale che rischia di compromettere il posizionamento delle produzioni italiane sull’importantissimo mercato USA”.L’aumento dei dazi al 30% annunciato da Donald Trump tramite una missiva indirizzata a Bruxelles, secondo Quecioli, non è “solo una minaccia economica, ma anche una sfida diretta per l’industria italiana che dovrà fare tesoro di questa prova comunque vada”. Se l’ipotesi dei dazi dovesse concretizzarsi, l’impatto economico sarebbe “molto significativo”, sottolinea il presidente di Federmanager. Oltre 35 miliardi di euro di esportazioni italiane dovrebbero infatti trovare nuovi mercati di sbocco. I settori più vulnerabili sono tra quelli “più strategici” per l’Italia: agroalimentare, farmaceutica, automotive e chimica. Federmanager è l’associazione più rappresentativa nel mondo della dirigenza e la voce di Quercioli è quella di migliaia di operatori dei settori chiave dell’economia italiana, che ora temono ripercussioni gravi.”Le perdite per l’agroalimentare potrebbero raggiungere i 2,3 miliardi di euro, con aumenti tariffari fino al 45% per i formaggi, 35% per i vini e 42% per le conserve e le marmellate. La farmaceutica, che rappresenta una parte significativa dell’export italiano, rischia danni superiori a 4 miliardi di euro”, ha proseguito il presidente Quercioli, prospettando le possibili conseguenze degli scenari economici. Proprio a fronte di questo, ha aggiunto, “la risposta deve essere unitaria e forte. I nostri manager sono già pronti ad attuare soluzioni alternative per le imprese in cui operano ma diventa fondamentale da parte delle istituzioni una strategia e degli investimenti per sostenerli in questa sfida complessa”. L’apertura a nuovi mercati, infatti, richiede “conoscenze, investimenti, un supporto concreto dalle rappresentanze e organismi che operano sul piano internazionale e, naturalmente, adeguate competenze manageriali”. LEGGI TUTTO

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    doValue accelera il proprio processo di crescita strategica con l’acquisizione di coeo, leader nell’ia

    doValue annuncia di aver sottoscritto un accordo vincolante (il “Sale and Purchase Agreement”) con Claimservco Holding B.V. (il “Venditore”), società affiliata a fondi gestiti da Waterland Private Equity (“Waterland”), e con altri azionisti di minoranza (Tom Haverkamp e il management di coeo), per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di coeo Group GmbH (“coeo”) per un corrispettivo complessivo che include: (i) un corrispettivo per cassa pari a €350 milioni (inclusiva della posizione finanziaria netta di coeo) e (ii) una componente earn-out pari a €40 milioni, da corrispondere nel 2028 subordinatamente al raggiungimento di specifici obiettivi finanziari. doValue ha raggiunto un accordo con un investitore affinché quest’ultimo acquisisca –subordinatamente al rispetto di determinate condizioni – il book di portafogli di coeo e potenzialmente i crediti futuri con lo scopo di mantenere un modello di business di puro servicing asset light.doValue ha siglato un accordo per il finanziamento dell’Operazione per un importo pari a €325 milioni – soggetto a determinate condizioni standard per operazioni analoghe – con un gruppo di banche internazionali sotto forma di finanziamento tramite una linea bridge-to-bond. doValue prevede di emettere nuove note senior secured al momento del closing o successivamente, al fine di finanziare l’Operazione o rifinanziare il finanziamento bridge-to-bond.Questa acquisizione amplia significativamente il portafoglio clienti di doValue, grazie alle consolidate relazioni di coeo con clienti blue-chip in diversi settori come l’e-commerce, il Buy Now Pay Later (BNPL), pagamenti, telecomunicazioni, gestione dei parcheggi ed energia. Con una presenza già consolidata in otto mercati, tra cui Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Belgio e Paesi Bassi, doValue è inoltre ben posizionata per entrare in nuove aree geografiche ad alto potenziale anche per lo sviluppo del proprio business tradizionale. Inoltre, doValue può accelerare l’espansione di coeo nei propri mercati del Sud Europa, dove doValue possiede una forte posizione strategica, visto l’interesse dei principali clienti di coeo a espandersi in questi mercati.Grazie a questa acquisizione, doValue accelererà l’attuazione della propria strategia di diversificazione delineata nel Piano Industriale 2024–2026, superando significativamente gli obiettivi prefissati in termini di diversificazione dei ricavi. In particolare, la piattaforma digitale di coeo – riconosciuta per l’eccellenza nella gestione digitale di crediti di origine non finanziaria e per la sua esposizione verso clienti multinazionali ad alto potenziale di crescita – fornirebbe al Gruppo la scala e il know-how necessari per competere in modo efficace ed efficiente in uno dei segmenti più dinamici del mercato del credito europeo, soprattutto nelle geografie più redditizie e mature.doValue ambisce inoltre a fare leva sull’ecosistema di intelligenza artificiale “cAI” – brand di cAI Technology GmbH, società interamente controllata da coeo con una comprovata esperienza nello sviluppo e nell’applicazione dell’intelligenza artificiale per utilizzo proprio nonché per prodotti a terze parti. Con lo sviluppo del proprio ecosistema di intelligenza artificiale “cAI”, coeo ha creato un potente set di strumenti per l’automazione dei processi aziendali basata sull’IA. La piattaforma consente la gestione completamente basata sull’IA delle interazioni con i clienti, sia scritte che telefoniche, senza alcun intervento manuale. In futuro, cAI può diventare il centro di eccellenza del Gruppo per lo sviluppo di soluzioni AI, a supporto sia delle attività di servicing di doValue sia del business digitale di recupero crediti di coeo.Sebastian Ludwig ed Elias Reitter, i CEO del Gruppo coeo, hanno commentato:“Entrare a far parte di doValue, società quotata, rappresenta il naturale passo successivo nel percorso di crescita di coeo: insieme, diamo vita alla principale piattaforma europea per la gestione del credito – basata sulla tecnologia, alimentata dall’intelligenza artificiale e con un focus costante sull’esperienza del cliente. Siamo estremamente orgogliosi di quanto costruito negli ultimi anni e profondamente convinti che, con doValue come nuova casa potremo portare coeo a un livello ancora superiore. La nostra decisione di reinvestire come azionisti rappresenta un chiaro segnale del nostro impegno di lungo periodo e della fiducia condivisa nel valore e nella visione di questo nuovo capitolo.”Manuela Franchi, CEO di doValue ha dichiarato:“L’acquisizione di coeo segna un passo fondamentale nell’evoluzione strategica di doValue, rafforzando la leadership del nostro Gruppo come piattaforma pan-Europea per la gestione del credito basata sulla tecnologia e sull’intelligenza artificiale. In un mercato che si sta rapidamente orientando verso modelli digitali e asset-light, doValue non si sta semplicemente adattando – sta invece guidando questo processo.Con coeo entriamo in segmenti di mercato ad alta crescita come il Buy Now Pay Later (BNPL) e l’e-commerce, ampliamo la nostra presenza nell’Europa continentale e settentrionale, e diversifichiamo la base clienti con nomi di multinazionali blue-chip attive in settori in rapida espansione. Questa operazione rafforza la nostra resilienza e ci consente di generare ricavi più stabili e ricorrenti lungo tutti i cicli economici.L’integrazione della piattaforma avanzata di intelligenza artificiale “cAI” accelererà la nostra trasformazione digitale, permettendoci di gestire volumi maggiori con efficienza e scalabilità superiori. Supportati da una solida struttura del capitale, una forte generazione di cassa e un chiaro percorso di riduzione della leva finanziaria, siamo nuovamente ben posizionati per creare un valore superiore per nostri azionisti e fissare nuovi standard nel settore della gestione del credito.coeo diventerà il brand di Gruppo su tutti i nostri mercati per una nuova business unit dedicata al recupero digitale e ai crediti di origine non finanziaria.Siamo inoltre lieti di accogliere il management di coeo all’interno del Gruppo doValue e apprezziamo profondamente la crescita raggiunta da coeo grazie alla loro leadership e visione strategica. La loro decisione di reinvestire nell’operazione rappresenta un forte segnale di allineamento e fiducia condivisa nella creazione di valore di lungo periodo da questa acquisizione”.coeo in breveFondata nel 2010, coeo è diventata una delle piattaforme digitali di gestione del credito più avanzate in Europa, con operatività in otto Paesi e una solida presenza nelle regioni DACH (Germania, Austria e Svizzera), Regno Unito, Benelux e nei paesi nordici. L’azienda è specializzata nel recupero digitale di crediti non finanziari, in particolare all’interno di segmenti di mercato a elevato potenziale di crescita come il Buy Now Pay Later (BNPL), e-commerce, mobilità e utilities. Gestisce ogni anno oltre 7 milioni di posizioni, per conto di una base diversificata di clienti multinazionali blue-chip.coeo è specializzata nella gestione di un elevato volume di crediti non garantiti, caratterizzati da rapido turnover e importi di piccola entità, operando prevalentemente nelle prime fasi iniziali di insolvenza con tassi di recupero costantemente elevati e tempi di recupero brevi. La piattaforma proprietaria di intelligenza artificiale, sviluppata dalla controllata cAI Technology GmbH con sede a Berlino, ha gi automatizzato fino al 65% delle richieste in entrata, migliorando in modo significativo l’efficienza operativa e la scalabilità.Storicamente, coeo ha adottato un modello ibrido in cui a una fase iniziale di puro servicing segue l’acquisto dei crediti. Sebbene questo approccio si sia dimostrato redditizio, sostenibile e autofinanziato, sotto la guida di doValue l’acquisto dei crediti attuali e futuri sarà affidato a un partner finanziario terzo, mentre coeo continuerà a gestire i portafogli, mantenendo così un modello operativo asset-light per il Gruppo.Tra il 2022 e il 20246 coeo ha registrato crescita (CAGR) pari a 26% e 34% rispettivamente sui ricavi e sull’EBITDA ricorrente. Nel 2024, coeo ha generato circa €75 milioni di EBITDA. A seguito dell’acquisizione, coeo contribuirebbe oltre il 35% ai ricavi 20246 e la Germania diventerebbe il terzo mercato più rilevante per il Gruppo, contribuendo per circa il 20% ai ricavi aggregati 20246, rafforzando ulteriormente la diversificazione geografica e il bilanciamento del business. I ricavi non-NPL raggiungerebbero circa il 55% dei ricavi di gruppo nel 2026, segnando un cambiamento significativo nella composizione del nostro business, maggiormente orientato verso segmenti a elevata crescita e più stabili e ricorrenti quali il Buy-Now-Pay-Later e l’e-commerce.Motivazioni strategicheL’acquisizione rappresenta un passaggio trasformativo nella roadmap strategica di doValue, pienamente allineato con il Piano Industriale 2024–2026 del Gruppo. L’operazione accelera in modo significativo la strategia di diversificazione, migliora le competenze tecnologiche e rafforza il profilo finanziario del Gruppo grazie all’ingresso in mercati ad alto potenziale di crescita e all’esposizione a clienti blue-chip multinazionali.coeo apporta una presenza significativa nel segmento dei crediti non finanziari, in particolare nei settori BNPL, e- commerce, mobilità e utilities, offrendo a doValue l’accesso a mercati in forte espansione e strutturalmente resilienti ai cicli macroeconomici. L’operazione consente inoltre di ampliare la base clienti del Gruppo, con clienti multinazionali blue-chip e introduce un profilo di ricavi altamente ricorrenti e visibili, nonché con un solido profilo di cassa.La complementarità geografica e di prodotto tra le due realtà apre a significative opportunità: doValue potrà scalare le proprie attività tradizionali di servicing nei mercati in cui opera coeo, beneficiando della solida piattaforma tecnologica del gruppo tedesco, mentre coeo potrà estendere il proprio modello digitale di recupero crediti nei mercati dell’Europa meridionale dove doValue è già ben posizionata.L’ecosistema proprietario di intelligenza artificiale di coeo, sviluppato da cAI Technology GmbH, diventerà un polo di eccellenza a livello di Gruppo per lo sviluppo interno di soluzioni IA, facendo dell’automazione e della tecnologia un vero abilitatore di creazione di valore per questa acquisizione. Insieme, doValue e coeo daranno vita a un Gruppo ad elevata diversificazione, tecnologicamente avanzato, in crescita e resiliente – con un posizionamento ideale per guidare l’evoluzione del mercato europeo della gestione del credito. Inoltre, nei Paesi in cui coeo è attiva, in particolare in Germania, si osserva un trend di incremento degli NPE bancari a seguito degli attuali sviluppi macroeconomici, che offre interessanti opportunità di crescita per il business più tradizionale di servicing di doValue nel segmento dei crediti deteriorati originati da istituzioni finanziarie e non dominato da operatori indipendenti.Termini principali dell’operazione e del finanziamentoIl corrispettivo per l’acquisizione di coeo prevede: (i) una componente cash iniziale pari a €350 milioni (inclusivi del debito netto da rifinanziare al perfezionamento) e (ii) una componente earn-out di €40 milioni, che sarà corrisposta nel 2028 subordinata al raggiungimento di determinati obiettivi finanziari. Il corrispettivo sarà ridotto del valore finale del book. L’acquisizione sarà soggetta ai consueti meccanismi di adeguamento del prezzo, basati sui conti finali al momento del perfezionamento.L’acquisizione sarò finanziata tramite una linea bridge-to-bond da €325 milioni, mentre la parte residua del corrispettivo iniziale sarà coperta attraverso la liquidità disponibile di doValue e dalla vendita dei portafogli nel bilancio di coeo. Al momento del perfezionamento, è previsto che doValue provveda al rifinanziamento integrale dell’indebitamento finanziario in essere e di altre passività relative a precedenti operazioni incluse nel perimetro coeo.Come prassi per operazioni di questa natura, l’acquisizione sarebbe effettuata tramite una nuova società veicolo, nella quale il management attuale di coeo intende reinvestire una parte dei proventi derivanti dal loro pacchetto di uscita.Impatto finanziarioGli obiettivi finanziari, di dividendo, e di leva finanziaria di doValue per il 2026 restano confermati, di conseguenza il Gruppo combinato è atteso possa generare nel 2026 ricavi consolidati su base aggregata7 di circa €800 milioni e un EBITDA esclusi elementi non ricorrenti attorno a €300 milioni. La leva finanziaria netta su base aggregata al closing, riferito al 2025, è stimato pari a 2,5x, con una rapida riduzione a 2,2x nel 2026 e 1,7x nel 2027, prima dei pagamenti di dividendi.Per l’esercizio 20268, grazie all’integrazione di coeo aumentiamo la nostra guidance sui ricavi di circa il 30% e l’EBITDA di circa il 20% partendo dal punto medio dell’intervallo di guidance.Si prevede che l’operazione abbia un effetto accrescitivo sull’EPS9 (escludendo eventuali sinergie) già a partire dal 2026, con un effetto migliorativo atteso oltre il 15%, e di oltre il 30% nel 2027. La solida struttura finanziaria consentirebbe a doValue di sostenere l’attuale politica di distribuzione dei dividendi, con la possibilità di aumentare il dividendo per azione grazie alla natura accrescitiva dell’operazione.Il Gruppo combinato si attende ulteriori benefici derivanti da sinergie di ricavo nel medio termine, che non sono attualmente incluse nella guidance del 2026, e che potranno derivare da: opportunità di cross-selling tra mercati e segmenti di clienti complementari; l’espansione del modello digitale di recupero di coeo nel perimetro dell’Europa meridionale di doValue; capacità di servire clienti globali su una gamma più ampia di crediti e giurisdizioni. Ulteriori benefici sono attesi dall’integrazione della piattaforma IA proprietaria di coeo, che permetterà al Gruppo di offrire soluzioni di servicing digitale ancora più avanzate a clienti attuali e futuri.Sebbene queste sinergie siano considerate strategicamente rilevanti, non sono state considerate nella valutazione dell’operazione, né nei calcoli sull’EPS, che si basano esclusivamente sul contributo finanziario stand-alone di coeo.Con l’aggiunta di coeo, il Gruppo doValue è ben posizionato per proseguire l’attuazione della strategia delineata nel piano industriale 2024-26 in termini di diversificazione di ricavi e clienti, di accesso a mercati ad alto tasso di crescita, di miglioramento della generazione di free cash flow, forte del suo solido track record di integrazioni dopo il completamento dell’integrazione di Gardant entro il 2025.Condizioni del closing e tempistica previstaIl completamento dell’Operazione è previsto entro gennaio 2026 ed è soggetto all’approvazione da parte delle autorità competenti nelle varie giurisdizioni in cui coeo è attiva.Conference callI dettagli dell’Operazione saranno presentati venerdì 18 luglio 2025, alle ore 11:00 CEST, durante una conference call tenuta dal top management del Gruppo.La conference call sarà accessibile in modalità webcast collegandosi al sito della Società www.doValue.it oppure al seguente link: https://87399.choruscall.eu/links/dovalue250718.htmlIn alternativa al webcast, è possibile partecipare alla conference call previa registrazione qui.La presentazione del top management sarà disponibile a partire dall’inizio della conference call sul sito www.doValue.it nella sezione “Investor relations”.AdvisorGoldman Sachs Bank Europe SE, Succursale Italia ha agito in qualità di advisor finanziario di doValue per l’Operazione, mentre l’assistenza legale è stata fornita dallo studio White & Case. KPMG ha supportato l’operazione con attività di due diligence finanziaria, fiscale e su aspetti legati a IT e Operations. UniCredit e Citi sono coinvolti in qualità di Global Coordinator del finanziamento. LEGGI TUTTO

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    Ilva, c’è l’ok ambientale. Urso: “Taranto è salva”

    «Mi è appena arrivato un messaggio dalla conferenza dei servizi, è stata approvata l’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, ndr), lo stabilimento di Taranto è salvo, la siderurgia italiana è salva». L’annuncio del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, è arrivato ieri pomeriggio dal palco della Cisl, durante il congresso della sigla sindacale.La nuova autorizzazione integrata ambientale Aia appena rilasciata (contrari Regione, Comune e Provincia) prescrive il limite di sei milioni di tonnellate annue di produzione per 12 anni e pone 470 prescrizioni. Si tratta, comunque, di un’autorizzazione temporanea, che andrà rivista a partire da agosto in base all’accordo di programma tra governo, enti locali di Taranto e Regione Puglia sulla decarbonizzazione della fabbrica. Per la definizione di questo accordo, Urso ha convocato per il 31 luglio l’incontro conclusivo. Il vero successo sarà, dunque, la versione definitiva; ma il documento rilasciato ieri serve per non far eseguire al tribunale di Milano la chiusura dello stabilimento tarantino.Lo stesso ministro, poco prima di dare l’annuncio, aveva spiegato che l’autorizzazione è una sorta di «ponte» in attesa che venga approvato il piano di piena decarbonizzazione, «perché io non posso imporre al comune di Taranto la nave rigassificatrice, è competenza del Comune, né posso fare una gara sapendo che il comune si oppone ad un fattore abilitante. Nessuno investe se non ha certezza che l’investimento si realizzi».Intanto, l’Ombudsman europeo – ovvero l’organo che indaga sulla cattiva amministrazione delle istituzioni Ue – ha avviato un’indagine sulla Commissione Ue per la presunta inazione nei confronti dell’Italia sul caso ex Ilva, nonostante la procedura d’infrazione aperta nel 2013 per violazioni delle norme Ue sulle emissioni industriali e sull’ambiente. Lo ha comunicato lo stesso Mediatore in una lettera a Ursula von der Leyen. L’Ombudsman chiede a Bruxelles, entro il 30 settembre, un resoconto dettagliato delle misure adottate a partire dall’invio della prima lettera di costituzione in mora a Roma. Ai fini dell’indagine, il team incaricato dall’Ombudsman, Teresa Anjinho, dovrà esaminare l’intero fascicolo relativo alla procedura d’infrazione sempre entro il 30 settembre. LEGGI TUTTO

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    Stellantis punta al Marocco e raddoppia la produzione

    Focus di Stellantis sul business nordafricano. Lo stabilimento di Kenitra, in Marocco, punta a raggiungere un milione di veicoli prodotti annualmente entro il 2030. Lo stesso obiettivo, ormai divenuto utopico, che il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, aveva posto all’ex ceo del gruppo Carlos Tavares per il nostro Paese.Grazie a un investimento di 1,2 miliardi l’impianto marocchino si concentrerà sulla realizzazione di piccoli mezzi a batteria, nuove alimentazioni ibride leggere (350mila unità l’anno) e nuovi veicoli elettrici a tre ruote (65mila l’anno) a partire da questo mese. Il tutto destinato ai mercati locali. Stazioni di ricarica ad alta capacità saranno inoltre disponibili all’interno dell’impianto. Aumentata la capacità produttiva dei quadricicli, tra cui la Fiat Topolino, fino a 70mila unità nei 12 mesi. A lavorare ai progetti sono quttromila tra ingegneri e tecnici.A darne notizia è stata l’agenzia egiziana Map ripresa e subito rilanciata da Bloomberg. Immediate le reazioni politiche in Italia: dal vicepremier Matteo Salvini («Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa», vista la situazione in Italia) a Carlo Calenda, di Azione («Si chieda conto al signor John Elkann dell’ennesima presa per i fondelli»).Il piano che trova ora attuazione fa comunque parte della strategia che Stellantis ha messo a punto prima della nomina di Antonio Filosa a ceo. Nella visione del gruppo, infatti, il Marocco rappresenta uno snodo importante dal punto di vista geografico grazie, soprattutto, a infrastrutture logistiche come il porto di Tangeri Med situato a 14 chilometri dalla Spagna, sulla via di transito tra Africa, Europa e Americhe.Il progetto di Stellantis mira a far diventare il sito di Kenitra un grande hub per l’elettrificazione. All’inizio del 2026, inoltre, è previsto lo sbarco della piattaforma «Smart-car», la stessa che ha dato vita alla Fiat Grande Panda prodotta in Serbia. LEGGI TUTTO

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    Moneta, pmi soffocate dai resi Amazon

    Pmi italiane messe all’angolo dal gigante Amazon. Costrette a piegarsi a regole imposte dal big Usa, tra cui la gestione dei resi, che si traduce in migliaia di pacchi restituiti con merce invendibile e commissioni esorbitanti. È questo il cuore dell’inchiesta, che apre il nuovo numero di Moneta, in edicola domani con Il Giornale, Libero e Il Tempo. L’indagine fa luce su un sistema che pesa sulle piccole imprese in un momento delicato per il commercio italiano, aggravato dalla minaccia dazi. La soluzione per l’export del Made in Italy potrebbe però risiedere in nuove rotte commerciali. A confermarlo, in un’intervista, è il viceministro delle Imprese, Valentino Valentini, che disegna scenari e strategie, tracciando una nuova mappa del commercio globale. LEGGI TUTTO

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    Muro Antitrust, Aponte scende da Moby. Msc cederà il suo 49% al gruppo Onorato

    Il colosso Msc di Gianluigi Aponte (nella foto) ha rinunciato ad acquisire la compagnia di navigazione Moby e cederà il 49% della società all’azionista di maggioranza, ovvero il gruppo Onorato.In particolare, come si legge nel documento pubblicato ieri dall’Antitrust, sono stati comunicati all’autorità “gli impegni alla cessione immediata del 49% detenuto nel capitale di Moby con rinuncia al corrispettivo a favore dell’azionista di maggioranza, alla rinuncia immediata al pegno sul 51% del capitale di Moby e alla cessione del credito verso Moby a società terza indipendente e/o abbattimento totale o parziale dello stesso in tempi brevi, già entro fine 2025”.L’Antitrust aveva avviato un’istruttoria lo scorso novembre nei confronti della Shipping Agencies Services (Sas) controllata da Msc, di Moby e di Grandi Navi Veloci (Gnv) per verificare l’esistenza di possibili restrizioni della concorrenza a seguito della prevista acquisizione di Moby. In particolare, il faro acceso dal Garante puntava ad accertare “possibili violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea”, che tutela appunto la concorrenza all’interno del mercato comune. L’indagine dell’Antitrust si concentrava sul legame strutturale tra le compagnie di navigazione Moby e Gnv e sul rischio di monopolio nelle rotte dei traghetti in particolare verso la Sardegna. La vicenda non è comunque ancora chiusa: come si legge ancora nel documento pubblicato dall’Agcm, serve prima una consultazione degli operatori del mercato ed “eventuali osservazioni sugli impegni presentati dalle società Sas, Gnv e Moby dovranno pervenire per iscritto entro e non oltre il 16 agosto 2025”. Poi, “eventuali rappresentazioni” da parte delle stesse tre società “della propria posizione in relazione alle osservazioni presentate da terzi sugli impegni, nonchè l’eventuale introduzione di modifiche accessorie agli stessi, dovranno pervenire per iscritto all’Autorità entro e non oltre il 15 settembre 2025”. LEGGI TUTTO

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    Caltagirone a Nagel: “Dici cose false”

    Volano gli stracci, comunicati e contro-comunicati sullo sfondo dell’Offerta pubblica di scambio di Mps su Mediobanca. Ieri per primo è sceso in campo l’azionista Francesco Gaetano Caltagirone per denunciare due affermazioni ritenute non veritiere dell’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, che aveva parlato di “anomalie” sul modo in cui il ministero dell’Economia ha venduto l’ultima tranche di azioni Mediobanca e su affermazioni che lasciavano intendere l’esistenza di un piano concordato a più passaggi tra i soci per mettere le mani su Mediobanca.Caltagirone si è focalizzato su dichiarazioni rilasciate nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione a maggioranza da parte del cda di Mediobanca del comunicato inerente all’offerta di Mps. “È falso – afferma la nota dell’imprenditore romano – che Caltagirone abbia realizzato significativi acquisti di azioni Mps ad aprile o comunque a ridosso della convocata assemblea del 17 aprile scorso, quando sarebbe stato compravenduto il 12% del capitale”. Allo stesso modo, prosegue il socio proprietario di circa il 10% di Mediobanca e Mps, “è falso che il Gruppo Caltagirone abbia offerto lo stesso prezzo degli altri aggiudicatari nella procedura di Abb con la quale in data 13 novembre 2024 il Mef ha ceduto partecipazioni in Mps, come dimostra il fatto che il prezzo offerto da Caltagirone era superiore a quello di aggiudicazione, il che dimostra che esistevano offerte a prezzo inferiore a cui il prezzo finale fissato dal bookrunner si è allineato”.Il desiderio di fare chiarezza probabilmente nasce anche in considerazione del fatto che è in corso un’indagine della Procura, che sta scandagliando le modalità di vendita di quel 15% di Mps poi finito proprio a Caltagirone (3,5%), Delfin (3,5%), Banco Bpm (5%) e Anima (3%). A maggior ragione in giorni in cui l’Ops su Mediobanca è in corso e gli investitori potrebbero essere disorientati. Nel tardo pomeriggio, tuttavia, è arrivata la replica di Mediobanca che respinge le accuse di falso a Nagel confermando l’affermazione sugli acquisti di Mps poiché Caltagirone ha triplicato “la propria partecipazione da novembre 2024 ad aprile 2025”. Inoltre, Nagel nella nota nega di aver “commentato il prezzo della procedura di Abb con la quale in data 13 novembre 2024 il Mef ha ceduto partecipazioni in Mps”. Tutto chiarito? Neanche per sogno, perché poco dopo è arrivata in redazione la contro-replica di Caltagirone, che riporta il passaggio incriminato in una nota di Piazzetta Cuccia. “È bene che si legga quanto scritto su detto documento a pagina 81 che qui si riporta: tali anomalie includono il fatto che i quattro offerenti hanno presentato pressoché simultaneamente offerte con lo stesso identico premio (5%) rispetto al prezzo delle azioni Mps”. Caltagirone poi precisa di aver raggiunto il 9% di Siena due mesi prima dell’assemblea del 17 aprile. Sorprenderebbe, a questo punto, se in un tale polverone la Consob non intervenisse per chiedere di fare chiarezza. LEGGI TUTTO

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    Fondazione Enel, nuovo comitato scientifico e sguardo all’estero

    Fare impresa, puntando su formazione e ricerca scientifica. È l’obiettivo della Fondazione Enel, guidata da Flavio Cattaneo, che ha presentato il nuovo Comitato scientifico. Ne fanno parte rappresentanti di università di primo piano a livello mondiale, tra cui il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e Harvard. “Tutte le evoluzioni economiche partono da una ricerca scientifica e le imprese che hanno basato il loro sviluppo sull’innovazione sono cresciute più delle altre”, ha sottolineato lo stesso top manager. E ancora: “Investire nella ricerca aiuta le aziende a crescere più delle altre, ma perché questo accada, occorre investire in essa, fornendo strumenti e risorse capaci di creare davvero sviluppo tecnologico e visione”.L’attività della Enel Foundation non si limita però all’Italia. All’interno del Piano Mattei, sono stati infatti avviati corsi manageriali sulla transizione energetica in Marocco, programmi per sostenere l’imprenditoria africana nel settore delle energie rinnovabili e iniziative per la creazione di start-up locali. In questo contesto, sono stati inaugurati due centri di formazione, uno in Kenya e uno in Sudafrica. Inoltre, la Fondazione sviluppa progetti anche in America Latina, con l’obiettivo di contribuire concretamente ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. Tra i temi al centro dello studio, la resilienza delle reti elettriche.L’iniziativa ha ricevuto il sostegno anche del vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, che ha evidenziato il valore strategico del progetto: “La fondazione Enel è uno strumento fondamentale per la crescita dell’Italia” e rappresenta “un passo avanti per favorire la rete della ricerca e dell’innovazione a livello europeo e mondiale”. LEGGI TUTTO