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    Festività non godute: cosa sono e come si calcolano

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    I contratti collettivi di lavoro prevedono, oltre al numero di ferie che varia da comparto a comparto, delle altre voci, tra cui le festività soppresse e le festività non godute.Con quest’ultima tipologia si intendono quelle giornate riconosciute come ferie al lavoratore perché una festività prevista dal calendario ricade in un giorno di riposo settimanale del lavoratore.È quanto accaduto nel 2024, il 2 giugno scorso e in questi giorni con l’8 dicembre, entrambi caduti di domenica. Queste giornate, quindi, non vengono perdute dal lavoratore che ha facoltà di decidere se utilizzarle secondo alcune modalità specifiche o ricevere in busta paga una somma a titolo di festività non goduta.Entriamo più nel dettaglio.Cosa sono e chi può usufruirneLa legge 60 del 27 maggio 1949 stabilisce le giornate festiv” che devono essere riconosciute in quanto tali all’interno di un rapporto di lavoro. “Sono considerati giorni festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, oltre al giorno della festa nazionale, i giorni seguenti”:Il 1° gennaio e 6 gennaio.la domenica di Pasqua e il lunedì successivo.il 25 aprile, Festa della Liberazione.il 1° maggio, festa dei lavoratori.2 giugno, Festa della Repubblica.il 15 agosto, festa dell’Assunzione.il 1° novembre, Ognissanti.l’8 dicembre, Immacolata Concezione.il 25 dicembre (Natale) e 26 dicembre (Santo Stefano).La legge prevede, dunque, che l’8 dicembre rientri nella categoria delle giornate da ritenersi come festivi all’interno di un rapporto di lavoroOgni contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) ha le proprie specifiche quindi è meglio conoscerlo nel dettaglio per capire come funzionano anche le festività non godute in base alla propria distribuzione settimanale e oraria del lavoro.Di norma, comunque, a poterne usufruire sono tutti i lavoratori con contratto subordinato tra cui anche i part-time e i lavoratori a tempo determinato.Come richiederlo e quanto ammontaNel caso in cui il lavoratore opti per utilizzare la festività come giorno di riposo ci sono delle tempistiche entro cui fare la richiesta che varia da contratto a contratto.La festività non goduta potrà, dunque, essere riconosciuta al lavoratore non solo come giorno di riposo aggiuntivo, ma anche attraverso una compensazione economica in busta paga. LEGGI TUTTO

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    Parlamentari e consulenze, il governo vara la norma anti-Renzi

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    Con la semplificazione delle regole per il Piano Transizione 5.0, approvata dalla Commissione Europea, il governo punta a rivoluzionare il tessuto industriale italiano. Tra le novità spiccano un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni di euro, la possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei, e una maggiorazione degli aiuti per impianti fotovoltaici di produzione europea. Misure che ambiscono a rendere più competitivo il settore industriale, favorendo l’innovazione e la sostenibilità ambientale. Sono le modifiche alla manovra, effettuate dal governo, annunciate ieri dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e anticipate giovedì scorso dal titolare del Tesoro, Giancarlo Giorgetti. Tra gli altri emendamenti dell’esecutivo in via di approvazione anche la garanzia del Fondo Mutui per l’acquisto della prima casa che sarà concessa esclusivamente ai giovani under 36, alle giovani coppie, ai nuclei monogenitoriali con figli minori e ai residenti in case popolari.Non mancano nuove entrate per finanziare opere pubbliche e infrastrutture sportive. In primo luogo, dal primo aprile 2025, i voli verso destinazioni extra-Ue vedranno un incremento di 50 centesimi per passeggero. La misura riguarda gli scali con un traffico superiore ai 10 milioni di passeggeri l’anno e prevede un gettito stimato di 5,33 milioni nel 2025 e 8 milioni nel 2026. I fondi verranno destinati dai Comuni a progetti di sviluppo urbano. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha inoltre confermato un’imposta sulle scommesse online, i cui proventi potrebbero essere impiegati per ristrutturare stadi e infrastrutture sportive. Dettagli su importi e modalità sono attesi a breve. LEGGI TUTTO

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    Tavares pronto all’imbarco su Tap. “Via da Stellantis per proteggerla”

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    Carlos Tavares si rifà vivo dopo essere stato licenziato da Stellantis: «Un’uscita pacifica, ben ponderata e concordata», la sua verità nell’intervista al settimanale portoghese Expresso. E subito accenna alla prossima meta: la compagnia aerea Tap, di cui è azionista. Un richiamo che l’ex ad di Stellantis definisce come «patriottico» e «irresistibile». E spiega: «Sono stato incoraggiato da amici a partecipare alla privatizzazione della compagnia aerea». Con quale ruolo? «Potrebbe essere a livello di cda o di investitori, ma probabilmente non esecutivo», la risposta vaga.Tavares afferma che la sua uscita da Stellantis è avvenuta «al fine di proteggere l’azienda e non creare disallineamenti nella strategia di gestione». «Io faccio parte di coloro – aggiunge – che hanno creato Stellantis, insieme a John Elkann. Un’azienda con 250mila dipendenti, un fatturato di 190 miliardi e 15 marchi non può essere gestita con una mancanza di allineamento». LEGGI TUTTO

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    Mini rinvio per Sparkle. Tim riprende la marcia

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    Alle battute finali il dossier Sparkle. In Piazza Affari il titolo Tim ha accolto con favore il mini-rinvio di quarantotto ore, chiesto dai potenziali acquirenti, per la presentazione formale dell’offerta per la società dei cavi sottomarini. La tlc guidata dall’ad Pietro Labriola, che attualmente controlla il 100% di Sparkle, è stata informata dai potenziali acquirenti – ossia il Ministero dell’economia e Retelit – che completeranno le attività necessarie a presentare un’offerta entro il prossimo 18 dicembre, ovvero due giorni dopo la scadenza pattuita. LEGGI TUTTO

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    L’offerta su Bpm in Bce e Consob. Orcel: “Il titolo è sopravvalutato”

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    Il dado è tratto, ieri Unicredit ha depositato il prospetto della sua offerta pubblica di scambio su Banco Bpm presso la Banca centrale europea e la Consob. Si tratta di un passaggio atteso, formale, ma reso più interessante da alcune dichiarazioni dell’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel: «Riteniamo che la nostra offerta agli azionisti di Bpm sia congrua, in quanto portante un premio pari a circa il 15-20% rispetto al prezzo dell’azione Bpm, prima che fosse influenzata positivamente dall’offerta in corso su Anima e da ulteriori speculazioni riguardo a possibili operazioni». Orcel poi affonda il colpo, affermando che Piazza Meda è sopravvalutata: il manager sottolinea, infatti, che attualmente le azioni di Bpm vengono scambiate con un premio del 31% rispetto al consensus del rapporto tra prezzo e utili di Unicredit nel 2025 e del 44% sulle previsioni per il 2026. Poi arriva il richiamo agli azionisti della banca target che nel 2025 potrebbero beneficiare di «un distribution yield (rendimento da dividendi e riacquisto di azioni proprie, ndr) due volte superiore, con la possibilità di incrementare tale differenziale». Unicredit tira dritto sul prezzo, mantenendo però aperta la porta al rilancio: «Allo stesso tempo, siamo in continua discussione con tutti gli stakeholder».Nel frattempo, Banco Bpm sta costruendo la muraglia per resistere all’assalto. Castagna si muove all’interno di un sentiero stretto per le limitazioni della passivity rule, che impedisce a chi è sotto Opa di mettere in atto azioni difensive. Qualcosa però si può fare: spalleggiato dal Credit Agricole, che nel frattempo si è attrezzato per salire al 15,1% della banca e punta al 19,99% in attesa dell’ok della Bce, dovrebbe convocare l’assemblea straordinaria degli azionisti per strappare il via libera ad alzare l’offerta per Anima (società dei fondi sulla quale aveva alzato a sua volta l’Opa). Chiuso l’affare, e incorporata la casa dei fondi, allora Orcel dovrà per forza di cose fare un’offerta tale da valorizzare il combinato di Bpm e Anima. Unicredit, dal canto suo, non può più tornare indietro: le stime parlano di un possibile rilancio cash da 3,7 miliardi di euro, ma potrebbe essere costretta a spingersi fino a 15-16 miliardi (la prima proposta vale circa 10,5 miliardi), per non parlare della quota del 5% in Montepaschi in capo proprio a Bpm che non è stata per niente considerata nell’Offerta pubblica di scambio. C’è poi un’altra mossa che in Piazza Meda stanno architettando per alzare ancor più il prezzo ed è di puntare su target finanziari molto ambiziosi, in termini di utili e dividendi, al fine di convincere gli azionisti che sia più conveniente rimanere indipendenti piuttosto che gettarsi nelle braccia di Orcel. Un’altra ipotesi circola sui mercati, ma è certamente molto più complessa da mettere a terra ed è di coinvolgere Mps, persuadendo l’ad Luigi Lovaglio ad accettare un’aggregazione. Il tema, qui, sarebbe quello di convincere tutti gli investitori chiave: a partire da Credit Agricole (lato Bpm), per arrivare a Francesco Caltagirone, Mef e Delfin (lato Mps). E, cosa non meno complessa, accompagnare il 70% e più di altri azionisti a sposare la causa. Operazione che potrebbe avvenire attraverso uno scambio di azioni, con una delle due che incorpora l’altra. Riuscirà Castagna ad allineare così tanti interessi? In finanza tutto è possibile, ma al momento è l’ipotesi più complessa e forse meno percorribile. Anche perché non si sa fino a che punto potrebbe convenire all’Agricole, interessata com’è a rinnovare un accordo di distribuzione tra la sua Amundi e Unicredit in scadenza nel 2027. Ipotesi, sulle quali però il mercato rimane alquanto guardingo con Banca Mps che ieri è salita dell’1,3% a 6,67 euro mentre Bpm è risultata in calo frazionale dello 0,18% a 7,84 euro. La strategia difensiva di Bpm, in ogni caso, non sarà svelata prima del 7 febbraio (alla pubblicazione dei conti). LEGGI TUTTO

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    Le farmacie di Walgreens finiscono in rianimazione

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    Nel 2015 venivano contesi dai maggiori quotidiani internazionali e facevano sognare molti self made man italiani: erano la prova vivente, con il loro gruppo da 100 miliardi di dollari e oltre, che per chiunque era possibile scalare la piramide fino in cima. Oggi Stefano Pessina e la moglie Ornella Barra, soci di maggioranza relativa di Walgreens Boots Alliance, raccolgono mestamente i resti di quegli strepitosi successi. La crisi del colosso farmaceutico sembra inarrestabile, tanto che a Wall Street il titolo ora capitalizza 8,5 miliardi dopo aver perduto nel 2024 il 60% del valore. Non sorprende perciò di apprendere che Walgreens è già nell’orbita del potenziale salvatore Sycamore Partners, un fondo di private equity specializzato nell’acquisizione di realtà in crisi. Ma già a maggio a Wall Street circolavano indiscrezioni sulla cessione da parte di Walgreens del ramo inglese facente capo a Boots, a 12 anni dall’acquisto. Tra i potenziali compratori figuravano il miliardario indiano Mukesh Ambani e il fondo Apollo Global Management. La trattativa si interruppe per una distanza tra le parti di 3-5 miliardi. Ora però la situazione è più complessa e i mercati evidenziando il forte debito e la crisi del settore farmaceutico che sta investendo soprattutto l’America, spingono per una soluzione che potrebbe materializzarsi entro il 2025 comportando anche il delisting da Wall Street. Va segnalato che Moody’s valuta il titolo Ba2, molto vicino all’alto rischio di insolvenza.Walgreens è controllata al 16,9% da Pessina insieme alla moglie Ornella Barra. Tutto era cominciato con la piccola azienda fondata da suo padre, specializzata nella distribuzione di prodotti farmaceutici in provincia di Napoli. Insieme alla moglie, il self made man pescarese aveva dato vita tramite acquisizioni e alleanze a una delle maggiori realtà mondili: 315mila dipendenti, 13.000 punti vendita tra Stati Uniti (8.000), Europa e Regno Unito e un portafoglio di brand noti: Walgreens, Boots, Duane Reade, No7 Beauty Company, Benavides in Messico e Ahumada in Cile. A ciò aveva aggiunto le controllate GuoDa e Nanjing Pharmaceutical Company Ltd (Cina). A ottobre il ceo Tim Wentworth dinanzi agli ultimi deludenti dati non ha esitato a presentare il 2025 come «l’anno della revisione radicale, questa volta avremo bisogno di più tempo» per affinare la strategia industriale. LEGGI TUTTO

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    Mutui, voli extra-Ue, scommesse online e pmi. Così può cambiare la manovra

    Limature in arrivo sulla manovra economica. Lo stesso governo ha depositato in commissione Bilancio della Camera una serie di emendamenti che modificheranno o integreranno la Legge di bilancio ormai prossima alla dirittura di arrivo. In particolare, secondo quanto si apprende, tra gli aggiustamenti in arrivo ci sarà un prelievo fiscale sulle scommesse e sulle tasse d’imbarco per i voli aerei extra-Ue. In arrivo, poi, misure sulla transizione 5.0 e la garanzia statale esclusiva sui mutui richiesti dai giovani under 36 e dai genitori single. Allo studio anche un’ipotesi di equiparazione dell’indennità dei ministri e i sottosegretari non parlamentari con quella dei loro colleghi eletti.Prelievi sulle scommesse onlineA confermare alla stampa la volontà di un prelievo sulle scommesse online (con l’intenzione di destinare fondi alle infrastrutture sportive) è stato il sottosegretario al Mef Federico Freni. “Ci sarà un prelievo sulle scommesse. Non vi so dire se finalizzato o meno ma ci sarà”, ha affermato l’esponente di governo, interpellato dai giornalisti sul punto.Aumenta la tassa d’imbarco sui voli extra-UeA partire da aprile 2025, aumenterà inoltre di 50 centesimi l’addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri per voli extra-Ue. La misura, inserita tra gli emendamenti alla manovra, riguarderebbe gli scali italiani che abbiano un traffico superiore a 10 milioni di passeggeri l’anno. Nella stima si considerano però anche gli aeroporti di Bologna e Milano Linate che, pur avendo realizzato nel 2023 un numero di passeggeri di poco inferiore a 10 milioni sulla base dei dati 2024 (fino al mese di ottobre) si ritiene che nel corrente anno supereranno tale soglia. In base a stime citate dalla relazione tecnica allegata all’emendamento, a essere interessati sarebbero sei scali aeroportuali e l’incremento di gettito che potrebbe derivarne è stimato in 5,33 milioni per il 2025 (considerando che la misura parte da aprile) e 8 milioni per il 2026. I fondi vanno poi destinati dai Comuni per opere di sviluppo ed edilizia urbana e infrastrutture.Fondo garanzia mutui solo a under 36 e genitori singleUn altro emendamento del governo alla manovra prevede poi che la garanzia del Fondo mutui per chi compra la prima casa sia concessa “esclusivamente” e non più “prioritariamente” alle giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, o a chi vive nelle case popolari, o ai giovani sotto i 36 anni.Fondo Pmi, proroga e criteri più ampi per accedereViene inoltre l’operatività del fondo di garanzia per le Pmi e si ampliano i criteri per definire le “small mid cap” che finora erano escluse dalle agevolazioni. La modifica conferma e proroga fino 31 dicembre 2025 tutte le caratteristiche del fondo, ad eccezione della percentuale di garanzia sulle operazioni finanziarie concesse per il finanziamento di liquidità delle Pmi che viene ridotta al 50%, senza differenziazione in base alla fascia assegnata attraverso il modello di valutazione del fondo. Sale poi da 80 a 100 mila euro l’importo massimo di ammissibilità per le operazioni di “importo ridotto” nei casi in cui la richiesta di garanzia sia presentata in modalità di riassicurazione dai soggetti garanti autorizzati.Cambia infine la definizione delle “small mid cap” per consentire di includere anche quelle imprese, considerate piccole, che però superano l’attuale criterio dei 250 dipendenti.L’ipotesi sugli stipendi dei ministri non elettiUn emendamento propone poi di equiparare gli stipendi tra ministri che sono stati eletti come parlamentari e ministri che non lo sono e introduce il divieto per i componenti del governo di svolgere incarichi retribuiti in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale e operativa nell’Unione europea. La possibile modifica sull’equiparazione degli stipendi ha subito alimentato il dibattito politico, con i Cinque Stelle pronti a dichiarare la loro contrarietà.La Transizione 5.0Arriva infine emendamento del governo alla manovra su Transizione 5.0. “Quattro sono le modifiche sostanziali sulle quali abbiamo ottenuto il consenso preventivo della Commissione Europea nel confronto sul merito durato alcune settimane”, ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Nel dettaglio: “Sono semplificate le procedure di calcolo dei consumi energetici; è prevista la possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei; è inclusa una maggiorazione per i pannelli fotovoltaici realizzati in Europa ed è definita un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni”. Sono previsti interventi mirati per semplificare le procedure di calcolo della riduzione dei consumi energetici, valorizzando il ruolo delle Esco (Energy Service Company) e introducendo una procedura diretta per il riconoscimento dei benefici in caso di sostituzione di beni obsoleti. LEGGI TUTTO

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    “Ripensare l’umano. Esg+h”, il libro di Lapucci e Lucchini per rimettere al centro l’umano

    Ascolta ora I punti chiave Nel dibattito contemporaneo su sostenibilità e progresso, spesso emerge una tensione: come possiamo guardare al futuro senza sacrificare ciò che ci rende umani? A questa domanda cerca di rispondere il saggio “Ripensare l’umano. Perché non c’è sostenibilità senza Health, Human and Happiness”, scritto da Massimo Lapucci e Stefano Lucchini. Gli […] LEGGI TUTTO