Case della Comunità: l’evoluzione dell’assistenza sanitaria territoriale
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I punti chiave
Le Case della Comunità rappresentano una delle innovazioni più significative introdotte dal PNNR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per rafforzare l’assistenza sanitaria sul territorio. L’obiettivo è chiaro: offrire ai cittadini un punto di riferimento unico per le cure primarie, evitando il sovraccarico degli ospedali e garantendo un accesso più rapido e capillare ai servizi sanitari. Ma vediamo come funzionano esattamente queste strutture, quali servizi offrono e come si integrano con l’attuale sistema sanitario.Un nuovo modello di assistenza sanitariaLe Case della Comunità nascono per rispondere alle criticità dell’assistenza primaria, emerse con forza durante la pandemia da Covid-19. L’idea è quella di creare un sistema più vicino ai cittadini, che favorisca la prevenzione, la gestione delle patologie croniche e l’integrazione tra i diversi livelli di cura.Inizialmente, il PNRR prevedeva la realizzazione di 1350 Case della Comunità, distribuite sul territorio con una media di una ogni 40-50.000 abitanti. Successivamente, il piano è stato rimodulato, garantendo un minimo di 1038 strutture, con l’obiettivo di raggiungere quota 1430 grazie a ulteriori investimenti.Quali servizi offrirannoLe Case della Comunità saranno un punto di riferimento fondamentale per molteplici servizi sanitari, tra cui:- assistenza medica h24, 7 giorni su 7, le strutture principali (denominate “hub”) garantiranno la presenza di medici di base e pediatri in servizio continuativo, mentre le strutture secondarie (“spoke”) offriranno assistenza per 12 ore giornaliere, dal lunedì al sabato;- assistenza infermieristica 7 giorni su 7, negli hub sarà disponibile in modo continuativo, mentre nelle spoke sarà garantita nelle ore diurne;- continuità assistenziale (Guardia Medica), in alcune Case della Comunità sarà possibile ricevere assistenza medica anche nelle fasce orarie in cui gli studi dei medici di base sono chiusi.- servizi specialistici e diagnostici, saranno disponibili esami e visite specialistiche per la gestione di patologie croniche (come diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie), oltre a strumenti diagnostici di base come ecografi, elettrocardiografi e spirometri;- Punto Unico di Accesso e CUP: sportelli dedicati alla prenotazione di visite ed esami e all’orientamento ai servizi sanitari e sociali;- programmi di prevenzione e screening oncologici, con un’attenzione particolare ai cittadini fragili e alle campagne vaccinali;- assistenza domiciliare integrata, le Case della Comunità fungeranno da centro organizzativo per le cure a domicilio, garantendo una maggiore continuità assistenziale;- servizi per la salute mentale e le dipendenze: in collaborazione con i servizi territoriali già esistenti.Casa della Comunità e Ospedale di Comunità: quali differenzeMentre la Casa della Comunità si occuperà principalmente di cure primarie e servizi ambulatoriali, l’Ospedale di Comunità avrà un ruolo diverso: offrirà ricoveri brevi (fino a 30 giorni) per pazienti che necessitano di un’assistenza infermieristica continua, senza dover essere ospedalizzati in strutture più grandi. Entro il 2026 è prevista la creazione di almeno 307 Ospedali di Comunità, con una capacità compresa tra i 15 e i 20 posti letto. LEGGI TUTTO