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    Mediobanca tenta l’arrocco e sfiora il turpiloquio su Mps

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    Mediobanca non cambia registro e rimane in modalità catenaccio contro l’offensiva lanciata da Mps. Ciò non le ha impedito di ricorrere, sia pure limitatamente, alla cassetta degli attrezzi a sua disposizione, conscia che essendo sotto Ops deve sottostare alla cosiddetta passivity rule che impone a una società target di astenersi dal compiere operazioni che possano impedire il perfezionamento dell’Offerta. L’istituto milanese, reiterando la sua posizione molto critica (l’Ops è «priva di razionale industriale e finanziario»), ha predisposto una revisione al rialzo degli obiettivi per il 2026, indicando per l’esercizio 2025-26 ricavi pari a circa 4 miliardi rispetto al target originario di 3,8 miliardi di euro. L’utile netto è invece indicato a oltre 1,4 miliardi; ritoccata all’insù anche la remunerazione dei soci con oltre 4 miliardi nell’arco del triennio 2024-2026 tra dividendi e riacquisto di azioni rispetto ai 3,7 miliardi inizialmente previsti. Le nuove indicazioni portano il payout del prossimo esercizio a circa il 100%, con cedola cash più ricca di 300-400 milioni (+40 per cento). LEGGI TUTTO

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    Banca Generali fa l’en plein di utili e raccolta. Mossa: “Con Intermonte più forti nel private”

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    Va in archivio un anno record per Banca Generali, con il titolo che ieri in Borsa è balzato del 3,1% (a 51,10 euro). Nel 2024 l’istituto guidato da Gian Maria Mossa (nella foto) ha incassato un utile netto di 431,2 milioni, in crescita del 32,2 per cento. Si tratta del massimo storico, con un tasso di crescita superiore al target del piano 2021-2024 (previsto nella forchetta tra 10% e 15%).La crescita degli utili ha beneficiato dello sviluppo delle masse gestite e amministrate per conto della clientela che hanno sfiorato i 104 miliardi a fine periodo (+11,9% anno su anno). Nel dettaglio, il margine di intermediazione è aumentato a 981,1 milioni (+24,5%). Il margine d’interesse, invece, è salito a 317,1 milioni (+4,2%). In virtù di questi risultati, il consiglio d’amministrazione ha deliberato di proporre all’assemblea del 17 aprile di distribuire dividendi per 327,2 milioni, pari a 2,80 euro per azione. La raccolta netta totale del 2024 è stata di 6,6 miliardi (di cui 1,9 miliardi nel quarto trimestre), in crescita del 14% rispetto all’esercizio precedente. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis stringe la presa su Illimity. Battuti i target-piano, corre la cedola

    Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis

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    Corre l’utile di Banca Ifis che archivia il triennio 2022-2024 con profitti cumulati del 12% superiori a quelli delineati dal piano industriale. La banca controllata dalla famiglia Furstenberg, anch’essa protagonista nell’attuale fase di risiko con l’Opas lanciata un mese fa su Illimity Bank, ha chiuso il 2024 con un utile netto consolidato di 161,6 milioni, in crescita rispetto ai 160,1 milioni dell’esercizio precedente. I ricavi consolidati hanno sfiorato 700 milioni (999,2) in virtù del positivo andamento dell’attività commerciale, del business Npl (crediti deteriorati) e del comparto finanza proprietaria, che ha compensato l’aumento del costo della raccolta.A livello patrimoniale il Cet1 ratio alla fine dello scorso anno è risultato del 16,1%, in questo caso superiore di 100 punti base rispetto all’obiettivo indicato nel piano triennale.«In questi tre anni abbiamo portato a termine con successo il piano Industriale, superando tutti gli obiettivi finanziari prefissati e orientando la banca, sempre di più, verso la digitalizzazione e la sostenibilità», ha rimarcato il presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio (in foto). Alla luce della solida posizione patrimoniale, il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo totale di 111,5 milioni a valere sul 2024, pari a 2,12 euro per azione e circa il 40% agli obiettivi del piano anche in virtù della nuova politica di remunerazione dei soci approvata nel 2023 che prevede un payout ratio intorno al 70 percento. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis chiude l’esercizio 2024 con un utile netto in crescita

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    Banca Ifis ha pubblicato i risultati finanziari preliminari per l’esercizio 2024, che si è concluso con un utile netto di 161,58 milioni di euro, in leggera crescita rispetto ai 160,11 milioni dell’anno precedente. Il management ha attribuito questo risultato positivo all’andamento favorevole del business commerciale e del settore NPL, nonché all’attività svolta nel comparto di “finanza proprietaria”, che ha avuto un impatto positivo sul risultato finale.La gestione finanziariaPer quanto riguarda la gestione finanziaria, il risultato netto è aumentato da 652,21 milioni a 661,48 milioni di euro, mentre il margine di intermediazione ha registrato una leggera contrazione dello 0,8%, scendendo a 699,15 milioni di euro. Il margine di interesse, che si è attestato a 532,51 milioni, ha contribuito principalmente a questa flessione. Il cost/income ratio è salito al 58,2%, evidenziando un incremento rispetto al 56% dell’esercizio precedente, segnalando un maggiore impegno nella gestione dei costi.I crediti verso la clientelaA fine 2024, il totale dei crediti verso la clientela, valutati al costo ammortizzato, è stato pari a 10,8 miliardi di euro, in aumento dell’1,8% rispetto ai 10,62 miliardi di dicembre 2023. Questo totale include titoli di debito per 1,9 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2 miliardi iniziali. Il Common Equity Tier 1 (CET1) ha raggiunto il 16,1%, salendo rispetto al 14,87% di inizio anno, con un patrimonio netto di 1,75 miliardi di euro. La banca continua a soddisfare ampiamente i requisiti prudenziali stabiliti dalle autorità di vigilanza. Inoltre, il consiglio di amministrazione ha proposto un dividendo per l’esercizio 2024 pari a 2,12 euro per azione, di cui 1,2 euro già distribuiti a titolo di acconto a novembre. Il saldo della cedola, pari a 0,92 euro, sarà staccato il 19 maggio 2025, con pagamento previsto dal 21 maggio. LEGGI TUTTO

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    Banca d’Italia, protocollo con Ivass e Consob per viugilanza sui conglomerati finanziari

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    La Banca d’Italia, l’Ivass e la Consob hanno firmato un nuovo protocollo d’intesa per l’identificazione e la vigilanza supplementare sui conglomerati finanziari. Questo accordo sostituisce il precedente protocollo del 31 marzo 2006, aggiornandolo per riflettere i cambiamenti istituzionali e normativi, inclusa l’introduzione del Meccanismo di Vigilanza Unico (Mvu).L’obiettivo principale del protocollo è rafforzare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità per migliorare l’efficacia della vigilanza supplementare sui conglomerati finanziari. In quanto ‘accordo quadro’, esso consente alle autorità firmatarie di stabilire ulteriori accordi specifici per la gestione e il monitoraggio di singoli conglomerati. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, 800 milioni per la formazione dei giovani

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    Intesa Sanpaolo si conferma un punto di riferimento per le nuove generazioni, ponendo accessibilità e inclusione al centro della propria strategia. L’istituto bancario ha introdotto una serie di misure volte a facilitare l’indipendenza economica e l’accesso alle opportunità per i giovani, garantendo strumenti concreti per supportare il loro futuro.Tra le principali iniziative spicca l’offerta di un conto corrente completamente gratuito fino ai 35 anni. Questa misura consente ai giovani di gestire le proprie finanze senza costi aggiuntivi, favorendo una maggiore autonomia economica. Inoltre, per chi desidera acquistare una casa, Intesa Sanpaolo ha esteso il mutuo prima casa fino a 40 anni, includendo anche lavoratori precari, dimostrando un forte impegno nel rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più flessibile.L’attenzione della banca si concentra anche sull’accesso agli studi. Il prestito d’onore rappresenta una soluzione innovativa che non richiede garanzie patrimoniali, ma si basa esclusivamente sull’impegno accademico degli studenti. Questo strumento consente di finanziare il percorso di studi con condizioni favorevoli, supportando concretamente la crescita personale e professionale dei giovani.Un esempio significativo di questo impegno è il programma “per Merito”, un prestito fino a 75.000 euro e fino a 30 anni, pensato per coprire le spese universitarie in Italia o all’estero, incluse quelle per ITS e Master. Il rimborso dell’importo può iniziare una volta terminati gli studi o dopo un periodo di due anni, offrendo ai giovani il tempo necessario per inserirsi nel mondo del lavoro.Negli ultimi cinque anni, oltre 40.000 studenti hanno beneficiato di queste soluzioni, con un totale di 800 milioni di euro di finanziamenti erogati. Questo rappresenta un segnale concreto dell’impegno di Intesa Sanpaolo nel sostenere sia l’accesso alle opportunità educative sia il successivo ingresso nel mondo professionale.L’iniziativa della Banca dei Territori, guidata da Stefano Barrese, si inserisce in un contesto più ampio di responsabilità sociale, mirando a ridurre le barriere economiche che possono ostacolare il diritto allo studio e l’indipendenza finanziaria. Come affermato da Claudia Vassena, Executive Director Sales & Marketing Digital Retail di Intesa Sanpaolo, durante un intervento a Non Stop News di RTL 102.5, “Accessibilità e inclusione sono al centro dell’impegno di Intesa Sanpaolo verso i giovani: il conto corrente è completamente gratuito fino ai 35 anni, il mutuo prima casa è esteso fino a 40 anni, anche per i lavoratori precari, l’accesso agli studi è supportato con un prestito d’onore che non richiede alcuna garanzia se non l’impegno nello studio”. LEGGI TUTTO

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    Fwu, una decina di “sorvegliate”

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    Una crisi annunciata, quella della compagnia assicurativa tedesca Fwu, ma che la vigilanza italiana non ha potuto bloccare in tempo a causa della mancanza di poteri sulle imprese che non hanno sede legale nel nostro Paese. Una situazione che interessa poco meno di una decina di casi in Italia ora «sorvegliati speciali». A farne le spese sono però i risparmiatori italiani, 110mila nel caso di Fwu, che hanno acquistato le polizze tramite agenti o intermediari e che dovranno attendere anni per rivedere i loro soldi. Si tratta di somme contenute dal punto di vista della stabilità finanziaria del sistema ma molto impattanti per la tutela dei consumatori.Le norme consentono a una impresa di ottenere il «passaporto» in uno dei paesi dell’Unione e di vendere ovunque i propri prodotti tramite broker, con una semplice società senza sede legale, quindi non vigilata, in regime di libera prestazione di servizi. LEGGI TUTTO

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    “Sondrio partner ideale, risposta al risiko in atto”

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    Un’Ops tira l’altra. È indubbio che un filo ben visibile lega le proposte di aggregazione susseguitesi negli ultimi mesi. Nessuno vuole rimanere indietro e Bper si è trovata costretta a unirsi al plotone di chi vuole prepararsi alle sfide dei prossimi anni con spalle più larghe. «È diventato fondamentale proteggere il nostro posizionamento in Italia alla luce dell’intensa fase di consolidamento in atto», ha affermato ieri l’ad di Bper, Gianni Franco Papa, nello spiegare il cambio di rotta rispetto all’attendismo professato in sede di presentazione del nuovo piano lo scorso ottobre, quando ancora non si era scatenata la girandola di Ops in salsa tricolore. L’offerta di Bper valuta la Popolare di Sondrio 4,3 miliardi e andrebbe a creare il terzo maggior polo in Italia per asset finanziari totali, depositi e prestiti. «Vogliamo costruire un gruppo più forte mettendo insieme due banche che hanno lo stesso dna, che non hanno sovrapposizioni di filiali», ha argomentato il numero uno dell’istituto emiliano rimarcando come le stime di sinergie (290 milioni l’anno) e utili (oltre 2 miliardi al 2027) siano conservative.La nuova entità avrebbe una potenza di fuoco di circa 2mila filiali, ossia una quota di mercato del 10% (spicca il raddoppio in Lombardia dal 7 al 14%). Il marchio della Popolare di Sondrio sarà preservato nelle aree storiche dove c’è un forte attaccamento, così come è stato fatto con Carige in Liguria. LEGGI TUTTO