More stories

  • in

    Generali porge un ramoscello d’ulivo

    Ascolta ora

    Le Generali sono pronte ad aumentare gli acquisti di titoli di Stato. «La nostra esposizione in Btp a fine 2024 ammonta a 35,6 miliardi e stiamo valutando di aumentare i nostri acquisti, ovviamente in linea con la nostra tolleranza al rischio», ha detto ieri il ceo di Generali, Philippe Donnet. Toni diversi da quelli sentiti il 30 gennaio, durante l’investor day a Venezia, quando il direttore finanziario della compagnia, Cristiano Borean, era sembrato volersi smarcare sui titoli di Stato (che a fine 2023 erano a quota 38,5 miliardi) sottolineando che la strategia perseguita dal gruppo è di «continuare la diversificazione». Ieri, ecco invece il nuovo giro di valzer che suona come una rassicurazione nei confronti del governo, preoccupato per gli effetti delle nozze tra il Leone e Natixis sul risparmio degli italiani. Va detto che la firma del contratto con il gruppo controllato dalla banca francese Bpce arriverà non prima dell’assemblea del 24 aprile: «Sono partite le consultazioni con i sindacati previste nel Memorandum of understanding e dureranno un altro paio di mesi», ha infatti spiegato il ceo. Quanto alla procedura di valutazione in relazione al Golden Power, «sarà un’opportunità per fare chiarezza e rispondere a tutte le preoccupazioni e le perplessità che ci sono in giro», ha aggiunto Donnet.In conferenza stampa il manager francese ha schivato qualsiasi domanda che non riguardasse prettamente i conti. La sua presenza nella lista di Mediobanca per il rinnovo del board? «Posso solo confermare la mia disponibilità a implementare questo nuovo piano strategico, ambizioso e motivante». L’esito dell’incontro con l’ad di Unicredit, Andrea Orcel, (che con quasi il 10% farà da ago della bilancia nella partita del 24 aprile)? «Non commento indiscrezioni di stampa, altre aziende e azionisti». Donnet ha dribblato anche la domanda sul perché è stato deciso di cambiare il calendario societario. Ad alcuni la mossa è parsa un modo per sgambettare il rafforzamento di Delfin, che insieme all’altro socio forte Francesco Gaetano Caltagirone, potrebbe tentare di accrescere in modo significativo la sua partecipazione. Anticipare l’assemblea significa portare al 10 aprile la record date (ovvero la data entro la quale è possibile acquistare azioni abilitate a votare) dando meno tempo per rafforzarsi alla holding guidata da Francesco Milleri. Ma Donnet minimizza: «Non abbiamo anticipato l’assemblea che da quando sono arrivato è sempre stata a Trieste entro fine aprile. Avevamo deciso di posticiparla all’8 maggio con la speranza di ricevere entro marzo la normativa relativa all’articolo 12 del Dl capitali. A oggi siamo ancora in attesa, quindi torniamo ad una data normale». LEGGI TUTTO

  • in

    Intesa finanzia il più grande parco solare di New York, opportunità anche in Medio Oriente

    Ascolta ora

    Intesa Sanpaolo consolida il suo ruolo di banca di impatto, annunciando il finanziamento del più grande parco solare fotovoltaico dello Stato di New York. La sua divisione Imi – Corporate & Investment banking ha infatti strutturato e in parte sottoscritto assieme a un pool di banche internazionali un prestito a lungo termine da 870 milioni di dollari (circa 800 milioni di euro) per sostenere la Greenbacker Renewable Energy Company nell’acquisizione del progetto e nella costruzione e gestione di Cider, il più esteso parco solare fotovoltaico dello Stato di New York. Con una potenza di 500 Mwac, questo parco fornirà energia rinnovabile a oltre 120.000 famiglie e creerà centinaia di posti di lavoro dedicati alla produzione di energia pulita nella Contea di Genesee.”Siamo orgogliosi di riaffermare la nostra posizione nella green economy come attore chiave in un importante accordo di transizione energetica negli Stati Uniti, dove abbiamo una vasta esperienza e un forte track record nel settore”, ha detto Nicola Doninelli, responsabile distribution platforms & Gtb della divisione Imi – Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo. L’operazione rafforza ulteriormente il ruolo della banca guidata da Carlo Messina nel mercato statunitense delle energie rinnovabili. Nel settore, infatti, Intesa Sanpaolo ha già preso parte ad alcuni importanti finanziamenti, come quello per la realizzazione del progetto SunZia tra New Mexico e Arizona, la più grande infrastruttura per la produzione e il trasporto di energia pulita dell’emisfero occidentale. “Il nostro team di finanza strutturata della filiale di New York – ha aggiunto Doninelli – negli ultimi anni ha finalizzato con successo diversi finanziamenti di grande rilevanza per l’energia sostenibile e le infrastrutture negli Stati Uniti, in Canada e in America Latina, consolidando ulteriormente il nostro ruolo di impact bank”.Oltreoceano operazioni per 18 mld dollari in 3 anniIn effetti, Intesa Sanpaolo è stata coinvolta in numerose operazioni sul mercato americano, che vanno dalle infrastrutture alla produzione di energia rinnovabile, per un valore complessivo di 18 miliardi di dollari negli ultimi tre anni. Secondo quanto precisato da Doninelli, oltre il 50% dei ricavi da clientela della divisione Imi corporate & investment banking proviene da gruppi internazionali e di questi più di un quinto è realizzato proprio negli Usa. Tra i diversi interventi nel campo delle infrastrutture, c’è quello annunciato nel marzo del 2022, quando la banca ha partecipato a un finanziamento in pool pari a 350 milioni di euro in favore del gruppo delle crociere Msc. L’operazione ha permesso l’esecuzione del contratto di quest’ultima con Fincantieri che ha progettato e messo in realizzazione, a Miami, il più grande terminal crocieristico degli Stati Uniti. Nel giugno dello stesso anno, Intesa ha partecipato a un finanziamento in pool per 6,63 miliardi di dollari per sviluppare e implementare la Fase A del nuovo terminal 1 dell’aeroporto internazionale John Fitzgerald Kennedy di New York. Alcuni mesi dopo, a settembre 2022, Intesa ha annunciato la partecipazione al finanziamento in pool di circa 1,3 miliardi di euro per realizzare la linea 6 della metropolitana di San Paolo del Brasile. Successivamente, nel gennaio del 2024, è stata la volta di un importante progetto nella transizione energetica, con una linea di credito per 8,8 miliardi di dollari destinata alla realizzazione di SunZia, la più grande infrastruttura eolica degli Stati Uniti, per produrre e trasportare elettricità pulita dal New Mexico verso l’Arizona e la California. A marzo dell’anno scorso il gruppo ha partecipato alla linea di credito di importo massimo pari a 315 milioni di dollari a favore di Mytilineos per realizzazione di quattro parchi solari situati in Cile.Intesa pronta a cogliere opportunità anche in Medio Oriente LEGGI TUTTO

  • in

    Unicredit, botta e risposta sul maxi stipendio di Orcel

    Ascolta ora

    Si rinnova anche quest’anno la battaglia dei proxy advisor Glass Lewis (che si aggiunge ai rilievi di Iss) contro lo stipendio di Andrea Orcel (foto). Gli emolumenti dell’amministratore delegato di Unicredit, per il quale è stato proposto un aumento della remunerazione totale effettiva da 9,95 a 13,2 milioni per il 2024, secondo Glass Lewis avrebbero registrato «incremento eccessivo». Per questa ragione suggerisce agli azionisti della banca di votare contro la politica di remunerazione all’assemblea del prossimo 27 marzo. «Siamo preoccupati per la proposta di un ulteriore aumento sostanziale della remunerazione fissa» del ceo, il quale supera «di gran lunga i compensi degli amministratori delegati delle banche europee». Luce verde, invece, sull’aumento di capitale a servizio dell’Offerta pubblica di scambio su Banco Bpm. LEGGI TUTTO

  • in

    Generali prova a rassicurare il Governo: “Valutiamo aumento acquisti Btp”

    Ascolta ora

    “La nostra esposizione in Btp a fine 2024 ammonta a 35,6 miliardi di euro. Rappresentano una parte importante dell’allocazione dei nostri investimenti. Stiamo valutando di aumentare i nostri acquisti ovviamente in linea con la nostra politica di investimento e della nostra tolleranza al rischio”, ha detto il ceo di Generali, Philippe Donnet. L’annuncio sembra la volontà di rassicurare il governo che invece è perplesso sui vantaggi del matrimonio del Leone col gruppo controllato dalla banca francese Bpce. Lo scorso 28 febbraio, infatti, il sottosegretario alla presidenza, Giovanbattista Fazzolari, era stato chiaro: “L’unica cosa che interessa il governo è chi gestisce il risparmio” degli italiani “e se lo fa nell’ottica di agevolare il sistema produttivo italiano: in questa fase di risiko bancario ci sono delle situazioni che oggettivamente ci preoccupano, primi fra tutti questi movimenti che riguardano Generali. Qualunque meccanismo che possa ancorare il risparmio italiano in Italia è qualcosa che vediamo di buon occhio”.Alla conferenza stampa sui conti 2024 il manager francese non ha però voluto commentare i temi più caldi: no comment sulle mosse di Unicredit, azionista con quasi il 10%. No comment sui prossimi scenari – “da quando sono arrivato in Generali ho sempre sentito parlare di scalate”. Quanto all’aggiornamento dell’operazione Natixis, l’ad si è limitato a dire che “sono partite le consultazioni con i sindacati, previste nel Memorandum of understanding, dureranno un altro paio di mesi”. La firma dell’accordo Natixis arriverà, dunque, dopo l’assemblea anticipata al 24 aprile. Nel frattempo, verrà aperta la procedura del golden power che “sarà un’opportunità per fare chiarezza e rispondere a tutte le domande, le preoccupazioni e le perplessità che ci sono in giro”, ha sottolineato il ceo. LEGGI TUTTO

  • in

    Sondrio, barricate di cedole contro l’Ops targata Bper

    Ascolta ora

    La Popolare di Sondrio tira dritto e vara un piano ambizioso nel tentativo di convincere la sua amplia platea di 137mila soci a non aderire all’offerta «non concordata» recapitata da Bper. Durante il triennio 2025-2027 l’istituto valtellinese conta di generare utili in linea con quelli record registrati nel 2024, accompagnati da dividendi ben più generosi. Infatti, a fronte di un utile cumulato di 1,8 miliardi nel corso del piano, Sondrio ritornerà 1,5 miliardi sotto forma di dividendi, raddoppiando la distribuzione rispetto al triennio precedente. Il payout salirà all’85% già quest’anno (dal 63% precedente). «Abbiano fatto un piano per far sì che il mercato possa valorizzarci per ciò che siamo», ha spiegato l’ad Mario Alberto Pedranzini (in foto) che sull’Ops proposta da Bper passa la palla ai tanti azionisti dell’istituto: «Vogliamo che la banca continui a crescere e rimanere autonoma, gelosa della sua indipendenza e forte della sua tradizione. Poi il mercato ha le sue regole: saranno i soci a decidere». Pedranzini non ha potuto esimersi dalle numerose domande sui rapporti con l’azionista Unipol, che sono «sempre stati ottimi», premette il banchiere, anche se «oggi prendiamo atto che il loro presidente ha cambiato idea» facendo riferimento al fatto che Carlo Cimbri in passato si fosse mostrato poco propenso all’ipotesi di una aggregazione Bper-Sondrio. Un cambio di rotta peraltro comprensibile visto lo stravolgimento in atto nel panorama bancario, come ammesso anche dall’ad di Bper, Gianni Franco Papa («L’operazione si è resa necessaria dall’intensa fase di consolidamento in atto»).Pedranzini si è soffermato anche sul nodo sovrapposizioni, quasi nulle secondo Bper (otto filiali su 2mila totali). «Dalle nostre analisi emerge invece un numero ben superiore di filiali che vanno in sovrapposizione complici soprattutto gli oltre 500 sportelli ex Intesa-Ubi rilevati negli scorsi anni da Bper». Relativamente alle affinità tra le due entità, il banchiere di Bormio fa un distinguo: «Se 10-15 anni fa potevano esserci tante sinergie, adesso non è detto che uno più uno fa due; Bper è una struttura molto più grande e non pensiamo si possa trasferire la capacità di creazione di valore propria della nostra Sondrio, cresciuta nel tempo senza mai ricorrere ad acquisizioni». LEGGI TUTTO

  • in

    Generali, l’asse Unicredit-Assogestioni

    Ascolta ora

    L’assemblea delle Generali, che quest’anno torna in presenza con le modalità tradizionali, è anticipata al 24 aprile. Lo ha deciso il cda del Leone che ieri si è riunito per approvare il bilancio 2024. Entro fine marzo dovranno perciò essere depositate le liste di candidati per la nomina del nuovo cda da sottoporre al voto dei soci. Liste che a questo punto saranno tre, visto che è ormai certa la partecipazione di Assogestioni con una propria lista, alternativa alla lunga di Mediobanca e alla breve del gruppo Caltagirone.A fare da ago della bilancia sull’esito del voto sarà probabilmente Unicredit (che ieri ha ricevuto l’ok Ivass per Ops su Bpm Vita), accreditato di un pacchetto di poco inferiore al 10 percento. Ma per quale lista voterà l’istituto guidato da Andrea Orcel? Allo stato si può supporre che la preferenza andrà proprio alla lista di Assogestioni. Eco perché.La lista di Piazzetta Cuccia – almeno 13 nomi per puntare a occupare 7-8 poltrone nel cda – con capofila Andrea Sironi e Philippe Donnet sarà probabilmente una fotocopia di quella proposta tre anni fa (aprendo il tema della perdita dei requisiti di indipendenza dei candidati). Ci sarà poi una lista di 5-6 nomi avanzata da Caltagirone, sostenuto da Delfin, che sceglie così di non candidare un nuovo presidente né un altro ceo al posto di Donnet, ma di irrobustire l’attuale rappresentanza (costituita da Stefano Marsaglia, Marina Brogi e Flavio Cattaneo) nel cda di 13 membri. Per avere contezza della lista di Assogestioni dovremo però attendere qualche giorno, dovendo tenere conto anche del fatto che il 7 aprile l’associazione dovrà rinnovare il proprio vertice per il prossimo triennio. Confermando ciò che ha anticipato il Giornale lo scorso 28 febbraio, sarà una sfida tra l’attuale presidente, ovvero Carlo Trabattoni (presidente di Generali Real Estate Sgr e di Generali Investments Luxembourg) che punta a una riconferma, e Maria Luisa Gota, amministratore delegato di Eurizon nonché responsabile della divisione Asset Management di Intesa Sanpaolo. Al momento Gota, che potrebbe diventare la prima donna al vertice dell’associazione, è data per favorita. L’esito della gara avverrà in tempi non più utili per la lista dei candidati destinati alle Generali che, come detto, va presentata entro fine marzo. Nondimeno, un certo effetto si avrà sullo svolgimento del voto in assemblea, non fosse altro per il fatto che proprio la lista di Assogestioni avrà l’effetto di sottrarre voti a quella di Mediobanca.Nell’assemblea di aprile 2022 la lista di Assogestioni anche alla luce del prestito titoli di Mediobanca e della quota di De Agostini (ormai dismessa) che avevano contribuito alla vittoria della lista del cda incassò solo l’1,9% dei voti e nessun consigliere della rosa proposta dall’associazione aveva quindi raggiunto lo sbarramento del 5%. A questo giro però, in assenza di una lista del cda (che tre anni fa aveva assorbito gran parte delle preferenze dei fondi) e di fronte a due liste contrapposte, molti investitori istituzionali potrebbero decidere di aderire alla lista dell’associazione. A votarla potrebbe perciò essere anche Unicredit. In questo modo il banchiere si terrebbe in qualche modo fuori dalla mischia e la mossa potrebbe essere anche gradita al governo che ha acceso il faro sulle Generali dopo l’annuncio dell’operazione Natixis varata dall’attuale cda di Trieste a pochi mesi dalla sua scadenza. LEGGI TUTTO

  • in

    Intesa Sanpaolo aumenta l’impegno per la solidarietà

    Ascolta ora

    Intesa Sanpaolo conferma e potenzia la propria vocazione sociale, aumentando le risorse del Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale a 24,5 milioni di euro nel 2025. Una cifra che testimonia l’attenzione storica della Banca verso le persone più fragili, consolidando il suo ruolo di istituzione che guarda al benessere collettivo oltre che al sostegno dell’economia e delle famiglie.”Intesa Sanpaolo ha da tempo posto come elemento chiave del suo essere banca l’impegno a favore di chi si trova in condizioni di svantaggio economico, sociale, di salute” ha dichiarato Gian Maria Gros-Pietro, presidente della banca. “Il Fondo di Beneficenza svolge un ruolo speciale in questo ambito e anche nel 2025 concentrerà le sue risorse – oltre 24 milioni di euro – in programmi volti a ridurre i divari sociali ed educativi che limitano il pieno sviluppo delle persone e del Paese intero”.Il 2024, un anno di risultati concretiNel 2024, il Fondo ha erogato circa 23 milioni di euro (+22% rispetto al 2023), raggiungendo 934mila beneficiari, con il 31% delle risorse destinate al Sud e alle Isole, segno di un impegno crescente verso le aree più vulnerabili. Interventi che spaziano dal welfare sanitario di prossimità alla lotta alla povertà educativa, fino all’inclusione sociale di migranti e rifugiati.Linee guida 2025-2026: tre priorità strategicheLe nuove linee guida orienteranno l’azione del Fondo nei prossimi due anni su tre direttrici principali:Welfare sanitario di prossimità: sostegno all’accesso ai servizi sociosanitari per persone fragili e creazione di unità sanitarie mobili.Valorizzazione del Mezzogiorno: contrasto alla dispersione scolastica, sviluppo delle aree interne e sostegno all’imprenditoria giovanile.Inclusione sociale di migranti e rifugiati: programmi di accoglienza, istruzione e inserimento lavorativo per promuovere un’integrazione sostenibile.”Nel prossimo biennio particolare attenzione verrà posta al welfare sanitario, all’accoglienza e all’inclusione” ha sottolineato Gros-Pietro, ribadendo l’impegno della banca nel rispondere alle emergenze sociali con interventi mirati e strutturati.Una banca vicina alle comunitàIl Fondo di Beneficenza non è solo uno strumento di supporto, ma il simbolo di una cultura aziendale radicata nell’ascolto e nella solidarietà. Le erogazioni si traducono in beni e servizi gratuiti per le comunità, generando effetti positivi che vanno ben oltre l’impatto diretto dei singoli progetti.Dall’assistenza ai senzatetto alla riabilitazione delle persone con disabilità, dalla ricerca medica alla formazione dei giovani Neet, ogni iniziativa finanziata dal Fondo risponde a un bisogno reale, contribuendo al progresso sociale e alla coesione territoriale. LEGGI TUTTO

  • in

    Popolare di Sondrio vara nuovo piano al 2027: raddoppia il monte dividendi

    Ascolta ora

    La Popolare di Sondrio, su cui il mese scorso Bper ha lanciato un’Ops, svela il nuovo piano strategico al 2027 che punta al raddoppio dei dividendi. La reazione della Borsa è positiva con titolo nelle prime posizioni del Ftse Mib con un rialzo del 2%. Bene anche Bper che segna +1,7%. Sondrio, che ha posticipato di un mese l’annuncio del piano per valutare al meglio le opzioni strategiche da potere mettere in campo, ritiene che l’offerta pervenuta da Bper non rifletta il percorso di creazione di valore della banca in ottica stand alone. Sondrio nelle scorse settimane ha nominato BofA e Morgan Stanley come advisor finanziari per supportare l’analisi dell’Ops.Utili per 1,8 miliardi nel triennioL’istituto valtellinese nel triennio tra 2025 e 2027 prevede infatti 1,8 miliardi di utile cumulato e 1,5 miliardi in dividendi, raddoppiando la distribuzione avvenuta negli ultimi 3 anni. Il payout ratio si posiziona all’85% già a partire da quest’anno (in precedenza era del 63%).La maggiore remunerazione porta a un dividend yield del 10% circa. A fronte di una politica di distribuzione di dividendi sostenibile e in accelerazione, i coefficienti patrimoniali sono attesi stabili con CET1 ratio pari al 14,4% nel 2027. L’utile netto nell’ultimo anno del piano è previsto a 583 milioni, in linea con i livelli record registrati nel corso del 2024, nonostante il significativo calo dei tassi di interesse atteso. Il ROE è visto sempre superiore al 14% durante il triennio. Margine di interesse stabile a 1 miliardo nel 2027 rispetto agli 1,1 mld nel 2024. Le commissioni nette sono indicate a 505 milioni, con CAGR 2024-2027 pari al 5,1% grazie alla continua crescita della raccolta indiretta. LEGGI TUTTO