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    Tim, Vivendi inizia a vendere: i francesi scendono al 18,37%

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    Primo passo di Vivendi nella vendita a rate della sua partecipazione in Tim, come anticipato nei giorni scorsi da Il Giornale, ed è ufficialmente scesa al 18,37% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto dell’ex monopolista (dal 23,75%) pari al 13,19% del capitale. Il gruppo francese, che vede Yannick Bolloré alla presidenza del consiglio di sorveglianza, ha comunicato ieri sera di «aver superato al ribasso il 18 marzo 2025 la soglia del 20% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto di Tim. A tale data deteneva il 19,32% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto dell’operatore di telecomunicazioni italiano e il 13,87% del capitale sociale». LEGGI TUTTO

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    Soges sbarca in laguna e guarda al futuro con fiducia

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    Il 2024 è stato un anno strategico per Soges Group caratterizzato dall’ingresso in Borsa Italiana su Euronext Growth Milan, il mercato dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita. Questo passaggio ha contribuito allo sviluppo del gruppo, aumentando la visibilità del brand e dotandolo di solidità finanziaria. Parallelamente, l’azienda ha ampliato la propria presenza nel settore dell’hôtellerie di alta gamma con diverse acquisizioni, tra cui il Park Hotel Chianti, l’Hotel Malaspina a Firenze e il Borgo di Cortefreda nel Chianti. Inoltre, l’acquisizione dell’Hotel Bretagna, struttura storica situata sul Lungarno Corsini a Firenze.Questa crescita si riflette anche nei numeri: il gruppo ha registrato ricavi consolidati pro-forma per circa 24 milioni di euro, con un EBITDA margin del 12,8%. Il valore della produzione ha toccato 23,9 milioni di euro, mentre l’EBITDAR ha raggiunto 6,6 milioni di euro. Nonostante i costi straordinari legati alla quotazione e alle acquisizioni, l’EBITDA si è attestato a 3 milioni di euro, confermando la solidità del modello di business, mentre il risultato netto ha toccato 1,1 milioni di euro.”Il 2024 è stato per Soges Group un anno molto importante che ha segnato in modo significativo la storia della Società” ha commentato Andrea Galardi, CEO di Soges Group. “Abbiamo infatti rafforzato il nostro portafoglio con acquisizioni strategiche e abbiamo accresciuto significativamente la nostra size e la nostra marginalità”. LEGGI TUTTO

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    Fincantieri e Gdf insieme per la legalità: siglato un protocollo d’intesa

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    Un accordo strategico per tutelare la legalità, con un focus particolare sulla prevenzione e il contrasto all’illegalità economico-finanziaria, alle frodi, alla corruzione e al lavoro irregolare. Fincantieri, gruppo leader mondiale nella costruzione di navi ad alta complessità guidato dall’amministratore delegato Pierroberto Folgiero, e la Guardia di Finanza hanno firmato oggi un Protocollo d’Intesa volto a rafforzare la collaborazione per la prevenzione e il contrasto delle infiltrazioni criminali e delle irregolarità nel settore economico e produttivo. L’intesa prevede azioni mirate presso tutte le sedi delle unità produttive di Fincantieri, permettendo uno scambio capillare e sistematico di dati e informazioni utili per attività di prevenzione, tra la Società e gli organi territoriali della Guardia di Finanza.Alla cerimonia di firma del protocollo, presso la sede del Comando Generale della Guardia di Finanza, sono intervenuti Biagio Mazzotta, presidente di Fincantieri, e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, a testimonianza dell’importanza di questa iniziativa. Tra i presenti anche Enrico Pirastru, Senior Vice President Security di Fincantieri.L’accordo consentirà di rafforzare gli scambi di dati e notizie utili a forte valenza preventiva tra Fincantieri e gli organi territoriali della Guardia di Finanza, istituzionalizzando una collaborazione d’eccellenza e rafforzando la tutela della regolarità e della trasparenza del proprio indotto. Il parternariato, inoltre, non solo permetterà di accrescere l’efficacia delle azioni rispettive, ma faciliterà anche l’individuazione di settori e fenomeni ad alto rischio. Fincantieri, in qualità di azienda di rilevanza strategica, potrà accedere a forme avanzate di partnership pubblico-privata, fondamentali per la protezione dell’industria e della sicurezza nazionale.La collaborazione rientra nel quadro delle azioni già intraprese da Fincantieri per garantire i più alti standard di integrità e trasparenza. In particolare, si inserisce nel contesto del Protocollo quadro nazionale di Legalità firmato con il Ministero dell’Interno. Il Gruppo triestino continua così a rafforzare il proprio impegno verso il legame tra l’impresa e la comunità, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. “Legalità e sostenibilità – si legge in una nota di Fincantieri – non sono solo valori etici, ma leve strategiche che rafforzano le aziende potenziandone la competitività, favorendo la creazione di valore condiviso, attraendo talenti e assicurando risorse fondamentali per una crescita a lungo termine”. LEGGI TUTTO

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    Bending Spoons acquisisce Komoot, app del trekking da 45milioni di utenti

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    Komoot, la piattaforma digitale tedesca da oltre 45 milioni di utenti specializzata nella pianificazione di percorsi per gli amanti dell’avventura, ora parla italiano. Bending Spoons, azienda tecnologica con sede a Milano, ha annunciato oggi di aver completato l’acquisizione dell’app che contiene le mappe e i sentieri da trekking di tutto il mondo. L’azienda guidata dal Ceo e fondatore Luca Ferrari arricchisce così il proprio portafoglio di prodotti tecnologici digitali, tra cui Brightcove, Evernote, Meetup, Remini, StreamYard e WeTransfer, utilizzati da più di 300 milioni di persone ogni mese.”Siamo profondamente colpiti dai risultati ottenuti da komoot negli ultimi diciassette anni e guardiamo con entusiasmo al suo potenziale di crescita futura. Grazie alle competenze e alla piattaforma tecnologica di Bending Spoons, siamo certi di poter accompagnare komoot in un percorso di crescita e consolidamento per molti anni a venire”, ha commentato lo stesso Ferrari. Le app mobili e la piattaforma di Komoot, che offrono strumenti avanzati per la pianificazione degli itinerari e la navigazione, sono diventate un riferimento per milioni di appassionati del settore. La sfida è ora quella di allargare ulteriormente quella community attraverso i servizi digitali offerti.”Da 17 anni lavoriamo per rendere le avventure outdoor accessibili a tutti. Partendo da umili inizi nelle nostre stanze da studenti, abbiamo costruito komoot da zero e l’abbiamo fatta crescere fino ad avere 45 milioni di utenti, diventando la principale piattaforma del suo genere in Europa. Komoot ispira milioni di persone a esplorare gli spazi aperti, migliorando il benessere fisico e mentale, e continua a crescere in tutto il mondo. Tuttavia, ciò che ci ha portato fin qui non basta per fare il passo successivo”, ha dichiarato Markus Hallermann, Ceo e co-fondatore di komoot. “Far scalare un’azienda richiede una mentalità e delle abilità diverse rispetto a quelle necessarie per fondarla. Ecco perché riteniamo che Bending Spoons, con le sue competenze uniche nell’innovazione e nella crescita delle piattaforme, sia il partner ideale per guidare komoot verso il futuro”, ha aggiunto.Gli investitori che hanno sostenuto il percorso di komoot sono: Krw Schindler, Outdoor Secondary, Mbg Beteiligungsges. Berlin-Brandenburg e Lp Capital (Liquid Partners). Perella Weinberg Partners ha agito in qualità di advisor finanziario esclusivo di komoot, mentre Osborne Clarke si è occupato della consulenza legale. Bending Spoons si è avvalsa del supporto di Freshfields in qualità di advisor legale. La due diligence finanziaria e fiscale è stata condotta da Ey Advisory S.p.A. JP Morgan e Intesa Sanpaolo hanno agito in qualità di advisor finanziari. LEGGI TUTTO

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    Webuild: posati i primi km della linea ad alta velocità Napoli-Bari

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    La linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari, che collegherà le due città in 2 ore contro circa le 4 attuali, inizia a concretizzarsi. È stata completata la posa dei primi due chilometri di binari in partenza dalla stazione di Acerra, in provincia di Napoli. I lavori, realizzati da Webuild per conto di RFI (Gruppo FS Italiane), proseguiranno nei prossimi mesi verso Cancello, in provincia di Caserta, e il completamento della tratta Napoli-Cancello, complessivamente 15,5 km di binari, è previsto entro la fine dell’estate. Intanto, sempre su questa tratta, procede spedito lo scavo della galleria Casalnuovo, che ha superato il 60% di avanzamento complessivo. L’intervento, che attraversa un territorio fortemente urbanizzato, è condotto in atmosfera iperbarica, fa sapere Webuild. Si tratta di una tecnica di scavo innovativa e sostenibile utilizzata per la prima volta in Italia nell’ambito della costruzione di gallerie che interagiscono con la falda acquifera.Nell’ultima fase i lavori porteranno i nuovi binari a servizio della stazione di Napoli-Afragola, che diventerà così un nodo strategico del sistema di trasporti regionale e nazionale, consentendo l’integrazione tra le reti ferroviarie suburbane, regionali e le linee storiche con il sistema di alta velocità. “Con l’attivazione della tratta e l’entrata in funzione delle nuove stazioni di Acerra e Casalnuovo e della fermata Centro Commerciale previste sul tracciato, – ha anticipato Webuild – sarà possibile da inizio 2026 incrementare l’accessibilità al sistema ad alta velocità per un vasto territorio dell’area metropolitana di Napoli compreso tra le città di Casoria, Casalnuovo, Afragola, Caivano e Acerra, grazie all’interconnessione tra le linee regionali e la stazione alta velocità di Napoli-Afragola”.Tutti i numeri della linea che collegherà Napoli e Bari in sole 2 ore145 km complessivi, 9 gallerie, 25 viadotti e 16 tra nuove stazioni e fermate. Questi i principali numeri che caratterizzano la futura linea ad alta velocità Napoli-Bari. Al termine dei lavori sarà una infrastruttura di mobilità strategica per l’intero Sud Italia, collegando Napoli e Bari in due ore contro circa le quattro attuali, e riducendo significativamente le distanze tra Campania, Puglia e il resto del centro-nord Italia. LEGGI TUTTO

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    FedEx teme indebolimento del commercio globale, tagliate stime su utili e ricavi

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    L’impatto della guerra commerciale sull’economia globale si fa già sentire su Fedex, il principale spedizioniere al mondo, che ha snocciolato risultati trimestrali deludenti e ha tagliato le sue previsioni di profitto e fatturato annui, per la terza volta consecutiva, proprio a causa dell’incertezza legata alla futura domanda di consegne. Immediata la reazione del titolo, che nella sessione after hours di Wall Street ha segnato una caduta di oltre il 5% e nel pre-market mostra una flessione di 7 punti percentuali, suggerendo un avvio particolarmente difficile nella seduta di oggi. Una debolezza che andrebbe ad aggiungersi al -12% lasciato sul parterre da inizio anno.I segnali di incertezza sull’evoluzione del quadro macro sono già visibili nella trimestrale dell’azienda di Memphis, che ha evidenziato risultati in crescita ma inferiori alle attese degli analisti. Il gigante delle spedizioni, considerato un barometro economico, ha riportato nel terzo trimestre fiscale ricavi in aumento del 2% a 22, 2 miliardi di dollari, e un utile rettificato (cioè depurato dalle voci straordinarie) di 1,09 miliardi di dollari, o 4,51 dollari per azione, in miglioramento rispetto ai 970 milioni di dollari, o 3,86 dollari per azione, dell’anno precedente, ma inferiore alle aspettative di Wall Street. L’amministratore delegato, Raj Subramaniam, ha dichiarato che la società ha dovuto affrontare “un ambiente operativo molto impegnativo, tra cui una stagione di punta compressa e gravi eventi atmosferici”.La debole domanda e l’incertezza dell’economia, mentre l’amministrazione Trump impone tariffe ai partner commerciali, hanno spinto il gruppo a tagliare le sue previsioni per l’intero anno. Ora, lo spedizioniere internazionale si aspetta che il fatturato annuale possa essere leggermente inferiore rispetto all’anno passato (da piatto a leggermente inferiore, in peggioramento rispetto alla precedente previsione di “circa piatto”). La società di consegna pacchi ha rivisto al ribasso anche le sue previsioni per l’utile rettificato a un range compreso tra 18 e 18,60 dollari per azione, sotto ai 18,95 dollari di consenso degli analisti. Già a dicembre FedEx aveva limato le sue stime di profitto per l’anno fiscale che si concluderà nel maggio 2025, portandole a 19-20 dollari per azione, rispetto all’obiettivo iniziale di 20-22 dollari per azione, a causa dell’inflazione che aumenta i costi e dell’incertezza legata alla futura domanda di consegne. LEGGI TUTTO

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    A2a, gli investimenti volano a 3 miliardi. Pronti i motori per fare nuovo shopping

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    Investimenti record a 3 miliardi, basso debito, il 50% di produzione da energia rinnovabile e una crescita del 18% sul mercato libero. È un 2024 da incorniciare quello presentato ieri dall’ad Renato Mazzoncini a corredo di conti di bilancio con il segno più. Una base solida che permette al gruppo di programmare per i prossimi mesi non solo una crescita organica, ma anche nuovi progetti: «Siamo aperti a nuove acquisizioni che riguardano lo sviluppo del gruppo nei vari settori chiave, dalle reti all’idrico, dall’ambiente al gas». Non solo. Mazzoncini ha ammesso «di aver avviato i primi colloqui con Enel per capire le possibili sinergie di una newco delle connessioni», progetto da un miliardo annunciato dall’ad di Enel Flavio Cattaneo qualche mese fa.Insomma, il 2025 dell’utility lombarda sarà alla finestra in molti settori, seguendo fedelmente il piano industriale, ispirato dal manifesto Draghi, e orientato alle reti e allo sviluppo green. LEGGI TUTTO

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    Tim, Vivendi apre alla vendita a rate

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    Pur di uscire da Tim, adesso Vivendi (primo socio con il 23,7% delle quote) sarebbe disposta a considerare di vendere la propria partecipazione in due pezzi. Per il momento si tratta solo di voci che circolano insistentemente in ambienti finanziari, ma l’ipotesi è quantomeno verosimile. Secondo quanto risulta al Giornale, il gruppo parigino – un tempo non disposto a considerare questa via – probabilmente consigliato dai suoi consulenti starebbe sempre più considerando questa exit strategy. Una via peraltro percorribile perché gli acquirenti potenziali ci sarebbero già: da una parte Poste Italiane che fin dal suo ingresso rilevando il 9,8% di Cdp non ha escluso di volersi rafforzare; dall’altra c’è il fondo londinese Cvc, che al momento non si è dato per vinto e sta valutando seriamente di rientrare in partita rilevando almeno il 10% della società di tlc. Magari proprio quello che resterebbe nelle mani del gruppo guidato da Arnaud de Puyfontaine qualora il gruppo guidato da Matteo Del Fante (in foto) dovesse rilevare il 14% per diventare primo azionista, guidare il consolidamento del settore da una posizione di forza senza superare la soglia del 25% del capitale di Tim che altrimenti richiederebbe il lancio di un’Opa totalitaria.Secondo fonti finanziarie, il quadro potrebbe definirsi nei prossimi mesi con l’ambizione di avere uno scenario già definito prima dell’assemblea del 24 giugno. All’orizzonte si profila anche uno scenario alternativo: qualora Cvc alla fine non dovesse entrare, allora Vivendi potrebbe anche accontentarsi di rimanere con una piccola quota intorno al 10%, in attesa di uscire definitivamente. Non è chiaro, però, se questa nuova configurazione porterebbe automaticamente a un’uscita di scena dell’amministratore delegato Pietro Labriola, dal momento che il socio francese – che pure inizialmente lo ha fortemente voluto – ancora non perdona al top manager di aver guidato il cda nella cessione della rete fissa a condizioni ritenute non soddisfacenti e senza prendere in dovuta considerazione la sua volontà. Tant’è che ha fatto ricorso contro la sentenza del Tribunale di Milano, dopo che quest’ultimo in primo grado ha ritenuto inammissibile la causa di Vivendi poiché quest’ultima non ha mai fatto nulla per impedire la vendita pur avendone facoltà.Al fine di avere più chance in appello, ora i transalpini potrebbero votare contro il bilancio di Tim; ma potrebbero opporsi anche ad altre operazioni in cantiere come la conversione delle azioni di risparmio, il ritorno al dividendo e il raggruppamento azionario per i quali il voto di Vivendi sarebbe determinante. LEGGI TUTTO