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    Poste Italiane, utile record oltre i 2 miliardi nel 2024

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    Poste Italiane chiude il 2024 con risultati finanziari da record, confermando la sua solida traiettoria di crescita e superando le previsioni del piano strategico. L’utile netto raggiunge i 2,01 miliardi di euro, il livello più alto mai registrato dalla società, con due anni di anticipo rispetto agli obiettivi prefissati e in linea con l’ultima guidance aggiornata.I ricavi del 2024 si attestano a 12,6 miliardi di euro, con un incremento del 5% su base annua, trainati dalla crescita in tutte le business unit. Il risultato operativo (Ebit) adjusted raggiunge 2,96 miliardi di euro, quasi il triplo rispetto al 2017 e ben oltre le ultime previsioni del mercato.“A marzo del 2024, durante il nostro Investor Day, abbiamo condiviso con entusiasmo la nostra visione e oggi, a distanza di un anno dall’avvio del nostro Piano Strategico, abbiamo superato gli obiettivi finanziari, registrando una solida performance su tutta la nostra piattaforma e realizzando con successo le nostre priorità strategiche. Nell’era digitale, Poste Italiane rimane una delle istituzioni più affidabili in Italia, con una presenza fisica capillare in ogni comunità e la più grande piattaforma digitale del Paese”, ha commentato l’ad Matteo Del Fante.Le principali aree di businessServizi Finanziari: ricavi in aumento del 5,6% su base annua, attestandosi a 5,5 miliardi di euro, grazie alla crescita del portafoglio investimenti e al boom delle commissioni per la distribuzione di prodotti finanziari.Servizi Assicurativi: raccolta netta positiva nel comparto Vita, con ricavi in crescita del 4,7% a 1,6 miliardi di euro e premi lordi nel business della protezione che superano la soglia del miliardo di euro.Servizi Postepay: ricavi in aumento del 9,5%, raggiungendo 1,6 miliardi di euro, con un Ebit in crescita del 20,3% su base annua. Fondamentale il contributo del business energia, che ha anticipato le previsioni di piano.Corrispondenza e Pacchi: consolidata la leadership nel settore, con ricavi pari a 3,8 miliardi di euro, in crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente.I risultati hanno determinato la proposta di un dividendo unitario di 1,08 euro (in pagamento da giugno), con un aumento del 35% rispetto al 2023. La distribuzione totale agli azionisti ammonta a 1,4 miliardi di euro, in linea con la nuova politica dei dividendi. “A marzo dello scorso anno avevamo fissato un target di dividendo per azione pari a un euro nel 2026, pertanto oggi possiamo dire di aver superato il nostro obiettivo con due anni di anticipo”, ha sottolineato Del Fante aggiungendo che “il 2024 segna l’ottavo anno consecutivo di crescita del dividendo annuale, con un totale di dividendi distribuiti dal 2016 pari a 7 miliardi”. LEGGI TUTTO

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    “Tether pronta a comprare altre azioni della Juventus”

    A pochi giorni dal rumoroso ingresso nel capitale della Juventus (che ieri in Borsa ha perso il 12,5% per l’addio alla Champions League), abbiamo chiesto all’ad di Tether, Paolo Ardoino, di spiegare meglio i progetti legati al calcio e non solo, visto che il colosso cripto ha un’imponente potenza di fuoco da dispiegare per nuovi investimenti.Ardoino, classe 1984 e una ricchezza stimata in 4 miliardi. La prima domanda è d’obbligo: juventino dalla nascita?«Nonostante sia nato in zona Alassio, mio padre era bianconero, cosa che si trasmette nel sangue. Sulla mia ricchezza stimata dico solo che vesto esattamente uguale a prima, guido la stessa macchina di sette anni fa, non sono cambiato di una virgola per quanto riguarda le spese personali».Il successo, per quanto ambito, fa spesso rima con sacrifici e rinunce.«A spanne credo di lavorare fino a 16 ore al giorno. Non so fare altro, weekend compreso. Siamo sempre l’azienda aperta 24 ore al giorno tutto l’anno, abbiamo persone che lavorano in 70 paesi diversi. E anche Giancarlo (Devasini, ndr) è molto, molto attivo».Aspirate a entrare nella camera dei bottoni della Juve. Se Exor aprisse a una trattativa, siete pronti a salire nel capitale?«Siamo ancora piccoli (5% dei diritti di voto) e siamo disponibili a rimanere piccoli o fare altri ragionamenti, ma chiaramente deve esserci qualcuno che vende. C’è una potenzialità pazzesca nel calcio per cambiare i sistemi di comunicazione, utilizzare nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, in cui noi siamo investitori molto importanti, e i sistemi di pagamento basati su blockchain. La nostra stablecoin Usdt ha 400 milioni di utenti nel mondo, specialmente nei mercati emergenti. Molti di questi non hanno una carta di credito, sono tifosi ma non hanno alcun accesso al merchandising. Noi possiamo aiutare a diffondere il brand Juve all’estero. In più possiamo connettere meglio i tifosi con il club, utilizzare le nostre risorse in termini di intelligenza artificiale per aiutare la società a ottimizzare i propri processi, sia aziendali che di ricerca. Abbiamo un’infinità di idee, tutto sta alla dirigenza e alla proprietà decidere se vogliono collaborare o meno con noi. Siamo qua per dare una mano, lavorare insieme e fare ritornare grande la Juve».A livello di tweet diciamo che la vostra filosofia sembra molto improntata all’attacco.«Ritengo molto importante avere un contatto diretto con le persone. Quando ho scritto Make Juve great again, uno dei feedback principali è stato che era la prima volta che un azionista parlava con i fans. Le persone sono in un certo senso stufe di gente, e non parlo del caso della Juve necessariamente, che ha la scopa nel sedere».Parole forti«È importante interagire e nel calcio bisogna cambiare atteggiamento; sono fermamente convinto che le prime squadre che se ne renderanno conto avranno un successo enorme. In generale, il motivo per cui twitto è perché le persone anche nel nostro mondo vogliono sapere chi c’è dietro, vogliono vedere una faccia, che le ascolti e che senti quali sono i loro dubbi, le pulsioni, i timori».Proviamo a spiegare ai non esperti di cripto cosa fa Tether e come è diventata un colosso da 13,7 miliardi di profitti?«È molto semplice. La nostra stablecoin Usdt è un dollaro digitale che utilizza la blockchain come sistema di trasporto invece di usare il sistema Swift o il bonifico bancario classico, quindi niente di più di un dollaro digitale. Il motivo per cui siamo diventati estremamente popolari è che nel mondo, soprattutto al di fuori dell’Europa e degli Stati Uniti, tanti lottano contro un costo della vita che sale al ritmo del 50% annuo come in Turchia dove al contempo la valuta locale ha perso il 98% di valore contro il dollaro negli ultimi dieci anni. Stesso dicasi per l’Argentina. La gente che vive in questi Paesi vuole proteggere i propri risparmi. Il modo migliore di farlo è acquisire dei dollari e noi glielo permettiamo. A questo si aggiunge il fatto che 3 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a conti bancari, semplicemente perché troppo poveri e non generano abbastanza commissioni per le banche. Un dollaro digitale acquistabile e da tenere sullo smartphone rappresenta per queste persone un cambiamento epocale, un giubbotto di salvataggio in un mare di problemi finanziari che sono dati dalla loro moneta nazionale».Cosa ha trainato il boom di profitti nel 2024?«La maggior parte degli utili, oltre il 50%, deriva dagli interessi dei Treasury Usa che deteniamo; una forte spinta è arrivata anche dagli investimenti in bitcoin e oro. Le aziende acquisite hanno iniziato a portare il loro contributo, anche se la diversificazione vera è iniziata l’anno scorso e quindi ci si vorranno ancora un paio di anni per vedere appieno i frutti».Le risorse non mancano. LEGGI TUTTO

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    Leonardo batte tutte le stime: +11% di ricavi

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    Leonardo batte le stime degli analisti e chiude i conti preliminari del 2024 con 17,8 miliardi di ricavi (+11%) e quasi 21 miliardi di ordini in crescita del 16,8% rispetto al 2023. Il portafoglio commesse supera così i 44 miliardi, pari a due anni e mezzo di produzione assicurata. Il flusso di cassa, pari a 826 milioni, è in crescita del 30,1% rispetto ai 635 milioni del 2023 (652 nel dato proforma) e in linea con le attese. L’indebitamento netto di gruppo, pari a 1,795 miliardi, risulta in miglioramento rispetto ai 2,323 miliardi al 31 dicembre 2023. L’aggiornamento del piano industriale di Leonardo, si legge nella nota sui risultati preliminari, sarà presentato l’11 marzo insieme al consuntivo 2024 (con il quale saranno resi noti i dati dell’utile operativo, dell’utile netto e del dividendo).Nel corso della presentazione dei risultati, l’amministratore delegato, Roberto Cingolani, ha sottolineato che il gruppo “ha identificato un potenziale coinvestitore” per dare vita al riassetto delle attività di produzione di Aerostrutture con cui sono “in corso trattative serrate” (si tratta della divisione colpita dalle difficoltà del primo committente Boeing). Il manager ha poi commentato la situazione geopolitica sottolineando che “l’Europa deve aumentare la spesa nella difesa, molto probabilmente raggiungendo o superando il 2%. L’Italia sicuramente incrementerà questa voce, anche perché ora la Ue sembra aver accettato l’idea che gli investimenti nella difesa non saranno inclusi nel Patto di stabilità. Ci sarà molta più libertà di investire nella difesa, non solo in Italia ma nell’intera Europa, e si possono immaginare grandi investimenti in diversi Paesi europei”. LEGGI TUTTO

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    Donnarumma: “Fs non possono che essere a controllo pubblico”

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    Fs sta portando avanti il confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sul modello di finanziamento Rab (Regulated Asset Base). “Noi stiamo andando avanti con il tavolo congiunto con il Mef sui vari temi, che riguardano sia l’identificazione di perimetro, sia la scelta societaria, sia tutte le technicality di carattere finanziario e gli impatti sul bilancio dello Stato. Il progetto che abbiamo presentato è stato ritenuto molto interessante e c’è una collaborazione molto attiva per identificarne la percorribilità. Quindi sì, stiamo andando avanti di concerto con il Mef per studiare la possibilità che questo venga realizzato”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo Fs, Stefano Antonio Donnarumma, a margine del punto stampa nella sede centrale di Fs.Donnarumma ha ribadito che il confronto con le istituzioni prosegue senza il coinvolgimento di investitori privati: “Sullo schema di finanziamento stiamo andando avanti con il tavolo congiunto con Mef e Ragioneria di Stato su vari temi. Il progetto che abbiamo presentato è stato ritenuto molto interessante”. Ha poi aggiunto: “Non stiamo parlando con investitori, ma stiamo parlando con il Mef per capire se il modello di finanziamento Rab funziona”.L’amministratore delegato ha inoltre chiarito la posizione di Fs rispetto ai fondi di investimento privati: “Non stiamo parlando con investitori, ora siamo nel modello, stiamo cercando di capire con il Mef se il modello funziona. F2i non è un’azienda che investe, ma è una Sgr e crea fondi di investimento”.Donnarumma ha poi sottolineato che la priorità del gruppo Fs rimane la continuità degli investimenti infrastrutturali: “Ai ferrovieri poco interessa chi mette i soldi, per loro conta che vengano finanziati gli investimenti per realizzare le infrastrutture. Noi tutti abbiamo ben chiaro che le Ferrovie dello Stato non possono che essere a controllo pubblico, per mantenere saldo il tema della missione e garantire che gli investimenti siano equi e che vadano a tutti i livelli”.L’ad ha evidenziato il ruolo cruciale del finanziamento pubblico per la manutenzione della rete e lo sviluppo del traffico regionale: “Noi vogliamo garantire che, con il flusso costante di denaro pubblico che sostiene i nostri investimenti, potremo operare sempre su due aspetti: la manutenzione – per tenere la rete sempre funzionale ed efficace – e tutte le attività, anche di sviluppo, che riguardano il traffico dei pendolari dei regionali, che è la massa maggiore di treni e di passeggeri che gestiamo. Svincolare l’aspetto legato esclusivamente all’Alta Velocità, che è un ambito più di mercato, ci aiuterebbe ad alleggerire questo carico, che per lo Stato è molto importante”. LEGGI TUTTO

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    Fs, estate di cantieri: sette linee interrotte e tempi di percorrenza più lunghi

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    Questa estate sette linee ferroviarie italiane saranno interessate da cantieri che comporteranno aumenti dei tempi di percorrenza dai 20 minuti alle due ore e, in tre casi, la sostituzione del treno con autobus. Lo ha annunciato l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma, nel corso di una conferenza stampa presso la sede dell’azienda. “La moltiplicazione dei cantieri non comporterà un peggioramento dei disagi. Zero disagi non si possono avere, dobbiamo tenerli a un livello di accettabilità pianificandoli bene”, ha dichiarato Donnarumma. Ha inoltre spiegato che “adegueremo la vendita dei biglietti man mano che andremo avanti, così l’utente scoprirà che quel determinato viaggio durerà di più e se ha già acquistato il biglietto potrà cambiarlo senza pagare nulla”.Gli interventi più significativi riguarderanno l’Alta Velocità Milano-Bologna, con lavori dall’11 al 17 agosto che causeranno un aumento dei tempi di percorrenza di un’ora. Sulla Firenze-Roma, tra l’11 e il 22 agosto, il ritardo stimato sarà di 40 minuti, mentre sulla Milano-Venezia, tra il 5 e il 25 agosto, i tempi si allungheranno fino a 90 minuti. Lavori più lunghi interesseranno la Milano-Genova (1 giugno-28 settembre, con ritardi tra i 20 e i 60 minuti), il Nodo di Genova (2-31 agosto), la Roma-Napoli via Cassino (5 agosto-12 settembre) e la Battipaglia-Potenza (1 aprile-30 giugno), dove sarà necessario ricorrere ai bus sostitutivi.Donnarumma ha sottolineato che i principali disagi sono dovuti “a un numero di cantieri davvero ingente: oggi ne contiamo 1.200 e non tenderanno a diminuire nei prossimi mesi perché gli investimenti sono ingenti e necessari per superare l’obsolescenza della rete e garantire la sicurezza”. Ha poi aggiunto: “Il secondo punto sono i cantieri del Pnrr, che ad oggi impattano meno di quelli di manutenzione. La terza causa è l’obsolescenza dell’infrastruttura”.Riguardo alle strategie per ridurre i disagi, Donnarumma ha evidenziato che “noi non vogliamo ridurre il numero dei treni, al massimo ne accorpiamo qualcuno. Nei giorni scorsi abbiamo visto il nostro duplex viaggiare sulle ferrovie francesi, tecnicamente si può fare: invece di far viaggiare un treno solo, ne attacchi due”.FS sta portando avanti un importante piano di investimenti per l’ammodernamento della rete ferroviaria. “Investiremo sull’infrastruttura 100 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. È un progetto sfidante”, ha sottolineato Donnarumma. L’impatto economico degli investimenti del gruppo “vale 2,3 volte sul Pil italiano”.”I problemi accadono solo in Italia? Assolutamente no. Andate a vedere cosa succede in Germania, dove la rete ferroviaria è in ginocchio e sono costretti a volte a fermare tratti della rete. Noi non li fermiamo pur avendo i cantieri del Pnrr aperti”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Fs. LEGGI TUTTO

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    Cambio al vertice di Philip Morris Italia: Pasqale Frega sarà il nuovo presidente e amministratore delegato 

    Pasquale Frega, presidente e amministratore delgato Phlip Morris Italia

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    Philip Morris Italia ha annunciato oggi che Pasquale Frega sarà il nuovo Presidente e Amministratore Delegato dell’affiliata italiana. Frega vanta una lunga esperienza internazionale, maturata in aziende leader del settore farmaceutico come Novartis, Celgene Corporation, InterMune e Ipsen in Europa (Francia, Londra, Paesi nordici) e nelle Americhe. Nel suo ultimo ruolo, Frega ha ricoperto il ruolo di Presidente per il Canada e l’America Latina di Novartis, guidando la Regione verso significativi risultati di business sia sotto il profilo della crescita economica sia dell’eccellenza operativa. In precedenza, è stato Country President di Novartis Italia, distinguendosi per aver portato l’azienda ad essere leader nel settore farmaceutico del Paese.Frega assume questo incarico in un momento storico per Philip Morris International, impegnata nel costruire un futuro senza fumo eliminando le sigarette nel più breve tempo possibile, grazie a prodotti innovativi senza combustione basati su scienza e tecnologia, sviluppati per i fumatori adulti che non smettono di fumare. L’obiettivo di medio termine dell’azienda è che entro il 2030 oltre due terzi dei propri ricavi netti a livello globale provengano dai prodotti senza combustione. Per raggiungere questo obiettivo, dal 2008 l’azienda ha investito oltre 14 miliardi di dollari per la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di questi prodotti, oggi disponibili in 95 Paesi nel mondo. A livello nazionale, sono oltre due milioni i fumatori adulti che sono passati ai prodotti senza combustione dell’azienda e hanno abbandonato le sigarette.“Sono entusiasta di questa nuova avventura e sono fermamente convinto del ruolo che, grazie alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico, come azienda possiamo svolgere per avere un impatto positivo sulla società” – ha dichiarato Frega, che ha aggiunto – “La visione del gruppo Philip Morris è chiara: rendere le sigarette un ricordo del passato nel più breve tempo possibile, accelerando la transizione dei fumatori adulti verso prodotti potenzialmente meno dannosi. Una visione che in Italia perseguiremo a fianco di una filiera integrata che conta 41mila persone e 8mila aziende, e che rappresenta un’eccellenza mondiale.” LEGGI TUTTO