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    Cardinale sborsa 600 milioni e si compra il Telegraph

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    Non sono tutti riferibili i commenti postati ieri sulle piattaforme Internet del tifo milanista alla notizia che RedBird Capital Partners, il fondo di investimento guidato da Gerry Cardinale che è proprietario del Milan (anche se a Elliott deve ancora 489 milioni di quota capitale del vendor loan più interessi), ha acquisito il Daily Telegraph, storico quotidiano conservatore londinese per 500 milioni di sterline (circa 600 milioni di euro) da Lloyds Bank, creditrice dei fratelli Barclay, miliardari londinesi proprietari fino a cinque anni fa dello storico hotel Ritz.Cardinale ha dato un altro scossone nei media d’Oltremanica, sempre più sotto controllo straniero, dichiarando di voler essere «l’unico azionista di controllo» del Telegraph Media Group, che comprende anche il domenicale Sunday Telegraph, e ha promesso di investire «nelle operazioni digitali, negli abbonamenti e nell’ambito giornalistico», con l’obiettivo di espandere il gruppo a livello internazionale. Sono in corso trattative anche con «investitori di minoranza britannici accuratamente selezionati, specialisti della carta stampata e fermamente impegnati a difendere i valori editoriali del Telegraph», ha precisato la società Usa. Ma è prevista anche una partecipazione fino al 15% del fondo emiratino Imi, da tempo interessato al Telegraph. Proprio un anno fa RedBird in partnership paritaria con Imi si era visto bloccare la scalata al gruppo editoriale dall’intervento del precedente governo conservatore, guidato allora da Rishi Sunak, mentre l’esecutivo laburista di Keir Starmer non ha frapposto particolari ostacoli. LEGGI TUTTO

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    “Soci, non aderite all’offerta di Mfe”

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    Stoccata a Mfe-Media For Europe da parte del consiglio di amministrazione e di quello di sorveglianza di ProsiebenSat. Il board del broadcaster tedesco, sotto scalata da parte del gruppo guidato dall’ad Pier Silvio Berlusconi, ieri ha divulgato una nota per raccomandare «agli azionisti di non accettare l’offerta pubblica di acquisto volontaria presentata da Mfe». Dopo aver esaminato il documento d’offerta dell’8 maggio scorso, entrambi gli organi direttivi di Prosieben hanno concluso che la proposta «è inadeguata dal punto di vista finanziario». La valutazione è supportata dai pareri forniti dai consulenti di Morgan Stanley e di Goldman Sachs. LEGGI TUTTO

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    Uniqlo compra casa nel centro di Milano

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    Hines ha concluso un accordo per vendere lo storico palazzo di Piazza Cordusio, a Milano, che ospita il negozio di Uniqlo. Secondo quanto riporta il sito Green Street News, ad acquistarlo è l’uomo più ricco del Giappone, Tadashi Yanai, fondatore e presidente di Fast Retailing, proprietaria del marchio di abbigliamento. Yanai, il cui patrimonio netto di oltre 50 miliardi di dollari lo colloca al ventottesimo posto tra le persone più ricche al mondo, negli ultimi anni è diventato un investitore immobiliare. Lo scorso aprile ha acquistato un edificio occupato da Uniqlo ad Amsterdam per 100 milioni di euro. Due mesi prima era emerso come acquirente del 19-25 Long Acre a Londra, un altro palazzo occupato da Uniqlo, per circa 115 milioni di sterline. Il valore dell’operazione milanese supera i 300 milioni di euro con un rendimento del 3,5% per Hines.L’edificio di 15.700 metri quadrati, costruito nel 1892, era stato comprato da Hines da Sorgente nel 2016 (per 130 milioni), quasi completamente vuoto, come quarto acquisto per la Bayerische Versorgungskammer (Bvk), il più grande ente pensionistico tedesco. Dopo l’acquisizione di Cordusio 2.0, Hines ha intrapreso una ristrutturazione che ha creato unità commerciali di punta su tre piani.Quelli superiori sono stati convertiti in uffici di pregio e la ristrutturazione è stata completata nel 2018. Poco dopo, Uniqlo ha firmato per occupare i tre piani vendita come suo primo negozio italiano, che ha poi aperto nel 2019. LEGGI TUTTO

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    Mfe, effetto Prosieben sull’utile. La trimestrale oltre le previsioni

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    Mfe-MediaForEurope chiude il primo trimestre 2025 con un balzo dell’utile netto e del cash flow. Ricavi e margine operativo sono in calo, ma migliori del consensus, mentre è sceso l’indebitamento. Il fatturato, in particolare, ha sofferto soprattutto la debolezza della Spagna, i cui dati pubblicitari del periodo (-12%) si confrontano con il trimestre eccezionale dell’anno scorso (+8%). Mentre la raccolta pubblicitaria in Italia è cresciuta dell’1%. Questa è la sintesi dell’andamento economico del primo trimestre del gruppo Mediaset, impegnato, come noto, nella battaglia finanziaria di Germania, dove ha lanciato un’offerta volontaria per salire nel capitale di ProsiebenSat, dove ha già superato il 30 per cento. E deve però contrastare il disturbo dell’offerta alternativa lanciata successivamente dai cechi di Ppf per arrivare al 29,9%, a fronte della quale Mfe potrebbe decidere un rilancio. Per il gruppo controllato dalla Fininvest e guidato dall’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi (in foto) «La performance del trimestre riflette un equilibrio efficace tra rigore gestionale e visione industriale, e conferma l’impegno di Mfe nel rafforzare la propria posizione in Italia e in Europa». LEGGI TUTTO

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    Terna, un anno di crescita. “Leader della transizione”

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    «Terna nel 2024 ha messo a segno una crescita significativa di tutti gli indicatori economico-finanziari ed è leader nel settore nella transizione energetica». Dall’assemblea degli azionisti del gruppo, l’amministratore delegato e direttore generale di Giuseppina Di Foggia (in foto) lancia un doppio messaggio ai soci. Azionisti ai quali è stato garantito un ritorno del 5,5% nel 2024 considerando sia la performance di Borsa, sia l’impatto dei dividendi corrisposti nell’ambito dell’anno.L’assemblea ha quindi approvato quasi all’unanimità il bilancio 2024 chiuso con l’utile netto a 970,4 milioni, un dividendo per l’intero esercizio pari a 39,62 centesimi di euro per azione, il Piano di incentivazione di lungo termine denominato Performance Share 2025-2029 e il buy back per un massimo di 1,8 milioni di azioni ordinarie: circa lo 0,09% del capitale sociale, e un esborso complessivo fino a 9 milioni di euro entro i prossimi diciotto mesi.Semaforo verde anche alla relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti di Terna per il 2024 e il 2025.Di Foggia ha assicurato che sulla base dell’aggiornamento del piano industriale 2024-2028, ci saranno investimenti e miglioramenti sulla rete «contribuendo anche ad una maggiore indipendenza energetica del Paese».D’altra parte sono stati previsti ulteriori aumenti per gli investimenti a 17,7 miliardi di euro nell’arco di piano, il valore più elevato nella storia del gruppo che ha sede a Roma. «La duplice transizione, energetica e digitale, resta centrale nella nostra strategia che prevede 2,4 miliardi di euro per digitalizzazione ed innovazione al fine di garantire l’affidabilità e la sicurezza del sistema elettrico», ha spiegato l’amministratore delegato.Il presidente Igor De Biasio ha rilevato «fattori di preoccupazione» e «sfide impegnative» all’orizzonte, garantendo che Terna ha «solidità e stabilità» per affrontare il futuro in un contesto geopolitico ed economico finanziario di tensione. Dopo l’assemblea il titolo Terna ha aggiornato di nuovo il massimo storico dalla quotazione del 23 giugno 2004. Alla chiusura l’azione ha toccato quota 8,868 euro (+0,50%), superando il precedente record di 8,824 euro, raggiunto alla chiusura di Borsa del 20 maggio. LEGGI TUTTO

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    SG Company investe in Core, un’inedita sinergia tra corporate relation e live communication

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    SG Company Società Benefit S.p.A., realtà di spicco nell’ambito dell’Entertainment & Communication in Italia, ha acquisito il 25% del capitale di Core Srl, società attiva nel settore delle relazioni istituzionali, dello stakeholder engagement e dei contenuti corporate, con uffici a Roma e Milano. Questa operazione sancisce l’avvio di una collaborazione strategica volta a potenziare la rete di competenze tra le due realtà, ampliando l’offerta integrata di servizi e anticipando le nuove tendenze nella comunicazione d’impresa.L’aziendaNata nel 2019, Core si è rapidamente posizionata come realtà di riferimento nella gestione di relazioni strategiche con media, istituzioni, stakeholder e opinion leader, grazie a un approccio su misura e orientato all’efficacia. Oggi, con l’ingresso nel gruppo SG Company, la società si appresta a rafforzare ulteriormente il proprio impatto, ampliando le possibilità di creare valore per i clienti in un contesto comunicativo in profonda trasformazione.”La corporate communication non è più solo storytelling, ma è diventata infrastruttura strategica – commenta Pierangelo Fabiano, Presidente di Core –. Le aziende oggi devono sapersi posizionare su temi valoriali, costruire fiducia attraverso il dialogo con gli stakeholder e presidiare territori reputazionali ad alta sensibilità. L’alleanza con SG Company nasce per rispondere a questa nuova domanda del mercato con visione, competenza e strumenti integrati”.La piattaforma di serviziIn un contesto in cui la comunicazione aziendale è profondamente trasformata da contenuti corporate evoluti, criteri ESG, dinamiche di engagement continuo e nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, Core e SG Company puntano a dar vita a una piattaforma di servizi integrati. L’obiettivo è combinare relazioni strategiche solide con un racconto d’impatto, superando i tradizionali confini tra live communication, advocacy e reputation management.”Siamo convinti che il futuro appartenga a chi saprà fondere tecnologia e sensibilità umana – dichiara Davide Verdesca, CEO & Chairman di SG Company –. Core rappresenta per noi l’elemento mancante per completare un’offerta che oggi non può prescindere da competenze istituzionali e dalla capacità di generare contenuti ad alto valore. Insieme potremo dare forma a progetti integrati, scalabili e orientati al posizionamento strategico dei brand”.L’accordoL’intesa ha un valore sia strategico che operativo e prevede, oltre alla nomina di Davide Verdesca nel Consiglio di Amministrazione di Core (in qualità non esecutiva), anche la condivisione degli spazi di rappresentanza in Piazza Oberdan a Milano. Questi ambienti saranno trasformati in un vero e proprio hub multifunzionale: luogo di confronto, sede per eventi all’interno di Cherry on the Top e centro per la produzione di contenuti. LEGGI TUTTO

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    Il Frecciarossa arriva in Germania: nuovi collegamenti entro il 2026

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    Si rafforza l’integrazione ferroviaria europea grazie all’intesa fra Trenitalia (Gruppo Fs), Deutsche Bahn (DB) e le ferrovie austriache ÖBB. Entro il 2026 saranno operativi i nuovi collegamenti Alta Velocità tra Milano, Roma e Monaco di Baviera, con estensione prevista verso Berlino e Napoli entro il 2028. Il progetto rappresenta un ulteriore passo verso la realizzazione della “Metropolitana d’Europa”, un’ambizione strategica che punta a unire le principali città del continente con servizi ferroviari rapidi, sostenibili ed efficienti.“Collegare in treno l’Italia con le principali città europee – ha dichiarato Gianpiero Strisciuglio, ad e dg di Trenitalia – è uno degli obiettivi strategici del Gruppo Fs. Il Frecciarossa si conferma protagonista anche sui mercati internazionali, con l’ambizione di diventare il treno degli europei e non solo degli italiani”.I collegamenti, operati con il Frecciarossa 1000 – il treno Alta Velocità progettato per viaggiare su più reti europee – partiranno inizialmente con quattro servizi giornalieri tra Milano/Roma e Monaco. Le principali fermate italiane includeranno città come Firenze, Bologna, Verona, Trento e Bolzano. Attraverso l’Austria, i treni proseguiranno fino alla Germania, intercettando anche la domanda di trasporto da e verso altre città come Francoforte e Cracovia.L’iniziativa è stata selezionata dalla Commissione Europea come Progetto Pilota nell’ambito del Commission Action Plan, riconoscendone il valore strategico per la mobilità sostenibile e la coesione del mercato unico europeo.“Inoltre, tra Svizzera, Austria e Italia – ha ricordato Strisciuglio – sono attivi collegamenti Eurocity ed Euronight, realtà che migliorano e rendono più sostenibili le connessioni per lavoro, studio e turismo con il resto d’Europa”. LEGGI TUTTO

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    De Meo scuote l’Europa: “Subito una strategia”

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    Da Imola per il Gran premio di F1, dove ha gareggiato la sua Alpine, all’audizione, ieri, davanti alla Commissione attività produttive della Camera. Tra le interviste a Le Figaro e il Financial Times, con il presidente di Stellantis, John Elkann, e gli impegni sportivi e istituzionali, ultimamente c’è tanta Italia nell’agenda di Luca De Meo, ceo di Renault Group. E per chi già ipotizzava possibili nozze tra le due realtà, la smentita è subito arrivata nei giorni scorsi.A Roma, il top manager ex Fiat, ha risposto alle domande dei deputati sulla grave situazione del settore automotive in Europa. Cosa fare, dunque? Costi elevati, elettriche al palo, incentivi stoppati, assenza di politica industriale, mercato in rapida evoluzione, nodi Usa e Cina: questi i temi affrontati.Il primo allarme lanciato riguarda i costi energetici esagerati e la competitività. «Qui in Europa – ha subito rimarcato De Meo – l’elettricità ha un costo doppio rispetto alla Cina e tre volte sugli Usa, i costi di produzione sono superiori del 30% rispetto alla Cina. I nostri concorrenti, inoltre, ricevono aiuti di Stato molto più sostenuti. C’è bisogno di energia a basse emissioni, a prezzi competitivi. Per produrre una R5 in Francia il costo dell’energia è quasi il doppio di quello della manodopera». LEGGI TUTTO