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    Mattarella: “Dalla Russia pericolosa narrativa nucleare, in gioco il destino dell’umanità”

    Il capo dello Stato ha incontrato in Giappone i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki: “Minacce di ricorso agli ordigni atomici sono pronunciate con sconsideratezza inquietante. Assistiamo a pulsioni di dominio che ruotano intorno a concetti di potenza e a logiche di spartizione in cui i popoli altrui diventano oggetti”. E poi: “Una guerra nucleare non può essere vinta da alcuno e non deve mai essere combattuta. Non si deve tornare agli scontri imperialistici del secolo scorso”

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    “La Federazione Russa si è fatta promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare, a cui si aggiungono il blocco dei lavori del Trattato di non proliferazione, il ritiro dalla ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e le minacce rivolte all’Ucraina, instillando l’inaccettabile idea che ordigni nucleari possano divenire strumento ordinario nella gestione dei conflitti come se non conducessero inevitabilmente alla distruzione totale”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando in Giappone i sopravvissuti del disastro atomico di Hiroshima e Nagasaki. “Il contributo alla vicenda internazionale” che Tokyo e Roma “hanno offerto e continuano ad offrire è tanto più prezioso nel momento in cui assistiamo a pulsioni di dominio che ruotano intorno a concetti di potenza e a logiche di spartizione in cui i popoli altrui diventano oggetti”, ha sottolineato il capo dello Stato.

    “In gioco il destino dell’umanità”

    Mattarella spiega che “il Trattato di non proliferazione del 1968, ancor oggi architrave della vita internazionale, cristallizza un impegno che ogni Stato ha assunto il dovere di onorare. Eppure, oggi, l’architettura del disarmo e della stessa non proliferazione delle armi di distruzione di massa appare minata da irresponsabili retoriche di conflitto, quando non dai conflitti in atto. Minacce di ricorso agli ordigni nucleari sono pronunciate con sconsideratezza inquietante. Sono in gioco i destini dell’umanità”. Insomma, sottolinea Mattarella, “il tabù nucleare, pilastro nei rapporti internazionali per decenni, viene eroso, pubblicizzando l’esistenza di armamenti atomici di cui si sottolinea la portata limitata, controllabile, asseritamente circoscritta a singoli teatri di operazioni e, dunque, implicitamente suggerendo la loro accettabilità nell’ambito di guerre che si pretenderebbero locali”. E poi ancora: “L’atrocità di quei due momenti (le bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki), le terribili conseguenze delle radiazioni, contribuirono a formare il consenso internazionale intorno a un imperativo morale: che la bomba atomica non dovesse mai più essere utilizzata. Da quell’orrore trasse nuovo vigore il dibattito sul disarmo”. E poi l’appello per il futuro: “Che nessun altro popolo, che nessun altro Paese debba mai affrontare una tragedia simile. Mai più”. LEGGI TUTTO

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    Reato di femminicidio, Roccella a Sky TG24: “C’è ancora l’idea di possesso della donna”

    La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità: “Siamo andati al cuore del problema, cioè che a uccidere le donne sono gli uomini e sono gli uomini perché c’è un rapporto malato, l’idea di un’oggettivazione, di una mancanza totale di rispetto per la libertà della donna”. Sulla disparità salariale: “Paghiamo la maternità, è quella che viene chiamata la maternity penalty”

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    “Il femminicidio come reato autonomo è una cosa molto importante, diverso dall’omicidio”. A dirlo è la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella che – ospite a Sky TG24 nella giornata dell’8 marzo – ha ricordato come “gli omicidi di donne nella violenza domestica, in generale nei rapporti, dopo un rapporto che si spezza o anche semplicemente per disaccordi familiari, sono sempre uomini che uccidono le donne con una frequenza che non siamo riusciti ancora a fermare nonostante ci sia stato subito un primo intervento legislativo appena insediati come governo”.

    “Un uomo può lasciare, una donna no”

    “Veniamo da una serie di leggi contro la violenza che si sono susseguite nel tempo, la legge anti-stalking, il Codice Rosso, questa volta siamo andati al cuore del problema, cioè che a uccidere le donne sono gli uomini e sono gli uomini perché c’è un rapporto malato – ha spiegato Roccella – Un’idea del rapporto che affonda le radici nella storia e che vuol dire che gli uomini possiedono ancora le donne, l’idea di un’oggettivazione, di un possesso, di una mancanza totale di rispetto per la libertà della donna. Un uomo può lasciare, una donna no, è una traditrice che deve essere punita”. “Anche le ragazze a volte purtroppo confondono il controllo, il possesso, la gelosia, con un atto d’amore e invece non lo è, invece sono a volte segnali estremamente preoccupanti”, aggiunge la ministra. “Non parliamo poi della violenza economica, anche quella è un indice molto significativo di violenza che può sfociare poi in violenze più gravi”. LEGGI TUTTO

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    8 marzo, Meloni: “Donne cuore pulsante società. Ma molto da fare per la parità”

    “Coraggiose, instancabili, determinate: le donne sono il cuore pulsante della nostra società. Ogni giorno, con forza, talento e dedizione, costruiscono, innovano e ispirano. Come Governo, il nostro impegno è garantire a ogni donna le opportunità per essere protagonista in ogni settore, senza ostacoli”. Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un messaggio sui social in occasione dell’8 marzo. “I numeri parlano chiaro: l’occupazione femminile ha raggiunto il livello più alto di sempre, superando i dieci milioni di donne lavoratrici. Un risultato importante – prosegue la premier – ma sappiamo che molto resta da fare per una parità piena in ogni ambito”. Poi Meloni aggiunge: “Le donne non devono più scegliere tra carriera e vita privata. La parità significa assicurare a tutte le donne le condizioni per realizzarsi pienamente, senza sacrificare né il lavoro né la vita familiare. Continueremo a lavorare – conclude – per creare le opportunità che permettano a ogni donna di esprimere il proprio potenziale al massimo, senza limiti e senza barriere”.  LEGGI TUTTO

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    Mattarella: violenza contro le donne è aggressione all’intera società

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Particolare attenzione va ancora risposta nel fronteggiare la piaga – vergognosa e inaccettabile – della violenza contro le donne. Ogni femminicidio, ogni discriminazione, ogni maltrattamento, sono un’aggressione all’intera società. Occorre continuare con l’opera di repressione e di prevenzione. Ma, contemporaneamente, bisogna proseguire con un’azione educativa, a partire dalle generazioni più giovani, che promuova una cultura di effettiva parità sradicando stereotipi, pregiudizi e abitudini consolidate». E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita di Stato in Giappone, in un messaggio in occasione della Festa delle donne.Mattarella: da parità di genere benefici per collettività«In un momento delicato per la vita della comunità internazionale, desidero rivolgere» «un saluto e un pensiero di gratitudine a tutte le italiane e a tutte le donne che lavorano in Italia e contribuiscono al benessere nazionale. Abbiamo acquisito negli ultimi decenni piena consapevolezza che le politiche per la parità di genere, un diritto sancito dalla nostra Costituzione, non si sono risolte solamente in un vantaggio per le donne, ma hanno apportato benefici, ricchezza, frutti positivi per l’intera collettività» aggiunge, in occasione dell’8 marzo, il presidente della Repubblica.Loading…Donne non debbano scegliere tra famiglia e lavoroPer il Capo dello Stato un grande impegno «va perseguito per politiche familiari inclusive che favoriscano la libera determinazione: una donna non deve essere mai posta di fronte al dilemma di scegliere tra famiglia e professione»Colmare divari culturali e salariali«La promozione dei diritti va di pari passo con lo sviluppo civile ed economico delle società. Per questo motivo occorre impegnarsi ancora, con decisione e lungimiranza, per colmare quei divari – culturali, salariali, di istruzione, di sviluppo della carriera – che permangono in alcuni ambiti nazionali» conclude Mattarella per il quale «c’è bisogno, in questa grande battaglia di civiltà, del contributo di tutti, donne e uomini, che devono trasmettere – in tutti i contesti – una cultura del rispetto e lo sdegno e la riprovazione per parole e azioni discriminatorie e violente»Meloni: le donne sono il cuore pulsante della nostra società«Coraggiose, instancabili, determinate: le donne sono il cuore pulsante della nostra società. Ogni giorno, con forza, talento e dedizione, costruiscono, innovano e ispirano. Come Governo, il nostro impegno è garantire a ogni donna le opportunità per essere protagonista in ogni settore, senza ostacoli». Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un messaggio sui social in occasione dell’8 marzo. LEGGI TUTTO

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    Affitti brevi, il governo impugna le leggi della Toscana. “Sono incostituzionali”

    Introduzione
    L’esecutivo Meloni va alla Consulta contro la norma regionale toscana sul turismo, che contempla misure di contenimento del fenomeno di overtourism e di conseguente spopolamento dei centri storici. Lo spiega un comunicato di Palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei ministri del 7 marzo. La Regione Toscana le ha varate per dare una cornice di regolazione specifica ai Comuni che subiscono di più l’impatto di b&b, affitti brevi e affittacamere, a svantaggio della residenza. Firenze, in primis, ma anche altri capoluoghi di provincia. Per il governo, le norme toscane sono incostituzionali, in particolare laddove limitano la libertà di impresa e violano gli ambiti di autonomia regionale concessa dalla Costituzione. LEGGI TUTTO

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    Bernini: “8,5 milioni per sportelli antiviolenza in atenei”

    “Con una iniziativa specifica del ministero dell’Università, anche rispondendo ad un appello dei rettori di questi giorni, stanziamo subito 8,5 milioni per il contrasto alla violenza di genere – che verranno spesi nel rispetto dell’autonomia universitaria – con sportelli per supportare chi subisce le conseguenze di questo tipo di violenza”. Così la ministra dell’Università Anna Maria Bernini in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

    Il ruolo delle università

    “Le università devono essere luoghi di alta formazione dove tutti devono sentirsi sicuri. Ho sempre chiesto ai rettori di dedicare una particolare attenzione a questo tema. I rettori hanno prodotto un documento che a sua volta ha creato una proposta che ho portato al consiglio dei ministri”, che rispecchia una “preoccupazione verso qualsiasi forma di violenza”, ha proseguito la ministra Bernini, rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa. Quelli assunti dagli atenei, in questi casi, “sono procedimenti e provvedimenti disciplinari – ha spiegato ancora Bernini -; noi abbiamo invitato i rettori ad indicare quali altri provvedimenti normativi suggeriscono. Non vogliamo e non possiamo prevaricare l’autonomia dei singoli atenei ma siamo assolutamente disponibili a finanziare e monitorare le loro iniziative e ad ascoltare da loro qualunque forma di proposta che possa aiutarci ad aiutarli”. LEGGI TUTTO

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    Strade Bianche 2025: percorso, partecipanti, favoriti, orari e dove vedere in tv la corsa

    Sabato 8 marzo a Siena torna Strade Bianche 2025. Sono infatti stati annunciati gli iscritti alla 19esima edizione della competizione con tante stelle ai nastri di partenza. L’orario di inizio è fissato alle 11:25 e quello di arrivo tra le 16:29 e le 17.04 per un percorso lungo 213 km su un dislivello di 3716 metri, molto mosso e ondulato, senza lunghe salite ma con molti strappi, alcuni anche ripidi. La Strade Bianche 2025 sarà trasmessa in diretta su Eurosport e in streaming su Discovery+.

    I partecipanti

    Tom Pidcock e Tadej Pogacar sono i grandi favoriti di questa Strade Bianche e corrispondono anche ai vincitori delle ultime tre edizioni. I due sono seguiti da Matej Mohoric, Ben Healy, Richard Carapaz, Romain Gregoire, Valentin Madouas, Michal Kwiatkowski, Davide Formolo, Andrea Bagioli, Lennert van Eetvelt, Mathias Vacek, Filippo Zana, Mikel Landa, Attila Valter, Marc Hirschi, Christian Scaroni. LEGGI TUTTO

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    Violenza sulle donne, Ddl con reato di femminicidio arriva oggi in Consiglio dei ministri

    Il governo prepara una stretta sui reati legati alla violenza di genere. In Consiglio dei ministri arriva oggi, 7 marzo, un disegno di legge che prevede l’introduzione del delitto di femminicidio nell’ordinamento italiano, che diventerebbe quindi una fattispecie autonoma rispetto all’omicidio, insieme ad “ad altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”. La riunione, convocata per le 17, si tiene simbolicamente alla vigilia dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna. A quanto si apprende, il provvedimento – un nuovo passo verso la nascita di un Testo Unico contro le violenze di genere – verrà presentato dai ministeri di Giustizia, Interno, Famiglia e Riforme istituzionali.

    Il nuovo reato di femminicidio

    Il ddl, secondo quanto trapelato, andrà dunque a modificare il codice penale: al momento sono previste aggravanti per l’omicidio di una donna solamente se il responsabile è legato alla vittima dal matrimonio o da un rapporto di parentela. La nascita del reato di femminicidio non terrebbe invece conto di vincoli di vario tipo tra vittima e omicida. Come si legge nella bozza del disegno di legge, “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo. Fuori dei casi di cui al primo periodo, si applica l’articolo 575” del codice penale, che prevede una pena non inferiore a 21 anni. L’introduzione del nuovo reato, spiega la ministra alle Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella, serve a “rimarcare l’assoluta specificità del femminicidio che dipende da questioni strutturali della società”. Anche perché, aggiunge, “nonostante gli strumenti innovativi già adottati il numero dei femminicidi non cala, ogni tre giorni una donna muore”.
    Pene aumentano fino al 50% per maltrattamenti
    Secondo la bozza del disegno di legge, “la pena è aumentata da un terzo alla metà se”, nel caso di maltrattamenti di familiari o conviventi, “il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”. Negli stessi casi, la pena è aumentata da un terzo a due terzi per quanto riguarda le minacce e il revenge porn. Attualmente i reati di maltrattamenti in famiglia sono puniti con la reclusione da tre a sette anni, pena che aumenta nel caso siano coinvolti minori, donne in stato di gravidanza o disabili.
    Ddl antiviolenza sulle donne, le novità
    Nel testo rientrebbe anche un potenziamento delle comunicazioni informative sui propri diritti alle parti offese, insieme a “un’attenzione alla formazione dei magistrati”, spiega la ministra Roccella: “Il problema è intervenire prima del fattaccio, prima che ci sia il femminicidio, con gli strumenti delle misure cautelari in modo intelligente accorgendosi subito di quanto sta avvenendo”. Secondo quanto anticipato da Il Sole 24 Ore, ci sarebbe anche l’obbligo di audizione da parte del pm (e non della polizia giudiziaria) della vittima di violenza di genere, su sua richiesta. Si introduce poi un altro obbligo a carico delle procure, che dovranno sentire il parere delle vittime (seppur non vincolante) sulle eventuali richieste di patteggiamento per i reati del cosiddetto Codice rosso, che vanno dallo stalking allo stupro. Previsto poi il rafforzamento di alcuni elementi di carattere repressivo, a partire dall’ampliamento degli arresti domiciliari per i colpevoli di violenza. LEGGI TUTTO