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    Un anti Schlein alle primarie di coalizione: ecco come i riformisti Pd meditano la spallata alla segretaria

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Se si facesse la riforma della legge elettorale io sarei per una legge che vada bene anche per il premierato, e quindi con l’indicazione del candidato premier sulla scheda elettorale. Il premierato andrà avanti, per questo non vale la pena fare una legge elettorale e poi farne un’altra dopo il referendum sul premierato». Se nel centrosinistra c’erano ancora dubbi sull’intenzione di Giorgia Meloni di cambiare il Rosatellum per votare alle politiche del 2027 con un sistema a lei più favorevole, questi sono stati fugati dalla stessa premier nella sua lunga intervista a Porta a porta del 7 ottobre.La sfida di Meloni: legge elettorale con indicazione del candidato premierLo schema è confermato: approvazione della riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del premier entro la fine della legislatura, in modo da celebrare il referendum confermativo dopo le politiche, e nel frattempo riforma del Rosatellum per superare la lotteria dei collegi uninominali per introdurre un sistema a base proporzionale con premio di maggioranza per chi supera il 40% e – appunto – l’indicazione del nome del candidato premier.Loading…Campo largo (e diviso) costretto alle primarie di coalizione?Con il via libera alla candidatura del leghista Alberto Stefani alla successione di Luca Zaia in Veneto sono cadute le ultime resistenze di Matteo Salvini: dopo la fine del ciclo delle regionali la proposta Meloni sarà ufficialmente sul tavolo dei partiti di maggioranza e anche di opposizione. Con un problema in più per un campo largo già in affanno: chi sarà il candidato premier della coalizione, il novello Prodi capace di d’accordo le varie anime e soprattutto i “grillini” con i dem? Dopo le sconfitte oltre le previsioni nelle Marche e in Calabria l’ipotesi di un congresso anticipato del Pd, accarezzata nei mesi scorsi dalla segretaria Elly Schlein per blindarsi alla guida del partito, sembra uscita di scena. E gli occhi sono ora tutti puntati sulle primarie di coalizione, necessarie a meno di un improbabile accordo a tavolino tra la stessa Schlein e il leader del M5s Giuseppe Conte su un nome terzo.Milano e Livorno: la minoranza anti Schlein riparte da due convegniEd è qui che si inserisce l’iniziativa, e la strategia, della minoranza riformista più agguerrita del Pd, ossia quel gruppetto di big (da Lorenzo Guerini a Graziano Delrio, da Sandra Zampa e Filippo Sensi, da Marianna Madia a Simona Malpezzi, da Giorgio Gori a Pina Picierno) che ha strappato con Energia popolare di Stefano Bonaccini giudicandola troppo schiacciata sulle posizioni della segretaria. Senza attendere le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia di fine novembre, i riformisti doc cominceranno a contarsi già ad ottobre: il 24 a Milano sui temi economici con focus su ceto medio, professionisti, partite Iva e imprese – “classi” di riferimento del partito che fu, a loro avviso ora abbandonate da un Pd molto spostato a sinistra, sulle posizioni della Cgil di Maurizio Landini e dell’assistenzialismo targato M5s – e il 31 ottobre a Livorno, su iniziativa del think thank LibertàEguale di Enrico Morando, Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti, sui temi della sicurezza e della difesa comune europea. Un modo, anche, per bilanciare una narrazione tutta spostata sulla causa palestinese. «Di fronte all’aggressività delle autocrazie e agli orientamenti dell’amministrazione Trump il tema della difesa è assolutamente ineludibile per una coalizione che abbia l’ambizione di proporsi come credibile alternativa di governo per la legislatura – spiega Ceccanti -. Per un verso il tema va declinato necessariamente in chiave europea, l’unica dimensione di scala in grado di dare una risposta efficace e credibile; per altro verso il richiamo alla dimensione europea non può comunque portare a eludere le risposte che vanno date, senza ambiguità, sul piano nazionale».La strategia dei riformisti: prima puntellare i temi (economica e difesa Ue)…Insomma, intanto si puntellano i temi cari ai riformisti, dalle politiche per la crescita alla difesa Ue contro il pericolo Putin. D’altra parte, con un M5s che proprio in queste ore si appresta a votare a Strasburgo la mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Ue Ursula von del Leyen sostenuta invece dal Pd e con un Pd a guida Schlein a sua volta sempre più attratto dalle sirene pro Pal e “pacifiste a prescindere” del M5s, un chiarimento sulla collocazione internazionale dei dem è necessario. Come per altro sostengono ormai da tempo vecchi dirigenti come Luigi Zanda e lo stesso Romano Prodi. LEGGI TUTTO

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    Piantedosi: “Misure per migliorare sicurezza nei cortei. Aumentano reati di antisemitismo”

    “Non deve in alcun modo passare l’idea che si possano vandalizzare impunemente le nostre città, danneggiando la proprietà pubblica e privata e mettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini. Del resto, appare evidente come i disordini dei giorni scorsi avessero ben poco a che fare con le sorti del popolo palestinese”. Queste le parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che fa riferimento alle manifestazioni pro Gaza dei giorni scorsi. Il titolare del Viminale è intervenuto al question time alla Camera toccando diversi punti, annunciando tra l’altro nuove misure per migliorare la sicurezza delle città durante i cortei e sottolineando come i reati di antisemitismo siano in forte aumento.

    Piantedosi: “Al vaglio misure per aumentare sicurezza durante i cortei”

    “Questo governo – ha spiegato il titolare del Viminale – anche grazie ai più recenti strumenti normativi introdotti, continuerà a garantire l’incolumità dei cittadini e la piena libertà di riunirsi e manifestare pacificamente le proprie idee, senza rinunciare a valutare ogni altra misura in grado di migliorare ulteriormente la cornice di sicurezza in occasione delle manifestazioni di piazza”. “Sarà l’Autorità giudiziaria ad accertare se esiste una regia dietro ai disordini verificatisi nei giorni scorsi, in occasione di manifestazioni a sostegno della causa palestinese – ha poi aggiunto Piantedosi – In ogni caso, le strutture specialistiche del ministero dell’Interno sono costantemente impegnate nelle attività di analisi e di prevenzione con riguardo a quelle iniziative che rischiano di degenerare in comportamenti violenti e di alimentare ignobili episodi di antisemitismo, ai quali stiamo assistendo”. LEGGI TUTTO

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    Chi è Cirielli, il generale sponsor del «Principato di Salerno» candidato del centrodestra in Campania

    Ascolta la versione audio dell’articoloManca solo l’ufficialità. Ma sarà Edmondo Cirielli (Fdi), attuale viceministro degli Esteri, il candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Campania del 23-24 novembre. Se la vedrà con il candidato del campo largo Roberto Fico, già in pista da varie settimane. Nato a Nocera Inferiore nel 1964, laureato in Giurisprudenza, in Scienze Politiche e in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna, Cirielli è figlio di un generale dell’esercito. Ed ha a sua volte alle spalle una prestigiosa carriera militare.Generale dei carabinieriE’ Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri in Ausiliaria. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli, l’Accademia Militare di Modena, la Scuola militare di Alpinismo di Aosta, la Scuola militare di Paracadutismo di Pisa, la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma.Loading…La carriera politicaLa carriera politica inizia nel 1995 candidandosi con Alleanza nazionale alle elezioni regionali in Campania (viene eletto a furor di popolo con 16mila preferenze). Deputato alla Camera dal 2001, ricoprendo svariati incarichi parlamentari. Nel 2005 si è fatto promotore di una controversa legge di riforma del codice penale del cui testo approvato però si dissocia successivamente a causa delle profonde modifiche apportate dal Parlamento. La legge Cirielli (o meglio “ex Cirielli”), nota anche come «Salva Previti», è al centro di molteplici critiche, in particolare per quanto riguarda la riduzione dei termini di prescrizione che porta ad un aumento dei casi di estinzione dei reati. Cirielli è stato presidente della Provincia di Salerno dall’8 giugno 2009 al 22 ottobre 2012. Nel dicembre 2012 ha partecipato alla fondazione di Fratelli d’Italia, entrando a far parte dell’ufficio di presidenza.Il Principato di SalernoDa presidente della provincia di Salerno Cirielli si è fatto notare per un’iniziativa legislativa singolare adottata dal consiglio provinciale: la creazione di una nuova regione, corrispondente all’attuale provincia di Salerno, chiamata “Principato di Salerno”. Ma sia la Consulta che la Cassazione bocciarono l’ipotesi del referendum ritenendo ’’non legittima’’ la proposta che avrebbe cambiato i connotati della Campania.  LEGGI TUTTO