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    Telepass lancia il nuovo “Grab&Go”

    Mentre racconta della loro spinta in avanti e cioè, tra le altre cose, un nuovo Telepass (Grab&Go) senza abbonamento, gli viene chiesto un estemporaneo salto indietro: “Perché non pensate a qualcosa per coccolare gli abbonati della prima ora?”. Ed è così che la conferenza stampa della società del gruppo Mundys esce dall’ordinario, con l’amministratore delegato, Luca Luciani (in foto), che si avvicina al suo zaino, vi rovista dentro per un secondo e ne estrae una lettera scritta a mano in bella grafia, di quelle che non esistono quasi più, di un utente ottantenne che lamenta la chiusura dei Punti Blu. “Che poi non li abbiamo chiusi noi, li ha chiusi Aspi”, si giustifica. LEGGI TUTTO

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    Poste, la semestrale corre e per il futuro punta su Tim

    Debutto in grande spolvero per Poste Italiane che apre le danze dei conti di bilancio di Piazza Affari con una semestrale record, la migliore dalla quotazione in Borsa del 2015. In particolare i ricavi, saliti a 6,5 miliardi (+4,8% anno su anno) sono il frutto di una crescita di tutti i settori di business, dai pacchi alle assicurazioni. Motivo per cui l’ad Matteo Del Fante ha alzato le previsioni di fine anno e puntato la rotta del gruppo lungo due nuove direttrici: Tim e la rete. “Proseguirà un avvicinamento graduale a Tim perché nella prima metà dell’anno abbiamo fatto un investimento importante che è propedeutico a mettere in atto azioni di efficientamento reciproco cogliendo sinergie”, ha detto Del Fante sottolineando che non saranno necessarie “riorganizzazioni all’interno di Poste per raggiungere i nostri obiettivi”.Guardando ai numeri, la società ha chiuso il primo semestre 2025 con ricavi a 6,5 miliardi, con una crescita del 4,8% anno su anno. Nel primo trimestre i ricavi sono stati pari a 3,3 miliardi (+4,5%). Il risultato operativo ha raggiunto 1,7 miliardi (+11,5% anno su anno (64 milioni nel secondo trimestre), grazie a maggiori ricavi e alla continua attività di razionalizzazione dei costi. L’utile netto ha raggiunto 1,2 miliardi, con una crescita del 14% (572 milioni nel secondo trimestre del 2025). Segno più per tutte le aree di business, nel segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione, i ricavi del primo semestre del 2025 sono saliti a 1,9 miliardi (+1,1%) e nei servizi finanziari sono cresciuti a 2,8 miliardi (+5,7%). Infine, nei servizi assicurativi si attestano a 906 milioni (+9,5%) e nei servizi Postepay ammontano a 802 milioni (+5,4%).Le attività finanziarie investite (afi) dei clienti del gruppo hanno raggiunto 600 miliardi, in crescita di 9 miliardi da dicembre 2024. La posizione patrimoniale è solida: il total capital ratio di Bancoposta pari al 22,7% (di cui Cet1 ratio pari al 19,5%), il leverage ratio pari al 3,1% e il Solvency II ratio del gruppo assicurativo poste vita pari al 315 per cento.Alla luce dei numeri, il gruppo ha rivisto al rialzo le stime per l’intero esercizio 2025: il risultato operativo adjusted è aumentato da 3,1 miliardi a 3,2 miliardi di euro; l’utile netto è stato rivisto al rialzo da 2,1 miliardi a 2,2 miliardi di euro e la politica dei dividendi è stata confermata. LEGGI TUTTO

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    Sator: “Bilancio approvato dal 73% del capitale, rilievi minoranza non fondati”

    Sator spa interviene dopo le notizie sull’assemblea che ha approvato il bilancio 2024, precisando che il documento “è stato regolarmente approvato con il voto favorevole di oltre il 73% del capitale sociale, che comprende la quasi totalità degli investitori istituzionali”. Solo una quota “minoritaria, pari complessivamente a circa il 4,8% del capitale, ha espresso voto contrario”, sottolinea una nota del portavoce.Sator ribadisce che “le valutazioni contenute nel bilancio – come da prassi pluriennale consolidata – sono state predisposte dal gestore del fondo e supportate da perizie di terzi indipendenti, secondo criteri metodologici coerenti con le migliori pratiche del mercato”. In particolare, per la partecipazione in Banca Profilo “si è tenuto conto delle quotazioni di borsa dell’ultimo anno con l’applicazione di un premio di controllo del 10%”.Il gruppo fondato da Matteo Arpe precisa, inoltre, che le osservazioni sollevate in assemblea da Fondazione Roma e Fondazione Mps “hanno trovato piena risposta nei lavori assembleari e non hanno evidenziato elementi tali da mettere in discussione la correttezza delle valutazioni adottate”.Sul contesto, Sator osserva che “tali rilievi si collocano in un più ampio confronto con alcuni soci di minoranza” e che “non si può escludere che alcune prese di posizione riflettano anche considerazioni di ordine più generale, non esclusivamente tecniche”. LEGGI TUTTO

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    Banco Bpm, Unicredit ritira l’offerta. Orcel: “Incertezza su golden power non giova a nessuno”

    UniCredit alza bandiera bianca: la banca di Gae Aulenti ha deciso di ritirare l’offerta carta su carta su Banco Bpm. La conferma è arrivata in una nota in cui l’istituto evidenzia “il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di Golden Power, insistentemente invocata dai vertici di Bpm, che ha impedito a UniCredit di dialogare con gli azionisti di Bpm nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito”. Ricordiamo che oggi l’offerta era stata sospesa per un mese dalla Consob.I vertici di Banco Bpm “privato i propri azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per andare avanti”, la posizione di UniCredit. Accolti con favore i progressi compiuti con il Tar, la Dg Comp dell’Unione europea e il Governo italiano ma, si legge ancora, “i tempi per una risoluzione definitiva della questione Golden Power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa oggi dalla Consob”. Per questo motivo “per fare chiarezza sulla situazione e tutelare gli interessi di UniCredit e dei nostri azionisti, abbiamo deciso di non rinunciare alla condizione del Golden Power, che non è stata soddisfatta, e di ritirare di conseguenza l’offerta”.Un’opportunità mancata, secondo UniCredit, non solo per gli stakeholder di Bpm ma anche per le comunità imprenditoriali italiane e per l’economia in generale. Il Ceo Andrea Orcel ha sottolineato: “La mia responsabilità principale è di agire nel migliore interesse di UniCredit e dei nostri azionisti. La continua incertezza sull’applicazione delle prescrizioni Golden Power non giova a nessuno dei due. Abbiamo quindi deciso di ritirare la nostra offerta”. E ancora: “Continueremo a perseguire la nostra trasformazione con la stessa energia e determinazione che ci hanno aiutato a battere i record, a consolidare la posizione di leader nel settore”. LEGGI TUTTO

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    Contestazioni fiscali dall’Agenzia delle Entrate, ecco come agire e ridurre le sanzioni

    L’arrivo di una contestazione fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate è senza dubbio uno degli spauracchi più diffusi tra i contribuenti, a causa del timore di non riuscire a chiarire la propria posizione e a rimettersi in regola il prima possibile per evitare sanzioni.Non si tratta di un evento così raro, dal momento che basta anche una sola piccola imprecisione nel modello 730 per far scattare una verifica da parte del Fisco, anticipata sempre da una specifica comunicazione, per cui la prima cosa da fare è quella di non lasciarsi sopraffare dall’ansia.Come annunciato dall’Agenzia delle Entrate con provvedimento 280268/2025 lo scorso 3 luglio, è in arrivo una serie di notifiche Pec inerenti presunte irregolarità per quanto concerne la dichiarazione Iva 2024: i controlli incrociati hanno fatto emergere delle incongruenze tra i dati delle fatture elettroniche e quelli derivanti dai corrispettivi inviati, per cui gli ispettori dovranno verificare l’origine di tali discrepanze. Talvolta si tratta di semplici omissioni o di errori, mentre nei casi più gravi si parla di dichiarazioni non presentate in via telematica.I contribuenti finiti sotto la lente del Fisco, spiega il documento, saranno avvisati tramite Pec oppure riceveranno la comunicazione direttamente all’interno del proprio cassetto fiscale. L’obiettivo del provvedimento è quello di promuovere l’adempimento spontaneo “nei confronti dei soggetti per i quali risulta, per il periodo d’imposta 2024, la mancata presentazione della dichiarazione IVA ovvero la presentazione della stessa senza il quadro VJ o il quadro VE o con un ammontare di operazioni attive dichiarate inferiore a 1.000 euro”.Per effettuare queste verifiche per quanto concerne l’anno di imposta 2024, l’AdE effettua un controllo incrociato tra “i dati delle fatture elettroniche emesse e dei corrispettivi giornalieri memorizzati e trasmessi telematicamente dai contribuenti soggetti passivi Iva”. “L’AdE, inoltre, utilizza i dati delle fatture elettroniche ricevute per verificare il corretto assolvimento degli obblighi dichiarativi connessi al regime di inversione contabile (reverse charge) da parte del cessionario/committente che ha presentato la dichiarazione IVA con il quadro VJ non compilato”.Nella comunicazione inviata al contribuente saranno chiaramente indicati, per fare ad esso certo riferimento:codice fiscale, denominazione, cognome e nome del contribuente;numero identificativo e data della comunicazione, codice atto e periodo d’imposta;data e protocollo telematico della dichiarazione Iva trasmessa per il periodo d’imposta 2024;data di elaborazione della comunicazione in caso di mancata presentazione della dichiarazione IVA entro i termini prescritti;modalità con cui il contribuente può richiedere informazioni o segnalare all’Agenzia delle entrate eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti;modalità con cui il contribuente può regolarizzare errori o omissioni e beneficiare della riduzione delle sanzioni previste per le violazioni stesse di cui al successivo punto 5 del provvedimento di cui si tratta.Coloro i quali non hanno ancora provveduto a inviare la dichiarazione Iva per il periodo d’imposta 2024 possono agire entro 90 giorni a partire dalla data del termine del 30 aprile 2025 (quindi entro il 29 luglio). La sanzione prevista per tardiva dichiarazione Iva va da 250 a 2mila euro, che si riduce qualora il cittadino acceda al ravvedimento operoso: ci si può, pertanto rimettere in regola pagando una sanzione di importo ridotto a 25 euro, ovvero 1/10 della sanzione ordinaria, da versare utilizzando il modello F24 e il codice tributo 8911. Va altresì corrisposto l’ammontare delle sanzioni per omesso versamento dell’imposta, se dovuta, corrispondente al 15% della sopra citata imposta: anche queste, comunque, saranno ridotte per via del ricorso al ravvedimento operoso. LEGGI TUTTO

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    Anche l’Fmi promuove l’Italia. “Ricetta Meloni è quella giusta”

    La ricetta di Giorgia Meloni funziona. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) promuove l’Italia: economia resiliente e solido mercato del lavoro. Secondo quanto evidenziato dagli analisti nel Report annuale sull’economia e la finanza pubblicata italiana, l’occupazione che cresce e la riduzione drastica del deficit realizzata con la disciplina fiscale degli ultimi anni costruiscono un argine fondamentale contro i rischi generati dallo scenario internazionale, tra le incognite sulle politiche commerciali e le tensioni geopolitiche.Un riconoscimento importante, l’ennesimo, quello dell’Fmi, che rende merito alla prudenza di bilancio rivendicata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Le sfide per Roma non sono semplici, tra le minacce dei dazi di Trump e le guerre in corso, ma il Fondo ha posto l’accento sull’ottimo punto di partenza rappresentato dalla “brillante performance fiscale” che lo scorso anno ha riportato l’avanzo primario nei conti italiani. Come evidenziato dal Sole 24 Ore, la briglia sui saldi di finanza pubblica non è stata tirata danneggiando l’economia reale, la cui “resilienza” è stata puntellata con “politiche solide a sostegno della crescita” e con “un livello di occupazione record”.Nonostante “l’accresciuta incertezza sulla politica commerciale globale”, il primo trimestre di quest’anno ha fatto segnare un +0,3 per cento anche grazie alla “continua crescita degli investimenti”. Un fattore che, complice l’accelerazione prevista per la fase finale del Pnrr, dovrebbe aiutare a tenere botta in attesa della spinta tedesca. In questo contesto, Roma dovrebbe continuare a registrare una “crescita moderata” anche nel 2025: l’Fmi prevede un +0,5 per cento, un decimale in meno rispetto alle stime dell’esecutivo. Poi +0,8 per cento nel 2026 e +0,6 per cento nel 2027. Numeri sufficienti a tenere il deficit sotto al 3 per cento del Pil nei prossimi due anni.Il Report degli analisi dell’Fmi chiede di fare salire al 3 per cento del Pil l’avanzo primario nel 2027, raddoppiando dunque gli obiettivi del governo (fissati all’1,5 per cento). Una prospettiva complicata, considerando anche gli investimenti nella Difesa. E, ancora, viene chiesto al governo di contenere la spesa pensionistica, ridurre le garanzie statali sui prestiti e migliorare l’efficienza della spesa. LEGGI TUTTO

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    Utenti sempre più a rischio con gli sportelli ATM indipendenti: cresce il pericolo banconote sospette

    Sono sempre più diffusi nelle città italiane gli sportelli ATM indipendenti. Trattasi di comuni sportelli bancomat, capaci di erogare denaro contante, che non sono sottoposti al controllo della Banca d’Italia.Si comportano come tutti gli altri dispositivi, dato che è possibile utilizzarli per prelevare o consultare il saldo (in certi casi acquistare anche delle criptovalute), tuttavia agiscono in piena autonomia, non hanno un supervisore istituzionale, e questo può essere un serio rischio. La mancanza di controlli può infatti portare a spiacevoli situazioni, come, ad esempio, l’erogazione di banconote false. E non solo.A gestire questi sportelli sono spesso società straniere che mettono a disposizione i loro macchinari in regime di libera prestazione di servizi. La mancanza di controlli ufficiali, purtroppo, può comportare dei rischi. Si parla addirittura di eventualità di riciclaggio di denaro. Ecco perché i cittadini dovrebbero prestare molta attenzione. In un’inchiesta condotta di recente, il Messaggero ha invitato tutti a fare attenzione, denunciando il problema. Un problema che, a quanto pare, il ministero dell’Economia e delle Finanze già conosce, dato che in passato non ha mancato di esprimere preoccupazione.Adesso gli sportelli ATM (Automated Teller Machine) stranieri sono sempre di più, specialmente nelle località turistiche.Come abbiamo visto, non si tratta di sportelli bancari tradizionali. Non hanno neppure bisogno di autorizzazione bancaria per essere installati, basta che le società siano iscritte in un altro Stato europeo. “Il servizio può essere prestato anche da soggetti non regolamentati e, pertanto, non vigilati”, spiega il ministero dell’Economia e delle Finanze nel 2024. La stessa Banca d’Italia ha espresso preoccupazione. La mancanza dei controlli ufficiali, infatti, può portare all’insorgenza di fenomeni come riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Questo non significa che ciascuno di questi sportelli venga impiegato in questo modo. Vengono solo esaminate le potenzialità del rischio. Non vi è alcuna garanzia, in sostanza, che il denaro erogato provenga da fonti lecite.Gli sportelli sotto il costante controllo di Banca d’Italia non vanno incontro a tali rischi. In Italia, infatti, vige la legge secondo la quale tutti i dispositivi devono essere sottoposti a regolari controlli. Nel caso degli sportelli indipendenti, entra in gioco la normativa europea sulla libera prestazione di servizi, e questo si traduce in un serio problema per le autorità italiane, che faticano a vigilare sulla situazione. LEGGI TUTTO

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    Estate di truffe, le vittime preferite sono i giovani: il 60 per cento dei raggirati ha meno di 24 anni

    Con l’estate arriva la voglia di partire, di concedersi una pausa, magari con una bella offerta last minute. Ma dietro la promessa di soggiorni da sogno e voli in prima classe si nasconde spesso un incubo. Secondo una recente indagine commissionata da Facile.it a EMG Different, oltre 9 milioni di italiani sono finiti vittime di truffe durante l’organizzazione delle vacanze. Un dato allarmante, che racconta un fenomeno in forte crescita, alimentato dalla leggerezza con cui a volte si prenota online e dalla furbizia di chi ha fatto delle frodi digitali un vero e proprio business.La truffa della casa fantasmaLa truffa più diffusa resta quella della “casa fantasma”. Funziona sempre allo stesso modo: un annuncio accattivante, un prezzo troppo conveniente per non attirare l’attenzione, e la richiesta di una caparra per “bloccare l’occasione”. Poi, sparisce tutto. Il sedicente proprietario si dilegua e, all’arrivo, il turista scopre che la casa è già abitata da qualcun altro, o addirittura non esiste. Quasi 5,4 milioni di italiani sono caduti in questa trappola nell’ultimo anno. Se da un lato conforta sapere che due vittime su tre hanno smascherato la truffa prima di partire, dall’altro resta il fatto che 1,8 milioni di persone l’hanno scoperta solo dopo aver raggiunto la destinazione.Stanze d’albergo già occupateNon va meglio con le strutture realmente esistenti. In oltre 850mila casi, i viaggiatori hanno trovato la stanza d’albergo già occupata da altri. E in più di mezzo milione di episodi, l’alloggio si è rivelato ben diverso da quello pubblicizzato. A quel punto, per molti, la vacanza si è trasformata in una corsa ad ostacoli. Solo una piccola percentuale è riuscita a ottenere una sistemazione alternativa. La maggior parte, pur protestando, non ha ottenuto nulla. Alcuni hanno preferito andarsene del tutto, cercando un’altra sistemazione.Attenzione ai biglietti aereiMa le truffe non riguardano solo dove si dorme. Coinvolgono anche biglietti aerei, escursioni organizzate e noleggi auto. Circa 1,5 milioni di italiani hanno dichiarato di aver subito una frode o un tentativo di raggiro durante l’acquisto di un volo. Il settore del noleggio auto, poi, è un’altra zona grigia: contratti poco chiari, coperture assicurative ambigue, penali esagerate anche per danni minimi. È un terreno minato in cui è facile perdersi, specie quando si è in vacanza e si abbassa la soglia d’attenzione.Giovani truffatiA pagare il prezzo più alto di questa ondata di truffe sono soprattutto i giovani. Nella fascia tra i 18 e i 24 anni, il 61% ha dichiarato di essere stato vittima di almeno un raggiro, contro una media nazionale che si ferma al 28%. Un dato che conferma quanto siano vulnerabili i nativi digitali, forse troppo fiduciosi nei confronti delle piattaforme online e meno abituati a riconoscere i segnali di pericolo. I truffatori agiscono dove c’è più affollamento: i portali di prenotazione, spesso identici agli originali o addirittura reali, rappresentano il veicolo principale per colpire. Seguono i social network, dove le offerte last minute viaggiano veloci e incontrollate, e i siti di annunci immobiliari, che restano una giungla in cui è difficile distinguere tra le opportunità vere e quelle costruite ad arte. LEGGI TUTTO