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    A tutta AI: Microsoft sbaraglia tutti nella brama di chip Nvidia

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    Microsoft non ha rivali in quanto a brama di chip per l’intelligenza artificiale. Il colosso di Redmond ha acquistato quest’anno 485 mila chip Nvidia andando a sbaragliare la concorrenza di Meta, Amazon e Google. La più vicina è Meta che ha acquistato 224.000 chip, meno della metà, stando a quanto riferisce il Financial Times. Amazon e Google che hanno acquistato rispettivamente 196.000 e 169.000 chip Hopper, i chip per l’AI di Nvidia (che adesso ha lanciato la nuova generazione di chip, Blackwell).L’investimento strategico fatto da Microsoft è volto a rafforzare le sue capacità di intelligenza artificiale, in particolare per i suoi servizi cloud Azure. Microsoft ha anche investito 13 miliardi di dollari in OpenAI, la casa madre di ChatGpt.La domanda di Gpu Nvidia è esplosa dal lancio di ChatGPT due anni fa, spingendo tutti i giganti della tecnologia a investire miliardi e miliardi nell’infrastruttura di intelligenza artificiale.I chip di Nvidia sono così diventati l’hardware più ambito nella Silicon Valley. Nvidia, che nei mesi scorsi era arrivata a superare Apple e Microsoft diventando la prima azienda di Wall Street per valore di mercato (nelle ultime settimane è ritracciata del 14% circa), nel terzo trimestre dell’anno ha riportato ricavi record per 35,1 miliardi di dollari, con la stragrande maggioranza del giro d’affari legato all’AI. LEGGI TUTTO

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    Manovra, ecco tutti i nuovi bonus e incentivi

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    La discussione in Aula alla Camera sulla legge di Bilancio inizierà domani mattina alle ore 8. Le votazioni cominceranno non prima delle 11, con la questione di fiducia posta in apertura. Venerdì mattina, dopo il voto sulla fiducia, si procederà dalle 12.30 alle 20 con l’esame degli articoli rimanenti, degli emendamenti e degli ordini del giorno. Seguirà l’esame della Nota di variazione del Bilancio dalle 20 alle 21 e, infine, le dichiarazioni e il voto finale tra le 21 e le 22.30. È previsto che il via libera definitivo in Senato arrivi tra Natale e Capodanno.Di seguito un elenco delle principali misure approvate in commissione con un particolare focus sui bonus già contenuti nel testo originale.Bonus e altre misureIres premiale per chi investe e assumeUna delle misure più significative della legge di Bilancio è il taglio dell’Ires per le imprese che investono e aumentano i contratti a tempo indeterminato. L’aliquota scende dal 24% al 20%, ma con condizioni stringenti:Almeno l’80% degli utili deve essere accantonato a riserva.Almeno il 30% degli utili accantonati nel 2024 deve essere destinato a investimenti, con un minimo di 20.000 euro.Le aziende devono aumentare l’occupazione stabile di almeno l’1% e non ricorrere alla cassa integrazione.Bonus elettrodomesticiUn fondo di 50 milioni di euro finanzia l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (almeno classe B) prodotti in Europa.Contributo massimo: 30% del costo, fino a 100 euro (200 euro per famiglie con Isee sotto i 25.000 euro).Obbligo di smaltire il vecchio elettrodomestico.Bonus EdiliziNuove modifiche agli Ecobonus. Confermato il progressivo ridimensionamento del Superbonus, dal 1 gennaio 2025 passerà dal 70% al 65% limitato agli interventi con Cilas già presentata al 15 ottobre 2024 e lavori approvati. Prorogato nel 2025 l’Ecobonus: dal 2025 scenderà al 50% per la prima casa ed al 36% per gli altri immobili posseduti.Stop alle detrazioni per le caldaie a combustibili fossiliDal 2025 non saranno più previste detrazioni fiscali per l’acquisto e l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili, in particolare a gas metano.Stop sia all’ecobonus che al bonus ristrutturazioni ordinario per le caldaie a gasQuesta misura segna un passo deciso verso l’attuazione della direttiva europea sulle “case green” (Epbd), evitando il rischio di una procedura d’infrazione per l’Italia.Bonus BebéPer incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal 1 gennaio 2025 è riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. Il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente deve avere un Isee non superiore a 40.000 euro annui. Il congedo parentale a sostegno di maternità e paternità fino al sesto anno di vita del bambino viene esteso dal 60% all’80% della retribuzione da due a tre mesi. Nella determinazione dell’Isee non incidono le erogazioni relative all’assegno unico e universale.Previdenza e FiscoPensione anticipata con previdenza complementareApprovata la possibilità di andare in pensione a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria con quella complementare. Gli anni di contribuzione necessari saranno 25 dal 2025 e 30 dal 2030.Norme sui compensi per parlamentari e ministriApprovata una stretta per parlamentari e membri del governo, che vieta compensi derivanti da incarichi in Paesi extra-UE durante il mandato (i parlamentari però possono chiedere un’autorizzazione per spese fino a 100mila euro). I ministri non parlamentari avranno diritto solo a rimborsi per spese di trasferta.Tassa sulle criptovaluteL’aliquota sulle plusvalenze da criptovalute resta al 26% per il 2025, con un aumento al 33% nel 2026. Abbandonata l’ipotesi di portarla al 42%.Web tax limitata ai grandi operatoriLa web tax sarà applicata solo a imprese che generano ricavi superiori a 750 milioni di euro annui dai servizi digitali, escludendo le PMI.Reddito di libertà per donne vittime di violenzaIncrementato di 1 milione di euro dal 2025 il Fondo per il Reddito di Libertà, destinato a sostenere l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza.Progetti infrastrutturali e industrialiPonte sullo Stretto di Messina LEGGI TUTTO

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    Mole Urbana mette il turbo: aumento di capitale da 3,5 milioni di euro per la start up Mu-Fabriano srl 

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    Un progetto fortemente radicato nell’italianità. Con veicoli disegnati, studiati e costruiti nel nostro Paese, utilizzando il 99% di componenti italiani. Mole Urbana rappresenta una risposta innovativa, sostenibile e tutta tricolore alle nuove sfide dell’automotive, realizzata dalla start up Mu-Fabriano srl. Nata dall’intuizione e dal bagaglio d’esperienza del noto designer Umberto Palermo, l’iniziativa imprenditoriale produce un veicolo ispirato al modello delle compatte ed efficienti kei car giapponesi, con l’ambizione di realizzare un nuovo polo dedicato alla produzione di automobili e veicoli commerciali urbani. In un momento di difficoltà per il comparto auto europeo, la notizia è che l’italianissima Mole Urbana sta invece facendo strada.Proprio ieri, infatti, la start up Mu-Fabriano srl ha concluso un aumento di capitale da 3,5 milioni di euro sottoscritto da Cdp Venture Capital, dal fondo di Piemonte Next e da un gruppo di industriali e investitori marchigiani. Si tratta di un importante passo in avanti, che mette il turbo a Mole Urbana: al primo sito produttivo del quadriciclo elettrico Made in Italy, situato in Piemonte, se ne aggiunge infatti ora un secondo localizzato nelle Marche, nel territorio di Fabriano, che avrà caratteristiche architettoniche mirate all’autoproduzione di energia elettrica. “Con Mu-Fabriano, Mole Urbana si radica in territori dalla forte tradizione manifatturiera, come il Piemonte e le Marche, che rappresentano due pilastri fondamentali della cultura industriale italiana. Le due regioni si confermano terre di eccellenza e innovazione, grazie alla capacità di coniugare tradizione e visione per il futuro”, ha dichiarato Umberto Palermo. “È con questo spirito – ha aggiunto – che vogliamo dare un contributo significativo allo sviluppo del territorio, consolidando un vero Made in Italy come sinonimo di qualità, innovazione e sostenibilità”. Il designer ha quindi rimarcato come sia stato “fondamentale trovare il supporto di Cdp Venture Capital come partner strategico, con la sua capacità e intuito nel riconoscere quei progetti attraverso i quali è possibile continuare a dare supporto al settore green dell’automotive”. LEGGI TUTTO

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    Ritardo dei treni regionali, dal 2025 arrivano i rimborsi automatici: ecco come funziona

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    Sta per arrivare un’importante novità per chi viaggia in treno: in caso di ritardo, infatti, scatterà il rimborso automatico del biglietto sulla carta utilizzata per effettuare l’acquisto. Questo nuovo sistema sarà operativo a partire dal 2025.Le nuove modalità di rimborso per i treni regionaliIl rimborso automatico sarà una realtà a partire dal primo gennaio 2025, e riguarderà i treni regionali. Sarà applicato soltanto ai biglietti elettronici acquistati attraverso il sito e l’app di Trenitalia (per i biglietti cartacei resteranno le solite regole). Il regolamento prevede che l’indennizzo scatti in caso di ritardo superiore ai 60 minuti. Il denaro speso per il biglietto sarà versato direttamente sulla carta impiegata per l’acquisto. Il tutto avverrà senza necessità che venga inoltrata alcuna richiesta da parte del passeggero. Il rimborso dovrebbe avvenire entro 30 giorni dalla data del viaggio.Trenitalia ha deciso di procedere in questo modo per garantire una migliore esperienza di viaggio ai propri utenti. L’indennizzo sarà garantito in caso di ritardo superiore ai 60 minuti, ma anche in caso di cancellazione del treno. Il processo sarà automatico e veloce.Il rimborso verrà calcolato in base al ritardo, o all’entità della cancellazione. Per un ritardo compreso fra i 60 e i 119 minuti, al passeggero sarà riconosciuto il 25% del biglietto. In caso di 120 minuti di ritardo, l’indennizzo sale al 50%. Il rimborso totale del biglietto scatta in caso di cancellazione del treno. Anche in caso di ritardo che porta alla perdita di una coincidenza programmata ci sarà un rimborso. Trenitalia si prende un massimo di 30 giorni per effettuare l’accredito.Le modalità di rimborso LEGGI TUTTO

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    Unicredit stringe la presa su Commerzbank: sale al 28% della banca tedesca

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    Unicredit non arretra di un millimetro e stringe la sua presa su Commerzbank. Nella mattinata di oggi, infatti, la banca guidata da Andrea Orcel ha comunicato di essere salita a circa il 28% della seconda banca tedesca, rafforzandosi dal precedente 21% tramite strumenti derivati. Nonostante gli attacchi dalla Germania e dall’Italia, dunque, la banca italiana continua a rilanciare sulla sua personale politica dei due forni: da una parte, ha depositato l’Offerta pubblica di scambio su Bpm in Consob; dall’altra si è avvicinata al 29,9% che in precedenza aveva dichiarato di voler raggiungere. Al momento, Unicredit ha una partecipazione diretta del 9,5% mentre il resto è composto da strumenti derivati che verranno prontamente convertiti quando dalla Banca centrale europea arriverà la luce verde per salire fino al 30%, soglia oltre la quale sarebbe necessario lanciare un’Offerta pubblica di acquisto sul resto della banca. “L’esposizione economica di UniCredit è quasi completamente coperta, dimostrando prudenza nell’approccio e garantendo piena flessibilità e opzionalità”, ha affermato l’istituto italiano in una nota, lasciando intendere dunque di poter scegliere se vendere la quota o andare oltre fino all’Opa. “Questa operazione conferma l’opinione di UniCredit che all’interno di Commerzbank vi sia un valore significativo che deve essere consolidato. Riflette la fiducia nella Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità, nonché l’importanza di un settore bancario forte nel sostenere lo sviluppo economico del Paese”.L’istituto di Piazza Gae Aulenti aveva comprato la prima quota di Commerz lo scorso settembre, acquisendo il 4,5% dalla dismissione della quota del governo federale tedesco. Un altro 4,5% era stato invece rastrellato a fari spenti sul mercato, circostanza che ha irritato non poco la politica di Berlino. In seguito, il 23 settembre Orcel si era rafforzato al 21% sempre con strumenti derivati. Prima di arrivare a stamattina, 18 dicembre, con l’ulteriore salita al 28%.“La posizione rimane al momento solo un investimento e non ha alcun impatto sull’offerta pubblica di scambio con Banco Bpm”, ha precisato Unicredit. Il riferimento a Bpm arriva, in ambienti finanziari si sottolinea non a caso, dopo che ieri la banca guidata da Castagna ha sferrato un duro attacco a Unicredit: il cda di Piazza Meda, infatti, ha annunciato un esposto in Consob per fermare l’Ops accusando l’istituto di Orcel di avere lanciato un’offerta a un prezzo basso solo per vincolare la banca del ceo Castagna all’interno dei vincoli della passivity rule e influenzare così la sua Opa su Anima. LEGGI TUTTO

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    Industria carbon-free, Enel e Gruppo Magaldi accendono un nuovo sistema di accumulo energia

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    L’integrazione tecnologica applicata alle attività industriali apre la strada alla sostenibilità e all’efficienza. Lo dimostra una collaborazione tra Enel e il Gruppo Magaldi, che assieme hanno proposto l’innovativo sistema Mgtes (Magaldi Green Thermal Energy Storage) di brevetto Magaldi, azienda leader globale nella movimentazione di materiale ad altissime temperature specializzata nello sviluppo di tecnologie per la generazione e lo stoccaggio di energia pulita. Realizzato a Buccino (Salerno), presso lo stabilimento di Magaldi Power, nell’Area di sviluppo industriale (Asi) del comune salernitano, Mgtes è un sistema di accumulo termico alimentato da un impianto fotovoltaico, in grado di immagazzinare energia e rilasciarla sotto forma di vapore ad alta temperatura.La tecnologia ideata e sviluppata dal Gruppo Magaldi è basata su un letto di sabbia fluidizzato (“batterie di sabbia”) che permette di immagazzinare energia generata da fonti rinnovabili e di rilasciarla sotto forma di vapore e altri vettori ad alta temperatura, per applicazioni con temperature comprese tra i tra 120°C e 400°C. Si tratta di un range che copre gran parte dei processi industriali, con potenziale stimabile in circa 10 Terawatt-ora solo in Italia, in grado già adesso di raggiungere temperature del sistema di accumulo superiori ai 600°C. Tale soluzione consentirà a Enel di fornire energia termica in forma di vapore, alle temperature e pressioni desiderate, ai propri clienti industriali, riducendo il consumo di gas e stabilizzando il prezzo dell’energia termica.Concretamente, il primo caso applicativo riguarderà fornitura di energia termica verde per soddisfare i bisogni energetici dell’industria alimentare Igi, fornitore del Gruppo Ferrero, con sede nell’Area di sviluppo industriale di Buccino. Il progetto prevede la costruzione di un impianto fotovoltaico da 2,5 Megawatt e di un impianto Mgtes da 80 tonnellate con capacità di accumulo pari a circa 9 Megawatt-ora termici. L’impianto entrerà in funzione nella prima parte del 2025 e si prevede che porterà a una riduzione dei consumi di gas superiore al 10% dei consumi totali di Igi e risparmi di CO2 di oltre 500 tonnellate l’anno. Questi consumi verranno sostituiti da energia rinnovabile disponibile tutto il giorno. LEGGI TUTTO

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    Vigilanza Ue in allarme. “Aziende al verde esplodono le insolvenze”

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    La qualità degli attivi bancari è elevata, ma la Vigilanza Bce invita a non abbassare la guardia. Il processo di revisione e valutazione prudenziale (Srep) relativo al 2024 certifica una solida posizione di capitale e di liquidità delle banche europee, con Cet1 aggregato del 15,8% a metà anno. L’Eurotower invita però le banche a rimanere vigili e adattarsi «a un ambiente in continua evoluzione», caratterizzato da rischi geopolitici elevati, cambiamenti strutturali, rischi climatici e prospettive macro in peggioramento. La presidente del consiglio di vigilanza Bce, Claudia Buch, si è soffermata sull’aumento delle insolvenze aziendali «che potrebbe portare a un rischio di deterioramento della qualità del credito in futuro». L’incidenza dei crediti deteriorati al momento si attesta al 2,2%, vicino ai minimi storici. Buch ha avvertito che stanno emergendo «sacche di vulnerabilità», con i primi segnali di peggioramento della qualità degli attivi dovuto alle esposizioni verso il settore degli immobili non residenziali e il comparto delle Pmi, che rappresenta circa il 50% dei portafogli prestiti delle banche. I crediti deteriorati risultano in ascesa in Austria, Germania e, in misura minore, in Francia.La giornata di ieri è stata segnata anche da un nuovo campanello d’allarme da Berlino. Il clima di fiducia delle imprese tedesche è peggiorato più del previsto a dicembre, con l’indice Ifo scivolato ai minimi a 4 anni (da 85,6 a 84,7). A deteriorarsi maggiormente è stata la componente legata alle aspettative future, crollata a 84,4 (da 87), mentre gli analisti prevedevano una risalita. «La debolezza dell’economia tedesca è diventata cronica», ha spiegato il presidente dell’Ifo, Clemens Fuest. La rielezione di Donald Trump, insieme alla caduta del governo Scholz, hanno aggiunto incertezza per un’economia che sta per chiudere il secondo anno consecutivo di contrazione. Non succedeva da inizio millennio. «L’unica cosa positiva dell’indice Ifo appena pubblicato dalla Germania è che è l’ultimo importante indicatore macro rilasciato quest’anno», taglia corto in maniera laconica Carsten Brzeski, responsabile macro globale di Ing. LEGGI TUTTO

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    Così Poste surclassa i portalettere inglesi

    Matteo del Fante

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    Italia batte Gran Bretagna, di sicuro sul fronte postale. Dopo cinque secoli di attività, la liberalizzazione del 2006 e una mezza privatizzazione nel 2013, Royal Mail Post, le Poste inglesi, passate di mano al finanziere miliardario ceco Daniel Kretinsky, sono un caso di scuola dal forte significato simbolico. Ma dove ha fallito la Royal Mail? E perché in Italia Poste è profittevole e competitiva a tal punto da essere un asset che aiuta il governo a ridurre il debito? Sono sostanzialmente tre le differenze tra le Poste inglesi e il gruppo guidato dall’ad Matteo Del Fante con il supporto del direttore generale Giuseppe Lasco: la rete, la diversificazione e le alleanze commerciali.È il 2016 quando il settore delle Poste in Uk viene liberalizzato, Royal Mail si fa ancora carico di gran parte della consegna delle lettere e il gruppo arranca nel cercare di rispondere alla forte concorrenza della posta elettronica e di grandi società estere che hanno aperto il proprio servizio di consegne nel Regno Unito, in particolare l’olandese Tnt e Dhl Express, di proprietà del gruppo Deutsche Post.Negli anni, il numero di lettere gestite ogni giorno si riduce di milioni e nel 2012 il servizio perde 750mila sterline al giorno. Problemi che nel 2013 spingono il governo conservatore, quello di David Cameron, a privatizzarla. Ed è lì che, con la parziale quotazione del gruppo, si decide anche lo scorporo della rete degli sportelli. «Un errore che spiega un analista costerà caro. A differenza di Poste Italiane e dei player francesi che hanno diversificato il business, Royal Mail, senza rete, è rimasta un operatore puramente logistico di pacchi e lettere. Troppo poco per superare le evoluzioni di un mercato in grande cambiamento».Non è un caso che il gruppo di Del Fante e Lasco oggi abbia costruito il proprio business sui servizi finanziari, quelli assicurativi e quello dei pagamenti digitali. E che da questi tragga gran parte dei profitti. Sui 12 miliardi di profitti 2023, i ricavi da servizi finanziari ammontano a 5,2 miliardi, trainati da una solida raccolta netta assicurativa che ha conseguito una performance oltre il livello di mercato, come i servizi assicurativi in generale. I pagamenti online hanno fatturato 1,4 miliardi, con una crescita di oltre il 27 per cento. La diversificazione è stata l’arma per sostenere le flessioni della posta (lettere) e gli investimenti necessari nella logistica. Oggi Royal Mail soffre inoltre della concorrenza di Amazon nel Paese dove i due gruppi, nella logistica sono fortemente rivali.L’opposto di quanto accade in Italia dove Amazon e Poste hanno forti accordi commerciali da anni. Per Kretinsky, ad di Eph (il più grande gruppo energetico dell’Europa centrale), proprietario di due squadre di calcio (lo Sparta Praga e il West Ham di Londra), del quotidiano francese Le Monde e di un atollo alle Maldive, l’investimento nelle Royal Mail sarà dunque una grande sfida. Il governo manterrà la golden share e Kretinsky ha promesso di conservare il marchio, la sede centrale e soprattutto la residenza fiscale di Royal Mail nel Regno Unito per i prossimi cinque anni. LEGGI TUTTO