Domenico Sottile
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in EconomiaIntesa Sanpaolo e Confindustria, un accordo da 200 miliardi
Da sinistra Carlo Messina ed Emanuele Orsini
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Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, hanno firmato un nuovo accordo quadriennale che prevede un investimento di 200 miliardi di euro per supportare la crescita delle imprese italiane fino al 2028. Questo programma si propone di rafforzare il sistema produttivo nazionale, incentivando investimenti in innovazione, transizione sostenibile e intelligenza artificiale.Le principali aree di intervento comprendono: Transizione 5.0: Investimenti in modelli produttivi innovativi. Sostenibilità: Promozione di processi di trasformazione sostenibile. Settori strategici: Focus su aerospazio, robotica e scienze della vita. Piano per l’Abitare Sostenibile: Sostegno ai lavoratori e attrazione di talenti.Orsini ha sottolineato l’importanza di un piano triennale di politica industriale, affermando che “abbiamo bisogno di far correre il nostro Paese, abbiamo bisogno che ovviamente le politiche industriali vengono messe al centro e anche per questo servirà un piano triennale di politica industriale: non possiamo pensare di correre dietro a ogni legge di Bilancio e quindi serve pianificare effettivamente quali sono le necessità per fare in modo che le nostre imprese possano crescere”.Un tema prioritario per il presidente di Confindustria è il costo dell’energia. “Non possiamo più aspettare”, ha detto, “benissimo che si vada verso i microreattori delle centrali nucleari di nuova generazione, però oggi serve da subito fare in modo che l’energia possa costare meno al nostro Paese. Serve fare contratti a lungo termine per l’energia”.Dall’altra parte, Carlo Messina ha presentato l’accordo come il “Pnrr di Intesa Sanpaolo per le imprese”, sottolineando che “mettiamo a disposizione ulteriori 200 miliardi di euro al 2028 per accompagnare il tessuto imprenditoriale del Paese nel realizzare obiettivi di crescita e competitività, investendo sul futuro e sulle sfide che ci attendono”. Messina ha anche evidenziato la lunga collaborazione con Confindustria, che ha già portato all’erogazione di 450 miliardi di euro in 15 anni, creando una relazione di fiducia tra banca e imprese. Inoltre, Messina ha espresso un parere critico sulle politiche Ue di settore. “Penso che in Europa dovrebbero pensare un po’ di meno e fare un po’ più di cose. Qui facciamo piani a 10 anni e poi ci troviamo con le aziende statunitensi che accelerano ulteriormente”. LEGGI TUTTO
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in EconomiaRinnovo Isee 2025, cosa c’è da sapere
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La corsa al rinnovo dell’Isee per il 2025 è iniziata con grande slancio. Nei primi tre mesi dell’anno viene elaborato oltre il 65% delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (Dsu), un dato che sottolinea l’importanza di garantire la continuità nell’accesso a bonus e prestazioni sociali fondamentali, come i contributi per gas, luce e l’assegno di inclusione. Le agende dei Caf sono già piene per gennaio e febbraio, e si stima che circa 7 milioni di persone saranno assistite in poche settimane, grazie anche a uno stanziamento di 135 milioni di euro dedicato alla campagna Isee, di cui 3 milioni in più rispetto al 2024.I numeri dell’Isee: calo delle Dsu, ma più pratiche fai-da-teNel 2024, l’Inps ha ricevuto 11,6 milioni di Dsu, con un calo dell’1,5% rispetto all’anno precedente. La riduzione è ancora più marcata rispetto al 2022 (-1,8%), un dato legato a diverse dinamiche, tra cui la fine del reddito di cittadinanza, sostituito dall’assegno di inclusione, e la decisione dell’Inps di non rimborsare più le Dsu replicate per lo stesso nucleo familiare, una misura che ha portato le famiglie a maggiore attenzione nella compilazione. Nel 2024, circa 980.000 pratiche (11% del totale) erano doppie e soggette a un costo aggiuntivo di circa 25 euro.Nonostante la flessione generale, è cresciuta la quota di pratiche precompilate e inviate direttamente dai cittadini, passate dal 14,4% del 2023 al 19,9% nel 2024, pari a quasi un Isee su cinque. Questa tendenza riflette gli sforzi dell’Inps per semplificare la procedura, rendendo possibile dal 2025 l’invio della Dsu Mini precompilata tramite l’app Inps Mobile, anche se con alcune limitazioni per specifici nuclei familiari.Novità normative e ricalcolo dell’IseeIl 2025 porta con sé importanti cambiamenti normativi. Con il via libera al nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, diventa ufficiale l’esclusione dal calcolo dell’Isee, fino a un massimo di 50.000 euro, dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio garantiti dallo Stato, come i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale. Questo intervento, previsto per garantire maggiore equità e certezza del diritto, modifica il decreto del 2013 n. 159 e recepisce le novità introdotte nel tempo.Un’altra novità significativa è l’esclusione dal computo del reddito dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti dai componenti del nucleo familiare con disabilità o non autosufficienti. Inoltre, viene introdotta una maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente. Il decreto prevede una fase transitoria, durante la quale le attestazioni Isee già rilasciate resteranno valide fino alla loro naturale scadenza, ma le famiglie potranno richiedere una nuova attestazione calcolata secondo le nuove regole.Le soglie Isee per accedere ai principali aiuti socialiL’Isee continua a rappresentare un criterio fondamentale per l’accesso a numerose prestazioni sociali, con soglie definite per legge o attraverso provvedimenti attuativi. Ecco alcune delle principali soglie:6.000 euro: Bonus anziani non autosufficienti, che offre 850 euro mensili aggiuntivi per i casi di bisogno assistenziale gravissimo;9.530 euro: Bonus bollette per gas e luce, con soglia estesa a 20.000 euro per nuclei con almeno quattro figli a carico;8.117 euro: Carta acquisti per spese alimentari, sanitarie e bollette;10.140 euro: Assegno di inclusione, con soglia aumentata rispetto ai 9.360 euro del 2024;15.000 euro: Social card “Carta dedicata a te”, che offre un bonus di 500 euro per beni di prima necessità;17.090 euro: Assegno unico universale per ottenere la quota massima.Le sfide tecniche e operative per il 2025L’attuazione delle novità normative potrebbe incontrare difficoltà tecniche, con il rischio di dover ricalcolare migliaia di Isee già elaborati. Gennaio rappresenta un periodo critico, con un elevato volume di pratiche che richiedono precisione e rapidità. L’obiettivo è garantire che le modifiche al calcolo dell’Isee non generino ritardi o disagi per le famiglie, già alle prese con scadenze stringenti. LEGGI TUTTO
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in EconomiaPmi, le misure del governo
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Oggi il Consiglio dei ministri discute il disegno di legge annuale dedicato alle piccole e medie imprese (Pmi), un provvedimento di 19 articoli suddiviso in cinque sezioni, che introduce numerose novità. La proposta legislativa, voluta dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, si prefigge di consolidare il ruolo delle Pmi come motore dell’economia italiana, bilanciando innovazione, competitività e sostenibilità sociale. Tra gli obiettivi principali, promuovere la collaborazione tra le imprese, incentivare il ricambio generazionale, contrastare le recensioni false e sostenere le Pmi nei settori strategici come moda, turismo e innovazione.Incentivi per le reti d’impresaLe aziende che scelgono di collaborare tramite contratti di rete potranno beneficiare di agevolazioni fiscali. La bozza prevede la sospensione d’imposta per gli utili accantonati in riserve destinate a investimenti comuni. Questo incentivo si applicherà agli utili realizzati dal 2026 al 2028 e interesserà investimenti approvati da organismi imprenditoriali o pubblici, con un limite massimo di 1 milione di euro annui per impresa.Part-time incentivato per la pensione e assunzioni agevolateUn’altra misura significativa riguarda il part-time incentivato. Dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027, i lavoratori dipendenti delle imprese con meno di 50 dipendenti potranno accedere a un regime di part-time incentivato fino alla data utile per la pensione. Le caratteristiche principali di questa misura includono:- Riduzione dell’orario lavorativo: I lavoratori potranno trasformare il contratto a tempo pieno in uno a tempo parziale, con una riduzione dell’orario tra il 25% e il 50%;- Contributi figurativi: Saranno riconosciuti contributi figurativi per la quota di lavoro non prestata, garantendo che l’importo pensionistico non subisca riduzioni;- Esonero contributivo: I lavoratori part-time beneficeranno di un esonero totale dai contributi previdenziali fino a 3.000 euro annui, non imponibili ai fini fiscali;- Assunzione obbligatoria di giovani under 35: Per ogni lavoratore che accede al part-time incentivato, l’azienda è tenuta ad assumere un giovane di età non superiore a 34 anni. Le imprese potranno avvalersi delle agevolazioni previste dalla legislazione vigente per le nuove assunzioni;- Decontribuzione e incentivi per le imprese: Gli oneri per l’integrazione dei versamenti contributivi relativi ai periodi di riduzione della prestazione lavorativa saranno finanziati dalla fiscalità generale.Disciplina sulle recensioni onlinePer combattere il fenomeno delle recensioni false nei settori della ristorazione e del turismo, il ddl introduce controlli rigorosi. Solo i consumatori che dimostrano di aver utilizzato un prodotto o servizio potranno pubblicare recensioni, entro 15 giorni dall’esperienza. Sarà vietata la compravendita di recensioni e l’assegnazione di valutazioni false, con sanzioni a carico degli operatori che non rispettano le nuove regole.Sostegno alle PMI nei settori strategiciIl disegno di legge destina risorse significative alle Pmi del settore moda, con un fondo da 100 milioni di euro per finanziare progetti di sviluppo tra i 3 e i 20 milioni di euro. È prevista anche una delega al governo per redigere un Testo unico che riordini e semplifichi le normative su start-up e Pmi innovative, favorendo l’accesso a strumenti di sostegno, formazione e investimento. LEGGI TUTTO
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in EconomiaAll’industria serve una svolta
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A novembre 2024, l’indice destagionalizzato della produzione industriale in Italia segna un incremento dello 0,3% rispetto a ottobre. Questo dato, pubblicato dall’Istat, evidenzia una ripresa congiunturale in alcuni comparti, nonostante persistano segnali di contrazione su base tendenziale. Il trend conferma un quadro economico complesso, caratterizzato da una lenta uscita dalla crisi avviatasi nel 2023.Le variazioni settorialiNel mese di novembre, la crescita è stata trainata dall’energia (+1,6%), dai beni di consumo (+0,9%) e dai beni intermedi (+0,3%), mentre i beni strumentali hanno subito una flessione (-0,6%). Tuttavia, su base tendenziale, l’indice corretto per gli effetti di calendario mostra una contrazione dell’1,5%, segnando il ventiduesimo mese consecutivo di calo. L’Unione Nazionale Consumatori, per voce del presidente Massimiliano Dona, ha descritto questa situazione come una “Caporetto” per l’industria italiana, sottolineando che rispetto a gennaio 2023, la produzione è diminuita del 5%, con un calo particolarmente pronunciato nei beni di consumo durevoli (-8,5%).Contraddizioni nella congiuntura economicaL’ufficio studi di Confcommercio rileva una fine del 2024 segnata da contraddizioni: mentre occupazione e vendite al dettaglio mostrano segnali di debolezza, la produzione industriale e le presenze turistiche evidenziano lievi miglioramenti. In particolare, il settore dei beni di consumo sta consolidando il recupero iniziato a ottobre, suggerendo una possibile ripresa della domanda nel breve periodo. Tuttavia, l’e-commerce ha registrato una variazione negativa per la prima volta dal 2015, nonostante un Black Friday vivace.Mercato del lavoro: luci e ombreSul fronte occupazionale, a novembre 2024 il tasso di disoccupazione in Italia si è attestato al 5,7%, in calo rispetto al 6,3% dell’area euro. Rispetto al mese precedente, rileva l’Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana dei mesi di novembre e dicembre 2024, si è registrato un lieve calo degli occupati (-0,1%), concentrato tra gli uomini e i giovani sotto i 35 anni. In termini trimestrali, però, l’occupazione è cresciuta dello 0,2% (+49 mila unità), evidenziando una tenuta nel medio periodo. Tuttavia, l’aumento del tasso di inattività (+0,1 punti) e la crescita della disoccupazione giovanile (+1,4 punti) indicano persistenti difficoltà nel mercato del lavoro.Prezzi energetici e inflazioneL’andamento dei prezzi energetici continua a influenzare l’economia italiana. Il prezzo del gas è risalito a dicembre 2024, con l’indice che ha toccato 111,2 punti. Nonostante questa crescita, i livelli rimangono inferiori ai picchi del 2022, grazie a una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento e a politiche di contenimento della domanda. Di contro, il prezzo del Brent è rimasto su un trend discendente, toccando i 73,8 dollari al barile in media a dicembre.Prospettive per gli investimenti e la domandaL’indagine della Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita ha rilevato un peggioramento del clima di fiducia tra le imprese industriali, con un saldo negativo di -19 punti per le condizioni di investimento. Tuttavia, rimangono positive le previsioni per gli investimenti nel 2025, trainate soprattutto dai settori dei servizi e delle costruzioni.Secondo l’indagine sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d’Italia, la percentuale delle imprese che hanno espresso valutazioni negative è salita al 30%, da 21% nell’indagine precedente, a fronte della sostanziale stabilità della quota di chi ha ravvisato un miglioramento (5% da 6%). Il deterioramento dei giudizi, rileva Bankitalia, è stato diffuso a tutti i settori. LEGGI TUTTO
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in EconomiaCarta di credito e sicurezza, se hai scelto uno di questi pin dovresti modificarlo subito
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Si parla tanto di sicurezza del proprio denaro e certamente uno dei primi elementi di difesa è rappresentato dal pin della carta di credito ad esso associata. Ciò nonostante, considerando che si tratta di un codice a sole quattro cifre, non è difficile capire il motivo per cui sia considerato poco efficace dagli esperti.In effetti le combinazioni possibili per individuare quello corretto sono “appena” 10mila, e pensando che al giorno d’oggi si è in grado di beneficiare delle grandi possibilità di calcolo messe a disposizione dall’intelligenza artificiale, scoprire la giusta sequenza non dovrebbe essere così complicato per un malintenzionato che abbia un po’ di dimistichezza con tali strumenti.Il pin è il primo scudo di protezione per evitare l’uso non autorizzato dei nostri soldi, in particolar modo per impedire che il conto associato alla carta venga utilizzato per effettuare degli acquisti fisici. Ecco perché è auspicabile, con l’obiettivo di incrementare il livello di protezione dinanzi alle sempre più numerose minacce informatiche, non utilizzarne uno troppo banale e semplice da decriptare.Stando ai dati di uno studio realizzato da un ex analista di Facebook, le più diffuse sono proprio le sequenze prevedibili, che i cybercriminali sono in grado di riprodurre con pochi e mirati tentativi. In genere si prediligono semplicemente numeri facili da ricordare oppure legati a date personali: così facendo, da un lato il pin sarà semplice da ricordare, ma è altrettanto vero che anche per un malintanzionato sarà meno complesso riuscire a individuarlo. Utilizzare le date, con la convinzione che nessuno possa risalirvi, è un errore comune: talvolta, infatti, queste informazioni sono spesso facilmente reperibili online.Esaminando milioni di combinazioni a sua disposizione, l’esperto informatico ha individuato le combinazioni più diffuse, scoprendo che addirittura l’11% dei pin ha come sequenza la banalissima “1234”, la prima che verrebbe in mente anche a un cybercriminale alle prime armi. Oltre a questa, ve ne sono altre molto insidiose, vale a dire “1111”, “0000”, “1212”, “7777”, “1004”, “2000”, “4444”, “2222” e “6969”. L’errore più grave che si possa fare, ed è semplice comprendere che proprio questo sia alla base delle scelte di tali combinazioni numeriche, è quello di agevolare l’apprendimento mnemonico delle stesse: più facile un numero è da ricordare e meno complesso per un malintenzionato sarà risalire ad esso. Uno di quelli più efficaci, secondo l’analisi dell’ex dipendente di Facebook, è risultato essere l'”8068″. LEGGI TUTTO
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in EconomiaRenault Group, storico accordo di Mobilize con Aspi per la mobilità sostenibile
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Con una mossa storica per il settore della mobilità elettrica, Mobilize, la marca di Renault Group dedicata alle nuove mobilità, e Free To X, filiale di Autostrade per l’Italia, hanno annunciato un’operazione che punta ad accelerare lo sviluppo della rete di stazioni di ricarica ad alta potenza in Italia.Il progettoGrazie a questo importante progetto, Mobilize acquisirà una significativa quota di partecipazione in Free To X, la filiale di Autostrade per l’Italia dedicata alla ricarica rapida dimostrando la volontà di diventare un punto di riferimento del settore della ricarica veloce.Free To X che è tra i leader di mercato della ricarica ad alta potenza in Italia (HPC – High-Power Charging), gestisce una rete di ricarica rapida che consta di 110 stazioni, dislocate soprattutto lungo le autostrade. Queste erogano fino a 400 kW di potenza e sono a disposizione di tutti i fornitori di servizi di mobilità, e grazie a questo investimento Mobilize sosterrà lo sviluppo di nuove opportunità al di là della rete autostradale.La soddisfazione del CeoA raccontare l’accordo che è in fase di perfezionamento; Gianluca De Ficchy, CEO di Mobilize: “L’avvio di una partnership con Autostrade per l’Italia è un passo significativo nella nostra missione di guidare la transizione verso la mobilità sostenibile. Collaborando con Free To X, non solo miglioriamo l’infrastruttura di ricarica italiana, ma ci allineiamo anche alle nostre ambizioni strategiche di creare una solida rete di ricarica rapida in tutta Europa, rendendo la mobilità elettrica più facile per tutti”. LEGGI TUTTO
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in EconomiaLa Cina festeggia per il Pil ma c’è la droga dell’export
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La Cina «è sulla buona strada» per centrare il target di crescita del Pil nel 2024 di «circa il 5%». Il compiacimento del governatore della Banca centrale cinese (Pboc), Pan Gongsheng, rischia di durare quanto un fuoco d’artificio. Al netto delle misure introdotte in settembre per sostenere l’economia, il Dragone è ancora impantanato nella deflazione e sa bene che l’espansione dello scorso anno è stata garantita dall’andamento dell’export, ancora in doppia cifra in dicembre (+10,7%). Per la prima volta, il cumulato delle merci Made in China uscite dai confini nazionali ha superato i 25mila miliardi di yuan toccando 25.450 miliardi (3.470 miliardi di dollari) con un incremento del 7,1% rispetto al 2023.L’asse del commercio rimane pesantemente sbilanciato su un solo lato: l’import complessivo è stato pari a quasi 18.400 miliardi di yuan (2,580 miliardi di dollari). Nei confronti della Cina, la bilancia dei pagamenti dell’Unione europea ha infatti accumulato nel terzo trimestre quasi 50 miliardi di deficit.Ma su quello che molti definiscono – tout court – mercantilismo predatorio, Donald Trump ha già puntato il mirino. L’introduzione di dazi contro l’ex Impero Celeste sarà uno dei primi provvedimenti di natura economica che il tycoon prenderà non appena rientrato alla Casa Bianca. Barriere protezionistiche destinate a invelenire ancor di più i rapporti Usa-Cina, in un continuo braccio di ferro che, proprio ieri, ha avuto un nuovo round con uno degli ultimi atti dell’era Biden: una stretta ulteriore sull’export di chip, dopo quella già decisa nel 2023. Le nuove regole stabiliscono un tetto ai semiconduttori per l’IA che possono essere esportati in circa 120 Paesi (esclusi i 18 più stretti alleati americani, tra cui l’Italia) e l’obbligo per loro di richiedere un’autorizzazione sempre rispettando alcuni standard di sicurezza. Giro di vite anche sui centri dati di intelligenza artificiale, chiamati a rispettare parametri più severi per poter importare chip. Per Pechino si tratta «di un altro esempio della generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale e dell’abuso del controllo delle esportazioni, nonché una flagrante violazione delle norme internazionali multilaterali in materia economica e commerciale». Misure stigmatizzate anche da un colosso del settore come Nvidia, secondo cui «queste regole non farebbero nulla per migliorare la sicurezza degli Stati Uniti». LEGGI TUTTO