Il calendario del pagamento delle pensioni relative al mese di marzo è stato già stabilito e comunicato dall’Inps, ma dal prossimo mese per i beneficiari gli assegni saranno meno consistenti rispetto a febbraio: il motivo è da ricercare nel ritorno delle trattenute fiscali con le addizionali IRPEF, che variano come sempre in base alle aliquote stabilite dalle regioni e dai comuni di residenza. E tutto questo nonostante la rivalutazione degli importi derivante dagli aumenti previsti nella legge di Bilancio e dall’adeguamento al tasso di inflazione.
L’accredito su conto corrente dell’assegno pensionistico, essendo lunedì il primo giorno bancabile, avverrà a partire dal 3 marzo. L’ordine stabilito dall’Istituto nazionale di previdenza sociale per il ritiro in contanti delle pensioni presso gli uffici postali, invece, seguirà le seguenti date:
- sabato 1 marzo per i cognomi dalla A alla B;
- lunedì 3 marzo per i cognomi dalla C alla D;
- martedì 4 marzo per i cognomi dalla E alla K;
- mercoledì 5 marzo per i cognomi dalla L alla O;
- giovedì 6 marzo per i cognomi dalla P alla R;
- venerdì 7 marzo per i cognomi dalla S alla Z.
Come anticipato, il pagamento del mese di marzo subirà delle variazioni sia in positivo che in negativo. Per quanto concerne le prime, coloro i quali percepiscono una pensione minima beneficeranno di un incremento del 2,2% dell’importo loro spettante, pari a 13,72 euro, raggiungendo quindi quota 616,67 euro. Alcuni pensionati, inoltre, beneficeranno di un recupero per via dell’inflazione, ovvero un +0,8% per coloro che percepiscono un trattamento pari o superiore a 4 volte quello minimo (vale a dire fino a 2.394,44 euro lordi al mese), un +0,7% per gli importi tra 2.394,44 e 2.993,06 euro e un +0,6% per chi supera i 2.993,06 euro.
Per alcuni beneficiari, tuttavia, questi aumenti non avranno un grande effetto per via delle addizionali regionali e comunali, mentre per altri si andrà addirittura sotto rispetto a quanto incassato a febbraio. Nello specifico, il prossimo mese parte la trattenuta sull’acconto, pari al 30% dell’importo dovuto, mentre da gennaio a novembre dell’anno successivo si trattiene il saldo. Questa situazione avrà ovviamente ripercussioni sulle pensioni di marzo.
Facendo un esempio per comprendere la portata della
trattenuta, un pensionato che incassa un assegno da 1.500 euro lordi residente a Roma, città nella quale l’addizionale comunale è pari allo 0,9%, perderà 58 euro nel mese di marzo, cifra più consistente della rivalutazione.