Le famiglie sono i principali beneficiari della manovra, con un beneficio netto di 14,7 miliardi nel 2025, 18,8 miliardi nel 2026 e 19,9 miliardi nel 2027. È quanto sottolinea l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UpB) in un focus dettagliato sulla legge di bilancio 2025, mettendo in evidenza il suo impatto sui conti pubblici e sui diversi settori economici. Gli interventi a favore dei lavoratori dipendenti privati e pubblici risultano determinanti in questa redistribuzione. Tra le misure più significative si evidenziano la riduzione del cuneo fiscale, il rinnovo dei contratti pubblici e incentivi per le lavoratrici madri con almeno due figli.
Di contro, il focus segnala un impatto restrittivo per imprese e lavoratori autonomi, che contribuiranno al miglioramento del saldo pubblico. L’effetto netto per questi soggetti si traduce in un contributo positivo al bilancio di circa 8 miliardi nel 2025 e 2026, e di circa 3 miliardi nel 2027, a causa di interventi sia sul lato delle entrate che su quello delle spese.
L’analisi sottolinea, inoltre, come la manovra determini un aumento dell’indebitamento netto rispetto allo scenario tendenziale: 0,4 punti percentuali di Pil nel 2025 (8,4 miliardi di euro), 0,6 nel 2026 (14,5 miliardi) e 1,1 nel 2027 (25,1 miliardi). L’aumento del disavanzo posticipa al 2026 il rientro sotto la soglia del 3% del Pil, inizialmente previsto per il 2025.
L’analisi
“Nell’ambito delle famiglie è stata data evidenza agli interventi diretti ai lavoratori dipendenti” riporta l’UpB. Le altre misure relative a questo comparto, riguardano “per i dipendenti pubblici hanno, inoltre, un impatto favorevole lo stanziamento delle risorse per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro del triennio 2025-27, per l’aumento del trattamento economico accessorio nella tornata contrattuale 2022-24, per la valorizzazione del sistema scolastico, per le spese di personale nell’ambito del rifinanziamento delle missioni internazionali e della prosecuzione dell’operazione strade sicure. A beneficio dei dipendenti privati operano anche le agevolazioni fiscali sulle somme percepite a titolo di welfare aziendale e la riduzione del prelievo sui premi di produttività. Fra gli altri interventi con un impatto positivo sul settore delle famiglie si segnalano il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale, la proroga delle detrazioni fiscali al 50 per cento sull’abitazione principale e al 36 per cento per gli altri immobili per interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica, le misure disposte in ambito sociale pensionistico e per sostenere la genitorialità”.
Per quanto riguarda imprese e lavoratori autonomi, “l’aumento delle entrate è dovuto principalmente alle disposizioni relative alla sospensione temporanea di quote di deduzioni relative a esercizi precedenti; alle limitazioni, per il 2025, della compensazione mediante perdite pregresse ed eccedenze Ace del maggior reddito imponibile formatosi in conseguenza della mancata applicazione delle deduzioni relative a svalutazioni crediti, avviamento e prima applicazione Ifrs; alla modifica del regime di versamento dell’imposta di bollo sui prodotti assicurativi del ramo III e V; alla riapertura dei termini di affrancamento dei saldi attivi di rivalutazione e delle riserve in sospensione di imposta. Nel 2026 – si rileva – tali misure più che compensano il minor gettito dovuto soprattutto alla proroga della maggiorazione del 20 per cento della deduzione relativa al costo del lavoro per le assunzioni effettuate nel triennio 2025-27 e agli effetti fiscali del definanziamento dell’agevolazione contributiva per l’occupazione in aree svantaggiate. Nel 2027, ai già menzionati fattori di riduzione del gettito si aggiunge l’avvio del recupero delle quote di deduzione sospese, dando luogo ad un calo delle entrate a carico della categoria. Le spese si riducono soprattutto per effetto del definanziamento della cosiddetta decontribuzione Sud, del fondo finalizzato alla riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive e di altri fondi e stanziamenti, incluso l’impatto, nel 2026, delle modifiche al credito di imposta Transizione 4.0”.
Composizione della manovra: entrate e spese
L’analisi dell’UpB utilizza le classificazioni europee per esaminare la suddivisione della manovra tra entrate e spese. Sul fronte delle entrate, si registra una riduzione significativa della pressione fiscale sul lavoro nel triennio 2025-27, mentre aumentano le imposte sul consumo e, temporaneamente, quelle sul capitale nel 2025-26. Per quanto riguarda le spese, le maggiori uscite sono destinate alla difesa, alla sanità e alla protezione sociale.
Tuttavia, il Parlamento ha introdotto misure correttive che hanno migliorato leggermente i saldi rispetto alla versione iniziale della manovra, con un miglioramento del disavanzo di circa 500 milioni nel 2025, 400 milioni nel 2026 e 100 milioni nel 2027.